
4 minute read
PREFAZIONE DI MARCO BERNARDI
PREFAZIONE
Dopo Gomorra è diventato facile parlare di camorra, facile e anche un po’ alla moda. La temerarietà consiste nel parlare di camorra nel modo in cui non ci si aspetterebbe. La mia non è una storia contro la camorra, ma un racconto di fantasia che non solo mette in scena la camorra e le sue dinamiche, ma va oltre e si pone come episodio significativo di una ipotetica storia universale del crimine.
Advertisement
Luigi Bernardi
Dopo la chiusura di Granata Press nel 1996, Luigi Bernardi mise in pausa la sua attività di editore e iniziò una nuova avventura come osservatore dell’attualità criminale.
Per un anno, e poi per uno ancora successivo, si dedicò a fare una lista di tutti i crimini di sangue commessi in Italia nell’anno solare. Queste due liste presero la forma dell’ormai mitico Libro dei Crimini (Adnkronos Libri), nelle sue due edizioni 2000 e 2001. Lo studio dettagliato dei crimini italiani lo portò a tirare alcune conclusioni: in prima battuta, comprese che la narrazione mediatica mainstream non era corretta e, prima ancora dei delitti di Novi Ligure (2001) e di Cogne (2002), pose l’accento sul fatto che il nuovo fronte fosse la famiglia. In aggiunta, sottolineò come spesso questi delitti non avessero motivazioni concrete, né piani diabolici da libro giallo, ma fossero il sintomo di un malessere più generale della nostra società.
5
Negli anni successivi rielaborò queste sue idee prima sotto forma di saggio (A Sangue Caldo, DeriveApprodi, 2001; Il Male Stanco, Zona, 2003), poi come racconti brevi o haiku (Pallottole Vaganti, DeriveApprodi, 2002), sfociando infine nel romanzo (Atlante Freddo, Zona, 2006), e sperimentando collateralmente la scrittura per il teatro (La Conta, 2005).
Infine, dopo tanti anni di separazione turbolenta con il fumetto, Bernardi ci si rituffò a capofitto, adottando anche in questo caso la veste di autore. E lo fece andando a riscoprire le sue grandi passioni. Innanzitutto, con l’omaggio ai personaggi del fumetto nero anni Settanta (e a Magnus), con Fantomax. E poi, con il libro che avete tra le mani, Carriera Criminale di Clelia C.
Infatti, dal punto di vista autoriale, questo libro è fortemente connesso ad altre storie nere che Bernardi promosse come editore. Partendo da Zampino di Peppe Ferrandino e Ugolino Cossu su Orient Express, e arrivando alla mitica rivista Nero di Granata Press, nella quale spiccava sempre Ferrandino con Storia di Cani.
Non per nulla, in parallelo a Clelia, Bernardi stava anche scrivendo Sud Side Fiction (lasciato però incompleto), sempre una storia di criminalità partenopea, per i disegni di Giancarlo Caracuzzo, disegnatore proprio di Storia di Cani. E il tratto di Grazia Lobaccaro ha sicuramente delle forti sintonie con quello di Caracuzzo.
In Clelia c’è però anche tanto del discorso che Bernardi aveva sviluppato durante il suo studio dettagliato dei crimini: si era reso conto di come la criminalità organizzata si stesse radicando in maniera endemica e irreversibile nella nostra società. Infatti, superato il periodo stragista di Cosa Nostra, le varie organizzazioni criminali italiane, e alcune estere, si muovevano in maniera più discreta, limitando i fatti di sangue a piccoli regolamenti di conti, e spostando il loro obiettivo sulla finanza internazionale. Da questo punto di vista, questo fumetto si aggancia sicuramente allo stesso tipo di narrazione più realistica della criminalità, inaugurato da Gomorra, uscito nel 2006, ma con una visione nettamente pessimistica sul futuro. Infatti, in un’intervista, Bernardi dice:
Non esiste la gente onesta. Tutti noi ormai abbiamo in tasca denaro sporco. Abbiamo perduto l’innocenza. Siamo complici e non possiamo fare altro che esserlo. Gli stati sono troppo impegnati a sopravvivere per opporsi davvero a queste criminalità.
Per questo la Camorra in Clelia è quasi un escamotage narrativo, per
6
sviluppare e raccontare un personaggio, con la scelta sicuramente originale di una protagonista donna. In un’altra intervista, spiega la sua scelta così:
Perché volevo scrivere la storia di una donna e la camorra me ne dava la possibilità. La camorra, per la sua organizzazione anarcoide, è l’unica criminalità che lascia spazio d’impresa alle donne. Le donne sono la struttura portante dei clan di camorra, quelle che fanno andare avanti gli affari anche quando gli uomini sono in galera.
E anche in questo caso, Bernardi si dimostra anticipatore di concetti che in seguito sono stati sviluppati da altri, basti pensare a Gomorra, in questo caso la serie televisiva, dove figure di boss femminili come Scianel e Patrizia hanno trovato crescente spazio.
Grazie agli amici di DOUbLe SHOt avete di nuovo la possibilità di leggere quindi un’opera che, anche se non concepita in quel senso, è un doppio testamento di Luigi Bernardi, sia della sua carriera come editore e talent scout, che del suo lavoro come studioso dei crimini e autore. E, grazie al grande lavoro grafico di Grazia Lobaccaro, un fumetto che si inserisce perfettamente nella tradizione italiana del genere.
In chiusura, una chicca per appassionati: Carriera Criminale di Clelia C. è un ulteriore omaggio di Bernardi a Stendhal e alla Certosa di Parma. Infatti, dopo avere usato per molti anni per firmare alcuni articoli e recensioni lo pseudonimo di Dominique Del Dongo, ispirandosi a Fabrice, protagonista del romanzo, ha in questo caso preso in prestito il nome dell’altra protagonista, Clelia Conti.
Bologna, 10 settembre 2019
Marco Bernardi
Marco Bernardi (1981) è un chimico esperto in tecnologie rinnovabili. Incidentalmente e per tradizione famigliare, è anche appassionato lettore di romanzi e fumetti. E’ Presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Bernardi”, con la quale si occupa di organizzare e promuovere eventi nel ricordo del padre, Luigi Bernardi.
7
