La Basilica Disegnata dalla Luce

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Solo nell’origine si può riconoscere la vera natura di una cosa (L. Feuerbach) S. PIETRO E PAOLO D’AGRO’: LA BASILICADALLADISEGNATALUCE di Ketty TAMA’

Introduzione

2 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE

A cura di Archeoclub Area Jonica Messina. Ci sono “esordi” che nella vita non si scordano, soprattutto nella vita di un’associazione. Uno di questi senz’altro è legato a quando la nostra socia arch. Ketty Tamà iniziò a parlarci dell’Abbazia dei SS. Apostoli Pietro e Paolo d’Agrò usando un linguaggio diverso dalle parole, nuovo, per certi versi incomprensibile, ma affascinante: il linguaggio della luce. Ci disse sintetizzato in parole qui povere, ma che si arricchiranno man mano che continuerete a leggere il suo contributo – che quelle finestre, quell’orientamento della struttura, non erano cose messe lì a caso, magari per rispondere (soltanto) a esigenze costruttive, ma raccontavano la storia e persino l’anima, religiosa e storica, di quella chiesa. In una parola, il genius loci. Attraverso lo studio della luce si poteva capire perché la chiesa venne realizzata in un certo modo, perché venne realizzata proprio lì, che messaggio intendeva mandare ai contemporanei e ai posteri.

Quanto troverete nelle pagine che seguono è un estratto del frutto del suo lavoro che Archeoclub Area Ionica Messina ha ritenuto doveroso condividere e divulgare, perché quanto da lei studiato a S. Pietro è un linguaggio simbolico ed universale, che accomuna esperienze costruttive medievali ovunque. Perciò è uno studio, il suo, che offre coordinate interessanti per dare una nuova lettura a S. Pietro d’Agrò, ma non solo a S. Pietro. Ci limiteremo a dare qualche breve indicazione al lettore per capire dove ci troviamo e cosa ci facciamo qui.

3 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Siamo nel comune di Casalvecchio Siculo, in provincia di Messina, nella Valle d’Agrò, una delle tante vallate che caratterizza la costa jonica nordorientale di Sicilia, tra Taormina e Messina. È un territorio che per un millennio ha pensato, parlato, scritto, pregato e persino imprecato solo e sempre in greco. Ciò dalla colonizzazione iniziata nella vicina Naxos, con i calcidesi di Teocle che nell’VIII sec. a.C. finirono su queste sponde e fondarono la prima colonia greca di Sicilia, innervando per sempre dell’anima greca questa isola. Persino durante la fase romana nella Valle d’Agrò il greco non tramontò del tutto, fondendosi ed adattandosi per poi tornare subito a riprendersi la scena con i bizantini e il monachesimo che – dopo gli arabi – tornò di “moda” venendo poi successivamente definito “basiliano”. L’invasione araba, paradossalmente, rinforzò la presenza greca in quest’area, perché proprio nel triangolo nordorientale di Sicilia vennero a rifugiarsi i bizantini della Sicilia occidentale e meridionale per sfuggire all’avanzata saracena. Persino le lotte iconoclaste determinarono il passaggio da questa parte dello Stretto dalla Calabria di monaci, libri, pratiche e riti bizantini, che qui trovarono terreno fertile. Ecco perché i normanni, giunti qui nell’XI secolo, dopo la cacciata degli arabi e malgrado “in tasca” un accordo col papa “latino”, puntarono proprio sul monachesimo greco per garantirsi presidi umani, sociali, politici, religiosi e persino militari, finanziando monasteri “multifunzionali” spada compresa - in tutto in Val Demone. In questo contesto, nel 1116, il Conte normanno Ruggero II concesse a Gerasimo la facoltà di “ricostruire” l’antico monastero dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò. L’atto parla di ricostruzione di un precedente edificio distrutto dagli arabi, ma è difficile capire se il riferimento alla

Ma oltre agli elementi bizantini, convivono in questa chiesa le tracce caratteristiche del normanno e dell’arabo, in un connubio che può definirsi “siciliano” e che costituì, come meglio si vedrà, il nucleo genetico delle grandi cattedrali arabo normanne che nel Palermitano sono state dichiarate alcuni anni fa Patrimonio Unesco. Un patrimonio, quindi, il cui embrione si trova proprio in questa quasi

4 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE distruzione araba fosse più “politico” che reale, tanto che diversi studiosi hanno ipotizzato il precedente monastero sia stato in realtà sepolto da un’alluvione e si da localizzare sulla sponda opposta del torrente Agrò, innestato su edificio tardo romano (Cfr. Giuseppe Lombardo, Sulla ubicazione del Monastero-Monumento dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò, ripreso da Gesualdo Campo e Franz Riccobono). C’è anche chi (Carmelo Duro, Carmelo Puglisi) ha rintracciato orme scritte della presenza del monastero già nel 560, mezzo millennio prima della donazione: ma dove fosse esattamente quel primo monastero e che fine abbia fatto ancora la storia non ce lo ha detto con certezza. Di sicuro il “nuovo” monumento prende molto dalla precedente cultura bizantina, anche attraverso l’architettura religiosa. Gesualdo Campo, dirigente della sezione architettonica della Soprintendenza di Messina, ebbe modo di evidenziare una caratteristica che rende a suo dire questo monumento unico, cioè la presenza di due cupole che testimoniano un “compromesso” tra rito latino e greco: una cupola sopra il centro, perché Dio è il centro di tutto, secondo i greci; cupola anche sopra l’altare, perché Dio è il punto terminale di tutto, secondo i latini. Ciò si armonizzerebbe anche con i rapporti tra rito latino (seguito dai normanni, più per ragioni di opportunità che per convinzione) e quello greco, che da secoli era ben radicato su queste terre.

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sperduta e difficilmente raggiungibile abbazia del Valdemone. Che, come detto, ci parla attraverso il sole.

E ora accendiamo… la luce, con le parole di Ketty Tamà, vice presidente di Archeoclub Area Ionica Messina. Archeoclub Area Ionica Messina

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6 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Prima di tutto… Per chi volesse ammirarla in un video, Lei è qui: https://youtu.be/02bWkFWoEfs

7 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Per chi volesse visitarla, Lei è https://goo.gl/maps/nmaV9RSkxaa6aaYQ8qui:

Premessa È doveroso ricordare a me stessa, prima che a chi mi legge, che ho conseguito la Laurea in Architettura presso la Facoltà di Architettura di Palermo nel 1996 e che né la Religione né l’Architettura sono più state le stesse per me dopo aver frequentato il corso di Storia della Critica e della Letteratura Architettonica del compianto prof. Antonello Samonà. Egli ci condusse nella Cattedrale di Monreale, anch’essa di edificazione normanna, a misurare, studiare, verificare simbolismi, angoli, inclinazione dei raggi solari, stratificazione di culti prima che di pietre. Quel 29 conseguito all’esame finale, quell’incompiuta che allora mi parve una crudeltà infinita, forse aveva una ragione. Tutto quello che sto per scrivere è emanazione dei miei studi di allora, rivisti dopo oltre vent’anni ed utilizzati per rileggere, per riconnettere all’orizzonte che guarda il mare e l’Arghennon Acron, per riconnettere al cosmo quell’edificio magnifico che è la Basilica dei S.S. Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo. Ho iniziato rilevando l’esterno dell’edificio col GPS per posizionarlo esattamente nello spazio. Il resto è geometria pura: angoli, direzioni, numeri che in quanto tali sono inconfutabili. Ho tenuto conto dello sfalsamento del calendario Giuliano rispetto a quello Gregoriano, che ai tempi dell’edificazione della Basilica era di 10 13 giorni. 1

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Proviamo adesso a calarci nella cultura architettonica dell’epoca medioevale: un edificio di culto deve essere costruito in base a regole che derivano dalle direttive delle “Gerarchie Celesti” della Pseudo Dionigi l’Aeropagita (V sec), ovvero l’Architettura è disegnata dalla Luce, in quanto unica Verità. Chi si discosta da tali direttive è un eretico, perché il Tempio è immagine di Cristo, rivelazione solare. La Luce è la Bellezza Assoluta, mentre l’Edificio è la Bellezza Sensibile, attraverso la quale noi riusciamo a contemplare la Bellezza di Dio. Figura 1 Il “ Demiurgo” Miniatura dalla Bibbia Moralizzata, Vienna Proviamo a ricostruire questo processo di creazione della Basilica, diventiamo Architetto e nel contempo Sacerdote, Ierofante. Possediamo un sito per l’edificazione ed il nostro unico riferimento è

Progettare e Costruire nel Medioevo

l’orizzonte da Casalvecchio ad est , verso il mare, perché è da lì che proviene la Luce, la Rivelazione, l’Alba. Il centro, l’Omphalos Ritengo che il centro geometrico della concezione spaziale della Basilica, l’Omphalos, sia il Bema2, ossia la porzione di spazio delimitata planimetricamente dalle quattro colonne (da dove provengono quelle quattro colonne?) e coperta dalla cupola principale che funge da spettacolare baldacchino costituito dalla cupola più alta, quella innalzata verso Dio dalle muqarnas 3 . Il Bema nell’architettura sacra era il luogo della Parola, della Lettura. Probabilmente qui si svolgeva la prima parte della Messa, la Liturgia della Parola, mentre la Liturgia Eucaristica si svolgeva sull’altare. Ma questo Bema è anche un 2 Le basiliche con bema al centro sono sicuramente di matrice siriaca. E di origine siro copta sono i culti dei santi quali Onofrio, Elia,Cosma e Damiano, Filippo d’Agira. E di origine siro copta sono i toponimi quali “ddieri” che individua un insediamento monastico. I monasteri erano di fatto l’evoluzione di piccole comunità di asceti disseminate in grotte , dette laure, che guardavano verso oriente.

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3 Il Muqarnaṣ ( in arabo: ممممم) è una soluzione decorativa propria dell'architettura musulmana, originata dalla suddivisione della superficie delle nicchie angolari raccordanti il piano d'imposta circolare della cupola con il quadrato o il poligono di base, in numerose nicchie più piccole.

Il muqarnaṣ si diffuse rapidamente in tutto il mondo islamico a iniziare dal XII secolo.

Un esempio di decorazione a muqarnaṣ è riscontrabile nel soffitto della navata principale della Cappella Palatina di Palermo, costruita da maestranze islamiche su commissione del re normanno Ruggero II. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte islamica all'epoca dell'invasione araba della Sicilia.

Venne usato, oltre che nelle cupole, in volte di ogni tipo, in nicchie di portali, come elemento di raccordo tra parete e cornice, e fu realizzato in pietra, mattoni, stucco, legno o ceramica.

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Assoluta affinità planimetrica è possibile verificare tra la Basilica e la chiesa di San Srgio a Rusafa, Siria: anche qui vi è un bema centrale tra quattro robusti pilastri e i capitelli delle colonne presentano una affinità sorprendente:

Il linguaggio liturgicoe architettonico greco proviene dalla Siria, dalla più antica, dalla prima comunità cristiana del mondo: Antiochia.

Figura 2 Il Bema

Martyrium, una “chiesa nella chiesa”, un edificio a pianta centrica dedicato ad un martire ed ha anche origini precristiane, è il bema delle sinagoghe, retaggio del trono di Mosè.

12 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Figura 3 Pianta di San Sergio a Rusafa, tratta da A.Di Bennardo Pietre Orientate. 2005 Roma Figura 4 I capitelli di S. Sergio a Rusafa (Siria)

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Gli Azimuth Abbiamo il centro, sotto la cupola maggiore, ora ci occorrono dei punti fissi da osservare, da far diventare direzioni nella creazione di questo luogo di culto. Le sole direzioni possibili in quell’orizzonte che guarda ad est verso il mare, sono le albe, le direzioni della levata del sole nelle date liturgiche della “deesis” (dal greco δέησις, "supplica", "intercessione"), tema conograficocristiano di matrice culturale bizantina e ortodossa, tema strettamente connesso al Giudizio Universale.

DISEGNATA DALLA LUCE

I tre soggetti della deesis sono Cristo, la Madonna e Giovanni Battista e sulle albe delle loro date liturgiche fondamentali è costruita, inequivocabilmente, la Basilica. Sappiamo che il sole non sorge sempre nello stesso punto all’orizzonte, alla latitudine di Casalvecchio Siculo l’amplitudine ortiva, ovvero l’angolo che rappresenta i punti estremi della levata del sole all’alba dei solstizo d’estate e d’inverno è di circa 63°.

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Figura 5 Il Deesis della Basilica di S. Sofia

14 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Figura 6

Immaginiamo di essere il Demiurgo, l’Architetto che deve edificare la Basilica ed ha come unico riferimento le albe liturgiche dal sito di Casalvecchio su cui sorgerà la Basilica. Dal Solstizio d’Estate, attimo in cui ci sentiamo potenti, perché le giornate sono lunghissime, il sole sembra sorgere per qualche giorno sempre dalla stessa direzione, un’infinita apoteosi di luce, inizia invece il “Cammino verso le Tenebre”: dopo il 24 giugno le albe si muovono verso sudest, le giornate inesorabilmente si accorciano. Il sole percorre le albe liturgiche delle feste di Giovanni, come il suo martirio il 29 agosto e la sua annunciazione il 23 settembre, data dell’equinozio d’autunno, e la natività di Maria, 8 settembre per giungere al solstizio d’Inverno. Dal 21 dicembre fino al 24 il sole sembra fermo: sorge sempre nello stesso punto e le giornate sono brevi, ci assale la paura di un buio senza fine.

15 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Figura 7 Dal 25 dicembre, la data del “Sol Invictus” le albe invertono la loro direzione, tornano a muoversi verso nordest, le giornate si allungano, inizia il “Cammino Verso la Luce”. Figura 8

Dall’Omphalos, dal centro, seguendo la direttrice della levata del sole nel giorno della nascita di Maria, otto settembre, è posto il robusto pilastro sinistro del transetto e seguendo l’altra direttrice fondamentale, quella della nascita del Cristo, venticinque dicembre, ecco posizionato il pilastro destro. Possiamo ammirare le due albe dalle piccole finestre delle absidi laterali. Sulle direzioni di queste due albe, le albe della nascita della Madre e del Figlio è costruito l’intero presbiterio.

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Figura 9 “L'Azimuth di Giovanni” con la nicchia sul muro a nord Questa direttrice intercetta sul muro un punto in cui è posta una nicchia che possiede un tiraggio: è pensata per contenere fuoco, un

Ritorniamo all’Omphalos e seguiamo l’allineamento delle colonne del Bema: la diagonale traguarda l’alba ed il tramonto della data di nascita del terzo elemento della deesis, Giovanni Battista, ventiquattro giugno.

18 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE cero, una candela, i riti del fuoco e dell’acqua con cui si celebra Giovanni.

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Anche le pietre angolari non sono poste a caso: quelle dell’abside principale sono allineate rispettivamente all’alba degli equinozi, ovvero ad est, e all’alba della festa della purificazione di Maria, la festa della Candelora, due febbraio. La pietra angolare di nordest è allineata alla data del martirio del Battista, ventinove agosto, quella di sudovest al tramonto dell’Assunta, quindici agosto: questi due punti individuano la diagonale principale dell’edificio.

4 Devo questa osservazione al mio collega ed amico Salvatore Fazio, non posso non citarlo.

L’Azimuth della Basilica L’asse principale della basilica non è allineato all’asse equinoziale, ovvero esattamente sulla direttrice est ovest, ma è ruotato di 11,40 gradi. E’ rivolto verso l’alba del martirio di San Teodoro d'Amasea5, 17 febbraio. Ai suoi carnefici il martire disse: «Lasciatemi così (vivo n.d.r.) perché chi mi diede sopportazione nei supplizi mi aiuterà affinché sostenga illeso l'impeto del fuoco». 5 “Teodoro, originario dell’Oriente, dopo essersi arruolato nell’esercito romano venne trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea, nel Ponto, al tempo dell’imperatore Galerio Massimiano (305 311).A seguito della promulgazione di un editto anticristiano, che prescriveva l’obbligo, anche per i soldati, di compiere sacrifici alle divinità pagane, il giovane Teodoro, che sin dalla nascita era seguace della dottrina cristiana, si rifiutò di adempiere al decreto nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei suoi compagni d’armi. I suoi superiori, per un atto di clemenza, gli concessero del tempo per riflettere: egli, al contrario, approfittò di questa pausa per incendiare il tempio della dea Cibele, la Grande Madre degli dèi, che sorgeva nel centro della città di Amasea, nei pressi del fiume Iris.Ricondotto l’imputato in tribunale, i giudici decisero di indurlo all’apostasia con l’offerta di un pontificato pagano; offerta che fu subito sarcasticamente respinta. I magistrati ordinarono che Teodoro venisse torturato sul cavalletto e che poi fosse condotto in prigione a morire di fame e di sete. Mentre i carnefici gli straziavano le carni, Teodoro pregava intonando il verso d’inizio del Salmo 34 (33): «Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode». Rinchiuso in carcere, durante la notte ebbe celesti e confortanti visioni, le cui luci abbaglianti intimorirono i presenti. La sentenza lo condannò a essere bruciato vivo.Il suo martirio si compì, secondo i Sinassari bizantini, il 17 febbraio, probabilmente in un anno compreso tra il 305 e il 311 d.C.Le notizie sulla vita di Teodoro sono tratte da un discorso pronunciato da san Gregorio di Nissa nella basilica del santo a Euchaïta (in Asia Minore), eretta, già nel IV secolo, sul luogo dove sorgeva il suo sepolcro.”

© Copyright Teodoro De Giorgio

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Chi è Teodoro Teodoro e’ un santo basiliano. Il suo encomio venne celebrato nel 381 da Gregorio di Nissa, fratello di S. Basilio Magno. Era un giovane soldato romano ai tempi di Massimiano (306 311) che si rifiutò di abiurare il cristianesimo, incendiò un tempio di Cibele ad Amasea e venne martirizzato proprio il 17 febbraio. Dopo la sua morte compì numerosi miracoli prevalentemente mirati a difendere la città dove fu sepolto dagli invasori Saraceni che volevano distruggere il suo Unasantuario.prova della importante funzione di Teodoro nella Chiesa medioevale è possibile leggerla nella

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“Historia del Martirio di S. Teodoro” di Francesco Maria Torriggio, del 1643, in cui Egli è “ Connumerato tra i Santi Difensori nelle guerre giuste de’ Cattolici”. E quali sono queste guerre giuste? Quelle in cui i Cattolici si difendono dalle aggressioni Saracene o le Crociate? Vi è un elemento in alzato che conferma la mia teoria, è un oculo, tompagnato a seguito della realizzazione del portale a sud. Tompagnato ma non cancellato: è ancora visibile dall’interno.

Figura 10 Porta sud vista dall'interno della navata

Io ritengo che quell’oculo fosse un foro gnomonico, realizzato per proiettare un raggio di luce all’interno della Basilica, al centro del bema intercessore di luce ad una determinata ora di un determinato giorno. Per analizzare il disegno della luce in alzato ho costruito un analemma vitruviano, un sistema che veniva utilizzato per disegnare sulla meridiana i punti sui quali passa l’ombra dello gnomone in particolari giorni dell’anno: solstizi, equinozi, e nei giorni in cui il Sole entrava nei vari segni zodiacali, applicato anche nei casi in cui si sono volute realizzare particolari illuminazioni di immagini sacre durante certe festività religiose (vedi cappella degli Scrovegni a Padova).

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Figura 11 Sezione da " F.Basile-L'architettura della Sicilia Normanna" rielaborata con analemma Io credo che il foro gnomonico fosse progettato per proiettare un cerchio di luce al centro del bema a mezzogiorno del 17 febbraio, per verificare questa mia ipotesi ho ricostruito un modello 3d dell’edificio con un software di modellazione tridimensionale, inserendo azimuth e declinazione del sole a quella data e la mia ipotesi risulta verificata.

Figura 12 Proiezione di luce dall'oculo del portone sud, rielaborazione da modellazione tridimensionale

24 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Figura 13 Proiezione reale della luce della finestra del primo ordine relativa alla campata precedente a mezzogiorno del 17 febbraio Figura 14 Proiezione della finestra del secondo ordine sul muro sud a mezzogiorno del 17 febbraio Il 17 febbraio potrebbe essere la data di fondazione della Basilica, alba liturgica a cui l’edificio è stato dedicato in toto per proteggerlo

Figura 16 L’alba dei primi di marzo, ovvero dell’alba di Teodoro nel calendario Giuliano

Figura 15 S.Teodoro, particolare del Menologio di Basilio II, X sec Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica

25 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE dall’invasione minacciosa degli arabi, proprio grazie all’intercessione di Teodoro, della mano armata della Chiesa, protettore dell’esercito bizantino, oppure la Basilica originaria ,di cui parlano molti autori, era dedicata a S. Teodoro di Amasea.

La Basilica misura il tempo ciclico, rappresenta l’Alfa e l’Omega, Giovanni Battista ed il Cristo, “Egli deve crescere ed io invece diminuire” Essa(Gv3.30).stessa è una preghiera innalzata semplicemente col suo esistere, col suo porsi immanente e trascendente nel contempo davanti alla Luce, essa stessa lega il Cielo alla Terra. Ketty kettytama@virgilio.itTamà

Il culto di S. Teodoro è presente a Casalvecchio: vi è una chiesa ormai diruta la cui abside rivolta stranamente a sudovest sembra guardare proprio verso l’abside della Basilica, una confraternita, un quadro settecentesco attribuito al Cannavò ed una statua equestre ed è inoltre presente in tutta la Valle d’Agrò. La successione delle stagioni, la ciclicità del tempo, non sarebbe possibile senza l’angolo di inclinazione dell’asse terrestre. La spazialità in alzato è caratterizzata proprio da questo angolo: dal portale di ingresso a terra, verso il piano d’imposta del catino absidale, possiamo tracciare una retta inclinata di 23 gradi, come l’asse terrestre. Tale consuetudine progettuale era presente in Siria ed in Sicilia nelle Architetture costruite tra il XI e il XII secolo.

26 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE

Da anni Ketty Tamà, conducendo i suoi studi sull’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, tira fuori aspetti che accomunano molti altri monumenti normanni, arabi e bizantini che qui, a S. Pietro, sembrano trovare le loro tracce genetiche. Soprattutto il “disegno di luce” delle basiliche medievali è un tema affascinante e universale e, allo stesso tempo, forse non adeguatamente approfondito anche per la difficoltà di individuare il significato dietro il simbolo, il santo dietro un raggio, il messaggio dietro un’ombra. Perciò abbiamo pensato che questo lavoro vada adeguatamente divulgato e diventi patrimonio di tutti. Nel pieno spirito che anima da sempre Archeoclub Area Ionica e che si richiama al motto del più Grande assessore alla Cultura che la Regione Siciliana abbia mai avuto durante la sua intrigata e intrigante storia istituzionale, Sebastiano Tusa: "la mia stella polare è il dovere di divulgazione." Ecco, anche la nostra.

NonCONCLUSIONIrestarechiusa qui, luce!

27 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE

E ORIENTAZIONI ASTRONOMICHE NELLA

CHIESA ROMANICA DI SAN PARAGORIO A NOLI (SV) Pubblicato in: Atti del IV Congresso Nazionale della Società Italiana di Archeostronomia, ConTatto Edizioni, Lerici (SP), settembre 2006, pp. 3849. Francesco Maria Torriggio Historia del Martirio di S. Teodoro. Roma http://www.centrostuditeodoriani.it/1643

A.Di Bennardo Pietre Orientate. 2005 Roma W. Kronig Il Duomo di Monreale e l’Architettura Normanna in Sicilia. 1974 Palermo D.Mario D’Amico La Chiesa Normanna dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo a Casalvecchio Siculo nell’8° Centenario 1172 1972. 1972 Messina F.Basile L’Architettura della Sicilia Normanna. 1975 Catania D.Mario D’Amico Palachorìon. 1979 Catania C. Puglisi Il Monastero Basiliano dei SS. Pietro e Paolo D’Agrò. 2014 G.LombardoMessina Scifì Dai Tempi di Omero ad Oggi. 1996 Furci Siculo C. Duro La Valle d’Agrò. 1999 S. Alessio Siculo S.Bottari Nota sul Tempio Normanno dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò. 1927 Messina A. Cutrera La Chiesa Normanna dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. 1927 C.RomaFilangeri Monasteri Basiliani di Sicilia Messina 1979 L.Lucini- I Roti nella Chiesa e l’Oriente Cristiano. 2013 Roma L. Lucini- Simbolica Orientale. 2011 Roma M.Incerti- Il Disegno della Luce nell’Architettura Cistercense Vitruvio Pollione De Architettura, a cura di Piero Gros, Edizioni Einaudi 1997 SIMBOLISMOTorinoMISTICO

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

29 Ketty TAMA’ S. PIETRO, LA BASILICA DISEGNATA DALLA LUCE Sommario Introduzione.......................................................................................................2 Prima di tutto… ..............................................................................................6 ProgettarePremessa............................................................................................................8eCostruirenelMedioevo................................................................9 Il centro, l’Omphalos........................................................................................10 Gli Azimuth.......................................................................................................13 L’Azimuth della Basilica....................................................................................19 Chi è NonCONCLUSIONITeodoro...................................................................................................20...................................................................................................27restarechiusaqui,luce!...........................................................................27BIBLIOGRAFIAESSENZIALE...........................................................................28

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