Verso un
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Guadagnare vantaggi competitivi (Chiavi di Successo)
Il programma, Stati Generali, gennaio 2009
IRCCS Tecnopoli Stazione AV Reggio Children
PATTO PER IL WELFARE
Metterci alla pari con gli altri (Gap Filler)
Centro ricerca energie rinnovabili Bassa pressione fiscale Piste ciclabili
Rimuovere le patologie (Fattori Igienici)
Teatri, musei e biblioteche Eventi culturali Efficienza amministrativa
CittĂ interculturale Promozione turistica Riqualificazione frazioni
Infrastrutture telematiche
Raccolta differenziata Parchi e aree verdi Officina Educativa
Tangenziali, rotatorie, ZTL Miglioramento rete fognaria Trasporto Pubblico Locale
Leva Giovani Reggiani per esempio Fondazione dello Sport
Riqualificazione spazi per UniversitĂ Politiche per la casa Sostegno alle famiglie Prevenzione e sicurezza
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Welfare e competizione: una tesi falsa Si dice che.. “con la crisi in atto non possiamo permetterci questo livello di welfare” “solo con tagli al welfare possiamo ottenere significativi risparmi”
La risposta all’attuale congiuntura non può essere una regressione sociale e un arretramento dei diritti
Il welfare non è un ostacolo alla crescita, perchè investire sul capitale umano, sulle opportunità, sulle capabilities è il fattore chiave della competizione di oggi 4
Welfare e competizione: un esempio concreto In Italia il 16% dei bambini frequenta il Nido (*) l’occupazione femminile (25-49 anni) è al 65%, che cala al 56% in presenza di figli In Danimarca oltre il 70% dei bambini frequenta il Nido l’occupazione femminile (25-49 anni) è al 73%, in presenza di figli è all’86%
Servizi alla famiglia occupazione femminile aumento della natalità I servizi di assistenza all’infanzia, così come i servizi ad anziani e/o disabili, non solo garantiscono sicurezza alla famiglia, ma liberano risorse lavorative che creano benessere e crescita economica (*) Reggio Emilia: Nidi 40%, tasso di occupazione femminile all’11% sopra la media italiana Fonte: IRS- Istituto Ricerca Sociale, settembre 2011
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Welfare e competizione: un esempio concreto Spesa pubblica per famiglie e occupazione femminile
Fonte: OECD database 2009
Servizi alla famiglia occupazione femminile
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Welfare e competizione: un esempio concreto Occupazione femminile e fecondità
Fonte: Del Boca, Locatelli, 2006
Tasso di fecondità: Italia 1,42 – Emilia Romagna 1,48 – Reggio Emilia 1,66 – Danimarca 1,94
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F L E S S I B I L I T A’
Regno Unito Alta flessibilità
Alta flessibilità Irlanda
Bassa sicurezza
Alta sicurezza
Ungheria
Polonia Rep. Ceca Rep. Slovacca
Svezia Austria
Italia
Grecia
Belgio
Danimarca
Finlandia Olanda
Francia Germania Spagna Portogallo
Bassa flessibilità
Bassa flessibilità
Bassa sicurezza
Alta sicurezza
SICUREZZA Fonte: elaborazioni su dati Eurostat – OECD 2009
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PERCHÉ UN PATTO? FENOMENI SOCIO-DEMOGRAFICI
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FENOMENI SOCIO-DEMOGRAFICI Popolazione residente a Reggio Emilia, anni 2000-2010 Al 31/12/’10 i residenti sono 170.086 175.000
170.086
170.000 165.000 160.000 155.000 150.000 145.000
146.092
+ 16 %
140.000 2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
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FENOMENI SOCIO-DEMOGRAFICI Cambiamenti della struttura famigliare, anni 2000-2010 Al 31/12/’10 il 41% delle famiglie sono monopersonali (32mila su 77mila)
+4 componenti 3 componenti 2 componenti
famiglie monopersonali
1 componente
+ 51 % 0
5.000
10.000
Anno 2000 Anno 2010 Fonte: Ufficio statistica, Comune di Reggio Emilia
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000 11
FENOMENI SOCIO-DEMOGRAFICI Crescita della popolazione giovanile, anni 2000-2009
21.260 25.000 20.000 15.000 10.000
21.260
età prescolare + 36 %
10.838
età scolare + 32 %
16.107 7.956
5.000 0
2000
2009 età 0-5 anni
età 6-19 anni
Fonte: Ufficio statistica, Comune di Reggio Emilia
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FENOMENI SOCIO-DEMOGRAFICI Crescita anziani (> 65) e grandi anziani (>80), anni 2000-2010 2010: mentre gli anziani crescono dell’8%, i grandi anziani del 34% (67% donne) 32.147
32.000 27.000
+8%
29.699
22.000 17.000 12.000 7.000
10.548 7.882
2000
Anziani > 65 anni Fonte: Ufficio statistica, Comune di Reggio Emilia
+ 34 % 2010
Anziani > 80 anni 13
FENOMENI SOCIO-DEMOGRAFICI Quasi 10mila anziani ultra65enni sono soli (il 6 % pop.), il 76% sono donne Anziani soli > 65 anni, anni 2000-2010 9.718
TOTALE
Donne
Uomini
+8% 0
2.000
4.000
6.000
Anno 2000 Fonte: Ufficio statistica, Comune di Reggio Emilia
8.000
10.000
12.000
Anno 2010 14
PERCHÉ UN PATTO? LA CRISI SOCIO-ECONOMICA
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LA CRISI SOCIO-ECONOMICA Andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali nel territorio provinciale Numero complessivo lavoratori interessati (*)
25.000
26.545
20.000 15.000 10.000
12.568
Settembre 2011 10.169
5.000 0
feb-09
lug-09
dic-09
m ag-10
ott-10
m ar-11
ago-11
(*) CIGO + CIGS + Contratti di Solidarietà + mobilità, esclusi gli ammortizzatori in deroga Fonte: Camera del Lavoro Reggio Emilia
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LA CRISI SOCIO-ECONOMICA Iscritti ai Centri per l’Impiego, anni 2007-2010 25.000
23.599
22.000
Dato provinciale
19.000
+ 91 %
16.000 13.000
12.364 10.387
10.000 7.000 4.000
+ 87 %
5.549 2007
Dato comunale
2008
2009
2010
Nel territorio reggiano la crisi colpisce ancora oltre 33mila lavoratori Fonte: Provincia di Reggio Emilia
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LA CRISI SOCIO-ECONOMICA Reddito pro capite disponibile, anni 2008-2010 (*) 23.000
€22.083
€21.066
22.000 21.000
€21.542
€21.051
20.000 19.000
€20.042
€19.707
€18.088
18.000
€17.518
17.000
€17.571
16.000
2008
2009
Reggio Emilia
Emilia Romagna
2010
Italia
(*) E’ il reddito medio per abitante calcolato rapportando il reddito complessivo della provincia/regione alla popolazione residente Fonte: Prometeia – Findomestic, dati medi provinciali e regionali 18
PERCHÉ UN PATTO?
IN SINTESI
19
IN SINTESI
In 10 anni a Reggio Emilia: * la popolazione è cresciuta del 16% * i bambini sono cresciuti del 36%, i giovani del 32% * le famiglie monopersonali sono raddoppiate e rappresentano il 41% delle famiglie * gli anziani soli (> 65 anni) sono aumentate dell’8% e rappresentano il 13% delle famiglie (il 76% sono donne sole) •i “grandi anziani” (> 80 anni) sono cresciuti del 34 % • gli anziani non autosufficienti crescono del 64%
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PERCHÉ UN PATTO? DATI DI ATTIVITÀ
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DATI DI ATTIVITÀ Le famiglie complessivamente seguite dai Poli sono il 9% (7.035 nuclei) N° nuovi accessi ai Poli territoriali all’anno, 2007-2010 2.900
2.818
2.700 2.500 2.300 2.100 1.900 1.700
+ 43%
1.500 2007
2008
2009
2010 22
DATI DI ATTIVITÀ In 4 anni sono raddoppiate le persone bisognose e i contributi economici erogati Contributi economici erogati, anni 2006-2010 €1.200.000 €1.100.000 €1.000.000
€1.083.248
€900.000
(1.045 persone)
€800.000 €700.000 €600.000 €500.000
€553.850 (676 persone)
€400.000 2006
2007
2008
2009
2010
+ 96% 23
DATI DI ATTIVITÀ Il 78% delle problematiche sono di famiglie con anziani e/o minori N° nuovi accessi per tipo di problematica, anno 2010
Famiglie con minori 37,5%
Dipendenze 0,4%
Adulti 17,3%
Anziani 40,6%
Disabili 4,2%
Adulti
Anziani
Disabili
Famiglie con minori
Dipendenze
24
DATI DI ATTIVITÀ Servizi per minori, SPESE anno 2007- 2010 Raddoppiata in 4 anni la spesa per i minori 5000000
€4.426.929 4500000
4000000
3500000
3000000
2500000
€2.314.650
2000000 2007
2008
2009
2010 25
DATI DI ATTIVITĂ€ Servizi per minori, SPESE anno 2010
Azienda USL 5%
Comune di Reggio Emilia 95% 26
DATI DI ATTIVITÀ Tagli al Fondo nazionale per le Politiche sociali, anni 2008-2011 Milioni di € 1000
929,3 800
583,9
600
435,3 400
273,9 200 2008
2009
2010
2011
27
DATI DI ATTIVITÀ Servizi per disabili, COSTI anno 2010 (*) Spesa complessiva: € 6.397.000
28
DATI DI ATTIVITĂ€ Servizi per disabili, SPESE anno 2010
2% 38%
60% Rette
Comune di Reggio Emilia (FCR)
Azienda USL (FRNA) 29
DATI DI ATTIVITÀ Servizi residenziali per anziani, SPESE anno 2010 Spesa complessiva:
€ 24.600.000
Servizi territoriali per anziani, SPESE anno 2010 (*) Spesa complessiva 2010: € 5.350.000
30
DATI DI ATTIVITĂ€ Servizi residenziali per anziani (*), SPESE anno 2010
42%
48%
10% Rette
Comune di Reggio Emilia (FCR)
Azienda USL (FRNA)
(*) Strutture residenziali, appartamenti e case protette
31
DATI DI ATTIVITĂ€ Servizi territoriali per anziani (*), SPESE anno 2010
19% 35%
46% Anziani e loro famiglie Comune di Reggio Emilia Azienda USL (FRNA) (*) Assistenza domiciliare, centri diurni, pasti, assegni di cura, telesoccorso
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DATI DI ATTIVITÀ SPESA sociale complessiva (*), anno 2010 Servizi
COSTI
Anziani - servizi residenziali
€ 24.623.000
Anziani - servizi territoriali
€ 5.353.000
Disabili
€ 6.397.000
Minori
€ 4.427.000
Contributi economici
€ 1.074.000
Totale
€ 41.875.000
(*) minori, disabili e anziani
33
DATI DI ATTIVITÀ Spesa sociale complessiva (*), anno 2010
33%
37%
30%
Rette
Comune di Reggio E. (+ FCR)
(*) minori, disabili e anziani
Il 63 % della spesa complessiva per minori, disabili ed anziani è sostenuta dalla fiscalità generale tramite i Fondi nazionali, regionali e comunali
Fondo Non Autosufficienza 34
DATI DI ATTIVITÀ Tagli al Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, anni 2008-2011 Milioni di €
400
€400
€400
€300
200
€0
0 2008
2009
2 0 10
2 0 11
35
DATI DI ATTIVITÀ Tagli ai diversi Fondi nazionali per il welfare municipale, anni 2008-2011 Milioni di € 2.526,7
2500
2000 1.757,3 1.472 1500
-78,7%
1000
538,3 500 2008
2009
2010
2011 36
DATI DI ATTIVITÀ
Il COMBINATO delle ultime MANOVRE FINANZIARIE provocherà un impatto negativo complessivo sul bilancio del Comune di Reggio Emilia di
21 MILIONI DI EURO
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PERCHÉ UN PATTO? RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE
38
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE fenomeni socio-demografici
crisi socio-economica
aumento dei bisogni diminuzione risorse
tagli agli enti locali
riduzione/azzeramento fondi
che fare? 39
Le parole di un nuovo welfare beni comuni
“i beni comuni sono quelli che esprimono utilità funzionali all'esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona” ‘Commissione Rodotà’, 2007
capitale sociale
“l'insieme di quegli elementi dell'organizzazione sociale - come la fiducia, le norme condivise, le reti sociali - che possono migliorare l'efficienza della società nel suo insieme, nella misura in cui facilitano l'azione coordinata degli individui” Robert Putnam, 1993
economia civile
“l’economia civile propone un umanesimo a più dimensioni nel quale il mercato non è combattuto o controllato, ma è visto come un luogo al pari degli altri, come un momento della sfera pubblica che se, concepito e vissuto come luogo aperto ai principi di reciprocità e di gratuità, può costruire la città" Stefano Zamagni, 2009
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE Una proposta per un nuovo welfare
immaginare un rafforzamento del welfare locale basato su accordi che definiscano nuovi ruoli, competenze e responsabilitĂ fra tutti gli attori della societĂ
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE GLI OBIETTIVI
Progettare, definire e organizzare collettivamente un welfare di comunità per il benessere e la salute di tutti i cittadini al fine di: 1. promuovere sinergie di risorse, combinazioni intersettoriali più efficaci e reti composte dal settore pubblico, dal privato sociale, dal settore informale e dal mondo economico 2. sostenere ed aiutare le famiglie nella loro azione 3. valorizzare le forme di auto-organizzazione della società 4. aiutare le persone a diventare membri attivi della comunità 42
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE L’APPROCCIO CULTURALE
Rafforzare il paradigma della “comunità competente”: promuovere e sviluppare reti di relazioni sociali, famigliari, amicali e solidaristiche, che investano tutti i contesti, servizi, scuola, lavoro, sicurezza sociale
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE Valorizzare gli elementi distintivi della comunitĂ reggiana: IL CAPITALE SOCIALE
A fine 2010 nel territorio reggiano si registrano: - 259 organizzazioni di volontariato - 299 associazioni di promozione sociale - 103 cooperative sociali - circa 1.000 associazioni sportive
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE Valorizzare gli elementi distintivi della comunità reggiana: LA RETE
Superare spazi caratterizzati da divisioni di competenze, separati tra sociale e sanitario, pubblico e privato, professionale e volontario: non vogliamo dividere una “torta” che non può che essere sempre più piccola
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE GLI ATTORI
Istituzioni pubbliche, organizzazioni del privato sociale e a partecipazione pubblica, imprese, sindacati, associazioni e singoli cittadini, abitanti dei quartieri, fruitori dei servizi stessi‌
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE LE PRIORITÀ
• attirare una pluralità di attori e risorse • determinare innovazioni di prodotto e di processo • generare forme di partenariato dinamico e non strumentale • collocare la spontaneità sociale dentro cornici stabili consentendo piena rilevanza pubblica alle pratiche diffuse.
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Tre direzioni di intervento
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE PRIMA DIREZIONE: i servizi e il territorio
Costruire un modello non alternativo od esclusivo - o tutto pubblico, o tutto privato -, ma al contrario inclusivo e complementare, in cui le diverse esperienze e progetti promossi da aziende, cooperative, fondazioni si integrano in una politica condivisa di welfare locale. La regìa è una responsabilità pubblica. 49
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE PRIMA DIREZIONE : i servizi e il territorio
E’ necessario riflettere e valorizzare le principali esperienze di innovazione realizzate in questi anni: - i Poli Territoriali di Servizi Sociali - una nuova modalità di lavoro sociale: tavoli di quartiere, iniziative nei diversi contesti (quartieri, scuola, condomini, nuovi insediamenti abitativi), il percorso per la Fondazione “Dopo di Noi” … - l’accreditamento dei servizi
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE
Video TAVOLI DI QUARTIERE 51
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE PRIMA DIREZIONE : i servizi e il territorio
Gli anziani a Reggio Emilia 2010 Anziani che usufruiscono dei servizi residenziali e territoriali del Comune
Anziani assistiti da badanti (regolari e irregolari)
Anziani intercettati, contattati, monitorati dai tavoli di quartiere (53 progetti)
1.550
3.500
1.200
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE PRIMA DIREZIONE : i servizi e il territorio verso la Fondazione “Dopo di Noi”
finalità
destinatari
La Fondazione perseguirà fini di solidarietà e di utilità sociale favorendo il processo di inclusione sociale e di tutela dei diritti delle persone disabili e dei relativi nuclei familiari, garantendo loro pari dignità e qualità di vita. Ad oggi lo Statuto è stato condiviso con le Associazioni La Fondazione intende operare nell’interesse: • delle persone che, pur avendo ancora i genitori, intendono individuare percorsi di sostegno per prepararsi al “Dopo di Noi” • delle persone che non possono più godere del pieno aiuto dei propri genitori (perché anziani) • delle persone rimaste prive dei genitori
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE SECONDA DIREZIONE : lo spazio per l’impresa sociale L’impresa sociale è controllata da investitori privati, si muove nel libero mercato con l’obiettivo di creare occupazione, fornire beni e servizi a prezzi competitivi senza massimizzare il profitto, con lo scopo di conseguire il benessere della collettività.
« Un giorno i nostri nipoti andranno nei musei per vedere cosa fosse la povertà » M. Yunus, Premio Nobel per la Pace 2006
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE SECONDA DIREZIONE : lo spazio per l’impresa sociale L’impresa sociale, agendo in funzione non della massimizzazione del profitto, bensì della massimizzazione del benessere sociale, può: • intercettare la nuova parcellizzazione della domanda • erogare nuovi servizi meno rigidi di quelli tradizionali e, al contempo, altrettanto organizzati • offrire condizioni accessibili di prezzo per le famiglie • creare lavoro, occupazione e utili da reinvestire 55
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE SECONDA DIREZIONE : lo spazio per l’impresa sociale Le prime cooperative (muratori, panificatori, braccianti …) nascono come gruppi di solidarietà autoorganizzati, di mutuo aiuto, per fornire servizi
Cooperativa muratori di Bibbiano Fonte: Media center CCPL
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SECONDA DIREZIONE: lo spazio per l’impresa sociale
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SECONDA DIREZIONE: lo spazio per l’impresa sociale
In 5 anni (2005-2009) sono stati avviati al lavoro nell’area socio-sanitaria nel territorio reggiano quasi 8.000 lavoratori di cui: - 2.952 operatori domiciliari - 2.425 operatori sanitario-assistenziali (osa, oss, ..) - 1.921 infermieri Fonte: “Elaborazioni Osservatorio economico coesione sociale e legalità CCIAA di Reggio Emilia” su dati Siler Emilia-Romagna
Al 31/12/2009 vi sono 5.700 badanti regolarmente assunte (dati Questura di Reggio Emilia)
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SPOSTARE
Questionari relativi al 50% delle cooperative sociali, all’85% delle organizzazioni di volontariato, al 70% delle associazioni di promozione sociale. Fonte: Osservatorio Permanente del Terzo Settore, dati elaborati dal dr Guido Caselli, Unioncamere
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RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE
Video COOPERATIVE SOCIALI 60
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE TERZA DIREZIONE: la Responsabilità Sociale d’Impresa
Le politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa vanno incentivate dentro un più vasto processo di transizione del welfare, rafforzando il legame concreto tra contrattazione integrativa nei luoghi di lavoro e contrattazione territoriale sulle politiche pubbliche di welfare 61
RAFFORZARE IL WELFARE LOCALE
Video CONCILIAZIONE 62
TERZA DIREZIONE: LA SFIDA LOMBARDIA
Grandi Imprese
PMI 63
TERZA DIREZIONE: LA SFIDA
C’è lo spazio per una contrattazione aziendale a sostegno delle politiche condivise di welfare? Reggio Emilia può essere “apripista” di un nuovo welfare contrattuale dove la Responsabilità Sociale non è filantropia, ma promozione di diritti a beneficio dell’intera comunità. E’ pensabile un accordo trilaterale (sistema pubblico, imprese, sindacati) territoriale per definire una cornice di regole capaci di incidere sulla contrattazione aziendale del welfare? 64
TERZA DIREZIONE: LA SFIDA “Il problema politico dell’umanità consiste nel mettere insieme tre elementi: l’efficienza economica, la giustizia sociale e la libertà individuale. Alla prima, sono necessari senso critico, prudenza e conoscenza tecnica. Alla seconda, spirito altruistico, entusiasmo e amore per l’uomo comune. Al terza, tolleranza, ampiezza di vedute, apprezzamento dei valori della varietà e dell’indipendenza che preferisce soprattutto dare una chance all’elemento eccezionale e ambizioso.” John Maynard Keynes, 1926
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IL PERCORSO VERSO IL PATTO
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Tre direzioni di lavoro PRIMA DIREZIONE : i servizi e il territorio SECONDA DIREZIONE: lo spazio per l’impresa sociale TERZA DIREZIONE: LA SFIDA
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IL PERCORSO
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IL PERCORSO
Costituzione di due Gruppi di lavoro centrati sul potenziamento del welfare di comunitĂ per arrivare alla stesura del Patto per il Welfare
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IL PERCORSO
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IL PERCORSO
Firma del Patto
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