domus . 958
Gaussian architecture in Seoul and New York | Theatre of creative anarchy: a visit to Sao Paolo’s :Teatro Oficina |The architectural adventures of Idea!Zarvos,an enlightened entrepreneur| Rebuilding after arpatheid three projects in South Africa | In New York,the Children’s Museum of the Art’s by WORK Architecture Company | Origami of the light: the Ei lamps by Issey Miyake|A reconaissance in Iraqi Kurdistan’s buildingboom.
May 2012
958
May 2012
Sommario Contents I
Mettre a fuoco nella nebbia Focusing in the fog
88
Interno con scala Interiors with stairs a cura di . edited by Laura Bossi
V
Costa concordia: una tragedia europea A European Tragedy
92
Spazi evaporati Evaporated spaces Phillipe Rahmn, Alexandra Midal
Josepth Grima
Copertina
. Cover
In un tempo cui si guarda al progresso Con sospetto.Florian Idenburg e Jing Lui di so - IL Lavorano sull’idea d’incertezza quale spazio creativo. Rinunciando al controllo completo del progetto,chiedono agli altri di identificare nelle loro opere un ambito di scambio e condivisione.Rivelano cosi il lato ideale del loro lavoro anche nei particolari piu inaspattati: come,per esempio, il frammento del modello strutturale esibitio in copertina (progetto svilupatto da Front Inc.)
. At a time when progress is viewed with
suspicion, Florian Idenburg and Jing Lui of so - IL are developing an idea of uncertainty as creative space. By relinquishing full control over design, they ask others to identify in their projects a sphere of exchange and sharing. In this way they reveal the ideal side of their work, even in its most unexpected details, as for aexample in the fragment of a structural model illustrated in the cover (project developed by Front Inc.)
1
Journal a cura di . edited by Elena Sommariva
17
Great Baghdad Garden
29
Tra materia e significato Between matter and meaning a cura di . edited by Laura Bossi
42
La strada e un teatro The street is a theatre a cura di
.
edited by Rita Capezzuto
Un teatro nella giungla A theatre in the jungle a cura di
56
.
66
104
Dai libri all’infrastuttura From books to infrastructure a cura di . edited by Rita Capezzuto
112
Lafayette 148 Headquaters
114
Viaggio nell’altro Iraq A journey to the other Iraq
80
Mehrad Hadighi, Tsz Yan Ng, Marc J Nvveu
Francisca Recchia
a cura di
122
.
edited by Loredana Mascheroni
Cronache dal territorio Reporting from within Francisca Recchia
a cura di
124
.
edited by Loredana Mascheroni
edited by Rita Capezzuto
Materali per l’edilizia Building materials Rassegna
a cura di
Neoro Wolff Architects, 26’10 south architects Nina Cohen and Fiona Garson, Christian Ernsten
.
. edited by Loredana Mascheroni
edited by Rita Capezzuto
Dare forma alla memoria Shaping memor y a cura di
Algoritmi di luce Light algorithms a cura di
Sao Paolo, Brazil / Roberto Zancan
.
edited by Rita Capezzuto
edited by Rita Capezzuto
L’Idea di Zarvos Zarvos’s Idea a cura di
.
Issey Miyake, Salvator - John A. Liotta
Sao Paolo, Brazil / Jose Lira
78
V
98
Antonio Ottomanelli
Sao Paolo, Brazil / Jose Celso Martinez Correa / Grupo teatro Oficina /Daniela Castro / Jose Lira
54
a cura di
139
Casa Arco
.
edited by Rita Capezzuto
Panorama . edited by Guido Musante
a cura di
Pezo von Ellrichshausen, Umberto Bonomo
Arcobaleno a Manhattan Manhattan rainbow a cura di . edited by Laura Bossi
104
Via Fezzan 3/3 La casa abiata The inhabited dwelling a cura di . edited by Luigi Spinelli
958 .05.2012
domus
Rivista fondata da Gio Ponti nel 1928.
direttore
.
.
si ringrazanio
editor
Joseph Grima vicedirettore
. Founded in 1928 by Gio Ponti with thanks to
Andrea Angeli, Antony Bowden, Guido Musante, Sophie Sigliano, Wendy Wheatly
.
deputy editor
Roberto Zancan direttore creativo
. creative director .
art consultant
vicecarporedattore
Rita Capezzuto caposervizio
.
.
Garamond Franklin Gothic Frutiger87
Anna Amdeo
deputy senior editor
. graphics
Elisabetta Benaglio, Franco Miragliotta
. secretary to the editor
Isabella Di Nunno collaboratori
.
website : www.domusweb.it
collaborator
.
Ufficio stampa
c
Mara Vitali Comucazione pubblicita
.
t + 30 92 82 47 253 502 t + 30 92 82 472 853
domusweb international
Vera Sacchetti correspondants
Angelique Campens, Jose Esparza, Beatrice Galilee, Dan Hill, Vincenzo Latronico, Luca Mollinari
.
translators
Paolo Cechette, Barbara Fisher, Annabel Little, Ulisse Mangialio, Dario Moretti, Mike Ryan, Rodney Stinger
.
direzione pubblicita
advertising director
Massimo Bergia Zina
.
.
All rights reserved. No part of this publication may be reproduced in any form without the permission of Editoriale Domus.
promotion
ediotore
Simona Bordone,Guilia Guzzini
Registrazione del Tribunale di Milano n.125 del 14/8/1948. E vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorazzazione dell’editore.
pubblicita@editdomus.it
promozione
Copywright Editoriale Domus S.p.A Milano Associato all’ U.S.P.I (Unione Stampa Periodica Italiana)
advertising
domusweb italia
.
twitter : @domus
press office
Sabrina Dordoni
traduttori
facebook : www.facebook.com/domus
t + 30 92 82472487
Luigi Spinelli
corrispondenti
typography
figini@editdomus.it
supervising editor
segreteria direzione
.
international director
Carmen figini
Laura Bossi, Elena Sommariva staff grafico
printers
brand manager
licensing & syndication
Loredana Mascheroni
.
tipografia
.
editorial staff
stampa
Maria Giovanna, Mazzochi Bardone
Sofia Bardonec
.
Editoriale domus
BSZ printing Mazzo di rho (MI)
Guiseppe Basile redazione
prepress
.
Massimilliano Gioni art director
.
editore e direttore responsabile publisher and managing editor
Salottobuono consultente per l’arte
fotolito
In questo numero pubblicita non supera il 45% Il materiale inviato in redazione,salvo acordi specifici,non vera restituito.
publisher
Editorale domus S.p.A Via Gianni Mazzochi 1/3 20089 Rozanno (MI) t + 30 92 824 721 t + 30 92 575 001 32
editorialedomus@editdomus.it
L’editore si dichiara disponible a regolare eventuali spettanze per quelle immagini e testi di cui non sia stato possible reperire la fonte. The publisher declares its willingness to settle fees that may be owed for texts and images whose sources could not be traced or identified.
.
redazione editorial staff t + 30 92 824 721 t + 30 92 824 723 86 per sopttoporre proposte
.
to submit projects
redazione@editdomus.it per informazioni
.
for general inquiries
redazione@editdomus.it
VI
958
May 2012
La strada e un teatro The street is a theatre. Al Teatro Oficina,la leggendaria macchina per spettacoli realizzata da Lina Bo Bardi nel centro di San Paolo in Brasile,Domus incontra il mitco. Jose Celso Martinez Correa,l’animatore della campagnia.Un tropicalista convinto del fatto che,se la citta si lascia cannibalizzare dal teatro,ogni architettura puo diventare uno spazio scencio.
.
At the Teatro Oficina,the legenary performance machine dsigned by LIna Bo Bardi, in Sao Paolo,Brazil,Domus met with the company’s animator in chief Jose Celso Martinez Corea- A tropicaist convinced that all arcitecture could become a space for performance,if it allowed itself to be cannibalised by theatre.
Conversazione
. Conversation
Jose Celso Martinez Correa
e
. and
Grupo Teatro Oficina Daniela Castro Jose Lira Roberto Zancan
Foto
. Photos
Pedro Kok
Ricerca
. Research
Jeremy Galvan
42
958
May 2012
Photographer and graphic designer Andrea Rovatti’s compositions portray the rigorous mechanical recordings of urban details and their imaginary transfiguration, generating urban optical illusions.
43
958
Teatro Oficina
canniball urbani Un intero pomeriggio all’Oficina: il fantastico spazio di sperimentazione teatrale realizzato a San Paolo del Brasile de Lina Bo Bardi.Le pesanti panche di legno vengono via disposte in cerchio,al centro del palco.Ci sediamo.Il fotografo Pedro Kok si aggira per il teatro con la sua attrezzura.Ed ecco che arriva lui,in completo turchese e maglietta bianca,l’attore,direttore e drammaturgo brasiliano Jose Celso Martinez Correa: uno dei fondatori della compagnia negli anni Cinquanta e capofila del movimento chi rivoluziono il teatro brasiliano.Forse il miglior interprete delle vertenze dei diversi signifati del trapicalismo l’antropofago piu completo fra tutti quelli che Oswald de Andrade ispiro,Intorno a Ze Celso gravita piu di una dozzina di collaboratiori: giovani reg isti,attrici,attori,artisti,tecnici,designer,giornalisti,architetti,e fra questi il fratello,Joao Batista Martinez Correa,e la nipote Beatriz Pimenta Correa,responsabili del recente progetto di ampliamento del teatro.A portarci qui,Daniela Castro,curatice e saggista,e Jose Lira,architetto e professore universitario,che ha anche rielaborato l’intervista.
Parlaci del signifacto dell’Oficina nel Brasile delgi anni Sessanta Nel 1967,lo spettacolo O rei de vela di Oswald de Andrade decolonizzo questo nostro teatro.Fu lui,che nel 1928 avveva scritto il Manifesto Antropofago,a ristabilire il nostre legame con gli indios antropofagi,gli ‘africani’ che crearono il candomble,la samba,il funk.La rappresentazione del 1967 provoco un vero proprio movimento spontaneo,sincronico.Da Glauber Rocha,che allora stava girando Terra em Transe,a Caetano Veloso che lancio Tropicalia, a helio Oiticica,che ambiento l’arte,rendendola viva con tanto di terra,piante,televisione.Fu cosi che prese vita il movimento Tropicalia e che il Brasile si affranco di tutta un i’dealogia coloniale. E per quanto riguarda lo spazio in senso stretto? Questo e il terzo teatro che e stato contruito qui.Il primo,progettato da Joaquim Guedes,aveva due gradinate con il palco in mezzo. Venne realizzato nel 1961,in otto messi,e ando a fuoco bel 1966. Il secondo progetto era di Flavio Imperio.All’epoca ero molto preso dal teatro di Brecht e Imperio fece un progetto molto pulito,con il palco girevole e la gradinata in cemento.Ci volle un anno e mezzo per costruirlo ‘incendio’!Lina Bo Bardi venne a lavovare con me nello spettacolo Nella guingla della citta di Brecht nel 1969,il periodo in cui stavano costruendo il cosiddetto Minhocao- il viadotto Costa e Silva dal nome del ditatore- che deturpo questo quartiere.Lina prendeva tutta la spazzatura che trovava fuori e la portava sul palco,e con quella spazzatura costruivamo la scenografia,mettendoci anche gli alberi che erano stati abbatutti durante i lavori. Ogni atto era un round di pugilato.
44
Il legame con Lina risale a quel periodo? Ricordo che mi feci un viaggio di LSD con un amico,il mio compagno.Un ottimo acido.Uscimmo e ci mettemmo a correre per tutto il teatro e,all’improvviso,andammo a sbattere contro questo muro e ci accoregemmo che cietro c’era qualcos’altro..Era un periodo molto difficileArrivava la polizia e non sapevamo dove scappare.Ci ritrovavamo un muraglione davanti.Quando cominciarno quelle incursioni della polizia,iniziammo a preoccuparci,tanto che andai a parlarne con Lina.E lei mi disse: “Sono un architetto!Non Atrraverso a pareti!Non Sono una strega!Io le pareti le rompo!”. E fu cosi che Lina comincio a sviluppare quest’idea di fare dell’Oficina una strada,una strada che sarebbe arrivata fina all’Anhangabau de Feliz Cidade,nella regione del Vale do Anhangabau[il quatiere dove sorge il teatro e si svolgono,tradizionalmentei comzie le manifestazioni pubbliche],nel Viaduta Do Cha,per essere precisi.Poi fece un progetto molto bello in quella zona: contruire alberi di ferro e farci transitare il passagio sopra, e l’Anhangabau sarebbe stato di nuovo verde..
Lei che cosa pensava del progetto di Lina per l’Oficina? Lina voleva constuire uno spazio che avesse un legame con la terra, e fece questo passaggio sotterraneo sotto il palco,dove c’e un pezzetto di terra.Negli spettacoli metteva sempre l’accquae il fuoco.Ci sarebbe sempre piaciuto mettere in scena Os Sertoes- il libro di Euclides da Cunha del 1902,che a partire dal 2001 avremmo realizzato con una serie di montaggi di 25 ore. Lina diceva: “Il sertao qui”. E proprio come nelle terre brasiliane dove si practia il candomble c’e sempre un albero sacro, anche noi abbiamo il nostro. E stato quest’albero a vincere la lotta,perche ha rappresentato la nostra avanguardia: e lui che ha invaso per primo il terreno confinante,capisce?
Dalla guerra di Canudos per i diseredati del Nordeste a quella contro Silvio Santos,proprietario di una rete televisiva molto importante. La nostra lotta contro Silvo Santos.Trent’anni passati a fare buchi nei muri,come in una lite fra vicini. Ma quando vincemmo la nostra prima vertenza presso la segreteria del ministero dell’Ambeinte loro fecero una gattata di cemento per bloccarci l’accesso al terreno.Una lotta di trent’anni per impedire che i nostri vicini costruissero prima un centro commerciale,che avrebbe distrutto tutta questa finestra,e poi torri di appartment. Il terreno era tutto construito: C’erano addirittura due case sotto la tutela dei beni culturali e un antica sinagoga. Quando Silvio Santos si avvicino,stavamo allestendo Os Sertoes.
958
Teatro Oficina
Lina Bo Bardi, Teatro Oficina, S達o Paulo, Brazil. Photo I単igo Bujedo Aguirre
45
958
Teatro Oficina
urban cannibals An entire afternoon at the Oficina,the fantastic space for experimental theatre in Sao Paolo,Brazil,designed by Lino Bo Bardi.The heavy wooden seats are carefully arranged in a circle at centre stage.We sit down.Photographer Pedro Kok is roaming around the theatre with his equipment when Jose Celso Martinez Correa appears dressed in turquoise suit and a white Tshirt. In the 1950’s he was one of the founders of the company that revolutionised Brazilian theatre,and is probably the person who best embodies the meaning of,and the various contraversies surrounding, Tropicalism. He is also arguably the most complete cannibal among those who have been inspired by Oswald de Andrade. Known as Ze Celso,he is the centre of activity for artist s,engineers,designers,journalists and architects,including his brother Joao Batista Martinez Correa and his granddaughter Beatriz Pimenta Correa,who together were responsible for the recent project,to expand
46
the theatre.We came here in the company of curator and writer Daniela Castro and Jose Lira, an architect and univeristy professoe who also worked as an editor on the interview. Tell us about what Oficina meant for Brazil in the 1960’s? In 1967, the performance of Oswald de Andrade’s play O Rei da Vela decolonised this theatre of ours.In 1928 he wrote his Manifesto Antropfago(“Cannibal Manifesto”),re-establishing our relationship with the South American Indian cannibals with the Africans,who created Candomle,samba and funk.The 1967 production turned out to be the catalyst for a full fledged movement that sprung up spontaneously around the same period:from Glauber Rocha,who was filming Earth in a trance at that time,to Caetano Veloso,with his release of the Tropicalia album,to Helio Oiticica,who set the stage for art to come alive,complete with earth,plants and television.So thats how Tropicalia movement came into being and how Brazil freed itself entirely.
958
Teatro Oficina
What about the theatre’s physical space?
Does your relationship with Lina date back to that time?
This is the third theatre that has been built here.the first,designed by Joaquim Guedes,had two seating areas with the stage in the middle. It took eight monthsto build in 1961,and was burnt in 1966.The secondproject was by Flavio Imperio. At the time i was very interested in theatre of Bertold Brecht,and Imperio designed a very pristine theatre with a revolving stage and concrete tiered seating.It took a year and a half to build,and opened in 1967 with the production of O rei da Vela, and that was another “blaze”! Lina Bo Bardi had arrived before then,to work with me on the production of Brecht’s In the Jungle of cities. It was the period when they were tearing the neighbourhood apart builing so called Minhocao,or “big eathworm”,Costa e Silva elevated expressway named after the dictator.Lina would bring in all the garbage she found outside,put it on stage and we’d use it for a scene. We even used the trees that had been chopped down during construction.Each act was like a round in a boxing match.
I remember that i did some LSD with a friend of mine,my companion.It was good acid.We went outside and started running around the theatre when suddenly we came up against a wall and we realised there was something else beyond it..It was a very diffuclt time. The police were coming and we didnt know where to run.We found ouselves infront of this huge wall.When the police raids began, we began to get worried,so i went to talk with Lina.She said: “ I’m an architect! I cant go through walls! I’m not a witch! All i can do with walls is break them down.” And thats how Lina came up with the idea of turning Oficina into a kind of street running all the way up to Anhangabau(the district where thr theatre is locatedand where public meetings and events are traditionally held),in Viaduto do Cha to be exact.Then she designed a very nice project in that area.She had big metal trees built and placed an overpass on top of them so that Anhangabau would be green again.
47
958
Teatro Oficina
What is your view on Lina’s project for the Oficina? Lina wanted to build a space that had a bond with the earth, so we made this underground passage beneath the stage where there is a small plot of ground. She always put water and fire in the shows. We had always wanted to stage Os Sertões — Euclides da Cunha’s 1902 book, which we’ve been making into a series of montages since 2001, with 25 hours’ worth so far. Lina said: “The sertão, the backland, is here.” And just like in the backlands of Candomblé, throughout Brazil there is always a sacred tree. We have ours, too. It was this tree that won the fight, because it represented our vanguard; this tree was the first thing to invade the land next door, understand?
From the War of Canudos for the destitute settlers of the Northeast to the struggles against Silvio Santos, the owner of a very important TV network. Ah yes, our troubles with Silvio Santos. Thirty years spent punching holes in the walls, just like a real family feud. After the Ministry of the Environment ruled in our favour, they threw up a concrete barricade to block our access to the grounds. It has been a 30-year struggle to keep our neighbours from building first a shopping centre, which would have destroyed this entire window, and then a series of apartment towers. The surrounding area was completely developed; there even used to be two houses protected by the cultural heritage commission and an age-old synagogue. When Silvio Santos approached us, we were preparing Os Sertões.
At the centre, the large tree that was the first thing to invade the neighbouring property. As José Celso peers around the site, he remarks that the theatre “continues to look for an opening! In the atrium of the street-stage, mobile stages will parade back and forth. And the Bacchae, gods of the theatre, will open up paths towards Oswald de Andrade”
48
958
Teatro Oficina
Il nuovo progetto The new design
Nel 2005, lo studio JBMC ha presentato il progetto chiamato Anhangabahau da Feliz Cidade come estensione del Teatro Oficina (2).L’inverto prevede un teatro studio (1), una Universita antropofaga (3) aperta a tutti, una
“ Oficina forestale” per reintegrare la vegatazione e aree per spettacoli a cielo aperto (4). Responsabili del progetto : Joao Batista Martinez Correa. Collaboratore : Alessio Dionisi www.jbmc.com.br
In 2005, the studio JBMC presented a project called Anhangabau da Feliz Cidade as an expansion of the Teatro Oficina (2). Their design includes “a stadium theatre” (1) , the Anthropophagous University (3) open to everyone and the
“ Forestry Workshop “ for the intergration of vegetation into the areas used for open air preformances (4) Project architects: Joao Batista Martinez Correa. Collaborator: Alessio Dionsi. www.jbmc.com.br
49
958
Teatro Oficina
Lina Bo Bardi, at Teatro Oficina, Tropicalist convinced that all architecture could become a space for performance, if it allowed itself to be
“Like Ponti, Bo Bardi would, in her later work in Brazil, commit herself fully to the promotion of humanist values” 50
cannibalised by theatre ,São Paulo, Brazil.
Circa About magazine width: 250mm height: 332mm margins top: 20mm bottom: 17mm inner: 15mm outer:15mm gutter space:5mm (both inner and outer include 5mm spine each)
Head mast: Frutiger87 Extra Black Condensed 155pt. magazine information(issue number): Garamond Premier Pro Bold Caption.24pt contents: Garamond Premier:Bold,regular italics: 20pt. title/heading: Garamond Premier Pro Bold(spanish), semibold display (english) introductory text: Franklin Gothic Book,regular, 11.5/14pt (spanish), italic(english) body text: Garamond Premier pro regular11.5/14pt Franklin Gothic Book,regular 9pt. folio: page numbers: Garamond Premier Pro Bold caption 12pt. slug: Franklin Gothic Medium iltalic,11.5pt