India l'esperienza del viaggio di Kaveen A. Millarelli

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KAVEEN A. MILLARELLI

I ND IA L’esperienza del viaggio

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Fotografie ed illustrazioni di Kaveen Le fotografie di pag. 12, 14, 34, 37, 62 sono di Carina Ienco www.flickr.com/carinaienco www.flickr.com/solocarina Le fotografie di pag. 26, 46, 64, 68 sono di Michele La Micela www.milamic.com

Revisione testi, impaginazione e copertina a cura dello Staff della Leonida Edizioni. Proprietà letteraria riservata. © Casa Editrice “Leonida” Reggio Calabria – Italia

Stampato in Italia nel mese di dicembre 2009

Via S. Nicola Strozzi n. 47 – 89135 Reggio Calabria www.editrice-leonida.com e-mail: leonidaedizioni@libero.it ISBN: 978-88-95880-37-2 44


PREFAZIONE

India – L’esperienza del viaggio di Kaveen Antonello Millarelli è una silloge permeata dalla spinta verso una ricerca ontologica che si addentra nel groviglio dell’esistenza (Vivo solo/ e questo basta/ sciolgo nodo dopo nodo dopo nodo/ per arrivare alla matassa) e che rende partecipe il lettore nel rispondere ai perché che ogni giorno bussano alla porta del suo Essere (Puoi vivere/ mille ed altre sensazioni/ in un mondo dove/ a guardare le intenzioni/ gli esseri umani/ sembrerebbero tutti buoni…/ e tu ci provi?; Poi decido/ mi alzo/ che fare/ che altro?). L’India diventa un territorio di confine, un’esperienza fisica che risponde ai dettami di un’esplorazione interiore, un viaggio di conoscenza del sé e del mondo che si serve della parola poetica per disegnare i suoi intricati percorsi, i suoi nodi gordiani, i suoi svincoli esistenziali. 5


Nella dimensione letteraria, l’Uomo-Poeta affonda i camminamenti del suo Io nel voraginoso baratro del Nulla, nella consapevolezza che il senso profondo della vita va colto in un lavoro di introspezione che non ha mai fine. Quella di Kaveen è un’attitudine compositiva che ha origine nel discernimento interiore e nella sperimentazione di una solitudine emotiva che si trasforma nella tensione verso l’altro, nella ricerca di un equilibrio, nel desiderio di guardare avanti (un albero solitario/ sul picco della collina/ domina la valle:/ quello sono io; noi resteremo sempre in viaggio/ e anche se le nuvole/ all’orizzonte appaiono/ non sono stanco di cercare/ e di trovarti/ cercando). La scrittura diventa, quindi, atto di estroversione e di crescita, luogo privilegiato di meditazione, è un iter mentis ricco di attese, ritorni, speranze, è un universo fluttuante di pensieri e di motivi espressivi (Scrivere fa bene/ svuota il secchio/ e resta il seme; Scrivere ti salva/ è la via d’uscita/ quando senti ch’è finita; Penna che traccia/ sul foglio il tratto/ nero secco/ sul foglio bianco). Attraverso una verseggiatura lineare, suggestiva e dall’alta densità figurativa, il pensiero del Poeta scruta 6


la vita con i suoi ritmi e le sue pause, e il viaggio non spazza completamente il miasma interiore, ma lo assapora e lo placa in un gioco contrastante di illusioni e disillusioni, di assenze e presenze, di vicinanze e lontananze, di attese e ritorni. Valeria Di Felice

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A chi lungo il cammino ho incontrato e a chi ha scelto di percorrerlo insieme.

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PRIMA

…E ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto è la sola speranza. Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo. da “Prima del viaggio” di Eugenio Montale 11


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L’intoppo – 25 dicembre 1999 Concedersi ma non troppo questa è la chiave dell’intoppo prendere l’acqua dal di sotto riempire la vasca senza il tappo e dopo ridere come uno sciocco guardando tutto con un occhio. È insensato ed incompleto vivere tutto restando dietro. Stanco di questo restare solo dallo scoglio mi tuffo dal ciglio volo. 13


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Vivo solo – dicembre 1999 Vivo solo in questo paradiso. Vivo solo ma questo non è un invito. Puoi vivere mille ed altre sensazioni in un mondo dove a guardare le intenzioni gli esseri umani sembrerebbero tutti buoni... ...e tu ci provi? Vivo solo in questo inferno dove l’estate è un ricordo e resta sempre inverno. Poi decido... ...mi alzo... ...che fare... ...che altro? 15


Le sconfitte della vita hanno un sapore interessante mi dicono: ‘Accetta le sfide... ...accettale tutte quante.’ Ma più mi passa il tempo e più mi rendo conto che il mondo comunque gira anche senza di me. E non posso andare avanti se non vedo una via d’uscita, e non posso tirarmi indietro dal vivere questa vita. Vivo solo e questo basta sciolgo nodo dopo nodo dopo nodo per arrivare alla matassa.

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Scrivere conviene – dicembre 1999 Scrivere fa bene svuota il secchio e resta il seme. Scrivere conviene riempie il cuore ...finalmente insieme! Scrivere ti salva è la via d’uscita quando senti ch’è finita. Ma scrivere non basta svuoti il secchio e il vuoto resta.

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Metamorphosi – dicembre 1999 Se questo orso bruno un giorno decidesse di cambiare la sua esistenza in qualcosa di più degno del nome che oggi porta esso diverrebbe acqua salina che poi non muta molto dalla sua origine stella. Io ricordo che, grazie a te, stella non sono né orso di enormi fattezze ma forse ombra e forse noia l’importante per me è sapere che mutando alla ricerca della pace, che l’evoluzione non reca, NOI RESTEREMO SEMPRE IN VIAGGIO

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e anche se le nuvole all’orizzonte appaiono non sono stanco di cercare e di trovarti cercando.

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INDIA

…Intanto godiamoci, ora per ora, questo succulento, questo sgomento correre attraverso l’India. da “L’odore dell’India” di P.P. Pasolini 21


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Il giardino – 13 dicembre 1999 Nel silenzio dei tuoi occhi mi sono ritrovato solo e con mille paure. Una finestra su questa incredibile armonia sono stati per me quei due gioielli che con orgoglio mostravi. Due uomini felici portano con sé un ramo di palma l’armonia di questo giardino mi innalza sempre più verso l’indispensabile ruolo che nell’esistenza mi spetta.

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Attesa – 14 dicembre 1999 Nel silenzio dei tuoi movimenti si rivela la tua ingenua paura che comunque nemmeno ti sfiora. Ti guardo e nell’armonia del tuo muoverti, ti respiro. Che importanza fa il non parlarti? E non mi tocca neanche il tuo darti a tante mani e sguardi invadenti tu resti mia comunque. Forte ora il sole batte sul mio petto una ragazza nel fiore di loto medita, sola carezze, sorrisi e maliziose occhiate intorno a me accadono ed io intanto incredulo aspetto.

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Giardino zen – 21 dicembre 1999 Nel giardino zen seduta su di un fianco i tuoi occhi neri misteriosi mi scrutano e luminosi come i riflessi di uno stagno sognato mi trasmettono sapore d’India

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Marijuana – 27 dicembre 1999

Marijuana fumala se lo vuoi ma con la meditazione oltre la soglia vai.

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No love – gennaio 2000 There’s no love without ego sorry to tell you this. And no laugh without tears always remember this. There’s no future without tension seems to be the harder thing. And no present without dreaming that’s what you means to me. When you feel a deep silence love is a splendid thing.

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Bella – 8 febbraio 2000 Lento dondolare come nave sul mare il treno della mia vita va. Semplice, anche tu vai seduta al mio fianco con la mano sostieni e timida con un solo occhio di nascosto mi guardi. Sei bella.

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Spicchio di luna – 11 febbraio 2000 Spicchio di luna sospesa nel cielo sola ti innalzi con il tuo mistero. Sere d’agosto sembrate lontane ma in questo silenzio siete tornate. Seduto sul letto adoro pensare al dolce profumo che mi donate. Dolce è la vita ma ingrata è la morte che dopo la luce riporta la notte. Spicchio di luna levata nel cielo, soave presenza, m’addormenti sereno. 35


Deshana – 12 febbraio 2000 Si perdono i treni si può perder le ali aspettando che venga il domani. Di sfiorare il tuo volto non ho speranza alcuna ma dimmi: pensava mai l’uomo di toccare la luna? Ora che ti ho visto e che mi sono azzardato tutto è così chiaro il mistero è svelato. Guardo di continuo verso la porta da dove venisti e che lontano ti porta. Come un solco che taglia il terreno così è il mio cuore di fronte al tuo seno. 36


Bella come di bellezza impossibile il mio essere trema nel sentirti, in fondo, raggiungibile.

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Osho – 18 febbraio 2000 Appena bambino mi hai preso mio dolce maestro e solo ero nel mezzo di una strada affollata perso nel tuo accogliente sguardo ora vago dondolandomi senza paura. In te amo perdermi un giorno forse stanco di questo mi adagerò sulle rive dell’esistenza aspettando che la marea dell’oceano infinito mi rapisca.

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Filo di rag no – 29 febbraio 2000 Filo di ragno non lo vedi ma c’è come qualcosa che mi lega con te. Una musica dolce un mantra lontano lo senti nell’aria lo tocchi con mano. Come una nave nell’oceano immenso non vedo la terra ma di continuo ci penso. Leggero nell’aria come soffice polvere così siamo noi, stelle nelle tenebre.

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Non vedersi e sentirsi non toccarsi e sfiorarsi incontrarsi e ignorarsi e ignari ferirsi ora ho deciso ti porto lontano non serve guidarsi o tenersi la mano ti porto lĂ dove il cuore mi dice e ti odio e ti amo sopra un letto di luce e come ogni viaggio ci vuole coraggio non parto correndo ma muovendomi adagio

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bello saperti vicina nel cuore e fare esperienza come persone sole bello saperti con tanta paura bello vedere che il viaggio continua...

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In treno – 26 marzo 2000 Un fiore azzurro piccolo ma piccolo che a momenti non si vede colora i prati e i campi dove contadini curvi con immensa fatica strappano cibo da questa terra, a tratti dolce, a momenti infame, ignari che il futuro li ha giĂ schiacciati. Primavera è ora. Fango e sterco qui significa calore. Almeno quello. 45


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Il bue tira l’asino che tira il bue. Bambini correte incontro al treno che veloce passa e ancora una volta violenta il vostro mondo di piccole case di fango, strade affollate, templi, odori, rumori e suoni. Quindi tutti fermi, immobili, come la bocca che stupita apre. Al passaggio a livello ora come in sogno appare il treno dei signori. Primavera verrà . 47


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Un fiume dal colore vitreo a volte compare sul fianco della rotaia non più fiumi di fango nero e plastica maleodoranti, maledetti la città è ormai lontana e verso le alte e sacre montagne si va costeggiando campi e file di alberi e miriade di tempietti faccia al sole sorgente. Finalmente si respira un’armonia tra l’uomo e la terra e l’esistenza tutta. Finalmente si respira. 49


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La fi fidducia – 27 marzo 2000 Una lacrima scorre mi taglia il viso e sul foglio sonora cade. Sembrava facile tuffarsi ignorare l’altezza il volo le correnti e il nuoto ma mancava la fiducia. Quella non la ignori non la crei. Come lacrima stagliata sul foglio, innocente e improvvisa, si manifesta a noi e sonora esplode. 51


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Presenza vibratoria (per Andy) – 27 marzo 2000 Immense, verdi valli oceaniche eppure reali dinanzi a me vi perdete sconfinate e libere stretti sentieri a strapiombo percorro eppure sicuro mi sento sulle vostre rive lontano come immensi iceberg vedo spuntare le bianche vette dell’Himalaya innevate per sempre o forse dipinte 53


un albero solitario sul picco della collina domina la valle: quello sono io. Ricordi di una innocenza rapita sacrificio sull’altare del tempio buddista. Dolce è l’armonia che organizza e muove il Tutto. Nel silenzio dell’esistenza chiudo gli occhi e medito fresco si fa il vento tra i miei capelli, caldo è il sole sul mio corpo. Tutto sibila, splende e si sente. Sono vivo. 54


Dinanzi a tanta vita, come nel giorno si manifesta il ricordo della notte, così il mio sentire si rivolge a chi di questa meraviglia non è più attore forse un fiore, un albero, un infinito uccello, un sibilo, un raggio, un brivido o uno spavento ora soave e lieve e innocente si manifesta a me è una presenza vibratoria e forte che in me accade e organizza il tutto un equilibrio così completo a cui tutto partecipa 55


e nulla sfugge. Neanche te.

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Lacerante distanza – marzo 2000 Nella lontananza delle nostre esistenze ora, Jahmila ti sento mia parte. Non è possesso nĂŠ voglia di averti è un respiro dolce e profondo che apre il mio essere e mi fa sentire vivo. La lacerante distanza che da te mi divide diventa euforia ed in te eccitante si risveglia.

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Tutto questo, e tanto altro, è come un coltello che l’ansia uccide e la paura scatena il chirurgo taglia e la carne offende ma guarigione e sollievo al fine reca se questo vuol dire SALVARSI ti prego di uccidermi e al mio destino arrendermi. Se questo vuol dire AMARE solo adesso mi accorgo che inutilmente t’ho ferita 58


l’albero di questo cortile al cielo protende. Krishna silente ai suoi piedi mi torna Shanti Shanti Om 59


Risveg lio in montagna – marzo 2000 Del risveglio in montagna terrò due ricordi il sole che raccoglie energia per librarsi in alto e rivelarla, la tua forma che aleggia intorno la nostra casa in cerca di impronte e segnali di vecchie emozioni anche l’ultima luna piena ci ha ricordato la nostra precarietà in questi equilibri ma noi sfidanti concorrenti non potremo fermarci né davanti un bagno imprevisto né davanti la pietra madre che irrispettosa ci travolgerà

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ora attendo il tuo ritorno e come tante altre volte affronteremo tutto questo in due mia compagna ferita eppur vitale piĂš di me che insonne ti agiti e agitata accetti quello che questo stupendo giorno ti offre e lo regali.

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Un vetro – marzo 2000 Un vetro che ti scoppia in faccia non è certo un voltafaccia per salvare la pellaccia è una mente che mente spudoratamente dice ‘buttati che si tocca!’ ma non è vero niente come vivere l’esistenza senza farne esperienza gustarsi la vita fino in fondo per non restarne senza un vetro che ti scoppia in faccia può diventare un indizio che questo è solo l’inizio, del viaggio.

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Senza ritorno – 31 marzo 2000 La stessa strada percorsa tempo fa ora sembra più accogliente. È la salita che dopo la fatica torna discesa. Tre alberi abbracciati tra di loro mi ricordano di esserci già stato qui. Lo stesso villaggio con case di fango e frittelle di sterco mi saluta di nuovo, e mi incanta. 65


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Strade percorse e mai piÚ riviste mi fanno sentire cosÏ momentaneo e vulnerabile; anch’io come questi paesaggi divento un istante della tua esistenza. Carico della mia esperienza faccio ritorno. A volte leggero della consapevolezza acquisita, a volte pesante della paura che l’ignoto viaggio rivela. 67


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Il ritorno è un qualcosa che segna ancor più dell’esperienza e a volte, la somma tirata NON QUADRA e scoprirlo all’ultimo ferisce e lascia vuoto. Per questo anche oggi, e per sempre, sarò viaggiatore. Senza ritorno.

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DOPO

Finirai per trovarla la Via... se prima hai il coraggio di perderti. da “Un altro giro di giostra� di Tiziano Terzani 71


Il coltello – 13 aprile 2000 Coltello che taglia un filo di paglia l’esistenza si sveglia e il dolore di certo non sbaglia. Solo ora mi ritrovo come un latitante nel covo. Niente mi chiama ma tutto mi circonda teso come elastico della fionda.

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Eppure tutto sembrava armonia ho trovato il maestro ma ho smarrito la via. Eppure tutto sembra fluire nell’infinito gioco del non farsi scoprire.

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Limbo – 6 maggio 2000 Penna che traccia sul foglio il tratto nero secco sul foglio bianco. Lingua che batte sul dente stretto virgola, punto sono il rossetto. Goccia che cade sul fondo e tace gira la chiave e piÚ non piace. Sangue che scorre eppur si muove come nell’aria la mia voce.

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Qualcosa si muove – Miasto, 8 agosto 2000 Qualcosa si muove e a stento si sente come nota che batte sul cuore dolente.

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INDICE Prefazione .......................................................... pag.

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PRIMA L’intoppo.................................................................» 13 Vivo solo..................................................................» 15 Scrivere conviene....................................................» 17 Metamorphosi........................................................» 18 INDIA Il giardino................................................................» 23 Attesa........................................................................» 25 Giardino zen ...........................................................» 27 Marijuana ................................................................» 29 No love.....................................................................» 31 Bella ..........................................................................» 33 Spicchio di luna......................................................» 35 Deshana ...................................................................» 36 77


Osho.................................................................... pag. 39 Filo di ragno............................................................» 40 In treno ................................................................... » 45 La fiducia .................................................................» 51 Presenza vibratoria.................................................» 53 Lacerante distanza .................................................» 57 Risveglio in montagna ..........................................» 60 Un vetro...................................................................» 63 Senza ritorno ..........................................................» 65 DOPO Il coltello ..................................................................» 72 Limbo .......................................................................» 74 Qualcosa di muove ................................................» 75

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Un albero è diventato questo libro nel mese di dicembre 2009. Possa un giorno dopo aver compiuto il suo ciclo presso gli uomini desiderosi di conoscenza ritornare alla terra e diventare un nuovo albero.

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