Giornale delle Imprese

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periodico d’informazione aziendale anno III Ottobre 2010

edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena INDUSTRIA

COMMERCIO

EXPORT

Segni di ripresa ma la crescita è lontana

Nuova diminuzione delle vendite al dettaglio per la piccola e media distribuzione

A Parma la XIX Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero

Il servizio a pagina 3

Il servizio a pagina 2

Il servizio a pagina 2

Editoriale

Da una nuova generazione di imprenditori la spinta al cambiamento di Ottavio Margini Il sistema economico attuale non lascia intravedere nel breve periodo scenari positivi sia per il mondo imprenditoriale - ed in particolare mi riferisco alla piccola e media impresa sia per le famiglie italiane in genere. Si attende la ripresa, si attende che “cambi il vento” ma non ho visto dati ed analisi serie che motivino il perché le attuali condizioni dovrebbero mutare. L’economia di mercato, il libero mercato sono certamente valori irrinunciabili, ma a condizione che vi siano regole di base uguali per tutti quali: contratti di lavoro e retribuzioni che tutelino la dignità dell’uomo, il divieto del lavoro minorile, l’applicazione delle più basilari norme sulla sicurezza, una tutela previdenziale ed assistenziale, un’equa imposizione fiscale, ecc. Fattori e valori irrinunciabili per un’economia avanzata ed uno Stato progredito. Tutto questo non avviene per ora nell’economia del mercato globale. Perseguire l’utile d’impresa “delocalizzando” ed avviare un processo di “de-industrializzazione” del nostro territorio per allinearsi alle condizioni del lavoro di certe economie non mi appare la soluzione ideale. Può essere una risposta alle esigenze di bilancio, ma non dimentichiamoci che viviamo in Italia. In questo contesto i giovani imprenditori hanno un ruolo importante: comprendere le debolezze dell’attuale sistema e spingere verso il cambiamento. Tutto questo è possibile ragionando al di fuori dagli “schemi tradizionali”, senza “logiche di parte” ed abbandonando il concetto di “lobby”, perché oggi è il sistema Italia nel suo complesso che deve fare lobby.

IN PRIMO PIANO - pag. 4 e 5

Protagonisti nelle scelte che determinano il loro futuro

Imprese & Giovani Imprenditori

Ottobre 2010 FORMAZIONE

Con Ifoa esperienze di “Outdoor Training” Il servizio a pagina 7

ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

WCM: uno strumento formidabile Il servizio a pagina 8

RIFIUTI

Sistri: il nuovo sistema di controllo della tracciabilità

Il servizio a pagina 14

è distribuito gratuitamente in duplice copia con la formula “per te e per un collega”

Il servizio a pagina 27


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ECONOMIA

Pres e n ta ta l ’indagine congiuntu r a l e d i U n i o n c a m e r e E m i l i a - R o m a g n a p e r i l s e c o n d o s e m e s tr e 2 0 1 0

Industria: segni di ripresa ma la crescita è lontana Segnali preoccupanti dai dati relativi all’occupazione ed alla cassa integrazione Nel secondo trimestre del 2010 gli indicatori economici confermano un’inversione di tendenza per il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna rispetto alla fase recessiva che si è prolungata negli ultimi due anni. Se il confronto rispetto al pesantissimo 2009 appare positivo, tuttavia le prospettive sui tempi di uscita dalla crisi restano incerte, anche se le basi sono state gettate. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo. Rispetto al secondo trimestre del 2009, la produzione è cresciuta in volume del 2,2%, in controtendenza rispetto al trend negativo dell’11,1% riscontrato nei

dodici mesi precedenti. Stessa dinamica per il fatturato che è aumentato in valore del 2,6%, a fronte della sostanziale stazionarietà dei prezzi praticati alla clientela (-0,1%). Analogo andamento per gli ordini, che sono apparsi in crescita del 2,3%. La situazione caratterizzata dalle prime variazioni verso una fase di recupero è analoga in tutte le classi dimensionali e nella maggioranza dei settori. Una iniezione di fiducia arriva dalle esportazioni, cresciute nel secondo trimestre 2010 di oltre il 19% (dati ISTAT). Segnali ancora preoccupanti vengono invece dai numeri dell’occupazione. La Cassa integrazione guadagni continua a rimanere su livelli altissimi: diminuisce quella ordinaria, soprattutto perché le imprese avendone

Andrea Zanlari, Presidente di Unioncamere regionale

già usufruito per la durata massima non vi possono più accedere, mentre aumentano quella straordinaria e quella in deroga. Nel primo semestre 2010, le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni di matrice

anticongiunturale dell’industria in senso stretto sono salite n Emilia-Romagna a 14 milioni e 980 mila, rispetto ai circa 13 milioni e 414 mila dei primi sei mesi del 2009. Secondo i dati ISTAT, nel primo semestre del 2010 in EmiliaRomagna l’occupazione è diminuita di 33.445 unità rispetto allo stesso semestre del 2009, pari ad una flessione dell’1,7%. “La ripresa appare ancora timida, legata come è all’evolversi del quadro nazionale ed internazionale e agli ormai cronici ritardi strutturali che riguardano il nostro sistema – dichiara il Presidente di Unioncamere regionale Andrea Zanlari – Il problema dell’Italia parte da lontano, ed è un decennio di mancata crescita. Anche se restano ancora al palo la domanda inter-

na e in particolare i consumi privati, in Emilia-Romagna va meglio: la crescita del prodotto interno lordo dovrebbe attestarsi all’1,7%, aumento trainato dalle esportazioni. È un segno di vitalità delle nostre imprese che stanno tentando di cogliere le opportunità offerte dalla ripresa internazionale, anche se nel contempo il contesto nel quale sono chiamate a muoversi fa sì che non si riesca ad uscire da una logica di navigazione a vista, con un’impossibilità nel programmare strategie ed investimenti di medio e lungo periodo. Difficilmente – conclude Zanlari – se non riusciremo a compiere questo salto, che è anche culturale, e ad investire sul futuro, sarà possibile dare vita ad una ripresa apprezzabile e sostenibile nel tempo”.

L’ev e n to è i n collaborazione con U n i o n c a m e re e As s o c a m e r e s te ro

A Parma la XIX Convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all’estero In cinque giorni un intenso programma di incontri e riunioni La Camera di Commercio di Parma, dal 23 al 27 ottobre 2010, ospita la XIX Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE), evento organizzato in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero, che radunerà nella città di Parma i rappresentanti di 67 delle 75 Camere di Commercio Italiane all’Estero e quelli di 32 italiane. L’iniziativa è stata presentata da Andrea Zanlari, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Parma, Augusto Strianese, Presidente di Assocamerestero e Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere EmiliaRomagna. “Sappiamo bene quanto i

nostri prodotti siano apprezzati all’estero e quanto essi siano strettamente collegati all’identità culturale del nostro territorio – ha dichiarato Andrea Zanlari, nel corso della conferenza stampa. L’Emilia-Romagna è la regione trainante per l’export dell’agroalimentare italiano e i dati che oggi presentiamo testimoniano che la qualità dei nostri prodotti è riconosciuta in tutto il mondo. Per questo sarà fondamentale continuare a sostenere economicamente e strategicamente le nostre aziende, permettendo loro di ‘scaricare a terra’ tutto il potenziale commerciale di cui sono capaci, grazie al volano dell’internazionalizzazione”. Augusto Strianese, ha poi

Da sinistra: Augusto Strianese, Presidente di Assocamerestero - Andrea Zanlari, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Parma Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna

aggiunto “Le Camere di Commercio Italiane all’Estero sono al fianco delle imprese per assisterle sui mercati esteri, aiutandole a veicolare la qualità delle nostre produzioni, del saper fare legato alla tradizione e ai luoghi di origine dei nostri prodotti e i valori dello stile italiano.

Per far questo, solo nel 2010 le Camere, grazie al supporto del Ministero dello Sviluppo Economico, hanno messo in pista 2.000 iniziative promozionali, con la collaborazione del sistema camerale, le associazioni, i consorzi, le regioni e tutti i soggetti nazionali e locali vicini alle aziende”.

Ha precisato poi Ugo Girardi, “In questa fase di possibile ripresa trainata dall’export si stanno dimostrando particolarmente interessanti e di notevoli potenzialità in prospettiva alcuni mercati nuovi come l’Africa settentrionale e l’Asia centrale che hanno una dinamica di crescita particolarmente forte”. Per iscrizioni e ulteriori informazioni sulla Convention, oltre a visitare il sito www.conventionccie.parma. it, è possibile contattare il Servizio Affari Economici e Relazioni Esterne della Camera di commercio di Parma al numero 0521 210241/203/244/280/223 o per posta elettronica ad estero@pr.camcom.it.

GRAFICA: Filiberto Guatteri

Reg. tribunale di Reggio Emilia N. 1165 del 09/05/06

STAMPA: Centro Stampa Quotidiani SPA Erbusco (BS)

INFO:

Stampato il 18/10/10

DIRETTORE RESPONSABILE: Ottavio Margini

AREA COMMERCIALE: info@keymedia.it

REDAZIONE:

EDITORE: Keymedia Group s.r.l. Via Settembrini, 12/1 42123 Reggio Emilia www.keymedia.it

hanno collaborato a questo numero: Ottavio Margini, Valentina Margini, Chiara Caselli, Chiara Pedroni, Letizia Burani

Per comunicare con il mondo aziendale


ECONOMIA

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Dai d a ti d e l l ’ indagine Unioncame r e E m i l i a - R o m a g n a - C o n f c o m m e r c i o r e g i o n a l e

Commercio: nuova diminuzione delle vendite al dettaglio Le difficoltà riguardano soprattutto la piccola e media distribuzione Il secondo trimestre del 2010 si è chiuso con una nuova diminuzione delle vendite al dettaglio, che ha consolidato la fase negativa in atto dai primi tre mesi del 2008. Gli incassi sono diminuiti mediamente in Emilia-Romagna dell’1,0% nei confronti dello stesso periodo del 2009, in misura tuttavia più contenuta rispetto al trend negativo del 2,5%. È quanto emerge dall’indagine congiunturale condotta da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con Confcommercio imprese per l’Italia EmiliaRomagna, su un campione rappresentativo di imprese operanti nel settore del commercio al dettaglio, che sta risentendo in modo evidente della crisi globale, con la fre-

nata dei consumi delle famiglie. Sono state le imprese di minori dimensioni ad accusare i cali più sostenuti. Per la piccola e media distribuzione sono state registrate diminuzioni tendenziali pari rispettivamente al 3,6 e 2,1%, che sono tuttavia apparse più leggere rispetto al trend dei dodici mesi precedenti. La grande distribuzione è cresciuta dello 0,9%, confermando nella sostanza quanto emerso nei primi tre mesi. Al di là della moderata entità dell’aumento, resta una chiara inversione di tendenza, dopo il trend di basso profilo (-0,2%). Per quanto concerne le varie tipologie, sono continuate le difficoltà del commercio specializzato, nel quale è più diffusa la piccola e

Ugo Margini, Presidente di Confcommercio Emilia-Romagna

media distribuzione, anche se in termini meno evidenti rispetto alla crescita media dei dodici mesi precedenti. Nell’ambito dei prodotti non alimentari, è stata rilevata

una diminuzione dell’1,9%, molto più contenuta rispetto al trend negativo del 4,1%. In questo ambito è da sottolineare la flessione, pari al 4,0%, evidenziata dai prodotti dell’abbigliamento e accessori, assai prossima al calo del 4,9% riscontrato nei dodici mesi precedenti. Le vendite di prodotti alimentari sono scese del 2,1% ed è da annotare il modesto miglioramento avvenuto nei confronti del trend (-2,7%). Ipermercati, supermercati e grandi magazzini hanno registrato un incremento delle vendite pari all’1,5%, coerente con la crescita della grande distribuzione. Rispetto al trend dei dodici mesi precedenti c’è stato un leggero miglioramento pari a circa mez-

zo punto percentuale. “I nuovi dati delle vendite al dettaglio nella nostra regione – commenta il presidente di Confcommercio Emilia-Romagna Ugo Margini – confermano il permanere di una certa staticità della domanda da parte delle famiglie emiliano romagnole, i cui effetti ricadono purtroppo quasi esclusivamente sul comparto della piccola impresa. Ci auguriamo che l’incremento della fiducia dei consumatori rilevato dall’indicatore Isae del mese di settembre possa tradursi, concretamente, in una maggiore propensione all’acquisto che riesca a risollevare l’andamento abbastanza modesto della stagione estiva, che neppure le vendite in saldo è riuscito a rilanciare”.

Mod e n a : C a mera di commercio, b a n c h e e p r o f e s s i o n i s t i l a n c i a n o u n a n u o v a F o n d a z i o n e

“Fondazione Modena Giustizia” agevola il funzionamento del tribunale � il primo esempio in Italia in tale ambito “Fondazione Modena Giustizia” è il primo esempio in Italia di fondazione che opera per agevolare il funzionamento della giustizia civile, nella massima trasparenza e indipendenza della magistratura”. A presentare il nuovo importante Ente è stato Maurizio Torreggiani, presidente della Camera di Commercio modenese. Si tratta di un ente trasversale pubblico-privato che ha sei soci: oltre alla Camera di Commercio di Modena, l’Ordine degli avvocati e quel-

lo dei commercialisti della provincia e le banche Bper, Unicredit e Banca Popolare di Verona-S.Geminiano e S.Prospero. Battezzata il 21 giugno 2010 con una dote iniziale di oltre 420mila euro (in quote paritetiche tra la Camera di Commercio e i tre istituti di credito) e iscritta al registro prefettizio dallo scorso 8 luglio, la Fondazione ha permesso al tribunale di Modena di ottenere dal ministero della Giustizia, il 17 agosto, l’autorizzazione ad operare come sede sperimentale per le noti-

fiche telematiche. L’obiettivo è sostenere non solo l’utilizzo del processo civile telematico, le nuove tecnologie e l’informatizzazione, ma anche la formazione e il praticantato, attraverso borse di studio”. L’iniziativa è stata particolarmente apprezzata dalla cancelleria del tribunale che, grazie alla formazione di una ventina di dipendenti tra sede centrale e sezioni distaccate, dal 2 settembre può utilizzare la telematica per le notifiche con un encomiabile risparmio di attività e di tempo.

La “Fondazione Modena Giustizia” ha sede presso la Camera di commercio ed è aperta ad altri soci: Associazioni di categoria e privati. La fondazione nasce dalle esigenze di una piccola comunità coesa che si conosce e confronta, che ha teso la mano ai suoi tribunali per aiutarli a uscire dall’impasse di lungaggini burocratiche e carenze di personale. Una giustizia più efficiente equivale a una comunità più performante nelle relazioni tra persone ed imprese.

L’obiettivo è sostenere non solo l’utilizzo del processo civile telematico, le nuove tecnologie e l’informatizzazione ma anche la formazione e il praticantato, attraverso borse di studio


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IMPRESE & GIOVANI IMPRENDITORI

A Re g g i o E m ilia i giovani di CNA , C o n f c o m m e r c i o , C o n f e s e r c e n ti , C o n fa r t i g i a n a to s i c o n f r o n t a n o

R.E TE. Imprese Italia: nuova iniziativa dei Gruppi Giovani Imprenditori reggiani Cristina Boniburini (CNA): il ricambio generazionale tra i temi affrontati Parte a Reggio Emilia una nuova iniziativa riguardante le Associazioni aderenti a R.E TE. Imprese Italia (CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato). I Presidenti dei Gruppi Giovani delle rispettive Associazioni hanno intenzione di dar vita ad un confronto sui temi che hanno rilevanza strategica per lo sviluppo. Ne parliamo con Cristina Boniburini, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di CNA Reggio Emilia. “Lo sviluppo ed il futuro delle nostre imprese, della città e del territorio – spiega Cristina Boniburini – è oggi un tema molto sentito dai Giovani Imprenditori di ogni categoria. È per questo che abbiamo pensato di iniziare un percorso comune confrontandoci su tutte le tematiche che consideriamo prioritarie per lo sviluppo locale. Gli argomenti da affrontare, soprattutto di questi tempi, non mancano ed il lavoro da svolgere è certamente impe-

gnativo. Personalmente – continua Cristina Boniburini – particolare attenzione chiederò sia posta sul tema del “ricambio generazionale. Fin dall’inizio del mio mandato, ho cercato di lavorare concretamente su questo tema che ritengo di vitale importanza per lo sviluppo del sistema produttivo locale e la tenuta delle piccole e medie imprese. L’avvicendamento imprenditoriale in azienda – continua Cristina Boniburini – rappresenta il momento più difficile e delicato della vita di un’impresa familiare. In Italia, da fonti di uno studio su tale tema effettuato dalla Bocconi, il 70% delle imprese non sopravvive alla prima generazione e il 50% scompare tra la seconda e terza. Il Gruppo Giovani CNA ha già organizzato diverse azioni formative per trattare questo argomento, esaminando esperienze di successo ed insuccesso operate da aziende che hanno vissuto casi di

Cristina Boniburini, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di CNA Reggio Emilia

avvicendamento imprenditoriale. Abbiamo trattato questo tema coinvolgendo anche l’Università di Modena e Reggio Emilia e con il professor Di Toma della Facoltà di scienze della comunicazione e dell’economia, esperto della materia, abbiamo

analizzato tutte le problematiche legate all’argomento. Recentemente abbiamo poi realizzato, con la collaborazione di CNA Industria, raggruppamento d’interesse CNA a sostegno della piccola e media industria, un seminario che ha portato alla luce esperienze e casi di successo

ed insuccesso in tema di passaggio generazionale e ha trattato il tema di avvicendamento aziendale mettendo a confronto la visione imprenditoriale di senior e junior. Abbiamo, infine, realizzato un corso di formazione, che partirà proprio in ottobre, progettato da Ecipar, Ente di formazione del sistema CNA, per sostenere i giovani che subentrano in azienda ai senior. Confrontarci ora con i Gruppi Giovani delle altre Associazioni, partendo da R.E TE. Imprese Italia e condividere esperienze concrete rappresenta per noi un valore aggiunto importante. Penso che per il nostro territorio si tratti di una prima iniziativa che coinvolga tutti i giovani imprenditori delle diverse Associazioni e categorie. Ovviamente – conclude Cristina Boniburini – molti altri saranno i temi strategici che affronteremo nel tentativo di dare risposte e soluzioni comuni”.


IMPRESE & GIOVANI IMPRENDITORI

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Intervista ad Aurelio Trevisi, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Reggio Emilia

Un confronto serio e costruttivo con le istituzioni per evitare il declino Tra i temi da affrontare: Area Nord, imprenditoria giovanile e territorio Il Dott. Aurelio Trevisi è Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Reggio Emilia nonché titolare di 3DQuaser, impresa del terziario specializzata in qualità e servizi per le aziende alimentari. Con lui abbiamo parlato di alcune tematiche di interesse comune in ambito associativo: “È estremamente importante – afferma Trevisi – dar vita a un confronto, anche in ambito locale, tra i vari gruppi di giovani imprenditori delle Associazioni appartenenti a R.E TE. Imprese Italia. Confronto che possa mettere in luce problematiche comuni e proposte concrete da realizzare anche congiuntamente alle Istituzioni. Ricordo che al Gruppo Giovani Imprenditori possono iscriversi gli imprenditori che non abbiano compiuto il quarantesimo anno di età; quindi il Gruppo e i suoi vari componenti non esprimono solo la linfa e le potenzialità del futuro, ma anche del presente. Riteniamo che a Reggio Emilia si debba migliorare il confronto tra le Istituzioni e il mondo

delle imprese e le associazioni che le rappresentano, nonostante i grandi temi strategici aperti che riguardano la città. I dati che ci provengono dalle indagini congiunturali puntualmente svolte da Confcommercio, insieme a Unioncamere, evidenziano un ulteriore peggioramento della situazione per i piccoli e medi esercizi commerciali e per le imprese del terziario. I nostri esercizi, i nostri negozi, molte imprese del terziario – continua Trevisi – hanno oggi estreme difficoltà e una loro possibile chiusura si rifletterebbe in modo molto negativo per la nostra città, portando ulteriore impoverimento e declino. Per noi i negozi sono elementi essenziali del contesto urbano, di un rione; senza di essi inizierebbe quel degrado che ha già colpito alcuni quartieri. Ecco che, in tale contesto, affrontare insieme in modo serio e concreto i veri temi sul tappeto diventa una priorità. Ad esempio sul Piano Strutturale Comunale (PSC) di Reggio Emilia occorre affrontare e discutere insieme

il tema della aree commerciali future che devono essere realizzate in modo equilibrato ed economicamente sostenibile senza danneggiare le attività già esistenti. Al sindaco di Reggio Emilia – continua Trevisi – chiederei un confronto serio sull’Area Nord che può diventare un punto nevralgico importante per lo sviluppo futuro della città, soprattutto in vista del completamento della stazione per l’alta velocità, in tempo per far diventare Reggio Emilia la città più vicina a Milano in occasione dell’Expo 2015. Non basta indire gli Stati Generali senza prima attivare un confronto ed arrivare all’appuntamento con delle idee e possibili soluzioni condivise. Così facendo mi sembra che il Comune attui più un’operazione di marketing. Altro tema da discutere insieme alle associazioni sono le iniziative sull’imprenditoria giovanile: su un tema del genere è opportuno attivare iniziative congiunte con le Amministrazioni. Sul turismo poi – continua

Aurelio Trevisi, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Reggio Emilia

Trevisi – non abbiamo la capacità di valorizzare e trasmettere all’esterno le tante cose belle della nostra terra. Sono state fatte numerose iniziate in diverse direzioni che seguivano più la logica del finanziamento che la costruzione di un’immagine del nostro territorio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Questi che ho citato – precisa Trevisi – sono solo alcuni esempi.

Per affrontarli non vi è una ricetta già pronta. Occorre trovare le soluzioni congiuntamente con uno studio serio che superi le logiche di parte. Se non facciamo questo il rischio declino è molto alto. Su questi temi – conclude Trevisi – spero ci sia la possibilità di confrontarci con gli altri gruppi di giovani imprenditori, per arrivare a qualcosa di concreto che vada al di là delle parole”.



FORMAZIONE

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Perc o r s i d i f ormazione altamente i n n o v a ti v i

IFOA e il RUGBY: un nuovo progetto di “Outdoor Training” Si rivolge a giovani laureati che vogliono entrare nel mondo del lavoro Per “Outdoor Training” si intende in generale un’esperienza di apprendimento che si sviluppa all’esterno di un’aula, centrata sul lavoro all’aperto: la modalità più efficace per apprendere concretamente e stabilmente nuovi comportamenti e sperimentarli in modo concreto coinvolgendo i partecipanti sul piano fisico, cognitivo ed emozionale. Gli elementi che caratterizzano l’Outdoor Training sono molteplici. Innanzitutto il contesto di “avventura” che stimola a cimentarsi in situazioni sconosciute, dove è più facile lasciarsi andare all’azione spontanea e al conseguente apprendimento. In secondo luogo, stimola lo spirito di osservazione e riflessione sui comportamenti di tattiche e permette di scambiarsi feedback utili allo sviluppo ed al miglioramento. Vi è poi alla base di ogni azione concretezza e coinvolgimento, e i successi o i fallimenti favoriscono l’apprendimento ed un cambiamento effettivo. La metafora, infine, che lega le attività proposte con i contesti lavorativi ga-

rantendo il “trasferimento” dell’apprendimento nel contesto professionale. Ne parliamo con la responsabile Ifoa dei servizi per l’impiego, Stefania Cocorullo. “Ifoa inserisce da diversi anni l’attività di outdoor training nei propri percorsi formativi; è una modalità efficace – spiega Stefania Cocorullo – per apprendere concretamente e stabilmente nuovi comportamenti organizzativi, sperimentandoli in modo pratico attraverso un coinvolgimento dei partecipanti sul piano fisico, cognitivo ed emozionale grazie al gioco di squadra, alla collaborazione, al rispetto delle regole, alla gestione del tempo ed alla tenacia. Come dicevo – continua Stefania Cocorullo – le attività dell’outdoor training richiedono gioco di squadra, collaborazione, rispetto delle regole, gestione del tempo, tenacia e si dimostrano utili per sensibilizzare le persone in situazioni in costante e rapido mutamento, che rendono indispensabile lo sviluppo di capacità che spesso oggi sono necessarie nell’ambito aziendale quali: flessibilità,

gestione del cambiamento e dell’incertezza, creatività nelle risposte al cambiamento, comunicazione efficace e fiducia sociale. Nell’ambito dei percorsi formativi outdoor, IFOA ha sviluppato una nuova iniziativa denominata “il RUGBY: valori, principi e comportamenti per le ‘mete’ professionali” che ha coinvolto per il secondo anno consecutivo gli allievi dei Job Master IFOA e che a breve coinvolgerà gli iscritti ai percorsi Executive Program IFOA. Si tratta – spiega Stefania Cocorullo – di un progetto innovativo per costruire e consolidare un “team” vivendo una “full immersion” nel mondo del rugby in impianti certificati e attrezzati per l’attività sportiva e l’ospitalità (aula e terzo tempo), finalizzata alla costruzione della squadra (teambuilding), all’implementazione delle prestazioni del gruppo (teamworking) ed al potenziamento della leadership. Sarà un occasione – conclude Stefania Cocorullo – per sperimentare la fatica e la gestione dello stress psicofisico, la

concentrazione, la tensione alla “meta”, il rispetto delle regole e degli avversari attraverso continui e costanti parallelismi con la realtà aziendale. Dopo il successo di queste esperienze, le attività di team building in outdoor training, tarate e strutturate a seconda del profilo professionale di riferimento, sono già state inserite anche nei programmi dei percorsi Executive Program, percorsi di Alta Formazione rivolti a persone occupate o che hanno già maturato esperienze di lavoro, interessate ad acquisire competenze e strumenti per la propria crescita in azienda o lo sviluppo di nuove opportunità professionali”.

Le attività dell’outdoor training richiedono gioco di squadra, collaborazione, rispetto delle regole, gestione del tempo, tenacia


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CONSULENZA

Si f a s tr a d a un orientamento che p r e d i l i g e i p r o d o tti n a t u r a l i

Il mercato americano apre ai prodotti alimentari italiani Paola Ligabue da anni offre un apposito servizio export indirizzato alle PMI Nel mercato americano si inizia a notare un cambiamento del modello di consumo di prodotti alimentari. Negli ultimi anni c’è stato un forte orientamento verso i cibi più naturali e meno “industrializzati”. Questa nuova tendenza favorisce la vendita dei prodotti alimentari italiani: dalla pasta al vino, dall’olio alle conserve, ecc. Si tratta di una notevole opportunità per le aziende italiane che intendono esportare prodotti alimentari in America. Per fare questo occorre da un lato conoscere e rispettare la normativa in essere e dall’altra applicare precise politiche di marketing, proprie dei prodotti di largo consumo per quel tipo di mercato. A tale riguardo, Paola Ligabue, titolare dell’omonimo Studio con sede a Reggio Emilia, collabora da oltre vent’anni con Donato Grosser, direttore dello

studio Grosser&Associates di New York, consulente di marketing che vanta un’esperienza quarantennale ed importanti collaborazioni in tutto il mondo. I due professionisti propongono alle aziende italiane strumenti pratici, metodologie e un qualificato servizio di consulenza per gestire e affrontare gli aspetti commerciali, legali e di marketing riguardanti il mercato statunitense. Chiediamo a Paola Ligabue di meglio spiegarci i servizi offerti alle imprese. “Aiutiamo le piccole e medie imprese – spiega Paola Ligabue – a vendere-esportare negli Stati Uniti contenendo al massimo l’investimento iniziale. Forniamo utili strumenti per tutte le aziende esportatrici, le Guide all’etichettatura dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli, ad esempio, che rappresentano un impor-

tante vademecum per capire ed interpretare le normative della “Food and Drug Administration” e le prescrizioni dell’”Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau”, due enti governativi americani competenti rispettivamente per le importazioni di generi alimentari, vini e liquori. La Guida alla Registrazione presso l’FDA, inoltre, si dimostra indispensabile per accompagnare l’azienda nella compilazione dei moduli e nell’espletamento delle procedure al fine di ottenere il numero di registrazione ed esportare tranquillamente i propri prodotti in USA. Le merci che arrivano in USA senza numero di registrazione non potranno essere sdoganate, con conseguente riesportazione o distruzione delle stesse. Per tutte le spedizioni di vini e alimentari in arrivo negli

Paola Ligabue, titolare dello Studio Ligabue (tel. 0522-431835) Donato Grosser, direttore dello studio Grosser&Associates di New York

Stati Uniti, dovrà esserne esserne data notifica anche per via elettronica almeno 8 ore prima dell’arrivo della nave al porto o 4 ore prima dell’atterraggio dell’aereo. Le guide – continua Paola Ligabue – rappresentano solo una minima parte della nostra attività di consulenza. La realizzazione di ricerche di mercato, la gestione dei vari appuntamenti con gli importatori, le visite alle diverse fiere di settore, la raccolta di informazioni sul mercato specifico, i contatti con potenziali clienti, la preparazione di cataloghi e opuscoli promozio-

nali garantiscono senza dubbio un grande valore aggiunto al nostro servizio. Tante sono le aziende che si sono rivolte a noi, come Negroni, Beretta, Cantine Riunite, Colussi, Galvani, Bauli, etc. È fondamentale – conclude Paola Ligabue – avere un giusto approccio con il mercato americano, che vanta grandi numeri ma da cui è anche molto facile essere estromessi. Basta pensare alle decine di importatori che regolarmente vedono bloccati i loro container alla dogana statunitense perché i prodotti non sono conformi ai regolamenti!”.

La f i l o s o f i a i ndustriale alla base d e i r e c e n ti s u c c e s s i F I AT

WCM (World Class Manufacturing): uno strumento formidabile Consente di ottimizzare l’organizzazione della fabbrica nel suo complesso guarda l’organizzazione della fabbrica nel suo complesso e che interessa il sistema della qualità, la gestione dei costi, la logistica, in un’ottica di continua evoluzione. Questo sistema che si basa sull’aggressione sistemica di ogni tipo di perdita e spreco, esige il coinvolgimento di tutti, attraverso l’uso rigoroso di metodi e standard. Questo sistema è stato applicato per la prima volta nello stabilimento di Mirafiori nel 2006 prefissando, come obiettivo per il 2008, quello di entrare nell’area delle migliori fabbriche automobilistiche mondiali (Volvo, Chrysler, ecc.). La sperimentazione del WCM è stato in seguito estesa al resto degli stabilimenti Fiat Auto. L’applicazione degli strumenti e delle metodologie – continua Compagnoni – trae la propria forza dal coinvolgimento delle persone e dall’investimento sulle loro competenze. Il ruolo delle risorse umane a tutti i livelli, ai quali questo sistema di produzione richiede di essere polifunzionali e polivalenti, diventa dunque fondamenta-

le per l’obiettivo della qualità al primo colpo, indicato come l’unico modo per coniugare qualità e competitività. Ogni progetto per essere implementato deve avere un team competente, un’analisi dei costi, delle azioni per il miglioramento del rapporto Benefici/Costi ed un monitoraggio costante nel tempo. I concetti di “profondità” ed “estensione” sono poi l’ulteriore novità del metodo. Con il concetto di profondità, la metodologia impone che si individui un’area limitata dell’azienda su cui si comincia a fare Can-

tiere: solo quando il team ha dato i risultati attesi ed ha seguito rigorosamente gli steps previsti si può pensare all’estensione della metodologia. L’estensione consiste nell’individuazioni di altri cantieri, che sono aree indicate come critiche dall’analisi dei costi preliminari. Il punteggio che scaturisce dagli audit formali instaura una competizione tra stabilimenti che porta ad un’ulteriore spinta al miglioramento. Questa gara sembra un gioco, ma genera tra i competitori quello sforzo al miglioramento che è

alla base delle performance industriali di Fiat. L’obiettivo è raggiungere livello di eccellenza dell’intero ciclo logistico-produttivo raggiungendo così anche il sistema della fornitura. Questa metodologia – conclude Compagnoni – può essere adottata anche nelle Piccole Medie Imprese dove se si vuole competere oggi è indispensabile applicare i concetti del Total Quality Control (TQC), del Total Productive Maintenance (TPM), del Total Industrial Engineering (TIE ) e del Just in Time”.

I costi di produzione e di distribuzione sono i nostri obiettivi Costo

Nelle ultime settimane abbiamo sentito molto parlare del piano di rilancio della Fiat, molto spesso i giornali e la TV si sono soffermate esclusivamente sugli aspetti politico/sindacali del tema, senza approfondire le questioni e le filosofie industriali. Un contributo importante agli ottimi risultati ottenuti da Fiat negli ultimi anni è stato dato da uno strumento formidabile, il WCM (World Class Manufacturing), una metodologia che Fiat persegue per arrivare ad essere un’azienda eccellente. Ne parliamo con un esperto: L or e n z o C ompag n oni di LC Lean Consulting (w w w.lcle anc onsu lt i ng. eu), manager e consulente che per storia ed attenzione professionale è sempre stato sensibile a queste tematiche, che trovano la loro fonte primaria nella Toyota e nel “Lean Thinking”. “Fiat Auto – spiega Compagnoni – ha scelto di elevare il proprio standard a quello di classe mondiale rappresentato dal percorso del WCM, un sistema di produzione che ri-

Metodo & Std. Azione Obiettivo RISULTATO Valori

Posto di lavoro Organizzazione

Qualità

Manutenzione

Logi Logistica Logi gist stiica ica

Ingegneria Industriale

Qualità Totale Controllo

Total Productive Manutenzione

Just in Time

Produttività

Qualità

Tecnico Efficienza

Servizio Livello

zero ritardi

zero difetti

zero guasti

Coinvolgimento, creazione di valore, soddisfazione del cliente

minimo inventario


FORMAZIONE

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A fi a n c o d e l l e aziende parmensi

Le attività di Cisita Parma per il territorio: in autunno un programma di corsi per giovani non occupati e di aggiornamento professionale Fondimpresa: fissata una data limite per usufruire delle risorse accantonate da ciascuna azienda Cisita Parma, organizzazione dell’Unione Parmense degli Industriali e del Gruppo Imprese Artigiane attiva dal 1987 nell’ambito della formazione professionale, promuove costantemente attività di valorizzazione e sviluppo del territorio in cui opera. In questo quadro si collocano anche le iniziative avviate nel mese di ottobre poste in essere nei confronti dei giovani, ai quali è rivolto il corso a partecipazione gratuita, approvato dalla Regione Emilia-Romagna e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (Asse IV Capitale Umano), dedicato alla figura del “Tecnico Superiore della Trasformazione dei Prodotti Agroindustriali” (Op. rif. PA 2010-0981/RER, del. G.R. n° 828 del 21/06/ 2010), vale a dire uno specialista che si occupa dell’organizzazione e gestione delle varie fasi del processo produttivo e tecnologico dei prodotti alimentari nel rispetto di precisi standard qualitativi ed economici. Come sottolinea la direttrice di Cisita Parma Elisabetta

Zini, “Si tratta di un profilo professionale che lavora per l’innovazione sia sul versante della composizione, della qualità e delle caratteristiche dei prodotti, sia sul versante di un continuo miglioramento/adattamento delle risorse tecnologiche e delle strumentazioni tecniche affidate alla sua responsabilità. Al termine del percorso formativo, questa figura, potrà essere inserita in aree quali: controllo qualità, progettazione, realizzazione e gestione delle linee di trasformazione. I destinatari sono 20 giovani o adulti, occupati e disoccupati, in possesso di un diploma tecnico di scuola superiore ovvero del diploma quinquennale”. A questo corso si aggiunge, sempre approvato dalla Regione Emilia-Romagna e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, un corso titolato “Tecnico dei progetti di innovazione e di sviluppo aziendale” (Op. rif. PA 2010-982/ RER, del. G.R. n° 828 del 21/06/ 2010), rivolto a 12 giovani o adulti occupati e disoc-

Elisabetta Zini - Direttore Cisita Parma

cupati in possesso del titolo di laurea triennale nelle seguenti discipline: ingegneria, economia, scienze e tecnologie alimentari o lauree affini. In questo caso si tratta di formare un esperto nelle metodologie e nelle tecniche di project management e in particolare nell’ambito dei progetti di innovazione che opera all’interno dell’organizzazione aziendale in sinergia con le diverse funzioni aziendali. Cisita continua inoltre ad affiancare le Aziende del territorio in merito ad altri canali di finanziamento e in particolare Fondimpresa. “Questo Fondo Interprofessionale – evidenzia

Zini – costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL, raccoglie il 47% del totale delle risorse dei Fondi Interprofessionali nazionali, risultando così di gran lunga il Fondo più importante nel panorama nazionale. Fondimpresa accantona nel conto individuale di ciascuna azienda aderente, denominato “Conto Formazione”, una quota pari al 70% del contributo obbligatorio dello 0,30% sulle retribuzioni dei propri dipendenti versato al Fondo tramite l’Inps. Le risorse finanziarie che affluiscono nel Conto Formazione sono a completa disposizione dell’azienda titolare,

che può utilizzarle per fare formazione ai propri dipendenti nei tempi e con le modalità che ritiene più opportuni. Il 31 dicembre 2010 rappresenta, però, una prima data limite oltre la quale le Aziende che dal 2004 non hanno ancora fruito delle loro risorse accantonate perderanno la possibilità di farlo. Proprio per questo Cisita sta lavorando al fianco delle Aziende interessate a questi finanziamenti per l’analisi dei bisogni formativi e per la messa in campo delle relative azioni, nei tempi necessari per evitare la perdita di questa preziosa opportunità”.

Pres e n ta te d all’azienda di Caste l l a r a n o ( R E ) d u e n u o v e c o l l e z i o n i

Cersaie 2010: per Fiandre l’edizione dell’eccellenza Uno stand contraddistinto da un’idea di benessere ispirata al rispetto per la natura Per GranitiFiandre, Cersaie 2010 è stata un’edizione di successo: oltre 2.500 le presenze registrate durante il periodo fieristico. Commenta a tal proposito Graziano Verdi, Presidente e AD del Gruppo Fiandre: “Per Fiandre, Cersaie 2010 è l’edizione dell’eccellenza. Abbiamo ottenuto significativi apprezzamenti da tutti i principali distributori ed in particolare da quelli asiatici, che hanno confermato il valore sia dell’innovativa metodologia produttiva Active Clean Air & Antibacterial CeramicTM che dei nuovi materiali nel grande formato 150x75 cm”. GranitiFiandre, quotata al segmento STAR (Segmento Titoli Alti Requisiti) della Borsa Italiana, è leader mondiale nella produzione e commercializzazione di lastre in grès porcellanato a tutto im-

pasto di alta gamma, destinate a soluzioni architettoniche di prestigio. Durante la scorsa edizione del Cersaie (28 Settembre - 2 Ottobre) ha presentato due nuove collezioni che vanno ad impreziosire i marchi “Geologica-Extreme”, con le nuove Quarziti, pietre nel grande formato 150x75 e “Geologica-DataUni”, 12 nuove e vivaci cromie in due differenti finiture, levigata e soft, per una vita “a pieno colore”. Nella gamma “GeologicaExtreme”, la collezione Quarziti, con le sue 5 cromie che si richiamano alle pietre naturali, si propone come l’anima più pura della pietra. Solidità e durata, modernità e minimalismo sono le caratteristiche di questo nuovo materiale pregiato, i cui spessori hanno un reale effetto

di profondità grazie all’inserimento nell’impasto di materie prime accuratamente selezionate. Un materiale all’avanguardia per caratteristiche estetiche e tecniche che offre la praticità d’uso e di pulizia delle migliori lastre in gres porcellanato. Da sottolineare un’importante caratteristica: nelle versioni Blanca, Ceniza, Avana e Dehor è possibile applicare l’innovativa metodologia

Lo stand GranitiFiandre al Cersaie 2010

produttiva Active Clean Air & Antibacterial CeramicTM, che rende la collezione Quarziti ecologica ed ecosostenibile, acquisendo caratteristiche antibatteriche ed antinquinanti. Con ACTIVE, la collezione Quarziti diventa in un eco-materiale che GranitiFiandre ha voluto presentare durante Cersaie in uno spazio in cui rappresentare con-

cretamente i risultati ottenuti. Lo stand GranitiFiandre si è trasformato in una piazza virtuale al cui centro è sorto un albero rigoglioso: un vero luogo d’incontro tra tecnologia e ambiente, tra economia ed ecologia, uno spazio contraddistinto da un’idea di benessere ispirata al rispetto per la natura.


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SERVIZI

CIT I p r o p o n e traduzioni in camp o t e c n i c o , f i n a n z i a r i o , m e d i c a l e e s c i e n t i f i c o

Un Project Manager a disposizione delle vostre traduzioni Analizza e gestisce le diverse necessità di interpretariato La CITI Traduzioni Soc. Coop di Reggio Emilia/Modena propone traduzioni in campo tecnico, finanziario, medicale, scientifico con personale altamente qualificato da oltre trent’anni. Abbiamo chiesto alla CITI di presentare le figure professionali coinvolte in prima persona nella gestione delle traduzioni e nel contatto diretto con i clienti. “Il Project Manager – afferma Fabrice Lanfrey, Responsabile Marketing di CITI (tel. 0522-452735) – da sempre chiamato al nostro interno in modo più semplice “Responsabile Distribuzione”, è la figura professionale più importante della CITI nella gestione del lavoro, perché cura i contatti con il traduttore dopo avere ricevuto il testo inviato dal cliente, elabora il preventivo e valuta i tempi della lavorazione (traduzione)”. Quali sono le mansioni e le attitudini professionali di un Project Manager? “La prima è sicuramente una

forte propensione al contatto umano e una grande capacità di gestione operativa, con conoscenza di almeno due lingue oltre all’italiano. Tenere il contatto con decine e decine di traduttori residenti in ogni parte del mondo, ma anche sapere rispondere con tatto alla richiesta di ogni tipologia di uffici esteri, documentazione o addirittura ai titolari delle aziende non è da tutti. La responsabilità della Distribuzione alla CITI Traduzioni, è affidata a persone preparate dal punto di vista tecnicogestionale ma anche sensibili al contatto umano. La Project manager, perché nel nostro staff sono tutte donne a gestire questo comparto, deve conoscere la differenza tra un programma di elaborazione testi o di elaborazione dati o specifico di impaginazione; questa capacità è indispensabile non solo per la scelta del traduttore, che a sua volta deve essere dotato di strumenti adeguati, ma anche per la formulazione

del preventivo al cliente”. Quali sono i vantaggi per le aziende vostre clienti e quali sono i limiti? “Non diremo che ci sono solo vantaggi, perché non è vero! L’azienda, quando chiama la CITI Traduzioni, è accolta da persone cordiali, ma decise, preparate tecnicamente ed attente alle richieste più disparate dell’interlocutore. Questo è il primo vantaggio. L’altro vantaggio è che CITI Traduzioni è certificata EN ISO 9001:2008, dunque la traduzione segue un percorso “in qualità”, il che significa: - Preventivazione con verifica

della possibilità di editazione del testo ricevuto; - Scelta del traduttore tra i soci o i traduttori certificati CITI; - Determinazione dei tempi di consegna; - Controllo da revisore “specialistico” quando richiesto dal cliente o dalla tipologia di testo; - Consegna al cliente tramite server FTP CITI o E-mail diretta. Lo svantaggio? La traduzione non è automatica, dunque il cliente deve dare fiducia ai Responsabili Distribuzione e ai Traduttori e fornire magari qualche glossario o “dritta”

sul proprio settore! Oggi vengono in aiuto dei clienti dispositivi come i PC e i Software di traduzione assistita (recupero testi tradotti precedentemente) che dunque non solo riducono il costo, ma facilitano anche i traduttori che non devono fare nuove ricerche terminologiche perché parola o paragrafo sono già memorizzati nel database”. Come mai questa figura di Project Manager è al femminile nella CITI Traduzioni? “Diciamolo in modo schietto: chi altri sarebbe capace di memorizzare e gestire cosi tante attività contemporaneamente senza perdere le staffe? La donna ha molte marce in più nei compiti di gestione e contatto umano, una proverbiale disponibilità, un naturale ordine che le permettono di occupare mani e mente in modo diverso! La carta vincente della CITI Traduzioni! Non esitate a contattare la CITI, avrete la fortuna di parlare con una di loro!

Cen tr o S e r v i zi P.M.I. promotore e c a p o f i l a d e l p r o g e tto

Logistics Tube: la piattaforma web dedicata alla logistica A disposizione di imprese, professionisti ed esperti per offrire una nuova formazione on-line È nata LogisticsTube, una piattaforma web interattiva in cui condividere contenuti e know how relativi alla logistica. La piattaforma, di cui Centro Servizi P.M.I. è stato promotore e capofila, è stata realizzata all’interno del progetto DELPHI (Devising Elearning Logistics Programmes to Heighten Innovation), cofinanziato dalla Commissione Europea (nell’ambito dell’asse Development of Innovation del Lifelong Learning Programme, sottoprogramma Leonardo da Vinci). Con Logistics Tube, DELPHI intende innovare il concetto di e-learning nel settore della logistica, consentendo agli utenti di creare direttamente risorse formative e condividerle con altri operatori in tutta Europa, secondo la filosofia del web 2.0. Cerchiamo di comprendere le potenzialità dell’iniziativa con Claudio Biasetti, coordinatore generale di Centro Servizi P.M.I.

Cosa offre Logistic Tube? “Dal 1 ottobre 2010 Logistic Tube è a disposizione di imprese, professionisti ed esperti di logistica per offrire una nuova modalità di formazione on-line basata sull’immediatezza del video e sull’interattività della funzione blog”, spiega Biasetti. “Per mezzo di questa piattaforma sarà possibile non solo trovare, consultare, scaricare, inserire e scambiare informazioni, suggerimenti e strategie operative, notizie tecniche e risorse formative principalmente su supporto video, ma anche disporre di strumenti di analisi per implementare l’efficienza logistica della propria azienda e abbattere i costi. Tra gli strumenti già a disposizione delle aziende sulla piattaforma Logistics Tube, si trovano un simulatore per l’ottimizzazione dei piani di carico e dei tragitti delle merci, un sistema di attività di brokeraggio per ottimizzare i tragitti delle merci, un modulo

Claudio Biasetti, coordinatore generale di Centro Servizi P.M.I.

di quiz che andrà a monitorare lo stato delle competenze delle figure che si occupano di logistica in impresa, un’area per la creazione di gruppi di apprendimento aziendali. Tutto naturalmente a costo zero”. Perché utilizzare uno strumento come i video? “Innanzitutto per la loro immediatezza – risponde Biasetti. In secondo luogo perché sono integrabili nativamente con altri supporti, come ppt (PowerPoint), pdf, xls (Excel) ecc., garantendo così estrema

flessibilità e possibilità costante di integrazione e aggiornamento dei contenuti. Inoltre i video facilitano, molto più di altri supporti, le attività di formazione. La piattaforma Logistics Tube è stata realizzata per consentire agli utilizzatori di creare direttamente risorse formative personalizzate, usufruendo di contenuti già presenti sulla piattaforma o caricandone di nuovi. Questo è “collaborative learning”. Secondo la definizione di Anthony Kaye – continua Biasetti – l’apprendimento collaborativo si ha quando esiste una reale interdipendenza tra i membri di un gruppo nella realizzazione di un compito, un impegno nel mutuo aiuto, un senso di responsabilità verso il gruppo e i suoi obiettivi. Nel caso di Logistics Tube, lo sforzo di tutti gli utenti è quello di operare nell’ambito della logistica, per innovare, per trovare soluzioni ai propri problemi o a problemi di altri, per cercare informazioni, per cre-

are sinergie, per trovare nuovi partner, per fare formazione e così via. Rispetto al social networking, il collaborative learning si basa sulla valorizzazione della collaborazione all’interno di un gruppo di allievi ed è a tutti gli effetti una modalità di apprendimento: in questo modo le imprese avranno la possibilità di reperire facilmente risorse formative mirate, di confezionare con questi materiali percorsi di formazione personalizzati in funzione delle proprie esigenze e di poterne fruire immediatamente tramite la piattaforma, beneficiando dell’abbattimento delle distanze e del tempo. I vantaggi che il progetto DELPHI porterà alle imprese sono evidenti – conclude Biasetti – ma aumenteranno nel tempo, man mano che la piattaforma si arricchirà di contributi e di esperienze”.


ASSICURAZIONE

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Spe s s o s o n o gli stessi soci dell’a z i e n d a

Come tutelare le PMI dalla perdita di “uomini chiave” (Key Man) Gli strumenti per proteggere e non disperdere un patrimonio L’Uomo chiave rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell’impresa. Tutte le figure professionali interne all’azienda che ne costituiscono un vantaggio competitivo sono da considerarsi Uomini Chiave (Key Man). Come l’azienda può tutelarsi dal rischio di perdere queste persone? Ne parliamo con Roberto Garulli, Presidente dello Studio Garulli Insurance Broker “Sono numerose le società, specie le piccole e medie imprese – risponde Garulli – che hanno successo grazie alla “presenza” di uno o più uomini chiave che spesso sono gli stessi soci che partecipano all’attività aziendale. Crediamo sia necessario, per queste aziende, disporre di un capitale per affrontare e superare positivamente il momento critico causato dal mancato apporto di un loro dirigente, tanto più se ci troviamo di fronte ad un socio. Ebbene – continua Garulli – attraverso un’opportuna polizza assicurativa è possibile garantire all’azienda un’adeguata disponibilità econo-

mica. In caso di prematura scomparsa di un “Key Man” l’azienda deve infatti poter contare su risorse economiche immediate per sopperire le necessità del breve periodo, quali i costi dovuti alla ricerca e sostituzione, l’impatto sul business aziendale ed inoltre, qualora la persona scomparsa fosse uno dei soci è importante disporre del capitale per liquidare gli eredi, con la relativa quota di competenza, senza andare ad intaccare le risorse economiche dell’azienda. Per le Società di persone (s.a.s. e s.n.c.) esiste poi un’ulteriore possibilità. Infatti gli articoli 2284 e 2289 del Codice Civile prevedono, in caso di prematura scomparsa di uno dei soci, la liquidazione agli eredi del controvalore in denaro della quota societaria loro spettante. Possiamo considerare quindi tutti i soci indistintamente come Uomini Chiave a prescindere dal loro apporto di lavoro nei confronti della Società. In questi casi il capitale assicurabile è pari alla quota del valore patrimoniale della Società spettante al socio al momento della stipula della polizza”.

Roberto Garulli, Presidente di Studio Garulli Insurance Broker s.r.l. (tel. 0521-227511)

A quali tipologie di polizze assicurative si riferisce? “ Principalmente – risponde Garulli – alle polizza vita. Le soluzioni possibili sono due: le polizze Temporanea Caso Morte o Vita Intera. La prima offre un miglior rapporto prezzo prestazione: con premi modesti è possibile assicurare cifre importanti, soprattutto in presenza di soggetti giovani. È possibile tuttavia assicurarsi per un numero limitato di anni. Sovente, tuttavia, la garanzia

serve per un periodo più lungo e, quindi, sarà necessario stipulare nuove polizze. Ciò non è sempre possibile perché il naturale invecchiamento del soggetto assicurato e l’eventuale peggioramento del suo stato di salute possono ostacolare il rinnovo delle garanzie. La soluzione Vita Intera, a parità di capitale, comporta, di norma, un costo più elevato rispetto alla Temporanea. In compenso il contratto resta in vigore tutta la vita del soggetto as-

sicurato e, soprattutto, non sono previsti aggravi di costi a seguito di modificazioni del suo stato di salute. Inoltre, si può agevolmente attenuare il costo di una polizza Vita Intera stipulando contratti con una durata di pagamento dei premi prolungato nel tempo. Il premio della polizza è un costo dell’Azienda, integralmente deducibile. La polizza vita consente poi, in certi casi, la trasmissione esentasse del patrimonio e può essere un’ alternativa valida rispetto alla successione, al testamento, alla donazione, ma soprattutto un’alternativa ad altre forme giuridiche di tutela e segregazione patrimoniale, come il fondo patrimoniale, il trust ed i vincoli di destinazione. L’evoluzione della famiglia (convivenze, separazioni, divorzi, coppie di fatto) e la crisi di mercato (numero di fallimenti in crescita) – conclude Garulli – hanno e porteranno le famiglie/aziende ad avere maggiori necessità di conoscere come proteggere e pianificare in vita il proprio patrimonio, per un domani trasmetterlo integro ai propri familiari e/o persone care”.


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IMPIANTI & MANUTENZIONE

Da 3 5 a n n i r i venditore ufficiale d i F a a c e B r e d a , l e a d e r m o n d i a l i n e l s e tto r e

Sistel Centro Automazioni: quando la qualità dei prodotti fa la differenza Intervista al fondatore dell’azienda Davide Faccia Come è cambiata l’automazione nel corso degli anni? Che influenza ha avuto sulla nostra Società? La meccanica e l’elettronica hanno fatto passi da gigante negli ultimi decenni e chi lavora nel settore da sempre può testimoniare come l’automazione abbia rivoluzionato il nostro stile di vita. Sistel Centro Automazioni, rivenditore ufficiale, da ben 35 anni, di Faac e Breda per la provincia di Reggio Emilia, ha sicuramente toccato con mano l’evoluzione dell’Automazione in ambito residenziale, direzionale ed industriale. “All’inizio della nostra attività – spiega Davide Faccia, titolare di Sistel Automazioni (tel. 0522-556941) – l’automazione di porte e cancelli era un prodotto di nicchia. Gli alti costi di produzione ed installazione lo rendevano accessibili esclusivamente ad un certa tipologia di clienti. Storiche infatti sono le realizzazioni per aziende come Lombardini Motori, MaxMara Fashion Group, Credem, Banca d’Italia, Cassa di Risparmio di Reggio Emilia

(oggi Unicredit Banca) e Ferrarini SpA. Con il passare del tempo e la semplificazione delle tecnologie, i costi si sono notevolmente ridotti, rendendo l’automazione accessibile anche a piccole medie imprese e ad utenze private. Purtroppo però l’abbassamento dei costi è andato di pari passo con una proliferazione di concorrenti non qualificati, installatori improvvisati che di fatto non posseggono le necessarie qualifiche per operare”. Cosa vi distingue da questi “concorrenti improvvisati”? “L’automazione di porte e cancelli scorrevoli o a battente risponde ad una severa normativa, la Direttiva Macchine 2006/42/CE, che impone la redazione di un progetto specifico, il collaudo dell’impianto e una certificazione finale in merito alla sicurezza di quanto installato. La Direttiva, inoltre, ha imposto l’adeguamento di tutti i vecchi impianti alle nuove disposizioni. Sistel è in grado fornire anche un qualificato servizio di

assistenza post vendita e una specifica consulenza tecnica per garantire la funzionalità e la sicurezza degli impianti nel tempo. Quante volte ci è capitato di prestare assistenza ad impianti che non abbiamo realizzato noi direttamente! E questo credo sia la dimostrazione di come sia importante affidarsi a personale qualificato, opportunamente formato ed esperto nel settore, per ovviare a certi inconvenienti”. Perché affidarsi ad aziende come Faac e Breda? “Sono due aziende che investono molto in attività di Ricerca & Sviluppo, e questo

a mio avviso è sinonimo di qualità dei componenti e delle materie prime. Faac è leader mondiale negli automatismi per cancelli, porte, basculanti e sbarre. Oltre al suo core business tradizionale, ha una linea dedicata esclusivamente ai sistemi di controllo degli accessi pedonali e veicolari: dissuasori a pavimento, lettori magnetici e di prossimità, etc. Breda, invece, è leader nella produzione di portoni sezionali civili ed industriali, di qualsiasi dimensione e tipologia (legno, acciaio, alluminio). Sono prodotti altamente innovativi, prima

sconosciuti ai più ed oggi largamente utilizzati da privati ed aziende”. Quali sono le vostre prospettive di sviluppo? “Sicuramente aumentare il fatturato rispetto allo scorso anno! Nonostante la crisi economica, che ha toccato inevitabilmente anche il nostro settore, abbiamo deciso di integrare la nostra gamma prodotti con soluzioni ancora più specialistiche e complesse. Inoltre è nostro obiettivo rafforzare la presenza sul territorio nazionale, grazie anche alle attuali collaborazioni fuori provincia con Unieco, Coopsette e Gesta spa”.


SECURITY

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Rad i c a m e n t o con il territorio e q u a l i tà d e i s e r v i z i a l l a b a s e d e l s u c c e s s o

L’Istituto di vigilanza Corpo Guardie Giurate compie 65 anni Intervista al Presidente Paolo Bertoni L’Istituto di vigilanza Corpo Guardie Giurate si accinge a compiere 65 anni di attività. È nato infatti nel 1946 a Reggio Emilia per iniziativa di un gruppo di reduci dell’ultimo conflitto bellico con l’intento di fornire un servizio di vigilanza alle attività economiche del dopoguerra con particolare riferimento a quelle agricole. L’attività si sviluppa rapidamente e nel 1970 l’organico del Corpo Guardie Giurate conta di circa 120 unità. La contemporanea istituzione di un servizio di presidio fisso per le banche (ne usufruiscono, prime fra tutte, il Credito Emiliano, il Banco San Geminiano e San Prospero, la Cassa di Risparmio di Reggio Emilia) induce l’azienda ad un ulteriore “salto di qualità”, mediante l’attivazione di una sofisticata sala operativa, attiva 24 ore su 24, in grado di gestire innumerevoli segnalazioni di allarme tanto via radio quanto via cavo. Ma intervistiamo, per saperne di più, il Presidente del Corpo Guardie Giurate Paolo Bertoni. Quali i momenti più signi-

ficativi e da ricordare di questi 65 anni? “Tanti sono i momenti che hanno caratterizzato la nostra storia aziendale – risponde Bertoni. “Il primo, sicuramente è stato il passaggio dalla cosiddetta vigilanza campestre all’utilizzo dei primi automezzi e delle prime apparecchiature radio per la comunicazione. Un altro momento significativo è stato quando, come primo Istituto a Reggio Emilia, abbiamo introdotto ed utilizzato le apparecchiature elettroniche per il collegamento e la gestione dei sistemi di sicurezza dei clienti, con l’allestimento della prima centrale operativa. Poi, certamente, la certificazione del sistema organizzativo aziendale, secondo le norme ISO 9001:2000 (adesso 2008) ad ulteriore conferma della volontà di garantire standard di servizio elevati”. Come siete diventati a Reggio azienda leader per la sicurezza? “Mantenendo forte il radicamento col territorio (attualmente abbiamo 12 pattuglie, nelle ore notturne, opportunamente dislocate su tutta

la provincia) e mantenendo come prioritaria la qualificazione delle risorse umane a disposizione”. Quali i riflessi dell’attuale crisi economica nel Vostro settore? “La problematica principale generata dall’attuale crisi economica – risponde Paolo Bertoni – è sicuramente l’allungamento dei pagamenti, soprattutto da parte delle aziende medio/piccole dell’indotto meccanico e manifatturiero, maggiormente colpite dalla crisi. La stessa motivazione ha indotto molte di queste aziende, nei casi più gravi, a cessare la propria attività, interrompendo di conseguenza il contratto con noi”. Come ha affrontato “Corpo Guardie Giurate” l’attuale crisi e quali i risultati? “Continuando ad investire in nuove soluzioni tecnologiche e contemporaneamente cercando ottimizzazioni organizzative. Con soddisfazione possiamo dire – afferma Bertoni – che, nonostante le difficoltà generali, l’azienda ha confermato i positivi risultati degli anni precedenti sia in termini di fatturato che di

La sede di Corpo Guardie Giurate (tel. 0522-927113)

numero di clienti serviti”. Programmi futuri: quali strategie per i prossimi anni? “Corpo Guardie Giurate – risponde Paolo Bertoni – proseguirà, anche nei prossimi anni, ad investire molte risorse in nuove soluzioni tecnologiche, e nella qualificazione del personale, consapevole di

dover offrire standard qualitativi di servizio sempre più alti e rispondenti ad un mercato ogni giorno più complesso. C’è inoltre la volontà, in base alle nuove normative di settore, di completare un programma di ampliamento territoriale su diverse province limitrofe”.


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AMBIENTE

È en tr a t o i n vigore il nuovo sist e m a d i c o n tr o l l o d e l l a tr a c c i a b i l i tà d e i r i f i u ti

SISTRI: al via la sperimentazione Fino al 31 dicembre il sistema dovrà coesistere con il vecchio registro MUD Il mese di ottobre ha visto l’entrata in vigore, in via sperimentale, di SISTRI, il nuovo sistema informatico di controllo della tracciabilità di rifiuti. Un’ultima proroga è arrivata con il decreto del Ministero dell’Ambiente del 28 settembre scorso che, oltre a confermare la formale operatività del sistema a partire dal 1° ottobre 2010, ha posticipato al 30 novembre prossimo il termine per la consegna, l’installazione e la configurazione dei dispositivi USB, black box e le apparecchiature di monitoraggio per discariche e inceneritori. La normativa, inoltre, ha ufficializzato il 31 dicembre 2010 come data di scadenza per la gestione duplice di SISTRI e dei vecchi registri e formulari di carico scarico per il trasporto dei rifiuti (il cosiddetto MUD - Modello Unico di Dichiarazione Ambientale). Cerchiamo di fare il punto della situazione sulle pro-

cedure da seguire con Mauro Carretti, Presidente di Studio Alfa srl (tel. 0522550905). “Dal 1° ottobre al 31 dicembre il nuovo sistema informatico dovrà coesistere con i tradizionali strumenti cartacei per documentare la corretta gestione degli scarti di produzione e di consumo dei rifiuti, pericolosi e non. Doppio lavoro ed aumento delle pratiche da espletare, quindi, per le imprese che si erano regolarizzate per tempo, e che dovranno concretamente sperimentare la funzionalità dei nuovi strumenti messi a disposizione dal Governo. Il ministero dell’Ambiente ci chiede uno sforzo duplice fino al 1° Gennaio 2011, data in cui spariranno completamente tutte le procedure cartacee legate al Mud”. Come utilizzare i documenti cartacei e i supporti elettronici? “Dal 1° ottobre le imprese già dotate di chiavetta usb

Mauro Carretti, Presidente di Studio Alfa srl

potranno regolarmente interagire con SISTRI, come da manuale operativo, per trasmettere dati, apporre la propria firma elettronica e memorizzare informazioni. Inserendo il dispositivo elettronico nel proprio pc, si potrà accedere al sistema per registrare i movimenti di carico relativi ai rifiuti prodotti, trasportati o gestiti utilizzando il nuovo registro cronologico, mentre lo scarico dei rifiuti già annotati nel vecchio registro di carico e scarico potrà essere ri-

portato, fino al 31 dicembre, solo in questo registro. Anche i black box finora distribuiti e installati sui veicoli che trasportano rifiuti speciali dovranno essere operativi, monitorando il percorso del carico dal produttore fino al centro di smaltimento. A mio avviso questo doppio regime manifesta alcune perplessità – spiega Carretti – in quanto ancora oggi molti dispositivi consegnati non consentirebbero il necessario accesso al sistema informatico a causa di problemi tecnici di connessioni e di lettura dei codici di sicurezza forniti. È indispensabile, pertanto, che le aziende sperimentino il prima possibile i dispositivi elettronici per segnalare e correggere eventuali anomalie in tempo utile. Nell’ottica di fornire un servizio completo ai nostri clienti, Studio Alfa si sta attivando per organizzare specifici incontri di formazione e approfondimento sul tema”.

Come saranno gestite le sanzioni per chi non rispetta gli adempimenti burocratici? “Il decreto assicura che fino alla fine dell’anno saranno comunque previste sanzioni per il mancato disbrigo delle pratiche legate al formulario e al registro di carico e scarico dei rifiuti. Le sanzioni riguardanti SISTRI partiranno ufficialmente dal 1 gennaio 2011 e sono quelle presenti nello schema di decreto legislativo volto al recepimento della direttiva comunitaria sui rifiuti (2008/98/CE). Gli Stati membri dell’Unione europea – conclude Carretti – hanno il compito di mettere in vigore, entro il 12 dicembre 2010, le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva comunitaria e solo in quel momento avremo risposte certe anche sulla tipologia delle sanzioni previste”.

Il n u o v o d e c reto pubblicato sull a G a z z e tt a U f f i c i a l e

Conto Energia: continuano le agevolazioni anche per il 2011 - 2013 Paolo Monti (Project Group): il fotovoltaico resta un buon investimento Il tanto atteso decreto sul conto energia per gli anni 2011-2013 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 agosto scorso e gli operatori possono finalmente dare qualche certezza ai loro clienti. Ne parliamo con Paolo Monti di Project Group (www. project-group.eu), una delle prime aziende del nostro territorio che si è impegnata nell’ambito delle applicazioni fotovoltaiche. “I tanto temuti tagli agli incentivi – afferma Monti – si sono rivelati tutto sommato più contenuti del previsto e molti timori sono stati fugati: le riduzioni, oscillano per il 2011 tra il 18 e il 20% e sono in buona parte compensate dal calo del costo dei pannelli. I nostri incentivi del conto energia restano in ogni caso tra i più alti d’Europa. Il provvedimento individua due tipologie di impianti,

quelli realizzati sugli edifici e tutti gli altri, e sei classi di potenza: da 1 a 3 kW, da 3 a 20 kW, da 20 a 200 kW, da 200 a 1000 kW, da 1000 a 5000 kW e oltre 5000 kW. Il nuovo conto energia – spiega Paolo Monti – riconosce poi un ‘’premio’’ in tariffa per una serie particolare di impianti: quelli abbinati ad interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici; quelli ubicati in comuni sotto i 5.000 abitanti ed in aree industriali, commerciali, cave o discariche; quelli installati al posto di coperture in eternit. Anche gli impianti fotovoltaici ad alta integrazione architettonica e quelli che sfruttano la tecnologia del solare a concentrazione, godranno di un sistema tariffario particolare e con erogazioni più alte. Per gli impianti su pergole, serre, barriere acustiche, tettoie e pensiline è stata mo-

dificata la situazione: prima erano al top degli incentivi, perché considerati integrati, ora hanno tariffe pari alla media aritmetica tra gli impianti sul tetto e quelli a terra. Tra le altre novità procedurali, l’allungamento dei tempi burocratici. Il responsabile dell’impianto ha 90 giorni dalla data di entrata in esercizio (e non più 60) per presen-

tare la richiesta di incentivo al GSE. Grazie agli incentivi, la realizzazione di un impianto fotovoltaico resta particolarmente conveniente. L’ammortamento per impianti sul nostro territorio si aggira mediamente sugli otto anni. La nostra azienda è in grado di fornire dati precisi sulla base della tipologia e delle di-

mensioni dell’impianto. Da anni realizziamo sia impianti ad uso abitativo che impianti per piccole e medie aziende con soddisfazione dei nostri clienti. Insomma – conclude Paolo Monti – il fotovoltaico oltre che utile all’ambiente può essere utile anche all’economia delle imprese e delle famiglie italiane”.


IMPIANTI

Com e l i m i ta re l’impatto econom i c o e d a m b i e n t a l e d i b o t ti g l i e e d e r o g a t o r i i n p l a s ti c a

Acqua pura, controllata, a km zero e… a basso costo La soluzione ideale per uffici ed abitazioni Come avere un’acqua pura, controllata e a km zero? Il problema di ottenere un’acqua priva di sostanze nocive si muove ormai di pari passo con la questione di limitare l’impatto economico ed ambientale dovuto al consumo di energia e di combustibile per la produzione ed il trasporto dei contenitori di plastica, dalle classiche bottiglie per uso domestico ai distributori per uffici ed enti pubblici. La soluzione proposta da Hydrocontrol rappresenta il giusto connubio per ottenere un’acqua microbiologicamente pura, priva di qualsiasi molecola dannosa per l’individuo, rispettando l’ambiente. Hydrocontrol è infatti rivenditore ufficiale per l’EmiliaRomagna di Zerica e Kuna Water, due prodotti tecnologicamente avanzati nel trattamento e nella depurazione dell’acqua. Come possono questi prodotti garantirci un’acqua sicura da bere e sempre a portata di mano? “La gamma Zerica – afferma

Franco Menozzi, titolare dell’azienda reggiana – risponde a qualsiasi esigenza di raffreddamento di acqua, dalla casa all’ufficio, sino alle utenze professionali come mense e comunità. Sono apparecchi di refrigerazione estremamente versatili e collegabili direttamente alla rete idrica. Se installiamo l’erogatore unitamente a Cleone, il purificatore di Kuna Water, avremo a disposizione un’acqua senza impurità chimiche. Il sistema, infatti, filtra l’acqua a livello molecolare, rimuovendo il 93-99% di tutti gli inquinanti presenti”. Ci può descrivere meglio i prodotti Zerica? “Refresh Fontanella, Premium Top 90 e Premium 80 sono i nostri prodotti di punta – risponde Menozzi. Sono molto utilizzati all’interno di piccole e medie imprese, stanche probabilmente di sostenere i costi di semplici erogatori d’acqua in plastica. Attingendo dalla propria rete idrica, infatti, è possibile ammortizzare il costo e possedere un dispositivo elegante,

funzionale perché sempre pronto all’uso, che necessita di pochissima manutenzione e in grado di fornire acqua fredda, frizzante o a temperatura ambiente”. E quali sono invece le peculiarità di Cleone? “Cleone rappresenta un sistema semplice ed efficace per salvaguardare l’acqua potabile. È la fonte di acqua pura più affidabile e sicura – continua Menozzi – grazie alle più avanzate tecniche di filtrazione e separazione meccaniche per il trattamento dell’acqua, come l’osmosi inversa. I filtri per sedimenti filtrano le particelle solide in sospensione di dimensioni maggiori, come fango, sporco e ruggine, mentre il filtro a carboni attivi rimuove il cloro e altre impurità organiche. È uno dei pochi apparecchi al mondo – conclude Menozzi – che propone una cartuccia reintegrante di sali minerali, dando all’acqua la giusta quantità di sali, ideali per il nostro organismo”.

Modelli Refresh Fontanella, Premium Top 90 e Premium 80 proposti da Hydrocontrol (tel. 0522-330315)

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AMBIENTE

Con l a U NI / TR 11347:2010

Una norma tecnica per la bonifica acustica dei luoghi di lavoro Bertani (Alfakel): definito un programma di misure tecniche ed organizzative Secondo l’art. 192 “Misure di Prevenzione e Protezione” del D Lgs. 81/2008, il datore di lavoro è tenuto ad eliminare i rischi e ridurre al minimo le fonti di rumore strutturale e trasmesso per via aerea. In particolare, se a seguito della valutazione dei rischi risulta che i valori di esposizione al rumore sono superiori al limite consentito [Lex>85 dB(A) e Ppeak> 137 dB (C)], il datore di lavoro deve elaborare ed applicare un programma di misure tecniche ed organizzative volte a ridurre l’esposizione al rumore. Pesanti le sanzioni per chi non effettua operazioni di bonifica acustica. Per la realizzazione di tali opere, dal 2010 è disponibile

la nuova norma tecnica UNI/ TR 11347:2010 denominata ‘Programmi aziendali di riduzione dell’esposizione a rumore nei luoghi di lavoro’, fornendo un orientamento preciso in merito alle procedure da seguire. Approfondiamo questo argomento con Maurizio Bertani di Alfakel (www.alfakel.it), azienda che da 35 anni si pone come punto di riferimento per risolvere le problematiche relative all’inquinamento acustico ed industriale. “La norma tecnica UNI/TR definisce un modello di programma aziendale (sintetizzato nell’acronimo ‘PARE’) per la riduzione dell’esposizione al rumore nei luoghi di lavoro, nonché una guida per identificare le aree a maggior

rischio, al fine di segnalarle, delimitarle e limitarne l’accesso. Nelle situazioni con livelli di esposizione elevati – spiega Bertani – il datore di lavoro dovrà quindi indicare nel PARE gli interventi tecnici e organizzativi che intende effettivamente realizzare fissando un “obiettivo acustico”, in accordo con le indicazioni contenute nelle normative di riferimento UNI EN ISO 11690 “Raccomandazio-

ni pratiche per la progettazione di ambienti di lavoro a basso livello di rumore contenenti macchinario - Strategie per il controllo del rumore”. Cosa definiscono le normative UNI EN ISO 11690? Quale la differenza rispetto alla Norma Tecnica? “Le UNI EN ISO 11690 sono le norme di riferimento per chi lavora nel settore acustico. Riportano raccomandazioni pratiche per la progettazione di ambienti di lavoro produttivi a basso livello di rumore, consigliando i seguenti valori di rumore equivalente (LAeq): per gli ambienti industriali, da 75 dB(A) a 80 dB(A); per gli uffici, da 45 dB(A) a 55 dB(A). E la norma tecnica UNI/TR 11347:2010 indica un mo-

dello da seguire per il raggiungimento di questi valori. Il PARE, infatti, deve prendere in esame tutte le azioni volte a ridurre l’esposizione a fonti di rumore dannose, analizzando nel dettaglio le sorgenti, le attività, la disposizione e la struttura dei luoghi di lavoro. La norma tecnica – conclude Bertani – sottolinea inoltre che gli interventi programmati devono essere tali da evitare ulteriori rischi per la sicurezza (ad esempio, rischio incendio), per la salute dei lavoratori (per esempio, minor ricambio d’aria) o problemi igienico-sanitari verso il prodotto (per esempio nel settore alimentare o farmaceutico)”.

La c o n f o rm i tà al marchio CE dev e e s s e r e g a r a n ti ta p e r t u tto i l c i c l o d i v i t a d e l p r o d o tto

Come gestire la manutenzione delle attrezzature di lavoro Occorre individuare un apposito processo aziendale L’art. 70 del Decreto Legislativo 81/2008, obbliga il datore di lavoro a mettere a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto (marcatura CE). La conformità che viene giustamente richiesta nel momento dell’acquisto, deve poi essere mantenuta in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto. La normativa, infatti, fornisce una indicazione sul come realizzare ciò, chiedendo, tra

l’altro, che le attrezzature siano oggetto di manutenzione, controlli e verifiche periodiche (ove previsto) e che di tali attività siano tenute idonee registrazioni. Approfondiamo questo argomento con Giuseppe Buccheri, direttore tecnico di Pro-Cert srl (tel. 0536-809017). Cosa si intende con il termine “manutenzione”? “Tecnicamente con “manutenzione” si intende la combinazione di tutte le azioni tecniche amministrative e gestionali, eseguite durante il ciclo di vita di un prodotto,

destinate a preservarlo o a riportarlo in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta. La manutenzione, sia essa correttiva, preventiva o predittiva, incide sulla sicurezza e la salute dei lavoratori in due modi: la manutenzione regolare, programmata ed eseguita correttamente, è essenziale per mantenere le macchine e l’ambiente di lavoro in condizioni di sicurezza ed affidabilità. Inoltre, deve essere eseguita in sicurezza, proteggendo adeguatamente gli addetti alla ma-

nutenzione e le altre persone presenti sul luogo di lavoro”. Quali procedure deve mettere in atto il datore di lavoro? “Soprattutto per i dispositivi suscettibili ad un deterioramento, il datore deve sottoporre le attrezzature a verifiche periodiche per valutarne l’effettivo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza. La frequenza dei vari controlli è stabilita per legge”. Come definire quindi un corretto modello di gestione della manutenzione?

“Occorre gestire la manutenzione come uno dei processi aziendali pianificando tutte le fasi operative. La manutenzione è a tutti gli effetti considerata come un’attività critica. Gli addetti alle manutenzioni risultano esposti, per ovvi motivi, a specifici rischi per la sicurezza e la salute e pertanto le attività dovrebbero essere gestite come un processo, ovvero mediante progettazione, pianificazione, valutazione dei rischi, misure di prevenzione, ispezioni e test”.


AMBIENTE

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Un p u n t o d i riferimento per chi è i n p o s s e s s o d i f e r r o , z i n c o , r a m e , e tc .

Reggio Ecologia smaltisce materiali ferrosi Enea Bertini: i rifiuti si trasformano da onere per le imprese ad opportunità di mercato Da 16 anni Reggio Ecologia è un punto di riferimento importante per le imprese del territorio. La raccolta, il recupero e lo smaltimento dei materiali e dei rottami ferrosi prodotti dal comparto manifatturiero rappresenta una tappa fondamentale per lo sviluppo sostenibile dell’economia nazionale. I rifiuti, infatti, giocano un ruolo importante nel nostro sistema economico, perché il loro recupero - anche in termini energetici - li trasforma da onere per le imprese ad opportunità di mercato. Lo sa bene Enea Bertini, titolare dell’azienda, che nel 1994 ha intrapreso quest’attività iniziando a raccogliere rottami ferrosi con un piccolo Fiat Iveco. Oggi l’azienda conta di una nuova sede di oltre 5.000 mq e di un impianto per la raccolta e lo smaltimento di ultima generazione. In genere che tipo di aziende si rivolgono a voi per lo smaltimento dei rottami? “Reggio Ecologia – spiega Bertini – collabora con tutti gli operatori che nello svolgimento della loro attività producono rifiuti ferrosi di qualsiasi dimensione, come

cavi elettrici, ottone, piombo, acciaio inox e materiale voluminoso come vecchi macchinari in disuso. La clientela è pertanto molto vasta, dalle grandi imprese del settore ceramico, alle officine di torneria, dalle imprese edili alle officine meccaniche, senza dimenticare idraulici ed elettricisti. Recentemente abbiamo attuato anche un’importante collaborazione con il Gruppo Iren, multi utility che opera nel settore dei servizi ambientali. Il nostro compito è quello di rimuovere periodicamente i materiali ferrosi accumulati all’interno delle isole ecologiche ed occuparci in prima persona dello smaltimento”. Come si sviluppa la vostra attività? “Siamo in grado di recuperare il metallo direttamente presso le aziende, con i nostri automezzi o mettendo a disposizione - consegnandoli gratuitamente - cassoni a norma CEE di varie metrature. La quotazione dei metalli è fornita in tempo reale, grazie ad un costante monitoraggio della Borsa di Londra. I rifiuti – continua Bertini – sono da noi suddivisi in rot-

tami ferrosi e non ferrosi. A loro volta quelli ferrosi sono divisi tra ferro pesante, raccolta, lamierino e torniture, per poi essere condotti in fonderia dove saranno fusi e riciclati. I momenti principali dello smaltimento sono tre: la cernita, in cui vengono selezionate e divise le varie leghe, la cesoiatura e/o pressatura, per rendere i prodotti idonei alle esigenze delle acciaierie cui è destinata la merce. Come ultima fase, vi è il taglio a fiamma, necessario quando è indispensabile scomporre pezzi di grosso spessore o recuperare pezzi particolari, altrimenti danneggiati”. In che misura avete risentito dell’attuale crisi economica? “È inutile negare che la crisi abbia toccato anche la nostra realtà. Anzi, tutto il nostro settore ha risentito dell’andamento negativo. Prima della crisi, un’azienda poteva contattarci anche più volte nell’arco di un mese, o comunque sapevamo di dover calendarizzare tutte le visite per garantire - come sempre - una puntualità nel servizio. Adesso non è più cosi, perché rallentando la

La sede di Reggio Ecologia (tel. 0522-513250)

produzione, inevitabilmente abbiamo avuto anche una minore produzione di scarti e rottami da smaltire. Nonostante tutto però, Reggio Ecologia ha continuato ad investire per migliorare il servizio offerto e questo ci ha ripagato anche nei momenti difficili”. Quali gli obiettivi per il futuro? “Abbiamo intenzione di aumentare la nostra quota di mercato. Prima di tutto, facendo investimenti in nuovi macchinari, che porteranno sicuramente ad una maggiore specializzazione dell’attività. Inoltre – conclude Enea Bertini – abbiamo ottenuto

l’accreditamento al Sistri, il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, certificando ufficialmente le nostre competenze e professionalità”.



AUTOMAZIONE

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Per c o m p e t e re in qualità, quanti tà , te m p i e c o s ti

Meccatronica: perché automatizzare impianti e linee produttive Roberto Manini (Microm-El): integrare conoscenze tecnologiche e di prodotto Sempre più le imprese hanno la necessità di automatizzare le macchine e gli impianti al fine di poter competere in termini di qualità, precisione, quantità, tempi e costi. La disciplina che affronta tali aspetti, ovvero l’ottimizzazione dei sistemi e dei processi di produzione, è la meccatronica. Per saperne di più ne parliamo con Roberto Manini, titolare della Microm-El snc, azienda specializzata con 30 anni di esperienza nella progettazione e costruzione di macchine e moduli per l’automazione. “Un ‘prodotto meccatronico’ – ci spiega Manini – si distingue da uno meccanico, elettromeccanico o elettronico per l’elevato livello di integrazione di queste discipline tra loro e per il grado di complessità tecnologica e progettuale. Negli ultimi anni le imprese più evolute hanno fatto ricorso alla meccatronica per migliorare i loro processi produttivi e i loro impianti al fine di aumentare la loro competitività.

Sono state molteplici le linee di produzione, le macchine speciali od i banchi di collaudo da noi realizzati con applicazioni meccatroniche. Orientarsi verso queste tecnologie avanzate rappresenta, infatti, una scelta sempre più obbligata per differenziare le nostre produzioni da quelle di altri mercati ed in particolare mi riferisco ai Paesi emergenti”. Quali sono gli elementi alla base della realizzazione di un buon impianto? “Senza dubbio – risponde Manini – l’integrazione tra conoscenze tecnologiche e conoscenza del prodotto. È necessario quindi un lavoro congiunto di progettazione tra il nostro ufficio tecnico, composto da ingegneri e figure professionali altamente specializzate, ed i tecnici dell’azienda dove si realizza l’intervento che conoscono tutte le caratteristiche dei loro prodotti. Solo lavorando insieme è possibile progettare un impianto che ottimizzi livelli produttivi e qualità del prodotto. A tale proposito di partico-

La nuova sede di Microm-El snc a Cavriago (RE)

lare importanza è prevedere nell’impianto il collaudo di fine linea”. Quali la tipologia di aziende sulle quali intervenite? “Il nostro punto di forza – risponde Manini – è quello di garantire un’ampia flessibilità per ciò che riguarda l’offerta di servizi. I sistemi Microm-El, infatti, sono presenti in tutti i principali ambiti dell’industria, dal comparto meccanico al tessile, dal settore alimentare a quello degli elettrodomestici. Interveniamo, inoltre, sia

in imprese di grandi dimensione che in piccole aziende. Questo ci ha permesso di poter meglio affrontare la crisi in atto, continuando ad investire nella ricerca e senza fare ricorso agli ammortizzatori sociali”. Quali le prospettive per il vostro settore? “L’attuale situazione è senza dubbio difficile – risponde Manini – soprattutto per al-

cuni comparti. Le imprese, però, che vogliono essere pronte alla ripresa dei mercati devono cogliere questo momento, automatizzando oggi i propri impianti. Si tratta di un investimento fondamentale perché nel prossimo futuro vi sarà spazio solo per le imprese che utilizzano nei loro processi produttivi tecnologie avanzate”.


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SERVIZI

Pres e n te i n zone prima irraggiu n g i b i l i c o m e p a r c h i , c e n tr i s t o r i c i e z o n e p e d o n a l i

PubbliBICIzzaRE: la pubblicità ecologica promossa da Servizi di Segreteria La bicicletta diventa strumento di comunicazione La comunicazione, nel corso degli ultimi decenni, è stata protagonista di grandi cambiamenti. Ogni giorno entriamo in contatto con un numero esponenziale di messaggi, sia di carattere informativo che promozionale, e a volta capita di essere talmente saturi di questo panorama pubblicitario che non prestiamo la dovuta attenzione a tutto quello che ci circonda. Perché accade questo? I motivi sono molteplici: da un eccessiva concentrazione delle comunicazioni, alla quotidianità dei messaggi, alla familiarità dei media utilizzati. La creatività è elemento essenziale della pubblicità. È di Servizi di Segreteria, azienda leader nel settore dei servizi alle imprese, un’idea alternativa, un progetto all’inse-

gna della semplicità e dell’ecologia: PubbliBICIzzaRE. Com’è nata l’idea di questo progetto? “Dalla volontà di offrire un servizio innovativo ai nostri clienti”, afferma Alessandro Ferretti, titolare dell’azienda. “Ci sembrava importante proporre una valida alternativa agli strumenti pubblicitari più tradizionali, le nostre città sono ormai subissate da manifesti e cartelloni posizionati nei posti più assurdi, senza alcun ritorno in termini di immagine. Perché non proporre una nuova forma di comunicazione, efficace pur nella sua semplicità e con una visibilità garantita?”. In che cosa consiste “PubbliBICizzaRE”? “Spostarsi con le biciclette”,

spiega Ferretti, “permette moltiplicare i contatti, e l’operatore sarà a disposizione dei passanti per il volantinaggio mirato. Niente più sprechi di carta e volantini, sperperati in parcheggi o zone pubbliche: la consegna del materiale verrà effettuata a chi mostrerà interesse e chiederà maggiori informazioni. Gli sguardi inoltre saranno inevitabilmente attratti dal cartellone bifacciale 70x100 cm, uno spazio a disposizione delle aziende

che potranno sfruttarlo per promuovere prodotti, servizi, eventi o iniziative particolari. Le biciclette saranno presenti in zone come i parchi e le aree verdi, il centro storico e le aree ciclo-pedonali, ovvero in concomitanza di fiere e manifestazioni, nei parcheggi di centri commerciali e cinema, presso i più importanti locali, nelle zone universitarie e negli impianti sportivi, così come in occasione di particolari eventi. L’iniziativa “PubbliBICIzzaRE” − continua Ferretti − è particolarmente vantaggiosa anche da un punto di vista economico: rispetto ai più classici strumenti di comunicazione, infatti, ha un costo/contatto molto basso e una visibilità garantita, soprattutto nelle zone di maggior affluenza. Consi-

derando la competitività economica del servizio potrebbe essere un canale interessante anche per attività che non sono solite utilizzare strumenti pubblicitari. Il progetto, inoltre, ha importanti risvolti anche da un punto di vista ambientale e sociale. Il 5% del fatturato sarà infatti accantonato da Servizi di Segreteria per finanziare progetti di pubblica utilità come il servizio BiciBus, con l’obiettivo di diffondere una cultura cittadina orientata alla mobilità sostenibile e per promuovere una città più “a misura di bicicletta”. Per maggiori informazioni sul servizio – conclude Ferretti – potete contattarci al numero 0522-232586 oppure scriverci una e-mail a pubblibicizzare@ servizidisegreteria.it”.

Gra z i e a d u n a continua innovazi o n e t e c n o l o g i c a

Manualistica: spazio alla multimedialità Video-manuali: come migliorare l’immagine risparmiando tempo e denaro L’innovazione tecnologica nel settore della manualistica tecnica si traduce sempre più nell’offerta di servizi e soluzioni avanzate per le aziende che necessitano di una documentazione tecnica divulgabile con qualsiasi media e consultabile anche a distanza, da clienti e centri di assistenza. Le soluzioni multimediali ed interattive stanno, infatti, rivoluzionando il processo di documentazione del prodotto. Free Edit (www.free-edit.com), società parmense all’avanguardia in questo settore, da tempo realizza per importanti aziende

del territorio video-manuali, guide pratiche che integrano immagini illustrative chiare e ben definite alle più moderne tecnologie multimediali”. Perché un’azienda dovrebbe sostituire la classica manualistica con i moderni video-mauali? “Con i video-manuali si risparmia tempo e denaro” afferma Ermes Paoletti, titolare di Free Edit. “Tempo perché non occorre descrivere le parti tecniche, ma solo mostrarle, evitando così il lungo processo editoriale sotteso alla predisposizione

dei manuali tradizionali; denaro perché ridurre il tempo di produzione significa limitare i costi, che vengono ridimensionati anche da una stampa più contenuta e da un minore impiego di risorse nel customer service dedicato all’assistenza clienti. Con i video-manuali, infatti, gli utenti finali imparano più facilmente, e con maggiore autonomia, come utilizzare le macchine acquistate. Nelle aziende utilizzatrici di macchinari con computer a bordo macchina, ad esempio, gli addetti sono facilitati nello svolgimento delle loro attività:

illustrando il funzionamento “step by step” dei dispositivi, facilito il lavoro dell’intero sistema e riduco le possibilità di errore”. Può farci qualche esempio di manuali recentemente realizzati? “Proprio in questi giorni stiamo ultimando la realizzazione di un importante progetto per un azienda produttrice di attrezzature per la frantumazione dei rottami ferrosi, Zato S.r.l.. Il progetto consiste in una serie di prodotti multimediali. Un video-manuale sarà utilizzato come strumento

di comunicazione, o meglio come veicolo di formazione per l’area tecnica e tutto il settore commerciale, a garanzia di una concreta qualificazione del personale. Una serie di procedure interattive step by step che l’operatore a bordo macchina può seguire per un corretta manutenzione. Un filmato descrittivo da utilizzare in fiera per la dimostrazione di come avviene la lavorazione di questa macchina. Il tutto viene gestito con tempistiche estremamente ridotte grazie allo sfruttamento del modello 3D creato per la progettazione”.


TRASPORTI

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Otto b r e , te m po di saloni nautici

Compravendita di yacht: come evitare i rischi del fai da te I consigli e i suggerimenti del professionista del settore L’estate alle spalle, l’autunno alle porte. Sembrerebbe un paradosso ma è proprio a ottobre che avviene il taglio del nastro alla stagione nautica, quando il mare e il profumo di salsedine sono ancora ben impressi nella mente. I saloni spalancano le porte, i rischi di un acquisto fai da te sono enormi, soprattutto quando in ballo ci sono le ‘Ferrari del mare’. Ecco, dunque, le ‘rotte’ da seguire per non andare alla ‘deriva’. I consigli di Andrea Rocchi, il volto giovane della nautica lungo la via Emilia. Dottor Rocchi, quali sono i rischi della compravendita ‘fai da te’? “Il settore della nautica risente della crisi e il mercato, ancor di più in questo periodo, ha dinamiche incerte. È dunque probabile trovarsi dinanzi a ‘succulenti ed imperdibili offerte’ da valutare con molta prudenza. Ecco avvertita la necessità di affidarsi a un consulente di fiducia”. A fronte di questa situazione, quali sono i consigli che lei si sente di dare a chi andrà per saloni? “Andare al salone è un’opportunità per tutti. L’importante è non farsi assalire da facili

Andrea Rocchi Mediatore Marittimo

entusiasmi ed analizzare, con grande razionalità, una serie di fattori”. Quali? “Il budget e le fonti per l’acquisto, le proprie aspettative ed esigenze nautiche, il profilo della controparte, il grado di commerciabilità dell’imbarcazione e, infine, i costi di gestione e di armamento del mezzo. Elementi assolutamente da non sottovalutare per non andare incontro a cattive sorprese”. Si immagini di accompagnare un possibile acquirente ad un salone nautico. Come si muoverebbe? “Trattandosi di un investimento importante, il processo decisionale è essenziale.

Per supportare tale processo, abbiamo sviluppato e messo a punto un iter predefinito. Primo step: analisi della propensione e dei bisogni nautici del potenziale acquirente. Secondo step: sulla base delle informazioni raccolte e degli interessi manifestati andiamo a redigere un documento, lo ‘Scenario della tecnologia’, nel quale sono individuati e descritti nelle loro caratteristiche, sotto un profilo tecnico e gestionale, quelle imbarcazioni che possono rientrare nel paniere ottimale. Terzo step: una volta selezionata l’unità di riferimento, si dà avvio alle negoziazioni e alle mediazioni ovviamente,

senza mai dimenticare i trucchi del mestiere. L’ultimo step è relativo alla componente contrattuale, con una particolare attenzione a tutte quelle clausole che possono risultare vessatorie nei confronti del nostro cliente o tali da incidere sull’autonomia contrattuale dello stesso. A tal proposito, in occasione dei saloni nautici, la nostra realtà offre per tutto il mese di ottobre un consulto nautico preliminare gratuito, per meglio orientare ed assistere l’utenza nelle proprie decisioni di acquisto o vendita. (Offerta consultabile sul sito internet: www.andrearocchi.it - info@andrearocchi.it ).

Quali sono oggi le best practice che vengono richieste ad un ‘bravo’ consulente nautico? “I nostri servizi sono erogati secondo una precisa ‘carta dei valori’. Alcuni sono obblighi imposti dalla legge - l’informativa sulla sicurezza dell’affare a tutte le parti coinvolte, il segreto professionale, la riservatezza, l’imparzialità, l’indipendenza e l’equidistanza - altri dettati da un codice di disciplina e di comportamento etico-professionale nettamente più rigoroso e rigido rispetto a quanto previsto dalla legge. Questo a maggior tutela e garanzia del cliente”. LA COMPRAVENDITA DI YACHT Solo un intervento professionale indipendente ed imparziale garantisce un affare sicuro e di successo.

Pres e n ta ta d al Gruppo Autozatti

Great Wall Hover 5: la nuova generazione del crossover Nuovo motore, design all’avanguardia e disponibile con la doppia alimentazione GPL/Metano Gruppo Autozatti presenta Great Wall Hover 5, la seconda generazione del crossover Great Wall, il primo veicolo di produzione cinese che ha ottenuto l’omologazione per l’importazione in Europa, rispettando le severe normative sulle emissioni di CO2 e sul comportamento nei crash test. Chiediamo a Monica Zatti, Responsabile Marketing del Gruppo Autozatti (www. autozatti.com), di presentarci meglio le caratteristiche del veicolo. “Great Wall Hover 5 è un Suv 5 posti proposto con un interessante e moderno restyling della carrozzeria esterna e degli interni. È un prodotto che ancora una volta sarà capace di attirare l’attenzione del pub-

blico grazie ad uno stile moderno, sportivo ed elegante, ad un allestimento interno di qualità, a prestazioni in linea con i modelli dello stesso segmento, proposto però ad un prezzo accessibile e alla portata di tutti”. Quali le principali novità? “Stilisticamente è stato fatto un grosso passo avanti sia dal punto di vista estetico che funzionale. Senza dubbio, il nuovo design della carrozzeria primeggia tra le novità presentate dalla Great Wall. La linea mantiene eleganza e carattere sportivo, il frontale è stato completamente ridisegnato in virtù delle ultime normative sulla sicurezza nei confronti dell’urto contro i pedoni, ed è dotato ora di fari più avvolgenti e allun-

gati. Anche il parabrezza e i montanti anteriori – continua Monica Zatti – sono stati riprogettati per garantire una visibilità ancor più ampia a guidatore e passeggeri. L’interno è sempre molto spazioso, ben studiato e confortevole. La grafica degli strumenti è chiara e ben leggibile, con una nuova consolle centrale che rende i comandi ancora più ergonomici e a portata di mano, integrando Bluetooth, il nuovo display per il lettore DVD e la telecamera per la manovra in retromarcia e tutti i controlli del sistema audio e del climatizzatore elettronico”. E per quanto riguarda le prestazioni? “Il motore di 2.4 litri (2.378cc), a benzina con

126 cv e 200 Nm di coppia ha registrato ottime performance sia su strada che fuoristrada. Da sempre attenta all’ambiente nel mercato italiano Great Wall è stata una delle

prime aziende ad adeguare il livello delle emissioni inquinanti dei propri Suv e Pickup alla normativa europea, grazie alla doppia alimentazione Ecodual, benzina e GPL o metano”.



TRASPORTI

Con c e s s i o n a rio ufficiale Jaguar, L a n d R o v e r e S a a b

Schiatti Class apre un nuovo showroom a Parma 4.000 mq di attenzioni ti aspettano Schiatti Class, concessionaria ufficiale dei marchi Jaguar, Land Rover e Saab per le province di Parma e Reggio Emilia, ha aperto questo mese una nuova sede nella città di Parma, in via San Leonardo n.84/a, rotonda CentroTorri, consolidando ulteriormente la presenza della propria rete vendita sul territorio emiliano. Scopriamo le caratteristiche del nuovo showroom con Lorenzo Schiatti, titolare dell’azienda. “4.000 mq di attenzioni ti aspettano”. Questa è l’headline che abbiamo utilizzato per la campagna pubblicitaria sull’apertura del nuovo punto vendita: la nostra priorità è soddisfare il cliente. Schiatti Class da sempre offre un servizio di assistenza tecnica qualificato, all’avanguardia per competenza e professionalità ed un centro usato certificato con le migliori marche. Abbiamo deciso quindi di aprire una nuova concessionaria non tanto per proporre nuovi servizi ma per migliorare e perfezionare quelli già esistenti. Nel nostro settore – continua Schiatti – offrire un servizio di qualità,

prendendosi cura del cliente, fa sicuramente la differenza. È per questo motivo che in oltre 10 anni di attività siamo diventati il punto di riferimento non solo per i marchi che rappresentiamo, ma anche per la grande disponibilità di usato garantito e certificato. I nostri brand fanno di un’assistenza di qualità il loro biglietto da visita e noi non abbiamo fatto altro che adeguarci, negli anni, a questi standard di alto livello. Il nostro personale, dal venditore al capo officina, è adeguatamente formato e strutturato per rispondere in modo puntuale a qualsiasi esigenza del cliente, sia in fase di acquisto che in caso di guasto tecnico o incidente”. Quali vetture troveremo in concessionaria? “I riflettori saranno puntati sulla nuova Jaguar XJ, sul nuovo Freelander 2, sulla Saab 9.5 e sul Land Rover Defender, l’unico fuoristrada disponibile nella configurazione 7 posti, immatricolabile come autocarro, con IVA deducibile e bollo ridotto. Sicuramente la nuova XJ – continua Schiatti – ha già attirato

l’attenzione del grande pubblico. Un mix esplosivo di eleganza, design, tecnologia ed innovazione. Si tratta della vettura Jaguar più tecnologicamente avanzata mai costruita prima d’ora. Il quadro strumenti, ad esempio, ha abbandonato i tradizionali dispositivi analogici per lasciare spazio ai più moderni schermi LCD. Grazie a tre nuovi motori, inoltre, le aspettative del pubblico non saranno certamente deluse! La nuova Saab 9.5 debutta sul mercato con un design completamente nuovo, lineare e raffinato, con motori turbo ad alte prestazioni e optional hi-tech, come l’head-up display e il cruise control con mantenimento della distanza di sicurezza. Potente e pratica, la nuova Freelander 2 rappresenta, invece, la Land Rover con i consumi più bassi di sempre, soprattutto nelle versioni turbodiesel da 2,2 litri 150cv e 190cv. La tecnologia di ultima generazione – conclude Schiatti – si è tradotta in un comfort senza pari su asfalto e fuoristrada: una vettura robusta ma elegante, compatta ma spaziosa”.

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