redesigning Domus

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Gaussian architecture in Seoul and New York | Theatre of creative anarchy: a visit to Sao Paolo’s :Teatro Oficina |The architectural adventures of Idea!Zarvos,an enlightened entrepreneur| Rebuilding after arpatheid three projects in South Africa | In New York,the Children’s Museum of the Art’s by WORK Architecture Company | Origami of the light: the Ei lamps by Issey Miyake|A reconaissance in Iraqi Kurdistan’s buildingboom.

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La strada e un teatro The street is a theatre. Al Teatro Oficina,la leggendaria macchina per spettacoli realizzata da Lina Bo Bardi nel centro di San Paolo in Brasile,Domus incontra il mitco. Jose Celso Martinez Correa,l’animatore della campagnia.Un tropicalista convinto del fatto che,se la citta si lascia cannibalizzare dal teatro,ogni architettura puo diventare uno spazio scencio.

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At the Teatro Oficina,the legenary performance machine dsigned by LIna Bo Bardi, in Sao Paolo,Brazil,Domus met with the company’s animator in chief Jose Celso Martinez Corea- A tropicalist convinced that all arcitecture could become a space for performance,if it allowed itself to be cannibalised by theatre.

Conversazione

. Conversation

Jose Celso Martinez Correa

e

. and

Grupo Teatro Oficina Daniela Castro Jose Lira Roberto Zancan

Foto

. Photos

Pedro Kok

Ricerca

. Research

Jeremy Galvan

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Photographer and graphic designer Andrea Rovatti’s compositions portray the rigorous mechanical recordings of urban details and their imaginary transfiguration, generating urban optical illusions.

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Teatro Oficina

canniball urbani Un intero pomeriggio all’Oficina: il fantastico spazio di sperimentazione teatrale realizzato a San Paolo del Brasile de Lina Bo Bardi.Le pesanti panche di legno vengono via disposte in cerchio,al centro del palco.Ci sediamo.Il fotografo Pedro Kok si aggira per il teatro con la sua attrezzura.Ed ecco che arriva lui,in completo turchese e maglietta bianca,l’attore,direttore e drammaturgo brasiliano Jose Celso Martinez Correa: uno dei fondatori della compagnia negli anni Cinquanta e capofila del movimento chi rivoluziono il teatro brasiliano.Forse il miglior interprete delle vertenze dei diversi signifati del trapicalismo l’antropofago piu completo fra tutti quelli che Oswald de Andrade ispiro,Intorno a Ze Celso gravita piu di una dozzina di collaboratiori: giovani registi,attrici,attori,artisti,tecnici,designer,gior nalisti,architetti,e fra questi il fratello,Joao Batista Martinez Correa,e la nipote Beatriz Pimenta Correa,responsabili del recente progetto di ampliamento del teatro.A portarci qui,Daniela Castro,curatice e saggista,e Jose Lira,architetto e professore universitario,che ha anche rielaborato l’intervista.

Il legame con Lina risale a quel periodo? Ricordo che mi feci un viaggio di LSD con un amico,il mio compagno.Un ottimo acido.Uscimmo e ci mettemmo a correre per tutto il teatro e,all’improvviso,andammo a sbattere contro questo muro e ci accoregemmo che cietro c’era qualcos’altro..Era un periodo molto difficileArrivava la polizia e non sapevamo dove scappare.Ci ritrovavamo un muraglione davanti.Quando cominciarno quelle incursioni della polizia,iniziammo a preoccuparci,tanto che andai a parlarne con Lina.E lei mi disse: “Sono un architetto!Non Atrraverso a pareti!Non Sono una strega!Io le pareti le rompo!”. E fu cosi che Lina comincio a sviluppare quest’idea di fare dell’Oficina una strada,una strada che sarebbe arrivata fina all’Anhangabau de Feliz Cidade,nella regione del Vale do Anhangabau[il quatiere dove sorge il teatro e si svolgono,tradizionalmentei comzie le manifestazioni pubbliche],nel Viaduta Do Cha,per essere precisi.Poi fece un progetto molto bello in quella zona: contruire alberi di ferro e farci transitare il passagio sopra, e l’Anhangabau sarebbe stato di nuovo verde.. Lei che cosa pensava del progetto di Lina per l’Oficina?

Parlaci del signifacto dell’Oficina nel Brasile delgi anni Sessanta Nel 1967,lo spettacolo O rei de vela di Oswald de Andrade decolonizzo questo nostro teatro.Fu lui,che nel 1928 avveva scritto il Manifesto Antropofago,a ristabilire il nostre legame con gli indios antropofagi,gli ‘africani’ che crearono il candomble,la samba,il funk.La rappresentazione del 1967 provoco un vero proprio movimento spontaneo,sincronico.Da Glauber Rocha,che allora stava girando Terra em Transe,a Caetano Veloso che lancio Tropicalia, a helio Oiticica,che ambiento l’arte,rendendola viva con tanto di terra,piante,televisione.Fu cosi che prese vita il movimento Tropicalia e che il Brasile si affranco di tutta un i’dealogia coloniale. E per quanto riguarda lo spazio in senso stretto? Questo e il terzo teatro che e stato contruito qui.Il primo,progettato da Joaquim Guedes,aveva due gradinate con il palco in mezzo.Venne realizzato nel 1961,in otto messi,e ando a fuoco bel 1966. Il secondo progetto era di Flavio Imperio.All’epoca ero molto preso dal teatro di Brecht e Imperio fece un progetto molto pulito,con il palco girevole e la gradinata in cemento.Ci volle un anno e mezzo per costruirlo ‘incendio’!Lina Bo Bardi venne a lavovare con me nello spettacolo Nella guingla della citta di Brecht nel 1969,il periodo in cui stavano costruendo il cosiddetto Minhocao- il viadotto Costa e Silva dal nome del ditatore- che deturpo questo quartiere.Lina prendeva tutta la spazzatura che trovava fuori e la portava sul palco,e con quella spazzatura costruivamo la scenografia,mettendoci anche gli alberi che erano stati abbatutti durante i lavori. Ogni atto era un round di pugilato.

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Lina voleva constuire uno spazio che avesse un legame con la terra, e fece questo passaggio sotterraneo sotto il palco,dove c’e un pezzetto di terra.Negli spettacoli metteva sempre l’accquae il fuoco.Ci sarebbe sempre piaciuto mettere in scena Os Sertoes- il libro di Euclides da Cunha del 1902,che a partire dal 2001 avremmo realizzato con una serie di montaggi di 25 ore. Lina diceva: “Il sertao qui”. E proprio come nelle terre brasiliane dove si practia il candomble c’e sempre un albero sacro, anche noi abbiamo il nostro. E stato quest’albero a vincere la lotta,perche ha rappresentato la nostra avanguardia: e lui che ha invaso per primo il terreno confinante,capisce? Dalla guerra di Canudos per i diseredati del Nordeste a quella contro Silvio Santos,proprietario di una rete televisiva molto importante. La nostra lotta contro Silvo Santos.Trent’anni passati a fare buchi nei muri,come in una lite fra vicini. Ma quando vincemmo la nostra prima vertenza presso la segreteria del ministero dell’Ambeinte loro fecero una gattata di cemento per bloccarci l’accesso al terreno.Una lotta di trent’anni per impedire che i nostri vicini costruissero prima un centro commerciale,che avrebbe distrutto tutta questa finestra,e poi torri di appartment. Il terreno era tutto construito: C’erano addirittura due case sotto la tutela dei beni culturali e un antica sinagoga. Quando Silvio Santos si avvicino,stavamo allestendo Os Sertoes.


magazine width: 250mm height: 332mm margins top: 20mm bottom: 17mm inner: 15mm outer:15mm gutter space:5mm (both inner and outer include 5mm spine each. Head mast: Frutiger87 Extra Black Condensed 155pt. magazine information(issue number): Garamond Premier Pro Bold Caption.24pt contents: Garamond Premier:Bold,regular& italics: 20pt. title/heading: Garamond Premier Pro Bold(spanish),semibold display (english) introductory text: Franklin Gothic Book,regular, 11.5/14pt (spanish),italic(english) body text: Garamond Premier pro regular11.5/14pt Franklin Gothic Book,regular 9pt. folio: page numbers:Garamond Premier Pro Bold caption 12pt. slug: Franklin Gothic Medium iltalic,11.5pt


perfect in measurement grid,12 coloumn grid

The magazine i selected was Domus,which is a magazine based on architecture,design and art.a very well designed magazine(clean),where the main language of communication is italian,it is a BI-lingual magazaine. this makes it hard for the readers who only understand english to differentiate between italian and english since the scripts are the same. the main headlines are differentiated with the help of the weight of the text,but this isnt done with the body text,making it extremely hard for the reader to distinguish between the two. I tried to distinguish both these languages by changing the weight,style and colour of the text aswell,keeping the overall look of the magazine very similar the one existing.


pictures of the existing magazine.I’v redesigned the magazine,and given more importance to the readability of the text,by changing the weight,colour & leading.


filo


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