Impresa & Territorio

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periodico d’informazione aziendale anno IV Ottobre 2012

edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena CONGIUNTURA

Calano ancora fatturato e produzione del secondo trimestre 2012

ASSICURAZIONI

Segnali positivi dal partenariato pubblico privato

Accordo di Partnership tra Studio Garulli ed Inser SpA

Il servizio a pagina 6

Il servizio a pagina 5

Editoriale

PROJECT FINANCING

IN PRIMO PIANO

Addio al sogno della “Grande Emilia”?

Reportage del Giornale delle Imprese sul riordino delle Province

di Ottavio Margini

Impresa & Territorio

Con la Provincia “Emilia” vi era o meglio vi è (la decisione finale non è ancora presa) la possibilità che confini amministrativi siano individuati in un ottica di distretto industriale, un distretto che va dalla Ferrari alla Barilla passando per Max Mara, o ancora dal Prosciutto di Parma a quello di Modena passando per il Parmigiano-Reggiano. Brand ed eccellenze caratterizzanti di un territorio e ben noti nel mercato globale. Modena, Reggio Emilia e Parma sono le città emiliane per antonomasia, formano insieme un distretto economico ben individuato. Quante sinergie si potrebbero realizzare per proporsi a livello mondiale. Mentre, infatti, la scelta di unire la Romagna merita un plauso, non si comprende perché altrettanto non si sia fatto per l’Emilia, preferendo una divisione che ricorda un ritorno ad un lontano passato. Tale scelta sembra contrastare in modo palese con una visione economica e di sviluppo del territorio. Non sappiamo se dopo il parere del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) e dell’orientamento della Regione Emilia-Romagna, la partita possa considerarsi chiusa. Ma le questioni aperte sono ancora molte e ci sembra che una decisione così importante meriti più attenzione da parte di tutte le forze economiche. segue a pag 2

La ricerca di una soluzione per lo sviluppo del distretto emiliano

Il servizio a pagina 17

Ottobre 2012 FORMAZIONE

Da Cisita Parma nuova piattaforma dedicata alle risorse umane Il servizio a pagina 9

RICERCA & SVILUPPO

REI: progetto europeo nel settore automotive

Il servizio a pagina 10

SOSTENIBILITÀ

Ifoa e Studio Alfa insieme in Sud America per la Commisione Economica delle Nazioni Unite

Il servizio a pagina 13

IMMOBILIARE

In calo il mercato degli immobili industriali

è distribuito gratuitamente Richiedi una copia per la Tua azienda

Il servizio a pagina 7


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RIORDINO PROVINCE

Molteplici le questioni aperte di forma, sostanza e procedura

Riordino delle Province: il rischio di un pasticcio! Occorrono scelte coerenti con una visione economica di sviluppo del territorio emiliano continua da pag 1 di Ottavio Margini

Sul Tema delle Province e del loro “riordine” le questioni aperte sono molteplici. Si parte innanzitutto dalla loro effettiva utilità (prima questione). Dovevano essere soppresse poi si è arrivati al taglio parziale. Certo è che le Province sono previste dalla Costituzione che recita all’art.114 “la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Per sopprimerle occorrerebbe modificare il dettato costituzionale. Si passa poi ai criteri (seconda questione) previsti per procedere a diminuirne il numero, ovvero al riordino. Veramente molto opinabili. Si è dato più peso ai chilometri quadrati piuttosto che a indici economici quali il PIL o al numero delle imprese. Si ha l’impressione che an-

cora una volta si sia operato, così come per le altre riforme varate, in un ottica di pura “revisione della spesa” senza abbinare ai tagli un processo di razionalizzazione con una visione costruttiva e di sviluppo. Vi è l’aspetto (terza questione) relativo al mutamento delle circoscrizioni Provinciali che, sulla base dell’art 133 della Costituzione, avviene su iniziativa dei Comuni. Non pochi sono i dubbi espressi anche da famosi Costituzionalisti sulla legittimità dell’art. 17 del decreto legge 95, che riguarda le modalità procedurali sul riordino delle Province. Non sembra sussistere, infatti, alcuna plausibile giustificazione per la palese difformità fra il procedimento di riordino previsto dal decreto e la ben diversa procedura di modifica dei territori delle Province, stabilita nella Costituzione. Il principio auto-

Intervista esclusiva del Giornale delle Imprese ai presidenti delle Province di Piacenza, Reggio Emilia e Modena

nomistico appare vittima di un ‘vero e proprio capovolgimento’. Da dibattere ci sarebbe anche la trasformazione delle Province in enti di secondo grado (quarta questione), senza quindi elezione diretta. Su queste questioni vi sono ricorsi pendenti. Altro aspetto (quinta questione) è se la Regione debba sentire per il riordino le popolazioni interessate, come sempre cita l’art. 133, o se comunque se sarebbe opportuno. Da discutere (sesta questione) ci sarebbe anche se decisioni così importanti (sempre che le Province siano importanti e debbano essere mantenute in vita) spettino o siano fortemente influenzate dal parere del solo Consiglio delle Autonomie locali (CAL). Il CAL (sconosciuto ai più) è un organo di rappresentanza, di consultazione e di coordinamento tra la Regione e gli Enti locali. Un Or-

1. Nell’ambito del riordino delle Province emiliane di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena si è parlato di soluzioni diverse; quale la Sua posizione e per quali motivi?

gano che in Emilia-Romagna è stato istituito recentemente dalla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13. Un organo che ha composizioni diverse nelle varie Regioni e del quale non fanno parte in EmiliaRomagna il mondo economico e scientifico. Altro tema sui cui dibattere (settima questione) è quello delle competenze ancora non ben definite che avrebbero le Province dopo il riordino. Ma premesso tutto questo, non sono queste sette questioni aperte, peraltro su temi rilevanti oggetto della nostra attenzione, ma piuttosto la logica e i motivi in virtù dei quali si prospetta la futura divisione della Regione EmiliaRomagna sulla base del parere deliberato dal CAL. In particolare, la realizzazione delle Province di Piacenza e Parma da un lato e Reggio Emilia e Modena dall’altro. Tale scelta sembra contrastare in modo palese con una visione eco-

2. Da un punto di vista economico prevale l’idea di poter lavorare in un ottica di distretto e non solamente di confini amministrativi. Non pensa che riunire quattro Province virtuose nella “Grande Emilia” possa favorire lo sviluppo dei nostri territori?

nomica e di sviluppo del territorio emiliano. Vorremmo che tutti i sindaci coinvolti in questa decisione del CAL ci dessero una motivazione precisa e razionale sulla loro scelta e se ne assumessero la responsabilità. Per quanto ci riguarda non potendolo chiedere a tutti i Sindaci, abbiamo domandato le motivazioni delle loro ai Presidenti delle Province interessate che comunque poco hanno potuto incidere nella decisione. Ci hanno risposto i Presidenti delle Province di Modena, Piacenza e Reggio Emilia. Riportiamo i quesiti sottoposti e le loro posizioni motivate. Il Presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, tramite l’addetto stampa, ci ha riferito che sulla questione non rilascia dichiarazioni alla stampa su questo argomento.

3. A chi spetta la decisione finale e quale ruolo, a Suo avviso, dovrebbe spettare ai cittadini in questa scelta?

Il parere di Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza

Piacenza ha una vocazione naturale verso la Lombardia Lecito ed opportuno consegnare ai cittadini la responsabilità della scelta Con riguardo al primo quesito, così risponde Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza: “La mostra Provincia ha sempre sostenuto la propria identità autonoma sulla base di una peculiarità prima di tutto geografica: confina infatti con tre regioni e sei province. Superata questa fase e procedendo in un riordino all’interno della regione attualmente di appartenenza, ho sostenuto, appoggiato dalle categorie economiche, dalle parti sociali e dai 48 sindaci del territorio piacentino,

un’unione con la Provincia di Parma; unione che parte dal presupposto che il riordino delle Province debba avere un dimensionamento congruo rispetto alla collocazione regionale. Circa la seconda domanda “La ‘Provincia Emilia’ – precisa Trespidi – a causa della sproporzionata vastità territoriale e dell’altissimo numero di abitanti, avrebbe contrastato con la dimensione della regione Emilia Romagna. Il Consiglio provinciale di Piacenza, nella sua sovranità e nella sua autonomia,

Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza

ha inoltre valutato, in questo particolare momento storico,

l’opportunità di adottare un provvedimento per l’avvio del referendum per la scelta della collocazione di Piacenza in Emilia o in Lombardia; questo sulla base della naturale vocazione della Provincia di Piacenza verso la Lombardia. Non credo – risponde Massimo Trespidi – che riunire quattro Province nella “Provincia Emilia” possa favorire lo sviluppo dei nostri territori. Un distretto economico potrebbe avere validità nell’ambito di una macro-regione del Nord. Sulla base delle competenze assegnate alle ‘nuove Province’

la dimensione della ‘Provincia Emilia’ sarebbe in contrasto con le necessità amministrative”. In risposta al terzo quesito “La Provincia di Piacenza – dice Trespidi – in considerazione del fatto che ci troviamo di fronte ad un passaggio epocale, ha ritenuto lecito e opportuno consegnare ai cittadini la responsabilità della scelta, avviando l’iter del referendum per la collocazione della provincia di Piacenza in Emilia o in Lombardia”.


RIORDINO PROVINCE

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I l par e re d i Soni a Masi ni , p resi d en te del l a P r ov i n c i a di Reggi o Em i l i a

“Emilia” è un brand fortissimo con una reputazione eccellente La scelta sul riordino coinvolge i cittadini, le imprese, i liberi professionisti e i giovani Con riguardo alla prima domanda, “la proposta del CAL – afferma Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia – non ci trova d’accordo perché si creano Province, per dimensione e qualità, molto eterogenee tra loro, associandole in modo forzoso e anacronistico, senza una visione di futuro e di contesto europeo. Va definito meglio anche il ruolo della città metropolitana di Bologna e sul fronte degli accorpamenti va fatto di più. Vanno dimezzate le Regioni, venti sono troppe, ma anche le Province vanno ridotte di più, qui ce ne vogliono tre e non cinque, con compiti prevalentemente di programmazione, di pianificazione, di gestione di poche e precise materie come le infrastrutture. Si deve riordinare – continua Sonia Masini – l’organizzazione dello Stato, tutta, superare gli sprechi e le sovrapposizioni, aprire una stagione che ridefinisca i confini per dare migliori servizi. E’ davanti a tutti la necessità e

la responsabilità di una fase impegnativa per affermare l’unica proposta che vediamo sensata, cioè la costruzione di un nuovo assetto amministrativo per l’Emilia. Essa non dovrà essere una nuova regione bensì uno degli ambiti, in cui suddividere la Regione Emilia-Romagna, che potrà portare risparmi ma soprattutto nuove e grandi opportunità per le sue imprese e per il suo tessuto economico in modo da creare nuovi posti di lavoro e contribuire a battere la crisi economica che ci attanaglia. Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, solo se unite, eviteranno di diventare le periferie delle aree metropolitane di Milano e Bologna e potranno mantenere e potenziare le proprie eccellenze. Emilia non dovrà cancellare i nomi dei singoli territori, ma piuttosto esaltarli perché noi siamo già Emilia. La proposta di Emilia – precisa la Masini – non nasce oggi, ma matura da tempo ed è quella più forte perché anche secondo diversi

programmi europei quest’area ha tutti gli indicatori per attrarre finanziamenti ed eccellenze, per essere un’area che conta in Italia e in Europa”. Circa il secondo quesito “Emilia – risponde Sonia Masini – è un brand fortissimo, ha una reputazione eccellente, come le espressioni di stima e solidarietà ricevute nel recente terremoto hanno dimostrato: è il simbolo del buon vivere, del food, del saper fare, della storia e della cultura. Emilia ha una forte economia che potrà essere rilanciata proprio da nuove integrazioni e collaborazioni in modo da potenziare le infrastrutture, le reti telematiche, i corridoi ecologici. Emilia sarà un’area eccellente che darà nuovo impulso al lavoro delle sue popolazioni, produrrà nuovo reddito e potrà essere motore importante per rilanciare l’Italia. Tutto questo non è un progetto burocratico, è un nuovo sogno che potrà avverarsi se avremo

Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia

insieme la lungimiranza di guardare lontano, di superare i campanili, di non parlare solo di pubblica amministrazione, ma della sostanza delle cose”. Venendo al terzo quesito “a Reggio Emilia – afferma Sonia Masini – si è aperta una grande campagna di ascolto e sono già migliaia le firme raccolte a sostegno del progetto Emilia che valorizzerebbe Modena, Reggio, Parma, Piacenza e tutta l’Emilia-Romagna. Bisogna togliere le decisioni dagli ambiti ristretti,

dei partiti e delle istituzioni, bisogna parlare con i cittadini, le imprese, i liberi professionisti, con i giovani, capire che cosa vogliono e spiegare loro i progetti. Non condivido la procedura secondo la quale anche se a molti le cose non vanno bene si va avanti lo stesso, è un modo molto forzato di procedere. Il Paese ha bisogno di essere riformato in profondità e quella del riordino istituzionale e dei nuovi ambiti territoriali è un’occasione importante, tra l’altro si dice che bisogna diminuire il numero delle Province mi pare invece che ci sia chi vuole aumentarle o, forse, tenere lo stesso numero. Noi – conclude Sonia Masini – proponiamo che al posto di quattro Province se ne faccia una. Mi pare una bella razionalizzazione per un organismo che non dovrà gestire ma programmare infrastrutture materiali e immateriali e, soprattutto, impegnare ciascuno a lavorare di più insieme, uniti, per essere più forti”.

I l par e re d i E m i l i o Sabatti ni p re s i den te del l a P rov i n c i a di M oden a

“Provincia dell’Emilia”: troppo vasto il territorio per una rappresentanza unica La Provincia di Modena-Reggio Emilia risponde in questa fase alle esigenze del territorio “Il documento approvato dal Consiglio Autonomie Locali (CAL) in materia di riordino delle Province è il primo passo di un percorso di riorganizzazione dello Stato. Questa riforma – dice Emilio Sabattini – è nata in una fase emergenziale, sotto la spinta della crisi economica e finanziaria. La politica e le istituzioni, che finora sono rimasti spettatori, devono ora rendersi protagonisti di questo processo, assumendo il tema della riforma istituzionale come elemento prioritario per raggiungere l’obiettivo che i cittadini si attendono, e cioè un profondo rinnovamento e una sempre maggior efficienza della pubblica amministrazione. Modena, pur rispondendo ai parametri fissati dal governo per il mantenimento delle attuali Province, partendo dalla convinzione che in questa fase di gran-

Emilo Sabattini, presidente della Provincia di Modena

de cambiamento fosse sbagliato rimanere da soli ha avviato una consultazione con il sistema politico istituzionale e l’associazionismo economico per individuare l’ambito territoriale più adeguato. C’erano tre ipotesi in campo – spiega ancora Sabattini – la prima era l’unione tra Modena, Reggio Emilia e Ferrara, la Provincia Cispadana; la seconda è l’aggregazione tra Modena e Reggio Emilia,

un’unione che in molti campi esiste già e nei fatti ha anticipato la politica. Basti pensare all’economia, all’istruzione, all’università. C’era poi una terza ipotesi, avanzata da Reggio, che era quella di creare una Provincia Emilia comprendente Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. Ma era la soluzione a noi più distante – aggiunge Sabattini – perché non bisogna dimenticare che sul dimensionamento delle nuove Province verrà poi ridisegnato anche il nuovo assetto dello Stato. Ed è difficile immaginare che avere su un territorio così ampio una rappresentanza unica di funzioni fondamentali quali ad esempio Prefetture, questure o Camere di commercio possa rispondere a un’esigenza di maggior efficienza. Ci siamo confrontati sulle tre ipotesi, tutte con la medesima dignità

e degne della massima attenzione, partendo dal presupposto che il nuovo soggetto, la nuova provincia, non dovrà cancellare alcuna identità, perché ciascuno vi entrerà con la propria: sarà esclusivamente l’espressione di una diversa organizzazione territoriale dello Stato, per meglio rispondere alle esigenze di modernizzazione ed efficienza della pubblica amministrazione. Dalla consultazione è emersa l’indicazione dell’ambito territoriale Modena- Reggio Emilia come quello maggiormente rispondente alle esigenze del territorio, ed è questa la proposta che gli enti locali modenesi hanno avanzato al Consiglio delle Autonomie Locali, che ha poi confermato questa indicazione. La ‘Provincia dell’Emilia’ è una proposta che ha una forte suggestione oltre ad una

significativa innovazione – conclude Sabattini – Tuttavia per l’insieme dei pareri e delle osservazioni raccolte in sede di consultazione ci siamo convinti che in questa fase sia più utile, anche relativamente alle competenze che avranno le nuove province e per il processo di riorganizzazione che successivamente riguarderà gli uffici periferici dello Stato, andare a un’aggregazione dei territori di Reggio Emilia e Modena con la costituzione di un ambito di oltre 1,2 milioni di abitanti dotato di un insediamento industriale, agricolo, agroalimentare e culturale fra i primi nel Paese e in Europa. Noi riteniamo che questa scelta possa rappresentare una prima tappa, non conclusiva, l’avvio di un processo nuovo che può essere ricompreso dentro ad una prospettiva che guarda ad un ambito emiliano”.


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RIORDINO PROVINCE

La div is io n e sul l a base d el l ’ attu a l e pa r er e es pres s o da l CA L

Le future Province dell’Emilia-Romagna: dati socio-economici Primeggiano Reggio Emilia con Modena e la Romagna Se in Emilia-Romagna il riordino delle Province avvenisse come dalle indicazioni espresse dal CAL (Coordinamento delle Autonomie Locali) la Provincia più forte sulla base dei dati socio-economici sarebbe quella di Reggio Emilia e Modena. Sulla base dei dati 2010 dell’Atlante della competitività delle Province e delle Regioni dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, avrebbe infatti una popolazione di oltre 1.200.000 abitanti, più di 130.000 imprese registrate e un PIL di quasi 37.500 milioni di Euro. Subito dopo la Romagna e in terza posizione Bologna. Più distaccata la Provincia di Piacenza e Parma con 730.000 abitanti, 79.000 imprese registrate e un PIL di 21.844 milioni di Euro. Poco significato ha in tale contesto l’isolamento della Provincia di Ferrara che ha indici socio-economici inevitabilmente molto più deboli.

PARMA-PIACENZA

MODENA-REGGIO EMILIA

kmq 6.038,79 Popolazione 731.995 Imprese registrate 79.302 PIL (in mil. di euro) 21.844

kmq 4.975,75 Popolazione 1.231.256 Imprese registrate 132.833 PIL (in mil. di euro) 37.470

FERRARA

kmq 2.631,82 Popolazione 359.994 Imprese registrate 37.749 PIL (in mil. di euro) 9.687

BOLOGNA

kmq 3.702,41 Popolazione 991.924 Imprese registrate 97.509 PIL (in mil. di euro) 32.748

ROMAGNA

kmq 5.096,77 Popolazione 1.114.089 Imprese registrate 127.929 PIL (in mil. di euro) 33.748 Fonte: Atlante delle competitività delle Province e delle Regioni - Dati 2010 - Istituto Guglielmo Tagliacarne


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CONGIUNTURA

Pr e s e n tati i d ati d al l ’ i nd ag i ne con gi u n t u r a l e s u l l ’i n du s tr i a m a n i f a ttu r ie r a

Congiuntura secondo semestre: negativi fatturato, produzione e ordini Credito: continua l’indebolimento dei prestiti a imprese e famiglie Nel secondo trimestre 2012 non si attenua e prosegue la fase negativa congiunturale. Ancora in calo produzione fatturato e ordini. Unica eccezione le esportazioni e gli ordini esteri che riescono ancora a crescere, ma il cui andamento è apparso tuttavia in rallentamento rispetto al trend dei mesi precedenti. La tendenza negativa interessa tutti i settori, in particolare le maggiori difficoltà hanno riguardato l’industria del legno e del mobile e quella della moda. Le piccole imprese, meno orientate al commercio estero, subiscono i contraccolpi più duri. La crisi sta colpendo tutti, ma più duramente le imprese industriali. In Emilia-Romagna, regione vocata al manifatturiero, nel prolungarsi della fase recessiva, sono le imprese di minore dimensione a pagare il prezzo più elevato. Sono queste alcune indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2012 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. La produzione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è diminuita del 3,6% rispetto all’analogo periodo del 2011, confermando il calo del trimestre precedente. Il calo ha interessato tutte le classi dimensionali, in particolare la piccola impresa fino a 10 dipendenti. A livello settoriale, le maggiori difficoltà hanno interessato le industrie del legno e del mobile (-8,2%), che risente di riflesso della crisi dell’edilizia, e della moda (-9,5%), che sconta la riduzione dei consumi. Il sistema metalmeccanico ha mostrato una relativa tenuta, grazie al maggiore grado di apertura all’export. Le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto hanno limitato il calo della produzione a -0,4%. E’ stato invece del 4,6% per le industrie dei metalli, che comprendono larghi strati della subfornitura meccanica. Anche la produzione dell’industria alimentare, di solito impermeabile ai cicli congiunturali, ha risentito (-2,8%) della diminuzione

dei consumi. Il fatturato ha subìto una flessione tendenziale prossima al 3,7%. Tutti negativi gli andamenti settoriali. Più lievi per l’industria alimentare e per quella della meccanica-elettricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni rispettivamente pari all’1,7 e 1,9%. Si aggrava la caduta per il sistema della moda (-9,4%) e per l’industria del legno e del mobile (-8,7%). Flessione pronunciata anche per l’industria dei metalli (-3,7%) dall’eterogeneo gruppo delle “altre industrie” (-3,8%). Al calo di produzione e fatturato, si aggiunge la domanda che ha accusato una flessione del 4,2%, rispetto alla stagnazione dei 12 mesi precedenti (-0,3%). Le esportazioni hanno rappresentato l’unica nota positiva con un incremento dell’1,9%, rispetto allo stesso periodo del 2011, nonostante un lieve rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Bene sui mercati esteri tutti i settori, dalle industrie alimentari (+0,5%) alle industrie dei metalli (+4,2%). Eccezione in questo quadro la caduta dell’export della moda (-3,6%). Gli ordini esteri crescono del 2,9%. Bene le industrie e meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (+5,7%). alimentari (+2,7%). Segni negativi hanno riguardato le industrie della moda (-0,6%) “I numeri di questo trimestre raccontano una situazione in cui alla difficile fase congiunturale si sono sommati i danni arrecati dal terremoto che ha colpito alcune province emiliane – ha dichiarato il

Un momento della presentazione dell’indagine congiunturale

Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Carlo Alberto Roncarati – Anche per i prossimi mesi non vi sono segnali di una inversione di tendenza. Siamo consapevoli che la crisi che stiamo vivendo non ha natura congiunturale, ma strutturale. Siamo dentro a una trasformazione del sistema economico e sociale. La crisi sta dettando dei cambiamenti che dobbiamo cercare di non subire semplicemente, ma governare se possibile, con una visione condivisa”. Lo scenario negativo è confermato da Confindustria Emilia-Romagna. “L’andamento dell’economia regionale – ha dichiarato il Presidente Maurizio Marchesini – è condizionato dalla forte incertezza del contesto nazionale ed europeo e dalla progressiva caduta della domanda e del reddito interni. Le manovre del Governo, pur necessarie – ha aggiuto il Presidente regionale degli industriali – hanno avuto inevitabilmente effetti recessivi sul clima di fiducia,

sul reddito disponibile e sui consumi delle famiglie, con conseguenze negative su importanti settori produttivi, a partire dall’edilizia. Gli imprenditori comunque non cedono a un pessimismo passivo e cercano segnali di uscita dalla crisi. Possiamo provare – ha proseguito Marchesini – a delineare una prospettiva di “inversione di tendenza” che volga verso il positivo, centrata sul raffreddamento delle tensioni finanziarie dello spread, che attenui il peso del debito pubblico, e sulla prosecuzione decisa della riduzione della spesa pubblica per abbatterlo ulteriormente. Questa prospettiva – ha concluso il Presidente Marchesini – dovrà basarsi su una strategia organica ed articolata per la crescita delle imprese e dell’economia attraverso la diminuzione del cuneo fiscale contributivo e, più in generale, del livello di tassazione sulle imprese”. Il credito in Emilia-Romagna, secondo l’analisi del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, ha continuato a inde-

bolirsi nell’estate 2012, in linea con la tendenza nazionale. Il complesso dei prestiti, dopo aver aperto l’anno con volumi stabili, ha iniziato a ridursi leggermente a partire da marzo, arrivando a segnare a luglio un calo dell’1,7% (anno su anno). Tale andamento è determinato dall’indebolimento dei prestiti alle imprese, che a luglio hanno registrato un’analoga contrazione (-1,7%). L’evoluzione dei prestiti alle imprese della regione non si discosta da quella nazionale: -0,9% nei primi sette mesi dell’anno in Emilia Romagna, -1% per la media Italia. I prestiti alle famiglie hanno confermato un rallentamento più moderato e graduale, ma anch’essi sono arrivati a segnare a luglio 2012 una variazione leggermente negativa (-0,2%) che non si vedeva da marzo 2009. I prestiti alle famiglie dell’Emilia-Romagna risultano leggermente più deboli della media nazionale (+1,4% nei primi sette mesi del 2012 rispetto a +2,1% del dato nazionale). “Sulla dinamica del credito – ha commentato Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – pesano la debole domanda dovuta alla recessione, alle prospettive quanto mai incerte e alla conseguente scarsità di investimenti, la situazione critica delle sofferenze che obbliga a una valutazione sempre più attenta del merito creditizio, le difficoltà di raccolta delle banche e i vincoli patrimoniali ad esse imposti, particolarmente stringenti in questa congiuntura economica”.

Manifattura 2° trimestre 2012 Fatturato Italia Emilia-Romagna Alimentari e bevande Industrie della moda Industrie legno mobile Metalli minerali metalliferi Mecc. elet., mezzi di trasporto Altre industrie manufatt. 1-9 dipendenti 10-49 dipendenti 50-500 dipendenti

Produzione

-6,2

Ordini

-6,6 -3,7

-6,2 -3,6

-1,7 -9,4

-4,2

-2,8

-1,7

-9,5

-8,7

-9,7

-8,2 -3,7

-9,2 -4,6

-5,5

-1,9 -3,8 -5,7

-0,4 -4,7 -5,6

-3,8 -2,7

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Area Studi Unioncamere, Indagine congiunturale sull’industria

-1,7 -4,6 -6,2

-3,7 -2,7

-5,2 -2,6


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PROJECT FINANCING

I n E milia- Ro m ag na nel p ri m o sem es tr e 2 0 1 2 : 1 1 8 ga r e e 1 8 9 m i l i on i d i e ur o d i i nv e s ti m e nt o

Segnali positivi dal partenariato pubblico-privato A Ravenna e Bologna la maggiore attività Nel primo semestre del 2012, il mercato del Partenariato pubblico-privato in Emilia-Romagna si presenta in ripresa. Tra gennaio e giugno sono state indette 118 gare di PPP, con un investimento, relativo a 65 gare di importo conosciuto, del valore complessivo di circa 189 milioni di Euro. Rispetto allo stesso periodo del 2011 si registra una crescita generalizzata: aumenta del 19% il numero delle iniziative, del 27% l’importo complessivo, del 39% l’importo medio per opera. E’ quanto emerge dai dati aggiornati dell’Osservatorio regionale del Partenariato pubblico-privato (www. sioper.it), che effettua il monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull’intero panorama del PPP, promosso da Unioncamere Emilia-Romagna e realizzato da Cresme Europa Servizi. La crescita in atto si avverte anche rispetto al peso del PPP sull’intero mercato delle opere pubbliche, passato dal 28 al 30% in termini di numero di opportunità e dal 18 al 28% per valore econo-

Le nuove norme puntano a stimolare gli investimenti privati e ad elevare l’efficienza nella realizzazione degli interventi, con maggiore certezza dei tempi necessari per rendere le opere effettivamente

Ugo Girardi, Segretario Generale di Unioncamere Emilia-Romagna

disponibili per i cittadini e per le imprese

mico. Rispetto ai valori medi nazionali, si registrano livelli più alti per numero di interventi (30% contro 19%), ma più bassi per importo (28% contro 38%). Analizzando la distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nelle nove province dell’Emilia-Romagna, si evidenzia un’intensa attività per Bologna, dove si concentra il 18% delle opportunità e il 26% dell’investimento. Più in dettaglio, nella provincia di

Bologna risultano localizzate 21 iniziative, con un investimento, relativo alle sole 9 gare di importo conosciuto, del valore complessivo di circa 49 milioni. Per consistenza degli investimenti emerge Ravenna con oltre 76 milioni, pari al 40% del volume d’affari regionale, quasi tutti relativi alla gara di maggiore importo, ovvero l’affidamento della concessione del servizio globale di gestione degli impianti di illuminazione pubblica semaforici e tecnologici nel Comune di Ravenna. Per quanto riguarda i setto-

ri di attività, la pole position spetta alle reti energetiche con oltre 100 milioni e 37 gare (rispetto ai 55 milioni e 22 gare nel primo semestre 2011), a conferma della spinta propulsiva che la green economy assicura, nonostante la recessione ancora in atto. Significativi anche i risultati degli impianti sportivi per numero di iniziative in gara (36 contro 21 del 2011) e dei parcheggi per importo (oltre 41 milioni contro 0,2 del 2011). “Negli ultimi mesi – sottolinea il segretario generale di Unioncamere Emilia-Roma-

gna, Ugo Girardi – la normativa statale sulla finanza di progetto è stata modificata in maniera significativa, al fine di agevolare il coinvolgimento dei capitali privati nella realizzazione delle infrastrutture. Il sistema camerale è impegnato a promuovere la cultura del partenariato pubblico-privato, anche attraverso strumentazioni come l’Osservatorio regionale del project financing, per contribuire a cogliere in EmiliaRomagna le opportunità e gli spazi aperti dal Governo Monti che ha messo in campo, con i provvedimenti Salva-Italia e Cresci-Italia, un pacchetto articolato di misure per dare impulso all’utilizzo del project financing nelle opere pubbliche. Le nuove norme – conclude Girardi – puntano a stimolare gli investimenti privati e ad elevare l’efficienza nella realizzazione degli interventi, con maggiore certezza dei tempi necessari per rendere le opere effettivamente disponibili per i cittadini e per le imprese”.


MERCATO IMMOBILIARE

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S u l l a bas e d ei d ati d el l ’Ag enzi a del T er ri tor i o

In calo il mercato emiliano degli immobili industriali SPAZI DI IMPRESA: servizi immobiliari per il settore corporate Il settore degli immobili a destinazione produttiva, come del resto tutto il mercato del real estate, sta soffrendo una fase di crisi che sembra non trovare spunti di ripresa, sia per l’andamento economico generale, sia per le difficoltà che le aziende incontrano nel reperire fonti di finanziamento a sostegno di nuovi investimenti. Ne parliamo con Francesco Bozzolini, Presidente di SPAZI DI IMPRESA Srl, (tel. 0522 924186 - www. spazidiimpresa.com) società specializzata nei servizi immobiliari per il settore corporate. Quale la situazione del mercato degli Immobili Industriali? “L’Agenzia del Territorio – risponde Bozzolini – a fine settembre ha diffuso i dati sulle transazioni di immobili ad uso produttivo che sono state formalizzate nel corso del primo semestre dell’anno. Dopo la lieve ripresa del volume di compravendite di capannoni registrata negli ultimi due trimestri del 2011, nella prima parte del 2012 il mercato italiano ha in generale disatteso i segnali positivi ed è tornato a mostrare elevati tassi di flessione. Nella prima metà dell’anno, il settore produttivo, con un tasso di variazione negativo del 18% rispetto all’omologo periodo del 2011, risulta aver sofferto ancora gli effetti della crisi. Il mercato al Nord ha perso circa il 20% dei volumi, mentre al Centro la riduzione è stata del 24%. Solo il Sud è riuscito a contenere la perdita nei limiti di un –10%. Positive invece le Isole con un +15%.

E l’Emilia ha seguito il trend nazionale? Anche in Emilia Romagna – continua Bozzolini – le compravendite, dopo un parziale recupero dei volumi registrato nel 2011 (+6% rispetto all’anno precedente), nei primi sei mesi del 2012 hanno subito una nuova, significativa contrazione, rispetto allo stesso periodo del 2011, registrando un –15%. Le tre province di Modena, Parma e Reggio Emilia, che da sole esprimono circa la metà del mercato regionale, hanno visto diminuire il numero di compravendite del 9% nel primo trimestre ed addirittura del 25% nel secondo trimestre, con un dato aggregato su base semestrale del –18%, peggiore di 3 punti percentuali rispetto del resto della regione. Siamo quindi ben lontani – evidenzia Bozzolini – dai volumi che venivano registrati prima della crisi. Basti pensare che il numero di compravendite concluse nel primo semestre 2012 in Emilia (n. 541) è inferiore di oltre il 43% rispetto a quello del corrispondente periodo del 2006 (n. 954). Di fronte a questi dati – riflette Bozzolini – molti si chiedono quando il mercato potrà tornare a mostrare segnali di vitalità. Il naturale riequilibrio tra l’attuale eccesso di offerta e la contrazione della domanda potrà essere ritrovato, a questo punto, solo attraverso un ridimensionamento dei prezzi di vendita, peraltro, di fatto già in corso. Certo è che la riduzione dei prezzi non sarà comunque sufficiente a dare nuova linfa

Il naturale riequilibrio tra l’attuale eccesso di offerta e la contrazione della domanda potrà essere ritrovato solo attraverso un ridimensionamento dei prezzi di vendita

al mercato immobiliare, finché i principali indicatori macroeconomici non torneranno a mostrare segni positivi. Inoltre, se non viene allentata la stretta creditizia da parte del sistema bancario, sarà difficile ipotizzare un ritorno consistente all’investimento immobiliare. Per tali ragioni, il settore cor-

porate, in questo momento, è prevalentemente caratterizzato dalla ricerca di soluzioni locative, che peraltro scontano anch’esse le difficoltà nel reperire presso banche ed assicurazioni le garanzie che normalmente vengono richieste dai proprietari per la stipula di nuovi contratti d’affitto. Quali servizi offre la società SPAZI DI IMPRESA? “La società – risponde Bozzolini – oltre a garantire un supporto qualificato nel collocamento sul mercato di capannoni, di laboratori e di uffici offerti in vendita o in locazione, propone anche servizi di assistenza nella valutazione degli aspetti finanziari connessi con le riloca-

lizzazioni aziendali. L’analisi economica e finanziaria di un investimento immobiliare rappresenta, infatti, il momento più importante per comprendere la validità e la correttezza delle scelte che stanno per essere intraprese, o che sono già state assunte. Tale analisi fa sì che l’iniziativa possa essere correttamente valutata dal punto di vista della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria, che sono requisiti indispensabili per garantire una oculata gestione del rischio e per avere concrete possibilità di incontrare il sostegno ai progetti da parte di terzi finanziatori.

GRAFICA: Filiberto Guatteri

Reg. tribunale di Reggio Emilia N. 1165 del 09/05/06

STAMPA: Centro Stampa Quotidiani SPA Erbusco (BS)

INFO:

Stampato il 17/10/12

DIRETTORE RESPONSABILE: Ottavio Margini

AREA COMMERCIALE: info@keymedia.it

REDAZIONE: hanno collaborato a questo numero: Ottavio Margini, Valentina Margini, Chiara Caselli, Alessandra Azzolini, Giuseppe Sangiorgi.

EDITORE: Keymedia Group s.r.l. Via Settembrini, 12/1 42123 Reggio Emilia www.keymedia.it

Per comunicare con il mondo aziendale



FORMAZIONE

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Nuova importane iniziativa di Cisita Parma

Nasce una piattaforma dedicata alle Risorse Umane Si chiama Cisita Lab-HR Community: un luogo d’incontro virtuale tra esperti di formazione e professionisti “Un laboratorio tra addetti ai lavori”, così il direttore generale di Cisita Parma Elisabetta Zini definisce il nuovo servizio dell’organizzazione dell’Unione Parmense degli Industriali (Confindustria) e del Gruppo Imprese Artigiane (Confartigianato), attiva nell’ambito della formazione professionale a fianco delle imprese. Si parla spesso di digitalizzazione, di condivisione delle informazioni e di ruolo del web nello sviluppo del business, perchè è nata Cisita Lab-HR Community? “In occasione dei venticinque anni di attività di Cisita Parma Srl (tel, 0521 226500), abbiamo voluto dare un messaggio forte ai nostri clienti, in termini di innovazione. Al processo di informatizzazione attualmente in atto al quale lei giustamente allude, non sono infatti estranee le Risorse Umane. Anzi – spiega la Zini – pensi a quanto può essere importante per i

Elisabetta Zini, direttore generale di Cisita Parma

manager, i direttori, i responsabili del personale e i professionisti dell’organizzazione aziendale interagire in uno spazio ricco di contenuti e di idee, in comunicazione diretta con i docenti, gli esperti e i formatori. Nella piattaforma (www.cisitalab. it), alla quale si accede con una password, si scambiano notizie, aggiornamenti e informazioni su questo specifico argomento”. Qual è l’obiettivo della

Community? “L’obiettivo primario di Cisita è da sempre quello di promuovere la cultura industriale attraverso un’articolata serie di attività volte a soddisfare le esigenze effettive che il mondo aziendale e il mercato sollevano. In un’ottica di costante aggiornamento, abbiamo deciso di avviare un’iniziativa che passa dal web, volta a migliorare la comunicazione con i referenti interni alle

aziende in termini di efficacia, sia per quanto riguarda i nostri servizi, sia nell’ottica di offrire risposte sempre più rapide, precise e personalizzate – dice la Zini – In genere, ci occupiamo di profili di medio-alto livello per le aziende di Parma e provincia. La Community ci consente anche di vedere oltre, diciamo così, ai confini territoriali”. Quali sono i suoi vantaggi in termini economici? “Il ventaglio delle funzionalità della HR Community è ampio: consente di individuare i fabbisogni formativi e le modalità d’intervento più idonee, di scegliere i canali di finanziamento e di provvedere all’organizzazione operativa dei percorsi e, infine, di fare una valutazione sull’efficacia della formazione stessa – prosegue Zini – Se si tiene poi in considerazione un ulteriore elemento, che oggi ha assunto un valore sempre più strategico, ossia la gestione del tempo, i vantaggi appa-

iono evidenti. Le aziende richiedono modalità operative e di scambio di informazioni sempre più flessibili, in grado di sfruttare appieno le potenzialità fornite dai più moderni sistemi, ottimizzando i tempi e facilitando le relazioni, riducendo all’essenziale la necessità di spostamenti fisici e incontri in presenza – e conclude – sappiamo tutti che il tempo è una variabile economica”. Com’è strutturata? “Cisita Lab-HR Community è strutturata in sei sezioni: Home Lab, Pubblicazioni, Docenti, Chat, Forum e Agenda. Il servizio Cisita Lab-HR Community prevede poi una costante connessione con alcuni dei principali Social Network (Facebook, Twitter e Linkedin), garantendo un’ulteriore facilitazione nell’accesso e nella fruizione dei materiali condivisi – dice Zini – Questo costituisce per noi e per i nostri interlocutori un valore aggiunto”.

D o po la r if o r ma d el m ercato d el l a v or o i n t r odotta da l l a L . 9 2 del 2 8 giug no 2 0 1 2

Come cambia la disciplina dei contratti a progetto Alessandro Ferri (Studio Ferri) illustra le novità I contratti a progetto, utilizzati da molte aziende per attivare rapporti di collaborazione, hanno subito con la “Riforma Fornero” sostanziali modifiche alle quali occorre prestare una particolare attenzione. Ne parliamo con il dottor Alessandro Ferri (Studio Ferri, tel. 0522 434543) consulente del lavoro ed esperto della materia. “Innanzitutto – spiega Ferri – l’art. 61 del D.Lgs. 276/03 reiscrive la nozione di lavoro a progetto. Non è più previsto il lavoro a programma. Il progetto deve essere funzionalmente collegato a un determinato risultato finale e non può consistere in una mera riproposizione dell’oggetto sociale del committente, avuto riguardo al coordinamento con l’organizzazione del committente e indipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione dell’attività lavorativa.

Il progetto, inoltre, non può comportare lo svolgimento di compiti meramente esecutivi o ripetitivi, che possono essere individuati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Il contratto – continua Ferri – è da stipularsi in forma scritta e deve contenere ai fini della prova la descrizione del progetto, con individuazione del suo contenuto caratterizzante e del risultato finale che si intende conseguire. Il compenso corrisposto ai collaboratori a progetto – spiega Ferri – deve essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro eseguito e, in relazione a ciò, nonché alla particolare natura della prestazione e del contratto che la regola, non può essere inferiore ai minimi stabiliti in modo specifico per ciascun settore di attività dai contratti collettivi sotto-

scritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale a livello interconfederale o di categoria ovvero, su loro delega, ai livelli decentrati. In assenza di contrattazione collettiva specifica, il compenso non può essere inferiore, a parità di estensione temporale dell’attività oggetto della prestazione, alle retribuzioni minime previste dai contratti collettivi nazionali di categoria applicati nel settore di riferimento alle figure professionali il cui profilo di competenza e di esperienza sia analogo a quello del collaboratore a progetto. Circa il recesso – fa presente Ferri – le parti possono recedere prima della scadenza del termine per giusta causa o qualora siano emersi oggettivi profili di inidoneità professionale del collaboratore tali da rendere impossibile

Alessandro Ferri (Studio Ferri)

la realizzazione del progetto. Il collaboratore può recedere prima della scadenza del termine, dandone preavviso, nel caso in cui tale facoltà sia prevista nel contratto individuale di lavoro. Da ultimo sono di particolare importanza per le aziende – conclude Ferri – le presunzioni di subordinazione per il lavoro a progetto. In primo luogo viene precisato

che la presunzione contenuta nel comma 1 dell’art.69 del D.Lgs. 276/03 deve essere letta come “assoluta”: la mancanza di uno specifico progetto determina la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Inoltre, viene prevista una nuova presunzione: salvo prova contraria a carico del committente, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, sono considerati rapporti di lavoro subordinato sin dalla data di costituzione del rapporto, nel caso in cui l’attività del collaboratore sia svolta con modalità analoghe a quella svolta dai lavoratori dipendenti dell’impresa committente, fatte salve le prestazioni di elevata professionalità, che possono essere individuate dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”.


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RICERCA & SVILUPPO

Pr o g e tto Eu r op eo p er l a Provi nc i a di Reggi o Em i l i a e REI

AUTONET - scambio di eccellenze nel settore automotive Diverse le aziende reggiane coinvolte L’industria del settore automotive, che comprende una filiera di imprese ampia e diversificata molto presente nel territorio emiliano, nei prossimi anni dovrà affrontare molteplici sfide a livello tecnologico, non ultima quella di contenere l’impatto ambientale, al fine di ridurre i problemi di inquinamento e traffico nei centri urbani. Reggio Emilia Innovazione (REI) da maggio 2010 supporta la Provincia di Reggio Emilia, in qualità di partner del progetto europeo Autonet - Transnational Network of leading Automotive Regions, progetto co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Central Europe (Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea). Ad illustrarci l’iniziativa è il dottor Alessandro Tacchini, responsabile del settore Sviluppo Progetti Innovativi di REI . “Obiettivo principale del progetto – spiega Tacchini – è incrociare le opportunità e le tecnologie offerte da ciascuna regione partner per il settore automotive, attraverso

la realizzazione di incontri, eventi e confronti tematici, con il coinvolgimento diretto di centri per l’innovazione e le PMI del territorio. Al Progetto AUTONET partecipano 9 partner di 7 paesi differenti (Italia, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia, Germania, Polonia ed Ungheria). Il leader del progetto è Autoklaster West Slovakia e tutti i partecipanti rappresentano i locali cluster automotive e mirano a enfatizzare e far collaborare tra loro le eccellenze del settore. Dopo l’organizzazione dell’importante evento match-making, tenutosi a gennaio 2011, a Reggio Emilia, dal titolo “Mechatronic solutions for automotive industry”, al quale hanno partecipato le associazioni di categoria di Reggio Emilia con più di 40 aziende reggiane e 30 aziende provenienti da tutta Europa, si sono succeduti altri incontri ospitati dalle regioni partner del progetto e da regioni non appartenenti all’Unione Europea, ma di grande interesse come paesi emergenti (Turchia, Ukraina, Russia). In particolare

vanno menzionati gli eventi tenutosi ad Ostrava, in Repubblica Ceca, che ha avuto come oggetto “Sustainability of the Automotive Industry”; quello tenutosi in Polonia a Rzeszow titolato ”Regional Cooperation in Response to the Crisis” e quello tenutosi a Istanbul, in Turchia, il cui oggetto è stato “Materials and technologies”, in cui alla delegazione reggiana si è aggiunta anche il team di CNA Servizio Estero nelle persone del presidente Mirco Salsi e del direttore Rita Malavasi. L’ottavo e ultimo evento in ordine cronologico – continua Tacchini – si è tenuto a Balatonfured (Ungheria) ospitati Mid-Pannon Regional Development Company, Agenzia territoriale che si occupa del gestione del cluster automotive nella regione del Mid-Pannon e ha visto la partecipazione di circa 40 aziende della filiera automotive. L’ente ospitante ha anche organizzato una visita all’innovativo stabilimento AUDI HUNGARIA MOTOR Kft di Győr da 900 milioni di Euro, in cui nascono Audi TT Coupé, TT Roadster, Audi

A3 Cabriolet e RS 3 Sportback e si producono i motori per Audi stessa, Volkswagen, Seat e Skoda. Vi sono imprese reggiane coinvolte nel progetto? “Certamente – risponde Tacchini. Nel corso di questi eventi si è potuto valorizzare il lavoro e i prodotti di diverse industrie reggiane offrendo l’opportunità di allacciare rapporti con aziende della medesima filiera operanti in altre regioni europee. Hanno infatti cooperato alla riuscita del Progetto sia grandi aziende del calibro di LANDI RENZO SpA, ASK Industries SpA, WALVOIL SpA, ma anche molte piccole e medie imprese quali: CF 3000 Srl, RE:Lab Srl, RAW POWER Srl, MATEC Srl, XBW Srl, CGR Srl oltre che al contributo dell’Università di Modena e Reggio Emilia ed in particolare del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria (DISMI) di Reggio Emilia”. Quali i prossimi eventi del progetto? “Il prossimo incontro del Progetto Autonet – risponde

Tacchini - si terrà a Kaluga (Russia), dal 22 al 26 ottobre, e verrà ospitato all’interno di AUTOEVOLUTION 2012, terzo Forum mondiale sullo sviluppo del settore automotive e sulla produzione di componenti per veicoli. Reggio Emilia Innovazione sarà presente, supportando la Provincia di Reggio Emilia nei passaggi propri del progetto e nell’azione di valorizzazione delle aziende del proprio territorio attraverso la partecipazione a tavoli tematici, a forum specialistici e ad momenti di match-making. L’ultimo evento a carattere pubblico – conclude il dottor Tacchini – si terrà a Wroclaw (Polonia) in dicembre, mentre il progetto si concluderà definitivamente con l’evento finale a Bratislava (Slovacchia) nei primi mesi del 2013. Reggio Emilia Innovazione tramite il proprio sito internet manterrà aggiornate le aziende del territorio che potranno rivolgersi direttamente all’Ufficio Innovazione e Trasferimento Tecnologico (tel. 0522/922238 - email: ttoffice@reinnova.it).


SOSTENIBILITÀ

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A Fie r e d i P arm a d al 7 al 10 febb ra i o 2 0 1 3

Future Build: il Salone della Sostenibilità Le principali case produttrici italiane presenti alla manifestazione Il Quartiere Fieristico di Parma, sede di importanti manifestazioni quali Cibus e Salone del Camper, ospiterà nel prossimo mese febbraio Future Build – Salone della Sotenibilità. Molti i temi in primo piano che saranno affrontati nell’ambito della manifestazione. Tra questi: - l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici: il concetto di sostenibilità oltre alla qualificazione energetica deve senza dubbi ricomprendere quello della sicurezza degli edifici, delle infrastrutture, tema che deve essere affrontato con un approccio multirischio con l’antisismica al centro dell’attenzione visto anche le gravi conseguenze del recente sisma che ha colpito l’Emilia; - le “Smart Cities” o città intelligenti: un processo urbanistico per riqualificare e progettare ambiti urbani di qualità; un concetto che sposta l’obiettivo, finalizzandolo prima allo sviluppo urbano e poi al singolo edificio, sovrapponendo alle teorie urbanistiche tradizionali il filtro della qualità della vita;

- la riqualificazione degli edifici esistenti e dei centri storici: tra le priorità delle nostre città vi è quello di intervenire su il risanamento, la conservazione, la qualificazione energetica e il recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato esistente nel rispetto dei caratteri identificativi delle zone di particolare pregio; - la sostenibilità nel mondo produttivo: proprio nel 2012 Confindustria ha presentato la Carta Principi per la Sostenibilità Ambientale che rappresenta, per le imprese e le associazioni aderenti, la bussola dei valori di riferimento nel loro cammino per uno sviluppo sostenibile. La manifestazione ha già ottenuto il patrocinio di molteplici Istituzioni, quali Regione Emilia-Romagna, ANCE, Unione Parmense degli Industriali, ProvincIa e Comune di Parma, di diversi Enti Tecnico scientifici quali GBC Italia, Centro Architettura ed Energia dell’Università di Ferrara, Kyoto Club, Ises Italia eccetera. Molte le aziende che hanno già confermato la loro presenza in fiera con spazi espostivi. Significativa

Tra queste: Rubner Haus, Prefa, Südtirol Fenster, Lafarge Gessi, Edilit, ELLE ESSE, Isospan, KWB Italia, Bioisotherm, Clivet, Gruenbeck Italia, Roefix, Wolf Haus, Luppi Serramenti, Inpek, Zehnder, Ariston Thermo Group, B&F Ahrntaler, Extenzo-Artesa, Finstral, Caparol, Geco Haus, Fortlan Dibi, Bianchini Infissi, Öekofen.

Tutte le informazioni sulla manifestazioni sul sito web www.futurebuild.it o telefonando alla segreteria organizzativa (tel. 0522 521033)

la partecipazione di importanti case produttrici italiane nell’ambito di tutti i settori:

dalla termoidraulica, all’isolamento termico, delle case in legno all’energia solare.


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SOSTENIBILITÀ

AI LX PLUS: la nuova serie per uso domestico di Hydrocontrol

Perché scegliere un addolcitore per acqua di ultima generazione Ecco i vantaggi in termini economici ed ecologici L’acqua è un bene necessario per l’intero pianeta. Anche nella propria casa è possibile applicare tecnologie per migliorare la qualità di vita della famiglia e degli impianti, risparmiando sia in termini economici che ecologici. Non tutta l’acqua, infatti, è uguale. A determinarne le differenze è la sua “durezza”, ossia il contenuto di ioni di calcio, magnesio e eventuali metalli pesanti presenti nell’acqua. Lo sa bene Hydrocontrol (tel. 0522 330315 - www. hydrocontrol.it), la società di Reggio Emilia che da anni lavora con passione nell’ambito dei sistemi e delle soluzioni per il trattamento e la purificazione dell’acqua. Ne parliamo con un loro esperto, Franco Menozzi. Signor Menozzi, qual è la principale funzione di questo nuovo prodotto? “AI LX PLUS è l’addolcitore per uso domestico che riduce i costi di gestione e aiuta l’ambiente. Lo abbiamo da poco inserito in produzione. La sua tipologia di costruzione consente di ottenere un forte risparmio idrico e di sale in fase di rigenerazione

dell’addolcitore stesso”. Qual è la differenza tra AI LX e AI LX PLUS? “L’ultimo nato in casa Hydrocontrol si differenzia dal sistema tradizionale serie LX nella costruzione della bombola contente le resine a scambio ionico. La struttura innovativa e il metodo di riempimento della colonna permettono di compattare in modo uniforme la resina mantenendola in ‘galleggiamento’. La sua tecnologia upcore e il tipo di resine adottate fanno sì che la cinetica dello scambio ionico, sia in fase di rigenerazione, sia durante il servizio, venga ottimizzata su tutta la resina, in modo da evitare vie preferenziali e perdite di efficienza – spiega Menozzi – Il sistema LX PLUS è un’apparecchiatura completamente automatica basata su di un programmatore digitale a controllo volumetrico per il consumo dell’acqua nell’abitazione e per la gestione delle rigenerazioni, ottimizzando così il consumo del sale e l’acqua di lavaggio – contiuna – I sistemi LX PLUS utilizzano, inoltre, una cella di disinfezione con elettrodi al titanio e

autodiagnosi ad azione autodisinfettante del minerale. Quali vantaggi è possibile ottenere dalla scelta di un addolcitore di ultima generazione? “Il consumo di sale è ridotto del 50% e quello dell’acqua di lavaggio del 30%. Non solo, la produzione di acqua addolcita con AI LX PLUS è incrementata del 15% rispetto alla serie LX. Le resine monodisperse sono certificate ad uso alimentare per dieci anni con elevata resistenza al cloro – dice Menozzi – Dal punto di vista ecologico, le parti riciclabili sono incrementate del 50% nei confronti dei sistemi con bombola in PRFV. In sintesi, questo addocitore offre più protezione, perché evita i depositi di calcare, previene i danni alle tubature, e salvaguarda gli elettrodomestici. Pensando all’intera famiglia in termini di comfort, un acqua addolcita da AI LX PLUS dona maggior benessere alla pelle e mantiene la morbidezza i capelli dopo i consueti lavaggi – e conclude – Il risparmio è notevole, se si considera anche la riduzione del consumo di detersivi, ancora oggi spesso inquinanti”.

Ecovalue, la bombola realizzata in PE 100% riciclabile, e resina a scambio ionico monodispersa

Schema d’installazione dell’aldolcitore AI LX PLUS


SOSTENIBILITÀ

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F i rmato acco rd o con l a C om m i ss i on e O NU

Sostenibilità: Ifoa, Studio Alfa e Mc-Zero insieme in Sud America Il pool di aziende al lavoro sui temi dell’efficienza energetica e dello sviluppo sostenibile L’azienda specializzata in servizi per l’ambiente Studio Alfa Srl e il centro di formazione e servizi Ifoa, insieme alla società Mc-Zero Srl di Cremona, hanno stipulato un accordo triennale per supportare la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC/CEPAL) sui progetti di sviluppo economico, sociale e culturale che la Commissione ONU realizzerà nei prossimi anni. Parliamo con gli attori di questa importante intesa per meglio comprendere i motivi e i contenuti dell’accordo. “L’attuale crisi economica – spiega Mauro Carretti, presidente di Studio Alfa (tel. 0522 550905 - www.studioalfa.it) – ha stimolato la firma di questo accordo per entrare nel mercato dell’America Latina, dove è particolarmente sentita l’esigenza di interventi in tema di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. Il contratto di collaborazione prevede, in prima istanza, il supporto e l’assistenza alle strategie di sviluppo della Commissione, relativamen-

te ai temi dell’efficienza e della sostenibilità in ambito urbano, alle strategie di innovazione sostenibile pubblico-privata, all’efficienza energetica e alla riduzione di anidride carbonica (CO2). Il progetto rappresenta una grande opportunità per le tre imprese italiane, che hanno capito l’importanza di guardare ‘oltre confine’, in un momento di empasse economico come quello attuale. Le attività previste avranno potenziali ricadute positive sul territorio e l’economia locale – prosegue Carretti – ma nello stesso tempo da questa collaborazione possono nascere anche opportunità per quelle imprese italiane che operano in campo aziendale, energetico ed edilizio e che sono intenzionate a fare rete per affrontare nuovi mercati”. Sulla stessa linea il presidente di Ifoa Lorenzo Giberti: “Questo accordo – afferma – nasce dall’incontro di realtà che hanno messo a disposizione le loro migliori competenze con logiche di partnership che consentono di fronteggiare con consape-

Mauro Carretti, presidente di Studio Alfa Srl

volezza altri mercati”. Il centro di formazione già da anni lavora a progetti per lo sviluppo dell’occupazione femminile in Argentina, Paraguay, Bolivia e Nicaragua. “In America Latina lo sviluppo urbano è in forte espansione – spiega poi l’architetto Gian Carlo Magnoli di Mc-Zero – ma si tratta di una crescita spesso disordinata e dannosa per l’ambiente e la collettività che lo abita. Solo con la formazione e gli interventi progettuali integrati con lo sviluppo sostenibile è possibile garantire un futuro diverso e migliore alle generazioni future”. L’accordo è ricco di attività,

Lorenzo Giberti, presidente di Ifoa

che saranno portate avanti in fasi successive nell’ambito della diffusione della cultura ambientale e della progettazione sostenibile, grazie alla formazione di un pool di aziende con capacità tecniche complementari in grado di tenere insieme la complessità di progetti di questa portata. Uno di questi progetti, relativo alla sostenibilità ambientale, è stato presentato da Michele Grassi di Studio Alfa, assieme a Carlo Magnoli di MC-Zero e Ricardo Jordàn di CEPAL, in occasione dell’evento internazionale World Urban Forum di Napoli, dal 1 al 7 settembre. Il convegno dal titolo “Eco-

Gian Carlo Magnoli di Mc-Zero

efficient Urban Infrastructure: Low carbon roadmap” si è tenuto il 5 settembre durante il side event delle Nazioni Unite. La Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi, istituita nel 1948, con sede a Santiago del Cile e uffici a Buenos Aires, Brasilia, Montevideo, Bogotá e Washington, è una delle cinque Commissioni Regionali delle Nazioni Unite fondata con lo scopo di contribuire allo sviluppo economico dell’America Latina, coordinando le azioni mirate a questo fine e rafforzando i legami economici tra i Paesi e con le altre nazioni del mondo.



SERVIZI

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Al via nuovo progetto su iniziativa di Keymedia Group, Studio Ligabue e Alma Group

Un “rapporto diretto” con esperti e consulenti Co-opetition: una rete di imprese e servizi per le aziende L’esigenza di fare rete riguarda oggi tutte le imprese e risulta di estrema importanza in particolare per quelle di micro e piccole dimensioni. La crisi ha infatti accentuato e modificato una serie di dinamiche rendendo più che mai necessario per le imprese l’aggregazione e la realizzazione di sinergie, sia per resistere sul mercato, sia per cercare nuove vie di sviluppo. Anche per le imprese del terziario, e in particolare quelle la cui attività si rivolge ad altre aziende, ovvero il “business to business”, la necessità di fare rete è oggi una priorità. Il terziario è uno dei settori che maggiormente risente delle crisi in quanto molte aziende, dovendo ridurre dei costi, partono dalle voci relative alle attività esterne sulle quali più facilmente si può incidere. E’ in tale contesto che nasce

“Co-opetition”, un progetto di imprese reggiane del terziario che intendono sviluppare tra loro sinergie di marketing e comunicazione. Ne parliamo con Paola Ligabue titolare dell’omonimo Studio, chiedendo innanzitutto delucidazioni sul nome del progetto. “La coopetizione – spiega Ligabue – meglio conosciuta con il termine inglese ‘coopetition’, è l’atteggiamento di competizione cooperativa che si instaura tra imprese concorrenti quando esse collaborano nella realizzazione di una specifica attività del loro business. Spesso le imprese del terziario svolgono attività in concorrenza tra loro perché tendono a offrire un’ampia gamma di servizi, facendo anche intermediazione, volendo sempre gestire direttamente il proprio cliente. Il nostro progetto vuole in-

vece creare alleanze, soprattutto relative ad attività di comunicazione e marketing. Quali sono le aziende che ne fanno parte? “Il progetto – risponde Paola Ligabue – è nato per iniziativa di Keymedia Group, realtà nota proprio nell’ambito di iniziative di co-marketing, e insieme alla mia società e ad Alma Group abbiamo sviluppato questa iniziativa. Il progetto, che ha ottenuto

un contributo da parte della Regione Emilia-Romagna, prevede poi il coinvolgimento di altre realtà ed è per questo che abbiamo già coinvolto in questa fase altre imprese che si occupano di energia”. Quale la logica e l’offerta di servizi concepita nel progetto? “Il nostro intendimento – afferma Ligabue – è di facilitare le aziende che necessitano dei nostri servizi tramite un

rapporto diretto e personale con noi, senza intermediazioni di alcun tipo. Questa immediatezza consente loro di avere risposte senza perdite di tempo. Inoltre unendo le nostre esperienze di qualità e consolidate nel tempo, le aziende potranno contare su partner affidabili con i quali affrontare le tante difficoltà che oggi caratterizzano il fare impresa”.

Da Project Group progettazione e assistenza elettromeccanica ed elettronica delle macchine industriali

Come migliorare i processi produttivi con automazione e robotica Realizzata un’isola robotica per la Gambini Meccanica L’automatizzazione dei processi produttivi è divenuta nel tempo elemento sempre più fondamentale per incrementare la competitività delle aziende, la qualità dei prodotti e la sicurezza dell’ambiente di lavorazione. Il processo di automazione e robotizzazione degli impianti viene realizzato con l’ausilio di imprese specializzate in possesso di uno specifico know how. Azienda reggiana che opera in tale ambito è Project Group (tel. 0522 873376 www.project-group.eu). Parliamo con Valdo Cascione, imprenditore con idee innovative, per farci meglio illustrare l’attività e i servizi dell’azienda. Project Group – spiega Cascione – ha una sezione dedicata all’assistenza elettromeccanica ed elettronica delle macchine industriali in genere ed è in grado di soddisfare tutte le esigenze legate alla progettazione ed installazione di applicazioni

robotiche industriali; oltre alle applicazioni più richieste e fondamentali nel processo produttivo, anche quelle più specialistiche e personalizzate. Ci può fare un esempio? “Project Group – risponde Cascione – ha ricevuto l’incarico da parte dell’azienda marchigiana Gambini Meccanica, specializzata nella produzione di organi di trasmissione meccanici ad alta precisione con la richiesta di progettare e realizzare un isola robotizzata al servizio di una macchina utensile per la lavorazione di vari tipologie di cremagliere. Un’isola robotizzata – precisa Cascione – è una macchina o un insieme di macchine asservite nella manipolazione del materiale o nell’ esecuzione delle lavorazioni da robot o altri sistemi di automazione. Una volta allestita, l’isola robotizzata, diventa una unica entità anche se composta di più macchine diverse tra loro.

Nell’isola robotizzata il compito dell’operatore è per lo più quello di intervenire per operazioni di programmazione, messa a punto e manutenzione. La richiesta del cliente è stata quella di gestire in modo appropriato, tutti i vari componenti relativi al controllo di sicurezza dell’isola, in particolare, la gestione del coman-

do del Robot per la movimentazione dei pezzi. Il controllo è effettuato attraverso una centralina certificata con comandi in categoria quattro; questo per garantire l’arresto sicuro del movimento del Robot e delle macchine che fanno parte dell’automazione. L’isola è in remote control via ethernet, permettendo così di

svolgere attività di diagnostica da sede remota. Project Group – continua Cascione – ha curato la progettazione dell’isola robotizzata, lo studio e realizzazione del sistema di vassoi a supporto delle cremagliere, e in particolar modo ha ideato e realizzato l’attrezzatura di bloccaggio cremagliere a servizio della macchina utensile. L’isola progettata è in grado di lavorare tre turni in maniera completamente autonoma; la funzione manuale è svolta solamente per caricare i pallet con i pezzi da lavorare per poi scaricarli con i pezzi finiti. L’isola è entrata in produzione a pieno regime in tempi brevi, e senza “code” di problematiche legate all’automazione. Questo – conclude Cascione – è solo un esempio per dimostrare gli interventi personalizzati che Project Group può svolgere a favore delle imprese che intendono migliorare i processi produttivi.



CERTIFICAZIONE

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Ra g giu n ta imp ortante i ntesa

Partnership tra Studio Garulli Insurance Broker Srl e Inser SpA Consentirà alla storica Società di brokeraggio assicurativo di Parma di affrontare nuovi mercati Lo Studio Garulli Insurance Broker Srl, nota società di brokeraggio assicurativo con sede a Parma e filiali operative a Reggio Emilia, Modena e Rieti, ha recentemente sottoscritto un’importante partnership con Inser Spa, altra società di Brokeraggio che si colloca tra i primi dieci più importanti operatori in Italia nel settore del Brokeraggio ed è presente a Trento (città d’origine), a Brescia, Vicenza, Trieste, Milano e, dallo scorso anno, anche a Sassari. Studio Garulli opera nei settori della consulenza, dell’assistenza, dell’intermediazione e dei servizi assicurativi da circa un trentennio. E’ specializzata nella realizzazione e nella gestione di programmi assicurativi per enti pubblici e imprese dei diversi settori: dall’agroalimentare alla metalmeccanica, dall’abbigliamento alla ceramica. Chiediamo a Roberto Garulli, fondatore e maggiore azionista di Studio Garulli (tel. 0521 227511 - www.studiogarulli.com), di illustrarci i contenuti e gli obiettivi della partnership.

Il mercato della domanda assicurativa si fa sempre più esigente pretendendo risposte pronte ed adeguate a fronte di problemi sempre più specialistici

“Da tempo – afferma Garulli – cercavamo un altro operatore del nostro settore, per poter fornire ai nostri attuali clienti dei servizi qualitativamente migliori e per poter proporci al nuovo mercato con sinergie e strutture sem-

pre più adeguate ai tempi e alle crescenti esigenze. Abbiamo individuato Inser, storico Broker del Nord Est, che gode di solidità economica e di notevoli capacità manageriali, per poter fornire servizi sempre all’avanguardia e di alta qualità. Anche Inser, come noi, opera nel settore delle aziende private e ha una lunga e positiva esperienza nel mondo della Pubblica Amministrazione. Il mercato della domanda assicurativa si fa sempre più esigente pretendendo risposte pronte ed adeguate a fronte di problemi sempre più specialistici. L’accordo ci consentirà di

Roberto Garulli, fondatore Studio Garulli Insurance Broker Srl

strutturare la nostra azienda in modo opportuno ed efficace, pronti a cogliere la sfida della specializzazione, trasformandola in area di business, anche in settori nuovi o contigui a quelli finora presidiati. L’intesa ci consentirà anche nuove sinergie e di operare in un territorio più vasto. L’accordo recentemente sottoscritto – continua Garulli –prevede infatti che Inser entri nel capitale sociale di Studio Garulli con una

quota, per costituire sinergie e definire operatività comuni per l’acquisizione di nuova clientela nei territori in cui ciascuna società già opera singolarmente, ma soprattutto nei territori in cui non hanno sedi operative, con l’obiettivo di fornire servizi innovativi e altamente qualificati. Contiamo – conclude Garulli – di trarre da questo incontro nuovo slancio, per sempre meglio servire la nostra clientela in futuro”.


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CHIUSURE

S i ste l Au to m azi oni p resenta l a nu ov a ga m m a di pr odott i F a a c e Br eda

Portoni in legno motorizzati per entrare comodamente in garage L’innovazione tecnologica e la cura nei dettagli al servizio del cliente Il problema della sicurezza si è fatto negli anni sempre più rilevante in ogni tipo di ambiente, soprattutto in quello domestico. Ecco allora che la casa è diventata un luogo nel quale vogliamo sentirci protetti e che favorisca le pratiche quotidiane più frenetiche di chi, ad esempio, entra ed esce dal proprio garage più volte nell’arco della giornata. L’agenzia di Reggio Emilia Sistel Automazioni (tel. 0522 556941 - www. sistelautomazioni.it) completa la propria offerta di automazioni per porte e cancelli di Faac Spa e portoni sezionali di Breda Spa, primaria azienda a livello nazionale nel mercato delle porte per garages della quale Sistel è rivenditore ufficiale per la provincia. Chiediamo a Davide Faccia di Sistel Automazioni quali sono le peculiarità di questa tipologia di prodotto. “La nuova gamma di portoni in legno è studiata per accrescere il prestigio e l’eleganza di tutte le abitazioni e, naturalmente, per assicurare la sicurezza e la praticità a chi le abita – dice Faccia – E’

importante, per questa tipologia di prodotti, che l’innovazione tecnologica e la cura nei dettagli di alta falegnameria vadano di pari passo, conciliando design ed estetica. In particolare, il nuovo modello in casa Breda della linea Wood Line possiede una meccanica unica, realizzabile nelle versioni con e senza guide superiori, in conformità anche alla tipologia dell’ambiente garage in cui viene inserito – prosegue – La possibilità di aprire il portone senza dover lasciare il veicolo ad almeno mezzo metro dall’ingresso, come succede spesso con i normali portoni basculanti, consente di entrare in casa in tutta tranquillità, anche in scarse condizioni di luce”. Quanto è importante la personalizzazione? “E’ naturale che ogni cliente abbia esigenze diverse: questo vale per gli edifici industriali e, tanto più, per gli edifici residenziali. Per farle un esempio, l’utilizzo di biciclette, di moto e di passeggini, magari con l’ingombro delle borse della spesa, ci induce a formulare proposte

ad hoc, che naturalmente rispondano anche al gusto del singolo cliente. Possiamo garantire una vasta scelta fra diversi modelli di porte e portoni personalizzati nei minimi dettagli, che concedono un ampio spazio laterale all’interno del garage per ogni tipo di uso. Questo aspetto oggi non può essere trascurato”. Quali sono i vantaggi in fase di installazione? “Il nuovo portone Breda è stato studiato proprio per ottimizzare i tempi di installazione e garantire un montaggio semplice anche in situazioni costruttive particolari – spiega Faccia – Oltre all’offerta di prodotti a catalogo, forniamo infatti alla nostra clientela l’assistenza progettuale e l’installazione dei portoni e degli automatismi. I nostri installatori mettono a disposizione la propria consulenza per la predisposizione degli impianti – e conclude – La funzionalità e la sicurezza sono garantite dalle certificazioni e dai collaudi, che attestano il rispetto di tutte le norme di sicurezza. Non solo: ab-

biamo predisposto anche un puntuale servizio di assistenza post-vendita, per risolvere le eventuali problematiche segnalate e offrire ascolto ai clienti”. La scelta del legno comporta una particolare manutenzione? “Il fascino del legno, in quanto materiale nobile, ecologico e resistente, è unico. Perfetto per l’uso in ambito residenziale, per il suo calore. Certo, rispetto ad altri materiali, comporta un’attenzione in più, ma il risultato in termini di stile è impareggiabile. Per chi lo preferisce, Breda mette a disposizione anche la linea Pegaso, che ha la struttura portante in alluminio e il rivestimento in legno: robusto

e, al contempo, leggero – assicura Faccia – Non dimentichiamo inoltre la vasta gamma di soluzioni in acciaio verniciato o con finitura simil legno, che assicura qualità, solidità e sicurezza a prezzi vantaggiosi. Telefonando ai nostri uffici è possibile ricevere tutte le informazioni sui dettagli tecnici”.


EXPORT

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Pe rch è il v iagg i o d ’ affari non è pi ù u n pr ob l em a

Commercio estero: servizi operativi per favorire l’export Come promuovere aziende e i prodotti in ambito internazionale La partecipazione a una fiera o a un congresso internazionale desta preoccupazioni, dubbi o incertezze? Forse in molti non sanno che è possibile avvalersi della consulenza e del supporto operativo di società specializzate che accompagnano le aziende, passo dopo passo, in alcune delle più importanti azioni commerciali. L’attività di coaching e affiancamento in viaggi d’affari dello Studio Paola Ligabue (tel. 0522 431835 - www. paolaligabue.it) prevede la completa assistenza dei clienti in Italia e all’estero nella gestione del travel management, ossia la ricerca di soluzioni complete, su misura e in anticipo sulle tendenze del mercato. Chiediamo alla titolare dello studio di Reggio Emilia, Paola Ligabue, a chi è destinato questo servizio? “Grazie alla nostra trentennale esperienza nei mercati esteri, offriamo un supporto fondamentale per le aziende del territorio che intendono promuovere i loro prodotti a livello internazionale – dice Ligabue – L’attenzione verso nuovi

L’attività di coaching e affiancamento in viaggi d’affari dello Studio Paola Ligabue prevede la completa assistenza dei clienti nella gestione del travel management

mercati è in continua crescita anche da parte delle piccole e medie imprese. Molte non hanno però al proprio interno il personale qualificato in grado di affiancare imprenditori e manager in progetti e iniziative rivolti al mercato globale. Abbiamo quindi ritenuto utile attivare una serie di servizi mirati che consentono alle aziende di non rinunciare a queste azioni di sviluppo”. In particolare, di quali aspetti si fa carico lo Studio Paola Ligabue nella pianificazione e nell’organizzazione del viaggio d’affari? “Abbiamo la possibilità di agire su tutta la filiera del viaggio per affari, occupan-

Paola Ligabue dello Studio Paola Ligabue di Reggio Emilia

doci di ogni aspetto operativo e commerciale del travel management – spiega Ligabue – Il nostri servizi di pianificazione e organizzazione di viaggi d’affari includono diverse attività: le missioni di esplorazione del mercato commerciale di riferimento, la gestione degli appuntamenti con le aziende estere, il supporto all’organizzazione del viaggio in partnership con professionisti del settore

turismo, l’assistenza e il servizio di interpretariato negli incontri e nelle negoziazioni commerciali, l’accompagnamento alle fiere estere, alle mostre e ai saloni, le visite guidate e il follow-up dei contatti di business raccolti dopo il viaggio”. Sempre maggiore è l’attenzione per le fiere estere. Che tipo di supporto offrite per favorire la partecipazione delle aziende? “Con il mercato globale le fiere sono sempre più un’ottima occasione per presentare la propria azienda, sviluppare nuovi contatti e progetti di export – spiega Ligabue – Siamo in grado di affiancare le imprese offrendo l’assistenza e il supporto necessari per partecipare a manifestazioni all’estero – continua – In particolare, ci occupiamo dei contatti con l’ente fieristico e della compilazione della modulistica per la prenotazione dell’area, del supporto all’organizzazione dell’allestimento dello stand, alla realizzazione del materiale pubblicitario e alla logistica. La presenza e l’assistenza tecnica in loco sono garantite

da interpreti qualificati, che collaborano con l’azienda nella gestione dei rapporti con la clientela”. Quanto è determinante la professionalità delle risorse che mettete a disposizione dei vostri clienti nelle azioni commerciali? “Lo Studio Paola Ligabue può contare sulla professionalità di 730 collaboratori esterni tra hostess, promoter e altre figure professionali dedicate. E’ fondamentale, in attività così importanti da un punto di vista strategico, mettere a disposizione delle aziende un personale competente, responsabile e traduttori madrelingua: questo può contribuire a determinare il successo di un’intera azione commerciale – afferma Ligabue – Abbiamo nel nostro team persone estremamente qualificate per svolgere mansioni di pubbliche relazioni, che conoscono le lingue e che si pongono in modo professionale rappresentando l’azienda. Spesso questo tipo di servizio viene sottovalutato – e conclude – noi possiamo gestirlo con il massimo del risultato”.



APPLICAZIONI

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A rt Ap p D e s ig l anci a un p rod otto i n n ova ti v o per i l b u s i n es s

La nuova App per iPad dedicata alle aziende Consente di essere presenti anche sul mercato mobile di AppleStore Oramai non è più una scelta. La presenza di un’azienda, di un brand e dei suoi prodotti nei mobile store è diventata una condizione necessaria sia per confermare che per accrescere il proprio business, con un indiscusso ritorno sull’immagine. In particolare, il tablet, la famosa “tavoletta”, è uno strumento di uso sempre più diffuso ai fini commerciali, che offre la possibilità di presentarsi a propri clienti con il solo tocco dell’indice. ArtAppDesign (tel. 338 9764173 - www.artappdesign.it) è l’azienda di Parma che si occupa di comunicazione e di web, specializzata nello sviluppo e nella realizzazione di applicazioni per smatphone e tablet dei marchi Apple e Android. Questi media di ultima generazione prevedono un’area che costituisce una sorta di punto vendita virtuale di applicazioni, in genere chiamate App (il suono è già evocativo della facilità con la quale è possibile scaricarle, spesso anche gratis). Nel sistema operativo McIntosh possiamo trovarle nell’Apple Store, o in quello di derivazione Linux

nell’Android Market di Google. L’ultima App realizzata da Alessandro Capra di ArtAppDesign è un’applicazione per iPad, il tablet della Apple, pensata per le aziende. “Si tratta di un prodotto molto innovativo che stiamo lanciando in ambito business – dice Capra – E’ totalmente compatibile con ogni iPad che abbia installato il nuovissimo sistema operativo iOS 6 e sfrutta ogni nuova potenzialità di questo sistema operativo”. Cosa consente di fare questa applicazione? “Permette prima di tutto di presentare il proprio marchio sul mercato di Apple Store, dedicando, ad esempio, una slide al profilo aziendale, una alla mission dell’azienda, eccetera. E’ possibile dare visibilità ai prodotto con schermate descrittive, cataloghi e immagini, cosa che può essere utile, sia ad uso informativo per i clienti, che ad uso commerciale per chi opera nell’area marketing. Una slideshow di immagini può essere dedicata alle campagne pubblicitarie e una alle news che riguardano l’azienda. I contatti e la geolocalizzazio-

ne con indicazioni stradali sono fondamentali – spiega Capra – se si pensa all’utilizzo mobile che si fa dell’iPad, spesso in sostituzione di un navigatore satellitare”. Perché è necessario per un’azienda avere una propria App? “Per pubblicizzare la propria azienda in tutto il mondo. Il numero di ricerche all’interno degli Apple Store è molto elevato e distribuito su piano globale. Il comparire tra i risultati di ricerca rappresenta un ottimo dato in termini di visibilità e, perché no, di ricaduta sulle vendite. Inoltre – argomenta Capra – il 75% del pianeta non è ancora con-

nesso a Internet e con il mondo della tecnologia mobile è possibile raggiungere anche un’utenza con scarsa connettività”. In che modo la presenza nell’Apple Store può costituire un vantaggio competitivo rispetto ai competitor? “Per un’impresa che vuole essere al passo con i tempi, avere la propria App comunica al cliente un’idea dinamica di sè e di attenzione all’evoluzione della tecnologia, tutti fattori che aumentano notevolmente l’autorità del marchio agli occhi del cliente. La presenza nell’Apple Store è indice di come l’azienda sia

reattiva e pronta ad accogliere nuove idee e opportunità di mercato prima impensate – spiega Capra – Nell’ultimo anno molte aziende di tutto il mondo hanno investito sulla realizzazione di applicazioni aziendali, studiate sulla base dei propri obiettivi strategici. L’interfaccia semplice e intuitiva del tablet ha permesso di sviluppare un’applicazione fruibile da qualsiasi utente, anche dai meno esperti, il che costituisce un’ampliamento in termini di target. Per non parlare della capacità di differenziarsi dai concorrenti, anticipando i contenuti delle notizie che riguardano l’azienda e le informazioni sulle promozioni in tempi rapidi…”. Sarà complessa l’attività di gestione di questo software per le aziende? “L’applicazione per tablet è ‘user friendly’, per definizione – sorride Capra – Nel software è inclusa un’applicazione web che permette di gestire automaticamente l’aggiornamento di ogni dato inserito. A questo scopo, un portale verrà installato all’interno del CMS aziendale o creato ex novo”.



TRADUZIONI

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CITI Traduzioni illustra i vantaggi

Una convenzione tra la società di traduzione e le aziende che incoraggia a fronteggiare nuovi mercati Manitou Costruzioni Industriali, ABB SACE e Italcuscinetti sono alcune delle realtà che beneficiano dell’accordo commerciale “La traduzione è un servizio che oggi ha la sua importanza. Noi siamo pronti da tempo a offrire il nostro supporto, ma le aziende sono timide. Il nostro compito è anche quello di incoraggiarle a fronteggiare nuovi mercati”. E’ quanto ci dice Luisa Mattioli, vicepresidente di CITI Traduzioni, la Cooperativa Italiana Traduttori e Interpreti di Reggio e Modena (tel. 0522 452735 - 059 2928018 - www.cititraduzioni.it), specializzata nel settore tecnico e attiva da oltre trent’anni. Le chiediamo come opera la CITI e come si può avviare una collaborazione vantaggiosa. Cosa contempla questa convenzione? “La convenzione non è altro che un’intesa o accordo commerciale, comunque la si voglia chiamare, che viene stabilita con la società di traduzione in base alle esigenze dell’azienda, considerando i paesi nei quali esporta e opera. Dapprima, s’individuano le lingue interessate per ogni singolo caso, come ad esempio, il cinese, quelle del Nord

Europa (svedese, norvegese, fillandese, eccetera) e quelle del Centro Europa (slovacco, ceco, polacco, eccetera). Fatto questo, richiediamo le tariffe più vantaggiose per il servizio di traduttori esteri specializzati nel settore di riferimento, siano essi soci o freelance. Ci avvaliamo di un Database di molti nominativi, che contattiamo velocemente anche via Skype – ci tiene a precisare Mattioli – La loro professionalità è garantita dal sistema qualità CITI certificato UNI EN ISO 9001:2000 e UNI 15038:2006. I testi vengono tradotti sia partendo dall’italiano, sia dall’inglese, secondo le necessità di volta in volta evidenziate – continua – Disponiamo di un tariffario che è invariato da molti anni, al quale, in tempi di crisi economica e di liquidità, applichiamo tariffe speciali. Alle richieste particolareggiate del cliente, forniamo una tariffa tecnica e una tariffa giuridicoscientifica. Le tariffe sono infatti diverse per lingua e per argomento trattato”. In quali casi si è mostrata

più utile? “La convenzione ha dato buoni risultati, soprattutto per quanto riguarda grosse aziende multinazionali che operano in molti mercati e che, ad esempio, hanno l’esigenza di tradurre un manuale in cinque, sei o sette lingue. Negli ultimi mesi abbiamo stretto collaborazioni con colossi come Manitou Costruzioni Industriali Srl di Castelfranco Emilia, che produce carrelli elevatori, ABB SACE Spa di Bergamo, che opera nel settore dell’energia, Italcuscinetti Spa di Rubiera, che si occupa di forniture industriali. Per mezzo di questo tipo di collaborazioni, entriamo in contatto anche con le case madri straniere e estendiamo gli accordi all’estero, accrescendo il nostro pacchetto clienti”. Perché un’azienda straniera sceglie di avvalersi dei vostri servizi? “Le tariffe italiane sono diverse da quelle degli altri paesi (ad esempio, rispetto a quelle del Nord Europa). Le nostre sono più basse, quindi più concorrenziali. In questo

modo, anche noi ‘esportiamo’ le nostre traduzioni. Possiamo considerarlo un doppio beneficio delle convenzioni, generato da un circolo virtuoso. Attualmente, lavoriamo molto con aziende tedesche nel settore farmaceutico”. Quanto è importante disporre di testi tradotti per comunicare il made in Italy sui mercati esteri? “La qualità italiana è conosciuta in tutto il mondo e il materiale testuale (siti, brochure, cataloghi, ecc.) deve rispecchiarla: la prima volta che si compie un’azione sul mercato estero occorre infatti presentarsi nel modo migliore. L’Italia, in fondo, lo merita. E’ stato questo il caso dell’Italcuscinetti Spa, che dispone di una fabbrica in Cina. Ci siamo proposti di tradurre in cinese quanto era a disposizione”. Negli anni sono cambiati i vostri obiettivi? “Cambiano le esigenze di mercato, le tecnologie, ma gli obiettivi sono per la CITI sempre gli stessi: la soddisfazione del cliente e la qualità ineccepibile delle traduzioni”.

L’utilizzo di software all’avanguardia a supporto della traduzione incide sul prezzo? “Oggi non basta più offrire un buon servizio a prezzi adeguati. Anche i mezzi devono essere in linea con il nostro tempo. CITI si avvale di programmi di traduzione sofisticati e costosi, che consentono l’estrapolazione di impaginati creati con i più noti software (Indesign, QuarkXpress, eccetera) già nel formato richiesto, ad esempio, l’HTML. Paradossalmente, questo comporta un vantaggio per il cliente, che non deve richiedere la collaborazione di un impaginatore. Abbiamo, infatti, un ufficio interno dedicato esclusivamente all’attività di pre e post impaginazione. Server FTP, rete LAN, gestione in Cloud Computing e, non ultimi, i programmi di traduzione assistita assicurano risposte in tempi rapidissimi. Se aggiungiamo l’aspetto tecnico alle tariffe convenzionate, l’offerta alle aziende può dirsi davvero personalizzata e competitiva”.



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