L'approfondimento di Bagheria

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RACCONTI L'ULTIMA PARTE DI BAGHERIA MORÌ ALL'IMPROVVISO Anno XI n. 82 Aprile 2009

€ 1,50

NUOVO di Bagheria e dintorni

Attualità I tanti segreti di villa Butera

Dintorni S. Flavia. Parla il sindaco dopo i fatti di cronaca

foto di Paolo Scalisi

Inchiesta Alcool giovanile a Bagheria

Riapre il Museo dedicato a Renato Guttuso ceramiche Prodotti per l'edilizia Isolanti termoacustici - Impermeabilizzanti - Calce idraulica - Deumidificanti - Ceramiche e arredo bagno Tecnologie per l'edilizia - Blocchi cemento cellulare BAGHERIA (Pa) Contrada Incorvino, 24 tel.091965566 - fax.091960322 www.grazianoceramiche.it fratelligraziano@hotmail.com


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Aprile 2009

SOMMARIO

6-8 9

Riapre il museo Guttuso E' tornato fruibile il museo All'inaugurazione anche Tornatore

di Filli Cusenza di M.G.

Emergenza buche Il Comune predispone un piano, ma sono numerose le richieste di risarcimento danni di Martino Grasso

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Il capo costruzione delle scene di Baaria

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Il nuovo film di Claudia La Bianca

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Intervista al sindaco di Santa Flavia

Giuseppe Mineo, bagherese, ha lavorato per mesi sul set di Tornatore di Paola D'Amico

Girerà il suo nuovo lungometraggio a Settembre in Sicilia di Laura Maggiore

Antonio Napoli parla degli ultimi accadimenti verificatisi nel territorio comunale di M.G.

10 Emergenza alcool a Bagheria di Domenico e Ivan Barone 11-12 Brevi Attualità 13 Secondo me... di Michele Balistreri 14-15 Le sorprese di villa Butera 16 E' successo nei giorni scorsi 17 Sondaggio sulla chiusura di corso Umberto di Domenico Varisco 18 Fini al Parlamento della legalità 19 Facebook e Bagheria di Marina Mancini 20-21 Scuola

22-23 L'intervista 24 Monte Catalfano di Giovanni B.Puleo 25-26 Brevi Cultura 29 Cultura 30 Chi eravamo... di G.pe Martorana 31 Cinema e libri di M.Galioto e M.Pomar 32-33 Il racconto di Tonino Pintacuda 36 Coltivatore diretto di Pippo Ferrante 37 Intervallo 38 Oroscopo

Società Editrice Associazione R. T. Ficarazzi Canale 8 Ficarazzi (PA) Direttore Responsabile Michele Manna Responsabile di Redazione Martino Grasso Progetto Grafico, Copertina e Impaginazione Massimo Di Salvo Editorialista Antonino Russo Opinionista Michele Balistreri Redazione Martino Grasso Margherita Di Fiore Testi di Ivan Barone, Domenico Barone, Filli Cusenza, Paola D'Amico, Massimo Di Salvo, Pippo Ferrante, Marina Galioto, Martino Grasso, Marina Mancini, Laura Maggiore, Giuseppe Martorana, Tonino Pintacuda, Marco Pomar, Antonino Russo, Domenico Varisco Fotografie Angelo Restivo, Giuseppe Fricano, Massimo Di Salvo Redazione e Uffici pubblicitari Via C. Monteverdi, 14 - 90011 Bagheria (PA) 091934586 - 3391962274 martinogra@hotmail.com info@massimodisalvo.com Stampa Artigiana Grafica via Perpignano Palermo


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Aprile 2009

EDITORALE

Il 2009 di Bagheria Grazie! Non possiamo dire altro. Il nuovo corso dell'Approfondimento è stato accolto in maniera più che positiva dai nostri lettori e da una grossa fetta di bagheresi che prima ci conoscevano poco e male. I tanti attestati di stima che ci sono arrivati ci riempiono di orgoglio ma ovviamente ci consegnano una grossa responsabilità. D'ora in poi abbiamo l'obbligo di continuare a migliorare, sempre allo scopo di offrire un prodotto al passo con i tempi e pieno di contenuti. E anche questo nuovo numero è all'insegna del rinnovamento e delle notizie. Sono davvero tanti gli articoli e gli approfondimenti che offriamo ai nostri lettori. Innanzitutto, in primo piano, la riapertura del museo Guttuso con un nuovo allestimento. Spazio alla cronaca con un articolco

sulle numerose buche che si trovano nelle strade di Bagheria. Abbiamo approfondimento la notizia e ci siamo resi conto che sono tante anche le richieste di risarcimento presentate al Comune di Bagheria. Segnaliamo un'inchiesta sull'alcool a Bagheria, problema visto da un adulto e da un giovane. Siamo tornati sulla chiusura al traffico automobilistico nel corso Butera, sentendo i commercianti. Siamo poi andati a Villa Butera dove da mesi si stanno svolgendo dei lavori di restauro dell'antica struttura e sono venute fuori delle scoperte interessanti. Abbiamo anche intervistato Pippo Balistreri, direttore di palco di Sanremo, mentre per la cultura segnaliamo due articoli relativi al nuovo film di Claudia la Bianca e un'interes-

di Martino Grasso

sante intervista ad un giovane bagherese che ha lavorato nel film di Tornatore curando le scenografie e la seconda parte del racconto "Bagheria morì all'improvviso". Per lo spazio dedicato ai paesi limitrofi vi proponiamo un'intervista al sindaco di Santa Flavia, Antonio Napoli sugli ultimi accadimenti di cronaca. Per il resto, come sempre, vi auguriamo Buona Lettura.

Elogio del corso Umberto di Antonino Russo

Il Corso Umberto torna ai fasti del bel tempo andato, quando, cioè, era considerato il salotto buono della nostra cittadina. Il nostro pensiero non va certamente alla fine degli anni quaranta o all’inizio degli anni cinquanta, quando la sede stradale era in terra battuta. Nelle giornate di pioggia il corso si trasformava in un fiume di fango, mentre nelle belle giornate di sole era ricoperto di una soffice coltre di polvere. Così quando il corso veniva attraversato da uno dei due autobus della ditta Cecala, “scatola di fiammiferi” (così chiamato perché aveva il retro diritto) e “scarafaggio” (col retro bombato), se pioveva le ruote schizzavano fango a destra e a manca; se c’era il sole facevano alzare una nuvola di povere che raggiungeva i piani alti delle abitazioni e incipriavano tutte le persone che camminavano sui marciapiedi. Pensiamo invece alla seconda metà degli anni cinquanta e agli anni sessanta, quando la sede stradale è stata ammattonata. Noi giovani dedicavamo diverse ore alle passeggiate: durante i mesi estivi queste si protraevano fin dopo la mezzanotte. Ed erano discussioni interminabili. Ora quella viabilità sembra tornata. Così l’elogio va al corso Umberto, ma anche a tutti coloro che hanno deciso, progettato e realizzato la riabilitazione dello stesso.

Il taccuino di Bagheria* Gennaio 2009

Maschi

Femmine

Totale

Popolazione

27.129

28.694

55.823

Nati

20

24

44

Morti

18

23

41

Matrrimoni rel.

5

Matrimoni civ.

3

*Dati forniti dall'Ufficio Statistiche del Comune di Bagheria

I TUOI SOGNI, LA NOSTRA TRASPARENZA.

CESSIONE QUINTO DELLO STIPENDIO E DELEGA DI PAGAMENTO

SUB AGENZIA DI BAGHERIA Responsabile di zona Massimo Tomaselli Sede: Via Cesareo, 32 - tel. e fax 091903158 BAGHERIA


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PRIMOPIANO

Riecco il Museo Guttuso Un’operazione che guarda all’arte internazionale con un’attenta analisi del territorio locale

di Filli Cusenza

iapre il corpo centrale di Villa Cattolica. La struttura inizia il suo percorso di attenzione verso l’Arte Contemporanea, per la prima volta, nel 1973: nasce così il Civico Museo. Inizialmente vengono predilette le opere degli anni Quaranta e Cinquanta mentre nel 1984, con l’acquisizione dell’intero complesso monumentale, viene studiato un nuovo e più articolato percorso espositivo. In seguito, dagli anni novanta in poi, vengono acquisite numerose donazioni che vanno a ricoprire completamente le porzioni mancanti dei restanti decenni di storia dell’arte, dando così la possibilità di creare un circuito sempre più completo su quello che era stato un lungo periodo di fermenti culturali ad ampio raggio: letteratura, fotografia, e cinema avevano infatti influenzato gli artisti più aperti a nuovi stimoli. Numerosi documenti, insieme alle opere di Renato Guttuso, testimoniano questo fermento. I successivi lavori di restauro, opportuni per un edificio storico che necessita di adeguamenti sempre più consoni alle esigenze museali oltre che a quelle conservative, hanno facilitato il recupero di nuovi spazi, soprattutto quelli dei corpi bassi che coronano l’edificio, permettendo così di portare a termine numerosi progetti culturali e rendendo il Museo una struttura attiva durante gli anni. Uno di questi è stato, ad esempio, l’apertura della sezione dedicata al manifesto

R

cinematografico, con la donazione dei fratelli Lo Medico nel 2004 di oltre 400 locandine e numerosi documenti che ne ripercorrono la tematica a partire dal 1928 sino al 1983. Nel corpo principale della villa, ampi spazi ristrutturati al piano terra hanno permesso la sistemazione di un percorso sull’opera della pittura del carro siciliano, per garantirne la giusta conservazione, dove è possibile osservare disegni preparatori, veline, carretti e dipinti appartenenti a varie epoche, da artisti quali: Emilio Murdolo, Michele Ducato padre, Onofrio Ducato Giovanni Ducato Domenico Ducato Giuseppe Ducato e Giuseppe Manfrè. Tale sezione, ha la funzione di non disperdere questo patrimonio di “memoria“ e di “documenti “, radice a Bagheria, della cultura etno-antropologica , in un percorso museale dal taglio preminentemente didattico, al quale, nei prossimi mesi afferirà un archivio dati informatico. Sempre al piano terra oltre alle opere che già conosciamo appartenenti alla seconda metà dell’Ottocento e primo Novecento siciliano, un ampio spazio è dedicato all’arte al femminile con i lavori di Pina Calì, Topazia Alliata Teresa Tripoli, Ida Nasini Campanella. Il piano nobile è stato quasi totalmente disfatto e ricomposto con una chiave assolutamente contemporanea. L’allestimento è stato curato dal direttore del museo dando al fruitore una lettura dello spazio principalmente visivo, e in un secondo tempo orale dato dalla guida che va a saziare quel bisogno di approfondire le notizie. Questo impatto iniziale ci permette di cogliere l’essenzialità della scelta fatta, “niente di più e niente di meno” andava messo in quello spazio. Il visitatore viene messo immediatamente a suo agio, legge

una storia e la legge in modo semplice. Penso che questo significhi contemporaneità, evitare inutili aggrovigliamenti che ostacolano ancor di più la stressante vita quotidiana. Le opere di Renato Guttuso, che pur sono e restano la pietra portante del Museo, sono assoggettate positivamente da indicazioni che, ad ampio raggio territoriale, varcano il suo passato, il suo presente e anche il suo futuro nel momento in cui largo spazio è stato dato alla ricerca del contemporaneo giovanile di cui l’artista stesso avrebbe gradito conoscere, almeno sotto forma di curiosità nel vedere che cosa avrebbe provocato il suo riflesso nelle generazioni a venire. Oltre alla lettura delle opere in orizzontale, abbiamo una bella convergenza di vedute prospettiche con scorci di similitudini tematiche, coloristiche e di linguaggio. In questo intenso lavoro linguistico dialogano le numerose opere tra le quali quelle di alcune donne come Carla Accardi, artista siciliana che come donna è una delle poche annotata nei testi d’arte contemporanea e la bravissima Ilde Margani, artista tedesca trapiantata da tanti anni a Catania. Al secondo piano un ampio spazio è dedicato ad opere fotografiche. Sono in tutto diciassette sale progettate, alle quali ha collaborato Giovanni Maria Falcone (come esperto di fotografia, co-curatore con il direttore di questa sezione), che ospitano una sezione permanente dedicata a numerosi “scatti” che hanno fatto conoscere in tutto il mondo la cultura siciliana e non solo. Sono esposte in gran numero immagini che percorrono il nostro territorio attraverso i suoi paesaggi, i luoghi, narrando di gente e gesti unici, trasmettendone la poesia degli odori e dei sapori, ma anche i colori talvolta con pellicole bianco e nero.


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Aprile 2009 realizzazione è il plexiglass trasparente. I testi così concepiti assumono il carattere di un prezioso scrigno contenitore. Particolarmente suggestivo è quello che contiene del liquido azzurro, ma non meno interessanti sono i contenuti dei restanti: piccoli testi in miniatura per "Liber" e resti di pellicola per "Cineteca". Mimmo Conenna con il libro "Uccello d'artista" realizzato nel 1980, propone una storia in otto episodi, attraverso l'utilizzo di una tecnica mista su carta, la rilegatura è composta da fogli piegati in due e inseriti a loro volta senza alcuna rilegatura in una copertina in cartoncino. "Tempio della memoria" è l'opera di Fabio De Poli sempre del 1980, composta da cinque cartoncini dipinti a china, acquerello, e timbri. Il libro di Mauro Staccioli ha una pesante copertina metallica arrugginita che contiene all'interno svariate pagine di giornali ingialliti, forse la scelta è casuale, o forse gli argomenti trattati in quegli articoli hanno stimolato a tal punto l'artista a ritagliarli e conservarli in questa porzione di spazio chiuso tra due rigide porte di ferro. Un albero, in ceramica dipinta, anticipa le pagine del piccolo "libro d'artista" di Giosetta Fioroni "100 alberi". E' realizzato in latta con una serpentina anch'essa metallica, che ne rilega le trenta pagine interne, il

Tra le sale che tra di loro si intersecano con giochi di sguardi e di scorci sottilmente congeniati, si alternano mattanze di tonni a tagli di vegetazione, attimi colti da feste paesane e scatti fatti tra amici.Sempre sullo stesso piano, oltre ad una sala per la visione di video, sono numerosi i disegni esposti. Essi percorrono spesso l’anticipo all’opera, sono lo schizzo di una più macchinosa rivelazione che anticipa il quadro, liberazione, traduzione veloce di un pensiero, getto d’ingegno che occupa piccoli spazi di foglio. Uno spazio è dedicato al “Libro d’artista” o “Libro - Oggetto” tanto caro ad un numeroso circuito di artisti. Si tratta di un originale collezione la cui connotazione formale e di contenuto li rende oggetti degni di curiosità. Libri scultura, composti spesso con materiali ricercati, o pagine dipinte, scolpite, cucite, sopraelevate a tal punto da sottolinearne l’irripetibilità si confrontano con la scrittura, cercando di comunicare utilizzando poco l'alfabeto canonico, ma trasmettendo messaggi e sensazioni attraverso il segno-materico. Il libro realizzato dall'artista, cioè da colui che abitualmente comunica attraverso l'utilizzo del colore e della materia, in questo caso entra in stretta relazione con un ipotetico testo e più in generale, con quell'involucro contenitore di notizie essenziali o di letture che ci accompagnano spesso nell'immaginario fantastico. Nella progettazione a monte dell'opera ci può essere un lungo studio durato anche trenta anni, come nel caso della ricerca di Mirella Bentivoglio. In questo caso specifico ci si trova di fronte ad un'opera di "poesia concreta"; essa consiste in una breve frase, impaginata verticale- orizzontale; "Essere sul punto di", pura filosofia! "Liber" e "Cineteca", sono i libri progettati da Eugenio Miccini, il materiale impiegato per la

ORARI DI APERTURA tutti i giorni, escluso il lunedì dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 19,00 (inverno) dalle 9,30 alle 14,00 e dalle 15,00 alle 19,30 (estate) biglietto: intero 5,00 euro ridotto 4,00 euro visite guidate gratuite su prenotazione (091943906)

libro di Bruno Munari "Farfa il miliardario della fantasia" e tanti altri tutti da scoprire. Ma perché l’esigenza di questo cambiamento? Se l’arte e il modo di fare l’arte cambiano anche “i luoghi dell’arte” che devono aprirsi a nuovi linguaggi, a nuovi percorsi, poiché sono questi luoghi che la gente frequenta per conoscere l’arte, non solo quella che ha costituito la parte “storica” ma anche quella attuale e quindi il museo come un “Mas Media” dà informazioni che devono essere sempre aggiornate e per fare ciò deve “muoversi”, cambiare, mutare nei percorsi e nei contenuti, rapportandosi non solo con tutto ciò che avviene nel resto del mondo ma deve rapportarsi anche e soprattutto con il suo territorio con attenzione e acuta visione del futuro prossimo. Ecco che, in questo nuovo e laborioso intervento che ha comportato studi e lunghi mesi di lavoro del direttore Dora Favatella Lo Cascio e dei suoi collaboratori, le opere di Renato Guttuso interagiscono con opere di recente realizzazione, opere che si affacciano al nuovo millennio dove l’arte necessita di chiarezza, non nascondendosi sotto sotterfugi di concettualità ma che richiamano alla chiarezza all’immediato affinchè l’uomo possa godere della bellezza dell’arte, della sua grande forza di comunicare cariche emotive positive, anche se in questo mondo difficile dell’arte ancora in molti cercano di entrare con mistificazioni e false indicazioni. La forte e complessa operazione realizzata al Museo Guttuso, ha maggiormente sottolineato la volontà di non isolare il percorso di Renato Guttuso, impedendo al fruitore una più ampia e complessiva riflessione della sua opera. Ha collaborato all'allestimento, l'agenzia W5 Factory con coordiìnamento operativo curato da Dario Scalisi.

Elenco artisti presenti Piano Terra Carlo Romagnoli D.co Quattrociocchi Gesualdo Prestipino Giuseppe Pellitteri Ida Nasini Campanella Luigi Lo Jacono Onofrio Tomaselli Pina Calì Silvestre Cuffaro Teresa Tripoli Topazia Alliata Piano Nobile Alberto Ziveri Aldo Bandinelli Aldo Turchiaro Alfonso Leto Allen Jones Andrea Volo Angelo Titonel Antonietta Raphael Mafai

Antonio Sanfilippo Armando De Stefano Armando Pizzinato Arrigo Musti Attilio Steffanoni Augusto Perz Bruno Caruso Carla Accardi Carlo Guarienti Carlo Lauricella Carlo Levi Carmelo Comes Charles Szymkowicz Corrado Cagli Domenico Bonomolo Eustachio Catalano Fernando De Filippi Filly Cusenza Fran.sco Trombadori Franco Angeli Franco Francese Gaetano Scaduto Giacomo Porzano Giambecchina Giangiacomo Spadari

Giovanni Leto Giovanni Omiccioli Giuseppe Pellitteri Guido Chiti Guido Colli Hilde Margani Ignazio Moncada Jacques Monory Juan Esperanza Lello Scorzelli Leo Castro Lia Pasqualino Noto Lillo Rizzo Mantica Mario Schifano Michele Cossyro Michele Dixit Mimmo Schimmenti Mino Guerrini Nino Garajo Nunzio Solendo Paolo Ricci Peter Phillips Pippo Rizzo Remo Farruggio

Renato Guttuso Robert Carroll Rosario Bruno Salvatore Cartaino Scarpitta Senior Salvatore Provino Salvatore Scarpitta Sergio Ceccotti Sergio Piccoli Sergio Vacchi Silvio Benedetto Tano Festa Tino Vaglieri Ugo Attardi Piano Secondo Alfred L. Isidor Kubin Allen Jones Angelo Savelli Attilio Steffanoni Bruno Munari Cesare Peverelli Dino Buzzati Duilio Cambellotti

Edouard Pignon Emilio Greco Ernesto Treccani Franco Angeli Franco Francese Gianfraco Ferroni Giannetto Fieschi G. Guttuso Fasulo Giosetta Fioroni José Ortega Lelio Gelli Luca Luigi Castellano Lucio Del Pezzo Marcello Avenali Mirko Basaldella Momò Calascibetta Paul Rebeyrolle Philip Evergood Renato Guttuso René Portocarrero Rico Lebrun Sebastiano Carta Sebastiano Milluzzo Tano Festa Tono Zancanaro

Ugo Attardi Vittorio Tavernari Aldo Belvedere Angelo Pitrone Fabio Savagnone Ferdinando Scianna Gabriele Lentini Gi.nni B. M. Falcone Giovanni Pepi Giuseppe Di Salvo Giuseppe Leone Giuseppe Tornatore Manolo Laguillo Mario Schifano Melo Minnella Michele Longo Mimmo Pintacuda Nino Bellia Nino Giaramidaro Paolo Di Salvo Pino Settanni Renato Guttuso Salvatore Prestifilippo Sandro Scalia Sanford H. Roth


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PRIMOPIANO

Peppuccio Tornatore In tempi di crisi bisogna puntare sulla cultura na folla oceanica ha salutato la riapertura del museo Guttuso. Per l’occasione è intervenuto anche il premio oscar Peppuccio Tornatore, oltre ad esponenti del mondo culturale e politico. "Il museo sarà dinamico, che interagirà con il territorio, - ha sottolineato il sindaco Biagio Sciortino - passato, presente e futuro sono fusi per offrire cultura e servizio al territorio che cerca così il suo riscatto". La direttrice del museo Dora Favatella Lo Cascio, ha snocciolato i numeri del nuovo allestimento che può vantare un’esposizione completa di tutti i tre piani oltre a sezioni nuove di fotografia e carretto e il potenziamento delle sezioni di pittura, scultura e disegno. "Oggi -ha detto- il museo ospita non solo alcune delle più grandi opere del maestro Guttuso ma anche molte delle sue stesse donazioni, opere di artisti amici del pittore del Novecento, e dà spazio anche ai talenti locali in un continuum che attraverso un filo narrativo parte da un passato che scopre e si lega al futuro". Fabio Carapezza Guttuso ha sottolineato che "un filo di memoria lega l'opera di Renato Guttuso a quella di Giuseppe Tornatore". Dopo i saluti del vicepresidente del consiglio comunale Gaetano D’Agati, del soprintendente Adele Mormino, del rettore Roberto

U

La Galla, che ha comunicato la stipula di una convenzione fra il comune di Bagheria e l'Università, attraverso la quale con l'acquisto di un unico biglietto si potrà visitare il museo Guttuso e palazzo Steri dove è custodita la "Vucciria" di Guttuso. Dopo l’assessore alla cultura Sergio Martorana è stata la volta degli autori del libro “I ragazzi di via Sant’Angelo” (vi rimandiamo all’articolo di pagina 25) e subito dopo è intervenuto Peppuccio Tornatore. “C'è chi pensa che nei momenti di crisi - ha detto, - i primi tagli che si possono fare siano proprio quelli alla cultura, ma non è così - ha sostenuto il regista - la cultura aiuta ad uscire dalla crisi". Alludendo ai tempi del circolo "l'Incontro" ha ricordato come si facesse tanto con niente e senza supporto delle Istituzioni. "Oggi le Isti-

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tuzioni ci credono -ha continuato- , oggi le Amministrazioni vogliono puntare sulla cultura, vogliono tramandarla ai giovani e trasformarla in volano di sviluppo. Occorre che anche la città ci creda.“

Foto di Giuseppe Fricano

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ATTUALITÀ

Emergenza buche Il Comune predispone un piano di interventi L'assessore all'urbanistica Gino Di Stefano: "Abbiamo sbloccato un mutuo di 500 mila euro per i lavori” Le numerose buche che nelle ultime settimane hanno caratterizzato le strade bagheresi dovrebbero fare parte del passato. Il comune infatti ha predisposto un intervento per porre fine al problema. Sono davvero molte le buche in cui numerosi automobilisti si sono imbattuti nell’ultimo periodo. Sono state segnalate, anche alla nostra redazione, nelle vie Angiò, Città di Palermo, Trabia. Ma l’intero tessuto urbano è stato caratterizzato da buche e fossi di varie grandezze. Ad aggravare la situazione ci hanno pensato le piogge torrenziali che si sono abbattute nel periodo invernale a Bagheria e nei paesi limitrofi. Il comune, come detto, prevede alcuni interventi. Si è infatti sbloccato il mutuo

di 500 mila euro che era stato predisposto e saranno asfaltate, anche per intero, alcune strade. Previsto inoltre un finanziamento di 200 mila euro per i lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione. Il comune ha anche previsto un servizio di pronto intervento. “Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni -sottolinea Gino Di Stefano, assessore comunale ai lavori pubblici- per questo motivo abbiamo attivato un servizio, di pronto intervento, che possa risolvere queste emergenze. Il servizio sarà a cura del personale che si occupa della logistica a carico dell’Ente, nei lavori pubblici. In questo modo limitiamo le spese e non graviamo troppo sulle casse comunali. E’ nostra intenzione ripristinare i tombini e ovviamente riparare tutte le buche che si

sono create e tutte quelle che i cittadini ci segnaleranno. Aspettiamo il parere delle organizzazioni sindacali che però non è vincolante”. Martino Grasso

Ma al Comune in 4 anni presentate 180 richieste di risarcimento danni Sono 180 le richieste di risarcimento presentate da altrettanti cittadini al comune di Bagheria, dal 2006 ad oggi per una cifra approssimativa intorno a 200 mila euro. Nella maggior parte dei casi si tratta di incidenti stradali provocati da buche sull’asfalto. Spesso infatti gli automobilisti hanno danneggiato le loro auto perché finiti dentro le buche che si sono create nelle strade bagheresi. Qualche risarcimento si riferisce a danni provocati da cartelli stradali mal posizionati. Delle 180 richieste di risarcimento solo il 20% si tramuta in causa giudiziaria, il restante 80% sarà invece giudicato dalla "commissioni sinistri". La commissione dovrà valutare se esistono reali responsabilità da parte del comune e arrivare ad una transazione, prima che i cittadini decidano di rivolgersi al Tribunale. La commissione è composta dai dirigenti dei settori V e VIII e dal responsabile dell’ufficio legale.

Le richieste di risarcimento variano da 200 euro a qualche migliaio di euro. In pochissimi casi le richieste arrivano a cifre considerevoli. Va comunque ricordato che nel 2003 un giovane perse la vita mentre si trovava a bordo del suo motorino e gli avvocati chiesero un risarcimento di 2 milioni di euro. In quel

Numero richieste risarcimento 2006

47

2007

64

2008

58

2009*

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*da gennaio a marzo

caso, però, a pagare sarà l’assicurazione. Va anche sottolinea che la giurisprudenza è dalla parte del cittadino e che spesso le cause si concludono con la condanna del comune che è tenuto a tenere in ordine il tessuto urbano, comprese, ovviamente, le strade. Da qualche tempo a questa parte, però, le richieste di risarcimento sono in netto aumento, e questo perché in alcuni casi si tende a chiedere i danni per incidenti mai avvenuti. “Le condizioni delle strade bagheresi sappiamo come sono -dice l’avvocato del comune Angela Rizzo- la gente però a volte si inventa tutto. Noi abbiamo i mezzi per contrastare questo fenomeno e in alcuni casi, quando viene provato che i testimoni prodotti risultano falsi, si rischia il pagamento di spese salate e anche la condanna per falsa testimonianza”. M.G.


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ATTUALITÀ

Alcool giovanile Un problema da non sottovalutare Anche a Bagheria cresce l'abuso di alcool, soprattutto il sabato sera

di Domenico Barone

Si parla molto spesso delle malattie dannose che porta il fumo, come il cancro, l’invecchiamento della pelle, malattie respiratorie ecc., ma pochi oggi parlano dell’alcolismo giovanile, altro problema assai diffuso nella società moderna. Ma analizziamo la questione a Bagheria. Cercando di fare prevenzione rispetto all’argomento alcol e adolescenti, mi è capitato spesse volte (troppe) di raccogliere il parere di qualche genitore apparentemente sensibile al problema il quale si è premurato di affermare che in fondo meglio che i nostri figli incontrino l’alcool purchè non facciano esperienza con sostanze stupefacenti. Attenzione non banalizziamo la questione lanciando dei messaggi pericolosi ai nostri figli, già sono sufficientemente devastanti quelli fatti veicolare dai media quotidianamente. L’alcool ha tutti gli effetti negativi di una droga, soprattutto in un’età ad altissima vulnerabilità cerebrale qual è l’adolescenza. Anche a Bagheria purtroppo registriamo

l’aumento vertiginoso di consumo di alcolici nei giovani maschi e femmine . Una passione pericolosa e triste. Come è triste constatare che alcuni piccoli bar di periferia si mantengono in vita solo grazie alla vendita di bottiglie di birra il cui prezzo presenta un ricarico al pubblico di quasi il 100% sul prezzo iniziale. Ecco perché è diventato sempre più difficile trovare nella nostra città l’esercente disposto a rifiutarsi di servire birra ai minori di anni sedici. Sembra quasi una questione di sopravvivenza economica ma che comunque va chiaramente a discapito della sana e corretta crescita dei nostri figli. Dall’inizio dell’anno ad oggi, sono stati circa 35 i giovani Bagheresi segnalati agli Organi competenti per abuso di alcol ovvero per uso di droghe cosiddette leggere. Di contro nessun genitore tende a segnalare il proprio figlio ai servizi territoriali competenti rispetto al consumo spropositato di bevande alcoliche. Quindi ci troviamo nell’impossibilità di avere un dato certo che ci consenta un’analisi del problema ed un contestuale momento di confronto per trovare eventuali soluzioni. Vero è, comunque, che è tipico degli adolescenti assumersi alti livelli di rischio

specie nella ricerca di nuovi amici con cui condividere giochi nuovi ed eccitanti tra cui la passione della guida spericolata dei motocicli. Forse non tutti sanno che il 70 % dei giovani che vengono controllati dalle Forze dell’Ordine nel tratto della strada Statale 113 tra la Villa Rammacca ed il bivio di Torremuzza, intenti a gareggiare con le moto, specie il sabato pomeriggio, ha fatto uso di alcool. In quel tratto di strada purtroppo si sono registrati diversi incidenti stradali in cui sono rimasti feriti dei giovani motociclisti, alcuni dei quali Bagheresi, ma nessuno ha mai sottolineato che una delle cause principali è legata al consumo di bevande alcoliche. E’fondamentale quindi il ruolo dei genitori e degli educatori in genere, proprio in questa fascia d’età in cui oggi assistiamo ad un colpevole lassismo educativo se non ad un irritante giustificazionismo. Ecco perché non dobbiamo banalizzare le bevute del sabato sera con un auto rassicurante: e’ una ragazzata dell’età, poi passerà”, perché potrebbe non passare affatto, portando al traino una serie di progressivi problemi comportamentali a volte difficili se non impossibili da risolvere.

Ai giovani servono più informazioni Attirati da cattivi modelli di televisione e internet, si beve il primo bicchiere a 12 anni, poi la microdi Ivan Barone dipendenza viene portata avanti il sabato, quando si è fuori con gli amici, e, una volta entrati nel “tunnel” non se ne può davvero fare a meno. Si beve prima di entrare a scuola, nel pomeriggio di nascosto ai genitori ed è così che, sempre di più, si cade vittima dell’alcolismo. Oggi il problema dell’alcolismo giovanile, soprattutto a Bagheria, è un problema spezzettato e quindi poco evidente. Ma questo comunque non deve assolutamente portare alla sottovalutazione del caso da parte degli adulti e, in particolar modo dei genitori. Si comincia a bere molto presto e i motivi sono tra i più disparati. Se infatti qualche decennio fa il, per così dire, innocente bicchiere di vino tra i clienti affezionati delle bettole aveva quasi una funzione “ludica”, adesso per i giovani l’ubriacatura è diventata una vera e propria ricerca della felicità e dell’euforia, se non addirittura una sorta di via di fuga dalla noia o dalla solitudine e, nei casi peggiori, dalla depressione. Alla base del problema dell’alcolismo giovanile c’è principalmente la disinformazione

riguardo i rischi che si corrono consumando frequentemente ingenti quantità di alcool. Si può incorrere nel coma etilico, per non parlare poi delle alterazioni che l’alcool provoca sulle capacità fisiche e mentali dell’individuo, che possono provocare incidenti stradali e spesso anche spingere al tentativo di suicidio. Ma precisamente a Bagheria dove si consuma? Nella nostra città, l’attrattiva principale della maggior parte dei luoghi di aggregazione è proprio l’alcol e segnatamente la birra. Non è infatti difficile incontrare numerosi gruppi di adolescenti che riescono a conversare tra di loro solo se nelle mani hanno una bottiglia di birra da consumare in pochi minuti. Come è possibile che una città delle dimensioni di Bagheria non riesca ad offrire ai suoi giovai cittadini nessuna attrattiva migliore di una bottiglia di birra, vista tra l’altro erroneamente come rimedio alla monotonia? Sarebbe opportuno dunque che la questione del consumo di alcolici tra gli adolescenti passasse sotto la lente anche di chi è preposto al governo di città che, senz’alcun dubbio, non ha nessun interesse a sottovalutare il caso alcolismo ma che quanto meno si possa istituire una sorta di consulta giovanile che riesca a monitorare il problema mettendone in risalto i profili negativi della questione.


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Delibera 155, il Pd “no a nuove forme di precariato” In merito alle polemiche suscitate in relazione alla delibera numero 155,con la quale il comune ha approvato uno stage, gratuito, di 420 giovani, il partito democratico sottolinea che bisogna evitare forme di precariato nella pubblica amminsitrazione. “La grave crisi economica e sociale -si legge in una nota- impone un'assunzione di responsabilità per individuare misure che possono alleviare le difficoltà delle fasce sociali più deboli e più esposte. Cio' significa approntare misure straordinarie, anche temporanee, che permettano alle famiglie di arrivare alla fine del mese. A tal proposito il Pd bagherese lancia un appello a tutte le forze sane presenti nel nostro territorio (forze sociali, sindacali, imprenditori, commercianti, artigiani, comunità ecclesiali, associazioni), auspicando che la stessa amministrazione comunale appoggi tale iniziativa, per sedersi attorno a un tavolo affinché ognuno nella rispettiva autonomia dia il suo contributo alla stesura di un piano locale anticrisi contro la recessione." Il Pd sottolinea che vigilerà sugli effetti della delibera 155 affinchè non si trasformi da un semplice atto di indirizzo per uno stage formativo volontario senza alcun onere per il comune in falsa aspettativa di un posto di lavoro.”

ATTUALITÀ

Ritorna l'abusivismo Dall'inizio dell'anno sequestrate 9 costruzioni ltre tre strutture, completamente abusive, sono state sequestrate dagli agenti della polizia municipale. Si tratta di costruzioni realizzate in totale assenza di concessioni edilizie e dall’inizio dell’anno sono ben 9 i cantieri per i quali sono scattati i sigilli. Gli ultimi tre sequestri sono stati effettuati alla periferia della città: due contrada Cordova e uno nella frazione marinara di Aspra. Gli agenti del nucleo della polizia municipale del settore edile hanno sequestrato una costruzione di circa 50 metri quadrati che i proprietari avevano realizzato su un terreno di 1500 metri quadrati, adiacente ad una costruzione preesistente di 25 metri quadrati. Il secondo sequestro è mavvenuito per una struttura di circa 160 metri quadrati, ad una elevazione. La struttura era stata chiusa con una recinzione in rete metallica.

A

Assegnati beni confiscati di via Filippo Buttitta

Sono stati assegnati i tre beni confiscati alla mafia, da tempo di proprietà del comune di Bagheria, a tre associazioni a scopo benefico. I beni assegnati si trovano nello stesso stabile di via Filippo Buttitta, e sono stati sequestrati negli scorsi anni a Pietro Lo Iacono. Al bando avevano partecipato 6 associazioni. Nei giorni scorsi una commissione ha individuato le associazioni a cui sono stati assegnati. La commissione era presieduta dal segretario generale del comune, Antonella Marasca. Gli assegnatari sono il centro terapeutico della casa dei giovani che da anni si occupa del recupero di giovani tossicodipen-

denti, dell’associazione malati di Alzhaimer che finalmente avrà una sede propria e la cooperativa “lavoro e non solo” di Corleone. I beni assegnati saranno così utilizzati per laboratorio sociale per l'intrattenimento di soggetti appartenenti alle fasce deboli della popolazione, casa famiglia o una comunità alloggio per l'accoglienza di soggetti appartenenti alle fasce deboli e per laboratorio sociale per la produzione e diffusione dei "sapori e dei saperi" della legalità, con prodotti provenienti dai terreni confiscati alla mafia. Soddisfatto per l’assegnazione dei beni, l’assessore alla legalità del comune, Pietro Pagano. “Questa è la prima volta che i beni confiscati alla mafia –dice l’assessore- vengono assegnati secondo un bando. Nei prossimi giorni provvederemo a bandire l’assegnazione di altri beni confiscati alla mafia e che si trovano nel territorio comunale di Bagheria”. Nelle prossime settimane il comune provvederà a pubblicare i bandi per l’assegnazione degli altri 18 beni confiscati alla mafia e che ricadono nel territorio comunale.

Il terzo abuso è stato individuato ad Aspra., con una struttura di circa 50 metri quadrati, in cemento armato. “Dall’inizio dell’anno -sottolinea il comandante della polizia municipale Maurizio Parisi (nella foto)- abbiamo sequestrato 9 strutture senza licenza edilizia. La collettività dovrebbe sapere che ormai è impossibile costruire abusivamente e che bisogna chiedere l’autorizzazione".

Pubblimed si è aggiudicata la gara per trasmettere il consiglio comunale Sono 4 le emittenti televisive che hanno partecipato alla gara d’appalto per l’affidamento del servizio di riprese televisive. Il servizio prevede anche la trasmissioni delle sedute del Consiglio Comunale e trasmissione del notiziario comunale”. L’importo a base d’asta, per due anni, era di 73.600,00 euro. All’apertura delle buste la vincitrice è risultata Pubblimed con un ribasso del 31,9%, seguita da Cts con il 18%, TeleFicarazzi con l’11% e infine MediaOne con lo 0,1%. L'aggiudicazione del servizio dovrà essere valutato da una commissione per capire se la ditta aggiudicatrice hai requisiti tecnici previsti dal bando. E pare che ci siano già ricorsi al Tar. Secondo il capitolato bisogna “garantire la completa e chiara diffusione e percezione nel territorio comunale di Bagheria e la maggiore e chiara diffusione e percezione almeno nei comuni limitrofi. Per territorio comunale deve intendersi: l’area compresa tra l’autostrada ed il mare, Aspra e litorale da Ficarazzi a S.Elia, l’area a monte dell’autostrada e compresa tra il Comune di S. Flavia (zona Bellacera) e la zona Consona, Incorvino e Amalfitano)."


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BREVI A Roma, una scuola media è stata intitolata a Giuseppe Bagnera La scuola media che sorge nella via “Giuseppe Bagnera”, a Roma, è stata intitolata al matematico bagherese che all’inizio dello scorso secolo si trasferì nella capitale italiana. Il documento è stato emesso il 20 febbraio scorso ed è stato redatto a norma della legge 1988 del 1927 che regola la materia. L’intitolazione della scuola è stata

ovviamente approvata dal consiglio di istituto e dagli organi competenti. A Bagheria la scuola elementare dedicata al matematico morto nel 1927 a Roma, si trova in corso Butera. Da ricordare anche l’associazione culturale, dedicata sempre a Bagnera, che da anni è ospitata all’interno di villa Casaurro.

Appello di un gruppo di bagheresi per un una chiesa solidale e compassionevole L’appello è stato sottoscritto da circa 300 bagheresi che si sono rivolti alla comunità bagherese. “Molti fatti con i quali veniamo a contatto ci dicono che oggi la Chiesa tende progressivamente a isolarsi dal mondo contemporaneo -si legge nel documento-. Molti uomini e donne, specie giovani, avvertono, da parte loro, una radicale estraneità dalla Chiesa. Tra Chiesa e società sembra essersi determinata una drammatica frattura su questioni importanti come la libertà di coscienza, i diritti umani (fuori e dentro la Chiesa), il pluralismo religioso, la laicità della politica e dello Stato. La Chiesa appare ripiegata su se stessa, chiusa e incapace di dialogare con gli uomini e le donne del nostro tempo. Vogliamo che al centro della Chiesa venga messo il Vangelo e la sua radicalità. Solo così la Chiesa potrà essere vista e sperimentata come “esperta in umanità”. È tempo che, senza paura, nella Chiesa e nella città prendiamo la parola da cristiani adulti e responsabili, pronti a rendere conto della speranza cristiana.” Fra i firmatari Francesco Michele Stabile, Cosimo Scordato, Tommaso Impellitteri e Teresa Passarello.

L'Approfondimento torna on line Con il nuovo restyling, l'Approfondimento torna nuovamente anche in rete. Grazie al sito w w w. l a p p r o fondimentodibagheria.com, è possibile visualizzare il nuovo giornale in edicola con tutti gli articoli. La veste del sito è curata da Giuseppe Amenta e Massimo Di Salvo. Il giornale sarà interamente visibile e chi vuole può anche scaricarlo per intero. Il nuovo servizio è ovviamente destinato a chi vive fuori la Sicilia che non può avere il giornale in forma "cartaceo".

Via al concorso promosso dal Rotary e dalla Fidapa “Il Comprensorio di Bagheria: da un glorioso passato verso quale futuro?”, è il titolo del concorso d´idee riservato a studenti universitari e degli istituti superiori di Bagheria e giunto alla seconda edizione. L´iniziativa è promossa dalle sezioni locali di Rotary Club e Fidapa. Alla fine le migliori idee d’impresa ricevranno in palio 3 premi: da 500 euro per gli studenti degli istituti superiori e 1.500 euro per gli studenti universitari.

10 Biciclette per girare il centro storico Dieci biciclette per girare il centro storico, senza smog e all’aria aperta. L’iniziativa è dell’associazione "Itinera" in collaborazione con l’Urban Center. Le biciclette saranno a disposizione di chi le richiederà e si potranno trovare presso il centro di informazione di corso Umberto (ai Pilastri). L’iniziativa prenderà il via in occasione della Settimana della Cultura, prevista per il 19 aprile.

Come fare i cannoli? È nato un laboratorio di pasticceria Nella foto Giuseppina Perez, Maria Scordato, Angela Scordato, SuzzieTripoli, Lorenza Marino, Giovanni la Rosa con i collaboratori Giovanni e Camillo Misseri, Rosalia Pintacuda, Sabrina Carcione, Emila Machì, Gioacchino Rizzo, Antonella Venturta e Cira Giovenco

Un laboratorio per imparare a realizzare cassate, cannoli, pasta di mandorle e tutti i dolci siciliani. Il corso è stato allestito nei locali dell’Urban Center in via Aguglia e una quindicina di bagheresi, la maggior parte donne, lo stanno seguendo con estremo interesse, “L’idea è quella di insegnare loro -dice il pasticcere Giovanni La Rosa- tutti i dolci tipici della tradizione siciliana che si stanno perdendo come la sussa di miele ma anche la casata e le sfinge di san Giuseppe”. Entusiaste le corsiste: “vogliamo riscoprire la nostra tradizione - dicono - per la gioia dei nostri familiari”.


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SECONDOME di Michele Balistreri

Porto di Aspra Eterna Illusione? i sembra opportuno riprendere e sviluppare la riflessione compiuta da un gruppo di cittadini aspresi, che ci riporta alla vicenda della legittima aspirazione della piccola cittadina costiera di dotarsi di un porto che costituisca l’elemento forza su cui far leva per rilanciare e ripensare il ruolo, il destino e le prospettive economiche del piccolo borgo marinaro e dei suoi abitanti. Aspra, con 5.500 abitanti, che aumentano in maniera considerevole nel periodo estivo, riconosce nell’attività di lavorazione e trasformazione di prodotti ittici, l’asse portante della sua economia. Attività che genera un’occupazione diretta ed indiretta di circa 400 unità lavorative. Sopravvive, come attività legata al mare, una piccola pesca che costituisce,comunque, l’unica fonte di reddito per molte famiglie di pescatori. Sembrerebbe che Aspra debba imboccare un bivio tra una vocazione industriale legata alla fiorente attività di trasformazione ittica, con sbocchi e articolazioni commerciali in varie parti del mondo, e una vocazione turistica, legata alla sua storia, alla sua identità, alla bellezza delle sue coste ed alla sua naturale collocazione geografica. La realizzazione di un porto, sanerebbe questa dualità, facendo propendere per uno sviluppo chiaramente d’indirizzo turistico, concentrando in apposita zona artigianale,( da realizzare con i fondi della futura programmazione dei fondi europei, dal momento che è andato perso il finanziamento del Patto Territoriale) con i servizi annessi, le industrie già operanti nel settore ittico. Se si presentasse l’opportunità, già la realizzazione di un piccolo porto, sarebbe un’occasione da cogliere, per dar corpo e sostanza alle speranza ed alle aspettative disattese da decenni. Quando Baldassare Scaduto nel 1905 si rese protagonista dell’edificazione del corso, (che da lui prende il nome e comunemente riconosciuto come u’rittifilu) che unisce Bagheria alla sua frazione, le motivazioni economiche portavano Bagheria con 20.000 abitanti a ritenere il piccolissimo borgo di Aspra (che allora contava appena 1.000 residenti,

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una comunità, essenzialmente di pescatori, dediti ad una piccola e povera pesca), come il naturale sbocco a mare di un’economia già prospera. Nella possibile realizzazione di un porto s’intravedeva un occasione per agevolare l’esportazione della produzione degli agrumi e delle conserve alimentari, che già connotavano la vivacità e il dinamismo imprenditoriale della cittadina sorta intorno alle ville della nobiltà palermitana. In questa visione strategica s’intravedeva la predisposizione e l’ aspirazione ad un processo d’internazionalizzazione dell’economia, quasi a dare la misura dell’intraprendenza, della lungimiranza e dello spirito mercantilistico della borghesia imprenditoriale del tempo. Oggi, a distanza di un secolo, le cose sono sostanzialmente cambiate. Bagheria non ha più un’asse portante della sua economia, esauritisi i filoni aurei della produzione e commercializzazione dei prodotti agrumicoli, con il settore edile e connesso indotto, fortemente in crisi e penalizzato dalla eccessiva logica conservativa del territorio; laddove, tra l’altro, la politica fatica a guidare processi di governo del territorio virtuosi. Una Città che vive una fase difficile della sua pur breve storia e che avverte la necessità di reinventare ruoli, funzioni nel panorama del tessuto economico dell’area metropolitana palermitana e in ambiti più vasti provinciali e regionali. Aspra, di contro, data l’impossibilità di sviluppare una pesca redditizia, pagando lo scotto della mancanza del porto, ha prodotto, grazie alla laboriosità delle sue genti e come descritto sopra, una fiorente attività di trasformazione di prodotti ittici, con sbocci commerciali internazionali. Oggi, paradossalmente, Bagheria intravede nella realizzazione di una struttura portuale un’occasione di sviluppo, che la possa aiutare ad uscire da una crisi economica che appare strutturata. Il porto di Aspra costituisce uno dei pochi elementi infrastrutturali che potrebbe ridare ossigeno, rianimare, rivitalizzare energie e un tessuto imprenditoriale fiacco e demotivato.. Anche un piccolo approdo che possa consentire il ricovero delle barche può essere significativo, se si presentassero le condizioni

per il suo finanziamento. Magari accantonando l’idea di un porto maestoso. Realizzarlo, aiuterebbe Aspra a risolvere il vecchi dilemma sulla vocazionalità, dando una chiara impronta alla natura turistica dell’assetto urbanistico e delle strutture economiche. Si darebbe concreto sviluppo alle attività del pescaturismo e dell’ittiturismo. Il pescaturismo è un'attività integrativa alla pesca artigianale, che offre la possibilità agli operatori del settore di ospitare a bordo delle proprie imbarcazioni un certo numero di persone, diverse dall'equipaggio, per lo svolgimento di attività turistico-ricreative, nell’ottica di divulgazione della cultura del mare e della pesca. A bordo dei motopescherecci sono effettuate diverse attività che spaziano dall’escursione lungo le coste, all'osservazione delle attività di pesca professionale, alla ristorazione a bordo o a terra. Il pescaturismo , ben s’integrerebbe nella realtà dei pescatori di Aspra, può integrarne il reddito, attraverso un'attività che si concilia con la loro stessa identità storica e culturale. L’ittiturismo, invece, consiste in un'attività di ricezione ed ospitalità esercitata dai pescatori professionisti, attraverso l'utilizzo delle proprie abitazioni, adeguatamente ristrutturate o appositamente acquisite, e l'offerta di servizi di ristorazione e degustazione dei prodotti tipici delle marinerie locali. La buona prassi di quanto si è già realizzato con successo in altri borghi marinari, ci trasmette l’insegnamento che la loro ristrutturazione, attiva un’economia turistica sostenuta su ristoranti tipici dove si cucina il pesce appena pescato ed altre pietanze tipiche del luogo, su botteghe dove è possibile acquistare i prodotti locali preparati artigianalmente e su piccoli musei della pesca per imparare qualcosa in più sulle arti e le tradizioni di questo mondo. Attività già presenti ad Aspra, ma che riceverebbero un deciso impulso dall’indotto turistico attivato dalla realizzazione di un porticciolo o approdo turistico. Si intuisce chiaramente che la concretizzazione del vecchio sogno degli abitanti di Aspra, ne connoterebbe definitivamente l’identità, rimarcandone la vocazione turistica e prefigurando percorsi di un duraturo sviluppo economico nonché di benessere e prosperità per i residenti.


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ATTUALITÀ

Le sorprese di Villa Butera Il restuaro della prima villa costruita nel 1658 a Bagheria sta riportando alla luce scoperte di rara bellezza

un autentico scrigno che poco per volta sta restituendo dei tesori rimasti nascosti per molti anni. Troppi. Villa Butera, grazie al lavoro di restauro che da mesi va avanti, sta restituendo alla collettività sorprese architettoniche in continuazione. Il lavoro di restauro è coordinato dall’architetto Paolo mattina dell'ufficio tecnico del comune e si avvale della consulenza degli architetti Tatiana Zaso e Assia Alaimo. I lavori dovrebbero finire l’anno prossimo, ma sono molte le sorprese che sono già venute fuori, fra affreschi e persino passaggi segreti. E non è detto che altre sorprendenti scoperte possano essere fatte nei prossimi giorni. Innanzitutto va ricordato che la villa ha subito molteplici manomissioni nel corso degli anni. Ad un primo blocco costruito nel 1658, ne sono seguiti altri in epoche successive. Per quanto riguarda gli affreschi alle pareti, per troppo tempo si è pensato che l’unica stanza degna di attenzione fosse la galleria con gli affreschi della scuola de Borremans. Ma non è così. Altre stanze con delle pitture murarie, sorprendenti, stanno venendo fuori. Il tempo e l’incuria umana hanno tenuto nascosti questi tesori, alcuni sono andati perduti in maniera irrimediabile, altri, invece, si sono conservati sotto strati di pitture sovrapposte, chiamate "scialbature". I restauratori hanno innanzitutto riportato all’antico splendore la galleria, togliendo la

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patina di sporcizia che li aveva ricoperti. Sono venute fuori due stanze bellissime, le cui pareti erano ricoperte da spessi strati di pitture. Una stanza, chiamata “la stanza del tendone", ha alle pareti degli affreschi di colore blu che rievocano una tenda. Una delle scoperte più sorprendenti è la “stanza delle formelle”. Si trova al secondo piano e alle pareti, sono state trovate decine di formelle con richiami classici ma anche richiami massonici. Una stanza tutta da studiare e scoprire. I lavori hanno inoltre riportato alla luce la seconda torre che delimitava l’esterno del palazzo alla quale, nel 700, venne addossato il secondo blocco di palazzo. Al piano terra, invece, sono stati ritrovati numerosi passaggi segreti, riconoscibili perché sono stati ritrovati i tetti anneriti dal fumo delle torce. In un passaggio segreto è stata anche ritrovata una data che dovrebbe essere 10 giugno 1500, prima cioè di quando il principe Branciforti costruì la villa nel 1658, a dimostrazione del fatto che il principe acquistò una costruzione già esistente. Ma i numeri della data non sono facilmente leggibile e la data potrebbe anche essere 10 giugno 1778. In ogni caso un’altra scoperta molto interessante. Un’altra scoperta sorprendente è all’esterno della villa. Sono state infatti individuate le cavallerizze che erano ricoperte da cumuli di terra, dove il principe portava a riparo i cavalli. A terra sono leggibili gli spazi, delimitati

da grosse pietre lavorate a mano. L'ultima scoperta è una macina per la molitura delle olive che è stata scoperta sotto un pavimento. E' molto affascinante vedere da vicino tutte queste scoperte che villa Butera sta restituendo alla collettività di Bagheria e che per troppo tempo sono rimaste nascoste.

Il progetto di Villa Butera Villa Butera, secondo il progetto, diventerà un polo culturale, sociale, economico e istituzionale non soltanto della città ma dell’intero comprensorio. Nel corpo di fabbrica centrale a piano terra sarà realizzata una moderna biblioteca multimediale, inserita in un circuito internazionale per la consultazione di opere digitali, il piano nobile diventerà il luogo di rappresentanza istituzionale che potrà servire anche per lo svolgimento di eventi culturali di particolare rilievo quali conferenze, mostre e seminari. Il piano secondo ospiterà il centro di formazione e di accompagnamento alla imprenditorialità giovanile. Il cortile occidentale accoglierà la biblioteca tradizionale e negli spazi esterni si organizzeranno eventi culturali.


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La storia Costruita nel 1658 da don Giuseppe Branciforti, principe di Pietraperzia e di Leonforte, villa Butera rappresenta la prima costruzione realizzata nell’agro bagherese. Il Principe raccolse la famiglia e i dipendenti e si stabilì nella sua nuova dimora. Sul marmo lasciò impresso il suo sdegno e il suo rimpianto: “Al mio re nel servire qual’aspre e dure Fatiche non durai costante e forte? E sempre immerso in importanti cure. Delle stelle soffrii la varia sorte: Fra le campagne alfin, solinghe e scure, Sovente mia la propria morte, Mentre vedevo genitor per fato rio; Qui intanto piango e dico: O corte addio”. Villa Butera è stata interessata nel corso degli anni a numerose manomissioni di carattere strutturale. L’aggregarsi di nuovi corpi ha reso disarmonico l’intero palazzo. Il fronte Nord venne costruito nel 1769 da Salvatore Branciforti, che tracciò il corso Butera per mettersi in comunicazione con la strada Consolare e tagliando di fatto altre proprietà come quella del principe Galletti. Il Principe fondatore, nel recinto del castello fece costruire una chiesetta, che fu parrocchia succursale di Palermo dal 1708 al 1771. Successivamente con l’aumento della popolazione di Bagheria venne costruita la Chiesa Madre, votata al culto di San Giuseppe, ora patrono della città, dal nome di battesimo del Principe. Il Principe in questa dimora invocava la morte e la pace, come aveva espressamente scritto in una lapide in marmo ancora esistente sul frontone rivolto ad oriente: “Ya la speranza es perdida, Y un solo tien me consuela, che el tempo que passa, y buela, Lleverà presto la vita”. In asse con il balcone centrale, è stato collocato un inusuale orologio, quasi a volere affermare la centralità del palazzo rispetto al nuovo nucleo urbano che si sviluppa attorno alla fabbrica, lungo il corso Butera. Nell’aprile del 1714 Vittorio Amedeo II; Re di Sicilia, dopo essere stato a Palermo, fece una sosta al palazzo, ospite del principe Nicola Placido Branciforti. L’episodio è ricordato da una lapide in marmo tuttora esistente. Padre Francesco Castronovo nel 1863 vi stabilì il convitto Manzoni, prima scuola della cittadina, mentre la principessa Sofia Galeotti Lanza, nel 1885, istituì una casa di educazione e di lavoro.

Dall'alto in basso, la galleria dopo il nuovo restauro, la stanza delle formelle, la stanza del tendone, e la macina


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RUBRICA

È successo nei giorni scorsi 11 febbraio I comuni di Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Ficarazzi e Santa Flavia decidono di combattere unitariamente il fenomeno della diffusione della droga fra i giovani. Le cinque amministrazioni comunali approvano un protocollo di intesa durante una riunione alla quale hanno preso parte i cinque assessori alle attività sociali. La presa di posizione arriva a pochi giorni dall’operazione in cui sono stati arrestati 6 spacciatori a Bagheria individuati una quarantina di assuntori e dopo un paio di mesi da una simile operazione messa a segno a Casteldaccia con sessanta giovani segnalati.

13 febbraio Via libera ai lavori di adeguamento per il depuratore comunale che sorge nella frazione marinara di Aspra. Il comune pubblica il bando per i lavori necessari all’adeguamento dell’impianto. L’importo complessivo dell’appalto a base d’asta è di 6.120.116,19 euro, mentre la ditta che si aggiudicherà le opere avrà un termine di esecuzione di 8 mesi a decorrere dalla data di consegna dei lavori. I lavori prevedono anche la cappottatura dell’impianto in modo tale da evitare la fuoriuscita di cattivi odori che negli ultimi anni si sono sprigionati, provocando molti problemi ai residenti della frazione. 17 febbraio Un incendio di natura dolosa si sprigiona in un locale di pertinenza della stazione ferroviaria che lambisce la via consolare. Pochi i danni provocati: un armadietto e una poltrona sono stati danneggiati dalle fiamme e anche le pareti sono rimaste annerite dal fumo. Resta comunque l’episodio che appare in-

quietante. Da una finestra del locale attiguo alla stazione e utilizzato come foresteria, si sprigionano delle nuvole di fumo. Sul posto intervengono i vigili del fuoco.

18 febbraio Il consiglio comunale approva una mozione con cui si avvia la pedonalizzazione sperimentale del corso Umberto, chiuso da mesi per i lavori di riqualificazione. La mozione è presentata dai consiglieri comunali Enzo Gulli, Antonio Prestigiacomo, Antonio Scaduto e Ciro Viscuso. Il documento è approvato con 16 voti a favore, 6 contrari, e 1 astenuto. La mozione pone 9 condizioni alle quali l’amministrazione dovrà attenersi. Innanzitutto occorre valutare l’ipotesi di conferire un incarico per la revisione del piano generale urbano del traffico, dare attuazione, in via sperimentale, del piano di viabilità predisposto dal comandante del vigili urbani che prevede la pedonalizzazione del corso Umberto.

19 febbraio I dipendenti del Coinres tornano ad incrociare le braccia e le strade di alcuni paesi serviti dal consorzio per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani tornano a riempirsi di spazzatura. Il servizio subisce notevoli rallentamenti nei comuni di Bagheria, Altavilla Milicia, Casteldaccia, Ficarazzi, Santa Flavia, Villabate e

Mislmeri. Alla base dell’ennesima protesta c’è il mancato pagamento delle spettanze. Gli operai garantiscono il servizio nei luoghi sensibili come scuole, distretti sanitari. Il servizio riprende dopo 4 giorni di sciopero. 4 marzo Chiude l’ufficio antiracket e antiusura di via Mattarella. Il comune, a seguito dell’impossibilità di prorogare il servizio per mancanza di fondi necessari, decide di sottoscrivere un protocollo d’intesa con il consorzio Metropoli Est, che ha uno sportello tuttora funzionante, con l’obiettivo comune della lotta contro il racket, contro l'usura e contro la mafia. “L’idea -dice l’assessore alla legalità Gianluca Rizzo- è promuovere e organizzare le iniziative necessarie per assicurare la tutela e l'assistenza alle vittime della mafia, del racket e della usura, prestare consulenza e solidarietà alle vittime della mafia, del racket e dell’usura, mettere in atto attività di prevenzione delle attività mafiose".

12 marzo Si dimette dall’incarico di coordinatore cittadino, del partito democratico, Vittoria Casa e al suo posto viene eletto nuovo segretario Francesco Speciale, di 49 anni. La professoressa Casa, dirigente scolastica della scuola elementare Cirincione, ha motivato la sua decisione con una lunga lettera. ”Quando due anni e mezzo fa-scrive Vittoria Casa- decisi di partecipare più attivamente alla vita politica della mia città lo feci, perché pensavo e penso tuttora, che anche in politica vi è un momento in cui bisogna saper fare la propria parte. Ho fatto una scelta di campo quando ho creduto nel progetto del Partito Democratico lanciato da Walter Veltroni.”


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ATTUALITÀ di Domenico Varisco

Corso Umberto chiuso piace ai commercianti? Sì, anzi no Diverse le opinioni dei negozianti del corso principale dopo la chiusura. Penalizzati i venditori al dettaglio di generi alimentari. a pedonalizzazione del Corso Umberto I a Bagheria ha scatenato fin dall'inizio reazioni contrastanti fra i cittadini. Fra vantaggi e svantaggi la città ha vissuto e continua a vivere questi mesi di "trasformazione" della via principale della città con curiosità. Diverso il discorso per quanto riguarda un gruppo di commercianti della zona che hanno avuto fin da subito le idee chiare a tal proposito. Girando per i locali delle varie attività è subito apparso chiaro che ci sono due gruppi di pensiero molto diversi. C'è chi è favorevole alla chiusura totale alle macchine come alcuni commercianti di abbigliamento che, anzi, sono convinti che la pedonalizzazione del corso andava fatta prima. “I vantaggi -ci ha detto uno dei responsabili di "Emporio Uomo” possono solo aumentare se la cittadinanza riuscirà ad utilizzarlo organizzando varie manifestazioni.”

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Altri commercianti di abbigliamento ci fanno sapere di non avere registrato nessun calo di vendite inerenti la chiusura al traffico; semmai il problema è la crisi economica mondiale che, chiaramente, si sente anche a Bagheria. Anche la categoria dei gioiellieri sembra vedere di buon occhio l'attuale situazione come confermano i responsabili della una gioielleria Scaduto: “pedonalizzare il corso Umberto -dicono- è stata un'ottima idea. A Bagheria mancava una zona dove potersi fare una camminata senza avere auto e smog intorno.” Decisamente diversa è l'idea dei commercianti "al dettaglio" o di alimentari. Per Pippo Bonura, edicolante, non è l'idea di pedonalizzare la zona che non va bensì “la "nuova" versione che l'attuale amministrazione ha attuato. All’inizio ero favorevole al progetto iniziale che prevedeva la realizzazione di ampi parcheggi nelle zone limitrofe, il passaggio autorizzato di alcuni mezzi (come gli autobus) e dei parcheggi a lisca di pesce proprio al corso. Ci sono commercianti che hanno perso anche

20.000-25.000 euro negli ultimi dodici mesi per i cali di vendita che hanno registrato per colpa della chiusura al traffico”. Ci sono inoltre una cinquantina di commercianti che insoddisfatti dalle scelte prese dall'amministrazione hanno fatto ricorso al Tar, contro la chiusura. Per i gestori della tabaccheria Salerno la difficoltà per i clienti che non risiedono nelle vicinanze di accedere per via della chiusura ha arrecato danni ingenti alla loro attività. Problemi anche per alcune macellerie che confermano cali nelle vendite. “Abbiamo subito cali del 50 % di vendite” ci confermano i titolari della macelleria Casa. Per i venditori di polli, infine, i problemi sono anche legati al trasporto di merci nei locali adiacenti il corso. In ultima analisi, la chiusura al traffico di Corso Umberto, sembra tutt’altro che conclusa e non è difficile pensare che il comune possa pensare a dei correttivi.


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S SCUOLA

Il presidente della Camera a Bagheria "La mafia è una dittatura e può togliere la vita" l presidente della Camera Gianfranco Fini, è stato ospite all'ultimo incontro dei seminari organizzati dal Parlamento della Legalità, presieduto da Nicolò Mannino, con la collaborazione del Comune di Bagheria. All'incontro erano presenti oltre a tanti studenti varie autorità cittadine e regionali. Davanti ad una platea composta da tanti studenti, tutti quelli che hanno affollato i precedenti seminari ma anche, "questa volta -sottolinea Mannino, composta pure da tanti politici, il presidente della Camera tiene a sottolineare che- quando si parla di mafia si corre il rischio di cadere nella retorica". Fini afferma con decisione che "la mafia è una dittatura e come tutte le dittature può togliere la vita, toglie la libertà, cancellare la dignità". I popoli quando cadono sotto una dittatura si ribellano, è questo che occorre fare nei confronti della mafia. Occorre avere sempre la

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coscienza di volersi liberare da questa dittatura". "Ma cosa possono fare i ragazzi?" - si domanda il leader politico. "Certo non prendere le armi, le armi contro la mafia sono quelle della legalità, della legge, il dovere di ricordare i martiri". A questo punto Fini sottolinea l'impegno di tutti i servitori dello Stato, di coloro i quali servono legalità e Patria, evidenziando anche il "lavoro di quanti, uomini e donne, anonimi, sono impegnati ogni giorno contro la mafia". Citando John F. Kennedy che disse "non chiedeteci cosa l'America può fare per voi ma cosa voi potete fare per l'America", Fini lancia una sfida che può essere raccolta da tutti: non chiedetevi cosa può fare lo Stato per voi, ma quello che voi potete fare per lo Stato, perché lo Stato siamo noi, lo Stato è la Repubblica, è la comunità". Uno dei passaggi pi condivisibili del discorso di Fini evidenzia un certo modo di agire della mafia e del suo insinuarsi nel tessuto non sempre corrotto: la mafia qualche volta è accondiscendenza" - dice Fini - "è l'ossequio nei confronti dei potenti, è la presunzione di poter far qualcosa in ragione non di un diritto ma di

un privilegio". E rivolgendosi direttamente ai giovani aggiunge: "voi siete coloro che costruirete la Sicilia di domani, quelli che potete tagliare questa mentalità che ritiene che occorra rivolgersi per forza al potente per andare avanti". "Non votate mai per chi vi dice 'dammi il voto e poi il posto di lavoro te lo trovo io'. Quello e' un comportamento che ha la mentalità che poi porta il boss o il capo mandamento a dire 'ci pensiamo noi'", così la mafia si sostituisce allo Stato. E' indispensabile dunque la rivoluzione delle coscienze. "A questo punto entra in gioco la politica che deve garantire assoluta trasparenza e la forza dell'esempio e del comportamento, e anche qui c'è tanto da fare" -non nega il presidente della Camera. Per favorire la rivoluzione e la libertà delle coscienze, lo Stato non deve essere il participio presente del verbo essere ma deve garantire le pari opportunità per tutti - sottolinea Fini, l'uguaglianza deve essere garantita in partenza, tutti devono partire dallo stesso livello, poi verranno premiati coloro che si impegnano, questo è il compito delle Istituzioni".

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ATTUALITÀ

Grande successo anche a Bagheria per il socialnetwork più famoso al mondo

di Marina Mancini

’è chi lo ama e chi lo ignora, chi ha centinaia di amici virtuali e chi è iscritto a mille gruppi, chi mette tutto in piazza e chi si preoccupa delle privacy. Stiamo parlando di facebook, il più noto social network, fenomeno scoppiato in Italia nella primavera del 2008 e che ha coinvolto centinaia di bagheresi. Sul finire dell’estate gli utenti italiani erano circa 500 mila, ad oggi hanno raggiunto quota sei milioni e mezzo (dato fornito dal Garante delle Comunicazioni). E Bagheria come ha risposto al fenomeno Facebook? I Bagheresi ne sembrano innamorati, visto che diverse sono le sfaccettature della nostra città rappresentate nel noto network. Non si conta il numero degli iscritti a FB oriundi di Bagheria ma abbiamo potuto fare un giro nei vari gruppi che sono stati creati su facebook e che hanno nel titolo la parola Bagheria o Bagherese. Il nostro giro virtuale non sarà di certo stato esaustivo; e se i Bagheresi sono ovunque non poteva essere da meno il web. Dal serio al faceto, dall’utile al dilettevole sul social network c’è proprio di tutto. E non poteva mancare anche l’amministrazione comuna-

C

le che, sulla scia di altre realtà istituzionali, ha aperto due gruppi. Per essere più vicina ai cittadini, per favorire i processi di partecipazione l’assessore alla comunicazione, Gianluca Rizzo, ha predisposto l’apertura dei gruppi “Comune di Bagheria” e "AttiviAmo Bagheria”. Il gruppo del Comune conta, alla data in cui scriviamo, 632 iscritti, è il gruppo più numeroso tra quelli visitati, immediatamente seguito dal gruppo “Bagheria… un bel paese!” che ne conta 563. E restando in tema di Istituzioni: anche gli istituti scolastici hanno scelto di esserci; spesso per iniziativa degli studenti, meno frequentemente per volontà dei docenti; si va dall’IRA, l’istituto Regionale d'Arte, all’Ipsia, dall’ITC alla scuola media statale Carducci, dal liceo classico Scaduto allo Scientifico, e così via. C’è anche la scuola elementare Casa del fanciullo. Il mondo studentesco la fa da padrone perché è presente su Facebook anche con gruppi composti da intere classi, i cosiddetti ex-allievi, e chi si incontra virtualmente dopo 10 o 20 anni. Ci sono gli sportivi: amanti del calcio, della pallacanestro e dell’atletica, ed ecco fiorire gruppi come quello dell’Inter club Bagheria, lo Sporting Bagheria, Juventus virtual club Bagheria, il Tiro a Segno, la Mitica Giovanile Calcio Bagheria 1991, Quelli che....la pallacanestro di Bagheria. Non manca l’impegno sociale, politico e religioso nel network: dagli “Scout” agli “Ex scout Bagheria 2”, al il “Rotaract”. Tra i gruppi politi-

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Inguaggiato s.n.c. dir. Tommaso Di Salvo

ci: il “PD di Bagheria“ , il “Movimento giovanile UDC Bagheria” e Azione Giovani Bagheria. La religione è rappresentata dal “Gruppo Speranza Bagheria”, i “Giovani cristiani di Bagheria”, il “MEG” ed il “complesso parrocchiale San Pietro Apostolo”. Critici i fondatori di “Bagheria street”, c’è da chiedersi poi quanto sia ironica la descrizione del gruppo, che ha oltre 560 membri, “Bagheria… un bel paese!!!” . Innamorati della loro città i membri di “Viva Bagheria”, che non la cambierebbero con nulla al mondo. “Amo e odio Bagheria perché” è il gruppo in cui si dà sfogo ai sentimenti “sulla città che ha regalato grande orgoglio e tristezza e delusione”. Vuol fornire qualche consiglio il gruppo “Consigli per Bagheria”, c’è chi poi ha proposto di sciogliere il Consiglio comunale e chi afferma che “sei di Bagheria se sei nel gruppo”. Immancabili i gruppi sulla questione pedonalizzazione di corso Umberto. Su facebook ci sono i nostalgici del gruppo “quelli che al pomeriggio si vedevano alla Caravella” e quelli che oggi si siedono su “Le panchine di Don Gino”, “quelli che marinavano la scuola e andavano da Sale e Pepe” e “quelli che sabato tutti a mangiare al Moffoletto”. E tra negozi virtuali, agenzie turistiche, radio e giornalismo locale, (immancabile anche L’Approfondimento) c’è anche chi grida “Vogliamo la neve a Bagheria”. Superata la fase iniziale di entusiasmo anche Facebook sarà destinato a tramontare pronti tutti ad aderire alla prossima moda on line.

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SCUOLA

L'istituto d'arte ha riprodotto 5 statue della Certosa Cinque statue dell’antico museo delle cere della Certosa sono tornate a vivere. Lo hanno fatto grazie agli studenti dell’istituto d’arte che hanno realizzato le statue, il cui volto in cera è stato ricostruito grazie alle fotografie del tempo. Le statue riprodotte sono quello di Adelaide e Comincio, i due innamorati la cui storia colpì molti viaggiatori che vennero a Bagheria, quella di un frate intento a suonare la campana, il re Ferdinando e il principe Giuseppe Branciforti. Un altro gruppo di studenti ha realizzato un plastico della Certosa e altri ragazzi hanno ricostruito l’antica fontana del Marabitti che sorgeva al centro del parco e alcuni dipinti. Un altro gruppo ha indossato gli abiti d’epoca per ricreare l’atmosfera del 700 (nella foto a destra). Il progetto si è inserito nell’ambito della giornata del Fai ed è stato coordinato dagli insegnanti Vincenzo Minutella, Lia Albanese e Amodeo. Hanno collaborato al progetto anche il ceroplasta Pietro Piraino e il giornalista Martino Grasso.

Al liceo scientifico anche lezione in video Uno studente del liceo scientifico “D’Alessandro” da alcune settimane segue le lezioni direttamente da casa sua e partecipa alle lezioni attraverso un computer e grazie a due telecamere può vedere sia la classe che l’insegnante che tiene la lezione. Il giovane, Giovanni De Lisi, ha subito un incidente stradale il 15 novembre scorso e a seguito di alcune complicazioni non può utilizzare le gambe. A questo punto si è deciso di trovare una soluzione che potesse permettere al giovane di non perdere più giorni di scuola, attraverso un sistema innovativo per Bagheria. La scuola ha acquistato l’attrezzatura per circa 3.500 euro, composta da alcuni ponti radio collegati con un ricevitore a Monte Grifone e Altavilla Milicia e alcune telecamere che consentono di collegare direttamente la scuola all’abitazione del ragazzo a Mongerbino. Il giovane segue anche delle lezioni direttamente a casa grazie agli insegnanti che lo vanno a trovare. Giovanni De Lisi partecipa direttamente alla

vita della classe comunicando attraverso un monitor e un microfono, così come fanno sia gli insegnanti che gli alunni. “Sono contento di questa soluzione –dice Giovanni da casa sua- in questo modo posso seguire le lezioni. Spero quanto prima di andare direttamente a scuola”. Soddisfatto per l’esito favorevole dell’espe-

rimento anche il preside Gaetano Pagano: “Questo rappresenta un segnale molto importante di come la scuola possa dare risposte concrete al diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione. E’ anche significativo che questo avviene in una città del profondo sud che spesso è additato per altre vicende poco piacevoli”.


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SCUOLA

La vedova della guardia carceraria Giuseppe Montalto incontra gli studenti Durante il progetto “in partenza per Napoli” basato sulla legalità con alcuni alunni di molte classi fra cui la nostra, abbiamo adottato una vittima della mafia Giuseppe Montalto, una guardia carceraria ucciso nel 1995, perché aveva deciso di non portare un bigliettino che la sorella di un mafioso gli aveva consegnato. Ci siamo posti una domanda: che cos’è la mafia? Per noi la mafia è costituita da persone che hanno molta paura e uccidono persone innocenti persino bambini e uccidendo non risolvono nulla, hanno il cuore di pietra e non hanno sentimenti, persone che non sanno godersi la vita. Durante un incontro del progetto è venuta la signora Liliana Riccobene, vedova di Giuseppe Montalto, uomo molto buono. Giuseppe è stato ucciso il 23 dicembre 1995 a Trapani sotto gli occhi della moglie che era in attesa di un’altra bimba e della figlia di dieci mesi. Lui, uomo coraggioso, ha protetto le persone che più amava con il suo corpo, era contro la violenza e di questi ne siamo certi. Tramite le parole della moglie durante l’incontro tenutosi nella nostra scuola abbiamo conosciuto Giuseppe. Lei ci ha infatti narrato che Giuseppe non teneva mai la pistola neanche durante il servizio che svolgeva al carcere dell’Ucciardone a Palermo, come

Sopra, la scolaresca che ha incontrato la signora Montalto. A sinistra, il marito Giuseppe Montalto

guardia penitenziaria, nel settore dei detenuti del 41 bis (il carcere duro riservato ai mafiosi), perché pensava che avendola avrebbe potuto far male a qualcuno e per questo motivo aveva deciso di non tenerla, come quella notte in cui fu ucciso. Molte domande sono state rivolte alla vedova Liliana, e dalle sue risposte abbiamo capito che Giuseppe non ha avuto paura, Giuseppe ha avuto il privilegio di essere coraggioso davanti alle richieste di un mafioso che ten-

La 3 aE della scuola elementare Cirincione promuove la cultura dell'ambiente attraverso il fumetto Un albero bello e rigoglioso che piano piano muore dopo che l’uomo lo ha costellato di rifiuti d’ogni genere. E’ il testo di un fumetto realizzato per sensibilizzare gli adulti al rispetto dell’ambiente.. A proporlo sono stati i bambini della 3 E della scuola elementare Cirincione. I bambini,i, guidati dalle maestre Daniela Averna e Rosanna Balistreri, hanno prodotto dei fumettiti molto semplici nel disegno ma ricchi di significato. Gli elaborati partecipano ad un concorso sulla tutela ambientale. “I bambini - dice la maestra Rosanna Balistreri - si sono sentiti fortemente sensibilizzati ati al rispetto della natura e alla promozione della raccolta differenziata.” Un modo certatamente intelligente per fare capire agli adulti, attraverso i bambini, che il rispetto della ella natura è un messaggio fondamentale anche per il nostro futuro. A destra, una parte del fumetto realizzato da Aurelia Paternostro

tava di ingannarlo per mandare informazioni attraverso i “pizzini” ad un altro mafioso. La libertà ha caratterizzato secondo noi la vita di Giuseppe. Egli ha scelto la libertà dicendo ciò che pensava, non ha voluto essere schiavo di nessuno. Lui voleva solo essere padre, marito e uomo libero. Violetta Vaccaro e Aurora Tomasello 5 A scuola elemen-


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L’INTERVISTA di Martino Grasso

Dietro il successo di Sanremo c'è un uomo venuto da Aspra Intervista a Pippo Balistreri, da anni direttore del palco di Sanremo e altri eventi orse non tutti sanno che il direttore del palcoscenico del festival di Sanremo, da circa 25 anni, è un nostro concittadino. Si chiama Pippo Balistreri e negli anni 70 e 80 è stato uno dei disc jokey più famosi d’Italia. Vive ad Aspra, dove si rifugia quando non lavora. Ama il mare e la gente di Aspra. Quando hai iniziato questa attività? “C’è stato un concorso, nel 1978 a Parma, fra 1200 dj in Italia. Ho vinto il disco d’oro e in quell’occasione c’erano Renzo Arbore e Gianni Naso e mi hanno chiesto di fare parte del loro gruppo. Ho incominciato con un lavoro a Selinunte e da lì siamo andati avanti.” Come si diventa direttore di scena di Sanremo? “Nel 1981, il patron del festival Gianni Ravera volle parlarmi, all’epoca ero uno dei pochi nel settore a parlare in inglese. Venivo dall’America e conoscevo alcuni gruppi che altri non conoscevano. Ravera mi chiese chi portare e proposi i Dire Straits e da lì è

F

nato tutto. Sono rimasto nell’organizzazione di Sanremo e portai anche gruppi come Van Halen e Dary Holl e Jhon Hotes. Io facevo da tramite. Poi capiì come si svolgeva l’attività sul palcoscenico. Dopo 2 anni il direttore di palco, Luigi Mocchi, morì e così presi il suo posto. Era il 1983. Ho sempre fatto il direttore di palco tranne in tre anni.“ Cosa fa un direttore di palco? “Fa tante cose. Gestisce le prove, si occupa l’orchestra.” Quante persone dirigi? “Una quindicina di persone che si muovono sul palcoscenico e ognuno ha un ruolo specifico. Noi gestiamo quello che succede sul palcoscenico, compresa tutta la parte tecnica. Ci sono tecnici bravissimi, spesso parlano di me, ma ci sono persone molto in gamba che però non vengono citate.” Paolo Bonolis quest’anno ha detto, davanti a 15

Pippo Balistreri “Sono stato nominato consulente a Bagheria. Ho presentato un progetto che non si è fatto. L’idea era quella di coinvolgere tutti i paesi del Mediterraneo che sarebbero venuti a Bagheria e ad Aspra”

milioni di spettatori, che sei il direttore di scena più bravo. Un complimento bellissimo. “A me ha fatto piacere ma mi dispiace per chi non viene citato. La mia bravura è anche merito di questo gruppo. Io magari prendo le decisioni all’ultimo secondo, ma dietro ci sono altri. Io ho anche il compito di gestire i gruppi stranieri, come quest’anno con Annie Lennox che mi ha chiesto degli strumenti e delle situazioni particolari.” Perché quest’anno Sanremo è andato così bene? “C’era un direttore artistico fortissimo, Bonolis, e poi hanno forzato la mano mettendo tante persone di primo piano. Non c’erano tempi morti. Giovedì, per esempio, si sono svolti i duetti ed è stato un lavoro pazzesco.”


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Ha vinto chi meritava? “Il voto è sempre difficile, forse mai veritiero. Il televoto secondo me non è la risposta dell’Italia ma del ragazzino che manda l’sms decretando la vittoria di cantanti come Marco Carta.” Quali sono state le tue canzoni preferite? “Io ho apprezzato molto Kalima che ha cantato con Burt Bacharach.” Fra i big chi hai apprezzato? “La canzone più bella, dal punto di vista strutturale, era quella di Al Bano anche se io amo altra musica, come il funky e il jazz. Ma quella canzone aveva un buon arrangiamento ed era ben costruita.” La persona più simpatica di quest’anno? “Due: Bonolis e Luca Laurenti. Sono uno spasso, sono come li vedete anche nella vita.” Il più antipatico? “I discografici che spesso chiedono cose incredibili. Vogliono provare per più tempo, creando problemi agli altri cantanti”. Dopo che lavori torni ad Aspra, non hai mai pensato di trasferiti al Nord? “Ad Aspra c’è la mia famiglia. Qui mi rilasso. Questo lavoro è molto stressante, quando vengo ad Aspra mi rilasso. Parlo con i pescatori, i miei amici e sto bene.” Cosa rispondi ai tuoi concittadini quando ti chiedono un favore, una fotografia, un lavoro o qualcosa del genere? “Quello che posso fare lo faccio. Gli autografi

li porto. Quando mi chiedono di cantare, dico a tutti di lasciare perdere. Ci sono troppi cantanti in giro.” Che pensi del momento storico che sta attraversando Bagheria? “Il gruppo che gestisce il comune, se ha la possibilità di lavorare, può tirare fuori qualcosa di buono. Non va dimenticato che la cosa più importante sono i soldi e quindi non è facile. Abbiamo però vissuto in passato dei periodi di totale assenza.” Il film di Tornatore su Bagheria può essere d’aiuto per rilanciare l’immagine della città? “Può essere una buona occasione. Se si organizza la “prima” a Bagheria può essere un’occasione straordinaria.” In passato sei stato consulente del comune, poi che è successo? “Sono stato nominato consulente. Ho presentato un

progetto che non si è fatto. L’idea era quella di coinvolgere tutti i paesi del Mediterraneo che sarebbero venuti a Bagheria e ad Aspra per presentare i loro usi e costumi, per una settimana. Ci sarebbe stato uno scambio di idee anche dal punto di vista pratico.” Si potrebbe riproporre questo progetto? “Penso di si. Dobbiamo convivere con i paesi del Mediterraneo. Credo che uno scambio interculturale sia necessario”.

Sopra, a sinistra Balistreri con il cantante Zucchero; a destra la vittoria del "Disco d'Oro". Accanto, Balistreri fotografato con l'attore Bruce Willis


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Monte Catalfano Una sensibilità naturalistica europea da costruire

di Giovanni Battista Puleo

n questi giorni se provate a fare una passeggiata a monte Catalfano, giunti presso Portella Vignazza, non si può fare a meno dall’essere presi dall’entusiasmo, dall’allegria, dalla serena vitalità di quanti frequentano l’area attrezzata di “chianu ri mastru Aspanu”. Ovunque un gridare felice di bambini che giocano, di genitori contenti intenti a controllare ed a stimolare i giochi dei propri pargoli. Se poi si sale verso la casa forestale di Cozzo San Pietro ci si imbatte in signore e signori, più o meno giovani, che fanno jogging o percorrono a piedi qualche stradella o sentiero del Monte sostando ogni tanto nei punti panoramici per godere della bellezza dei luoghi e in tutti i loro visi leggi la soddisfazione, la sorpresa e l’ orgoglio per cotanta bellezza. E’ normale che sia così considerata l’atavica mancanza di spazi verdi per attività ricreative di cui ha sofferto la città e la cronica frustrazione di genitori che da decenni sono in cerca di parchi gioco dove poter passare qualche ora di serena vita familiare con i propri figli. I cittadini bagheresi hanno accolto subito con gran favore la realizzazione dell’area attrezzata perché questa andava incontro ad una esigenza che in una città popolosa come Bagheria è assolutamente necessaria. La cosa non può non far piacere a chi, come me, con la LIPU, si è impegnato per anni, dagli inizi degli anni 90, nella promozione del sito presso le istituzioni e soprattutto presso il mondo della scuola mediante corsi di formazione professionale e progetti di educazione ambientale per studenti ed insegnanti. Anni in cui ci si è impegnati a far “vivere” il

I

patrimonio naturalistico dell’area realizzando percorsi educativi tali da sviluppare nella cittadinanza il senso di appartenenza, rispetto ed adozione dei luoghi al fine di garantire la protezione, la conservazione e la corretta gestione di un così ricco e fragile patrimonio. L’area di Monte Catalfano e Capo Zafferano accoglie infatti oltre a particolar i endemismi, importantissime emergenze botaniche e faunistiche molte delle quali sono inserite nelle Direttive Habitat ed Uccelli della Comunità Europea: è questo il motivo per cui l’area è stata elevata a S.I.C e per cui il sito entra a far parte della rete di Natura 2000 al fine di conservarne la biodiversità. La filosofia di Rete Natura 2000 prevede l’integrazione della tutela degli habitat e delle specie vegetali ed animali con le attività economiche e le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono all’interno di essa secondo criteri di sostenibilità. Essa ci dice che qualsiasi tipo di pianificazione territoriale deve avere come sua parte fondante la conservazione della natura, e non deve tenerne conto come fattore secondario. Per sua costituzione e formulazione la gestione del territorio, secondo l’ideazione da parte della Comunità Europea della Rete dei siti protetti, considera come prioritario il valore aggiunto che costituisce la naturalità dei territori di competenza. Perché il valore genetico, biologico ed anche estetico della biodiversità europea è inestimabile. E se la ricchezza dell’Unione europea si basa sul rispetto delle diverse identità che la compongono, la nostra biodiversità fa parte della nostra identità. Della nostra identità di cittadini europei. Essa costituisce un patrimonio naturale comune che abbiamo il dovere morale di amministrare non solo per trasmetterlo alle generazioni future ma come “valore” in sé. Il patrimonio naturale di Monte Catalfano e Capo Zafferano è un’importantissima opportunità per i bagheresi di dimostrarsi all’altezza

di questa fondamentale sfida per una Europa realmente unita. Purtroppo il progetto di Parco suburbano che si sta realizzando, specie nei suoi aspetti più “grandiosi” e “spettacolari” spesso mal si coniuga con la fragilità e la rarità che caratterizzano l’area. Paradossalmente esso è giunto a compimento prima ancora che fosse realizzato il Piano di Gestione dell’area, come se dopo aver costruito un palazzo ne realizziamo la progettazione! Esso è portatore inoltre di una cultura arretrata e poco europea che vede le aree naturali come luoghi da “valorizzare” sfruttandone le potenzialità ricreative piuttosto che luoghi ricchi di valore in sé. Ne sanno qualcosa i gestori della Riserva Naturale di Monte Pellegrino che al suo interno ospita il Parco della Favorita. Nei giorni di pasquetta, 25 aprile e primo maggio orde barbariche invadono l’area portando distruzione e lasciando montagne di rifiuti in spregio di qualsiasi rispetto per l’area naturalistica. Bisogna inoltre sottolineare che l’area attrezzata tanto agognata dai cittadini bagheresi è a tutt’oggi priva di una qualsiasi gestione ed affidata all’impegno volontario della Protezione Civile. D’altronde in una città come Bagheria che si è sviluppata per decenni in maniera disordinata senza alcun strumento di programmazione urbanistica non ci si poteva aspettare nient’altro! Ritornando dalla passeggiata su Monte Catalfano si sente ancora nel cuore l’eco dell’allegria giocosa dei bambini ma ti entra nel cervello un pensiero triste: forse un patrimonio di così alto valore naturalistico avrebbe meritato altre attenzioni e cure, un’area di interesse internazionale come Monte Catalfano avrebbe meritato una cultura naturalistica più avanzata e moderna ed una programmazione territoriale veramente europea, più sensata e coerente. Ma si sa, come fu per l’Italia unita, fatta l’Europa ora bisogna fare gli europei!

Foto di Giampiero Fucarino

A AMBIENTE


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INBREVE

foto Nino Bellia

Onorificenza per meriti poetici a Vincenzo Aiello

Al negozio Private Club il premio "le stelle dell'intimo" Il negozio del settore intimo e della moda mare “Private club” ha vinto un concorso di rilevanza nazionale. Si tratta del premio “le stelle dell’intimo”, giunto all’undicesima edizione, svoltosi nella sala della basilica di Fortezza da Basso a Firenze. Al concorso hanno preso parte i migliori negozi al dettaglio di lingerie, moda mare e quelle che propongono un mix di intimo-moda mare e prèt-à-porter, selezionato in tutto il territorio italiano. Il negozio bagherese ha avuto negli scorsi anni varie nominations. “Abbiamo sempre puntato sulla professionalità e sulla creatività -sottolinea Francesco Giamporcaro- siamo cresciuti aggiornandoci continuamente sulle attese del moderno consumatore e sull’evoluzione delle tecniche di merchandising. Io penso che il commercio a Bagheria non è in fin di vita, semmai aspetta nuova linfa da idee geniali, capacità, competenze d’avanguardia e tanta voglia di mettersi in gioco”. Tra i partecipanti al concorso c’erano negozi di Roma, Genova, Venezia, Verona e Milano.

Il poeta dialettale Vincenzo Aiello ha ricevuto un'onorificenza per meriti poetici. La manifestazione, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della Città di Bagheria, si è svolta nei locali di Palazzo Aragona-Cutò. Durante la cerimonia la poetessa Angela D'Amato ha declamato alcune poesie dell' autore. Alla cerimonia sono intervenuti anche il sindaco Biagio Sciortino, l'assessore alla Cultura Sergio Martorana, l'assessore allo Spettacolo Gianluca Rizzo, il presidente del Circolo culturale " Giacomo Giardina", Giuseppe Bagnasco, il poeta-scrittore Salvatore Carta. Vincenzo Aiello ha conseguito numerosi riconoscimenti letterari per la sua poesia dialettale.

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INBREVE Il ruolo dell'informazione a Bagheria. Se ne è parlato all'Urban Center

È stato un confronto serrato quello svoltosi nella sede dell’Urban Center di via Aguglia su uno dei temi più d’attualità: l’informazione. L’iniziativa è stata organizzata dal nostro periodico in occasione della presentazione della nuova veste grafica. “Il ruolo dell’informazione a Bagheria” è il titolo dell’iniziativa alla quale hanno preso parte esperti del settore e politici, fra cui il sindaco

di Bagheria Biagio Sciortino, l’assessore alla comunicazione Gianluca Rizzo, l’assessore ai lavori pubblici Pietro Pagano e il consigliere provinciale Vincenzo Lo Meo. Presenti anche numerosi esponenti delle testate giornalistiche presenti nel territorio bagherese. Il ruolo di moderatrice è stato affidato a Marina Mancini, responsabile dell’ufficio stampa di Bagheria. Il sindaco Biagio Sciortino ha sottolineato che l’informazione è sinonimo di democrazia e Bagheria, come poche altre città, può vantare numerose testate giornalistiche fra giornali on line, cartacei e televisivi: “spesso vengono mosse delle critiche verso il comune - ha detto - ma credo che faccia parte della normale dialettica”. L’assessore Rizzo ha invece evidenziato che Bagheria è una delle poche amministrazioni che ha un assessorato alla comunicazione. I responsabili delle testate hanno sottolineato le difficoltà ad andare avanti per motivi economici.

Gli amici di Mario Liga "La palma davanti al murales va rimossa" Un gruppo di amici del pittore Mario Liga, scomparso negli scorsi anni, ha inviato una nota al sindaco di Bagheria con la quale chiede la rimozione di una palma davanti al murales realizzato da Liga nel 1977, all’angolo di corso Umberto. “Nonostante i ripetuti solleciti ad attenzionare il caso e le raccomandazioni del Sindaco - si legge in una nota - la palma è ancora là”.

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CULTURA di Paola D'Amico

"Io capo costruzione delle scenografie di Baaria" Intervista a Giuseppe Mineo che per mesi ha lavorato all'ultimo film fi Tornatore “Fare Baaria è stato come immergersi nel ricordo di qualcun altro. Vedere con i miei occhi quello che la mia mente cercava di immaginare quando ascoltavo i racconti dei miei genitori, dei miei nonni”. Poetico, vero? Le parole sono di Giuseppe Mineo, uno che Baaria l’ha fatta davvero con le sue mani! Baaria, l’attesissimo film di Tornatore nella produzione del quale Giuseppe Mineo, bagherese, ha rivestito il ruolo di capo costruzione per la scenografia. Diplomato all’istituto d’arte di Bagheria, indirizzo architettura e arredamento, Mineo scopre la passione per la scultura giovanissimo frequentando un laboratorio: “Si trattava di un laboratorio che si svolgeva nei locali di villa Cattolica prima che diventasse il Museo Guttuso. Gli indirizzi erano tre: teatro, pittura dei carretti e scultura, quest’ultimo corso tenuto dal maestro Durante, ha suscitato in me un interesse che presto è diventato una vera e propria passione”. La collaborazione con Tornatore avviene in maniera del tutto casuale: “è stato un amico a introdurmi al regista -racconta Mineo- e così inaspettatamente è cominciata questa vera e propria avventura per la realizzazione di Baaria. Tornatore è un artista che dà vita a veri capolavori grazie alla sua genialità e alla ricerca della perfezione assoluta. Tutto ciò che viene fatto dai suoi collaboratori deve corrispondere perfettamente all’idea che lui immagina: lavorare con un tale regista è sta-

ta un’esperienza faticosa e grandiosa allo stesso tempo”. Durante l’intervista Mineo ci spiega come è organizzato un set cinematografico e come si è riusciti a riprodurre monumenti e strutture architettoniche in maniera fedele all’originale: “Per l’allestimento di un set operano tre squadre con tre compiti diversi: il reparto scenografia che realizza gli elementi base e le strutture architettoniche della scena; il reparto pittura che definisce col colore quanto realizzato dagli scenografi e il reparto arredamento che si occupa dei singoli dettagli che completano la scena. Io” dice Mineo “ero capo costruzione in scenografia ed ero responsabile della realizzazione dei calchi da cui poi venivano create le riproduzioni”. “Infatti” ci spiega il nostro intervistato “i monumenti, le statue, i particolari architettonici riprodotti con estrema fedeltà sono realizzati a partire da un calco in lattice fatto sull’originale, che poi serve da modello per la costruzione della riproduzione vera e propria che è fatta invece in gesso e vetroresina”. A questo punto chiediamo a Mineo se c’è stato un set particolarmente complicato da allestire o che gli è rimasto più impresso. “In realtà” rivela “il lavoro è stato molto duro, soprattutto perché i tempi che si hanno a disposizione sono sempre estremamente brevi. S’iniziava al mattino con una lista interminabile di cose da fare entro la sera stessa! Però devo ammettere che alcuni set erano davvero spettacolari: penso ad esempio alla riproduzione di palazzo Villarosa, oppure alla copia della Pirriera, la cava di tufo di Aspra: un set di 2.500 metri quadri realizzato con una squadra di operai instancabili in soli otto giorni. Perfino il regista è rimasto impressionato del risultato!” Oltre alla collaborazione con un artista come Tornatore, Mineo ammette che lavorare alla produzione di un film si è rivelato determinante per migliorarsi come scultore: “lavorare per il cinema ti permette di far par-

te di una squadra. Per me è stata la prima esperienza di lavoro con un’equipe di professionisti e ciò mi ha arricchito moltissimo: lavorare in gruppo ti cambia in meglio e poi ho imparato molto sull’uso di vari materiali e sulle tecniche di lavorazione”. Dopo questa intensa avventura cinematografica Mineo si dedica oggi al suo lavoro di sempre: “collaboro alla scenografia della serie TV Agrodolce, ma continuo il mio lavoro di arredatore d’interni e negozi, è un lavoro che amo perché è sempre diverso giorno per giorno, mi permette di dare spazio alla mia fantasia e alla mia creatività”. Per concludere chiediamo a Mineo di dare un consiglio ai più giovani, soprattutto in tempi così critici per le prospettive di lavoro: “Il mio consiglio” dice il nostro intervistato “non può che essere quello di credere nelle proprie capacità e nelle proprie doti perché è proprio mettendo a frutto queste che si possono ottenere le migliori soddisfazioni anche professionali. È altrettanto importante però che ai giovani siano date le giuste opportunità: che siano messi in condizione di scoprire il proprio talento e di avere sempre almeno un’occasione per esprimerlo”.


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CULTURA di Laura Maggiore

"Io miro all'Oscar" Parola di Claudia La Bianca La giovane regista bagherese, da anni in America, girerà un nuovo film o sapevate che una delle poche filmaker italiane è di Bagheria? Adesso ha deciso di girare il suo capolavoro "a casa" e punta in alto, confessando, "Io miro all'Oscar". Claudia La Bianca,ragazza entusiasta della vita e con grinta ed energia da vendere, a 19 anni ha fatto le valigie e si è trasferita in America dove ha lavorato sodo per costruire la sua carriera. Ha cominciato come pittrice, ma ha fatto anche la grafica, la scenografa, la fotografa, la sceneggiatrice, la produttrice e la regista. In sei anni ha girato 20 video musicali, 10 spot pubblicitari, un documentario e un film distribuito in America. Ha partecipato al reality show bandito da Steven Spielberg "On the lot" arrivando diciottesima su 12 mila concorrenti. "Un'esperienza che mi ha aperto tante porte - racconta la fondatrice della casa di produzione La Bianca production -, sono stata un anno e mezzo sotto contratto con la Dreamworks". Questa estate è stata una delle vincitrici del "Solunto Film Festival" con il corto Un cuore dentro al mare. A settembre verrà a girare Il volo della Libellula tra Aspra, Porticello, Sant'Elia, Santa Flavia e Bagheria. Si tratta del primo film scritto di suo pugno. "Ero a casa a Miami, dopo un periodo di lavoro intenso, avevo appena finito di girare 3 spot

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foto di Nicole Maddalozzo

pubblicitari nazionali, e sentivo il vento caldo della Sicilia con tutte le sue bellezze e le sue memorie -racconta Claudia- è stato come un fulmine, ho scritto tutta la sceneggiatura in 11 giorni". Claudia non nasconde la vena un po' autobiografica dello script. Il Volo della libellula, infatti, racconterà la storia di Giulia, una giovane fotografa di origini siciliane che vive in America, una donna in carriera come Claudia.Un viaggio di lavoro riporterà Giulia in Sicilia, indietro nel tempo e alle sue origine ormai dimenticate. Ma un tragico incidente cambierà l'essenza della sua vita. "Diciamo che è un mix tra me e mia sorella Annamaria, che vive a New York - sottolinea l'artista -, a cui dedicherò il film". In attesa dei finanziamenti, Claudia promette che inizierà comunque a girare a settembre: "se non dovessero arrivare soldi lo girerò a costo zero. Offrirò tanto amore, tanta grinta e tanta creatività chiedendo ai miei compaesani se vogliono salire in questa barca anche se non ha remi. Quindi con o senza soldi a settembre io sarò in Sicilia a girare questo film". Regista e bagherese, il binomio fa subito pensare al compaesano Peppuccio, ma Claudia prende subito le distanze: "Tornatore non lo conosco quindi non posso parlare di lui, lo ammiro per ciò che ha fatto e penso che sia stato una delle persone che abbia ispirato la nostra città. Però

- ha precisato Claudia - non voglio nemmeno conoscerlo". L'affermazione che può sembrare strana e presuntuosa viene subito chiarita dalla regista: "Ci sono stati tanti momenti in cui mi si è presentata l'occasione di conoscerlo, amici che volevano presentarmelo, ma io ho sempre pensato "perché? cosa mi potrebbe dire?". Penso che non abbia il tempo per produrre un mio film. Per essere gentile potrebbe dire "brava, fai un film e poi me lo fai vedere". Invece - spiega Claudia - il mio obiettivo è che un giorno vedendo i miei film sia lui a dirmi "Claudia La Bianca sei una brava regista"". Insomma una vera e propria sfida con sé stessa che ha intenzione di portare avanti con determinazione e che, al contrario, manifesta tutta la sua ammirazione per il premio Oscar bagherese. Quando le chiedo cosa si aspetta dal nuovo film d'imminente uscita Baharia, infatti, La Bianca risponde "deve essere un capolavoro, perché tutto quello che ha fatto è un capolavoro". Ma Claudia non si ispira solo al suo compaesano. "Io voglio essere l'erede di GuyRitchie (regista e marito di Madonnan.d.r) - ammette La Bianca -, perché c'è un mio lato prettamente Tornatore-Sicilia, quello fatto di ricordi, malinconia, i colori della terra arsa dal sole, luci e ombre; e un'altro lato che è quello che predilige personaggi forti, storie intrecciate".


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CULTURA

Diventa un libro l'esperienza del cineclub "L'Incontro" "Questo libro racconta "la piccola epopea del circolo L'Incontro, il centro di cultura che, negli anni '70, vide molti di noi giovani studenti protagonisti dell'utopica impresa di mettere in piedi e gestire un cenacolo culturale autonomo, aperto a tutte le forze illuminate e progressiste del paese, sulle orme dell'antico e mai realizzato progetto di molti intellettuali comunisti baarioti di costruire una casa del popolo". A parlare è Peppuccio Tornatore, nella postfazione del bel libro "I ragazzi di via Sant'Angelo. Tornatore & Co. dal 1975 al 1980 a Bagheria" scritto da Biagio Napoli e Mimmo Aiello. Il libro racconta senza retorica e con molta ironia e affetto, un'avventura che si svolse a Bagheria nella seconda metà degli anni settanta e che diede vita ad un circolo culturale frequentato da molti amanti del cinema e della cultura in genere: il circolo L'Incontro. Fra questi c’era, ovviamente, anche Tornatore che fu uno dei promotori del circolo. Nell’interessante volume trovano spazio l’elenco di quasi tutti i film proiettati al circolo ma anche le locandine dei film realizzati artigianalmente. Un volume in cui viene fuori l’amore per il cinema ma anche per la cultura, intesa come il grimaldello per riscattarsi da una realtà fatta spesso di prevaricazione e violenza mafiosa. Molto bella anche la dedica scritta dagli autori: ai cinquecento soci del circolo di cultura l’Incontro, a tutte le anime di celluloide di Bagheria”. “I ragazzi di via Sant’Angelo” è in ultima analisi un volume che parla di una Bagheria che vuole sperare in un futuro migliore. Forse per questo motivo il libro potrà essere apprezzato da chi vive ai giorni nostri e non si rassegna alla mediocrità culturale, alla prepotenza e all’ignoranza.

La sedia impossibile Tra finzione e funzione Presso gli spazi di Giorgio Panzeca a Bagheria (Pa),è possibile visitare “La sedia impossibile ”. La mostra di Giusto Sucato prende spunto dal tema della sedia, per percorrere un macchinoso labirinto che porta alla visione di strutture che complessivamente aspirano al concetto di “sedia”, ma di certo sedie non sono! Questi “scheletri di sedute” o “impalcature” sono realizzate con materiali che poco si addicono ai canoni della progettazione di sedie, ma che bene si prestano al concetto dell’effimero tanto congeniale a questo artista siciliano: il ferro saldato, materiale piuttosto rude assemblato con vistose saldature. La mostra rimarrà aperta sino al 5 maggio 2009, e potrà essere visitata dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00, dal lunedì al sabato dalle 16.30 alle 20.00.Corso Butera n.181, Bagheria.

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STORIA di Giuseppe Martorana

Chi eravamo...

Lo scultore Cosmo Sorgi Il primo maestro fu il padre Francesco, autore del busto del sacerdote Francesco Castronovo

no scultore, di cui noi bagheresi conosciamo poco e di cui forse non si è mai parlato, è Cosmo Sorgi, figlio di Caterina Rubino e dell’omonimo Francesco, quest’ultimo autore tra l’altro del busto marmoreo al sacerdote Francesco Castronovo. In effetti, la famiglia Sorgi da Bagheria si era trasferita a Palermo prima della nascita di Cosmo, sicché quest’ultimo nacque proprio a Palermo il 21 aprile 1892, dove, negli anni ’40, aprì il suo studio in via Maqueda. Andò in sposo a Carolina Flaccomio che dell’uomo e dell’artista, nel 1983, ha fatto pubblicare un approfondito profilo biografico (Autore Antonina Greco – Editore Flaccovio). Essendo figlio di genitori bagheresi non possiamo non considerare tale anche lui; mi sembra quindi doveroso farlo conoscere alla nostra città, anche perché si dimostrò un valente e apprezzato scultore, sia per la vasta produzione, sia per la qualità delle sue opere. Non conoscendo la biografia della sua vita, né quella della sua attività artistica, ho dovuto rilevare tali notizie dal Dizionario degli Artisti Siciliani di Luigi Sarullo, dal volume di Antonina Greco e da una conversazione con Francesco Sorgi Junior, nipote e omonimo del grande scultore bagherese. Il padre – e non poteva essere altrimenti – fu il suo primo maestro. Necessariamente s’iscrisse ai corsi dell’Istituto di Belle Arti di Palermo, dove conobbe professori illustri come Ernesto Basile, Rosario Spagnoli, Gaetano Geraci, Vincenzo Ragusa e Antonio Ugo. Forse a causa di alcune vicende familiari, il padre, nel 1915, lo fece tra-

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sferire negli Stati Uniti e per quattro anni rimase nella città di New York, dove trovò anche lavoro; nel tempo libero diede sfogo alla sua passione artistica frequentando i corsi dell’Accademia del “Nudo” alla “Cooper Union”, sotto la guida del famoso scultore Bruster. Modellò il ritratto di Mrs Erct e il bozzetto per un monumento al generale Custer. Nel 1920 rientrò in Italia e si diplomò in scultura. Nei suoi numerosi viaggi, ebbe modo di venire in contatto con esponenti del settore, tra cui Ettore Ferreri a Roma, Vincenzo Gemito a Napoli, Antonio Berti a Firenze e altri. Dal 1942 al 1974 insegnò al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Il suo studio, aperto negli anni ’40, in via Maqueda, contrassegnato dal sole che sorge, con evidente allusione al cognome, era continuamente visitato da personalità della cultura palermitana, come Giuseppe Pitrè, i professori Archimede Campini scultore, Giovanni Colozza pedagogista, Francesco Spallitta Rettore dell’Università, il nostro Giuseppe Cirincione oculista, Salvatore Di Marzo studioso di diritto e impegnato in politica, Elvira Guarnera poetessa, il giornalista Girolamo De Fonzo Ardizzone, il magistrato Giacomo Armò e i nostri illustri poeti Ignazio Buttitta e Giovanni Girgenti; quest’ultimo gli dedicò alcune liriche. Nel 1929, per l’architetto Mario Bonci che, con lo scultore Mario Rutelli, era titolare dell’impresa di costruzioni che si era aggiudicato l’appalto per la realizzazione del secondo tronco di via Roma, realizzò le Cariatidi di pietra sul prospetto della Banca d’Italia. In collaborazione con il padre, nel 1922-23, realizzò il Monumento ai Caduti di Caltanissetta e nel 1927 l’autoritratto in forme futuriste. Tra le sue opere vanno ricordate Mestizia siciliana e Martire Redentore, quest’ultima nel Museo del Risorgimento di Trento, che furono poi premiate con medaglie d’oro alla mostra di Caltanissetta del 1926.

La sua produzione è vasta specie quella di carattere monumentale. Da segnalare le realizzazioni per i Caduti di Alimena, di Favara, di Licata, La Sicilia ai Caduti del Carso nel Sacrario di Redipuglia, e inoltre ai Caduti di Biella, di Casteltermini, di Aragona Caldara, di Godrano, di Ciminna, di Collesano, di Petralia Sottana. Di rilievo il monumento funebre al generale Eugenio Di Maria, posto nel Pantheon di S. Domenico a Palermo. Nel 1938 realizzò il Cristo Risorto nel Piazzale del Santo Spirito a Palermo. Nel 1942 a Roma scolpì un grande bassorilievo per la Scuola centrale dei Vigili del Fuoco. Nel secondo dopoguerra fu incaricato di una serie di restauri tra cui le nove statue marmoree nel Duomo di Palermo appartenenti al retablo gaginesco, i capitelli per la Chiesa di S. Francesco d’Assisi, il capitello del Chiostro di Cefalù, ora a S. Giovanni degli Eremiti. Apprezzato medaglista, nel 1950 realizzò la Medaglia per il VII Centenario della morte di Federico II, lo studio per la Medaglia a Michelangelo e quella in bronzo del 1951 realizzata per il 30° congresso di Storia del Risorgimento Italiano. I principi ideali nella scultura di Cosmo Sorgi, secondo Luigi Sarullo, sono: “la ricerca della spiritualità umana, di un’etica personale e sociale, di un ideale di bellezza soprannaturale che conduce a Dio con coerenza, fino alla conclusione della sua vita terrena. L’arte del regime fascista lo trova misuratamente consenziente alle indicazioni classicheggianti studiate sui valori dell’arte rinascimentale e liberata da ogni visione autoritaria o assoluta”. Oltre a possedere ottime qualità morali, era portato a prendere appunti e a trattare argomenti di mistica, non per divulgazione, ma per personale arricchimento spirituale e culturale. Morì a Palermo il 3 febbraio 1979. maestromartorana@libero.it

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LIBRI

CINEMA

di Marina Galioto

Mangiare, Figlio bere, uomo, di papà donna Ang Lee

Mangiare bere uomo donna: è questo il dictat sull’amore secondo la ricetta cinematografica di Ang Lee (Eat drink man woman, 1994). In questo film – delicato e nostalgico, eppure così efficace nelle scattanti pennellate sceniche che sostengono l’impalcatura immaginifica di tutta la pellicola -, il regista taiwnese “centrifuga” le sue idee sulle nostre vite affettive, sulla famiglia, sulle sue relazioni complicate e sulla difficoltà, spesse volte, nel comunicare coi nostri cari: ne fuoriesce un succo dal gusto molto raffinato, che ci regala emozioni “pure” per il palato della nostra anima. E le metafore culinarie per la rappresentazione dei sentimenti, sono qui d’obbligo; il film infatti, prende il via dai movimenti ‘danzanti’ di un grande chef di Taipei tra i fuochi della sua cucina, come un uomo innamorato della sua donna in un’infinita fase di corteggiamento. Nel sacro regno dei suoi fornelli, maestro Chu sceglie con attenzione gli alimenti che vuole cucinare, toglie via con estrema cura ogni impurità da essi, li pettina, li miscela tra di loro con fare sensuale, li manipola con tutta la grazia e li “accompagna” in pentola con tutta la dolcezza di cui lo sguardo di una madre per il figlio è capace. Quest’artista della culinaria crea delle prelibatezze soprattutto per i tradizionali banchetti domenicali al quale hanno l’onore e dovere di prender parte le sue tre nubili figlie, riunioni cadenzate come una noiosa preghiera obbligata e recitata a memoria, ma anche unico e irriducibile momento di incontro-scontro domestico. Straordinaria la capacità della sceneggiatura di far quadrare il cerchio delle storie che racconta, di queste vite familiari che scorrono in parallelo, intrecciando le loro occasioni, i pranzi e le cene così come i sentimenti.

Christian De Sica

Le autobiografie trovano il loro punto di interesse a seconda della vita che viene raccontata, dei fatti che contengono, dei personaggi che ruotano attorno a quella vita. Sta qui la ricchezza del primo libro di Christian De Sica, il quale già dal titolo, Figlio di papà (Mondatori pagg.269), evidenzia il cuore del volume, ovvero il rapporto con il leggendario padre, Vittorio. Vittorio de Sica è stato un personaggio unico nel panorama cinematografico italiano, e il racconto della sua vita avventurosa visto dagli occhi del figlio, diventa lettura godibilissima e ricca di colpi di scena. Come la doppia vita, due mogli, due famiglie, tre figli, vissuta nell’ombra fino alla fine dei suoi giorni, in un ipocrita e tacita accettazione delle due donne coinvolte. Oppure l’avversione al regime fascista, manifestata più volte col rifiuto di piegarsi alla propaganda di regime richiestagli più volte. Il libro spazia dai ricordi di un bambino in una casa dove transitavano i più grandi artisti del cinema, e non solo, del novecento, ai giorni nostri, con gustosi aneddoti che vedono protagonisti il cognato e amico di sempre, Carlo Verdone, e altri attori noti e meno noti. Le numerose vicende narrate, anche a volte con semplici pennellate di poche righe, fanno del libro uno spaccato interessante e ricco, al quale si perdona una scrittura certamente non troppo curata.

Classifica Libri 1. Un luogo incerto Fred Vargas, Einaudi € 18,50 2. Il sonaglio Andrea Camilleri, Sellerio Editore Palermo € 12,90 3. Almeno il cappello Andrea Vitali, Garzanti Libri € 17,60 4.Marked Kristen Cast; Cast P. C., Nord € 16,50 5. La regina dei castelli di carta Stieg Larsson, Marsilio € 21,50

6.La ragazza che giocava con il fuoco Stieg Larsson, Marsilio € 21,50 7. Il destino del cacciatore Wilbur Smith, Longanesi € 19,60 8. Uomini che odiano le donne Stieg Larsson, Marsilio € 21,50 9.Il cerchio del lupo Michael Connelly, Piemme €20,00 10. Breve trattato sulla decrescita serena Serge Latouche Bollati Boringhieri

di Marco Pomar

Classifica CD 1. Presente - Renato Zero € 22,90

6. Sanremo 2009 € 15,90

2. No Line On the Horizon U2 € 20,90

7. Alla mia età - Tiziano Ferro € 20,90

3. Giannadream. Solo i sogni sono veri - Gianna Nannini € 20,50 4. Diluvio universale - Stadio € 20,50 5. Electric Jam - Pino Daniele € 10,90

8. Sincerità - Arisa € 14,90 9. Le donne Antonello Venditti € 21,90 10. The Collection Annie Lennox € 20,50


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RACCONTI di Tonino Pintacuda

Bagheria morì all’improvviso (2A Parte) Dopo il successo che ha riscontrato la prima parte, ecco la seconda parte del racconto ono anni che ho perso ogni speranza. Da quando hanno fatto esplodere un pezzo di autostrada e il Giudice che tornava a casa si vede la strada sparire, l’asfalto in polvere. Una catastrofe che hanno avvolto nelle lenzuola. “Le loro idee cammineranno sulle nostre gambe”. Le lenzuola, sempre le lenzuola. Che prima stendevamo per far vedere che la nostra sposa era arrivata illibata. Prima le verginità perdute, ora le speranze, sempre sulle lenzuola. Vecchi sudari. Dove il Giudice perse la sua battaglia hanno messe un doppio obelisco. Una doppia minchia di pietra che si incula il cielo. Gli incubi m’hanno tenuto sveglio, masticandosi pure quelle poche ore che sono riuscito a restare a letto. Ripensavo al padre gesuita che mi ha cresciuto. Mi aveva conquistato con le storie dei santini. Mi piaceva su tutte quella di San Tarcisio Martire, il ragazzo che si fece uccidere per l’eucaristia, una storia bella, con l’amore che si raggruma sino all’estremo sacrificio. Volevo fare la stessa cosa per la mia città, per vederla affiorare, piano piano, senza fretta. Era uno di quei pomeriggi che pure le mosche si lasciano cullare dall’aria che soffia

S

lenta al centro della stanza, i cani fanno finta di sognare e corrono nel sonno. Io sono lì, sulla poltrona a cantare qualche aria di Mozart. La musica si propaga, gonfia l’aria della stanza. E aspetto solo che le fette di vitello si scongelino. Se mi concentro riesco pure a sentire il ghiaccio che si scioglie e scivola sull’acciaio. Goccia dopo goccia, assieme al sangue che ritorna liquido nei solchi di quell’ammasso di proteine nobili. Un colapasta capovolto tiene lontano le mosche. *** Ecco che mi hanno lasciato in eredità questi sessant’anni: un mondo di ricordi da pettinare nella solitudine del pomeriggio, quando tutti dormono. Sono stanco. Una vecchiaia da bucapalloni non me la concederanno. È finito pure il latte, devo andare al supermercato, l’unico che hanno lasciato in piedi. Ci hanno provato gli altri ipermercati a metter radici e il racket ha atteso, con pazienza di ragno. Finite d’avvitare le ultime lampadine, ha chiesto il pizzo e ha ricevuto un no secco dai milanesi. La stessa sera dell’inaugurazione le fiamme. E anche stavolta nessuno ha parlato. Giro tra gli scaffali e lascio perdere tutte le

cose che mi piacciono. Il medico all’ultima visita mi avrebbe tolto pure tutti i dolciumi, il rischio del diabete senile l’ho preso a cannolate. Quello stesso pomeriggio sono andato a Piana degli Albanesi e sulla sponda del lago, con i modellini di aeroplano che mi volteggiavano sulla chierica, ne ho addentati quattro, di quelli grossi. Il latte lo mettono in basso, dove relegano le uniche cose davvero utili, il resto ti riempie la vista coi colori bislacchi delle confezioni ipercaloriche. E ora dicono che nascosto nell’alito del mare c’è un male sconosciuto. Soffia il vento e i bagheresi della costa piangono e i loro nasi sanguinano, alcuni svengono. È un crescendo. L’anno scorso è toccato ai gerani, se li è mangiati un cancro strano, dall’interno. Tutti: quelli bianchi, quelli rossi, quelli imporporati. Divorati da dentro, fuori sembravano solo più mosci ma ti bastava schiacciare il fusto per ritrovarti una buccia vuota, annerita e annientata. È successo a tutti i gerani, in ogni zona di Bagheria. Il male è aerobico, la fotosintesi clorofilliana ha rilasciato ossigeno in cambio di quella morte terribile. Non lo so se è la stessa cosa che sta accadendo sulle rive di Aspra, la frazione marinara.

ARTICOLI SPORTIVI ed altro... di Carmelo Nicosia

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Aprile 2009 Era bella Aspra, negli anni Sessanta, quando correvo su e giù lungo il rettilineo che collega Bagheria alta col mare di Mongerbino. Correvo da Santinuccia, quando ancora c’era l’aria buona e lei andava a passare le vacanze lì. Mio suocero affittava una casa sul lungomare e io finivo di lavorare e andavo a trovarli, per passeggiare tra le barche colorate di azzurro, di rosso e d’arancione. *** I bagheresi di Aspra chiudono le finestre, sigillano ogni pertugio, cercano inutilmente di difendersi dal nulla che li mangia. Ma non possono vivere intabarrati in casa. Pure le mascherine non servono. Il vento soffia dove vuole, soffia la sua malattia nei polmoni nostri e di tutta la città. Prima hanno violentato la costa con i liquami neri della fabbrica delle sarde salate, poi hanno cercato di porvi rimedio. Mi chiedo se lo stesso male non covi nelle pietre delle ville. Guardate un concio di tufo: è dello stesso giallo dei limoni, duro, al suo interno sono rimasti imprigionati fossili di mare. Conchiglie e paguri, vestigia di ere geologiche ormai perdute nella sabbia. E ora il mare alita morte. Una morte lenta, basta pensare a quello che è successo ai gerani. Commisurando i metabolismi, il mare respirerà per altri vent’anni e poi anche noi scoppieremo, mangiati da quel carbonchio che viene dalle tombe di Atlantide. Un filare di morte, cadaveri in decomposizione. Le barche marciranno al sole, il legno si riempirà di termiti e ritornerà polvere. Andremo a concimare quella terra che s’è bevuta il sangue di un’intera generazione. Falciata via dalla mattanza. Moriranno i giusti e gli iniqui, moriranno pure i sogni e il loro lievito. Di notte la città respira, la notte porta via lo smog. I giovani si nascondono, seduti a cavalcioni sui muretti di tufo. Stanno lì, non sanno più come si buccia un fico d’india senza beccarsi le spine. Sanno milioni di altre cose ma disconoscono l’origine di quell’insoddisfazione che sentono pulsargli in corpo. È la memoria perduta e ferita, la pace del papavero che i loro genitori hanno cercato di

passargli per sopravvivere. Dimenticano sempre più cose: i soprannomi che qui si appiccicano a tutta una famiglia come una condanna, le ingiurie dei tempi, i soprusi quotidiani che si ritraggono di fronte a quelle novità a cui ci pieghiamo solo quando stanno per svanire. Prima lo facevo spesso, prendevo la Vespa e andavo a trovare i compagni del Collegio. Salivo sino al santuario della Madonna della Milicia. Lì con Calogero si parlava dei tempi passati, quando i sogni erano ancora aguzzi, pronti a lacerare il futuro di sughero e pomice. Mi ritrovavo nelle parole di Calogero: anche lui si sentiva irrimediabilmente attratto dalla Sicilia. Aveva provato a far fortuna lontano ma poi tornava sempre più spesso e solo qui, malgrado tutto, si sentiva a casa. Diceva che io avevo più forza di volontà, che sapevo portare a termine un progetto. Perché, a differenza sua, avevo scelto di restare dall’inizio. Era vero, non ho mai creduto che solo chi parte riesce. Mi sembrava troppo comodo. Lasciare il campo alla prima difficoltà è l’andazzo che fa seccare presto ogni animo. *** Se ero nato a Bagheria dovevo finire qui. Questa era l’unica cosa che sapevo. Potevano pure continuare a chiudermi le porte, riagganciarmi il telefono in faccia, bruciarmi la macchina e impiccarmi il cane. Non ce l’avrebbero fatta. I pochi anni che mi restano li spenderò qui e li spenderò bene. Sfiorerò anch’io uno scampolo d’eternità, come Socrate che rinunziò a quei pochi anni che restavano per non rinnegarsi. Sempre più spesso i politici, come i calciatori cambiano casacca. Oscillano come pendoli impazziti, inseguono il loro tornaconto, dimenticando che la gente ripone cieca fiducia anche nel numero dieci di una squadra di calcio. E poi arriverà la pioggia, e il morbo se ne andrà. Forse aspetterà solo un’altra estate per portarci via la vita, almeno quella che conosciamo noi. Bagheria morì una mattina d’inverno e io con lei.

Questo qui è per Maria, che continuamente mi riavvicina alle stelle. Per scacciare qualsiasi equivoco, il protagonista di queste pagine non è autobiografico e la Bagheria che gli fa da sfondo è solo per puro caso "Bagheria", perché il nome "Bagheria" mi suona più familiare di Hill Valley o Comala.

Per informazioni e commenti www.bombasicilia.it/tonino o toninopintacuda@libero.it


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SANTAFLAVIA

Antonio Napoli "Tutti dobbiamo lavorare per il bene del paese" Intervista al primo cittadino dopo gli ultimi accadimenti acchine bruciate, proiettili dentro le buste, inchieste giudiziarie. Santa Flavia da alcuni mesi è al centro della cronaca. Per capire cosa sta succedendo le paese, lo abbiamo chiesto al primo cittadino, Antonio Napoli. “Negli ultimi mesi sono successi una serie di eventi di difficile interpretazione, che hanno coinvolto varie istituzioni. Anche dal punto di vista politico, sono state avanzate varie accuse con strascichi anche di carattere giudiziario con denunce e indagini che hanno avviato le forze dell’ordine. Aspettiamo con serenità l’esito delle indagini.” Sindaco cosa pensa di questi fatti gravi? “Non possiamo pensare che ci sia un’unica regia a tutti questi episodi. C’è stato anche un tentativo di intrusione dentro la Capitaneria di Porto. Ho dato un supporto anche logistico alla capitaneria, abbiamo sistemato un enorme faro che illumina l’ufficio. Ho avuto modo di dire al comandante che ho molte perplessità sul gesto. Non credo che ci siano responsabilità da parte degli esponenti della marineria che conosco bene. Anche se un pescatore può essere stato colpito da un verbale non può

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essere artefice di questi gesti. Credo che gli autori siano persone che vengono da fuori che non conoscono il posto. Spero che le indagini portino all’individuazione degli autori. La marineria non credo assolutamente sia coinvolta.” Qualche mese fa sono stati inviati anche dei proiettili ad esponenti politici. “Devo dire che questo evento mi ha lasciato perplesso perché segue tutta una serie di accuse anche in consiglio comunale. I proiettili erano indirizzati ad alcuni consiglieri comunali e anche io ne ho trovato uno e l’ho portato ai carabinieri. Spero che si faccia chiarezza”. C’è stato poi l’attacco frontale anche alle istituzioni religiose. “Questo è un fatto inquietane. E’ avvenuto di sabato notte ed è avvenuto in un luogo molto frequentato come la piazza principale, e a danni di un’istituzione importante come quella religiosa. In un tentativo di depistaggio sono stati dati a fuoco anche alcuni cassonetti. Spero che anche in questo caso le forze dell’ordine individuino gli autori perchè è giusto che le istituzioni vengano garantite e nessuno si deve arrogare il diritto di tentare di porre il

freno a queste azioni.” Come si può amministrare un paese in un clima del genere? “E’ molto difficile andare avanti. Chi decide di candidarsi sa che si assume un grosso impegno sulle sue spalle. Ho trovato una macchina amministrativa che non funzionava perfettamente ed ero a conoscenza di ciò. Abbiamo iniziato un percorso di rinnovamento. Non pensavo, ovviamente, di dovermi difendere da attacchi a 360 gradi. Sono stato anche denunciato e mi difenderò nelle sedi opportune. Io ho detto anche in consiglio comunale che bisogna lavorare, unitariamente, per il bene del paese”. Cosa si può dire alla cittadinanza? “Ai cittadini vorrei suggerire di valutare il nostro operato alla fine del mandato. In quella sede potranno dire se abbiamo operato bene o no. I cittadini devono avere fiducia in noi perchè abbiamo intenzione di rinnovare questo territorio e dare un futuro ai nostri giovani e di non costringerli ad andare via. Stiamo avviando un percorso non dettato dall’improvvisazione ma serio e con una programmazione ben precisa.”

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RUBRICA

Coltivatore Diretto 2.0 el 1992 alcuni lungimiranti comunicatori d'impresa, stilarono 95 principi, un manifesto, a cui diedero il nome di cluetrain: il Cluetrain manifesto. Queste tesi, a cui aderirono (e aderiscono nel tempo) intellettuali, politici, pensatori, sociologi, filosofi, marketer, etc. davano una nuova visione a quello che sarebbe dovuto o stava per diventare il mercato. Di questi ve ne propongo tre: Principio 1: i mercati sono conversazioni. Principio 2: i mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici. Principio 32: i mercati intelligenti troveranno i fornitori che parlano il loro stesso linguaggio. Perché dico questo? Voglio parlarvi del modo con cui noi, fruitori nel mercato (a me il termine consumatore non piace perché da la sensazione che si acquisti per consumare, mentre io acquisto per fruire, godere, utilizzare, giocare), utilizzando i molteplici strumenti che abbiamo a disposizione, possiamo avere modo di conoscere e sapere scegliere quale prodotto, brand, accogliere nel nostro mondo. Ovviamente noi elaboriamo una "reputazione" su un brand sulla base di una serie di informazioni, comportamenti, esperienze, passaparola che arrivano nel nostro elaboratore celebrale e che provengono: dal nostro naso, dalla bocca, dalle orecchie, dalle mani, dagli occhi. E sulla base di ciò noi creiamo, modifichiamo, elaboriamo il nostro comportamento di acquisto. Questo comportamento è un’infor-

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mazione che potremmo vendere a peso d'oro. A qualcuno potrebbe dare fastidio ad altri no, sembrerà strano ma è cosi. Per spiegarlo sono costretto, però, a fare un passo indietro. Nella edizione del 12 marzo scorso del quotidiano La Repubblica nella edizione di Palermo leggo a pagina VII (cronaca) dello stesso giornale che ha un titolo a caratteri cubitali “Rotoli a rischio, slitta la riapertura” ed in fondo pagina una bella “Rubrica Sanità” con annunci specialistici. Come dire… Sembra ironico, come esempio, invece da un punto di vista della comunicazione d'impresa può avere effetti deleteri. Questo è uno dei modi tradizionali di comunicare un brand. Uno dei più innovativi, invece, che legano di più il prodotto al nostro comportamento è il sistema di link sponsorizzati che va sotto il nome di AdWord in Google. Nella pratica questo sistema permette di fare "spuntare" un link sponsorizzato sul menù a destra legato, come tema, alla ricerca che stiamo effettuando in quel preciso momento sul motore Google. Significa che se chiedo dove è la stazione di Bagheria, sulla destra mi compare un link che mi dice “prima di prendere il treno mangia un panino con le panelle da ... ”Non è cosi semplice ma sinteticamente si può dire che sia cosi. Ma Google oggi va ancora più in là ed ha avviato, sperimentalmente, un sistema in cui noi possiamo dare il consenso nel ricevere certi "spot", annunci pubblicitari personalizzati sulla base degli interessi di navigazione di ciascun di

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di Pippo Ferrante

noi. Significa che chi visita siti di viaggi partner di Google verrà inserito nella categoria vacanzieri e si vedrà somministrare con maggiore frequenza annunci relativi a voli scontati e hotel. Ma sarà possibile rimanere invisibili, disabilitare cioè il sistema. Ragionando in buona fede, questo diventerà certamente uno dei principali modi di comunicare delle imprese. Si svilupperà una sorta di Permission Marketing (prassi già attiva) su grande scala. Di contro noi potremmo decidere di avere o non avere "annunci". In effetti se ci pensate, il problema non sta tanto nel "sopportare" uno spot o una pubblicità su internet, nei telefoni, sui giornali, su questa rivista che leggete; ma nell'avere informazioni su questo o quel prodotto. Perché le aziende possono comunicare quello che vogliono e come vogliono, ma noi le ascolteremo solo se parlano il nostro linguaggio, solo se condividono con noi i sogni, le incertezze, le sofferenze dei nostri momenti. Perché il brand lo creiamo noi, lo veicoliamo noi... Ma questo è tutta un'altra cosa... e poi basta capovolgere quanto detto ed ecco una professione. Discutiamone: http://coltivatorediretto.wordpress.com Link consigliati: http://www.cluetrain.com/ http://AdWords.Google.it http://en.wikipedia.org/wiki/Permission_marketing


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La foto del mese

INTERVALLO

Aforismi - Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Pablo Neruda - Agite secondo giustizia. Sorprenderete alcuni e stupirete tutti gli altri. Mark Twain - L'amore è come la febbre: nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia alcuna parte. Stendhal - Siamo angeli con un'ala sola, solo restando abbracciati possiamo volare. Luciano De Crescenzo - L'amicizia è come la musica: due corde parimenti intonate vibreranno insieme anche se ne toccate una sola. Francis Quarles - L'uomo è l'unico animale che arrossisce, ma è l'unico ad averne bisogno. Mark Twain - Le persone intelligenti non disprezzano nessuno, perché sanno che nessuno è tanto debole da non potersi vendicare, se subisce un'offesa. Esopo - La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio. Franz Kafka - Con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l'odio. La violenza aumenta l'odio e nient'altro. Martin Luther King - L'uomo passa la prima metà della sua vita a rovinarsi la salute e la seconda metà alla ricerca di guarire. Leonardo da Vinci

Freddure - Non mi fido molto delle statistiche, perchè un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media! - Quando un australiano compra un boomerang nuovo, come fa a buttare via quello vecchio? - La lana di vetro si fa con le pecore di Murano? - L'equinozio? Un cavallo fannullone? - La storia di Adamo ed Eva fu il primo melodramma? - L'insalata russa e il pomodoro non dorme... - "Ieri ho vomitato tutto il giorno." "Vedi di rimetterti." - Del '68 non c'é più traccia, e il '77 è ormai lontano; prenderò un taxi. - Un birillo e una cartolina andavano a scuo-

la, ma l'uno veniva sempre bocciato e l'altra sempre rimandata. - "Non so se mi spiego..." disse il paracadute. - "Non so se mi spiedo..." disse un pollo sul girarrosto. - Il marinaio spiegò le vele al vento, ma il vento non capì... - Ragazzo scoppia di salute: 9 morti e 3 feriti. - "Mi hanno messo in cinta!", disse una fibbia. - Durante il mio soggiorno nel Sahara notai che il menù nei ristoranti era limitato: c'era solo il dessert. - Il massimo dell'ecologia nel mondo animale: le marmotte catalitiche. - La mela al verme: "Non parlare, bacami!". - Batman a chi applaudiva?

La poesia

Gli Spaventapasseri di Cenzi Caruso Accovacciata tra il cappello di un mostro nella piazzetta di Palagonia una gatta sta a guardare un nugolo di uominu nullatenenti. Stanni lì da un secolo a ciarlare di vuoto e di miseria mesciano

vizi virtù e gambe delle donne, con sguardi pungenti e bieche fantasie si appropriano dei loro respiri. Ogni tantolava il pelo e si distrae poi riprende sperando... in un'unica mattanza.


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L'OROSCOPO Ariete Questo Aprile rappresenta proprio il mese della riscossa per voi nati sotto il segno dell’Ariete nel campo sentimentale, in quanto avete una gran voglia di innamorarvi ma non solo, di riportare alla normalità alcune situazioni che vi erano sfuggite di mano, senza sapere neppure voi il perché!

Toro Si torna a comunicare all’interno della coppia in questo mese e questo potrebbe agevolare un avvicinamento e qualche progetto importante per il futuro. Avete sottovalutato parecchio il partner in questi mesi, ma ora, forse anche grazie ad una situazione complessiva più stabile e rilassata, avrete modo di capire i vostri sbagli e di non commetterne di nuovi!

Gemelli Nessuna decisione che riguardi i sentimenti in questo mese, dovrà essere presa con troppa leggerezza e tanto meno con troppa fretta. Un colpo di testa potrebbe farvi commettere un errore imperdonabile, per cui siate cauti, almeno nella prima parte di Aprile.

Cancro Siete stati fin troppo calmi in questi primi mesi dell’anno e se vivete una relazione instabile, è giunto il momento di far sentire la propria voce, senza tirarsi indietro in quelle discussioni in cui siete chiamati in causa in prima persona, in cui si mette sotto accusa il vostro carattere, quando è quello del partner a dare fastidio alla coppia!

Leone Aprile finalmente servirà a portare un po’ di sereno nella vostra vita sentimentale. Infatti, coloro che hanno dovuto affrontare gravi crisi nel primo periodo dell’anno, adesso si accingono a godere della pace e dell’armonia ritrovata con il partner, mentre coloro che da questa crisi ne sono usciti sconfitti, adesso hanno di nuovo voglia di mettersi in gioco o comunque raggiungeranno una nuova pace con se stessi!

Vergine Siete ancora in bilico in questo Aprile, la situazione non si sblocca, sia che siate in coppia, sia che siate single. Questo non è di certo un Oroscopo del tutto positivo, ma neppure negativo, per cui non fasciatevi la testa da subito, non è detto che soffrirete anzi, potreste anche trovare una certa serenità, ma non ancora l’equilibrio a cui tanto aspirate. Ciò in realtà è anche colpa vostra, in quanto è il vostro carattere che non permette agli altri e non permette a voi stessi di conoscervi e conoscere. Chiusi a riccio non incontrerete grossa fortuna!

Bilancia Diciamo pure che il mese di Aprile non sarà particolarmente sereno per voi nati sotto il segno della Bilancia, sotto il profilo sentimentale, tuttavia bisognerebbe fare delle dovute distinzioni! Ad esempio, le coppie tra cui imperversa la crisi già da tempo, continueranno a sentire dentro di loro una forte spinta a mollare tutto, senza però averne il coraggio.

Scorpione Gli scorpioncini, anche questo mese, si manterranno cauti su tutti i fronti, compreso quello affettivo sentimentale! I single non sono ancora molto predisposti per i nuovi incontri, quelli che possano apportare significanti cambiamenti nella propria vita, quindi, vanno escluse le relazioni sentimentali troppo serie o che comportino troppa disponibilità. Al momento nessun legame sarebbe esaustivo per voi, perché credete ancora che, dopo tutto quello che avete passato, vi meritiate quanto meno la perfezione se dovete rinunciare alla libertà!

Sagittario Molto bene il campo sentimentale in questo mese, poiché sia Venere che Marte vi sono favorevoli, per cui sia il vostro lato più romantico, che quello più passionale, verrà fuori e saranno scintille! Il cielo è molto generoso con le coppie, per cui quelle che hanno avuto dei problemi fino a questo momento, potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo e godersi la stagione più bella dell’anno in serenità.

Capricorno Un mese di alti e bassi quello di Aprile per voi nati sotto il segno del Capricorno! Le coppie al capolinea dovranno davvero sforzarsi molto per tenere insieme il rapporto, probabilmente perché ci credete davvero, altrimenti avreste già rinunciato da tempo ed avreste gettato la spugna al primo ostacolo!

Acquario Questo mese sarà senz’altro positivo per tutti coloro che sono single o che hanno da poco ritrovato la libertà. Si apre un nuovo ed entusiasmante capitolo per voi, poiché molte saranno le occasioni per trovare qualcuno di interessante sulla vostra via, che non vi rubi troppo tempo, che vi faccia divertire e che non chieda nulla in cambio!

Pesci Momento molto positivo per tutte le coppie, che sicuramente non dovrebbero avere grandi problemi. Coloro che sono insieme da molto tempo possono addirittura iniziare a pensare ad un futuro più stabile, ad un matrimonio o ad allargare la famiglia. Un figlio in questo momento potrebbe darvi una gioia immensa ed avvicinarvi ancora di più.


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40 LABORATORIO ARTISTICO

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Laura Buzzetta

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