Giornale delle Imprese

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periodico d’informazione aziendale edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena

anno III Luglio 2010 CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA

Il Primo trimestre 2010 caratterizzato dall’incertezza

FORMAZIONE

Convenzione tra LegaCoop e Parco Nazionale dell’Appennino

Pezzarossi (IFOA): servono sinergie tra Enti ed un nuovo assetto del sistema

Il servizio a pagina 12

Il servizio a pagina 10

Editoriale

TERRITORIO

In primo piano

Un sistema da semplificare

R.E TE. Imprese Italia: un Progetto per dar voce alla piccola e media impresa

di Ottavio Margini

Imprese & Rappresentanza

L’attuale modello di rappresentanza degli interessi imprenditoriali presente in Italia fa parte delle logiche del passato. Confrontandoci con diverse realtà del territorio è emerso che i primi ad avvertire la necessità di modificare ed aggiornare questo modello al sistema economico dei giorni nostri sono gli stessi imprenditori. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una trasformazione nel mondo associativo sia nell’ambito della “rappresentanza” che dei servizi erogati. Parlando di rappresentanza, che è il vero ruolo istituzionale, si è passati dal “fare” prevalentemente rappresentanza sindacale (ruolo di “Parte Sociale”) al fare “lobby” ovvero tutelare “gruppi di interesse” a vari livelli: locale, nazionale ed europeo ed in alcuni casi anche mondiale. Ma se “fare lobby” da parte di più imprese che hanno interessi comuni ben definiti mi sembra semplice, fare lobby in Associazioni di imprese eterogenee con interessi molto diversi tra loro - diversità accentuate dal mercato globale e da una nuova visione della sub-fornitura - mi sembra già più difficile se non per le posizioni di carattere generale e la condivisione di valori quali l’economia di mercato, la libertà di intraprendere, la voglia di offrire prodotti e servizi innovativi. Valori oggi comuni a tutte le Associazioni e che non contraddistinguono più una categoria. Non esistono più logiche politiche di differenziazione ma aziendalistiche quali ad esempio settore e dimensioni dell’impresa. Ha senso allora il moltiplicarsi di costose tecnostrutture a tutti i livelli? “R.E TE. Imprese Italia” potrebbe essere un primo passo verso la semplificazione.

Il servizio a pagina 9

Luglio 2010 EDILIZIA & ASSICURAZIONI

Le norme a tutela degli acquirenti di immobili Il servizio a pagina 16

EMPOWERMENT

Una tecnica per valorizzare il potenziale dei collaboratori Il servizio a pagina 14

INNOVAZIONE

“Study Tour” in Giappone per Cisita Parma

Il servizio a pagina 11

è distribuito gratuitamente in duplice copia con la formula “per te e per un collega”

Il servizio a pagina 27


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IMPRESE & RAPPRESENTANZA

Pres e n ta ta a Reggio Emilia da C a rl o S a n g a l l i e I v a n M a l a v a s i

“R.E TE. Imprese Italia”: una nuova rappresentanza unitaria delle PMI Ne fanno parte CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Casartigiani Ha raccolto una partecipazione qualificata ed attenta il Convegno organizzato nel giugno scorso da CNA Reggio Emilia sotto lo slogan “Insieme, la nuova voce delle PMI” che ha presentato e riflettuto sul nuovo soggetto unitario “R.E TE. Imprese Italia” costituito a livello nazionale attraverso la convergenza di cinque tra le massime associazioni di rappresentanza della piccola imprenditoria: CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Casartigiani. R.E TE. Imprese Italia ha origine dal c.d. “patto del Caprinica” il 30 ottobre del 2006 con una manifestazione unitaria (svoltasi a Roma nell’ex cinema Capranica) promossa da Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti in risposta ad alcune scelte operate, con la legge finanziaria, dal Governo Prodi. Scelte che si traducevano in un inasprimento della pressione fiscale e contributiva a carico delle Pmi e delle imprese dei servizi. Da allora in avanti, si è sviluppato, tra queste cinque Organizzazioni, un processo

di coordinamento informale, che ha portato ad esprimersi, con documenti e portavoce unitari, in tutte le principali sedi di confronto: dai tavoli di concertazione a Palazzo Chigi alle audizioni in sede parlamentare. Una nuova rappresentanza, unitaria, del mondo delle PMI del nostro Paese che non annulla ovviamente storia ed identità delle Confederazioni che vi partecipano. R.E TE. Imprese Italia nasce per dare voce comune e identità, visibilità, capacità di rappresentanza e rappresentazione a questo mondo. Al convegno, oltre ai rappresentanti provinciali delle Associazioni coinvolte, hanno partecipato Carlo Sangalli, Presidente Nazionale di Confcommercio e Presidente di turno della neocostituita R.E TE. Imprese Italia e il Presidente Nazionale CNA Ivan Malavasi. I due Presidenti hanno affrontato le principali tematiche che stanno a cuore a tutta la piccola imprenditoria ed illustrato le motivazioni che hanno portato alla nascita del nuovo soggetto unitario. “Non sono importanti le dif-

Un momento della presentazione di R.E TE. Imprese Italia

ferenze ideologiche ma l’atteggiamento nei confronti delle istanze poste dalle imprese – ha sottolineato Sangalli – R.E TE. Imprese Italia è il risultato di un percorso durato quattro anni che vuole dare più forza alle piccole imprese. Insieme, raggiungiamo posizioni comuni che poi sottoponiamo al Governo, al di là dei diversi orientamenti politici. Non c’è un governo amico: c’è un governo che lavora per rilanciare il paese con il concorso di tutte le forze economiche, in particolare del mondo delle PMI, che rappresentano il cuore dell’imprenditoria nazionale”. “Per le imprese le associa-

zioni devono essere luoghi di competenze. Per questo si deve lavorare insieme; associazioni, Comune, Provincia, Camera di Commercio, che è la casa delle imprese; non si debbono far prevalere gli interessi particolari ma il bene comune del sistema produttivo”. Parole che rappresentano un invito a superare, anche a livello locale, ogni tipo di contrasto. Le ha pronunciate il presidente nazionale CNA, Ivan Malavasi nel corso del confronto. Dal confronto si è poi evidenziato in modo chiaro che il progetto unitario ha già raggiunto un primo obiettivo

concreto: un incontro al Quirinale con il presidente Napolitano che si è proprio svolto nei giorni scorsi. Il percorso, non facile, con cui R.E TE. Imprese Italia è solo un inizio: ora bisogna continuare l’impegno a farlo crescere a livello nazionale anzitutto perché, il messaggio è stato piuttosto chiaro, “non è automatico un trasferimento tout court del progetto sui territori”. Un’alleanza con basi solide, sembra essere nata, almeno a giudicare dalla sintonia che i due presidenti di CNA e Confcommercio hanno evidenziato di fronte a una platea numerosa che non gli ha lesinato applausi e consensi.

Inte r v i s t a a Tristano Mussini, Pr e s i d e n te C NA R e g g i o E m i l i a

Un progetto che vuole guardare oltre la crisi Per superare l’attuale situazione negativa servono provvedimenti più incisivi La crisi continua a mordere e il nostro territorio è stato colpito in modo pesante. Dall’Osser vatorio CNA (10.500 imprese e più di 8.200 pensionati) non ci sono dubbi: le statistiche degli studi di settore, che raccontano con grande precisione il periodo di imposta dell’anno 2008, dicono che ci sono segmenti importanti della nostra economia che registrano cali molto consistenti nei redditi nonostante la crisi sia iniziata nell’ultimo trimestre di quell’anno. Il manifatturiero è quello che paga il prezzo maggiore alla crisi. E l’anno 2009 ha registrato dinamiche ancora peggiori. Basta osservare il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 che è salito al 9,1% (dato non “destagionalizzato”) dal 7,9% del-

lo stesso periodo del 2009. Di questa situazione e di come si può immaginare di uscirne, abbiamo parlato con il presidente provinciale di CNA Reggio Emilia, Tristano Mussini. “Le cose non vanno ancora bene; la lieve inversione di tendenza ha permesso di dire che è finita la caduta ma i livelli produttivi di due anni fa sono molto lontani e ci vorrà tempo per recuperarli – sottolinea il numero uno di CNA Reggio Emilia. Molte imprese sono allo stremo; per questo servono provvedimenti più incisivi di quelli attuali. Va cambiata la norma sulla compensazione tra debiti e crediti, perché se rimanesse così, le nostre imprese andrebbero in gravissima difficoltà. L’altra norma che va immediatamente cambiata è quella

sul contenzioso: sono procedimenti che durano quasi un anno, non è possibile per l’impresa pagare dopo 150 giorni”. Un altro problema segnalato da CNA è quello dello sviluppo: la manovra Finanziaria contiene giustamente le spese, ma occorre porre in termini rapidi soluzioni e proposte che possano aiutare le Pmi e l’artigianato, che nell’ultimo anno hanno mostrato di saper reggere la sfida della competizione e non hanno licenziato, pur di fronte a grandissimi problemi di liquidità con le banche. Il 18 giugno scorso avete presentato R.E TE. Imprese Italia. Può aiutare il sistema delle PMI? “Ne sono profondamente convinto. Si tratta di un progetto che vuole guardare oltre la crisi, ma che rafforza la

Tristano Mussini, Presidente provinciale di CNA Reggio Emilia

leadership delle piccole e medie imprese grazie ad un lavoro sinergico che sta dando i suoi frutti. R.E TE. Imprese Italia è un modello al quale guardare con interesse anche dai singoli territori, perché sta portando avanti un’azione di forte valorizzazione dei

principi di legalità, efficienza e sviluppo, che possono rappresentare il motore per ripartire uscendo, finalmente, da una crisi economica molto forte e strisciante. Per una volta non ci si divide ma si uniscono le forze per sostenere ancor di più e meglio le imprese nella loro fatica quotidiana e nella loro voglia di innovarsi, ma anche per contribuire al miglioramento del sistema paese”. PMI più protagoniste, dunque? “R.E TE. Imprese Italia può essere quel punto di riferimento che può aiutare il nostro Paese ad innescare la necessaria rivoluzione culturale che rivaluti il ruolo e il valore delle PMI. CNA ci crede e si augura che, nonostante le difficoltà, questo progetto decolli velocemente e con efficacia!”.


IMPRESE & RAPPRESENTANZA

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R.E T E . I m p r ese Italia: il comme n to d i U g o M a r g i n i , P r e s i d e n te R e g i o n a l e C o n f c o m m e r c i o

La vera sfida è coinvolgere tutta la base associativa Una rappresentanza unitaria permetterebbe di ottenere grandi economie di scala Chiediamo ad Ugo Margini Vice Presidente nazionale di Confcommercio– Imprese per l’Italia, nonché Presidente regionale quali siano, a suo avviso, le possibilità di sviluppo del soggetto unitario “R.E TE. Imprese Italia”? “Sono infinite. Oggi siamo partiti dai vertici delle nostre organizzazioni, per coprire le esigenze di rappresentatività a livello di Governo nazionale attraverso la nuova coesione scaturita da questo “patto”. Ma abbiamo voluto guardare oltre, con lungimiranza, dando alle nostre Associazioni territoriali la massima libertà di sviluppare questo progetto anche a livello locale. La vera sfida è coinvolgere tutta la nostra base, anche se, lo sappiamo, non sarà una cosa facile”. A livello territoriale (base provinciale) ritiene possibile un coordinamento

tra le Associazioni facenti parte di R.E TE. Imprese Italia e soprattutto prese di posizione unitarie sulle questioni ove il mondo associativo solitamente si deve pronunciare? “Di fatto esiste già, in molte Province, un’esperienza di coordinamento su problematiche comuni tra differenti organizzazioni, all’interno dei vari tavoli dell’imprenditoria costituiti sul territorio. Si tratta di una modalità di lavoro comune tra le Associazioni delle piccole e medie imprese: un’esperienza di confronto maturata e sviluppata all’interno delle Camere di Commercio, punti di aggregazione per le nostre organizzazioni, luogo di discussione, di analisi e di confronto. A Parma, ad esempio, esiste già un’ottima intesa in questo senso, che mi auguro possa essere sviluppata anche nelle altre province”.

Ugo Margini Vice Presidente ConfcommercioImprese per l’Italia Presidente Confcommercio-Imprese per l’Italia dell’Emilia Romagna Presidente Ascom Confcommercio Parma Amministratore Delegato Confcommercio International

Esistono Linee guida, Regolamenti alla base di questa alleanza? “Siamo partiti da una grande alleanza che nel tempo vogliamo poter tradurre in accordi operativi. Non ci sono linee guida né regolamenti veri e propri, ma solo la volontà e l’intenzione delle organizzazioni che hanno deciso di misurarsi con questa sfida, tradotte nel “Manifesto” di R.E TE. Imprese Italia, presentato il giorno della sua costituzione. E’ stata però creata una fondazione

dedicata all’approfondimento culturale e scientifico, che si occuperà di analizzare e studiare il mondo delle pmi e le opportunità di sviluppo futuro della nostra rappresentanza, per essere sempre al passo con i cambiamenti in corso. Nella traduzione sul campo di questa alleanza si è voluta lasciare la massima libertà al territorio, perché possa realizzare e sviluppare questa idea secondo le opportunità e le possibilità di ciascuno. In ogni caso, la strada è tracciata”.

Concretamente, a Suo avviso, come si dovrebbe operare a livello locale? “Cominciare subito creando, laddove ancora non esiste, un tavolo di coordinamento, da cui escano posizioni condivise da proporre alle Amministrazioni locali su tematiche comuni. Prima di tutto è infatti importante lavorare per una rappresentanza politica unitaria su alcune tematiche, iniziando da questi primi passi a vedere se esistono le condizioni, in futuro, anche per una rappresentanza organizzativa unitaria. Un obiettivo alto che ci permetterebbe di ottenere grandi economie di scala, riducendo i costi delle nostre strutture e proponendo ai nostri soci servizi di altissima qualità a prezzi assolutamente competitivi. Per ora questo rimane ancora un sogno, ma domani chissà”.

Il p e n s i e r o di Rodolfo Manotti, P r e s i d e n te d i C o n f a r ti g i a n a to I m p r e s e R e g g i o E m i l i a

Nella casa comune Stiamo insieme per difendere un futuro di benessere: un alleanza per lo sviluppo “In occasione del Confartigianato Day – afferma Rodolfo Manotti, Presidente di Confartigianato Reggio Emilia – che lo scorso dicembre ha sancito la riunificazione delle due Confartigianato della nostra provincia, il Presidente nazionale Giorgio Guerrini, sollecitato da Oscar Giannino sulla questione della rappresentanza unitaria della piccola e media impresa, semplicemente ha detto: “Ci arriveremo”. Promessa mantenuta: oggi la voce unitaria delle pmi italiane è realtà e si chiama R.E TE. Imprese Italia. Superando antiche e anacronistiche diffidenze, Confcommercio, Confartigianato, CNA, Casartigiani e Confesercenti hanno dato vita a una casa comune per il 94,7% delle imprese del nostro Paese. Sia chiaro – precisa Manotti – non si tratta di una fusione, e tanto meno, di una fusione fredda. R.E TE. Imprese è l’esito di un lungo percorso che affonda le sue radici

nell’ottobre del 2006 al Teatro Capranica di Roma, dove le cinque Confederazioni si riunirono per contestare una manovra finanziaria iniqua. Non si tratta però di una coalizione eterogenea dal futuro incerto ‘contro’ qualcosa o qualcuno, piuttosto di un’alleanza ‘per’ lo sviluppo. E questo obiettivo è proprio ciò che condividono aziende e persone che operano ogni giorno in situazioni e contesti così diversi come il commercio e i servizi, l’artigianato e il turismo. Ma c’è di più. A saldare questa unità – continua Manotti – c’è infatti la piena consapevolezza che “quel che va bene al piccolo, va bene per il paese. Prendo a prestito le parole con le quali il Presidente Silvio Berlusconi parlò ai rappresentanti di Confartigianato in occasione dell’ultima campagna elettorale, per sottolineare che R.E TE. Imprese non è un’associazione per la salvaguardia degli interessi di una sparuta mi-

Rodolfo Manotti, Presidente di Confartigianato Imprese Reggio Emilia

noranza di privilegiati. Al contrario nasce proprio dal coraggio di cambiare, di rinunciare pure ad alcune roccaforti per anteporre il bene comune agli interessi particolari. R.E TE. Imprese rappresenta potenzialmente 4 milioni di imprese, il 60% del valore aggiunto italiano, un quarto delle 1.958 imprese che nascono ogni giorno. Questi numeri dicono che il tessuto economico del nostro belpaese è ordito su una

trama di milioni di piccoli e medi imprenditori, certo, ma anche milioni di lavoratori, giovani, famiglie, pensionati, donne e uomini... Milioni di persone, insomma, i cui progetti di vita gravitano attorno a milioni di piccole e medie imprese. La loro salute influenza queste vite e viceversa. Ecco: se stiamo insieme – conclude Manotti – è perchè non ci rassegniamo e vogliamo difendere un futuro di benessere possibile.

Con concretezza... Per esempio, qualche giorno dopo la nascita di R.E TE. Imprese Italia, assieme a CNA provinciale, abbiamo sollecitato le amministrazioni locali per una revisione della tassazione sui rifiuti che grava in maniera assurdamente squilibrata sulle imprese già duramente provate dalla crisi. Restiamo ora nella casa comune in attesa che le istituzioni traducano questa concretezza in realtà”.


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IMPRESE & RAPPRESENTANZA

L’az i e n d a r e ggiana continua la f a s e d i c r e s c i t a

Reggiana Gourmet: più forte della crisi Mirco Salsi: occorre dare maggiore voce alle piccole imprese Reggiana Gourmet è un’azienda che non conosce l’attuale grave crisi economica. Ha chiuso il bilancio 2009 con oltre sei milioni di fatturato e prevede per il 2010 di superare i sette milioni con un leggero utile. Cerchiamo di carpire i segreti di questi risultati parlando con il suo fondatore, Mirco Salsi. “Reggiana Gourmet è una squadra – afferma Salsi – una squadra di persone che lavora ogni giorno per la conquista di un obiettivo fondamentale: produrre pasta ripiena e piatti pronti della massima qualità, al miglior prezzo possibile, per la piena soddisfazione dei propri clienti. Sono questi i segreti del nostro successo: qualità assoluta, salubrità e sicurezza, “standardizzazione” dei prodotti e dei processi produttivi - dal sapore, al gusto, alla tradizione - competitività dei prezzi e una grande flessibilità dell’offerta produttiva, per avere sempre soluzioni su misura per ogni esigenza dei clienti. Tutto questo rende difficili le economie di scala, ma un for-

Occorre superare ogni orientamento politico e di parte che ha troppo condizionato il mondo associativo fino ad oggi. Deve prevalere l’interesse dell’impresa

te orientamento al mercato/ cliente ed un’offerta articolata e competitiva sono elementi imprescindibili”. Chiediamo a Mirco Salsi - Vice Presidente CNA, ma la sua azienda è anche iscritta a Confindustria quale sia il suo pensiero sull’iniziativa “R.E TE. Imprese Italia” e se le piccole imprese sono, a suo avviso, sufficientemente rappresentate nel nostro Paese. “Fare Rete – risponde Salsi – è oggi importantissimo per il mondo associativo. Occorrono sinergie e collaborazioni anche per attuare economie di scala che consentano alle associazioni stesse di limi-

Mirco Salsi, fondatore di Reggiana Gourmet e Vice Presidente CNA Reggio Emilia

tare i costi e salvaguardare i bilanci. Nello specifico, confido che questa iniziativa possa dare maggiore voce alle piccole imprese. Vi è una reale necessità al riguardo: non ritengo infatti che siano sufficientemente rappresentate. Vede – continua Salsi – se succede qualcosa che riguarda una grande impresa, questo è subito al centro dell’attenzione pubblica e politica. Se vi sono dei fenomeni importanti che riguardano miriadi di piccole imprese e che ne

condizionano lo sviluppo non si apre alcun dibattito serio. Noi piccoli siamo così abituati a risolvere i nostri problemi da soli che occorre anche da parte nostra un cambio di mentalità. Da ultimo vorrei sottolineare – continua Salsi – che occorre superare ogni orientamento politico e di parte che ha troppo condizionato il mondo associativo fino ad oggi. Deve prevalere l’interesse dell’impresa. Le faccio un esempio: recen-

temente abbiamo partecipato ad un bando insieme ad imprese associate API, altrimenti avremmo rischiato di non utilizzare questa opportunità”. Reggiana Gourmet sostiene da sempre lo sport. Quali i motivi? “Personalmente – risponde Salsi – sono sempre stato un grande appassionato di sport, che ho praticato fin da bambino. Sono profondamente convinto che si tratti di una formidabile scuola di vita e di impresa, ed è per questo che sosteniamo lo sport in modo diffuso: dagli sport maggiori a quelli minori. Abbiamo sostenuto numerosissime squadre locali (Pallavolo Cavriago, Giò Volley, Pallacanestro Reggiana, Reggio Baseball, Reggiana Calcio, Rugby Reggio, Reggio Calcio A 5, Guastalla Calcio, Bagnolese Calcio…) e appoggiamo molte manifestazioni sportive sul territorio (Vivicittà, Maratona Tricolore, Camminata di San Prospero, Camminata In Campagna di Bagnolo in Piano…). Soprattutto in questo periodo ritengo importante aiutare lo sport”.


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Inte r v i s t a a Cristina Boniburini, P r e s i d e n t e G r u p p o G i o v a n i C NA R e g g i o E m i l i a

I giovani guardano all’Economia del futuro, all’innovazione ed al cambiamento RI.ME.F: come nasce un’impresa Incontriamo nella sua azienda Cristina Boniburini, la giovane imprenditrice Presidente del gruppo giovani di CNA Reggio Emilia. A lei chiediamo innanzitutto di parlarci della sua esperienza imprenditoriale. “La RI.ME.F – ci racconta Cristina Boniburini – è nata nel 1999 a seguito dell’esperienza in ambito ferroviario di mio padre Ezio. Dopo aver maturato un esperienza di oltre 30 anni culminata nella cooperativa “C.L.F. - Cooperativa Lavori Ferroviari”, anziché andare in pensione come molti altri avrebbero fatto, ha pensato di dare vita, insieme a me e mio fratello Augusto, ad un’impresa. Abbiamo così dato vita a RI.ME.F, un’azienda che opera in particolare nell’ambito delle revisioni e manutenzioni dei mezzi ferroviari d’opera. Si chiamano così – sottolinea Cristina Boniburini – quei mezzi d’opera che si occupano della manutenzione delle infrastrutture ferroviarie. RI.ME.F opera sia per aziende private che per aziende

Cristina Boniburini, Presidente Gruppo Giovani CNA Reggio Emilia

pubbliche e prima fra tutte RFI Italia (Rete Ferroviaria Italiana) del Gruppo Ferrovie dello Stato. Proprio un mese fa RI.ME.F ha ottenuto la certificazione al Sistema di Qualificazione delle Imprese per i servizi di manutenzione dei mezzi d’opera per poter partecipare ai bandi sulle revisioni di RFI, che in questo modo hanno abilitato a livello nazionale le officine che avevano determinati requisiti tecnico/qualitativi. La nostra struttura – continua Boniburini – è in grado di garantire ai propri clienti

sia le manutenzioni/riparazioni che i controlli periodici annuali/quinquennali. Siamo anche in grado di intervenire con attività di assistenza e di pronto intervento direttamente in cantieri di tutta Italia”. Nei giorni scorsi, in un Convegno CNA tenutosi a Reggio, è stato presentato il progetto “R.E TE. Imprese Italia”. Chiediamo a Cristina Boniburini quali siano, a suo avviso, le possibilità di sviluppo di questo soggetto unitario di rappresentanza a livello nazionale e locale?

“L’ossatura economica della nostra nazione è costituita dalle piccole e medie imprese che faticano però nell’attuale sistema a “far sentire” le loro necessità ed esigenze. L’unico modo per poter essere rappresentate adeguatamente nei vari tavoli politici è quello di riunire le Associazioni che storicamente si rivolgono alla piccola e media impresa. “R.E TE. Imprese Italia è quindi un Progetto importantissimo sul quale sarà necessario lavorare ancora molto a livello nazionale, ma soprattutto a livello locale. A Reggio, infatti, ci sono aspetti culturali e storici da superare. Occorre aumentare la consapevolezza di tutti sull’importanza che hanno le sinergie per l’Associazionismo come per le imprese; il saper lavorare in rete è un elemento indispensabile per superare la grave crisi economica in atto e per lo sviluppo futuro”. Come Gruppo Giovani CNA pensate di realizzare iniziative a tale riguardo? “Noi giovani – risponde Cristina Boniburini – siamo più

aperti al confronto rispetto ai “senior”, ancora spesso legati al passato e ad una cultura politica che non esiste più. Guardiamo all’Economia del futuro, all’innovazione ed al cambiamento. Auspico, quindi, di avere la possibilità di un confronto con i giovani delle altre Associazioni, iniziando proprio da quelle che fanno parte di “R.E TE. Imprese Italia”.

Noi giovani siamo più aperti al confronto rispetto ai “senior”, ancora spesso legati al passato e ad una cultura politica che non esiste più. Auspico quindi un confronto con i giovani delle altre Associazioni


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IMPRESE & RAPPRESENTANZA

Inte r v i s t a a d Aldo Avosani - Vic e P r e s i d e n t e C NA R e g g i o E m i l i a e V i c e P r e s i d e n te I F O A

La crisi è un’opportunità per rimodellare i valori e perseguire le alleanze Maival: un’azienda specializzata nelle pulizie industriali e degli impianti produttivi Maival è oggi un’importante impresa di pulizie del nostro territorio guidata da Aldo Avosani, imprenditore da sempre impegnato nel mondo associativo che ricopre oggi le cariche di Vice Presidente CNA - Reggio Emilia e Vice Presidente IFOA. “La mia esperienza imprenditoriale – ci racconta Avosani – inizia nel 1996 quando dopo alcuni anni di esperienza in ambito amministrativo come dipendente, ho deciso di dare vita a Maival. Avevo notato la tendenza sempre maggiore delle imprese di “esternalizzare” i servizi e da qui l’intuizione che il mercato avrebbe richiesto sempre più questo genere di prestazioni. Maival oggi lavora principalmente in Emilia Romagna e Lombardia proponendo un ampio ventaglio di offerte che abbraccia tutti i settori

(civile, industriale, commerciale, sanitario, edile, ecc.) e rivolgendosi a qualsiasi utenza. Il settore industriale, per una serie di ragioni, necessita di interventi di pulizia più mirati e specifici rispetto a quello civile e la nostra impresa di pulizie, è strutturata per soddisfare ogni esigenza, compreso quella di intervenire sugli impianti produttivi. Per l’edilizia siamo particolarmente attrezzati e specializzati nella pulizia di ogni tipo di superficie e pavimentazione e interveniamo nei trattamenti rivolti a pavimenti di cotto, gres, marmo, ecc.”. Quali elementi distintivi rispetto ad altre imprese di pulizie? “Rispetto alle grandi cooperative che sul mercato offrono questi tipi di servizi – risponde Avosani – riusciamo ad

Aldo Avosani, Vice Presidente CNA Reggio Emilia e Vice Presidente IFOA

avere un rapporto relazionale con il cliente, personalizzato e quotidiano. Un’organizzazione delle at-

tività direttamente gestita dalla direzione, che verifica costantemente la qualità dei servizi, consente di avere con il cliente un rapporto di cortesia e soddisfazione. In questo contesto – continua Avosani – è importante poi la competenza e la professionalità assicurando al cliente i migliori risultati utilizzando moderne attrezzature con prodotti sicuri e certificati. Mi preme evidenziare che il personale da noi utilizzato è sempre istruito e formato circa il corretto utilizzo dei prodotti e delle attrezzature necessarie all’esecuzione dei lavori. Ovviamente altri elementi importanti sono convenienza e risparmio, garantendo l’assoluto rispetto delle leggi”. Visto le Sue molteplici esperienze in ambito associativo, a livello locale e anche nazionale, quali sono, a suo avviso, le pos-

sibilità di sviluppo del soggetto unitario “R.E TE. Imprese Italia”? “Personalmente – risponde Avosani – condivido pienamente l’idea ed il Progetto. Vi è una reale necessità di una migliore “rappresentanza” della piccola e media impresa. Ritengo però che vi sia ancora molto da lavorare soprattutto a livello territoriale, dove i “localismi” risentono ancora spesso degli effetti di quella che genericamente viene chiamata “la prima repubblica”. Non comprendo se questo fenomeno dipenda dalla presenza di uomini ancora ancorati ad una vecchia cultura o ad un fatto strutturale. L’attuale crisi – conclude Avosani – forse però ci può dare una mano nel rimodellare i valori, nel perseguire le alleanze, nell’aumentare competenze e relazioni”.

Spe d i z i o n i e logistica

Travel Trasporti: qualità e servizi innovativi Una flotta di oltre 120 mezzi per rispondere a qualsiasi esigenza aziendale Il trasporto merci svolge una funzione molto più complessa e critica rispetto al passato, in quanto non si limita più ad un semplice trasferimento di cose da un luogo ad un altro, dal produttore al consumatore, ma è ormai parte integrante del processo produttivo aziendale. Trasporti e servizi logistici sono inoltre funzioni che sempre più frequentemente sono affidate a strutture specializzate esterne all’impresa (outsourcing). Ne parliamo con Nunzio Dallari, Presidente di Travel Trasporti e vice presidente CNA di Reggio Emilia. “Travel Trasporti – afferma Dallari – nasce nel 1996, per operare nei traffici delle merci e nella logistica. La filosofia dell’azienda è da sempre orientata ad erogare servizi efficienti ed appropriati sulla base delle necessità dei clienti. Travel agisce in tutta Italia ed ogni giorno mette su strada per trasporti e spedizioni una media di circa 120 mez-

zi che gestiamo dalla nostra centrale operativa di Sassuolo. La nostra azienda – continua Dallari – offre servizi ad imprese di molteplici settori. Le spedizioni delle merci avvengono infatti con autotreni, rimorchi con vascone e bilici pallettizzabili e ribaltabili, automezzi a cielo aperto e centinati per carichi completi, frazionati o di piccole dimensioni. A richiesta, siamo in grado di fornire anche motrici a quattro assi per scavi di cantiere sotto escavatori ed automezzi attrezzati con gru per lo scarico dei materiali”. Quale l’evoluzione dell’attività nel Vostro settore? “Le imprese – risponde Dallari – hanno maturato esigenze logistiche sempre più complesse tese al contenimento dei costi, ad una maggiore flessibilità e ad una migliore organizzazione. Travel Trasporti presta una particolare attenzione agli aspetti innovativi ritenuti uno stimolo per la crescita, il

dialogo ed il confronto, non solo con i clienti ma anche con le pubbliche amministrazioni. Proprio in considerazione dell’evolversi delle necessità dei nostri clienti abbiamo predisposto un efficiente servizio di raggruppamento merci e deposito merci per conto terzi. Abbiamo quindi individuato – continua Dallari – un ampio spazio che abbiamo adibito allo “stivaggio” dei carichi, oltre ai potenti macchinari per il carico degli autotreni. Disponiamo, inoltre, di un’area adibita a magazzino, con cinque carrelli eleva-

tori e uno spazio coperto per i materiali deperibili. Tale servizio non è da ritenersi il core-business aziendale, bensì un adattamento della gamma dei servizi alla richiesta di mercato”. Vi è un elemento distintivo per Travel Trasporti? “Certamente – risponde Dallari – la qualità dei servizi alla quale da sempre prestiamo una particolare attenzione ed in primis velocità e rispetto dei tempi stabiliti. L’alta qualità dei nostri servizi è confermata dalla “fidelizzazione” della nostra clientela: con molte imprese abbiamo

rapporti continuativi da diversi anni”.

Trasporti e servizi logistici sono funzioni aziendali sempre più affidate a strutture specializzate esterne all’impresa (outsourcing)


IMPRESE & RAPPRESENTANZA

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Da s e m p l i c e carrozzeria ad impr e s a d i s e r v i z i p e r g l i a u t o m o b i l i s ti

Autoservice Mundial: la nostra passione si chiama Automotive Angelo Colacicco: dobbiamo rendere il sistema della piccola impresa più visibile Autoservice Mundial è oggi un’importante e conosciuta azienda reggiana nell’ambito dei servizi all’automobile. Incontriamo il fondatore Angelo Colacicco che ci racconta come da semplice carrozzeria si è sviluppata, fino a diventare un’evoluta realtà del settore “Automotive”. “Mundial – ci racconta Colacicco – è nata nel 1991. Io ed il mio socio Patrizio Fattorino abbiamo avuto da sempre un grande passione per il lavoro e per le innovazioni che ci ha portato a spingere sin dall’inizio “sull’acceleratore”. La nostra passione si chiama Automotive ed è diventata una realtà concreta quando nel 1993 abbiamo da vita ad Autoservice Mundial coinvolgendo nella società mio fratello Vito ed implementando i servizi con i reparti meccanica, elettrauto e gommista. Con il nostro ingegno ci siamo prefissati una missione: affermare il “Sistema Automotive” per ottimizzare i processi operativi nel mercato dei servizi per l’auto-

Angelo Colacicco, fondatore Autoservice Mundial

mobilista. Poco dopo – continua Colacicco – abbiamo acquisito la nuova sede: un capannone coperto di oltre 2.000 mq sito in una posizione strategica vicino alla via Emilia. Ma non ci siamo fermati; si è trattato solo di una tappa. Abbiamo continuato la ricerca di nuovi servizi per l’automobilista perseguendo

la qualità e la soddisfazione del cliente. Circa la qualità, nel 2003 abbiamo ottenuto la certificazione. Il Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001 è applicato a tutte le attività che vengono svolte dall’azienda, o dietro suo mandato, al fine di assicurare la qualità del processo/ servizio fornito al cliente

nelle varie fasi contrattuali (preventivazione, erogazione del servizio , controllo). Con riguardo ai servizi oggi, Autoservice Mundial, che conta di 17 dipendenti, è in grado di assistere l’automobilista a distanza con l’installazione di sistemi gprs che proteggono dal furto e che consentono, mediante un’apposita centrale, di avere costantemente sotto controllo le prestazioni dell’auto. Inoltre – conclude Colacicco – forniamo i servizi di assistenza stradale e noleggio Auto e Caravan”. Chiediamo ad Angelo Colacicco, che ha ricoperto negli anni diversi incarichi a livello locale e nazionale per conto di CNA, cosa pensa del Progetto R.E TE. Imprese Italia. “La piccola impresa – risponde Colacicco – non è sufficientemente rappresentata ed in questo senso R.E TE. Imprese Italia è un’opportunità epocale. Fino ad oggi, come dice il Presidente nazionale di CNA Malavasi, siamo stati invisibili a livello nazionale. Siamo stati importanti solo a livello locale.

E’ assolutamente necessario diventare più visibili. Occorre ricercare le stesse sinergie anche a livello locale. Solo con la collaborazione tra più Associazioni si può dare alla città maggiore sviluppo ed un ruolo trainante. Certamente vi è necessità di tempo. Non bastano i proclami ma servono impegno e determinazione da parte di tutti i soggetti coinvolti”.

Autoservice Mundial è in grado di assistere l’automobilista a distanza con l’installazione di sistemi gprs che proteggono dal furto e che consentono di avere costantemente sotto controllo le prestazioni dell’auto



FORMAZIONE

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Inte r v i s t a a Giuseppe Pezzaross i , D i r e tto r e G e n e r a l e d i I F O A

Enti di Formazione: sinergie ed economie di scala L’importanza del “Saper fare” Quale il ruolo della formazione nell’economia del mercato globale? “La formazione scolastica e universitaria hanno l’importantissimo e nobile obiettivo di accrescere i livelli di educazione, di maturazione della persona, il bagaglio delle conoscenze, indispensabili anche per una qualificata vita professionale, ma la formazione professionale, e anche specificamente quella superiore, hanno la prerogativa di fare più efficacemente quell’altro mestiere, quello di trasferire il “saper fare”, la preparazione già utile per operare attivamente nel mondo del lavoro. Come si può pensare di “fare impresa” oggi senza strumenti di trasferimento del “saper fare” in presenza di organizzazioni aziendali e tecnologie sempre più complesse? Bastano queste poche considerazioni per far comprendere l’importanza della formazione per lo sviluppo del nostra sistema produttivo”. Quale l’impatto della crisi sulla formazione? “La crisi ha obbligato spesso le imprese a ridurre i costi, comprimendo ed in certi casi tagliando del tutto quelli destinati alla formazione. Mi pare, però, intuitivo dire che senza forma-

zione, senza investimento per il futuro, non si rafforzano quelle competenze di cui l’azienda ha bisogno per vincere le sfide competitive. Certo, la formazione va fatta bene, non si devono sprecare tempo e denaro. Occorre quindi che la formazione sia pianificata correttamente, finalizzata agli obiettivi che s’intendono raggiungere. Occorre che sia misurabile e misurata per l’efficacia che produce, che sia misurabile il ritorno sull’investimento in formazione: questo è l’approccio di IFOA. Se si fa così la soddisfazione è reciproca”. Sempre in riferimento alla crisi, quali azioni avete messo in campo o potete mettere in campo? “Siamo, ovviamente, partecipi della nuova linea di lavoro attivata dalla Regione, che vede operanti i Centri per l’Impiego delle Province, per offrire formazione ai destinatari degli ammortizzatori sociali in deroga (i cassintegrati), ma devo dire che siamo in grado di offrire anche opportunità valide per percorsi di auto imprenditorialità. La nostra esperienza sul campo è vasta. Chi volesse maturare le proprie capacità e le proprie idee autoimprenditoriali può

Giuseppe Pezzarossi, Direttore Generale di Ifoa

rivolgersi a noi e siamo pronti a sviluppare questo progetto anche in dimensioni più ampie. IFOA continua poi ad avere un’offerta formativa articolata e vasta, sempre aggiornata sui contenuti ai tempi ed alle situazioni, costruita nella relazione costante col mondo operativo, con gli uomini d’azienda, con la consulenza. Ricordo che la faculty d’IFOA è nella stragrande parte costituita da figure che operano sul campo tutti i giorni: esperti di Marketing, Internazionalizzazione, Information Tecnology, Organizzazione, gestione d’impresa in molteplici settori quali meccanica, agroalimentare, la grande distribuzione, il turismo, ecc.”. Come vede il futuro del sistema della formazione professionale a Reggio,

anche in rapporto alla prospettiva di un’ulteriore riduzione delle risorse FSE? “Intanto voglio riconfermare che IFOA da anni si sta attrezzando per essere un’agenzia formativa capace di muoversi con la propria offerta formativa sia nel quadro della formazione finanziata che della formazione a mercato. E su questa strada abbiamo fatto progressi significativi. Evidenzio però che, così come per l’Università, strutture come le nostre devono costantemente svolgere anche attività di ricerca e sviluppo e queste difficilmente sono attuabili a “mercato”. Guardando alla prospettiva, certo il quadro è in evoluzione. Quante risorse ci riserveranno gli anni prossimi nell’ambito FSE non lo sappiamo. E’ probabile che vi sia ancora un decremento.

Allora sì, bisognerà fare una riflessione. Molti l’hanno già detto. Premesso che il sistema della formazione professionale a Reggio è qualificato e ha portato molti benefici (e di ciò portano merito la Provincia e gli stessi Enti di Formazione), ha senso che sopravviva nell’attuale quadro di frammentazione, con oltre 20 strutture di formazione? La risposta spetta certamente alle proprietà che hanno costituito le strutture a beneficio dei loro associati. Tuttavia, precisato che chi risponde a queste domande è solo un operatore sul campo e che l’iniziativa non può che essere nelle prerogative dei diversi soggetti economici e istituzionali interessati, mi sento di avanzare un’ipotesi. Proviamo a fare una ricognizione dei posizionamenti di ciascuna struttura, dell’efficacia dimostrata, delle eccellenze, delle migliori faculty, delle buone prassi? Proviamo a vedere se sono praticabili economie di scala? Proviamo ad immaginare quale possa essere l’assetto futuro (in termini di governance e di struttura) affinché si possa continuare ad offrire buona formazione al saper fare a beneficio delle persone, dei giovani, delle aziende”.


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ECONOMIA

Pres e n ta ta l ’indagine congiuntu r a l e s u l l ’ i n d u s tr i a m a n i f a ttu r i e r a d e l l a n o s tr a R e g i o n e

Il primo trimestre 2010 caratterizzato dall’incertezza Migliora l’export ma cresce ancora la Cassa Integrazione Guadagni I primi tre mesi del 2010 fanno intravedere alcuni timidi segnali di ripresa per il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna, ma le prospettive di uscita dalla crisi restano di grande incertezza. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2010 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo. Se complessivamente, nel 2009, fatturato, produzione e ordini erano diminuiti mediamente rispetto all’anno precedente oltre il 14 per cento, nel primo trimestre 2010 tutti questi indici hanno segnato un calo molto più contenuto. La produzione infatti è diminuita in volume del 2,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. Per il fatturato il calo tendenziale è stato contenuto

al 2,4 per cento, ma soprattutto, rispetto ai dodici mesi precedenti, l’attenuazione è stata di dodici punti percentuali. La domanda è apparsa in calo dell’1,6 per cento. La situazione segnata dalle prime variazioni verso una fase di recupero è apparsa analoga in tutte le classi dimensionali e nella maggioranza dei settori. La nota più confortante del primo trimestre 2010 arriva dall’andamento dell’export: secondo i dati Istat le esportazioni complessive dell’EmiliaRomagna (l’industria in senso stretto incide per circa il 98 per cento del totale) sono ammontate a circa 9 miliardi e mezzo di euro, vale a dire il 3,9 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2009, che a sua volta era stato segnato da una flessione prossima al 25 per cento. La caduta verticale si è dunque fermata, ma la risalita appare

Andrea Zanlari, Presidente di Unioncamere regionale

lunga e difficile. In questo contesto, indicativo è il dato della Cassa integrazione guadagni dell’industria di matrice anticongiunturale: le ore autorizzate sono salite infatti dai circa 6 milioni dei primi quattro mesi del 2009 agli oltre 11 milioni e 372 mila dell’analogo periodo del 2010. Per interventi di carattere straordinario, la cui concessione è subordinata agli stati di crisi oppure a ristrutturazioni, le

ore autorizzate sono aumentate in misura ancora più accentuata: nei primi quattro mesi del 2010 ne sono state autorizzate oltre 20 milioni contro 1 milione e mezzo dello stesso periodo 2009. La situazione di fondo negativa ha costretto le imprese a ricorrere agli ammortizzatori sociali, pur di salvaguardare l’occupazione. “Della crisi che ha pesantemente colpito anche l’Emilia-Romagna nel 2009 – dichiara il Presidente di Unioncamere regionale Andrea Zanlari – vi sono ancora evidenti tracce nei dati consuntivi della prima parte del 2010. Tuttavia si inizia ad intravedere qualche spiraglio di luce che porta gli imprenditori ad una maggior fiducia in una ripresa che, comunque, si preannuncia ancora fragile e lenta. Lo scenario va interpretato ancora con molta cautela. La crescita delle

esportazioni regionali va salutata positivamente perché segna un’inversione di tendenza. è presto però per parlare di ripresa dell’export: se confrontiamo il primo trimestre 2010 con quello relativo al 2008, quindi prima della crisi, emerge ancora un calo del 21,9 per cento, circa 2,7 miliardi di valore delle esportazioni in meno. Tuttavia, se consideriamo il solo mese di marzo 2010 rispetto a marzo 2009 vi è stata una crescita del 16,4 per cento, dunque abbastanza consistente, che lascia ben sperare. Soprattutto – ha concluso Zanlari – dovrà continuare l’impegno a supportare le imprese. L’avvio e l’intensità della ripresa dipenderà infatti in larga parte anche dalla capacità dei territori di accompagnare le aziende nei processi di ammodernamento inevitabili”.

Pres e n ta ti i dati del primo quad r i m e s t r e d e l l ’ O s s e r v a t o r i o r e g i o n a l e

Sale ancora il partenariato pubblico-privato Le Province più attive sono Parma e Modena Continua a crescere il ricorso al partenariato pubblicoprivato (PPP) per la realizzazione e gestione di infrastrutture ed opere pubbliche. Secondo i dati del primo quadrimestre del 2010 diffusi dall’Osservatorio regionale del project financing e del partenariato pubblico privato dell’Emilia Romagna (SIOPER), promosso da Unioncamere Emilia-Romagna e curato da Cresme Europa Servizi, tra gennaio ed aprile 2010, sono state messe in gara 97 opere pubbliche attraverso forme contrattuali che rientrano nel campo del partenariato pubblico e privato (PPP). L’investimento totale è stato di 147,2 milioni di euro. Rispetto al primo quadrimestre 2009 si osserva una forte espansione del mercato sia per numero di gare, passate da 30 a 97, sia per l’ammontare dell’investimento che è salito da 46,4 milioni di euro ad oltre 147, registrando un incremento pari a quasi 100 milioni di euro. In forte crescita anche gli importi aggiudicati, grazie all’assegnazione definitiva del project financing per la realizzazione

della Cispadana (1.102 milioni contro i 48 di gennaio-marzo 2009). A livello nazionale, l’Emilia-Romagna si attesta al secondo posto per numero di gare e al quinto per il volume di affari. La provincia di Parma risulta la più attiva sia per il numero di opportunità (35 gare) che per le risorse investite pari a 70,4 milioni di euro. L’incidenza del PPP rispetto al valore del mercato complessivo delle gare per opere pubbliche regionale registrato dall’Osservatorio Cresme–Edilbox, si attesta a quota 32% (147 milioni su 466 milioni totali), una percentuale più che doppia rispetto al I° quadrimestre 2009 (15%). Per quanto riguarda il numero degli interventi la percentuale sale al 40%. Entrambe le percentuali sono più alte di quelle medie nazionali: 30% il volume d’affari; 14% il numero degli interventi, a conferma di una cultura della finanza di progetto che si va diffondendo. La distribuzione provinciale delle gare di PPP censite nel primo quadrimestre 2010 mostra un interesse diffuso.

La provincia di Parma è la più attiva per numero di opportunità, con 35 gare. Seguono

Modena con 12 gare, Bologna con 11 e Rimini con 10. Parma è anche la provincia

che totalizza il maggiore investimento, con 70,4 milioni di euro.

PPP – I MERCATI PROVINCIALI - Gare censite tra gennaio e aprile 2010 per provincia

Numero*

Importo

Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia Romagna - www.sioper.it (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto


FORMAZIONE

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“Pia tta f o r m e per l’Innovazione” , u n p r o g e tto c h e c o i n v o l g e n u m e r o s e a z i e n d e

Formazione ed Innovazione: valore aggiunto di Cisita Parma per le imprese “Study-Tour”: inizia dal Giappone lo studio di “case history” a livello internazionale Il mondo della formazione, in un contesto di globalizzazione e di repentini cambiamenti, deve adeguarsi sempre più alle nuove richieste del mercato. Le crescenti complessità connesse con l’internazionalizzazione dei mercati e la consapevolezza delle difficoltà di interpretazione delle strategie più utili ed efficaci impongono una costante ricerca di know-how innovativo. Si inseriscono in tale contesto due importanti iniziative realizzate da Cisita Parma, ente di formazione dell’Unione Parmense degli Industriali e del Gruppo Imprese Artigiane che ci illustra il Direttore Elisabetta Zini. “Cisita Parma – afferma la Zini – attua una costante ricerca di know-how innovativo, indagando le migliori modalità per individuare le esigenze delle imprese, razionalizzarne le esperienze, svilupparne le competenze. Un’esperienza in tale direzione è rappresentata da “Piattaforme per l’Innovazione”, progetto finanziato dalla

Provincia di Parma attraverso il Fondo Sociale Europeo che ha visto una prima edizione tra il 2008 e il 2010, raccogliendo importanti risultati concretizzati in una serie di attività sperimentali per consentire lo sviluppo dei processi innovativi all’interno di alcune aziende del territorio parmense. In particolare, lo sviluppo del business plan e di uno strumento messo a punto per l’analisi delle esigenze di formazione hanno permesso a ciascuna azienda coinvolta di individuare e pianificare lo sviluppo di competenze fondamentali per la realizzazione dei necessari cambiamenti organizzativi. Un’esperienza i cui risultati positivi hanno consentito di rinnovare l’iniziativa fino al 2011 registrando la partecipazione di un numero ancora maggiore di aziende. E’ stato infatti approvato dalla Provincia di Parma - tramite il bando “Just In Time” (legge 236/93- FSE) il progetto “Piattaforme per l’Innovazione… La Formazione Continua”, con il coinvolgimento di 16 aziende e di

un centinaio di lavoratori in attività formative per un totale di circa 700 ore. Ma la ricerca dell’innovazione – continua la Zini – spinge Cisita Parma ad una costante attività di ricerca e sviluppo di nuove modalità formative e nuove “case history”. In questo quadro si colloca l’esperienza di “Study-Tour” in Giappone, che Cisita ha recentemente realizzato e alla quale ho partecipato assieme al nostro Presidente Corrado Beldì. La pressione competitiva, ampliata dall’attuale crisi finanziaria a livello mondiale, impone alle Aziende di interrogarsi sul modello organizzativo attuato nel loro interno. Da qualche tempo nelle aziende leader a livello mondiale si è diffusa la metodologia denominata “Lean Thinking” (Pensare snello). Una metodologia che permette alle aziende di raggiungere e mantenere la flessibilità e la competitività necessarie alla loro sopravvivenza e alla loro capacità di espansione sul mercato. Alla base della filosofia Lean

La consegna del diploma al termine dello “Study-Tour” ad Elisabetta Zini, Direttore Cisita Parma e Corrado Beldì, Presidente Cisita Parma

troviamo la caccia ed eliminazione degli sprechi (Muda) con il fine di produrre in modo snello, cioè utilizzando al minimo le risorse necessarie per perseguire la massima soddisfazione del cliente. La Toyota ha applicato per prima questa metodologia, attraverso un suo specifico approccio denominato “TPS”, in totale contrapposizione con la produzione di massa, che ancora caratterizza le scelte produttive di

molte aziende. Quest’approccio, partito dal Giappone, si è via via esteso in tutto il mondo, non solo nelle grandi aziende, ma anche nelle piccole imprese. Lo “Study Tour” ha consentito – conclude la Zini – di raccogliere preziosi ed innovativi spunti da mettere a disposizione delle Aziende del territorio nell’ottica di una progettualità formativa in costante ed innovativo miglioramento”.


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COOPERAZIONE

Pres e n te i l p residente nazionale d i L e g a c o o p G i u l i a n o P o l e tti

Firmata a Succiso la Convenzione tra Legacoop e Parco Nazionale Al via il progetto delle “comunità cooperative” Successo dell’iniziativa organizzata a Succiso, nell’alto Appennino reggiano, da Legacoop Reggio Emilia in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Il presidente di Legacoop Reggio Emilia, Ildo Cigarini, e il presidente del Parco Nazionale, sen. Fausto Giovanelli, hanno firmato una importante convenzione, che prevede la collaborazione tra i due soggetti per sviluppare azioni di consolidamento dell’impresa cooperativa esistente e la promozione di nuove iniziative imprenditoriali. Il ruolo del Parco si concentra soprattutto su attività che diano risalto alle qualità del territorio e per l’affermazione, in un’area particolarmente vocata, di una “green economy”. Il Parco intende sostenere direttamente e indirettamente le cooperative con le forme di incentivazione degli investimenti previste dalla legislazione nazionale, regionale e comunitaria gestite dal sistema pubblico, di avvalersi del sistema imprenditoriale cooperativo per dare operatività

Occorre valorizzare e sostenere quelle esperienze imprenditoriali che sono una risposta efficace ai bisogni dei cittadini che abitano in zone difficili e a rischio di spopolamento I partecipanti all’incontro

a propri programmi e a concorrere alla promozione di cooperative su base locale e su tematiche economiche sostenibili. Legacoop, da parte sua, si impegna a programmare un’azione di sostegno e promozione, di predisposizione di piani di impresa e di supporto finanziario per le cooperative esistenti e potenziali. I vari strumenti dedicati a questi temi di cui già dispone il sistema cooperativo saranno mirati con priorità sull’Appennino. Ildo Cigarini, presidente di Legacoop, ha ricordato che

la convenzione coinvolgerà importanti strutture del sistema cooperativo, sottolineando inoltre l’impegno già da tempo in atto da parte di numerose cooperative per lo sviluppo della montagna. Il presidente del Parco, Giovanelli, ha sottolineato l’importanza dell’idea cooperativa nelle aree montane, proprio perché ricche di risorse naturali e povere, invece, di quelle umane e imprenditoriali. La collaborazione con la cooperazione potrà permettere, anche, di estendere i servizi pubblici, con un con-

tenimento dei costi. All’iniziativa, che si è svolta nella bella sede della cooperativa Valle dei Cavalieri, ha partecipato il presidente nazionale di Legacoop, Giuliano Poletti, che proprio a Succiso ha annunciato il progetto delle “comunità cooperative”, un’idea che Legacoop vuole sviluppare in tutta Italia, e che trova esempi già attuati proprio in esperienze come quelle della Valle dei Cavalieri e dei Briganti di Cerreto. Per Poletti “occorre valorizzare e sostenere, anche con un riconoscimento giuridico

e con agevolazioni amministrative, quelle esperienze imprenditoriali che sono una risposta efficace ai bisogni dei cittadini che abitano in zone difficili e a rischio di spopolamento”. Legacoop pensa a cooperative che siano in grado di autogestire determinati servizi e di sviluppare attività che sostengano una presenza economica anche in piccole comunità. “Ci sono servizi – ha detto Poletti – che sono erogati male o neppure erogati, e che invece potrebbero essere affidati a cooperative nate dalla volontà delle comunità locali”. Hanno partecipato all’incontro di Succiso il Presidente della Provincia di Reggio Sonia Masini, il Presidente della Camera di Commercio Enrico Bini, i Sindaci di diversi Comuni dell’Appennino, i rappresentanti del mondo Cooperativo di Modena, Reggio e Parma ed altre autorità. L’iniziativa di Succiso è stata resa possibili anche grazie alla collaborazione di Unipol Assicurazioni.


CONSULENZA

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I co n t a tt i r a ppresentano spesso u n p a t r i m o n i o p e r l ’ i m p r e s a

L’importanza di un sistema unificato dei contatti aziendali Come strutturare una corretta catalogazione dei dati I contatti sono oggi uno tra i beni più preziosi di un’azienda. Le informazioni accumulate durante una giornata di lavoro costituiscono infatti un vero patrimonio. Spesso però questo potenziale non viene sfruttato come si dovrebbe, probabilmente perché non esiste all’interno delle realtà aziendali un modello di gestione dei contatti. Ne parliamo con Paola Ligabue che si occupa da anni di questo tipo di problema ed offre alle imprese un servizio mirato. “Sembra una banalità – afferma Paola Ligabue – ma sono pochissime le aziende che hanno unificato la gestione

dei contatti. Solitamente sono dispersi in molteplici applicativi, DataBase, cartelle, outlook, ecc. Organizzare, analizzare ed archiviare questo tipo di informazioni non può far altro che migliorare la propria competitività, sia per le multinazionali che per le piccole e medie imprese. Creare una banca dati è il metodo più immediato per sistematizzare il patrimonio informativo di un’organizzazione, e renderlo più facilmente consultabile e utilizzabile. Tutti sanno che il caos dell’informazione rappresenta la fonte primaria di sprechi ed inefficienze. Con la globalizzazione e lo svilup-

Paola Ligabue (www.paolaligabue.it)

po di internet sono aumentati in modo esponenziale i dati a nostra disposizione, poiché siamo in grado si sviluppare con maggior semplicità relazioni commerciali anche oltre oceano. Il vero problema è che la maggior parte di queste in-

formazioni non è strutturato; basti pensare alla documentazione presente sulle nostre scrivanie e nei nostri computer: appunti su fogli di carta, presentazioni in power point, pdf, file e tabelle in excel, email, curricula e biglietti da visita, tanto per citarne alcuni!”. Come uniformare questo materiale e renderlo un valore aggiunto per l’impresa? “Il nostro studio si è specializzato nel fornire ad imprese ed enti un servizio completo per la creazione di banche dati. Abbiamo lavorato, ad esempio, per aziende come ACER Reggio Emilia, ACI, CIS & MET Informatica e Reggio

Motori concessionario BMW. Personale qualificato si occupa della catalogazione dei dati, della decodifica dei numeri di telefono, dei nomi dei referenti, degli indirizzi e-mail. Verifichiamo il settore di competenza al fine di ottenere database efficaci e fruibili e, sulla base di questi, aiutiamo le aziende a proporre il proprio prodotto/servizio con azioni commerciali mirate, sia in Italia che all’estero. Non vi è necessità di software complessi; si tratta di creare un modello di gestione dei contatti sulla base delle necessità dell’impresa, tenendo conto della sua organizzazione interna”.

Uno strumento a supporto delle decisioni in azienda

Un “Cruscotto aziendale” per guidare le Piccole e Medie Imprese Come realizzarlo utilizzando i software già esistenti Le forti e repentine oscillazioni del mercato e la rapida evoluzione degli scenari rende di estrema importanza un costante controllo delle attività aziendali. Ne parliamo con Lorenzo Compagnoni di LC Lean Consulting (www.lcleanconsulting.eu). “Per guidare un’azienda – afferma Compagnoni – e prendere decisioni, sia strategiche che operative, occorre avere costantemente a disposizione i dati aggiornati delle attività aziendali. Non disporre di queste informazioni in tempo reale è come pilotare un aereo od una vettura senza disporre di alcun dato (velocità, carburante, ecc.). Lo strumento principe per conoscere con tempestività e immediatezza la situazione dell’azienda è il

cruscotto aziendale. Quando sentiamo parlare di cruscotti aziendali – continua Compagnoni – il pensiero vola immediatamente alle grandi aziende, che supportate da costosissimi sistemi informatici, controllano le attività industriali e commerciali sparse per il territorio mondiale. Molte piccole medie imprese sono convinte erroneamente che questo strumento non sia alla loro portata”. Ci può spiegare che cosa è un “cruscotto aziendale”? “Concretamente – risponde Compagnoni – un cruscotto aziendale è un’insieme di report puntuali di attività che l’azienda ritiene strategiche e che si vogliono tener sotto controllo per verificarne l’evoluzione. Il cruscotto aziendale

è lo strumento che riunisce sotto un unico documento i dati omogenei per ogni settore aziendale: quanti ordini ho ricevuto oggi; quanti ordini ho spedito oggi; quante ore ha lavorato la mia officina; quanti pezzi ho prodotto; qual è stata la produttività di oggi ed ovviamente i dati economici relativi (costi di produzione, fatturato, ecc.) In questa semplice lista troviamo le risposte alle domande che ogni imprenditore si fa tutti i giorni e tutte le sere per cercare di capire come sta andando la sua azienda. Molto speso alcuni o tutti questi dati vengono forniti a fine mese o a fine trimestre. Ma è troppo tardi…!! L’evoluzione del mercato è così violenta che il monitoraggio delle aziende deve essere costante e puntua-

le a livello quotidiano e settimanale”. Come possono le PMI dotarsi di questo strumento? “LC Lean Consulting è in grado di supportare gli imprenditori, utilizzando i software già esistenti in azienda (file di excel, access, ecc. e quindi senza investimenti in programmi o PC sempre più potenti) ad organizzare, reperire e costruire un flusso di informazioni che si vadano a canalizzare su un unico punto di raccolta tale che permetta all’imprenditore o ad

un suo delegato di controllare l’andamento aziendale. I dati aggregati sulla produttività – precisa Compagnoni – possono servire al capo officina per capire quali siano le azioni da mettere in atto per migliorare il proprio sistema produttivo a partire dal giorno successivo. Conoscere l’entrata ordini e le consegne effettuate serve all’azienda per capire quali siano i gradi di copertura ordini e/o il fabbisogno in ore lavoro del personale. Oggi non è più possibile – conclude Compagnoni – attendere il solo contabile che alla fine dell’anno ci dice se l’azienda è in utile od in perdita. Occorre gestire l’azienda guardando quello che abbiamo fatto ieri per decidere cosa fare oggi e migliorare domani”.


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CONSULENZA

Per f a c i l i ta r e il rapporto con l’in n o v a z i o n e e d i l c a m b i a m e n to

Empowerment: come valorizzare il potenziale dei collaboratori Luca Ferri di Alma Group: abbiamo ottenuto risultati tangibili ed immediati In tutte le organizzazioni aziendali è importante coinvolgere quanti vi lavorano, affinché - ad ogni livello diano il massimo di se stessi, segnalino i problemi e collaborino alla loro soluzione, assicurino un servizio personalizzato ai clientiutenti, contribuiscano con le loro idee al miglioramento continuo della performance, dell’efficienza, della qualità, della redditività. Empowerment è la risposta a questa esigenza. Ne parliamo con Luca Ferri – 43 anni – co-titolare di Almagroup srl, Consulente e Formatore aziendale. “Operando un’attenta analisi delle organizzazioni attuali – afferma Luca Ferri – tra le richieste più sentite dalle imprese vi è la necessità di creare, all’interno delle stesse, una cultura sempre più proattiva e responsabile. Spesso, infatti, il personale aziendale ai vari livelli subisce i cambiamenti costanti e l’innovazione spinta dei nostri tempi e reagisce in modo passivo con conseguente crisi di risultati. Una cultura “Empowerment oriented” risulta es-

sere una risposta sempre più efficace alle veloci dinamiche a cui le aziende sono chiamate a rispondere, migliorando la comunicazione interna, lo scambio tra i reparti e la responsabilità dei singoli rispetto al proprio ruolo e all’interazione del proprio ruolo con il resto del sistema impresa. Coinvolgendo i lavoratori si permette loro di usare le proprie conoscenze, esperienze, motivazioni per realizzare dei compiti che vanno a beneficio dell’organizzazione, con modalità tangibili e intangibili, provando un senso di orgoglio per ciò che fanno. L’obiettivo è quello di valorizzare le persone ed il loro patrimonio di esperienze, agevolare lo sviluppo della vivacità intellettuale attraverso la possibilità di espressione della creatività dei singoli, allineare il patrimonio del Capitale Umano agli obiettivi strategici dell’organizzazione, generare o facilitare la tensione all’apprendimento. Contemporaneamente, occorre sviluppare la capacità dell’organizzazione di es-

Luca Ferri, co-titolare di Almagroup srl (www.almagroupitalia.it)

sere al servizio dell’uomo e non il contrario, guidando il processo di cambiamento attraverso modalità che coinvolgano le persone, in modo tale che si sentano protagoniste insieme all’innovazione e non alternative ad essa. Da quando ho iniziato, circa dieci anni fa, ad introdurre l’Empowerment nei miei interventi in azienda – continua Luca Ferri – questa richiesta di unione tra persona ed organizzazione e

questa necessità di generare valore attraverso lo scambio di conoscenza, ha ottenuto un riscontro tangibile ed immediato. Le aziende nostre clienti hanno potuto contare, in risposta alla loro richiesta di interventi pratici ed efficaci, su risultati con alto valore di riscontro, aumentando in modo significativo il “POWER” (da cui nasce il termine emPOWERment), ovvero la capacità delle persone di rispondere alle

problematiche quotidiane attraverso l’acquisizione di strumenti e metodologie di comunicazione e problem solving. Queste tecniche – precisa Luca Ferri – le ho applicate in aziende di qualsiasi dimensioni, quindi anche in piccole imprese, ottenendo comunque risultati tangibili in breve tempo”. Come si propone la Vostra Società sul mercato? “Almagroup – risponde Luca Ferri – con i suoi strumenti, dalla selezione del personale ai laboratori di comunicazione e sviluppo del capitale umano, vuole diventare un partner innovativo ed affidabile per tutte quelle organizzazioni che investono strategicamente su questo asset di fondamentale importanza come il Capitale Umano, andando ad incidere in modo determinante sulla crescita della cultura interna, velocizzando i processi di efficacia desiderati e rendendo più semplice l’allineamento interno alle variabili che le aziende si trovano ad affrontare nel loro mercato di riferimento”.


CONSULENZA

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Il m o d e l l o o rganizzativo esimen t e n o n è s o l o u n o m b r e l l o p e r l e a z i e n d e

Decreti a confronto: D.Lgs. 231/2001 e D.Lgs. 81/2008 Di Flavia Blumetti e Maurizio Cappelletti, Helianthos S.r.l., società di consulenza La sostanza del D.Lgs. 231/2001 si riassume nell’affermazione “Societas delinquere potest” in base alla quale le società, attraverso comportamenti illeciti, possono commettere reati nell’interesse o a vantaggio della stessa. Il decreto legislativo 231/2001 disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica e sanziona, attraverso provvedimenti disciplinari (che possono giungere fino alla interdizione delle attività), comportamenti illeciti commessi da soggetti “apicali” nell’interesse o a vantaggio della società. Originariamente previsto per pochi reati, nel corso degli anni la responsabilità delle società si è estesa ad aree non omogenee: dai reati verso le Pubbliche Amministrazioni (truffa, concussione, corruzione, indebita percezione di erogazioni pubbliche, ecc.) ai reati societari (falso in bilancio, false comunicazioni sociali, aggiotaggio, ecc.), dai reati di market abuse al riciclaggio, dai delitti con finalità di terrorismo o eversione dell’ordinamento democratico ai delitti contro la personalità individuale alle lesioni gravi e omicidi colposi determinati da violazioni antinfortunistiche,

ecc. Tra quelli elencati, i reati in materia di sicurezza e salute sul lavoro sono quelli che hanno destato maggiore attenzione. Come si misura la professionalità del Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione (RSPP)? Quanto impatta sul modello di organizzazione, gestione e controllo? L’RSPP, nella maggior parte dei casi, è un tecnico, in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 del D.Lgs. 81/2008 designato dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di protezione e prevenzione dai rischi. Tra i compiti assegnati, l’RSPP deve provvedere a: - Individuare i fattori di rischio, valutarli e definire le misure per la sicurezza degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale. - Elaborare le misure preventive e protettive di cui all’art. 28, comma 2, e i sistemi di controllo di tali misure. - Elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali. - Proporre e diffondere i programmi di informazione e for-

mazione dei lavoratori. - Partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché alla riunione periodica di cui all’art. 35. Formazione e informazione risultano inderogabili ai fini dell’efficacia del D.Lgs. 231/2001 e sono tassative nell’ambito del TU sulla Sicurezza poiché garantiscono una corretta conoscenza e divulgazione delle regole di condotta nei confronti di dipendenti, collaboratori, partner, fornitori ecc. Entrambi i decreti rappresentano oggi veri e propri ombrelli contro i rischi e le responsabilità amministrative (e quindi penali); infatti, in caso di comportamento illecito, fa fede l’aver dimostrato di aver adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Non solo. In molti casi, può valere l’intenzionalità dell’azienda di dotarsi di un Modello di organizzazione. In un caso di incidente in cantiere che ha coinvolto pesantemente un dipendente, che ha subito gravi lesioni fisiche, l’azienda è stata manlevata dalla responsabilità amministrativa e penale ai sensi del D.Lgs. 81/2008 in quanto ha dimostrato che, pur non avendolo ancora implementato,

Maurizio Cappelletti di Helianthos Srl (tel. 02-29061160)

aveva in corso l’attività per l’implementazione del Modello organizzativo esimente ex D.Lgs. 231/2001. Si consideri che l’ente che ha adottato il Modello può assolutamente dimostrare di aver adeguato la parte relativa alla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, mentre può non essere vero il viceversa. Il Modello non solo assicura l’esenzione dalla responsabilità amministrativa e penale, ma rende più trasparenti le procedure e, di conseguenza, protegge la società da possibili attacchi interni ed esterni e ne migliora la reputazione, l’immagine e l’affidabilità dell’azienda stessa. D.Lgs. 231/2001 e D.Lgs. 81/2008 si incontrano nell’articolo 30. Un’azienda dovrebbe avere piena consapevolezza delle pesanti conseguenze economiche di un eventuale infortunio grave, e riconoscere dunque come assolutamente convenien-

te adottare un modello di organizzazione e gestione, anche senza contare su vantaggi acquisibili nel breve-medio termine. Un sistema adeguato di gestione della sicurezza insieme a un modello comprovato di organizzazione, gestione e controllo rappresenta una garanzia nonché una forma di assicurazione per l’azienda, impattando, ad esempio, sul miglioramento dell’affidabilità degli impianti, delle macchine, delle attrezzature, sul consolidamento professionale delle risorse umane, sulla qualificazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti. Perché la “macchina” possa funzionare senza alcun inceppo è fondamentale il ruolo cruciale dall’organismo di vigilanza che deve essere autorevole, autonomo, preparato sia per quel che concerne gli aspetti tecnici sia per quel che concerne gli aspetti organizzativi rilevanti per la sicurezza. È fondamentale che l’organismo di vigilanza agisca in piena autonomia, che possa comminare sanzioni, fino alla risoluzione del contratto, in particolare verso gli organi di vertice della società. La vigilanza, quando ben attuata, manleva - sotto certi aspetti - la persona fisica dalla responsabilità penale personale.


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ASSICURAZIONI

Rig u a r d a n o imprese edili e socie tà i m m o b i l i a r i

Le norme a tutela degli acquirenti di immobili Dalla fideiussione per gli acconti versati alla “decennale postuma” La legge 210 del 2 agosto 2004, in vigore il 28 agosto dello stesso anno, ha introdotto, anche in Italia, una normativa specifica per la tutela dell’acquirente di immobili. Il provvedimento individua una serie di obblighi e di strumenti normativi con lo scopo di evitare quel triste fenomeno dei fallimenti o delle inadempienze delle imprese costruttrici che, per l’impossibilità di far fronte agli impegni assunti, hanno messo in difficoltà molte famiglie italiane. Ne parliamo con Roberto Garulli titolare di Studio Garulli Insurance Broker (tel. 0521-227511) . “Con la Legge 210/2004 – spiega Garulli – è stato introdotto l’obbligo, per le imprese edili e società immobiliari, di garantire con specifiche fi-

deiussioni gli acconti percepiti da persone fisiche, nell’ambito di contratti preliminari di compravendita di immobili e di rilasciare all’acquirente, contestualmente alla stipula del rogito di compravendita, una polizza assicurativa decennale, detta “decennale postuma”, a copertura dei danni materiali e diretti all’immobile, compresi i danni a terzi, derivanti da rovina totale o parziale o da gravi difetti costruttivi. Per il rilascio della polizza, l’impresa dovrà garantire l’affidabilità dei processi di costruzione e dei materiali impiegati. I passi da fare – continua Garulli – per il costruttore, in ordine cronologico, sono: innanzitutto la stipula delle polizze fideiussorie a garanzia degli acconti versati e versandi da parte

dei promissari acquirenti. Per ognuno di essi deve essere stipulata una singola polizza fideiussoria; in seconda battuta la stipula della polizza C.A.R. (Contractors All Risks) subito prima dell’inizio dei lavori di cantiere; la polizza C.A.R. è una forma di assicurazione che significa letteralmente “tutti i rischi del costruttore”, nel senso che garantisce sia i danni subiti dall’opera in costruzione che la responsabilità civile verso i terzi durante l’esecuzione della stessa. Contestualmente alla polizza C.A.R. vi è la sottoscrizione di un contratto con una Società esterna di controllo tecnico in corso d’opera che deve essere certificata Sincert, iscritta As.co.te.co. e gradita da parte della Compagnia di Assicurazioni che presta le coper-

ture. Tale società effettuerà le ispezioni sul cantiere durante l’avanzamento dei lavori e certificherà la buona esecuzione degli stessi. Tra gli assicurati possono figurare l’Impresa Appaltatrice, il Committente, i Subappaltatori, i Fornitori, gli Installatori, i Progettisti; in pra-

tica tutti i partecipanti ai lavori rivestono la figura di Assicurato. Infine, vi sarà il rilascio della polizza postuma decennale indennitaria, chiamata in gergo “decennale postuma”, con effetto della copertura dalla data di ultimazione lavori”. Quali servizi offre il Vostro Studio? “Siamo in grado – risponde Garulli – di assistere imprese edili e Società Immobiliari nell’adempimento dei vari obblighi previsti dalla Legge individuando le migliori soluzioni assicurative. Impostiamo quindi le necessarie istruttorie e forniamo tutte le informazioni sulle coperture assicurative, le opzioni ed ovviamente le modalità di pagamento dei premi per le polizze previste”.

Mit te n te , d e stinatario, contenut o e d a ta d e l m e s s a g g i o s o n o c e r ti f i c a t i

Posta elettronica certificata: obbligatoria per imprese e professionisti Da Servizi di Segreteria assistenza e informazioni su emissioni e rinnovo delle caselle di posta L’utilizzo della Posta Elettronica Certificata (PEC) sta assumendo un ruolo strategico nei rapporti tra Pubblica Amministrazione ed Imprese. Viene considerata come un valido sostituto della tradizionale carta bollata ed il suo utilizzo è sempre più diffuso perché consente di scambiare in tempo reale documenti con valenza legale, con un sostanziale contenimento dei costi. La PEC è diventata obbligatoria per le imprese, costituite in forma societaria, e i

liberi professionisti, che devono comunicare il proprio indirizzo al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. “La PEC – spiega Alessandro Ferretti, titolare di Servizi di Segreteria (tel. 0522271140) – è uno strumento che permette di attribuire ad un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno tradizionale. In questo modo il mittente, il destinatario, il contenuto e la data del messaggio vengono certificati.

“Certificare” l’invio e la ricezione (i due momenti fondamentali nella trasmissione dei documenti informatici) significa fornire al mittente, dal proprio gestore di posta, una ricevuta che costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio e dell’eventuale allegata documentazione. Le aziende possono utilizzare la PEC anche per comunicare con clienti, fornitori, partner, ecc, per comunicazioni di tipo economico (come ad esempio, l’invio di fatture) e di tipo giuridico

(come l’invio di un contratto). Il CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), come previsto dalla normativa, raccoglie periodicamente i dati relativi al servizio PEC erogato dai gestori iscritti nell’elenco pubblico. Il fine è quello di analizzarli per monitorare l’utilizzo e la diffusione della posta certificata, nonché il corretto funzionamento dei sistemi strutturati dei gestori”. Quale tipo di supporto fornite ad aziende e professionisti?

“Presso gli uffici di Servizi di Segreteria – risponde Ferretti – è possibile attivare la casella di posta elettronica certificata Infocamere e ricevere informazioni ed assistenza anche riguardo all’utilizzo del sistema per migliorare l’ambito di applicazioni esistenti e l’integrazione con nuove funzionalità di firma digitale. In merito a queste ultime, Servizi di Segreteria è infatti autorizzata anche al rilascio di Smart Card, C.N.S. (Carta Nazionale dei Servizi) e Business Key”.


SERVIZI

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L’Ita l i a è u n o degli ultimi Paesi E u r o p e i c h e v e n d e e d a c q u i s ta p r o d o tti s u l w e b

Traduzione del sito web: quali vantaggi e quali costi per l’azienda? Deve essere affidata ad un madrelingua professionista Quanto è importante per un’impresa avere un sito web tradotto in più lingue? In che misura può incidere sulla competitività dell’impresa? Ne parliamo con Fabrice Lanfrey, Responsabile Marketing di CITI Traduzioni Soc. Coop. (www.cititraduzioni.it). “L’Italia è sicuramente, tra i Paesi europei, uno degli ultimi come utilizzatore di Internet per acquistare o vendere. Non solo siamo diffidenti e timorosi di questo nuovo media, ma anche poco propensi all’uso della carta di credito e del Web per acquistare, fare pubblicità o comunicare. Preferiamo la competizione diretta, reale e non “virtuale”. Internet però, senza la complicità dell’azienda, del fornitore e dell’acquirente non serve a nulla. Negli altri Paesi non è cosi, come evidenziano statistiche e tendenze di mercato”. Quali riflessi in termini di visibilità aziendale? “Immaginiamo – spiega Lanfrey – di dover tradurre il sito di un’azienda produttrice di macchine e prodotti destinati all’esportazione, in lingua Inglese e in lingua Francese. La prima lingua perché diffu-

sa mondialmente, la seconda perché il mercato di riferimento dell’azienda è la Francia. Da un giorno all’altro l’Azienda è diventata visibile non solo in due Paesi, ma nel mondo intero! Bastano poche righe di presentazione, alcune fotografie o disegni delle produzioni più significative, per avere una vetrina internazionale; e così probabili procacciatori-acquirenti, ad Ankara o Montevideo, possono vedere l’azienda e i suoi prodotti. Una visibilità del genere non la dà neanche la TV, perché richiederebbe una presenza simultanea su innumerevoli canali e con una certa frequenza: impensabile con i costi attuali! Internet, la cosiddetta rete WEB, gigantesca “ragnatela” mondiale di computer, ci dà questa straordinaria opportunità. Ne vediamo però anche i limiti: milioni di aziende pubblicano il loro sito su Internet e forse centinaia o migliaia di queste producono prodotti, attrezzature, utensili o macchine simili ai nostri. Ma l’Italia sa creare con eleganza, estro e fantasia, qualità che tutto il mondo ci invidia. Allora cosa aspet-

tiamo a pubblicare un sito in un’altra lingua? Il costo del servizio non è molto diverso da una traduzione tecnica, richiede solo il coinvolgimento di professionalità specifiche. Oggi i traduttori sanno che devono affrontare pagine nel linguaggio Html e dialogare con disegnatori e progettisti di siti”. Che ruolo ha il traduttore professionista? “Un ruolo di primo piano – risponde Lanfrey. Il traduttore professionista non si accontenta di restituire il testo del sito nella propria lingua madre, ma deve anche adeguare lo stile al lettore che leggerà la pagina Web nel proprio Paese. Questo adattamento viene chiamato “localizzazione”. Localizzare significa qui rendere “locale”, per fare comprendere con immediatezza quello che è visualizzato sullo schermo. Un esempio: sul nostro video appare “Scelta del browser” il francese invece vede “Choix du navigateur”. La parola “Browser” è stata “localizzata”: non è stata tradotta “programma di navigazione”, “navigatore” oppure “esploratore”. Forse per noi italiani

il navigatore per eccellenza è Cristoforo Colombo! Questo ci avrebbe impedito di intuire, senza deviazioni mentali, che si trattava semplicemente del programma che permette di cercare e visitare siti e non del grande Esploratore e Scopritore dell’America, né tantomeno della navigazione in barca a vela. La traduzione del sito diventa dunque una questione culturale. Deve essere obbligatoriamente un madrelingua che traduce il sito e per di più un professionista che ha una buona conoscenza della lingua italiana. Mediante programmi di traduzione assistita, che aprono direttamente le pagine sviluppate nel linguaggio html, il traduttore potrà visualizzare

solo il testo senza modificare il codice della pagina. In questo modo il cliente avrà la certezza che i traduttori non modificheranno la struttura della pagina e il responsabile del sito potrà dare utili informazioni al traduttore sui vari “link” presenti. Una raccomandazione – conclude Lanfrey – va tuttavia fatta all’Azienda: fate verificare le pagine del sito ai vostri agenti o distributori esteri prima della pubblicazione on-line. Non dobbiamo temere di perdere qualche ora per la qualità della comunicazione. La chiave del successo non si baserà così solo sul nostro prodotto, che è sicuramente unico, ma sarà confortata da un sito con le “carte” in regola”.



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MANUALISTICA

Rica m b i , u s o e manutenzione, o f f i c i n a : n o n b a s ta l a c o m p e te n z a te c n i c a

L’immagine di un’azienda inizia dalla manualistica La redazione non può essere improvvisata La redazione di un buon manuale ha significative ripercussioni sull’immagine aziendale. E’ uno dei più importanti strumenti che l’azienda produttrice di macchinari e dispositivi utilizza per comunicare con i propri clienti, siano essi utenti finali, professionisti o tecnici specializzati. Il manuale rappresenta di fatto uno specchio dell’identità aziendale. Una documentazione tecnica precisa, chiara, attenta a focalizzare anche il più piccolo particolare diventa sinonimo di professionalità ed esperienza nella progettazione e costruzione della macchina. “La manualistica tecnica non può essere improvvisata – afferma Gianni Guidetti di di Desintec snc (tel. 0522920752), azienda che dal 1977 si propone sul mercato dei servizi come partner ideale per gestire questo tipo di pubblicazioni, collaborando da anni con le aziende più importanti a livello regionale. Che sia un manuale di istruzioni, di uso e manutenzione, di officina o semplicemente

un manuale ricambi, la redazione di un documento del genere non nasce semplicemente dalla competenza tecnica: il contenuto deve essere integrato in una forma che ne faciliti la comprensione e la memorizzazione da parte dell’utilizzatore finale. Esistono, infatti, collaudate strategie per la costruzione di testi, illustrazioni, percorsi concettuali che solo personale esperto è in grado di strutturare. Il risultato finale sarà senza dubbio un’ottima vetrina per l’azienda, giudicata dal mondo esterno come una realtà attenta alla sicurezza del prodotto - per minimizzare i rischi derivanti dal suo utilizzo - e alla qualità dei materiali impiegati. Quante volte ci è capitato – continua Guidetti – di acquistare un prodotto e di riscontrare che il manuale istruzione-ricambi sia illeggibile e confuso, perché composto da disegni poco chiari, graficamente mal realizzati, al punto da non riuscire a riconoscere il particolare che cerchiamo? Questo va sicuramente a di-

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scapito dell’utente finale ma anche dell’azienda produttrice. Un manuale non curato fa pensare ad un produttore svogliato che tratta il prodotto con indifferenza, senza cura costruttiva. Corredare il prodotto con una documentazione poco chiara, non gradevole alla consultazione aumenta, quindi, il rischio di rovinare l’immagine aziendale costruita in tanti anni di lavoro, fino all’assurda situazione che un concorrente appena entrato sul mercato, ma con una buona manualistica, superi come immagine e credibilità

aziende presenti sul mercato da anni”. Come cercate di diversificare la vostra offerta di servizi? “Siamo in grado di gestire totalmente i manuali d’uso e manutenzione in tutte le loro fasi progettuali, descrittive e realizzative. Possiamo far fronte a qualsiasi richiesta di disegno o illustrazione tecnica nel campo della ricambistica, impiegando per ciascuna delle sue realizzazioni le più moderne tecnologie hardware e software, in ambiente Mac e Windows. Grazie ad un potenziamen-

to della nostra “technical division”, siamo in grado di far fronte alla grande richiesta di disegni illustrativi ed esplicativi per il mercato estero. Con l’utilizzo delle più moderne tecnologie e della multimedialità – conclude Guidetti – l’azienda si è specializzata anche in ambito 3D, offrendo un vasto portfolio di servizi, quali la conversione tridimensionale dello storico cartaceo dell’azienda e la creazione di rendering di prodotto, al fine di ottenere un valido riscontro di quanto progettato prima della sua realizzazione fisica”.


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AMBIENTE

Nuo v e m o d a lità di gestione dei r i f i u t i R A E E

Scatta l’obbligo per le aziende distributrici di ritirare gratuitamente le apparecchiature elettriche ed elettroniche non più funzionanti Semplificati gli adempimenti amministrativi per le imprese Lo scorso maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministeriale n.65 del 08/03/2010 “Regolamento recante modalità semplificate di gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) da parte dei Distributori e degli Installatori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), nonché dei gestori dei centri di assistenza tecnica di tali apparecchiature”. Il Decreto è entrato ufficialmente in vigore il 18 giugno e si applica a tutti quei soggetti che, a vario titolo, gestiscono i RAEE, quindi i distributori, gli installatori e i centri di assistenza. Approfondiamo le novità introdotte dal decreto con Mauro Carretti, Presidente di Studio Alfa. “La normativa sancisce una serie di obblighi che andranno sicuramente ad incidere sull’attività delle aziende del settore – spiega Carretti. Le novità sono molteplici: si va dall’obbligo di ritiro delle AEE di tipo domestico alla fase di raggruppamento e conferimento dei RAEE presso i centri di raccolta,

La sede di Studio Alfa (tel. 0522-550905)

dallo Schedario (registro di carico e scarico) al relativo documento di trasporto e all’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali”. Le aziende distributrici sono dunque obbligate a ritirare le apparecchiature elettriche? “Esattamente – risponde Carretti. Dal 18 giugno gli acquirenti di elettrodomestici e materiale elettrico ed elettronico (dalla tv al phon, dal frigo al forno, dal telefonino al computer) potranno consegnare gratuitamente le

loro apparecchiature usate o non più funzionanti al negozio in cui effettuano il nuovo acquisto. I negozianti si assumeranno l’onere del corretto smaltimento dei vecchi elettrodomestici senza costi aggiuntivi per i cittadini, compiendo un ulteriore passo verso il pieno recepimento della normativa comunitaria e nazionale in materia di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, come sottolineato anche dal Ministero dell’Ambiente”.

Quali i nuovi adempimenti per le imprese? “Le imprese sono di fatto protagoniste di un sostanziale snellimento di tutte le procedure burocratiche in materia di RAEE. Il provvedimento considera il ritiro da parte del distributore come una “fase della raccolta”, stabilendo che la possibilità di effettuare il raggruppamento sia condizionata alla preventiva iscrizione a una nuova sezione dell’Albo gestori ambientali. L’asportazione dei rifiuti deve essere almeno mensile e, comunque, quando si raggiungono i 3.500 kg. Il provvedimento definisce, inoltre, i requisiti dei locali e le modalità di stoccaggio e prescrive la separazione dei RAEE pericolosi da quelli non pericolosi. E’ necessario, inoltre, che il distributore garantisca l’integrità delle apparecchiature, adottando tutte le precauzioni atte ad evitare il deterioramento delle stesse e la fuoriuscita di sostanze pericolose. I distributori – continua Carretti – devono anche tenere un registro di carico e scari-

co, mediante la compilazione di uno schedario numerato progressivamente: dal documento devono risultare il nominativo e l’indirizzo del consumatore che conferisce il rifiuto e la tipologia dello stesso”. Cosa comporta l’iscrizione all’Albo Gestori Ambientali? “Per il corretto svolgimento di queste procedure, i distributori devono presentare alla sezione regionale dell’Albo una comunicazione con la quale attestano la sede dell’impresa, l’indirizzo presso il quale sono raggruppati i RAEE in attesa del trasporto, le tipologie di RAEE raggruppati con l’indicazione dei relativi codici dell’elenco dei rifiuti, gli estremi identificativi e l’idoneità tecnica degli eventuali mezzi da utilizzare per il trasporto, oltre al versamento del diritto annuale di iscrizione. La sezione dell’Albo – conclude Carretti – una volta verificata la sussistenza delle condizioni attestate, procederà entro 30 giorni al rilascio del provvedimento di iscrizione”.


AMBIENTE

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Gra z i e a l C o nto Energia e agli in c e n ti v i s ta ta l i

Fotovoltaico: un investimento sicuro per l’azienda L’impianto può essere ammortizzato come un qualsiasi bene aziendale Alla fine del 2009 è stata registrata, complessivamente, una produzione elettrica da fonti rinnovabili pari a circa 68mila GWh, più del 20 per cento del consumo interno lordo. A renderlo noto è stato il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola. L’Italia ha raggiunto il record di oltre un gigawatt di potenza installata nel fotovoltaico, con un incremento del 288 per cento rispetto al 2008. Questi risultati hanno portato il nostro Paese al secondo posto, preceduta solo dalla Germania, nella classifica dei paesi europei per potenza installata in un anno. Nel settore eolico, al 31 dicembre, risultavano installati impianti per quasi 5mila MW con una crescita del 37 per cento rispetto all’anno precedente. Inoltre, nel campo idroelettrico, con quasi

18mila megawatt di potenza installata l’Italia ha mantenuto il primato europeo. Questi dati fanno riflettere sulle grandi potenzialità delle energie rinnovabili e sugli effetti concreti che possono avere sullo sviluppo delle nostre imprese. “L’installazione di un impianto fotovoltaico rappresenta un sicuro investimento economico per l’azienda”, afferma Paolo Monti, amministratore delegato e vice presidente di Project Group srl (tel. 0522873376), società impegnata da anni nella ricerca di nuove tecnologie, in collaborazione con le più importanti Università e le maggiori aziende a livello nazionale e mondiale. “Grazie all’utilizzo dell’energia solare un’impresa è in grado di auto produrre l’energia di cui ha bisogno per lo svolgimento delle proprie attività,

incidendo positivamente sui costi fissi di gestione. Tre i maggiori benefici economici: risparmio sul costo dell’energia elettrica, guadagni sicuri attraverso gli incentivi (Conto Energia) e i contributi statali erogati dal GSE (Gestore Servizi Elettrici), possibilità di ammortizzare l’impianto come un qualsiasi bene aziendale. Fotovoltaico, energia pulita e rispetto per l’ambiente che ci circonda – continua Monti – sono indubbiamen-

te messaggi qualificanti per l’azienda rispetto al proprio mercato di riferimento”. Può farci qualche esempio di interventi da voi realizzati? “Recentemente l’azienda Gamma Meccanica, leader nella realizzazione di impianti per la produzione di materiali isolanti, ci ha commissionato la costruzione e l’installazione di un impianto da 500 KW sui tetti del proprio stabilimento (14.000 mq), in aggiunta a quello già esistente da 63 KW. In questo modo l’azienda soddisferà il proprio fabbisogno energetico e l’eccedenza sarà immessa in rete. L’impianto – continua Monti – avrà una capacità di 542 kmp per la produzione annua di 566.400 kwp, evitando l’emissione in aria di circa 300.758 kg di CO2”.

Come le aziende devono procedere? “Prima di tutto – risponde Monti – occorre realizzare un’analisi ed uno studio dell’impianto. Per operare in modo serio occorre infatti verificare gli attuali consumi di energia elettrica ed i relativi costi, individuare la dimensione dell’impianto che s’intende realizzare e le sua capacità di produzione energetica, le caratteristiche tecniche dell’impianto ed il suo corretto posizionamento e quindi un’analisi dei costi di realizzazione e dei tempi di ammortamento. Project Group opera in questo modo ed è a disposizione delle imprese interessate ad acquisire informazioni e dati che consentano loro di valutare l’opportunità di realizzare un impianto fotovoltaico”.

Com e c o n i u gare sostenibilità ed e f f i c i e n z a e n e r g e ti c a

Collecchio: la discarica di Campirolo è un esempio di riqualificazione ambientale Il progetto è stato realizzato da Nial Nizzoli Il Comune di Collecchio, in collaborazione con Nial Nizzoli, sta portando avanti un progetto per la riqualificazione ambientale dell’ex discarica di Campirolo, puntando a coniugare sostenibilità ed efficienza energetica. Chiediamo ad Emilio Guidetti di Nial Nizzoli (www.nialnizzoli.com) di spiegarci brevemente i punti salienti del progetto. “Il nostro obiettivo è quello di creare un vero e proprio parco energetico sul territorio, il più grande a livello regionale”. Perché utilizzare un’area adibita a discarica rifiuti? “Attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici su aree inutilizzate, Nial Nizzoli si propone di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, così come auspicato dalla Comunità Europea, affiancando alla corretta gestione post-operativa, la valorizzazione in termini economici, sociali ed ambientali di siti apparentemente improduttivi, che ad oggi rappresentano solo un costo per la Società.

Sui 63mila metri quadrati utilizzati tra il 1983 e il 1995 come discarica, che verrebbero ceduti dal Comune in concessione a Nial Nizzoli per 25 anni, si realizzerebbe un impianto fotovoltaico di potenza pari a 2.691 KWp, equivalenti ad un impegno di potenza elettrica utilizzata da circa 800 abitazioni. Il comune riceverebbe un impianto fotovoltaico di circa 200 kw che sarebbe realizzato in un territorio agricolo attiguo, sempre di proprietà comunale. Con quest’ultimo impianto – spiega Guidetti – verrebbero abbattute le spese di gestione di tutta la discarica. L’energia elettrica prodotta, fatto salvo l’autoconsumo minimo della centrale, sarebbe completamente ceduta in rete e ritirata dal Gestore ai prezzi di mercato. Al termine della concessione, il Comune diventerebbe titolare dell’impianto di sola vendita di energia”. Quale dunque il ruolo di Nial Nizzoli? “La nostra azienda intende proporsi quale interlocutore diretto di Amministrazioni

e Consorzi per l’affidamento del servizio di gestione “post-mortem” di discariche o ex-cave, garantendo la manutenzione ordinaria e il monitoraggio degli andamenti e delle dinamiche di funzionamento tramite l’implementazione di un adeguato piano di sorveglianza e controllo. L’investimento può essere efficacemente soddisfatto tramite capitali privati di un finanziatore italiano o estero individuato da Nial Nizzoli tra i suoi collaboratori, svincolando in tal modo la Pubblica Amministrazione da un onere economico altrimenti difficilmente sostenibile. Il parco energetico, in funzione dell’impiantistica installata – continua Guidetti – assumerà una connotazione didattica: il nostro progetto prevede infatti la realizzazione di un’apposita struttura in cui potranno essere concretizzati progetti educativi atti ad esemplificare l’utilizzo delle fonti rinnovabili (energia solare, eolica, biogas, etc.) mediante semplici giochi e la visita guidata all’impianto. Saranno

creati percorsi educativi che illustreranno i metodi di produzione delle diverse energie alternative, i loro rendimenti, i vantaggi e gli svantaggi. L’obiettivo di Nial Nizzoli è proprio quello di riconsegnare ai cittadini l’area di Campirolo come una risorsa e non più come un onere. L’iniziativa – conclude Guidetti – è ora al vaglio della Provincia per la valutazione

dell’impatto ambientale e potrebbe aggiungersi/coordinarsi alle altre iniziative proposte sul territorio come “Fotovoltaico Insieme”, progetto ideato dalla Provincia di Parma che prevede la realizzazione di campi fotovoltaici in ogni comune, con un ambizioso intento: generare almeno 50Mw coprendo così circa il 10% del fabbisogno elettrico del Parmense”.


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MANUTENZIONE

Gra z i e a l l e i ncentivazioni i costi s i r i d u c o n o n o te v o l m e n te

Come sostituire una vecchia e pericolosa copertura in amianto e produrre energia Ibatici Group individua i vantaggi tecnici ed economici Gl i e f fe t t i dan no si dell’amianto sono noti ed inequivocabili, in quanto causano patologie gravi ed irreversibili, prevalentemente dell’apparato respiratorio. Purtroppo, grazie ai suoi eccellenti requisiti, l’amianto ha trovato largo impiego in tanti settori come l’edilizia, la componentistica per mezzi di trasporto e l’isolante termico soprattutto in ambito industriale. Ne parliamo con Andrea Ibatici, titolare della Ibatici Group (tel. 0536-943559), azienda esperta in interventi di bonifica. “Si parla di amianto compatto – ci spiega Ibatici – quando le fibre del minerale

sono fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto). In edilizia, solitamente, quando si parla di amianto compatto ci si riferisce a quelle lastre piane o ondulate (eternit) presenti nelle coperture che venivano ampiamente usate in quanto caratterizzate da una estrema leggerezza, resistenza alle intemperie ed al calore e da un costo contenuto. Quando sono in buono stato di conservazione non tendono a liberare fibre spontaneamente. Con la continua esposizione all’azione degli agenti atmosferici subiscono un progressivo degrado dovuto in par-

ticolare all’azione di piogge acide, sbalzi termici, all’erosione eolica e di microrganismi vegetali. Pertanto dopo anni di vita le lastre possono presentare corrosioni ed incoerenze superficiali e conseguenti affioramenti di fibre e fenomeni di liberazione. L’Eternit se usurato, abraso, segato o deteriorato può liberare delle fibre di amianto che, se respirate, possono costituire causa o concausa di varie malattie all’apparato respiratorio”. Come allora intervenire in questi casi ? “La nostra azienda – risponde Ibatici – è in grado, grazie alla ventennale esperienza ed avendo tutte le autorizzazio-

ni necessarie, di intervenire effettuando le necessarie operazioni di bonifica e proponendo soluzioni per una nuova copertura. In particolare svolge un’analisi/studio con fattibilità, vantaggi tecnici ed economici per la sostituzione di coperture in amianto con nuove coperture dotate di sistema di produ-

zione di energia elettrica da fonte solare (fotovoltaico). In questo modo è possibile usufruire delle incentivazioni predisposte per il risparmio energetico. L’incentivazione consente di coprire una buona parte delle spese dell’intervento di sostituzione della copertura e l’installazione dell’impianto fotovoltaico”.

L’iniziativa punta ad evidenziare la professionalità delle Officine Autorizzate

Iveco days: la qualità a prezzi vantaggiosi Veneri (A.R.A. Parma): pioggia di sconti sui ricambi originali Più sicurezza su strada, positività del trasporto e valorizzazione del ruolo del guidatore sono i punti chiave della nuova campagna “Iveco Days 2010”. Per tutta l’estate i proprietari di veicoli Iveco potranno approfittare di una pioggia di sconti sui ricambi originali presso le officine autorizzate. Obiettivo dell’iniziativa, promossa da Iveco Customer Service, è quello di supportare il traffico presso la rete assistenziale Iveco, evidenziandone la trasparenza e la professionalità. Scopriamo tutte le novità di Iveco Days con Giancarlo Veneri, responsabile Customer Service di A.R.A. S.p.a. (tel. 0521670411), Concessionaria del marchio Iveco per la provincia di Parma. “La corretta

hanno collaborato a questo numero: Valentina Margini, Chiara Caselli, Chiara Pedroni, Letizia Burani

manutenzione del proprio veicolo, con ricambi originali, è fondamentale per garantire il giusto livello di sicurezza su strada, per il guidatore e anche per la merce da trasportare. Con circa 5.000 punti di vendita e assistenza in più di 160 Paesi, Iveco garantisce un supporto in tutte le aree geografiche in cui c’è un veicolo al lavoro”. In che cosa consistono gli “Iveco Days”? “Fino al 20 Luglio, tutti i proprietari di veicoli targati Iveco, avranno diritto ad una serie di servizi a prezzi davvero vantaggiosi. Primo fra tutti il tagliando in officina. Per il Daily, ad esempio, Iveco propone un tagliando a 40.000 o 80.000 km al prezzo esclusivo di 160 euro, con lubrificazione, sostituzione

olio, filtri, controlli nel vano motore, sotto il veicolo e in cabina. Saranno effettuati precisi test di diagnostica, con l’azzeramento del contatore di rigenerazione del filtro antiparticolato DPF. Vi sarà consegnato il veicolo dopo uno scrupoloso controllo di tutta la meccanica e

dopo un collaudo funzionale su strada. Inoltre, Iveco consente di estendere la Garanzia Drive Line al terzo anno per i Daily. Questa promozione garantisce una copertura assicurativa per interventi effettuati su motore, iniezione, cambio, albero di trasmissione, etc., a partire

da 380 euro”. Ci saranno anche sconti sui ricambi originali? “Anche questa è un’offerta da non sottovalutare – risponde Veneri. Presso tutte le concessionarie ed officine aderenti all’iniziativa, si avranno sconti su dischi, pastiglie, frizioni, ammortizzatori, fanali, lampadine, filtri aria e antipolline, etc. Tutti i clienti che effettueranno un tagliando durante gli Iveco Days, riceveranno in omaggio un litro di Urania Daily, lubrificante raccomandato per l’ultima generazione Euro V di veicoli commerciali. La sua formulazione protegge in maniera ottimale il filtro antiparticolato dai residui di combustione e dà ottimi risultati sul piano della Fuel Economy”.


IMPIANTI

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I co s ti s o n o più contenuti rispett o a l p a s s a t o e l e te c n o l o g i e p i ù a v a n z a te

La piscina dei tuoi sogni può diventare realtà I consigli di Hydrocontrol Quante volte abbiamo sognato di realizzare una piscina vicino alla nostra abitazione? Tutto questo può diventare realtà grazie alla consulenza di Hydrocontrol, azienda leader nella produzione e commercializzazione di soluzioni per la purificazione dell’acqua ed il benessere della persona. “Una piscina di qualità”, spiega Marco Burani, Responsabile dell’Area Benessere e Piscine di Hydrocontrol, “non è data semplicemente dalla tipologia costruttiva - pannelli prefabbricati in acciaio piuttosto che cemento armato - ma è legata prima di tutto alla qualità degli impianti per il ricircolo dell’acqua oltre che al loro corretto dimensionamento”. Quali sono oggi le principali tecnologie in materia di qualità e sicurezza dell’acqua? “L’innovazione tecnologica può offrire soluzioni che permettono di migliorare notevolmente la qualità dell’acqua della piscina. Quella più conosciuta è detta “elettrolisi del sale”: l’acqua

viene leggermente salata (4 g/l contro i 40 g/l dell’acqua di mare) e con l’ausilio di un’apparecchiatura dotata di centralina e cella elettrolitica, viene prodotto cloro pulito, privo di eccipienti o molecole stabilizzanti. Il sistema incide positivamente anche sulla manutenzione dell’intero sistema, in quanto permette di avere una gestione automatica senza dover controllare quotidianamente il livello di cloro presente. Un’altra automazione importante per la gestione della piscina è il controllo automatico del PH. Un valore ottimale si attesta intorno a 7,2 e vi garantirà un’acqua trasparente, evitando la formazione di agglomerati nel filtro. In materia di sicurezza – continua Burani – è bene ricordare che la piscina può rappresentare anche un pericolo per bambini e animali domestici. Per evitare cadute accidentali la miglior soluzione è la copertura a tapparella, che garantisce una copertura portante e certificata fino a 80 kg. Può essere installata

sia in piscine di nuova costruzione che in quelle già esistenti, e se utilizzato durante le ore notturne impedisce di disperdere il calore accumulato”. Perché affidarsi a una realtà come la vostra? “Da sempre Hydrocontrol fa della qualità il suo cavallo di battaglia con prodotti certificati ed approvati dal Ministero della Sanità. Anche questo testimonia la professionalità della nostra azienda, in un mercato in cui molti competitors si improvvisano esperti del settore. La capacità di problem solving, la tempestività di intervento e il know how tecnico e progettuale fanno di Hydrocontrol un partner affidabile per aziende e privati. Lo staff seguirà il cliente non solo dalla fase progettuale iniziale alla completa realizzazione in cantiere, ma svilupperà anche un servizio di assistenza post-vendita, tenendo conto del ciclo di vita dell’impianto stesso e della sua manutenzione. A questo proposito abbiamo ideato un pacchetto un “pacchetto assistenza” con contratto annuale che inclu-

Alcune realizzazioni di Hydrocontrol (www.hydrocontrol.it)

de visite periodiche, controlli e specifiche operazioni di manutenzione per assicurare sempre un’acqua pulita e pronta al primo bagno di stagione. La realizzazione di una pisci-

na – conclude Burani – non rappresenta più un privilegio ad appannaggio di pochi: i costi sono più contenuti rispetto al passato e i tempi di costruzione si sono notevolmente ridotti”.



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