I gettoni monetali vitrei del periodo bizantino ed islamico

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I gettoni vitrei. Di Keber Andrea Per porre fine agli abusi nel campo della pesatura delle monete in metallo prezioso, venne varata da Costantino I (e successivamente riveduta e ampliata da Giustiniano I) [Pragmatica sanzione dove Giustiniano impone che le merci e le monete debbano essere date e ricevute in base alle misure ed ai pesi che erano stati distribuiti al capitolo 15 di 128 ] una legislazione che obbligava gli esattori ed i mercanti all'uso degli EXAGIA [il termine indica l'azione di pesare e da esso in senso figurato il significato di “campione ponderale] durante le operazioni di compravendita o fiscali. Studi pionieristici sugli Exagia bizantini li abbiamo già nell'ottocento con, a puro titolo d'esempio, R. BEY (1873) G. SCHLUMBERGER (1895) A. MORDTHANN (1898), poi un velo di disinteresse coprì questi oggetti nella seconda metà del secolo scorso fino al 1972 quando il de ROCHESNARD pubblicò a più riprese il suo saggio sui pesi ponderali bizantini. I testi giuridici a noi noti si limitano a definire i pesi con i termini di “PONDERA” o “EXAGIA” senza indicare il materiale in cui essi venivano fabbricati, per il periodo bizantino ci sono pervenuti pesi sia metallici che vitrei.

peso in argento dorato da un'oncia con la Madre di Dio. Costantinopoli(1055 e il 1056). British Museum

peso in lega di rame da 3 once. Mediterraneo orientale VIII secolo circa. British Museum In passato si è ampiamente discusso sulla funzione che questi oggetti di vetro dovevano svolgere, ma la scoperta di questi in associazione con pesi metallici e strumenti tipici del commercio quali per esempio le bilance ha quasi tolto ogni dubbio.[tomba 360 da POKASZEPETK in Ungheria databile al VI sec. d.C. Che conteneva quattro monete, una bilancia, due pesi in bronzo ed uno in vetro (STEUER 1990 pag 48)]. Gli Exagia bizantini sono piccoli dischi, sia incolori che gialli, verdi, blu e violetto, dal diametro compreso tra i 17 e i 25 mm dall'ampio bordo. Un'analisi statistica recente di oltre cinquecento pesi di vetro mostra che la maggior parte sia stata usata per pesare il solidus / Nomisma (peso teorico 4,55 g) e i suoi sottomultipli, il semisse (peso teorico 2,27 g) e Tremisse (peso teorico di 1.55 g). [ I. Freestone and M. Leese, “Byzantine Glass Weights: Composition, Manufacture and Weight Standards,” in C. J. S. Entwistle, A Catalogue of the Late Roman and Byzantine Weights and Measures in the British Museum ]

La produzione di questi fu limitata sia numericamente che temporalmente (VI secolo fino alla metà del VII) a causa, forse, della frantumazione dell'apparato statale e alla contrazione dell'economia bizantina avvenuta appunto nel VII secolo. [VIKAN-NESBIT 1980 P.37] (Non risultano in Sicilia ritrovamenti di exagia vitrei posteriori al VII secolo anche se essa era ancora saldamente sotto il controllo di Costantinopoli fino alla definitiva caduta in mano araba nel 878). Le tipologie conosciute sono una ventina catalogabili in base al monogramma che può essere figurativo o a croce, alla presenza del busto dell'imperatore o di Cristo, o del marchio del valore.[ENTWISTLE 2002 p. 614].


In base a questa classificazione si può di conseguenza contestualizzare i pesi vitrei in un determinato periodo storico: 1. I monogrammi a blocco si possono far risalire ai primi decenni del VI secolo 2. I monogrammi a croce si possono far risalite all'imperatrice Teodora (534 d. C.); si assiste quindi a una circolazione contemporanea di monogrammi a blocco ed a croce 3. I monogrammi a croce all'inizio del VII secolo si impongono

esempi di gettoni Bizantini circolanti in Sicilia:

Siracusa: peso g. 1,5; diametro 11 mm; colore verde opaco; Museo Archeologico di Siracusa “P. Orsini”

Siracusa; peso g. 1,8; diametro 22 mm; colore verde chiaro. Museo Archeologico di Siracusa “P. Orsini”


Siracusa; peso g. 1,4; diametro 19 mm; colore blu cobalto. Museo Archeologico di Siracusa “P. Orsini”

Siracusa; peso g. 1,3; diametro 14 mm; colore giallo trasparente. Museo Archeologico di Siracusa “P. Orsini”

Enna; peso g. 3,8; diametro 25 mm; colore bianco opaco. Museo Archeologico di Siracusa “P. Orsini” Biografia: • SILVIA LUSUARDI SIENA in “Anulus su effigi” 2004 • CLAUDIA PERASSI in “Archeologia e moneta” 2008 • CHRISTOPHER ENTWISTLE in “Byzantine weights”

Gli Arabi, seguendo l'uso bizantino, usavano i gettoni di vetro [ pesi in vetro vengono introdotti dagli arabi con ABD' AL MALIK nel 690-691 (BALOG 1972-1973) ], comunemente detti sanagat, come campioni ponderali per le monete d'oro e d'argento. Sotto la dinastia fatimita, tuttavia, a partire dal suo sesto esponente, al-Habim bi-amr Alkh (356-411 E - 996-1020 d.C.), si assiste ad un incremento impressionante della loro produzione che non può assolutamente essere giustificato dalia loro funzione di parametri monetari. Si ritiene che essi siano stati usati al posto delle monete di rame che, infatti, in epoca fatimita sono pressoché inesistenti. A favore di ciò varie argomentazioni, tra


cui: la mancanza di corrispondenza, nel periodo in questione. tra il peso dei sanagat e le monete più comunemente usate; il ritrovamento di coevi campioni monetari in bronzo (da impiegare in luogo dei gettoni divenuti ormai monete); la frequente tesaurizzazione dei gettoni, inspiegabile per semplici campioni ponderali; la comparsa sui gettoni, proprio a partire dal regno di al-Hahim, della data che è elemento tipico della moneta e, infine, la circolazione di gettoni che presentano evidenti tracce di falsificazione, operazione assolutamente ingiustificata per dei campioni ponderali, quindi risulta abbastanza plausibile che, con avvento di al-Hakim, si sia voluto ovviare alla endemica penuria di rame incrementando la produzione di gettoni vitrei e consentendone I' uso come moneta per il piccolo scambio,

Le monete di riferimento erano il dinar d'oro, il dihram d'argento e anche se in maniera più limitata il fuls di rame. Monetazione che pur con qualche distinguo era presente in tutti i territori assoggettati agli arabi, e quindi era necessario che tutti godessero di monete di pari valore per evitare truffe brogli e altri illeciti. A garanzia di ciò il califfo nominava un funzionario adetto al controllo del peso. I pesi vitrei erano prodotti per punzonatura a caldo poco prima del raffreddamento del vetro fuso, erano prodotti in tutto il mondo araba anche se quelli siciliani presentano delle leggende con caratteri meno eleganti e con evidenti errori sintattici [D'ANGELO 2005]. I gettoni siciliani non differiscono di molto da quelli egiziani (vi fu infatti oltre alla produzione in loco una certa importazione di gettoni in particolare dall'Egitto) I gettoni siciliani hanno un diametro che varia dai 10 ai 35 mm ed un peso (corrispondente alla monetazione in corso) variabile tra i 8,5 ed i 1,10 grammi.

Agli inizi della dinastia si ricorreva per la fabbricazione ad un vetro molto trasparente dalle più svariate colorazioni (verde,viola, rosa, miele). In seguito si optò per una pasta vitrea opaca arricchita di pigmento minerale o vegetale: ciò comportò una maggiore resistenza del tondello (probabilmente richiesta dal nuovo valore assunto in qualità di moneta) ed un arricchimento della qamma cromatica (blu, giallo, marrone, rosso, bianco e nero).

La loro fabbricazione doveva probabilmente essere affidata a laboratori specializzati e controllata da funzionari statali. La procedura infarti era piuttosto delicata dal momento che il gettone soprattutto nella sua funzione originaria doveva riprodurre con estrema precisione il peso standard dei vari tipi di monete in circolazione.

La polvere di vetro, suddivisa in mucchietti,misurati con attenzione veniva liquefatta e poi sottoposta all'impressione della matrice dall'alto, producendo il caratteristico rigonfiamento del bordo [DE LUCA 2007].


biografia: • BaLog P., The Fatimid GLass Jeton, in "Annali Istituto ltaliano di Numisrnatica', 1972

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DE LUCA MARIA AMALIA in “Monete e gettoni ….” 2007 DE LUCA MARIA AMALIA in “La monetazione della Sicilia islamica..” 2012

"L'Imam 'Abd Allàh"



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