Il mensile del vivere naturale
A chi serve la Ferriera decotta? Signoria delle tradizioni Buono come il pane? Ma solo qualche volta Acque e nevi risorse perenni? Il vero cambiamento è possibile Gli appuntamenti di marzo
distribuzione gratuita
I nostri primi 25 anni
N.184 Marzo 2013
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Questo giornale è stato realizzato da un gruppo di esseri umani non infallibili, che cercano di scoprire cosa è successo nel mondo, spesso interrogando altre persone che a volte sono riluttanti a parlare, a volte oppongono un deciso ostruzionismo e in altre occasioni parlano troppo. I costi di KONRAD sono interamente ricoperti dagli annunci e dalle inserzioni esplicitamente pubblicitarie. Ma la sua uscita sarebbe impossibile se tutta la redazione, direttore compreso, non collaborasse gratuitamente. Non tutti, ma alcuni dei collaboratori abituali di questi ultimi dieci anni, li potete vedere in copertina
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Sommario
4 I nostri primi 25 anni 5 Lettere al direttore 6 A chi serve una Ferriera decotta? 8 Libri: 2012, un anno di anagrammi 9 50 mm 9 Siamo tutti intelligenti: Infinito 10 Italia senza vertigini 11 Verso la fine dell’“emergenza freddo” 12 Loretta Napoleoni 13 E le stelle stanno a guardare 13 Il febbraio più lungo 14 Giovani: Stage 14 Il vero cambiamento è possibile 15 Trasporti e ambiente: Qualcosa si muove 16 Scatole nere 17 Signoria delle tradizioni 18 Alimentazione: Bevande energetiche, più
Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c. Redatto dall’Associazione Konrad via Corti 2a - 34123 Trieste Fax 1782090961 info@konradnews.it www.konradnews.it Aut. Trib. di Udine n. 485 del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste
Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 advertising@konradnews.it Hanno collaborato: Beatrice Achille, Maria Grazia Beinat, Lorenzo Franz Bertocchi, Nadia e Giacomo Bo, Michele Colucci, Stefano Crisafulli, Giovanna A. de’Manzano, Giorgio Dendi, Giorgia Facis, Sergio Franco, Francesco Gizdic, Miriam Kornfeind, Simonetta Lorigliola, Max Mauro, Luisella Pacco, Gianfranco Paliaga, Laura Paris, Tiziana Peressutti, Claudio Petracco, Claudio Pettirosso, Giuliano Prandini, Riccardo Ravalli, Riccardo Redivo, Fabiana Salvador, Lino Santoro, Marco Segina, Marco Segulin, Gianni Ursini, Massimo Visintin
che
Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste www.erratacorrige.org
qualche volta
Stampa su carta reciclata acid free: Centro Stampa Friuli – Zoppola
Science+Fiction
ieri e di oggi
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2012 ed altro
27 Il 24° Trieste Film Festival 28 Teatri di confine: La rabbia di 29 Senza guinzaglio 30 L’autunno della vita 32 Colonna vertebrale 33 Gli appuntamenti di marzo
Konrad
Direttore responsabile: Dario Predonzan
filo di paglia: Buono come il pane? Ma solo
20 Pillole di cucina naturale 21 Da Medea ai nostri giorni... 22 Acque e nevi risorse perenni? 23 Gorbacev inedito 24 Arte: La giornata FAI di primavera 25 Dracula al Palazzo Costanzi 25 Io uccido 26 Cinema: I film premiati al festival
MARZO 2013
Direttore editoriale: Roberto Valerio
darti energia te la tolgono
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KONRAD 184
Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione.
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MARZO 2013 KONRAD
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Editoriale
I NOSTRI PRIMI 25 ANNI
famiglie monfalconesi – contro il progetto del terminal di rigassificazione del GNL a Monfalcone. Progetto abbandonato dopo la vittoria dei NO al referendum consultivo indetto dal Comune. All’inizio, era il febbraio 1988, un foglio ciclostilato (poi Gradualmente, per fare spazio ad altri articoli, cresceva il numero fotocopiato) mensile, scritto a macchina e distribuito gradelle pagine. E la tiratura. tuitamente, nato su iniziativa di Roberto Valerio (che ancora oggi ne Oltre all’ambientalismo, Konrad si è l’editore) con l’adesione di un occupava di salute e benessere, gruppo di associazioni ambienalimentazione naturale e poi specie taliste, animaliste e pacifiste, per dopo che Luciano Comida subentrò pubblicizzare gli appuntamenti, a Benedetti nel 2004 – anche di i dibattiti e le manifestazioni di storia, cinema, teatro, arte, diritti argomento – in senso lato – amumani, viaggi e tanto altro. Il che bientale, normalmente ignorate naturalmente è stato possibile soldai media tradizionali. tanto grazie all’arrivo di molti nuovi Dalle iniziali poche decine di cocollaboratori. pie distribuite, passammo presto Continua è stata la crescita della a qualche centinaio e dal luglio tiratura e della diffusione (arriviamo, 1988 il foglio si chiamò “Incontri sia pure ancora con qualche difficolverdi”. Nell’aprile 1993 la testata tà, in tutto il Friuli Venezia Giulia), diventò “Konrad”, in onore di mantenendo sempre fermi due punti Konrad Lorenz, premio Nobel fondamentali: la gratuità del giornale, per la medicina, etologo di fama che si regge esclusivamente con le mondiale e precursore dell’aminserzioni pubblicitarie, e la collabientalismo. borazione a titolo gratuito di tutti gli Erano quattro facciate “A4”, autori dei testi e delle immagini. Punti stampate in tipografia: gli annunci che rimarranno i capisaldi di Konrad occupavano la maggior parte anche nel futuro. dello spazio, ma la prima facciata Più volte modificato e migliorato nella conteneva sempre uno o più grafica, Konrad guarda oggi in avanti, commenti a fatti di attualità. forte delle sue 15.000 copie (potrebKonrad diventò così – grazie bero essere molte di più, se trovassiall’impulso del suo primo dimo qualche altro inserzionista, e non rettore responsabile, Graziano andrebbero certo al macero…) e del Benedetti – anche uno strumento Il primo “embrione” di quello che cinque anni più tardi diventerà “Konrad” consenso dei lettori. Perché dopo 25 per intervenire a sostegno delle anni svolgiamo un ruolo significativo campagne e delle mobilitazioni in nel panorama dell’informazione di questa regione, ma non dobbiadifesa della natura e dell’ambiente. Ci mobilitammo per l’istituzione mo accontentarci di questo. del Parco del Carso e per l’approvazione della legge regionale Il mondo dei media cambia sempre più rapidamente e con esso le sulle aree protette (il primo risultato non fu raggiunto, il secondo sì) esigenze e le aspettative del pubblico. Tre sono le direttrici che doe – con alcuni articoli e un supplemento speciale inviato a tutte le vremo percorrere per consolidare e migliorare la nostra posizione: diventare sempre più un giornale dell’intero Friuli Venezia Giulia, La vignetta di colucci una regione in cui l’informazione è ancora segmentata da invisibili barriere (i giornali più diffusi in Friuli non parlano quasi di ciò che avviene a Trieste, e viceversa); il che implica la necessità di coinvolgere nella redazione collaboratori validi su quanto di rilevante accade in tutto il territorio regionale; aumentare la tiratura e le pagine (risultato quest’ultimo in parte raggiunto, con l’ultimo cambio di formato e di tipografia), anche per una migliore qualità e leggibilità del giornale; obiettivo che ovviamente, implicando maggiori costi, richiederà di avere nuovi inserzionisti ed è legato al punto precedente; affiancare al Konrad cartaceo una versione digitale (siamo già a buon punto con questo progetto), per consentirci tra l’altro di superare i limiti della periodicità mensile e di instaurare un dialogo interattivo con i lettori.
Dario Predonzan
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Mario Ravalico (Cons. Com. PD – Presidente Commissione Ambiente)
Mi riferisco al numero di febbraio della rivista e precisamente alla nota di pagina 33 (Blob-Rigass) in cui vengono citate tre parole di una mia dichiarazione sulla questione del rigassificatore di Zaule. Da un mio intervento ben più ampio vengono estrapolate, in modo inaccettabile, tre parole sull’“accertata limpidezza amministrativa” delle autorizzazioni/nullaosta relativi al rigassificatore di Porto Viro, non dando alcuna possibilità al lettore di comprendere il contesto nel quale le parole in questione erano inserite e quindi non fornendo al lettore medesimo gli elementi per farsi un’idea autonoma su quanto da me esplicitato. La nota si conclude, in modo molto poco elegante, bollando sommariamente il sottoscritto con la lapidaria frase: “che el sia un strambo o che no’l savessi scriver?” Devo dirLe in tutta sincerità che, ritenendo da sempre Konrad una fonte di informazione corretta ed equilibrata, in questa occasione sono rimasto molto amareggiato dell’ inspiegabile superficialità e dell’ironia di bassa lega, vagamente offensiva. Desidero precisare pertanto, per completezza d’informazione, che il concetto da me espresso si riferiva al rigassificatore di Porto Viro prendendo atto che i permessi, le autorizzazioni e i nullaosta rilasciati devono essere per forza di cose ineccepibili sul piano formale, altrimenti il rigassificatore stesso non sarebbe entrato in funzione. “Ciò non toglie però, nonostante l’accertata limpidezza amministrativa, che attorno all’impianto si formino periodicamente strati densi e compatti di una morchia giallastra, evidentemente non prevista dagli algoritmi di calcolo e dai modelli matematici…”. Forse
Caro consigliere Ravalico, pubblichiamo volentieri la sua precisazione, tuttavia mi consenta un dubbio sull’”accertata limpidezza amministrativa” delle autorizzazioni, sia per quanto concerne l’impianto di Porto Viro (in merito al quale non sono mancati i contenziosi legali), sia per quello di Trieste. Cotanta “limpidezza” non ha infatti impedito, come lei stesso sottolinea, che a Porto Viro si formino grandi quantità di schiume (e, aggiungo io, emissioni tossiche di cloro nell’aria). Segno evidente di una VIA assai superficiale, da parte dei pur “limpidi” uffici ministeriali e regionali competenti. Idem a Trieste, com’è a lei e a tutti ben noto: tant’è vero che contro il decreto VIA favorevole all’impianto proposto a Zaule sono stati presentati cinque ricorsi al TAR del Lazio, ai quali si è aggiunto di recente anche l’intervento ad adiuvandum del Comune di Trieste. Perché in definitiva, la “limpidezza” formale degli atti burocratici, anche quando c’è (ma nel caso del progetto di GasNatural non c’è), non garantisce affatto la correttezza sostanziale delle analisi e delle verifiche tecniche, rispetto ai dati ed agli studi presentati dai proponenti. I quali ovviamente dichiarano sempre che il loro vino è ottimo e trovano talvolta, ahimé, degli assaggiatori poco “limpidi” ma assai compiacenti. D.P.
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MARZO 2013
(con richiesta di cortese pubblicazione)
KONRAD
non mi sono espresso troppo bene per cui accetto di buon grado la critica relativa al non saper scrivere, mentre restituisco al mittente il gratuito epiteto di “strambo” gentilmente affibbiatomi. Nell’augurarLe le migliori fortune per la rivista, voglia gradire con l’occasione i miei più distinti saluti.
Preg. Signor Dario Predonzan Dir. Resp. del mensile d’informazione “Konrad”
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Lettere al direttore
email: drizzocasadisperatamente@gmail.com
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KONRAD
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A CHI SERVE UNA FERRIERA DECOTTA?
sinterizzazione), che permette di abbattere Serve un accordo di programma per risolvere del 90% le emissioni (il brevetto è della Siemens l’inquinamento e il futuro dei lavoratori VAI applicato attualmente Ambientalizzare la Ferriera o puntare su nuove attività produttive? all’impianto Voestalpine di Linz, Austria). Nel secondo caso siamo Riconversione industriale: processo che consente alle imprese di di fronte a innovazioni che escludono sia l’agglomerazione sia la inserirsi in settori di produzione a domanda più elevata, rispetto a cokeria. Il processo porta alla produzione di ghisa o ferro grezzo atquello in cui già operano, attraverso l’introduzione di nuovi impianti traverso uno o due reattori. Ne esistono numerose varianti (Hisarna o la trasformazione della indiana Tata, Hismelt di quelli esistenti. Lo tedesco/australiano, Coscopo è quello di poter rex austro tedesco come produrre, in funzione il Finex, il processo Dios delle nuove esigenze di giapponese, l’AISI statumercato, beni o servizi nitense, la Jupiter franco/ differenti da quelli pretedesca ecc.). Tecnologie cedentemente prodotti applicate a stabilimenti o erogati (dizionari in siderurgici in varie parti del rete). Una definizione mondo e che sembra siano che dimentica come in grado di ridurre del 90% sia spesso necessario le emissioni di un moderno riconvertire le attività stabilimento siderurgico ad industriali per l’impatto altoforno (con cokeria e agsul territorio, perché glomerazione), risparmianle imprese produttive do il 15% dei costi operativi sono diventate tecnoe il 20% dei costi d’investilogicamente vecchie mento, processi a elevata Bel tempo sulla Ferriera, ma i fumi non mancano mai e obsolete, inquinanti efficienza energetica che e improduttive. Una permettono di produrre diversa lettura del termine riconversione è: differente destinazione materiali di ottima qualità. Una tesi di Steelmaster di Vittorio Bardi produttiva del sito dove è attiva l’impresa industriale, caratterizzata del 2007, promossa dall’Istituto per la cultura e la storia d’impresa da un pesante impatto ambientale, orientandolo verso altre attività, Franco Momigliano, presentava già allora un’ampia carrellata delle compatibili con il territorio. È il caso della Ferriera di Servola, tecno- nuove tecnologie applicabili nelle attuali aree siderurgiche, fra cui logicamente superata, economicamente in perdita, commissariata Servola; a quanto pare però, né istituzioni locali, né sindacati, né la dalle banche ma con il problema di ricollocare la mano d’opera Confindustria triestina l’hanno mai degnata di attenzione. diretta e dell’indotto. Inserita nella diretta prossimità di un conteL’ambientalizzazione della siderurgia a Servola non può prescindere sto urbano che ne sopporta il pesante inquinamento da emissioni dalla dismissione degli attuali superati impianti da sostituire con uno puntuali e diffuse (diossine, benzo[a]pirene, polveri fini). Esistono stabilimento completamente nuovo. Ma dove trovare gli investitori? due letture sulla sua riconversione. I sindacati, parte dei lavoratori, E i capitali? Il gruppo Lucchini accumula ogni mese 3 milioni di dela Confindustria locale, puntano a una riconversione conservativa biti, secondo quanto affermato dal commissario straordinario Nardi. dell’attività siderurgica. È un’ipotesi molto teorica. Sono effettivamente disponibili sia tecnologie innovative sia innovazioni di Una consulenza per nuove strategie di sviluppo al posto della processo (smelting reduction) che impiegano direttamente minerali siderurgia? o rottami ferrosi e carbone (ovvero metano o idrogeno come riduL’incarico di consulenza affidato dal Comune di Trieste all’ing. Francenti, come il processo Mildrex). Nel primo caso, pur trattandosi cesco Rosato (ex direttore dello stabilimento sorvolano ed ex ad di processi classici (altoforno, cokeria, agglomerazione), vengono della Lucchini) si prefigge l’obiettivo di trovare nuovi finanziamenti applicate le BAT (migliori tecniche disponibili). Un esempio è il proper una nuova siderurgia o di individuare investitori per altre attività cesso Meros (massimizzazione nella riduzione delle emissioni nella produttive? Per 50.000 euro? In sei mesi?
dott. Majaron
Leonarda
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Qualsiasi tipo di riconversione si voglia attuare a Servola, non bisogna dimenticare che grazie al CIP6 lo stabilimento di Lucchini incamera ogni mese fra i 4 e i 5 milioni di euro dalla vendita dei gas residui – prodotti da altoforno e cokeria – alla vicina centrale Elettra (venduta a suo tempo al fondo finanziario inglese Hutton Collins con una tipica operazione di slicing), che da parte sua mette annualmente da parte circa 12 milioni di euro per la produzione di energia elettrica dai gas residui, un incentivo che ricade sulla bolletta elettrica. Oltre 400 impianti in Italia godono di questa possibilità: ogni cittadino regala il 6% della sua spesa elettrica all’affair. Se l’impianto di Servola dovesse tirarla fino al 2015 sarebbero 150 milioni ricavati dalla Ferriera e 36 milioni incamerati da Elettra. Ora con tutti questi soldi – e con i tanti incamerati in passato, pur ridotti da una recente sentenza del Consiglio di Stato: il CIP6 paga il costo evitato e non più la componente d’incentivazione – il fantomatico accordo di programma, di cui tanto si parla nel tavolo tecnico promosso dalla Regione, avrebbe una fonte
Innaffiano i fiori o il carbone?
di finanziamento per la riconversione del sito e per gli ammortizzatori sociali per i circa 500 lavoratori diretti e i circa 300 dell’indotto. Ritorniamo all’incarico conferito il 31/12/12 con determina direttoriale del Comune di Trieste all’ing. Rosato: il contratto prevede che nell’attività di assistenza tecnica siano analizzati e trattati i seguenti profili: riqualificazione economica dell’area della Ferriera, esame di interventi di riqualificazione e aggiornamento tecnico del personale,
Panorama con fumi bianchi e rossi
rio intervenire al fine di metter a disposizione territorio per il futuro industriale di Trieste. L’accordo è stato firmato il 25 maggio 2012 da tutti i contraenti: Ministero dell’ambiente, Regione FVG, Provincia di Trieste, Comune di Trieste, Comune di Muggia, Autorità portuale di Trieste, EZIT. È stato affidata, con gara europea, all’associazione di imprese Selc di Marghera e Indam di Brescia l’analisi di rischio per la parte a terra (su un’area di 318 mila mq) che entro 2 mesi dovrebbe fornire la mappa dell’inquinamento, ma la Regione non ancora firmato la delega amministrativa all’EZIT. Il percorso potrà finalmente concludersi solo quando le aree che risulteranno inquinate saranno bonificate e rese disponibili per ulteriori insediamenti produttivi. Un percorso ancora lungo: sono da attuare il modello concettuale del piano di caratterizzazione dell’area a mare, la definizione definitiva dello stato d’inquinamento del suolo e nelle acque di falda, il progetto di bonifica a terra e in mare e, per concludere, la bonifica delle aree inquinate o la loro messa in sicurezza permanente. Solo quando i 1.700 ettari del SIN (500 a terra, e 1.200 a mare) con 350 aziende già insediate risulteranno finalmente risanati, sarà possibile definire il quadro dei possibili insediamenti in tutta l’area industriale, compresa l’area occupata adesso dalla Ferriera, utilizzando gli strumenti resi disponibili dall’accordo di programma e dai finanziamenti europei per incentivare l’arrivo di nuovi possibili imprenditori.
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Fumi e fiamme in Ferriera
Bonificare il SIN per la riconversione produttiva del territorio. Ma è in ballo anche l’accordo di programma che riguarda il sito dove sorge la Ferriera e che è finalizzato a bonificare Il SIN (Sito inquinato d’Interesse Nazionale) triestino, un’area dove è necessa-
KONRAD
valutazione di possibili investimenti alternativi all’attività siderurgica, sviluppo di attività imprenditoriali connesse con iniziative logistiche in ambito portuale, esame di possibili investitori interessati allo sviluppo dell’area, assumendo un ruolo diretto di promozione e intervento, valutazione di possibili parternariati di tipo pubblico/privato nella fase di start-up etc. etc. Si desume che il ruolo di Rosato sia quello di un novello messia capace di fare miracoli, come e dopo Gambardella. Il quale ricevette l’incarico dall’allora presidente della Regione Illy, produsse nel 2004 un malloppo di studi sulla riconversione per un compenso di 160 mila euro e tutto finì lì.
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Lino Santoro linosantoro@alice.it
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2012, un anno di anagrammi
In questi ultimi giorni, gremendo sormonto... Ops, volevo dire che mentre dormo sogno. E faccio sonni gratis. No, ehm, faccio sogni strani. Sogno parole e sogno delle alberate flotte... Ma no! Volevo dire che sogno lettere dell’alfabeto. Vedo lettere che si alzano dalla loro posizione corretta come foglioline nel vento e cominciano a roteare confusamente coagulando neri linoleum... Scusate, volevo dire creando un gaio mulinello. Insomma, faccio sogni assai particolari. E non solo: anche da sveglia ho le visioni! L’altra sera, mentre condivo l’insalata, mi è parso che racchiuse nella saliera al posto dei grani di sale ci fossero lettere che si spargevano di qua e di là senza alcun noioso pio recrudescente... ehm, senza alcun ordine consueto e preciso. Veder cadere grafemi sulla lattuga non è mica cosa di tutti i giorni... Dopo il primo istante di panico, mi sono ricordata che la colpa (o il merito) di così bizzarri disturbi Giorgio Dendi può essere senz’altro attribuita al libro che 2012, un anno di anagrammi sto leggendo: 2012, un anno di anagramLuglio editore, Trieste 2013 mi di Giorgio Dendi, brillante collaboratore pp. 132, € 13,00 di Konrad con la rubrica Siamo tutti intelligenti (nel nostro venticinquennale, non è mica un male se ci autoincensiamo un po’, vero?). Nato nel 1958, bancario di professione, appassionato di matematica fin dall’infanzia, Dendi nel 2000 ha vinto il Campionato Internazionale di Giochi Matematici a Parigi. Ora allena i finalisti della squadra italiana, collabora con la Settimana Enigmistica ed altre riviste, fa divulgazione scientifica nelle scuole. Per saperne di più, vi rimando al suo sito ufficiale (www.giorgiodendi.it). Negli ultimi anni si è appassionato agli anagrammi ed ecco uscito ora, per Luglio editore, il primo eccellente risultato: un libro che, attraverso gli anagrammi, ripercorre notizie e notiziuole di tutto il 2012. L’anagramma già di per sé non è cosa semplice, ma finché si tratta di rovesciare una parolina in un’altra parolina, con un po’ di impegno forse ci arriverei anch’io. Sarebbero però anagrammi vuoti di senso. Se modifico orsa in rosa, ad esempio, non metto in evidenza connessioni divertenti o rivelatrici tra l’orsa e la rosa, poiché non ce ne sono. Mentre se anagrammo “Elena Sofia Ricci” in “Ce li fa, i Cesaroni?” l’anagramma è geniale e veritiero. Per non dire di Luca Cordero di Montezemolo che diventa “Zac, creo un modello di motore”. Ecco, in questo libro ce ne sono ben 366 di questi anagrammi rivelatori, uno per ogni giorno dell’anno scorso. Nella prefazione, Enrico Parodi ci spiega che l’anagramma (gioco risalente al 280 a.C.) è stato spesso considerato magico, in grado di svelare verità nascoste. Ed è così! Mi sono molto divertita nel giocare col mio nome e scoprire che sono Accusa pillole (ove possibile io aborro l’uso dei farmaci), Celia sul palco (effettivamente ho fatto un po’ di teatro), Lup’e Sciacallo (che sveli la mia vera – dolcissima – indole?), Scuola capelli (mi sarebbe piaciuto fare la parrucchiera), Scalo pali luce (le mie note abilità acrobatiche...). Giorgio, posso farti alcune domande? Prima però, devo confessare a te e ai lettori il mio vile misfatto! Gli anagrammi con cui ho scherzato all’inizio non sono farina del mio sacco, bensì del “Motore anagrammatico del Gaunt” (cercatelo su Google e giocateci anche voi). Da sola non avrei saputo far niente. Ma chi lo sa, col tempo e con un
po’ di esercizio... Che dici, tutti ce la possiamo fare? E come è nata in te questa passione che, correggimi se sbaglio, è ben lontana dalla matematica? (O esiste la formula matematica per gli anagrammi?) La mia passione per l’enigmistica è nata quando andavo al liceo, e in una giornata riuscivo a comporre una cinquantina di giochi, quasi tutti privi di valore, ma che sono serviti a farmi fare un bell’allenamento. Soprattutto ho capito da solo quali sono i meccanismi dei giochi enigmistici. Quando ho composto a “Scommettiamo che…?” un cruciverba a partire dalle parole che mi sono state assegnate al momento, io già vedevo cadere nelle varie caselle vocali oppure consonanti, e poi… bastava scrivere le parole! Così anche nel comporre anagrammi, in automatico, conto se ci sono più vocali o consonanti da sistemare, e cerco una parola che mi pareggi questi esuberi di vocali o di consonanti, e poi… viene tutto da solo. Ma tutti, ognuno nel proprio mestiere, con la pratica, riescono a fare cose che possono sembrare straordinarie a chi non è esperto, e così succede anche per i miei anagrammi. La cosa ingegnosa del tuo libro è che, nell’anagrammare il nome di una persona, ne riveli un tratto importante. Ovvero, ti sei mosso nel campo dell’onomanzia. Prima ho parlato dei motori anagrammatici, i quali però non danno alcun risultato sensato. Mancano di arguzia, di ragionamento e di sensibilità umana. Mentre il tuo lavoro doveva tener conto di destino, carriera, carattere delle persone citate. Quanto è difficile realizzare un anagramma mettendo questi paletti? Ti dicevo che ci vuole del tempo da dedicare al gioco, e poi… qualcosa viene di sicuro fuori. Io studio sempre un po’ la biografia di un personaggio, prima di anagrammarlo. Ci sono parole che gli anagrammatori del computer non potranno mai comporre, così come un computer per il momento non riesce a creare una barzelletta. Per capirci, una volta ho fatto un anagramma di SILVIO BERLUSCONI, partendo da un personaggio che sicuramente nessun computer potrebbe prevedere. Le prime persone che Berlusconi ha preso nelle sue tv commerciali sono state Mike, Vianello e la Mondaini, che all’epoca impersonava SBIRULINO. Ecco allora che SILVIO BERLUSCONI = CI SVELO’ SBIRULINO. Non credo che un computer potrebbe realizzare una cosa simile, però una volta sistemate le nove lettere di SBIRULINO, nelle sette lettere rimaste c’erano tre vocali e quattro consonanti, quindi ero quasi sicuro che qualcosa sarebbe venuto fuori. Posso farti un appunto? Talvolta l’anagramma non rende onore al personaggio. Ad esempio Giorgio Perlasca (AGISCO PER GLORIA), il quale certamente non agì per la gloria ma per nobiltà d’animo e senso di giustizia. Quel che è stampato è stampato, ma qui sulle pagine di Konrad ti sfido a trovare un anagramma più consono. Ci riesci? (che domanda sciocca, certo che ci riuscirai, mi sto rivolgendo a Giorgio Dendi... GENIO DI GRIDO!) Eccomi che ti smentisco: non mi viene nulla di meglio. È ovvio che Perlasca (e tanti altri eroi come lui) hanno agito spinti da nobili sentimenti, e solo alla fine hanno raggiunto la gloria, che non era il loro obiettivo. Tra i miei appunti di quel giorno, avevo ottenuto anche GIORGIO PERLASCA = S’AGGIRA: PERICOLO, che poi ho scartato. E quasi tutti gli anagrammi pubblicati sono quelli rimasti dopo che i miei amici Alan e Snoopy mi hanno scartato i peggiori a loro giudizio. Ad esempio, FRANCESCO SCHETTINO = SECCHE TI FAN SCON-
racconti brevissimi pensati come scatti fotografici, ritratti di un momento rubato...
Siamo tutti intelligenti
INFINITO
Il concetto di infinito ce l’abbiamo: lo spazio è infinito, il tempo è infinito (se non ci cade qualche meteorite…), ma non tutti riusciamo a fare le operazioni matematiche con il numero infinito. In realtà molte espressioni simili fra loro, e contenenti il numero infinito, danno luogo a risultati diversissimi. Ad esempio infinito diviso infinito può fare nuovamente infinito, ma potrebbe fare anche 5, ad esempio. Infinito e zero sono gli unici due valori che divisi per due danno nuovamente se stessi: se dividiamo zero caramelle fra due persone, ne toccheranno zero a testa; se dividiamo lo spazio infinito che ci circonda in due gruppi (emisfero boreale ed emisfero australe), ognuno dei due spazi è ancora infinito, e formato da tanto spazio, quanto ce n’era prima della divisione.
di automobili, non voci di persone, non le bestemmie dei vecchi diavoli all’osteria, non i saluti della gente inappuntabile e stremata. Il marciapiede è un deserto quieto, lucido come fosse piovuto, ma non è di pioggia che il selciato riluce. Allora ti convinci che tutto è morto e hai paura. Non funziona nemmeno il telefono Ma a che serve il telefono, se non devi più chiedere nulla. Questa è la sera della calma, della consapevolezza, la sera che prima o dopo viene, viene per chiunque, per quelli che se ne accorgono e per quelli che fingono di no. È lo scarto di binario, l’inizio, la fine, la felicità così umile e grande da non potersi dire. È andata via la luce – confiderai domani a qualcuno – e io ho acceso una candela, l’ultima che avevo, trovata in un cassetto chiuso da anni. Cosa dici?, non è andata via la luce – ti risponderanno. – Forse, hai soltanto aperto gli occhi.
elle.pi
David Hilbert è stato un grande matematico, e suo è il problema dell’hotel che ora propongo. C’è un hotel infinito, cioè con infinite stanze, in ciascuna delle quali c’è un ospite. Arriva un nuovo ospite: si riesce a sistemarlo? Sì, ci dice Hilbert, spostando tutti gli altri ospiti di una stanza: chi occupava la 1 andrà nella 2, chi occupava la 2 andrà nella 3, e così via. A questo punto la stanza 1 è vuota e il nuovo ospite può occuparla. E se arrivasse una corriera infinita, con infiniti viaggiatori? Hilbert dice che basterebbe far spostare i vecchi ospiti dell’hotel nella stanza avente numero doppio della stanza finora occupata: chi occupava la 1 andrà nella 2, chi occupava la 2 andrà nella 4, e così via. A questo punto tutte le stanze dispari (che sono infinite) sono libere per i nuovi ospiti. Hilbert poi ci chiede cosa succederebbe se arrivassero infinite corriere, ciascuna con infiniti viaggiatori, ma per oggi basterà sapere che anche in questa situazione si riesce a sistemare tutti, anche se gli infiniti ospiti potranno prender sonno più tardi del solito…
© Giorgio Dendi
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Prima. Di ogni decisione. Di ogni decisione buona. C’è. C’è una sera. Una sera. In cui. Prima di ogni decisione buona c’è una sera in cui ti guardi attorno in un modo lento e sgrammaticato, e se dovessi dire cosa ti succede, lo diresti così, a scatti, con molti punti fermi sulla lingua. Sarebbero parole goffe, come i gesti di chi brancola nel buio e allunga le braccia per non sbattere. Sì, è una sera in cui manca la corrente e ti affacci a controllare i lampioni e le altre case, non sapendo bene cosa sperare (che manchi dappertutto o soltanto a te?). È una sera in cui la luna entra e non entra, entra e non entra, e infine non entra, fuggendo fosca dietro nuvole di cartone, dietro orizzonti di vetro, dietro comignoli scalcinati e minareti d’oro, in un mondo confuso e superbo che ti pare di possedere intero. È una sera che inventa paesaggi antichi, un medioevo che pure hai vissuto e che senti ancora nei muscoli, come una bestia risvegliata che d’istinto vada a caccia delle giuste ombre. Una sera muta. Anche tornando alla finestra e allungando l’orecchio giù giù, lungo la via lunghissima, non sentiresti niente: non rumore
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Luisella Pacco
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50 MM
MARZO 2013
Come hai potuto vedere, non c’è limite alla creazione degli anagrammi, e non è detto che il mio sia esatto e un altro sbagliato, o viceversa: ognuno ha diritto a dire la sua, interpretando a modo suo la frase. Si può notare dall’esempio LICEO GINNASIO = LI’ C’È OGNI ASINO
= LA’ CI SONO I GENI, che nessuno è depositario della verità e tutti hanno ragione. Per questo l’anagramma piace e diverte. Poi nessuno si offende, perché noi giochiamo solo con le parole: non con le persone ma solo con i loro nomi. E così rispondo alla tua precedente domanda sulla matematica: con gli anagrammi insegno ai ragazzi la combinatoria, e a contare tutti gli anagrammi possibili di una parola. Un esempio? Se scrivo tutti i 24 anagrammi possibili di ROMA, quale sarà il 19-esimo? (non perdo occasione per proporre un problema…). Adesso scusami, ma devo lasciarti, perché sto lavorando a 2013, un anno di anagrammi, dove ho già inserito BENEDETTO SEDICESIMO = ODO BEN? ESCE? SI DIMETTE?
KONRAD
Nelle tue lezioni in giro per l’Italia, cerchi di divulgare anche l’anagramma? E se sì, con successo?
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TRO = CHE FARCI? SO’ SCONTENT’ = CHE CRAC? NON SI SFOTTE! = SECCHE SCONFORTANTI = SONNECCHI FRA SCOTTE, e solo quest’ultima frase ha visto la luce sul mio libro. Ora su Perlasca non saprei davvero fare di più, perché ho già lavorato il lavorabile e ritengo di non poter ricavare nulla di meglio.
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MARZO 2013
scolo: l’accompagnamento alla cecità è il lento dimenticarsi della luce, ma la paralisi oppiacea di questi tempi non copre tutti gli stati, come appunto la recente Polonia. L’Italia, che invece è vestita, La cosa più urgente non mi sembra tanto essere quella di dovrebbe farsi coraggio e spogliarsi grazie anche a esempi come difendere una cultura, la cui esistenza non ha mai salvato questo. Ecco perché concordo pienamente con Alfonso Berardinelli, un uomo dalla preoccupazione di aver fame e vivere meglio, quanto il postfatore di questa antologia – è il bello delle postfazioni (che è quella di una forza vitale identica a quella della fame. il brutto delle prefazioni): una volta che ti sei letto il libro e te ne sei fatto un’idea, si trovano analogie, differenze o similitudini dopo la sua Antonin Artaud lettura: “con questi giovani poeti polacchi scopro che […] potremmo anche noi scrivere poesia così, ma non ne Iniziare con una frase di un autore francese per siamo capaci, non abbiamo abbastanza vitalità, o fede, parlare di un’antologia di autori polacchi tradotti o naturalezza e siamo troppo […] prudenti”, e si augura in italiano? Sì, e proprio per via di questa forza che “cambi qualcosa, in futuro, nella poesia italiana”. simile, no, Artaud dice identica, e quindi identica Insomma, sono (più) vivi rispetto noi. sia, alla fame. Perché leggendoli, questi polacSciogliendo il titolo dell’antologia (Inattese vertigini) potrei chi, i ne da straze (è triestino, guarda guarda un dire che non si tratta di patologie fisiche o psicologiche altro idioma, che sta per ci sconfiggono sonora(vertigini come paura dell’altezza, causate da labirintite mente) ma non per scelta di vocaboli o particoo altro) ma di avvertimenti morali: le vertigini nascono lari musicalità – sono pur sempre traduzioni, e a dalla deformazione della realtà politica che il poeta, civile quanto par di capire ottime – ma per contenuto: o semplicemente sociale, percepisce, e la sensazione è esistenza, riscatto sociale e civile, che noi forse di paura ma non d’impotenza, visto che la semplice italiani abbiamo in qualche modo nascosto o percezione è già un’azione. Quest’azione è oggi sconocancellato. Sanno porsi domande e cantarle, né sciuta alla maggior parte dei poeti contemporanei italiani si dimenticano di cantare l’amore. Ma non citerò che non sanno, all’incontrario di quelli polacchi, che “un molto per non mutilare un panorama così ricco poeta non può/chiudere gli occhi” (Bonowicz); e Pasolini è e complesso come quello presentato in questo Inattese vertigini. Antologia della morto quasi quarant’anni fa. Un piccolo suggerimento per libro, che contiene “i maggiori poeti che hanno poesia polacca dopo il 1989 chi sa ascoltare può forse giungere dal Cile, dove si sta debuttato dopo il 1989” in polacco. Forum, Udine 2013 pensando di riesumare un poeta, Pablo Neruda, perché il C’è da chiedersi perché la stragrande maggiopp. 208, € 20,00 dubbio che sia stato ucciso dai sicari di Pinochet è grande. ranza dei nostri poeti più o meno contempoOvvio, non è obbligatorio cantare dei disagi, delle neranei siano un po’ più leggeri nei riguardi della vralgie, dei dolori della società, ma perché non farlo almeno un poco? società e del dolore non solo personale che questa possiede. Forse “Nonostante la larghezza, gli orizzonti non offrono/indicazioni chiare” che bisogna star male, soffrire per fare buona arte? Forse, perché (Pluszka), ma se “il dolore si tende, si allunga come un elastico”, “annessuno può stare mai completamente bene e se è un poeta, un arche il cielo” (Jarosz) lo fa. tista, non può non vedere il dolore che – questa è obbligatoriamente la sua condizione – se non l’indossa lo può comunque vedere nel Riccardo Redivo fratello, nel vicino, nell’altro. No, non è questione di pace o non sofferenza, ma forse di scarsa percezione, quella che rende accessibile N.B. Il 21 marzo ritorna la primavera, è nata Alda Merini la sensibilità. Se è più facile sentire il desiderio di luce nei tempi bui, e da qualche anno è la festa della poesia. Prosit! è assai più difficile avvertire la necessità di aprire la luce al crepu-
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In der tat
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KONRAD
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ITALIA SENZA VERTIGINI
L’onesta centenaria
La libreria In der tat di via Diaz compie 18 anni. Per la sua storia e le sue caratteristiche rimando al loro sito (www.ideratat.eu). Se fosse un essere umano avrebbe il permesso di guidare l’auto, ma la “patente” di una libreria è data dalla qualità dei libri e dai suoi clienti. La libreria quindi può essere matura già dalla sua nascita; l’unico problema è che, di librerie storiche ce ne sono a Trieste poche e 18 anni, in quest’ottica, sono un centenario. La sua filosofia si dichiara nei suoi scaffali, evidente e intelligente. Questi sono i nomi dei suoi librai: Sara, Alberto, Michele.
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Le provenienze sono le più varie: i Paesi dell’Est europeo, soprattutto la Romania, ma anche la Bulgaria, la Serbia, le vicine Slovenia e Croazia, alcuni Paesi africani, o – più recentemente – l’Afghanistan e il Pakistan… Chi sono queste persone – prevalentemente di genere maschile e sotto i quarant’anni – che lasciano i loro Paesi per venire qui da noi? Che cosa vogliono? La nostra pluriennale esperienza di accoglienza diretta “dalla strada” ci dice che cercano quello che desideriamo tutti: un lavoro, una casa, degli affetti. E quello che lasciano, quasi sempre, pur portandosi dietro un pesante bagaglio di nostalgia, è una condizione di povertà estrema, di abbandono, oppure di persecuzione e di guerra. Raramente arriva il giramondo o l’avventuriero, magari con la carta di credito in tasca. Per lo più sono poveri in cerca di fortuna. Non sempre belli da vedere, e talvolta neanche da “annusare”. Però quasi sempre belle persone, oneste e capaci di relazione. Tra i senza tetto ci sono anche gli “autoctoni”, seppur minoranza, e le donne, anch’esse minoranza. E i nuclei famigliari che arrivano tutti insieme, e non si vogliono separare, e creano non pochi problemi alle nostre organizzazioni.
Mi piace parlare di “emergenza freddo” perché credo si tratti di un buon progetto, un progetto non di forma, ma di reale sostanza per la nostra città. E credo che saper accogliere intelligentemente chi non ha nulla, sia un atto di civiltà e di rispetto dei diritti umani. Accogliere i senza tetto – italiani e stranieri – è un atto concreto che deve essere accompagnato e seguito dal pensiero, dalla ricerca, da un tentativo di comprensione del fenomeno migratorio, da scelte più specificamente politiche. A Trieste in realtà non parliamo di grandissimi numeri. I senza dimora “residenti” in città sono meno di cento e, contando i passaggi anche di pochi giorni nei quattro mesi coperti dal progetto, forse si arriverà alle trecento persone. Neanche confronto con altre città vicine, per esempio Mestre, dove i “senza dimora” italiani e stranieri sono diverse centinaia… Eppure anche i nostri relativi piccoli numeri possono disturbare, creare disagio e fastidio, come hanno evidenziato alcune lettere apparse recentemente sulle “Segnalazioni”. Motivo in più per confermare fiducia al progetto “emergenza freddo”, che porta – più che come valore aggiunto come valore fondante – la messa in rete di tanti soggetti già attivi in ambito sociale: in primis l’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune, che ne è il motore; la Caritas Diocesana (che nei 4 mesi amplia le accoglienze al Teresiano e in un’altra struttura); l’ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà) – che quest’anno gestisce per conto del Comune un alloggio di emergenza nelle “Case dei Puffi” e, da pochi giorni, un’altra struttura per richiedenti asilo; la nostra Comunità, che continua ad offrire 25 posti nel suo dormitorio (Centro San Martino) aperto tutto l’anno, privilegiando le donne e le persone più fragili o anziane, e accoglie ulteriori 15 persone negli spazi “notturni” del Centro Diurno del Comune, gestito assieme all’ICS, la Cooperativa 2001 che ha messo a disposizione un alloggio in via San Marco. Quest’anno poi, per facilitare i contatti e la comunicazione tra le diverse strutture di accoglienza, il progetto conta sulla collaborazione di due operatrici (socie delle cooperative La Quercia e 2001) che ogni sera, tra le 18 e le 20, dall’atrio della stazione, inviano ai vari luoghi di accoglienza le persone senza dimora. Per quanto ci riguarda, convinti che l’accoglienza non possa e non debba essere un atto solo “per addetti ai lavori”, ringraziamo i cittadini che hanno espresso segni concreti di attenzione al problema e di solidarietà regalandoci coperte, biancheria e capi d’abbigliamento invernali in buone condizioni, che noi abbiamo prontamente distribuito presso il Centro Diurno di via Udine 19/e. Tutto questo… aspettando la primavera! Miriam Kornfeind Comunità di San Martino al Campo
KONRAD
Dopo un febbraio decisamente gelato, entriamo nel mese che dovrebbe segnare in modo definitivo e tangibile l’arrivo della primavera, cioè del primo sole, del tepore, del risveglio della natura. Partito il primo di dicembre si concluderà il 31 marzo il progetto “Emergenza freddo”, fortemente voluto dal Comune di Trieste che lo attiva da diversi anni in collaborazione con varie realtà del privato sociale, tra cui la Comunità di San Martino al Campo. Tutto nasce dal desiderio/dovere/impegno di garantire a tutti coloro che si trovano sul territorio cittadino nel periodo invernale di poter trascorrere la notte in un luogo caldo e accogliente. Impresa non facile, sia per la scarsa disponibilità di spazi idonei a tale tipo di ospitalità, sia per il tourn over di persone senza dimora – soprattutto stranieri – di passaggio nella nostra città.
MARZO 2013
Verso la fine dell’“EMERGENZA FREDDO”
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MARZO 2013 KONRAD
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LORETTA NAPOLEONI
fatto storico. Quando i Piemontesi, 150 anni fa, aggredirono il Regno di Napoli, finanziati da Inglesi e Francesi interessati al controllo del Mediterraneo, si mangiarono il La normalità dell’emergenza regno di Franceschiello compresi i titoli di Stato, trasformati (ossimori e dintorni) dall’oggi al domani in titoli del (neo) Regno d’Italia. Il 4 febbraio scorso alla libreria Lovat di Trieste Loretta Napoleoni Operazione di per sé ha presentato il suo ultimo istant book “Democrazia Vendesi” (Riz“umanitaria” per evitare zoli, 2013, p. 245), e come altre volte ha esposto i temi del libro l’impoverimento repentino con calore appassionato, non mancando di turbare notevolmente il del Sud azzerando i titoli. pubblico presente, perché non è tipo da idee coanformiste. E queMa gli investitori internaste idee cercherò di esporre qui, senza valutazione da parte mia. zionali non gradirono. Ed Il punto di partenza è stato il concetto di normalità dell’emerè logico: che valore hanno genza che all’opinione pubblica è stato imposto per giustificare i titoli di Stato di uno Stato qualsiasi provvedimento, per quanto catastrofico dal punto di vista che non c’è più? Zero. sociale. A monte di questo era già passata l’idea che l’euro fosse Così i titoli del neonato una sicurezza. Stato italiano subirono un Con il Santo Euro si sono imposte istituzioni non elettive come la tracollo pauroso, che poi BCE, che dal 2001 a tutt’oggi scrivono l’agenda dei governi, di fatcostò agli italiani la tassa to escludendo l’elettorato dei Paesi membri dell’UE da qualsivoglia sul macinato. forma di controllo. Beninteso, esclusa l’Inghilterra, che ha badato Al giorno d’oggi gli Eurobene a tenersi la sua sterlina. bond sarebbero visti dagli Dunque non i soliti inglesi snob, ma altresì i custodi gelosi dei van- L’economista Loretta Napoleoni investitori come l’accollartaggi che una moneta nazionale presenta, ben consci che, ovvietà per gli economisti, in presenza d’una nazione economicamente forte e si, da parte della Germania, del debito dei Paesi deboli, e sarebbero i titoli di stato tedeschi ad essere puniti. di una debole, affidarsi all’unicità monetaria comporta l’indebitamento Che fare insomma? in pratica automatico del Paese più povero, con l’aggravante che il Per l’Italia cambiare completamente classe politica, compresi i nuovi Paese indebitato non ha più la possibilità, con la svalutazione della acquisti. E qui la Napoleoni ha tirato anche un paio di siluri a Grillo, che propria moneta, di recuperare. tempo fa sembrava sostenere. Per calarci nel reale: chi è il Paese forte? Ovvio: la Germania. Chi Ma comunque, anche cambiasse, abbiamo un tessuto industriale spapsono i Paesi deboli? In ordine di immiserimento ed indebitamento: polato e trasferito all’estero o in chiusura tipo Fiat ed Ilva (e Ferriera). Grecia, Portogallo, Spagna e Italia. Con l’eccezione nordica dell’IrNon siamo più nessuno. landa. Chi possiede ora gran parte dei titoli di stato di questi Paesi? Inoltre, e ripeto che questo lo dice la signora Napoleoni, anche se Sempre la Germania. Ed è per questo, sostiene Napoleoni, che avessimo capitani coraggiosi, fra vent’anni non in Italia, ma nemmeno nessun economista serio ha mai pensato seriamente (le dichiarazioni in Europa ci sarà più il capitalismo quale noi lo conosciamo, perché pubbliche dipendono poi da dove viene il caviale quotidiano) ad un sta trasferendosi in Cina, dove non ci sono sindacati e diritti sociali che default della Grecia. Sarebbe stata la finanza tedesca a perderci. tanto disturbano lo sfruttamento. Ma ora è acquisito che dall’euro non si esce. Sarebbe un disastro. Gli eventuali rimedi ormai sono troppo in ritardo rispetto ai disastri già Quale? Non specificato. avvenuti. Possiamo soltanto imparare a vivere con poco, scordandoci Eppure quando nel 1992, capo del governo Amato, l’Italia attuò una sul medio-lungo termine sanità e pensioni, tanto per cominciare. Ovvepoderosa svalutazione dopo essere uscita dal serpente monero democrazia vendesi, come qualsiasi merce. tario, fece sì incazzare di brutto la Germania ma riuscì a recuperare E se tutto quanto aveva detto sino a quel momento la signora Napoleocompetitività e, paradossalmente, credibilità. Nell’imbroglio della ni era o discutibile o accettabile, il finale è stato sconcertante. finanza internazionale i bravi imbroglioni sono rispettati. Ed oggi, dunque? L’euro a due velocità sarebbe una soluzione poiché Lo sapete perché il viveur di Arcore è stato sbattuto via dal governo per far posto a Monti? Perché non voleva fare quelle cose, che l’Europa permetterebbe ai Paesi deboli di concordare un indebolimento della voleva, e che poi Monti ha fatto. Ed in questa campagna elettorale chi moneta per stimolare le esportazioni. parla contro l’euro, per quanto in maniera strumentale ed elettoralistica, Ed invece no. Si favoleggia di Eurobond. Ma anche qui la signora se non Berlusconi? Persino Grillo ha tacitato l’argomento. Napoleoni, concretamente, ci porta ad esempio un incontrovertibile Prima mia osservazione: chi ha accettato dall’Europa quell’orrore del pareggio in bilancio e chi ha votato i provvedimenti di Monti? Non soltanto ma anche i Berlusconidi, che poi erano la maggioranza. erboristeria Seconda mia osservazione: sono molto contento che questo dott. Manuela Zippo numero di Konrad esca dopo le elezioni. Non vorrei che riferendo spezie e tè dal mondo - cioccolate selezionate quanto detto da Loretta Napoleoni, un voto in più andasintegratori alimentari - fitocosmesi se all’amico della nipote di Mubarak.
La Bottega delle Spezie
via combi 12 - trieste - tel. 040 303555
Claudio Pettirosso
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il FEBBRAIO PIù LUNGO
Simonetta Marenzi
KONRAD
Dopo il recente accordo sulla produttività, siglato tra alcuni sindacati ed imprenditoria, che stabilisce maggiore flessibilità degli orari di lavoro, maggiore stretta sui permessi, più controlli sui dipendenti e retribuzioni rapportate agli obiettivi di produttività, l’ennesimo richiamo ad una maggiore deregolamentazione del lavoro giunge ora dal Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Nella sua proposta per rilanciare l’economia italiana vi possiamo trovare alcune idee condivisibili, quali la riduzione dell’IRAP per le imprese e dell’IRPEF per i lavoratori, la riduzione del debito dello Stato nei confronti delle imprese, la necessità di creare un piano energetico con l’obiettivo di ridurre i costi dell’energia (magari volgendo lo sguardo verso fonti non inquinanti?!), che in Italia è la più costosa d’Europa. Mi trovo perplessa invece circa l’ipotesi di una riforma del lavoro nonché di incremento dell’IVA. Entriamo più nel dettaglio. Per quanto riguarda l’incremento delle aliquote IVA, l’idea è di passare dal 4% al 6% e dal 10% al 12%. Questo si traduce in un incremento del carico di spesa delle fasce più deboli, andando a colpire generi alimentari, ristorazione e turismo, una delle risorse più importanti del nostro Paese. Questo incremento del gettito sarebbe utilizzato a copertura delle minori entrate derivanti dalla riduzione delle imposte IRAP ed IRPEF, senza però considerare che tale vantaggio avrebbe vita breve a causa della probabile riduzione dei consumi interni andando così a creare una spirale di ulteriore decrescita economica. C’è poi la questione dell’incremento dell’orario di lavoro per un totale di 40 ore all’anno, che verrebbero pagate il doppio per effetto della detassazione a favore dell’impresa e del lavoratore. Squinzi desidera inoltre agevolare l’accesso delle donne al mondo del lavoro ma le due sue proposte si contraddicono poiché
gran parte delle donne oggi rinunciano al lavoro, non lo cercano o se lo cercano non lo trovano, perché non riescono a conciliare i ritmi familiari con quelli lavorativi. Cerchiamo ora di analizzare i possibili effetti di un incremento delle ore di lavoro. Già in passato, dalla legge Biagi in poi, si è avviata una costante deregolamentazione del lavoro che, di fatto, si è tradotta in un peggioramento delle condizioni economiche del Paese: detassazione degli straordinari, contratti atipici, collaborazioni a progetto, partite IVA monomandatarie, associazioni in partecipazione, lavoro interinale etc. etc. ed il tutto si è tradotto in una costante riduzione delle retribuzioni, dei posti di lavoro e della professionalità. La professionalità è l’anticamera della qualità, ciò che fa la differenza tra un prodotto qualsiasi ed un prodotto realizzato ad arte; la cosiddetta eccellenza, che in passato caratterizzava il made in Italy. Questa modalità con cui viene attuata la flessibilità del lavoro si basa sul presupposto di incrementare i fatturati attraverso una riduzione del costo del lavoro pertanto, di fatto, un finanziamento, a fondo perduto, da parte dei lavoratori a favore delle imprese. Avremo così una situazione in cui pochi lavoreranno a ritmo serrato, ed una grande massa di persone vivrà ai margini della società poiché escluse dal mondo del lavoro ed impossibilitate a ricevere sostegno a causa della costante riduzione del welfare. L’intento dei legislatori è di evitare che le nostre aziende dislochino verso lidi più austeri in termini di diritti del lavoro e altresì attrarre investitori e capitali esteri. Tuttavia ricordo di osservare con maggior attenzione le condizioni di vita dei paesi situati nel sud del globo e analizzare con coscienza se è davvero quella l’idea che abbiamo di VITA e di BENESSERE.
MARZO 2013
E LE STELLE STANNO A GUARDARE
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so ancora come finirà, ma visto l’andazzo, temo che per l’Italia poco cambierà. Mengoni ha vinto infine il Festivàl, ma solo di Fa...tra canzoni, elezioni, dimissioni zio, Littizzetto e Crozza ci si ricorderà. Un Festival Caro Febbraio, di sinistra? Chissà. Senza dubbio sarebbe stato meglio senza Carlà. 28 giorni son passati ma a dir il vero non son proprio volati. Mai Ma il vero evento di questo strano febbraio qual è? Il Papa che si come quest’anno sei sembrato, praticamente, il più lungo di tutto dimette, olè. Da Celestino V nessuno aveva mai osato tanto, ma l’anno. E già, il più corto dovresti essere ma qui in Italia in codesto non saremo certo noi a distruggere l’incanto. C’è chi con grande 2013 ce ne hai fatte passare e vedere di tutti i colori: tra canzoni, saggezza capisce di dover lasciare il trono, e chi con grande stolelezioni e dimissioni, anche i più resistenti han subito le tue ripertezza, per avere il potere, continua a stare prono. C’è chi per segni cussioni. come fulmini e meteoriti ha scomodato pure il Padre Eterno, senza Sei iniziato con il Carnevale ma per Trieste è andata male. Bufera e capir che erano solamente segni dell’inverno. Come Studio Aperto tempesta avevano annunciato, tanto che la nostra beneamata sfilaha largamente annunciato, anche il grande freddo è infatti finalta dei carri il Sindaco ha spostato. Peccato, che per questo martedì mente arrivato. E io stolta che pensavo fosse normale che la neve grasso, non si sia mai visto un tempo così assolato. Così anche il cadesse, il gelo arrivasse e nella morsa del ghiaccio l’Italia cadesse. Carnevale se ne è andato, con molto rimpianto e poco boato. Comunque il 28 è stato il suo ultimo giorno, ma del Toto Papa già Come sempre poi è giunto Sanremo: annunciato da polemiche, biabbiamo un gran bisogno. Che sia bianco, nero, giallo o rosso, spestrattato e non voluto; chissà come mai poi ci son sempre 13 milioni riamo solo che un po’ la Chiesa rimetta a posto. che lo guardano a spronbattuto. Un’ottima conduzione e delle belle A marzo grandi novità ci saranno, Governo e Papa nuovi: speriamo canzoncine ci han fatto pensar meno alle nostre rovine. È caduto che al Bel Paese tutto questo giovi. Un augurio a tutti noi infatti nel pieno della campagna elettorale, ma per Bersani, Monti e dunque e un gran saluto a questo febbraio: lungo, vario e Berlusconi non è andata poi così male: almeno per una settimana assai strano. ci hanno lasciato stare. Nel momento in cui vi scrivo, cari amici, non Francesca Versienti
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MARZO 2013 KONRAD
Giovani
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stage
Io frequento un liceo classico e per questo mi sono sempre sentita lontano dal mondo del lavoro e delle “responsabilità”. Volevo davvero scontrarmi con il mondo del lavoro, capire come funziona la vita dei cosiddetti adulti. Ho deciso quindi d’intervistare chi con questo universo ci deve convivere ogni giorno, come gli stagisti degli istituti. Una mia amica ha quasi finito una di quelle scuole che i miei professori definirebbero di serie B e mi ha parlato di come funziona lo stage. Quando ho sentito le sue confidenze ho capito che dovevo immediatamente scriverle, perché per un attimo mi è sembrato di parlare con una ragazza matura e per l’appunto adulta, nonostante avesse in tutto e per tutto le sembianze di una ragazza della mia età. Per cominciare non dirò il suo nome, lei non vuole che lo scriva, rischierebbe troppo. “Lo stage” mi spiegava pazientemente, “dovrebbe avere lo scopo di insegnarmi a lavorare in un ambiente in cui, nel mio prossimo futuro, dovrò obbligatoriamente vivere. Io sento il bisogno di capire come obbedire ad un datore di lavoro, come comportarmi con un cliente, come funziona una cassa e come gestire i soldi di un negozio o di un bar, credo per questo che lo stage non solo sia utile, ma per me sia essenziale”. Tuttavia gli stagisti non sempre ricavano da tale esperienza le nozioni neccessarie: “Quella che più mi fa arrabbiare è il fatto che questa opportunità non possa essere sempre sfruttata: noi abbiamo un contratto che tuttavia non ci fanno leggere, quindi non sappiamo nè quali siano i nostri diritti, tantomeno i nostri doveri. Come si sentirebbe un lavoratore normale a non sapere cosa deve o non deve fare, cosa può richiedere o meno? Credo che dovrebbero farci leggere i contratti prima d’iniziare uno stage, o almeno farli leggere a chi dovrebbe farci da tutor. Chi controlla e valuta i nostri operati infatti, spesso e volentieri, si ritrova all’oscuro quanto noi riguardo alle competenze che dovremmo accumulare da tale esperienza. Per farmi capire meglio, una volta mi hanno chiesto di stare alla cassa senza nessuno che mi controllasse, io da minorenne non potevo stampare scontrini nè stare a contatto con i soldi, ma ho dovuto farlo. Il vero problema è
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nato quando ho sbagliato di battere un prezzo ed ho chiesto meno soldi di quanto ne valesse realmente il prodotto, non solo sono stata severamente sgridata, ma il mio voto ne ha fortemente risentito”. Mi aveva colpito la sua storia, volevo saperne di più. Sembrava rassegnata nel raccontarmele: “Ad una di noi una volta è stato chiesto di lavare un anziano, noi non possiamo e non dobbiamo tassativamente farlo senza che prima ci venga spiegato come.”Pensavo lei parlasse di dignità, credevo che avrebbe tirato in ballo il fatto che pulire un’altra persona è degradante, tuttavia è rimasta fredda ed oggettiva: “Immagina se ti chiedessero di fare un lavoro molto delicato senza che tu abbia la minima esperienza di come si faccia. Quell’anziano avrebbe potuto venire ferito, venire pulito male. Non è un lavoro che si può assegnare senza che prima si spieghi come svolgerlo”. Davanti a questa risposta mi sono sentita infinitamente stupida. Io sono abituata a vivere senza sporcarmi le mali, ad osservare gli altri che lavorano, mentre io rimango nella mia piccola campana di vetro. “Non sempre è un’esperienza così negativa, io ho incontrato molte persone serie e disponibili, ma anche altrettante del tutto incapaci. Inoltre durante uno stage non dovrei andare a prendere il caffè per gli altri dipendenti, dovrei stare costantemente sul posto di lavoro per imparare. A cosa mi serve andare a prendere il caffè? Sarei stata capace di farlo anche senza uno stage!” Alla fine del suo discorso mi guarda e mi sorride speranzosa: “Io diventerò un’ottima lavoratrice, peccato che non sarà stata la mia scuola ad avermi insegnato il come”. Beatrice Achille
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il vero cambiamento È possibile
Il governo britannico ha approntato un programma di investimento di 62 milioni di sterline (72 milioni di euro) per sviluppare la mobilità ciclistica (lo riferisce il Guardian). È il più grande investimento sulla bicicletta mai adottato da un governo di quel paese. Lo sottolineo perché questo dimostra che, diversamente da quello che molti pensano in Italia, la bicicletta non è un mezzo per gente “di sinistra”, per “alternativi” vecchi e nuovi, per anziani soli o immigrati senza patente. Al governo in quel paese sono in questo momeno i conservatori assieme ai liberali. La bicicletta è un mezzo per tutti, il cui utilizzo aiuta tutti, anche quelli che non possono usarla e devono muoversi con altri mezzi. È facile da capire. Se si riduce il numero di automobili in circolazione nelle città grandi e piccole (attanagliate dal traffico veicolare) favorendo i mezzi pubblici e la bicicletta, le strade saranno meno intasate e così potranno muoversi con maggiore facilità coloro che hanno il diritto e il dovere di usare automobili, furgoni e camion. Mi riferisco, per esempio, ai mezzi che trasportano persone disabili, alle ambulanze, ma anche ovviamente ai corrieri commerciali e a tutti i mezzi di pubblico interesse. Qualche tempo fa ho esposto questo ragionamento ad una donna, madre di due figli. Mi aspettavo un cenno di condivisione, di civica intesa.
Invece la signora, probabilmente interpretando un sentire diffuso, ha inserito tra le categorie che hanno “necessità” inderogabile di utilizzare l’automobile, anche se stessa impegnata nell’incombenza di condurre a scuola i propri figli. Ho cercato di argomentare che forse, abitando in città, potrebbero, lei e i figli, utilizzare l’autobus, ma mi ha guardato stupita, come se avessi parlato delle virtù taumaturgiche dell’urina o della salute mentale dei cavalli a vapore. Certe volte, le cose semplici e intuitive paiono le più difficili da (far) intendere. Nessuno dei partiti o movimenti in gara per le elezioni ha speso una parola per cambiare la mobilità nelle città e nei paesi italiani, investendo sulla bicicletta. Non mi riferisco a qualche riga a pagina 54 del programma politico, che di quello son capaci tutti, ma di un punto affermato con forza e convizione davanti a un microfono o in battuta di telecamera. Di questo non c’è traccia. Eppure ce ne sarebbe estremo bisogno. Faccio un esempio piccolo e pratico, guardando la realtà locale. Nei pressi del comune dove risiedo, Martignacco, vi sono diversi centri commerciali. In particolare, c’è un supermercato Despar situato a meno di cinquecento metri dall’ingresso del paese. Purtroppo, raggiungerlo in bicicletta è un’iniziativa rischiosa perché si deve attraversare un’assurda rotonda sulla strada regionale. Come tutte le rotonde progettate dai
geni pianificatori della Provincia di Udine, anche questa è fatta in modo da permettere alle auto di rallentare il meno possibile. Va da sé che inserirsi nella rotonda con la bici è un azzardo. Ridateci i semafori, almeno con quelli il diritto a passare era di tutti. Con queste immense rotonde il diritto è solo del più forte (cioè auto, camion e furgoni, senza scordare le motociclette). Pur in queste condizioni, qualche temerario o persone senza alternative si arrischia a fare la cosa più logica: percorrere i 500 metri verso il supermercato in bicicletta. Manco a dirlo, si tratta di anziani soli, qualche immigrato e teste solitarie come il sottoscritto. Ho fatto presente in una lettera al sindaco che forse sarebbe meglio trovare una soluzione, prima che ci scappi una vittima. Silenzio. Questo è un non-problema. E brutto dover sempre guardare all’estero per capire come le cose si dovranno fare. Avete letto bene, non ho scritto “per capire come fare le cose”, ma “come si dovranno fare”. È nell’ordine della cose pensare
e pianificare una diversa mobilità, pena il collasso o il cortocircuito della piccola Italia. Non si può pensare che per tutto serva l’automobile, di automobili ce ne sono già troppe e troppo usate. Nell’Europa del nord si stanno da tempo pianificando percorsi ciclabili extraurbani per alleviare il traffico. Ormai anche i sassi hanno capito che entro cinque o più chilometri la bicicletta è più veloce, salubre e conveniente. Quindi, anche per chi vive fuori città o nei suoi dintorni diventa vantaggioso lasciare a casa l’automobile. Non sono argomenti speciosi, ma soluzioni a portata di mano (costano meno di un raccordo stradale o di una rotonda) e, tra l’altro, funzionali all’economia. Che senso sa propagandare l’agriturismo, sollecitare e finanziare la riconversione di aziende agricole in “fattorie-albergo” per richiamare turisti stranieri, se poi questi rischiano la vita appena salgono su di una bicicletta per fare una legittima escursione in bicicletta? Max Mauro
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Un amico mi chiede: puoi forse segnalare finalmente, dopo tanti articoli critici su questa rubrica, qualche fatto positivo che riguardi l’ambiente e i trasporti? Sul momento non ho trovato una risposta ,ma poi, riflettendo meglio, posso dire che qualcosa si muove nel senso da me, e da noi di Konrad, desiderato e auspicato. Prendiamo, per esempio, la categoria dei commercianti: dopo essere stati i più accaniti fautori dell’auto del cliente davanti al negozio, hanno capito che le zone pedonali, bandita l’automobile, favoriscono gli affari. E che dire del ritorno della bicicletta? Anche in una città come la nostra, così accidentata, con salite e discese a non finire. E con la riscoperta della bici, si è rivelata la necessità delle piste ciclabili, finalmente contemplate anche dai piani regolatori. C’è poi il problema dell’uso intelligente dell’automobile: ed ecco nascere nuovi modi di utilizzo dell’auto: il “car sharing”, il “car pooling”, cioè, come sanno i nostri lettori, una filosofia dell’auto come bene non esclusivamente privato, ma condiviso. Tema, peraltro, molto difficile e che richiederà ancora molti sforzi per vedere un principio di reale attuazione. E così la nuova idea, fatta propria da molti Comuni, di inventare un nuovo modo per i bambini di andare a scuola, il cosiddetto “pedibus”, cioè gruppi di scolari che raggiungono la scuola a piedi, accompagnati da adulti. Ad evitare l’affollamento patologico, possia-
mo dire, di automobili attorno alla scuola ed a favorire l’uso delle gambe e lo sviluppo del senso di responsabilità (e di orientamento) dei giovanissimi. A rafforzare la filosofia di vita degli ambientalisti ci si è messa anche la medicina. Non c’è scuola medica che non consigli almeno mezz’ora di passeggiata al giorno (possibilmente veloce) per mantenersi in salute . Non per nulla è apparso a suo tempo su Konrad un articolo dal titolo “Muoversi a piedi”, ispirato ad uno scritto di Simone Moro, famoso alpinista. Anche l’attenzione per il trasporto pubblico è aumentata negli ultimi anni (complice, senza dubbio, la crisi economica) e ci si rende sempre più conto del fatto che non si può più lasciare il trasporto delle merci in gran parte ai Tir, che intasano le autostrade e inquinano gravemente l’ambiente. E che, invece, è sempre più necessario ricorrere al trasporto delle merci per ferrovia. E per mare. Così come da noi espresso con i nostri articoli sulle “autostrade del mare” e sul trasporto con il sistema Rola, cioè dei camion su treni. Insomma i segni di un cambiamento positivo ci sono. Qualcosa si muove nella direzione indicata dal nostro giornale. Si tratta di continuare un lavoro che potremmo paragonare ad una piccola rivoluzione silenziosa, bisognosa di tempi lunghi e di pazienza infinita. Ma anche di molta attenzione e sostegno da parte dei nostri lettori. Sergio Franco
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KONRAD
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Qualcosa si muove
Trasporti e ambiente
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Linguaggio e pensiero sono da sempre strettamente intrecciati. Senza il pensiero certamente non ci sarebbe il linguaggio. Ma non è detto che sia vero anche l’inverso, ovvero che senza linguaggio non ci possa essere pensiero. Il filosofo René Descartes ad esempio negava che gli animali potessero pensare o provare alcunché, poiché “non possiedono un linguaggio simile a quello dell’uomo”. Su questa scia c’è chi — seriamente — ha negato il pensiero nei neonati, poiché privi di parola, nonché nei popoli cosiddetti “primitivi”. Al di là di queste follie è certo che il linguaggio può “tornarci indietro”, condizionandoci e plasmando il nostro stesso pensiero. Prendiamo una funzione fondamentale della nostra mente come la generalizzazione. Generalizziamo ad esempio quando diciamo “ho mangiato una mela”. Non diciamo se abbiamo mangiato una Golden o una Stark, non diciamo se era una mela raccolta dall’albero o comprata in botteghino, non diciamo se la sua buccia era opaca e raggrinzita oppure liscia e brillante, non diciamo se era dolce o aspra. Lasciamo che sia il nostro ascoltatore a farsene un’idea più precisa — ammesso che gli interessi farlo. A meno che i due interlocutori non siano dei veri melomani (non è così che si chiamano gli amanti delle mele, ma ci siamo capiti) nella maggior parte dei casi la frase andrà bene così. Ricorre spesso nella poesia e nella filosofia l’idea che molte cose della vita siano indescrivibili, come i tramonti, le rose, l’amore, i baci. Oppure occorrerebbe usare frasi lunghe come romanzi anche per raccontare un solo attimo. Ma il tempo è tiranno e non possiamo perderci negli infiniti labirinti di ogni descrizione, così ci rassegnamo a pronunciare delle parole che non sono altro che la scrittura stenografica della realtà. È come mettessimo le caratteristiche di ogni cosa in una sorta di “scatola nera” e ne prendessimo in considerazione solo l’etichetta, ovvero il suo nome. Un’operazione che, come abbiamo appena visto, è fisiologica e funzionale per quanto riguarda la comunicazione tra esseri umani. Ma vi sono “scatole nere” ben più insidiose. Alcune di esse possono ad esempio nascondere la nostra immensa ignoranza sulle cose del mondo. Consideriamo la parola Nelle immagini, dall’alto: “caso”, termine che incon– Due istinti in uno: quello migratorio e triamo in ambito scientifico quello del volo in formazione a “V”. Migliaia ma anche nella vita di ogni di chilometri senza GPS e una disposizione giorno. Cosa intendiamo aerodinamica ottimale, senza calcoli fluidoquando, lanciando una dinamici né prove nella “galleria del vento”. Ma cosa è davvero l’istinto? moneta, diciamo che è “il – Chissà se anche voi vi chiedevate come caso” a far uscire testa facciano a ritrovare le “scatole nere” degli oppure croce? Vuol dire aeroplani in mezzo ai rottami anneriti e brusemplicemente che non ciacchiati. Semplice: sono dipinte di rosso o abbiamo tempo, voglia né rosso-arancio. Risolto questo antico mistero possibilità di andare ad possiamo dedicarci meglio ad affrontare le scatole nere della nostra mente analizzare ogni giravolta
che fa la moneta nell’aria, ogni rimbalzo, la spinta e l’angolazione del lancio… Diciamo “il caso” e ce ne laviamo le mani. Se esaminassimo con precisione ognuno dei fattori sopraccitati, il nostro “caso” sparirebbe, sciogliendosi come neve al sole. Come esercizio d’ora in avanti fate caso a tutti i casi in cui per caso vi capita la parola caso. In campo medico una ben nota scatola nera è il cosiddetto “effetto placebo”, ovvero quando somministrando un farmaco privo di principi attivi il paziente ne trae beneficio. In realtà dire che qualcuno è guarito grazie all’“effetto placebo” significa che non abbiamo idea di che cosa sia successo all’interno del suo corpo. Parlando di animali si usa spesso il termine “istinto”. Gli uccelli migrano per migliaia di chilometri, senza che nessuno gli abbia insegnato la strada? Istinto. Api, formiche e termiti sanno costruire nidi di estrema perfezione e complessità? Istinto. Il nostro gatto quando ha qualche disturbo corre a prendere l’“erba gatta”? Istinto. Una perfetta nonrisposta che dà un falso alone di miracolo e di mistero al comportamento animale, negando la possibilità di un qualche tipo di “ragionamento animale” o di “cultura animale” e, che paradossalmente, non rende merito dei veri miracoli della vita. Vi sono scatole nere ancor più pericolose: sono le scatole nere del pregiudizio, dell’odio e dell’indifferenza. È così ad esempio che colonialisti e razzisti di ogni epoca hanno commesso i loro crimini etichettando milioni di individui come “negri” o come “selvaggi”; è così che spesso, ancora oggi, una parola di per sé innocua e neutra come “omosessuale”, che dovrebbe essere qualcosa di marginale, di periferico rispetto all’individuo nella sua interezza viene ingigantita e utilizzata come un’etichetta, mentre la persona che abbiamo davanti, con le sue mille sfaccettature e peculiarità, viene chiusa e nascosta in una scatola nera. Troviamo questa dinamica in varie situazioni, come nell’uso malizioso di certi soprannomi (il classico compagno “ciccione” di scolastica memoria), nei soliti triti e noiosi cliché sessisti, nei pregiudizi verso altri popoli. È così che l’etichettatura e l’inscatolamento delle persone sono le principali alleate di ogni violenza e di ogni sopruso. Questo perché è solo distanziandoci dall’altro, negandone la sua individualità, non guardandolo davvero in faccia che possiamo fargli del male. Non ci resta che rompere tutte queste brutte scatole nere e buttarle nella raccolta differenziata.
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scatole nere
Francesco Gizdic bizzarro@bazardelbizzarro.net www.bazardelbizzarro.net
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legge vigente. Ah sì, il letame! Complimentandosi col vicino per le ottime uova fresche, il tenero radicchio di primo taglio e le saporite Invito alla riflessione per tutti patate gentilmente donate, riescono non solo gli “amanti” della natura a non osservare attentamente l’inesorabile lavoro del contadino, ma nemmeno a fare alcune semplici addizioni: terra+letame+semi = ortaggi e frutta di quaOre 4.40 del mattino. Al canto di un gallo solitario, seguito poco lità = pancia soddisfatta e salute! È come se accettassero la gallina dopo dal rapido “tac-tac-tac” del pettirosso, il nuovo giorno vieescludendo a priori i prodotti del suo metabolismo: oltre alle uova, le ne così annunciato e nella bruma l’aurora inizia a brillare verso ovvie deiezioni. E così se ne va un patrimonio: mestieri, saperi, traoriente. I galli delle famiglie contadine non fanno più eco al gallo dizioni nonché razze e varietà locali, di pari passo con l’abbandono solitario, e al loro posto si odono sinfonie di latrati canini; i muggiti di campagne meravigliose e frutteti superbi, di pascoli incastonati dei bovini al pascolo sono solo un lontano ricordo, mentre il loncome tessere di un mosaico tra boschetti e incantevoli stagni. Il tutto tano ragliare di un asino fa ancora capolino su questo versante accompagnato da una radella collina. Come il pida perdita di biodiversità. ronzio degli sciami d’api, Incolti, boscaglia a robinia anch’esse via via decie pastini abbandonati: ecco mate da un’agricoltura cosa stanno diventando sempre più negligente, le nostre zone periurbaanche l’asino ben presto ne! Le campagne che un non si udrà più, perché tempo non troppo lontano definito “fuori norma” sostenevano intere famiglie da veterinari e politici e rifornivano la città sono fantasma. Penso così diventate boschi “disordinati” a quelle famiglie che e silenziosi, laddove gli aninegli ultimi anni si sono mali selvatici più opportunisti trasferite dalla città alla hanno preso il posto dei campagna… sì, una sortanto amati ma “legalmente” ta di processo inverso scomodi animali domestici all’urbanizzazione della usati per il sostentamento. rivoluzione industriale. Scusate, ma siccome il cane Un movimento graduale e il gatto sono anch’essi dodi persone, spesso con mestici, ridursi a raccogliere una certa disponibilità le loro feci per strada o negli appartamenti per la scarsità di aree economica, che hanno deciso di “andare a vivere in campagna”, verdi è igienico? Qual è la differenza rispetto a pulire una stalla? E non per lavorarla, bensì per stare in tranquillità, in natura. Spesso tagliare le loro unghie a causa del poco movimento e di un substrato questi nuovi nuclei familiari si contraddistinguono dai residenti in non adatto? Esiste un compromesso? Chi è schiavo di chi? quanto le loro case sono o nuove di zecca o vecchie case restauGrandi profeti e saggi parlano di amore universale, indiscriminato e rate con vivaci colori; non mancano cancelli blindati e automatici, decondizionato…amore, schiavitù e possesso non vanno d’accordo. recinzioni da carcere, allarmi vari, telecamere e terribili cani da Questo vuole essere un invito alla riflessione su un fenomeno che guardia. Si dice, solitamente, che un buon viaggiatore quando silenziosamente s’insinua nelle nostre periferie e come un’arma viene a contatto con culture nuove dovrebbe avere l’umiltà di a doppio taglio ferisce le nostre origini, storia e tradizioni, nonché rispettarle adattandosi alle nuove “regole”. Così facendo, riceverà l’ecosistema agricolo. Inoltre, vuole essere un urlo di rabbia di chi, in cambio ospitalità e rispetto. Bene, molti cittadini trasferitisi in come me, è nato e cresciuto nel mondo rurale della periferia, accampagna fanno esattamente il contrario: appena arrivati nemmequisendo saperi dai propri avi emigrati che per generazioni furono no si presentano al vicinato, bensì iniziano a impartire direttive a contadini, gli ultimi della zona. E proprio perché non vorrebbe essedestra e a manca, pur mettendo in evidenza che loro sono amanti re colui che interrompe questa discendenza plurisecolare, si trova degli animali e della natura. Infatti, “coerentemente” con le loro schiacciato tra l’incudine di un’Europa poco comunitaria e molto dichiarazioni, non esitano un attimo a protestare per i versi degli normativa, e il martello del vicinato “moderno” e viziato… e non oramai rari volatili da pollaio, nonché per le mosche e la puzza di sa come divincolarsi. Un urlo di colui il quale vorrebbe continuare qualche isolato capo di bestiame o la terribile minaccia igienicoa bagnare col sudore il manico della zappa del nonno, allevare il sanitaria del Mostro Letame! Eh già, improvvisamente i ritmi bucobestiame con occhi pieni di gioia e orgoglioso di mostrarli lici scanditi per millenni dall’intima sinergia tra uomini ed animali al pascolo… di colui che vorrebbe falciare a mano il fieno (grazie a dir poco alla nascita dell’agricoltura e della domesticad’estate immerso tra profumi, cielo e terra sussurrando zione animale, che hanno nutrito generazioni di uomini da 10.000 semplicemente: – Grazie… anni in qua e hanno permesso il cosiddetto “sviluppo tecnologico”) Lorenzo Franz Bertocchi devono essere stravolti per i loro capricci ipocriti supportati dalla
KONRAD
MARZO 2013
SIGNORIA DELLE TRADIZIONI
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MARZO 2013 KONRAD
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Alimentazione
BEVANDE ENERGETICHE: PIÙ CHE DARTI ENERGIA TE LA TOLGONO!
Una bevanda energetica (in inglese energy drink) è una bevanda analcolica contenente sostanze stimolanti, principalmente glucosio, caffeina, taurina, guaranina e vitamine del gruppo B, destinata a fornire energia al consumatore. Da non confondere con gli sport drink, i quali non contengono stimolanti, ma sali minerali e carboidrati e sono destinati principalmente alla reidratazione. Il mercato di tali bevande ha avuto un’improvvisa impennata tra la fine degli anni novanta e l’inizio degli anni 2000, grazie soprattutto a strategie di marketing precise: l’uso di nomi e packaging accattivanti, sponsorizzazioni di eventi e pubblicità attraverso i canali più disparati, destinate ad un pubblico giovane ed ai loro interessi, come sport, musica, vita notturna; innovatore da questo punto di vista e attualmente principale marchio della categoria è la Red Bull; lanciata nel 1997 venne proposta sul mercato statunitense dove ebbe una crescita esponenziale, raggiungendo vendite di 8 milioni di lattine nel 2001, e di 3 miliardi cinque anni dopo, con una crescita media del 50% annuo (Mintel Energy Drink Report 2006, 07.05.06). Un primo problema che si pone con queste bevande è che non essendoci una regolamentazione sulla definizione del termine “energy drink”, non esiste un ingrediente o una formula base necessaria a definire la bevanda energetica. Esiste tuttavia una serie di sostanze, principalmente carboidrati e metilxantine, presenti spesso in alte quantità, riscontrabili nelle varie ricette; tra questi spesso troviamo caffeina, vitamine del gruppo B, taurina, maltodestrina, inositolo, carnitina, creatina e glucuronolattone; vengono inoltre utilizzati vegetali, quali guaranà, ginseng, e ginkgo biloba. Molti marchi propongono affiancate alle formule originali versioni dietetiche, con relativa sostituzione di edulcoranti. La domanda che quindi ci poniamo è la seguente: queste bevande energetiche sono innocue per la salute? Un primo studio scientifico pubblicato sull’autorevole rivista ‘Pediatrics’ nel 2010 (http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2011/02/14/peds.2009-3592.abstract) dal titolo: “Effetti delle bevande energetiche sulla salute dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani adulti” arriva alle seguenti conclusioni: “Le bevande energetiche non hanno effetti terapeutici positivi, e molti ingredienti sono poco studiati e non regolamentati. La farmacologia conosciuta e sconosciuta delle sostanze contenute in queste bevande, combinate con i rap-
Via San Giuliano, 35 - Pordenone tel./fax: 0434 28043 - gaiapn@libero.it
porti di tossicità, possono accrescere seriamente il rischio potenziale di effetti collaterali negativi. In parole semplici, i pediatri devono essere consapevoli di questi possibili effetti e tenere sotto controllo il consumo di queste bevande nelle famiglie e tra i giovani”. Recentemente un rapporto promosso dalla Substance Abuse and Mental Health Services Administration parla negli ultimi anni di un’impennata preoccupante dei ricoveri e delle complicazioni riguardanti pazienti giovanissimi proprio in seguito al consumo degli energy drinks. In particolare il rapporto denuncia un raddoppio dei ricoveri tra il 2007 e il 2011 di pazienti che hanno dichiarato l’esclusivo consumo di bevande energetiche (non abbinato dunque a nessuna altra sostanza). Da 10.068 le situazioni di emergenza sono passate a 20.783 in soli quattro anni e gli stessi medici del pronto soccorso raccontano di vedere ormai con preoccupante frequenza ragazzi in condizioni serie dopo qualche sorso di troppo di energy drinks. Insonnia, nervosismo, palpitazioni, tachicardia, convulsioni e addirittura attacchi epilettici: questi sarebbero i sintomi di una bevuta energetica, probabilmente giustificati da un eccesso di caffeina contenuto in questi prodotti. Il report si basa sui dati provenienti da 230 strutture ospedaliere, che in realtà rappresentano una quota di appena il 5 per cento degli ospedali nazionali. Il problema è che i giovani (e anche gli adulti) non si rendono conto che ogni lattina di queste bevande contiene caffeina come in 5 caffè, quindi una dosa ben oltre i limiti consigliati, e mentre per il caffè si riesce in qualche misura a limitarsi, non è così per gli energy drinks che vengono consumati come se fossero acqua. Quali conclusioni possiamo trarre da questa allarmante analisi? Primo: queste bevande non forniscono nessuna energia bensì sono dei semplici (e forti) eccitanti che vanno a stimolare e consumare le energie di riserva del corpo. Secondo: sono dannose per la salute. Terzo: manca la consapevolezza di ciò che si sta consumando, per cui diviene difficile controllarsi. Quarto: potenti interessi economici delle case produttrici contrastano un’efficace azione di sensibilizzazione del consumatore che come sempre rimane all’oscuro dei potenziali pericoli credendo ciecamente ai messaggi pubblicitari. Conclusione: stiamo alla larga dagli energy drinks.
Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it
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Il filo di paglia
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(Masanobu Fukuoka. La rivoluzione del filo di paglia)
Da alcuni mesi a Trieste giriamo le panetterie (parola graziosamente demodèe, sostituita in ogni altra città con panificio) alla ricerca di un pane “buono fino in fondo”. Ovvero buono al gusto e alla consistenza (anche il giorno dopo) ma anche ad alta tracciabilità. E lavorato ad arte. Alcune tra queste panetterie sono state già segnalate in questa rubrica. È ovvio che non si tratta di un elenco chiuso ed esaustivo. E la ricerca continuerà. Ma perché abbiamo segnalato finora proprio quelle? Hanno dimostrato piena trasparenza nelle informazioni, ci hanno raccontato la loro storia, ci hanno aperto i loro laboratori mostrandoci passo passo cosa fanno ogni giorno e con quali materie prime operano. Ci hanno comunicato la piena tracciabilità e trasparenza. Lavorano in modo del tutto artigianale: utilizzano impastatrici e forni elettrici o a gas, ma molte tipologie di pane sono realizzate a mano, passando un pezzo alla volta tra le mani. Sono tutte piccole attività che vengono portate avanti in famiglia, e solo così possono sopravvivere: l’esistenza diffusa di pane a buonissimo mercato (e bassissima qualità) come quello proposto nella grande distribuzione, le rende oramai non concorrenziali nel prezzo. Impossibile, in quelle collocazioni e dimensioni, mantenere dipendenti. Scelgono le materie personalmente, conoscono bene i loro fornitori e le provenienze della farine. Purtroppo queste nella maggior parte dei casi arrivano da Canada, Australia, Stati Uniti. Questo è un dato negativo, naturalmente. I nostri panettieri dipendono dal mercato delle farine gestito dai grandi mulini industriali. Solo in un caso (la panetteria Gasperi) viene realizzato, tra gli altri, un tipo di pane con farine prodotte localmente e macinate sul luogo (in Slovenia, a pochi km da Trieste). Su questo sarebbe auspicabile uno sforzo in ricerca e sperimentazione. Perché la filiera corta è una grande garanzia per un prodotto veramente buono. Non utilizzano nessun prodotto ausiliario o miglioratore. Fanno il pane come si faceva 60 anni fa: farina, acqua, lievito. Alzandosi ogni giorno intorno alle 3 del mattino. Producono poco pane, lo vendono direttamente ad una clientela affezionata. Sono rimasti panettieri. Ovvero, anche se nelle loro botteghe si possono acquistare il latte fresco, il pacco di biscotti o il succo di frutta, restano fondamentalmente puri panettieri. E di pane vivono. Tutto questo significa molta fatica. Sotto sotto continuano e non mollano perché mettono in pratica un grande amore e una autentica passione per il pane. Fare il pane. Un lavoro, un’arte forse. Antica quanto la civiltà. Quelli come loro ne sono i custodi. E nel loro gesto quotidiano di alzarsi nel cuore della notte, aprire bottega, impastare, attendere la lievitazione, creare le diverse forme e poi cuocerle tengono in vita e rinnovano un patrimonio di storie e sapori che altrimenti noi tutti saremmo destinati a
Panetteria Piero Fontanot Strada di Fiume 378 Katinara Cattinara (fronte ospedale) Trieste Panetteria Eligio Sanna via Soncini 149 Servola Trieste Panetteria Marino Cerni Via Crispi 39 angolo via Gatteri (laterale Viale XX settembre) Trieste Panetteria Gasperi di Leo Žetko Via Carducci 39 (fronte mercato coperto) Trieste Le recensioni sulle panetterie triestine continuano su
http://filodipaglia.wordpress.com/
KONRAD
perdere. Lavorano per se stessi, è vero. Ne ricavano il loro reddito. Ma lavorando in questo modo, diventano preziosi per tutta la collettività. Andare a conoscerli, regalarsi il piacere di una chiacchiera con loro e l’assaggio del loro pane è come leggere una poesia. O ascoltare un bel pezzo musicale. È un gesto culturale: semplice, piacevole ma di grande valore. Significa contribuire a salvare pezzi di autenticità nella città in cui viviamo. Ma siamo noi a doverli cercare. Perché il fornaio o pek, come si dice con parola triestina (prestito sloveno, da pek, forno), che abbiamo raccontato in questi mesi è assolutamente no marketing. Non sbandiera niente. Non confeziona nulla di quello che fa in un involucro di immagine artefatta. Queste panetterie sono luoghi essenziali e senza fronzoli. Niente tv al plasma che trasmette video ammiccanti. Niente spot a luce calda (e ad alto consumo energetico, tra l’altro). Niente arredamento minimal e colori trendy. Niente. Piccoli luoghi puliti e sobri. Qualcuno, come la panetteria di Marino Cerni, lo fa con assoluta consapevolezza di voler offrire ai clienti un luogo in cui sia il pane a doversi vedere prima di tutto. E sentire. Come testimonia il profumo che ti investe appena varcata la soglia. Altri semplicemente non hanno più energie per pensarci, come il caso della panetteria di Eligio Sanna, il senior tra gli intervistati, in cui però non manca mai una vetrina, pur semplice, in cui il pane è solo protagonista. Oppure, ancora, non lo valutano forse importante e preferiscono, come nella panetteria di Piero Fontanot a Katinara-Cattinara, presentarci un luogo di pulizia impeccabile (cosa per nulla scontata nei luoghi cittadini, anche trendy, in cui si vende pane) ed i sorrisi, nonché la disponibilità a descrivere bene il prodotto che realizzano e vendono. La relazione. Offrire un prodotto, per venderlo, ma anche per raccontarlo. Ecco l’ultimo dato in comune tra questi panettieri che abbiamo finora scelto. Il pane raccontato nel luogo in cui viene fatto. Raccontato a voce, con calma, guardandosi e chiacchierando. E se fosse questo il marketing del futuro?
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“Io credo che una rivoluzione possa cominciare da questo filo di paglia. A prima vista può sembrare leggero e insignificante. Nessuno penserebbe che abbia il potere di scatenare una rivoluzione. Ma io ho cominciato a capire il peso di questo filo di paglia. Per me questa rivoluzione è molto concreta”
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BUONO COME IL PANE? MA SOLO QUALCHE VOLTA
Simonetta Lorigliola filodipaglia@autistici.org
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Pillole di cucina naturale
UNA NUOVA RUBRICA PER SCOPRIRE I SEGRETI DELLA CUCINA NATURALE
Mi presento... Nacqui, si narra, tra i prelibati aromi di una profumata cucina e sin dalla tenera età di 7 anni seguii le abili gesta di mia madre che con amore e dedizione preparava ottimi piatti casalinghi nel ristorante di famiglia in quel di Rivignano: tranquillo comune della “bassa friulana”, nonché mio paese natale. Da lì in poi intrapresi gli studi di scuola alberghiera ottenendone la qualifica di cuoco. Ma alla passione per pentole ed affini, si coniugò ben presto un amore per i viaggi… No, che avete capito, non ho mai utilizzato una poissonière come trolley o un wok come cappelliera, mi sono semplicemente spinto alla scoperta di mete vicine e lontane (Londra, il Giappone, l’Australia, le Isole Canarie, l’India, la vicina Francia e il nostro variegato “stivale”) e tali esperienze hanno dischiuso di fronte ai miei occhi e alle mie papille gustative l’infinito panorama della cucina ed i suoi molteplici approcci. Quasi un decennio fa, correva l’anno 2002, ho iniziato a studiare l’alimentazione intesa in senso generale. Queste competenze hanno contribuito, e contribuiscono tuttora, alla mia evoluzione professionale e di pensiero, e mi hanno condotto ad un sistema di cibo “più vivo”, “concreto”, vicino all’uomo e ai suoi bisogni. Avendo inoltre abbracciato l’alimentazione vegetariana, ho iniziato ad interrogarmi sulla provenienza e la produzione degli alimenti, sui sistemi agricoli, e sui legami tra alimentazione e salute. Nel frattempo ho ottenuto un Diploma in Management alberghiero a Sydney (2004) e partecipato ad un corso di “Introduzione alla Permacultura” in India (2007). Da quest’ultimo in particolare ho attinto informazioni e risposte alle mie domande sui sistemi agricoli ed umani compatibili con l’ecosistema.
Il passo successivo (2010) è stata una sfida personale: coltrivare un piccolo orto, imparando a riconoscere sulla mia pelle e sulle mie mani la grande fatica e la grande soddisfazione che una piccola parcella di terra può dare. Ho iniziato così a conoscere diverse realtà agricole biologiche del territorio friulano, persone che coltivano ed amano rispettosamente la terra, che hanno dentro di loro il seme di un sogno e il germoglio della concretezza. Contemporaneamente ho iniziato a collaborare con enti ed associazioni territoriali quali “Annadana”, “Movimento Turismo del Vino”, “Aimsha Yogastudio” (realtà pordenonese per la quale curo appuntamenti sulla cucina Naturale presso lo splendido parco Rurale di Sa Floriano), “AIAB fvg” (Sezione regionale dell’associazione Italiana Agricoltura Biologica per la quale propongo degustazioni guidate di alimenti prodotti dagli stessi soci friulani). Nel 2011 è iniziata la mia esperienza di insegnante di cucina presso la scuola alberghiera IAL di Aviano, che si rivolge a giovani aspiranti cuochi ed adulti appassionati. L’anno successivo ho rappresentato AIAB in occasione della manifestazione BIOFACH di Norimberga, ho proposto per l’associazione di promozione sociale “Annadana” corsi di Cucina Naturale per adulti e workshop per “Piccoli Cuochi” e partecipato alla manifestazione “Itinerannia” (presso S.Giorgio di Nogaro) alla quale, in collaborazione con l’associazione “Buteghe”, ho proposto piatti prodotti con verdure biologiche e di provenienza equo-solidale. Attualmente insegno Cucina Naturale e Management presso la scuola professionale “Adformandum” di Trieste e condivido il mio amore per la terra ed i suoi gustosi e prelibati frutti sulle pagine di Konrad che con entusiasmo ha deciso di accogliermi nella sua eterogena redazione.
Claudio Petracco
La ricetta Centrifuga energizzante “Green-Bull” Ingredienti per 1 bicchiere: 1 costa di sedano con le sue foglie 1 manciata di spinaci 1 manciata di prezzemolo 1 grossa mela verde 1 cm. scarso di zenzero 1 cucchiaio di alga “Spirulina” in polvere ½ limone senza buccia 1 tazza di finocchio fresco si possono anche aggiungere una manciata di germogli di alfa alfa (erba medica) Procedimento: lavare e mondare gli ingredienti che siano possibilmente di provenienza bio, centrifugarli e mescolarvi l'alga spirulina precedentemente sciolta in poco succo di arancia. Bere a piccoli sorsi alla mattina a digiuno, lontano dai pasti e almeno 30 minuti prima dell'attività fisica.
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nella prima vita era diventata soffocante... a volte anche le maghe possono diventare delle streghe. La tragedia di Medea riechegQuando interviene Afrodite nelle questioni terrene, iniziano i guai: gia un altro tema attuale, studiato in tempi recenti dallo psichiatra così è accaduto per «Medea», nota tragedia di Euripide. Medea, figlia Gardner, noto come PAS – acronimo per parental alienation syndrom del re Eeta, donna di grande bellezza, astuta e convincente, esperta –, alias sindrome da alienazione genitoriale. Lì dove la vendetta non nelle arti magiche, innamorata per volere sfocia in omicidio, magari plurimo e premedi Afrodite, lascia la propria famiglia ditato, come a volte accade, le forme di ritord’origine per seguire l’amato Giasone sione diventano più subdole. discendente del dio Eolo, nella conquista Per PAS si intende una sorta di «programmadel vello d’oro. zione» dei figli da parte di un genitore alieE come ogni donna anche Medea fa di nante, una sorta di lavaggio del cervello che tutto per farsi amare e notare: prepara porterebbe i figli a far propri astio e disprezzo ungenti magici per proteggere il proprio nei confronti del genitore alienato; più i figli uomo dal fuoco dei tori e confeziona son in tenera età, più la programmazione amuleti fatati per renderlo invincibile nella risulta facile in contesti in cui la coppia genibattaglia. Altro che burlesque o tanga toriale è in crisi. leopardati, ammenicoli dell’ars amatoria Va da sè che il genitore alienato è per lo più dei giorni nostri! il padre, meno favorito in termini di collocaGiasone, pieno di pensieri di gloria, mento dei figli e diritto di visita. Lì dove le forte di braccio ed ardito di cuore, porsanzioni previste dall’ordinamento per ripritata a termine la propria missione con stinare una sana genitorialità non bastano, l’aiuto della moglie, decide a un certo sanzioni che vanno dalla pronuncia di decapunto di ripudiare Medea per unirsi ad denza della potestà genitoriale, a pronunce di una donna più giovane. Da qui l’ira di affidamento esclusivo, o ancora – per i casi Medea, che impregna e ispira l’opera di meno gravi – all’ammonimento, al risarcimenMedea, affresco proveniente dalla Casa dei Dioscuri di Euripide; da qui l’attualità del tema della to del danno a favore dell’altro genitore o del Pompei, conservato al museo Archeologico di Napoli vendetta. figlio, o ancora a una sanzione amministraMedea, che da Giasone ha due figli, tiva a favore della Cassa delle ammende, lì vendica l’oltraggio subìto uccide come prima cosa la nuova sposa dove appunto queste sanzioni non bastano, è necessario allontanare di Giasone, figlia del re Creonte, e poi uccide i propri figli innanzi a il minore dall’ambiente inquinato in cui si trova per ripristinare un sano Giasone inerme, che impazzisce di disperazione; secondo versioni rapporto con l’altro genitore. non euripidee Giasone si uccide per il dolore. Andare in televisione non serve, fortunatamente, un gran che per Il tema di Medea offre vari spunti di riflessione. rimediare ai danni, accertati, che «Medea» ha già compiuto: se il miIl fatto che Medea si innamori «per volere di Afrodite» sembra quasi nore è stato posto in una comunità famiglia, lì ci resta fino a contrario a voler intendere che l’innamoramento e la successiva unione di una provvedimento del Tribunale. Narcisismo, indebolimento della capadonna con un uomo siano dei passaggi imposti da pressioni esterne, cità di provare empatia, paranoia, psicopatologie legate all’identità di passaggi socialmente accettati e ben incentivati, senza i quali Medea genere sono le probabili conseguenze di un lavaggio del cervello alla non ha senso di esistere e non ha rilievo sociale. Pressioni culturali o «Medea» sui figli. meno, fatto sta che secondo Euripide Giasone lascia la moglie perSe un rapporto finisce, non ci sono ne vincitori ne vinti, inutile prenderché gli era diventato più conveniente unirsi con la figlia di Creonte. sela con l’ex amato/amata, o ancor peggio con i figli, avvinghiandoli Forse Giasone si era semplicemente innamorato di un’altra e in quel a se con manipolazioni poco chiare. Povero Petraeus, ex capo della momento storico aveva la libertà di farlo senza troppe conseguenze Cia, ultimo «Giasone» noto alle cronache: anche lui ha trovaeconomiche, giuridiche e sociali, senza farsi scoppiar la bile di rabbia to la sua «Medea», segretaria o biografa che sia, che lo ha o ammalarsi in altro modo per conflitti interiori: niente addebito della conciato proprio per le feste! separazione, niente assegni di mantenimento, nessun senso di colpa tale da imporgli una doppia vita per respirare quella stessa aria che Giovanna A. de’ Manzano
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da medea ai nostri giorni... la vendetta non va in vacanza
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Acque e nevi: risorse perenni? L’ONU dedica il 2013 e la giornata del 22 marzo in particolare alla cooperazione internazionale sull’acqua, come base per uno sviluppo veramente sostenibile. L’obiettivo è quindi evidenziare ai governi e a noi tutti quello che bisogna ancora fare per garantire l’accesso all’acqua potabile e anche in condizioni igienico-sanitarie adeguate. Traguardi difficili da raggiungere, tenuto conto dei cambiamenti climatici in atto e dei conflitti che sorgono a tutte le latitudini per accaparrarsi questa risorsa. Un aspetto che ci accomuna tutti è quello del rapporto acqua/salute. Si fa presto a dire salute: infatti l’O.M.S. la definisce non come assenza di malattia ma come completo benessere, condizionato da prerequisiti e tra questi c’è anche “sorella acqua”. Anche nella nostra Regione e nello stesso mondo alpino, pur potenzialmente ricchi di questo bene, non mancano criticità. È finita l’epoca dell’abbondanza e della qualità garantita. In passato era utilizzata come forza motrice per muovere pale di mulini e macine ed per trasportare a valle tronchi, grazie a dighe temporanee, realizzate in forre ed aperte al momento opportuno. In inverno, in alto, dalla neve il settore montano ha ricavato una forma di sostentamento con lo sci. Purtroppo, come rimarcato anche dalle recenti polemiche, nemmeno la neve naturale basta più a riempire la voragine di un’economia “vecchio stampo”, in crisi da tempo. Specialmente per mancanza d’idee innovative di sviluppo e per inverni sempre meno nevosi. Eppure la frequentazione della montagna invernale è in aumento. Per fronteggiare i cambiamenti climatici si sono attivati sistemi d’innevamento artificiale che sottraggono elevate quantità d’acqua di ottima qualità e la rilasciano ricca di additivi chimici e, come se non bastasse, per garantire il funzionamento del sistema, sono necessari serbatoi d’accumulo e l’utilizzo di elevate quantità di energia. Vengono ora al pettine, nodi e limiti della gestione territoriale ed economica del II dopoguerra: in Italia e Francia, lo sci e l’agricoltura intensiva ha cancellato quella montana, mentre nel settore nord delle Alpi, turismo ed economia rurale convivono e garantiscono una conservazione di un mondo quasi da cartolina e produzioni di qualità. Da noi inoltre l’emigrazione ha spopolato le aree a mezza quota, ora travolte anche dal dissesto idrogeologico. Recentemente si leggono timidi segni d’inversione di questa tendenza. Sarà anche perché, in momenti di crisi, l’agricoltura è forse un settore che resiste meglio di altri; se poi è anche biologica ancor meglio.
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In pianura, l’acqua è indice di ulteriori connessioni con le zone di alimentazione e ricarica del sistema idrico: i pozzi che alimentano gli acquedotti raggiungono falde molto profonde ed antiche, eredità di tempi passati. Questa ricchezza è però messa a rischio sia dagli interventi a monte, di cui ancora non leggiamo le conseguenze, sia da incidenti locali: ad esempio inquinamenti dovuti all’utilizzo in agricoltura di sostanze fertilizzanti, anche vietate, come il caso dell’atrazina, qualche anno fa. Da non sottovalutare, infine gli effetti irreversibili di prelievi eccessivi da sedimenti alluvionali che, privati di acqua e di altre sostanze, si sono comportati come una spugna: pressata, sputa fuori l’acqua contenuta, e diminuisce di spessore. Si innesca così la subsidenza artificiale, l’abbassamento della quota assoluta del terreno, che ha amplificato il fenomeno dell’acqua alta che i veneziani conoscono molto bene e che ha comportato faraonici interventi per mitigarne gli effetti. Con tutti i limiti di interventi a posteriori, criticati ed ancora non conclusi. Il filo azzurro che collega le montagne alla pianura è fragile per natura ma soggetto anche a pressioni antropiche e spesso non ne conosciamo ancora tutti i risvolti.
Riccardo Ravalli
ma questo è stato un caso di pessimo giornalismo”. Dopo il tentativo di colpo di stato del 1991 gli attivisti del Dipartimento Storico di Memorial avevano avuto accesso per un breve Un viaggio di turismo responsabile nella Federazione Russa periodo agli archivi del Kgb e avevano trovato proprio la sentenza con la firma di Gorbaciov. inizia a Mosca, vicino alla piazza Majakovskij, nella sede di MemoDurante la guerra in Cecenia Andrei Mironov organizza incontri rial, la più importante organizzazione russa per i diritti umani. Andrei segreti tra rappresentanti ceceni e deputati russi per una soluzione Mironov, giornalista e attivista russo racconta come fu arrestato e pacifica del conflitto. Le iniziative contrastano i piani governativi di condannato alla detenzione in un gulag (Glavnoe upravlenie ispraschiacciare con la forza l’insurrezione, lo aggrediscono, gli spaccano vitelno-trudovykh lagerej, “Direzione principale dei campi di lavoro la testa. È curato in un ospedale in Germania, viene anche in Italia, correttivi”). “Mi hanno arrestato nel 1985, prima per più di un anno a Roma, poi a Bergamo, e dopo otto mesi riesce a salire a piedi alla mi hanno seguito giorno e notte, c’erano sempre tre automobili con Città Alta: “per me è un simbolo”. quattro persone a bordo; nella metropolitana salto su un treno che Il museo del Gulag di Memorial verrà completato l’anno prossimo; la va nella direzione opposta e subito dietro di me quei quattro, chiedo sala conferenze con le inferriate in alto evoca i vagoni merci su cui l’ora a qualcuno e due lo seguono. Quanti soldi hanno speso per me!”. Mironov viene condannato a quattro anni di detenzione e tre di venivano trasportati i detenuti, in un’altra stanza le valigie che i deteesilio interno per propaganda sovversiva antisovietica in base all’art. nuti confezionavano con materiali di fortuna, vicino un busto del pittore Konstantin Sobolevski arrestato nel 1934, condannato ai lavori for70 del Codice Penale e mandato in un campo di lavoro per criminali zati al tempo della costruzione del statali particolarmente pericolosi, canale Mosca-Volga e poi fucilato. lo Zh Kh 385/3-5 in Mordovia, circa La direttrice del museo Svetlana seicento chilometri a est di Mosca. Fedotova ricorda che i gulag erano “L’ufficiale del Kgb era impassibile, attivi dal 1917 al 1956, seguì quella hanno tutti gli occhi uguali, senza che fu definita la “dissidenza”. La espressione, proprio come Putin, legge non esisteva, contava solo senso dell’umorismo zero. Durante la volontà del governo; per i campi il processo non ho mostrato segni di sono passati da diciotto a ventidue pentimento, non ero contro il potere milioni di detenuti e non si saprà sovietico perché non esisteva, ma mai quanti morirono; alla Kolyma, contro la dittatura del partito”. nell’estremo nord est della Siberia, In prigione e poi nel campo viene l’aspettativa di vita era di sei mesi, rinchiuso in cella di punizione sei era di fatto un campo di sterminio. volte, messo in una cella con detenuti Il padre di Mironov, geofisico, nel comuni, durante il processo simulano 1952 lavorava nel settore petroliun’impiccagione, sviene. Uno dei deSvetlana Fedotova, direttrice del museo del Gulag di Memorial, e Andrei fero nella Siberia orientale, lungo tenuti comuni, uno scippatore, viene Mironov, giornalista e attivista russo la ferrovia in costruzione per oltre chiamato a testimoniare in tribunale 150 km: una visione faraonica, contro Mironov: “Io non sono come lui migliaia di detenuti in catene e ogni tre chilometri un lager. Sotto un traditore della patria!” e il giudice: “Vedete, anche quest’uomo, che Stalin, quando una persona veniva arrestata, l’intera famiglia era pure ha commesso degli sbagli, anche lui lo condanna...” colpita, i figli denunciavano i padri, nelle fotografie di gruppo veniva Il cibo era immangiabile, acqua sporca con qualche spina di pesce, una decina di chicchi di grano e vermi in superficie. L’ufficio del procu- cancellata l’immagine del famigliare; e una volta liberato, il vuoto, con conoscenti e amici che lo evitavano. Il terrore in Russia non è iniziato ratore, cui aveva spedito una bustina con i vermi, rinvia la prova materiale con la dichiarazione: “La presenza di vermi non si conferma...”. con Stalin, già con Lenin viene dato inizio al “terrore rosso”, istituiti campi di concentramento, arrestati e giustiziati ostaggi, ripristinata Peggiori ancora erano i trattamenti per non farlo dormire prima delle la pena di morte. Adesso la situazione è cambiata, ma con Putin ci udienze in tribunale o il freddo insopportabile nelle celle di punizione. Dopo un anno e mezzo viene liberato: “sono un turista che ha visita- sono stati nuovamente arresti di detenuti politici. Il problema maggiore per Svetlana Fedotova è che la magistratura non è indipendente. to il gulag”. “Ho vergogna che il presidente del mio paese provenga dal Kgb, che Verso la fine del 1986 l’economia dell’Urss attraversa una crisi gralavorava per la Lubyanka, lavorava per l’ufficio che metteva la gente vissima, il Paese non può reggere senza i crediti occidentali. Andrei in galera!”. Il 75% dell’intero apparato di potere è ora nelle loro mani, Mironov era stato condannato per aver rivelato una pesante diminuziodi ex agenti del Kgb. “Si può dire che il paese stia attraversando una ne nella produzione di petrolio, da cui l’economia sovietica dipendeva nuova ondata di stalinismo”. A tre anni dalla morte in carcere dell’avtotalmente e per aver distribuito in samizdat (distribuzione clandestina) vocato Sergei Magnitsky non si è fatta ancora luce sulle circostanze I Racconti della Kolyma di Varlam Salamov. Gorbaciov e Reagan si indel decesso, il diritto alla libertà di espressione e riunione è stato contrano a Reykjavik, le linee di credito potranno essere riattivate dopo ridotto, le organizzazioni non governative che ricevono contributi la liberazione di centoquaranta detenuti, Mironov è nella lista. dall’estero sono definite “agenti stranieri” ed è in atto un tentativo di “In Italia il compagno Gorbaciov è amato per il suo liberalismo. mettere blocchi a internet. Alle poche decine di “dissidenti” Una volta mi ha telefonato la televisione danese. Volevano fare un servizio a dieci anni dall’incontro di Reykjavik intervistando un ex de- hanno fatto seguito nell’ultimo anno imponenti manifestazioni di massa e il governo è impaurito. tenuto liberato da Gorbaciov...’Va bene, ma io sono stato anche imprigionato da Gorbaciov.’..’Ah, un momento, chiedo al boss...Scusi, Giuliano Prandini ma il boss dice che questo non va’. In Danimarca non c’è la censura,
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GORBACIOV INEDITO
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La GIORNATA FAI di PRIMAVERA
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Nel mese che vede la celebrazione dei 25 anni di questa testata, si presenta agli appassionati di storia, arte, architettura -o anche semplicemente alle persone curiose di conoscere meglio il territorio in cui vivono- la possibilità di prendere parte alla ventesima edizione di un’iniziativa ormai arcinota: la “Giornata FAI di Primavera”. Benché si chiami giornata, trattasi in realtà di un fine settimana, fissato quest’anno per il 23 e 24 Marzo, in cui, grazie all’opera di instancabili volontari, sarà possibile visitare quasi 700 siti in tutta Italia e conoscere il FAI (Fondo Ambientale Italiano) e le sue innumerevoli iniziative. Sarà inoltre possibile fruire di visite guidate a cura degli “apprendisti ciceroni”, associarsi, regalare l’iscrizione ad amici e parenti e/o fare una piccola o grande offerta. In regione sarà possibile visitare i seguenti siti:
La delegazione di UDINE propone un’itinerario di visite dal titolo “Francesco Chiarottini e… non solo tra Cividale e Udine”
UDINE Sabato 23 e Domenica 2, Ore 10-13 e 15-18 Palazzo Moroldi Tritonio Beretta (Via Poscolle 6) Palazzo Zignoni (Via Grazzano 7) Palazzo Caporiacco (Via Giovanni da Udine 23) Palazzo Fistulario Plateo de Portis (Via Marinoni 14) Palazzo Lovaria (Via Zanon 10) Palazzo Susanna Carati “Alla Nave”, ora sede della Toro Assicurazioni (Piazza Lionello 8) Palazzo Pontoni, ora sede di Sereni Orizzonti (Via Aquileia, angolo Via Piave) Museo del Castello, i disegni di Francesco Chiarottini (P.le del Castello)
GORIZIA Sabato 23, Ore 10-12 e 14-17 / Domenica 24, Ore 10-17 Ex monastero di Santa Chiara (Via Santa Chiara) La Camera Ottica (Piazza Vittoria 41) PALMANOVA Sabato 23 e Domenica 24, Ore 10-12:30 e 15-18 Palazzo dei Provveditori Generali della Serenissima Repubblica di Venezia (Piazza Grande) La Mascalcia (Contrada del Monte 11) Le Mine (Bastioni Fortificati) Palazzina Alessandria (Contrada Savorgnan) PORDENONE Sabato 23 e Domenica 24, Ore 10:30-12:30 e 14:30-17:30 Chiesa Parrocchiale delle SS. Maria e Giuliana Mura del Castello Chiesa Cimiteriale di Santa Giuliana Parco Storico (pertinenza del Golf Club di Villa Policreti) TRIESTE Sabato 23 e Domenica 24, Ore 10-13 e 15-18 Centrale Idrodinamica (Porto Vecchio) Museo Ferroviario di Campo Marzio (Via Giulio Cesare 1)
Francesco Chiarottini, La bottega di Antonio Canova – Civici Musei di Udine
CIVIDALE (UD) Sabato 23 e Domenica 24, 10-13 e 15-18 Palazzo Municipale (Largo Boiani 7) Palazzo Puppi Villanova (Foro Giulio Cesare 18) Solo Sabato 23, ore 10-12 e 15-17 Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI, possibilità di iscriversi in loco, prenotazione obbligatoria (effettuabile via mail all’indirizzo: delegazionefai.udinef@fondoambiente.it) Palazzo Pontotti Brosadola (Piazza San Francesco 29)
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Per maggiori informazioni sulla giornata o sui siti specifici: www.giornatafai.it
Cos’è il FAI Il Fondo Ambientale Italiano è la principale fondazione italiana no profit per la tutela, la salvaguardia e la cura del patrimonio artistico e naturalistico ed è la terza in Europa dopo il National Trust inglese e il National Trust scozzese. Da un’idea di Elena Croce, figlia del grande filosofo Benedetto Croce, il Fondo per l’Ambiente Italiano nasce il 28 aprile del 1975 con la firma dell’atto costitutivo e la redazione dello statuto. Maggiori informazioni su: www.fondoambiente.it La Centrale Idrodinamica di Trieste
Laura Paris
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io uccido
Gianni Ursini
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Una bella iniziativa quella della mostra su Dracula allestita al Palazzo Costanzi ed inaugurata il 2 febbraio 2013 con il patrocinio del Comune di Trieste e del consolato generale di Romania. Titolo della rassegna “Vlad Tepes Dracula – Storia, leggenda, attualità”. Complimenti all’ Associazione di Amicizia Italo-Rumena “Decebal”ed all’organizzatore dott. Ervino Curtis che conosco da lungo tempo vista la nostra passione comune per la fantascienza ed il fantastico. Simpatica la trovata di invitare in sala una rappresentanza dell’ Associazione Donatori Sangue. Ho saputo però che essa non è nata a Trieste, ma proviene dal Castello di Ragogna nel comune di Forgaria (Udine) dove nell’estate del 2012 era stata allestita per la prima volta con successo. Per fortuna in quell’occasione con una scritta esplicativa si sono ricordati del centenario della morte dello scrittore irlandese Bram Stoker (1847 – 1912) senza il quale il sanguinario principe transilvano Vlad Tepes detto l’Impalatore vissuto nel XV secolo, sarebbe rimasto una curiosità storica riservata ad un ristretto numero di studiosi. Da notare che quella di Trieste non è un’iniziativa isolata. Ho saputo che proprio in occasione del centenario della morte dello scrittore irlandese, una grossa mostra era stata organizzata nel novembre 2012 alla Triennale di Milano. Per ritornare a Trieste, l’esposizione si divide in due parti ben distinte, una dedicata alla storia della Romania con particolare riferimento alla Valacchia ed alla Transilvania. L’altra con il materiale più sanguigno concentrata sul mito dei vampiri. A questo proposito vorrei ricordare che nel novembre del 1997, in occasione del 150° anniversario della
nascita di Bram Stoker, nonché del centenario del suo capolavoro “Dracula “ (1897), nella sala della Biblioteca Statale del Popolo in via del Teatro Romano, a cura del Centro Studi A. Alberti fu organizzata un’esposizione di libri ed oggettistica dedicata a Bram Stoker con particolare riferimento al romanzo “Dracula”. Il titolo dell’iniziativa era “Count Dracula and Mr. Stoker – Cent’anni di sangue”. Promotore e coordinatore fu il nostro concittadino Giancarlo Pellegrin il quale senza particolare aiuto da parte delle istituzioni pubbliche, riuscì a raccogliere una quantità enorme di pubblicazioni, fotografie, locandine cinematografiche, soprammobili e perfino bottiglie di liquore, tutto collegato con personaggio del conte Dracula. Ed alcuni oggetti furono prestati alla mostra proprio dal dott. Ervino Curtis, che partecipò con entusiasmo all’inaugurazione ed alla successiva tavola rotonda.. Ma mentre nel 1997 ci si era concentrati sul settore letterario e cinematografico, nella mostra attuale si è privilegiato l’aspetto ludico, e quindi ci sono una quantità di magliette, borse di tela, maschere, bicchieri e addirittura bottiglie di vino tutte con il marchio di Dracula. Sulla locandina pubblicitaria campeggia il volto di Christopher Lee,. vampiro cinematografico degli anni sessanta. Forse sarebbe stato meglio metterci il volto di Bela Lugosi, che interpretò la prima pellicola dedicata al famigerato conte succhiasangue già nel lontano 1931, regista il grande Tod Browning. Ma questo è solo un piccolo un peccato veniale, e non inficia la validità dell’iniziativa. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Rimarrà aperta fino al 17 marzo..
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DRACULA AL PALAZZO COSTANZI
Giorgio Faletti si è divertito a seminare la sua storia cupa con numerosi riferimenti discografici, visto che lui stesso è autore di musiche e canzoni, oltre che di altri romanzi polizieschi. Uscito nel 2002, il romanzo “Io uccido” Fa piacere trovare uno scrittore italiano che sappia narrare una è stato soggetto di numerose riedizioni. vicenda appassionante condita con una buona dose di sano È stato il primo romanzo di Giorgio Faletti, ed ha antimilitarismo, il che non guasta mai. subito venduto 4 milioni di copie. In alcuni aspetti della postfazione, Faletti ammette il suo debito Evidentemente la trama sanguinaria è andata con scrittori noir anticonformisti, tra cui l’americano Jeffery Deaincontro ai gusti del pubblico. ver, suo amico personale. L’autore è nato ad Asti il 25 novembre 1950, e Il libro è molto scorrevole, quasi una sceneggiatura cinematosi definisce “scrittore, attore, cantante, paroliere, grafica. compositore, sceneggiatore e pittore” Alla faccia Unico motivo di critica l’eccessiva lunghezza (682 pag.) che a dell’eclettismo! Un vero talento poliedrico e politratti lo fa diventare quasi logorroico. C’è tutta una serie di cafonico. Giorgio Faletti priole e giravolte che non favoriscono la scioltezza dell’intreccio. Io uccido Ambientato nel Principato di Monaco in mezzo Si sarebbe potuto risolvere tutto in metà spazio. Comunque è Baldini Castoldi Dalai, 2011 ai casinò dove la gente potente spende fiumi un buon esempio di noir italiano e non bisogna assolutamente pp. 682, € 13,90 di denaro, il romanzo narra di un serial-killer disprezzarlo. apparentemente imprendibile che prima telefona Per finire, complimenti anche all’agente letterario Piergiorgio a Radio Montecarlo annunciando i delitti, e poi scarnifica la faccia delle Nicolazzini, noto esperto di fantascienza e giallistica, nonché vero scoproprie vittime dopo averle uccise. pritore di talenti, già noto per avere proposto al pubblico italiano La polizia locale, coadiuvata dall’agente FBI in trasferta Frank Ottobre, il romanzo grafico “L’approdo” del disegnatore di origine malese per molto tempo non riuscirà a combinare un bel niente, finché grazie Shaun Tan ad un colpo di fortuna verrà finalmente rivelata l’identità del fantomatico assassino. Gianni Ursini
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Cinema
I film premiati al festival di science+fiction 2012 ed altro
Alcuni lettori si sono lamentati perché sul numero di febbraio di KONRAD io ho parlato di alcuni film senza prima averli visti. Hanno ragione, ma devono capire che si trattava di circostanze eccezionali. Prometto che non lo farò mai più. Comunque dopo aver visionato le pellicole in questione, e cioè Cloud Atlas, Vita di Pi, Django Unchained e Lincoln, posso dire che pur con qualche piccola riserva, confermo in pieno i giudizi positivi che avevo espresso. Adesso invece vorrei accennare brevemente ai film premiati nel dicembre scorso al Festival di Science + Fiction 2012. Non temete! Nonostante non avessi potuto essere presente alla manifestazione per motivi di salute, grazie agli amici del circolo “La Cappella Underground” sono riuscito a vedermeli quasi tutti. Sono opere che con ogni probabilità non verranno distribuite in Italia nelle sale cinematografiche, e che quindi forse il grosso pubblico non vedrà mai. Questo a causa della protervia dei distributori nostrani che previlegiano i grossi “blockbusters” hollywoodiani e disprezzano le produzioni indipendenti. Il
massimo riconoscimento, il premio “Asteroide”, è stato assegnato ad una produzione tedesco-australiana intitolata Errors of the human body, regia di Eron Sheean. Tra le motivazioni della Giuria possiamo leggere: “Abbiamo scelto questo film per l’eccellenza nella sua realizzazione, per la perfetta direzione degli attori, ma anche e soprattutto perché affronta in maniera credibile e intelligente gli aspetti scientifici ed etici della biotecnologia, questa scienza d’avanguardia destinata a conoscere uno sviluppo fulminante.”In effetti la storia dello scienziato di fama mondiale Geoff Burton inviato in un prestigioso istituto di ricerca di Dresda per affiancare un gruppo di ricercatori alle soglie di una scoperta sensazionale, appartiene al più classico genere della science fiction ortodossa. Una gelida vicenda di speculazione scientifica dove nessuno penserebbe di trovare il solito scienziato pazzo che si diletta in ricerche diaboliche, ed invece…Spero caldamente che il film trovi la strada per essere distribuito in Italia, perché ne varrebbe veramente la pena. È invece arrivato in da noi solo in DVD The Divide di Xavier Gens, prodotto da Germania e Canada, che al Festival ha ricevuto una menzione speciale. Si tratta di un film molto interessante, anche se la trama non brilla proprio per originalità. Un gruppo di sbandati si ritrova chiuso in un bunker durante un attacco atomico. Il regista analizza con la passione di un entomologo la progressiva perdita della
patina di civiltà da parte dei sopravvissuti, fino a quando la loro degradazione giunge al punto che il rifugio si trasforma in un mattatoio. Scene spettacolari con effetti speciali credibili impreziosiscono questo piccolo film dove il regista mostra forse un po’ troppo autocompiacimento nel descrivere l’esplosione di violenza finale. Gli altri due lungometraggi premiati appartengono al genere horror e perciò dedicherò ad essi solo qualche breve cenno. Ha ricevuto il “Meliés d’Argento” il film britannico Cockneys vs Zombies di Matthias Hoene. Una divertente satira dove un gruppo di improvvisati rapinatori si trova a dover affrontare un’invasione di morti viventi. Il viaggio nella follia di una donna che provoca una serie di efferati delitti : questa in sintesi la trama di The Butterfly Room, di Jonathan Zaratonello che ha ricevuto il premio “Nocturno – Nuove Visioni”. La pellicola è stata prodotta da USA/Italia con attori stranieri tra cui la grande Barbara Steele, diva dei film horror degli anni sessanta. Da notare però che dal punto di vista della sceneggiatura e dell’organizzazione il film parla completamente italiano, e non è cosa da poco. Si viaggia su un altro livello con Looper, il film americano proiettato fuori concor-
so nella serata di apertura. Diretto da Rian Johnson, un regista che afferma di essere un fan dello scrittore di fantascienza Ray Bradbury fin dai tempi delle scuole elementari, Looper è un’opera che spazia dall’avventura dei viaggi nel tempo alla speculazione sul libero arbitrio. Nell’ambiente del volo acrobatico fare un “loop” significa fare un cerchio, quello che una volta veniva chiamato il “giro della morte”. E proprio di vita e morte si parla nel film in questione. Nel 2074 il mondo occidentale è dominato dalla malavita comandata da uno spietato criminale dai poteri sovrannaturali chiamato “Lo Sciamano “. Un uomo assetato di vendetta torna indietro nel tempo di trent’anni per ucciderlo quando è ancora un bambino, ma deve fare i conti con la copia più giovane di sè stesso. Questo per dare solo un’idea delle implicazioni della trama, che ricorda un po’ il vecchio Terminator di James Cameron, ma con molta meno violenza e più spazio per la recitazione dei personaggi, anche se ad un certo punto i duelli non mancano, visto che tra i protagonisti si annovera Bruce Willis, specializzato nel ruolo di ammazzasette. Un ottimo film di fantascienza seria che per fortuna è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane. Grazie a Dio anche i distributori ogni tanto ne fanno una giusta.
Gianni Ursini
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Tema presentato con l ausilio di interviste, filmati d epoca ed aniLe proposte e i premiati mazioni che rendono il documento, leggero e senza grandi velleità Anche quest’anno l’associazione “Alpe Adria Cinema” storico-politiche, trasognato nel presentarci un mondo oramai confa centro con una selezione accurata di pellicole dell Europa centrocluso, visto con gli occhi dei piccoli “Pionieri” di Tito. Piacevole come orientale, che non ha mancato di richiamare una cifra record di sempre la sezione dedicata ai CORTOMETRAGGI con alcune perle spettatori e professionisti del settore, costretti a dividersi fra il teatro che è doveroso citare. In primis il commovente Hatch di Christoph Miela e la più capiente sala Kuschnig, che intreccia la storia di Tripcovich (azzeccata novità due immigrati serbi, costretti a rinundi quest anno). Affollata serata ciare alla propria figlia per necessità, d apertura per la proiezione, in a quella di una coppia omosessuale anteprima assoluta, del docualla disperata ricerca di un bambino mentario Il viaggio della signoper completare il proprio quadro rina Vila di Elisabetta Sgarbi. familiare nonostante le severe leggi Ambientato nella nostra città, sull adozione. Non posso, inoltre, non il film si sforza di raccontarla citare il gustosissimo Uskrška jaja di attraverso immagini, storie e Slobodan Karajlović che ci racconta, pensieri, di personaggi noti e in una Jugoslavia degli anni ’70, di meno noti, creando una sorta una madre intenzionata a festeggiare di lunga serie di “cartoline” la Pasqua con i figli nonostante le del territorio senza, però, la ferme obiezioni ideologiche del padre, capacità di metterle sufficienufficiale dell’esercito. Per la categoria temente a fuoco. Fra i LUNfuori concorso EVENTI SPECIALI, GOMETRAGGI in concorso viene presentato il pluripremiato luncolpisce il sorprendente Avanti gometraggio di fantascienza Aurora di Emmanuelle Antille in cui di Kristina Buozytè, già entrato nel la protagonista, Lea, cerca di novero dei “classici” di genere. Lo ristabilire un rapporto con la scienziato Lukas decide di sottoporsi madre, malata di mente, attraad un esperimento sullo scambio di verso un viaggio di immagini, informazioni per via neuronale ma sensazioni e ricordi che le pornon sa che entrare nella mente di una terà a raggiungere una libertà donna in coma, Aurora, lo porterà a instabile. Menzione speciale vivere un esistenza parallela che non per la coraggiosa scelta degli potrà che incidere profondamente su organizzatori di presentare quella reale. Film per tutti i gusti, e l opera prima della regista non solo per gli amanti del genere, serba Maja Miloš: Klip; film a che ci fa affezionare ad una storia tinte forti che utilizza scene d amore vera, seppur vissuta attracarnali esplicite e disturbanti verso cavi e microchip in un freddo per denunciare la situazione laboratorio neurologico. Ed arriviamo ai adolescenziale contemporapremiati di questa edizione: il PREMIO nea. Anche le ambientazioni SALANI (fondo per aiutare giovani Nelle immagini, dall’alto: storiche non mancano con speranze del cinema) va, a pari merito, – La locandina del Festival l’originale film, premiato a a Vittoria Fiumi e Piergiorgio Casotti. – Uno dei giovani skater di This ain´t California di Marten Persiel Cannes, V Tumane di Sergej – L’attrice Isidora Simjonovi´c, protagonista del film scandalo Klip di Maja Milos Il Premio CEI (Central European IniLoznica in cui, durante l’occutiative) è assegnato al regista magiaro pazione della Bielorussia da Gyorgy Palfi per il complesso delle sue opere. Per le ZONE DI CINEparte dell’esercito nazista, il protagonista Susenja (un operaio accuMA vince, prevedibilmente, il documentario Vedo Rosso mentre per la sato di collaborazionismo) ed i due partigiani incaricati di scovarlo e categoria DOCUMENTARI si aggiudica il premio il tragicomico Dragan giustiziarlo si alternano nelle loro storie personali per dipingere quadri Wende-West Berlin. Nella categoria CORTOMETRAGGI trionfa il lato umani diversi ma accomunati da un’anima compromessa e ferita. Fra piacevole e divertente della categoria con il georgiano Deda di Nana i DOCUMENTARI ricordiamo Dragan Wende–West Berlin di Lena Ekvtimishvili che lascia purtroppo a margine altre opere assolutamente Müller e Dragan von Petrović sulla curiosa storia di un contrabbanmeritevoli di un riconoscimento. Per la categoria LUNGOMETRAGGI diere jugoslavo di beni e valuta fra Berlino Est ed Ovest e This ain’t nessuna sorpresa: la vittoria va a V Tumene di Sergej Loznicalifornia di Marten Persiel (fuori concorso) dedicato al mondo dei ca che ritira di persona il meritato premio. giovani skater della Germania est. Proiezione particolarmente affollata Appuntamento al prossimo anno, TFF! per il documentario Vedo Rosso, di Sabrina Benussi, sulla comunità italiana in Istria (specie a Rovigno) fra gli anni 70 e la morte di Tito. Gianfranco Paliaga
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Teatri di confine
la rabbia di ieri e di oggi
“Facciamo un bel gioco: facciamo finta di essere vivi”. Le parole di Jimmy, il personaggio principale della pièce Ricorda con rabbia (Look back in anger), di John Osborne, andata in scena al Politeama Rossetti domenica 3 febbraio, sono provocatorie, ma sincere. Ciò che manca ai giovani arrabbiati, di oggi e di ieri, è la sensazione di esser vivi. Osborne, attore disoccupato, scrisse il testo a metà degli anni ‘50 e all’epoca, in Inghilterra, non mancavano ragioni alle classi sociali più disagiate per provare rabbia e frustrazione: poco più di una decina d’anni e questa rabbia scoppierà lì e dappertutto. Anche il teatro era stereotipato, allora, e furono proprio quegli autori come Osborne, che poi vennero chiamati “angry young men” (“giovani arrabbiati”) a dare una scossa, a livello di contenuti, al pubblico inglese. Il regista Luciano Melchionna ha raccolto la rabbia di ieri, cercando di trasporla in quella di oggi. Lo hanno coadiuvato i quattro protagonisti della versione italiana, prodotta dal Teatro Bellini: Stefania Rocca (Alison), Daniele Russo (Jimmy), Angela De Matteo (Helena) e Marco Mario De Notaris (Cliff). Scenografie di Francesco Ghisu. Sul palco, quando si apre il sipario, la scena mostra l’interno di una stanza stipata di frigoriferi e lavatrici. Da una
parte Alison stira, dall’altra Jimmy e Cliff commentano i giornali che stanno leggendo. La storia è alquanto complessa e si compone di più sequenze, divise in due atti. Tra un’invettiva e l’altra, Jimmy cerca di far reagire Alison dalla sua disperata apatia rinfacciandole la provenienza alto-borghese. Finirà per perderla, anche grazie all’intervento dell’amica Helena, che poi si invaghirà dello stesso Jimmy. Alla fine tutto si rimetterà a posto con l’uscita di scena di Helena (dopo un’improvvisa crisi di coscienza...) e il ritorno a casa di Alison. Sembra, in fondo, una storia d’amore e di corna, se non fosse per il piglio sarcastico e disperato del protagonista. Daniele Russo tratteggia un Jimmy contemporaneo, dalla parlata realistica, ma con scoppi di rabbia che sono più vicini all’isteria. Stefania Rocca offre spessore emotivo e umano alla sua Alison, che però, anche a causa degli spazi troppo ampi (in effetti si ha l’impressione che la Sala Bartoli sarebbe stata forse più adatta), patisce un po’ il taglio cinematografico della recitazione. E alla fine la rabbia, che oggi è presente forse più di ieri, rimane segregata tra una parola e l’altra, senza poter uscire Stefano Crisafulli
LA CASA DEL LAVORATORE TEATRALE
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Knulp venerdì 25 gennaio, l’attore e regista Maurizio Zacchigna ha presentato la Casa del Lavoratore Teatrale, una nuova associazione culturale che raccoglie undici attori e attrici professionisti. I loro nomi sono, per la maggior parte, già noti al pubblico triestino: lo stesso Zacchigna e poi Maria Grazia Plos, Adriano Giraldi, Marzia Postogna, Elke Burul, Andrea Busico, Roberta Colacino, Massimiliano Borghesi, Nikla Petruska Panizon, Paola Saitta e Lorenzo Zuf-
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fi. Partendo dalla triste constatazione che in Italia il teatro ha subìto dei tagli consistenti, la Casa del Lavoratore Teatrale vuole rimettere al centro delle scelte artistiche gli attori e i registi, per rinnovare le proposte teatrali e innalzarne la qualità. Un obiettivo che vale soprattutto per il panorama triestino, bloccato nella nebbia stantia della tradizione e sfinito dalla politica del gioco al ribasso. Per informazioni scrivere al seguente indirizzo mail: casalavoratoreteatrale@ gmail.com S.C.
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Il centro cinofilo sportivo “senzaguinzaglio” di Trieste cura questa nuova rubrica dedicata al cane, il migliore amico dell’uomo, con lo scopo di portare a conoscenza di tutti i proprietari e degli appassionati le nozioni basilari della MODERNA PSICOLOGIA CANINA, la scienza che si occupa del comportamento del cane socializzato all’uomo. La moderna psicologia canina analizza l’animale che si ritrova a vivere a stretto contatto con l’uomo, nell’ambiente urbano, non sempre adatto alle esigenze del cane; a differenza dell’etologia che studia invece il comportamento dell’animale allo stato selvatico, esaminando gli atteggiamenti istintivi. Al giorno d’oggi comprendere il nostro amico a quattro zampe, comunicare con lui in modo corretto, capire le sue necessità primarie, è fondamentale per gestire l’animale e per instaurare un rapporto di reciproca fiducia. La moderna psicologia canina ci aiuta molto in questo senso, sia perché sempre più cani creano dei problemi ai proprietari, sia perché il numero di soggetti è in continuo aumento. A nostro avviso gli inventori di questa materia sono stati il veterinario americano William Campbell, autore del volume “Behavior problem in dogs” del 1975, e il veterinario austriaco Ferdinand Brunner, autore del volume “Der unverstandene Hund” del 1974. Il padre fondatore dell’etologia, universalmente riconosciuto, è il premio Nobel per la medicina e fisiologia del 1973, Konrad Lorenz. La psicologia canina prende in esame ogni singolo soggetto, nato con un suo profilo caratteriale, che, unito alle esperienze di vita e all’apprendimento, determina un modo di comportarsi, corretto o meno. Il carattere di un cane è quindi unico, individuale, perché è formato da un insieme di qualità o doti del carattere ereditate dai suoi genitori, attraverso il DNA. Nelle fasi di vita (socializzazione, giovanile, maturità) il cane farà delle esperienze, positive o negative, che influenzeranno il suo modo di comportarsi.
Il nostro compito è quello di educare l’animale, presentandogli altri soggetti cani e umani, abituandolo a luoghi diversi, addestrarlo ad eseguire dei semplici comandi di obbedienza, creando allo stesso tempo un buon rapporto cane-padrone. Le doti che formano il carattere del cane (e che andremo ad analizzare singolarmente) sono le seguenti: la docilità, la socialità, la tempra, il temperamento, la vigilanza, l’aggressività, la combattività, la possessività, la curiosità, il tempo di attenzione e la soglia di stimolo. Attraverso le memorie a sua disposizione (affettiva, meccanica,associativa) l’animale immagazzina delle informazioni, ricorda le esperienze vissute. Utilizzando i meccanismi di apprendimento (assuefazione, associazione, mimesi, quelli di più semplice comprensione) noi siamo in grado di modificare il comportamento del cane e insegnare ad obbedire. Non bisogna scordare quei concetti di etologia che ci aiutano a comprendere determinati comportamenti: gli istinti (ad esempio l’istinto predatorio) e la territorialità sono espressioni innate. La comunicazione uomo-cane è un aspetto da curare molto: l’animale si esprime in modo peculiare, è nostro compito comprendere il linguaggio del cane, fatto di posture del corpo e rituali. Inutili quindi i nostri lunghi discorsi, frasi a lui incomprensibili, comandi poco chiari, atteggiamenti ambigui e poco coerenti. Molto più utile l’uso della gestualità, delle giuste intonazioni di voce, di pause tra una parola e l’altra, di mimica corporea e facciale. Il coretto rapporto cane-padrone infine è determinato da diversi motivi: la coerenza del padrone e della famiglia, il gioco con l’animale, le passeggiate, le carezze, le giuste ricompense, sono utili strumenti per costruire giorno dopo giorno una relazione di amicizia, amore, fiducia reciproca con il nostro amico a quattro zampe. Eviteremo di incappare in possibili incomprensioni con il cane che a volte possono avere tragici epiloghi.
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Senza guinzaglio
Massimo Visintin Istruttore cinofilo senzaguinzaglio riconosciuto ENCI e SIAC www.senzaguinzaglio.eu
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chi di vivere nelle gabbie, nonostante l’immenso amore a loro riservato dai numerosi volontari che comunque Mostra fotografica di Dare Cekelis non possono sostituirsi ad una vera e propria famiglia, questi cani sono stati fotografati da Cekelis in mezzo alla natura, nell’intento di ricondurre coloro che guardano alla percezioNato a Lubiana in Slovenia nel 1958, Dare Cekelis ha svolto ne della malinconia e della solitudine ma non della prigionia. L’obiettivo la sua attività di fotoreporter per i maggiori giornali sloveni,dedicando è quello di diffondere con la fotografia una presa di coscienza finalizzagran parte del suo tempo libero alla fotografia artistica. Testimone di ta all’adozione di quei cani non più giovani, che sopravvivono soltanto quella cultura giovanile emergente negli anni della dissoluzione dell’ex grazie ai volontari in quanto la legge slovena Jugoslavia, Cekelis si è sempre battuto per prevede la soppressione per eutanasia allo il rispetto dei diritti civili, contro le politiche scadere del trentesimo giorno di permanenza ingiuste dei più forti nei confronti delle categoal canile. L’amore e la riconoscenza di queste rie più deboli. L’ interesse per le varie culture povere creature nei confronti di chi li adotta è e per i popoli tribali lo ha portato a girare il davvero commovente, a detta di coloro che mondo e ad accostarsi al pensiero di chi vive hanno fatto una simile esperienza. La mostra in armonia con la natura. I soggetti preferiti fotografica allestita al Caffè Stella Polare di delle sue fotografie sono gli antichi borghi Trieste (piazza S.Antonio 6) in collaborazione spopolati e dimenticati, i paesaggi rupestri e con “Il Capofonte onlus” ed il professor Claugli animali. Da otto anni ha lasciato la capitale dio Sivini, che da trent’anni cura lo spazio del della Slovenia e si è trasferito nei pressi di caffè riservato agli artisti, rimarrà aperta fino Capodistria dove vive in una casa costruita lontano dal centro abitato all’11 febbraio. Per chi fosse impossibilitato ad adottare uno dei cani in mezzo al bosco assieme a cinque cani di grossa taglia e undici gatti; proposti, c’ è l’alternativa dell’adozione a distanza. il suo appassionato ed istintivo amore per gli animali si è concretizzato Per ulteriori informazioni chiamare L’ associazione “Il Capofonte onlus” con l’adesione all’Associazione Litoranea Contro il Maltrattamento degli Trieste (tel: 040 571623, mail info@ilcapofonte.it , sito:www.ilcapofonte. Animali che gestisce il canile di Sveti Anton. it ) per sostenere le nostre attività in favore dei cani abbandonati: “ L’autunno della vita “ è una rassegna di immagini coinvolgenti , soliccp 94147162 causale: cani. tarie ed introverse, che riconducono alla tremenda realtà in cui vivono alcuni cani ospitati da tempo nella struttura di Sveti Anton. Sono tutti Maria Grazia Beinat animali abbandonati da esseri “disumani”, che li hanno scaricati al cani- presidente associazione “ Il Capofonte onlus” le a sangue freddo senza alcuna remora morale. Ormai sfiduciati, stan-
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in ricordo di carla
È passato quasi un anno, il 19 Marzo scorso te ne sei andata, improvvisamente come un battito d’ali. Ed è così difficile abituarmi all’idea che qui non ci sei più, di non vederti più entrare tutte le mattine alla Cebi, la tua voce squillante che mi dava il buongiorno e mi risvegliava dal torpore mattutino. Ed il sorriso che sempre avevi con cui accoglievi i clienti che tuttora tutti ricordano. Carla, è stata una dei fondatori della prima cooperativa ecobiologica nata 25 anni fa a Udine, La Cebi. Un punto di riferimento nel mondo alternativo friulano. Sono arrivata alla Cebi che ero una ragazzina, avevo da poco compiuto diciotto anni . Abbiamo passato assieme più di 20 anni, un matrimonio, come, lo chiamavi tu, e come tale c’erano momenti belli e difficili, di forte empatia e di tensione. Entrambe consapevoli dell’importanza del progetto che portavamo avanti e questo faceva si che superassimo qualsiasi idea si separazione. Abbiamo sempre visto la Cebi come un piccolo lumicino, una realtà che va in controtendenza con il mercato attuale, un luogo di incontro per le idee e le persone che cercano qualcosa di diverso, un luogo che offre prodotti belli e di qualità, ecologici e che durano nel tempo, prodotti nel rispetto dell’ambiente, per l’uomo e la sua casa. Carla era il punto di riferimento per la bioedilizia, per i lavori nell’orto, una sperimentatrice e così sapeva sempre consigliare al meglio, e le sue consulenze erano finalizzate a trovare la miglior soluzione ed esulavano la vendita in se. Eri sempre conscia che dovevi dare il meglio
di te stessa anche se ti costava fatica perchè avevi una gran forza e al contempo eri fragile, ma era il tuo forte senso di responsabilità verso l’altro a sostenerti nelle giornate difficili. Ricordo l’ultima consegna che abbiamo fatto, pochi giorni prima che te ne andassi, eri stanca, reduce da una brutta influenza che ti aveva costretta a casa per più di una settimana, ma ci tenevi ad esserci, a non mandare qualcun altro, perchè il cliente lo avevi seguito tu. Hai sempre avuto un forte senso dell’altruismo, che ti portava ad aiutare chi era in difficoltà, a sostenere gli altri. Io ti sarò sempre grata, sono cresciuta con te e sicuramente sarei diversa se non avessi fatto questo lungo cammino al tuo fianco. Grazie al tuo aiuto ho potuto seguire mia figlia. Sappiamo che quando si lavora in proprio, la maternità dura poche settimane, ma tu hai fatto l’impossibile perché io potessi rimanere a casa. Ricordo il grandissimo fiocco rosa che hai appeso sulla porta della Cebi, era enorme, bellissimo, ma eri così felice, sicura che sarebbe nata una bambina, tra voi c’è sempre stato un legame speciale, sembrava un legame proveniente da molto lontano. Tutt’ora la piccola Mafalda ti ricorda, ti parla, ti da la buonanotte mandantoti tanti bacini e a volte mi dice avvicinandomi la sua manina, ecco Carla, portala con te in Cebi, e so che in qualche modo ci sei, che mi accompagni, così il piccolo lumicino diventerà sempre più forte, con la sua luce cristallina, la Cebi continuerà il suo lavoro. Grazie Carla ti porterò sempre nel cuore.
Federica
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L’AUTUNNO DELLA VITA
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Quasi 200 anni fa, alle pendici del granducato di Oldenburg, in Germania, nasceva un medico che avrebbe segnato la storia dell’omeopatia: Wilhelm Schüssler. Fu lui a inventare una terapia omeopatica che ai nostri tempi non è ancora molto conosciuta, vivendo all’ombra di quella di Hahnemann, e non è praticata dai medici come meriterebbe. Tuttavia i risultati che si ottengono con le diluizioni di sali minerali sono sensazionali e assai vicini a quelli della medicina omeopatica tradizionale. Sono dodici, i sali di Schüssler, dodici atleti, dodici maglie di colore diverso che corrono in un ideale campo terapeutico agendo sui più svariati piani, spaziando dai sintomi mentali a quelli fisici. Ansia, eczemi, attacchi di panico, cefalee, disturbi mestruali, stanchezza, gotta, fanno parte del prontuario dedicato alle malattie che si possono risolvere in modo naturale. Ne parla, in modo semplice e accessibile a tutti, il dottor Roberto Pagnanelli in un interessante volume edito da Xenia, La terapia con i sali di Schüssler. Rimedi per tutti: per l’invecchiamento, per le ossa e la decalcificazione,
per le infezioni, per stimolare le difese immunitarie, per ritrovare energia e minerali sprint, il tutto senza effetti collaterali. “Tutte le malattie” – spiegava Schüssler “originano da una carenza di un determinato sale nel nostro organismo”. Una volta identificata dal medico qual è questa carenza, in base ai sintomi e ai segni che sono visibili sul volto o riferisce il paziente, si può trattare con compresse diluite in acqua contenenti il sale minerale carente, per riportare l’organismo alla guarigione. “I risultati sono molto buoni e gli effetti collaterali nulli” – spiega Pagnanelli nel volume. “Il sale non è di per sé un farmaco, ma aiuta l’organismo a prendere direttamente dai cibi di cui si nutre, attraverso le pareti dell’intestino, il sale di cui abbiamo bisogno. Nel tempo di qualche settimana l’organismo si ricarica ed allora è un piacere vedere la persona rifiorire nel corpo e nell’anima”.
La terapia con i sali di Schüssler Xenia edizioni 253 pagg., 17,00 €
Roberto Pagnanelli, medico psichiatra www.laforzadellamente.it Tel: 330-240171
REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA
Gianfranco Schiavone, presidente I.C.S.
LA TERAPIA CON I SALI DI SCHÜSSLER Un invito al benessere dai sali
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premio verrà assegnato collettivamente agli abitanti di Lampedusa e verrà ritirato dal Sindaco dell’isola Giusy Nicolini. Il Mediterraneo è un mare di migrazioni e Lampedusa è da sempre luogo di incontro di persone in fuga e di persone aggrappate a un pezzo di terra. Con speranze, paure, affetti, resistenze. E i cittadini di Lampedusa, in un percorso tormentato (come sempre nella storia) e vincendo resistenze e diffidenze, hanno, alla fine, scelto la dimensione nobile: accogliendo e dando il primo aiuto, con gesti di riconoscimento, a donne, uomini e bambini alla ricerca di un futuro. La serata di premiazione, ad ingresso libero, non sarà convenzionale ma, attorno alla presenza dei tre premiati la compagnia teatrale Consorzio Scenico allestirà un accompagnamento teatrale ideato ad hoc. Il Premio, voluto ed organizzato dall’I.C.S. (Consorzio Italiano di Solidarietà) ha il sostegno e il patrocinio della Provincia di Trieste, e il patrocinio del Comune di Trieste, del Comune di Duino-Aurisina e del Comune di Sgonico ed è reso possibile dalla collaborazione con la rivista d’arte “Juliet Art Magazine”
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Parte il 12 marzo 2013 al Teatro Miela di Trieste la prima edizione del Premio internazionale Marisa Giorgetti (www.premiogiorgetti.org) che intende dare visibilità e valore a coloro che, in Europa o in altre altre del mondo, sono rimaste poco note, o persino sconosciute, per condizionamenti geografici, politici o sociali, o per scelta di riservatezza, pur avendo prodotto opere letterarie di pregio (nelle forme più varie, dal romanzo, al raccolto, al reportage) nello specifico tema delle migrazioni e della cultura del dialogo (sezione letteraria del premio) oppure abbiano operato per la promozione dei diritti umani fondamentali con particolare attenzione ai cambiamenti profondi che le migrazioni determinano nella società di destinazione che in quella di origine (sezione diritti umani). La serata inizierà alle 19.30 con l’inaugurazione della mostra dell’artista iraniana Banafsheh Rahmani cui seguirà un buffet con cucina da vari paesi del mondo offerta dalle comunità dei rifugiati ospiti dell’ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà). Alle 20.30 la premiazione dei vincitori. Per la sezione letteraria il premio sarà assegnato allo scrittore israeliano Yishai Sarid con il libro “Il poeta di Gaza”, edizioni e/o 2012 perché, attraverso la scrittura avvincente di una spy story, riesce a rappresentare la violenza e l’insostenibilità per entrambe le parti di una vita quotidiana dilaniata dal conflitto tra culture, ma allo stesso tempo, e senza sentimentalismi, arriva ad aprire uno spiraglio disincantato sull’intensità dei rapporti umani come spazio di resistenza e di immaginazione di un futuro diverso. Una menzione speciale la giuria (composta da 30 componenti particolarmente qualificati a livello nazionale) lo ha riservato a Carlo Stasolla per il libro inchiesta “Sulla pelle dei rom”, edizioni Alegre 2012. Per la sezione diritti umani il
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premio internazionale marisa giorgetti
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Colonna vertebrale
SE LA SCHIENA FA MALE NON METTERLA A RIPOSO
Ora lo dice anche un importante studio inglese, sviluppato da ricercatori dell’università di Londra e pubblicato sulla rivista “Pain”. Il mal di schiena, che colpisce circa l’80% degli Italiani, si combatte col movimento, altro che con il riposo. Da anni ormai diversi studi importanti hanno dimostrato che l’antica credenza, che vedeva consigliare il risposo assoluto in caso di “dolore” od “infiammazione”, è tutt’altro che corretta e fondata. Anzi, ormai è stato ampiamente dimostrato il contrario. L’ulteriore conferma si aggiunge alle evidenze degli studi scientifici degli ultimi 15 anni, tanto che persino nelle “Linee Guida Italiane di fisiatri e medici di base”, per la gestione e il trattamento del mal di schiena, in fase acuta e cronica, una delle indicazioni fondamentali è di ridurre al minimo il riposo e mettersi il prima possibile in movimento. Vietato il riposo, ok al movimento Presso di noi è da tempo che per prima cosa spieghiamo ai nostri pazienti che il riposo assoluto è controproducente – spiega il dott. Segina (coordinatore Scientifico del Centro Rieducazione Colonna Vertebrale) – si guarisce prima e meglio riprendendo la propria vita quotidiana. Di certo, in alcuni momenti una forma di riposo può servire per calmare il dolore, ma esattamente come gli antinfiammatori, che tolgono il dolore ma hanno degli effetti collaterali perché fanno venire mal di stomaco, mettersi a letto a volte dà solo un beneficio a breve termine perché calma i fastidi. Il movimento, invece, stimola la circolazione sanguigna che porta ossigeno e favorisce lo smaltimento delle sostanze “algogene”, che provocano dolore”. Inoltre ai nostri pazienti già da subito insegnamo che la posizione seduta non è così naturale (contrariamente a quanto si possa credere) come sembra a noi, o per lo meno non è naturale per l’uomo restare seduto tante ore al giorno: in questa posizione la colonna viene “affaticata” perché non viene rispettata la sua naturale curvatura. Per questo, chi sta seduto tanto tempo, dovrebbe muoversi il più possibile. Inoltre bisogna cercare di privilegiare le posture corrette e di cambiare spesso posizione. Infine praticare un attività fisica con regolarità sotto una guida esperta: “La persona che ha sempre mal di schiena, che collega questo male al movimento, o che ha ricevuto l’erroneo messaggio di “non fare” per non scatenare il dolore, finisce per fermarsi e – fermandosi – perde progressivamente le proprie capacità funzionali – continua il dott. Segina – Ovviamente meno fa e peggio si sente; non solo fisicamente ma col tempo anche emotivamente. Il riposo assoluto, soprattutto se per lunghi periodi, è allora assolutamente sconsigliato perché, riducendo le richieste funzionali alla propria colonna, si finisce per ridurne anche la capacità di fare”.
Esercizi mirati E allora che fare? Noi parliamo di “ricondizionamento”, ossia di rieducazione della colonna vertebrale attraverso esercizi mirati al recupero della sua piena capacità funzionale – conclude il dott. Zarattini, (Direttore del C.R.C.V) – all’inizio è possibile che il paziente provi qualche dolore, ed è essenziale che il Fisioterapista si accerti che il dolore sia legato alla “rimessa in moto” della schiena e non rappresenti invece l’effetto di un movimento non corretto. Per questo ci vuole molta esperienza e questo tipo di ricondizionamento dev’essere seguito da chi ha le giuste competenze ed esperienza e segue, ad esempio come noi, centinaia
di pazienti ogni anno. Il ricondizionamento lavora su tutte le componenti organiche della colonna vertebrale, rinforzando i muscoli e recuperando l’articolarità e quindi l’ampiezza e potenza del movimento. Naturalmente al termine di questo percorso terapeutico, è essenziale che il paziente continui a fare attività fisica: praticare sport è la prima forma di prevenzione al mal di schiena”. Ad esempio, i nostri pazienti che concludono la riabilitazione, spesso si riavvicinano alla propria attività sportiva ormai abbandonata con rassegnazione da anni. Questa volta però lo fanno con la giusta consapevolezza di cosa è lecito e di cosa fare in caso di “nuovi acciacchi”. Inoltre chi non fosse mai stato uno sportivo e riscopre invece il benessere e la vitalità scordata, viene incentivato a proseguire con il “Medical Fitness”. Una forma di allenamento compatibile alle proprie problematiche che unisce l’utile al dilettevole, portando non solo al mantenimento del benessere ma anche ad altri benefici a livello fisico e psichico, (come ad esempio ridurre il proprio peso quando in eccesso, migliorare la propria agilità, coordinazione e resistenza generale).
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1 venerdì ingresso libero Lo yoga nella terza primavera della vita Conferenza di Guido Marotta del Centro Culturale di Yoga Jñanakanda. Ore 19, Via Mazzini 30 III p. Info 040 2602395, 333 4236902. 1 venerdì ingresso libero Inaugurazione Agriturismo L’agriturismo Al Selvadigo vi invita dalle 16 alle 20 per inaugurare l’inizio stagione e i rinnovati ambienti che dedicheremo per seminari, corsi di varia natura e altro. Seguiteci su Facebook. Str. per Pesek a 2 km da Basovizza. Info 340 6733919, www.alselvadigo.com 1 venerdì ingresso libero Training autogeno Tecnica di rilassamento progressivo per riscoprire e migliorare le proprie capacità e ritrovare benessere ed equilibrio. Serata colloquiale con la Dott.ssa Fiorenza Conte, psicologa e psicoterapeuta. Ore 20.30. Ass.cult. Shanti, via Carducci 12, Trieste. 1 venerdì Yoga in attesa di un bambino Presso l’Associazione Shanti Trieste di via Carducci 12 si aprono le iscrizioni al corso di Yoga in gravidanza, che inizierà lunedì 4 marzo, per andare incontro alla nascita del proprio bimbo in tranquillità salute ed armonia in un ambiente rilassante e confortevole. Preparazione al parto con modalità specifiche da sperimentare anche assieme ai partners che desiderano essere presenti ed assumere un ruolo attivo durante il travaglio e la nascita. Info in segreteria da lun. a ven. ore 17-19, tel. 040 3478445 segr-fax 24/24, oppure Clara 339 7541336. 2-30 ogni sabato ingresso libero Presentazione dell’arte di Mahikari Tutti siamo alla ricerca del benessere fisico, di relazioni armoniose con chi ci sta vicino e di una situazione stabile e sicura. Scoppriamo assieme i meccanismi delle Leggi Universali che permettono di realizzare la vera Felicità. Ass. Yokoshi ogni sabato pom. dalle 14, in via Torino 22. Info 349 1897848. 4 lunedì Ass. Culturale Shanti Trieste Inizio corsi trimestrali di Hatha Yoga, Ashtanga Vinyasa Yoga, Yoga Nidra, Kundalini Yoga, Yoga in gravidanza, Ginnastica Cinese e laboratorio di teatro per bambini. Prova gratuita. Info 040 3478445 orario segreteria 17-19, www.shanticenterts.it 4 lunedì ingresso libero Institute of Yogic Culture Riapre la segreteria per informazioni ed iscrizioni, dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19 fino al giorno 22, poi dalle
17 alle 18.30, Via S.Francesco 34. Info 040 635718, yogaway@tin.it 4 lunedì ingresso libero Incontri di meditazione Continuano anche in marzo di lunedì dalle ore 19.15 le serate di meditazione gratuite, aperte sia agli esperti che ai neofiti, presso il Centro di Promozione Sociale in Via Filzi 8, V piano. Info e iscrizioni Segreteria via Filzi 8, lun-ven ore 10-12, 040 761040, lifecare07.ml@gmail.com 4-25 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di luce per la terra Co-creare la Nuova Terra, facilitare la Transizione in atto e il Salto quantico; meditazione di Luce per la Terra e l’Umanità, guidata da Arleen Sidhe, in connessione con i regni della natura, il cuore di Gaia e la Fratellanza di Luce; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione, e dopo la meditazione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it 5 martedì ingresso libero Conferenze gratuite 2013 “Scegliere di esistere: cos’è, cosa fa e come si contrasta il bullismo omofobico”. Relatori Margherita Bottino e Davide Zotti. Ore 18.30 presso CSV, Galleria Fenice 2. 6 mercoledì ingresso libero Sistema Yoga nella Vita Quotidiana Rilassati con noi durante la presentazione pratica del Sistema Yoga nella Vita Quotidiana. Vestiti comodo, sarai il benvenuto! Ore 20 all’A.S.D. Valentino Jogan, via Filzi 6. Info 339 5659658. 6 mercoledì ingresso libero Sloveno per tutti Incontro informativo gratuito sui nuovi corsi, alle ore 19, alla Scuola di Sloveno di via Valdirivo 30. Info 040 761470, ore 17-19 altri orari 338 2118453, centroitalosloveno@libero.it. 7 giovedì ingresso libero La pietra d’angolo della società... la cellula familiare. Conferenza di Sergia Musuruana e Guido Marotta del Comitato ELIC - Scuole Libere di ricerca scientifica per bambini. Ore 17.30 Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 333 4236902, 040 2602395. 7 giovedì ingresso libero Pranic Healing Come diventare canali e strumenti per l’energia vitale: conoscere, percepire e trattare il nostro sistema energetico per migliorare il benessere fisico ed emotivo. Conferenza alle ore 18 al New Age Center in via Nordio 4. Info Elisa 340 6858339, www.iphitalia.it
7 giovedì ingresso libero Ulisse-fiab presenta Ciclo-attività Ulisse-FIAB presenta il programma 2013 delle ciclo-attività, alle ore 20 alla Casa della Musica in via Capitelli 3. Parteciperà alla serata Diego Manna. Info Lorenzo Colautti 328 4646449. 7 giovedì ingresso libero Rigassificatore day con L. Santin Incontro e confronto con Luciano Santin, giornalista, alle ore 18, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste. Recapito sportello ambiente presso Multicultura Center, via XXX Ottobre 8/a, h.18-20. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotail.it, triestedicenoalrigassificatore.weebly. com/pgfbk 7-28 ogni giovedì ingresso libero Mamme & papà separati Associazione per la tutela dei diritti dei figli nella separazione, rivolge i propri servizi a chiunque sia coinvolto direttamente o indirettamente nelle problematiche inerenti le separazioni coniugali in presenza di figli, offre gratuitamente sostegno psicologico e legale servendosi del volontariato di professionisti quali psicologi, avvocati e pedagogisti, nonché della presenza di Soci che già hanno vissuto in prima persona le esperienze della separazione. Incontri ogni giovedì alle ore 20.30 nella sede di Banca Etica in via Donizetti 5/a. Info 040 9896736, trieste@mammepapaseparati.org, www.mammepapaseparati.org 8 venerdì Mammisi - canto carnatico Canto indiano di accompagnamento alla gravidanza e al sacro momento del parto. Aperto a donne e uomini, come strumento di concentrazione e rilassamento. Con Elisa Gellici, cantante e mamma. Offerta libera. Ore 20.30. Ass. cult.Shanti, via Carducci 12, Trieste. 8 venerdì ingresso libero Donne e difesa dell’ambiente Giornata di festa delle donne anche come momento conviviale e di riflessione. Non ultimo quello del loro impegno per la realizzazione di una società più rispettosa dell’individuo e dell’ambiente. Dalle ore 16 presso il Piccolo Centro di Aggregazione rionale di San Giovanni-Cologna, via S.Cilino 40/2 di fronte al teatro dell’oratorio. Info 338 2118453, prolocosgc@libero.it, piuverdemenocemento@libero.it 9 sabato ingresso libero Mahashivaratri la grande notte di Shiva. Serata di canti e riflessioni con i Bhajan Sisters & Brothers, alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, v.S.Francesco 34. Info 040 635718.
9-21 sabato e giovedì Arte/Scuola del Vedere Stiamo attivando i corsi: ABC dell’Arte (dal disegno alla composizione e la pittura) dedicato ai principianti e propedeutico a studi più avanzati; Acquerello (livello base e medio) e Pittura materica e sperimentazione. Alla Scuola del Vedere via Rittmeyer 18. Info 347 8554008, info@scuoladelvedere.it 11 lunedì ingresso libero Pensiero e filosofia in India Presentazione del ciclo di lezioni sul pensiero e la filosofia in India: l’induismo, le leggi del karma e del dharma, il ciclo del tempo, la nascita dell’universo, le divinità... ore 20.15 c/o ass. Valentino Jogan, via Filzi 6, con Martina Pelosi, Indologa, dott.ssa in Lingue e Civiltà Orientali. Info e prenotazioni 333 8705980, matindia@libero.it. Il corso inizierà lunedì 18 marzo. 12 martedì ingresso libero Respiro energia emozioni Serata aperta di Bioenergetica per liberare l’energia delle emozioni attraverso il respiro cosciente ed il movimento. Ass. Espande, ore 20.15, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 13 mercoledì ingresso libero Bioenergetica e Meditazione Respiro e movimento consapevole per sciogliere le tensioni e far fluire l’energia verso l’armonia di mente, corpo ed emozioni. Presentazione e prova del corso mattutino. Ass. Espande, ore 9.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996. 14 giovedì ingresso libero Punto vegetariani Incontro mensile dal titolo “I perché di una Pasqua vegetariana” con Susanna Beira e Marco Bertali, medici, delegati Associazione vegetariana italiana- dalle 17.15 alle 18.30 - Banca Etica, via Donizetti 5/a. 14 giovedì ingresso libero Sos-cervello Campagna sociale di psicofarmacovigilanza, incontro mensile dal titolo “La meditazione: un incontro tra spiritualità e scienza” con lo psichiatra Marco Bertali, dalle 18.45 alle 20.30, banca etica-via Donizetti 5/a. 14 giovedì ingresso libero Bioenergetica e Meditazione a Opicina Respiro e movimento consapevole per far fluire l’energia verso l’armonia di mente, corpo ed emozioni. Presentazione pratica del corso mattutino. Ass. Espande, ore 10, Villaggio del Fanciullo, v. Conconello 10. Info 380 7385996.
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MARZO 2013
Trieste
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APPUNTAMENTI DI MARZO
14 giovedì ingresso libero I dialoghi del corpo Capire i messaggi che il nostro corpo ci manda per rispondere in maniera adeguata. Conduce la Dr.ssa Federica Parri, psicologa psicoterapeuta. Progetto R.O.S.A. - ore 17.30 in Via Filzi 8 V piano. Info 040 761040, 338 8040215. 14 giovedì ingresso libero L’educazione prenatale L’apporto dello Yoga e della Cosmobiologia. Conferenza di Sergio e Guido Marotta del Comitato ELIC ore 17.30 Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2609325, 333 4236902. 14 giovedì ingresso libero Rigassificatore Day e C. Franzosini Incontro e confronto con Carlo Franzosini, biologo, alle ore 18, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste. Recapito sportello ambiente pressso Multicultura Center, via XXX Ottobre 8/a,ore 18-20. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotmail.it, triestedicenoalrigassificatore.weebly.com, FB: Trieste dice no al rigassificatore. 14 giovedì ingresso libero Dharana e Dhyana... Concentrazione e Meditazione. Introduzione e pratica con Roberto Catalano, alle 20.20 al Centro Sportivo Internazionale a.s.d. via Conconello 16 a Opicina. Dopo le 20.35 non saranno più ammessi partecipanti. Abbigliamento comodo. La partecipazione è libera e gradita. Preannunciarsi allo 040 214288. 14-28 ogni giovedì ingresso libero Meditazione della sera “Cercate dentro di voi la luce per poter trasmettere agli altri.” nella sede della Quinta Dimensione, Via Strabone 13 ore 21. Prenotazione obbligatoria: 347 9382478, Kri. 15 venerdì ingresso libero Il rapporto mamma-bambino la gravidanza e il parto nell’esperienza dello Yoga. Incontro con Patrizia Milocchi alle 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via S.Francesco 34. Info 040 635718. 15-16 ven. e sab. ingresso libero Yoga: vieni a provare? lezioni gratuite di prova con gli insegnanti dell’Institute of Yogic Culture, venerdì alle ore 19, sabato alle 10.30. Consigliabile prenotare in segreteria. Info 040 635718, yogaway@tin.it 16 sabato Risorse: come attivarle Esperienze pratiche per ricercare, attivare e utilizzare le proprie risorse per
sostenere la serenità e il benessere psico-fisico. Con Leonarda Majaron Op.Craniosacrale 9.30-12.30 ad Aurisina Ass.Igo Gruden. Info e prenotazioni 345 9226622, 345 9224454. 16 sabato Dieta psicosomatica: stile di vita Esperienze pratiche in tre incontri per scoprire una nuova dimensione del proprio essere e ritrovare l’identità che più ci appartiene. 16 marzo Dieta psicosomatica I° e il 23 marzo Dieta psicosomatica II° -13 aprile 9.30-12.30 ad Aurisina Ass. Igo Gruden con Leonarda Majaron. Info e prenotazioni 345 9226622, 345 9224454. 16 sabato ingresso libero Open source, porte aperte al benessere Una giornata, dalle ore 10 alle ore 22, dedicata al benessere e alla salute a 360 gradi, e totalmente gratuita! Consigliata la prenotazione. Per tutto il giorno si susseguiranno conferenze, laboratori, workshop e incontri di “assaggio” di psicologia, terapie manuali, nutrizione, pedagogia, informazione e cultura, nel rispetto della nostra filosofia partecipativa, di scambio etico e per tutte le tasche. Presso il Centro di Promozione Sociale Via Filzi 8, V Piano. Info 040 761040, 366 3534220, lifecare07.ml@gmail.com 17 domenica Stage intensivo di gigong medico Xiangong, una forma facile da apprendere, può essere praticato da tutti. Abbiamo la forma dinamica mattutina, e la forma rilassante serale. Gli esercizi di Qigong vanno a riequilibrare lo scorrimento dell’energia nei meridiani, e ad aumentare il volume dell’Aura, rinforzando cosi il nostro sistema immunitario. I Cinque Elementi e suoni, Dita Colore e Elemento. Domenica 17 Marzo, orario dalle 9 alle 12, costo 30 euro, alla Scuola di Pensiero Taoista di via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, info@ bencichanita.it, www.bencichanita.it 17 domenica Equilibrio cielo - terra Mantra e meditazioni per l’autoguarigione. Seminario teorico esperienziale di Kundalini Yoga. Dalle 9 alle 16 -www.jaspalcardellini.it-Ass.cult.Shanti, via Carducci 12, Trieste. Info 040 3478445 ore 17-19 orario segreteria o shanticenter@libero.it. 17 domenica IV Chakra “Io vi perdono e mi perdono. Sono in pace con me stesso e con gli altri. Io mi stimo e vi stimo. Io mi amo e vi amo.” Seminario pratico nella sede della Quinta Dimensione, Via Strabone 13, ore 9.30-13.30. Prenotazione obbligatoria. Info 347 9382478, www.krisztinanemeth.it. Contributo: 40 Euro.
19 martedì ingresso libero Psicogenealogia Le storie degli avi riaffiorano nella nostra vita in molti modi: attraverso i destini, le patologie, i talenti e le difficoltà. Comprendere le dinamiche del nostro albero genealogico ci riporta alla libertà individuale e alla pienezza dell’esistenza, svincolata dai fardelli invisibili del passato. Ore 20.30 presso il centro In-Tesa, in via della Tesa 20. Info 347 9775427 Giorgio Berdon. 20 mercoledì ingresso libero Spazio donna Esprimere, esprimersi, esprimiti donna! - Progetto R.O.S.A. rivolto a donne sole, separate, divorziate con o senza figli. Presso il M.D.T. in Via Filzi 8, V piano. Info e iscrizioni Segreteria via Filzi 8, lun-ven ore 10-12, 040 761040, lifecare07.ml@gmail.com 20 mercoledì ingresso libero Messaggi di luce dall’ equinozio 45° Incontro per Vivere l’ Ascensione planetaria. tema di oggi: Le Energie di questo Equinozio portano un ulteriore occasione di Rinnovamento; dal solstizio si chiude un primo ciclo, si apre un nuovo portale; riconoscere le diverse realtà parallele in formazione; Sintonizzarsi alla nuova Sinfonia di Primavera è fondamentale, i numerosi semi piantati spingono ora per emergere alla Luce. Cogli questa occasione per aiutare te stesso, gli altri, il mondo. Conferenza e messaggi di luce con Arleen Sidhe, alle ore 20.45 presso assoc. Lam-Il Sentiero, piazza Benco 4. Info: arleensoundlight@libero.it, 347 2154583. 21 giovedì ingresso libero La formazione del talento e della responsabilità nel bambino. Conferenza di Sergia e Guido Marotta del Comitatto ELIC ore 17.30 Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 21 giovedì ingresso libero Rigassificatore Day con L. Sirovich Incontro e confronto alle ore 18, con Livio Sirovich, ricercatore, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste. Recapito sportello ambiente pressso Multicultura Center, via XXX Ottobre 8/a,ore 18-20. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotmail.it, triestedicenoalrigassificatore.weebly.com, FB: Trieste dice no al rigassificatore. 22 venerdì ingresso libero La voce, ponte tra corpo e anima Come le radici all’albero, così la voce al corpo... Incontro con Cristina Adriani alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via S.Francesco 34. Info 040 635718.
22 venerdì Ricominciare da sé Siamo anime antiche in viaggio ed abbiamo sapienza e memoria in noi. Dobbiamo riconoscerlo e prendere fiducia, comprendere che il proprio viaggio è sempre un continuo inizio, solo così la paura diventa passione ed il sonno veglia! Serata Self con Sauro Tronconi. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 23 sabato Focusing: il linguaggio del corpo Esperienze pratiche per riconoscere e liberare i propri schemi energetici riappropriandosi della facoltà del ‘sentire’, per riaccedere all’originaria ‘saggezza del corpo’. Leonarda Majaron Op. Craniosacrale 9.30-12.30 ad Aurisina Ass. Igo Gruden. Info e prenotazioni 345 9226622, 345 9224454. 23 sabato ingresso libero Festa: è primavera Sabato alle ore 16 piccola festa di primavera ed incontro informativo sulle migrazioni delle varie specie di uccelli, loro abitudini e comportamenti, sempre più condizionati dalle alterazioni ambientali indotte dall’uomo. Ritrovo nel giardinetto in piazza Volontari Giuliani. Possibilità esposizione materiali in tema ambientale. Info 338 2118453, piuverdemenocemento@libero.it, prolocosgc@libero.it 23 sabato Le relazioni attraverso il suono Tutto il mondo è suono e vibrazione, ognuno di noi è una sinfonia; vieni a scoprire come agisce il Suono nelle energie sottili e chiarudienti, individualmente e interagendo col mondo manifestando la realtà nella materia, come si manifestano i conflitti e come si armonizzano le relazioni, il tutto attraverso il Suono, la musica, la voce, il ritmo....Seminario dalle ore 14.45 alle 19.45 con Arleen Sidhe, presso assoc. Lam-Il Sentiero, piazza Benco 4. Info ed iscrizioni 347 2154583, arleensoundlight@libero.it. 23-24 sabato e domenica Pranic healing: corso base Imparare a percepire e trattare in modo adeguato i corpi sottili e i centri energetici attraverso l’uso consapevole dell’energia vitale, per migliorare il benessere fisico ed emotivo. Presso l’associazione Metamorfosys, via Milano 18. Orario 9.30-18.30. Info Elisa 340 6858339, www.iphitalia.it 23-24 sabato e domenica Ginnastica posturale tib Corso di formazione per insegnanti con il dott.Giovanni Chetta all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.giovannichetta.it
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Trieste
APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO
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Trieste 27 mercoledì Corso di massaggio decontratturante ...d’ispirazione Ayurvedica, per sciogliere tensioni muscolari ed articolari e per riequilibrare il sistema nervoso. Dispensa e attestato finale. Liv. base-amatoriale, 6 lezioni, ogni mercoledì ore 18-20.30. Assoc. Culturale Shanti, via Carducci 12. Segreteria lun-ven ore 17-19, 040 3478445, Info Sabrina 334 1559187. 27 mercoledì ingresso libero Debolezza, osteoporosi, dolori? Il “Medical Fitness” è la soluzione a molti di questi problemi. Una forma di rinforzo ed allenamento fisioterapico personalizzato può aiutare in molti campi. Questa sera alle 18.15 da Fisiosan in via Genova 21, viene illustrata dagli specialisti del centro questa nuova attività. Consigliata la prenotazione dei posti al 040 3478678. 28 giovedì ingresso libero Il bambino ricercatore il ruolo dell’educazione e della comunicazione. Conferenza di Francesca Bradamante e Guido Marotta del Comitato ELIC. Ore 17.30 - Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 28 giovedì ingresso libero Rigassificatore Day con L. Santoro Incontro e confronto con Lino Santoro, chimico, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste, alle ore 18 al Recapito sportello ambiente pressso Multicultura Center in via XXX Ottobre 8/a. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. triestedicenoalrigassificatore@hotmail.it,triestedicenoalrigas sificatore.weebly.com-pgfbk:Trieste dice no al rigassificatore Info 338 2118453. 29 venerdì ingresso libero Inghilterra mistica Idee di viaggio e proiezione fotografica di Dominic Kerridge. Alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via S.Francesco 34. Info 040 635718.
Incontri con Legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di
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Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 366 3430369, 366 5239111, fax 040 9890553, info@legambientetrieste. it Segui le nostre iniziative su www. legambientetrieste.it Incontri di trasmissione della luce Tutti siamo alla ricerca del benessere fisico, di relazioni armoniose con chi ci sta vicino e di una situazione stabile e sicura. Scoppriamo assieme i meccanismi delle Leggi Universali che permettono di realizzare la vera Felicità, attraverso l’arte della Trasmissione della Luce. Ass. Yokoshi, ogni mar., giov. e ven. mattina dalle 10-12.30, merc. e sabato pom. dalle 14, in via Torino 22. Info 349 1897848. Corsi di Restauro Ligneo Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it Kundalini Yoga Ass.Culturale Shanti, tutti i lunedí e mercoledí di febbraio, lezioni gratuite di Kundalini Yoga. Una pratica che aiuta il corpo e le emozioni a trovare un equilibrio, combattendo stress, ansia, mal di schiena, insonnia. Per sentirti piú felice mantenendo la tua mente chiara ed equilibrata e il tuo corpo in forma, rendendolo piú flessibile in poco tempo. Info e orari Gabriella 333 9273561. Massaggio olistico professionale BenEssere per te e per gli altri. Corsi per imparare ed essere subito operativi! Frequenza weekend. Certificazioni qualificanti. Info 334 9161209, www.centrolos.it Le Costellazioni familiari Seminario teorico e pratico di costellazioni famigliari a Trieste il 26 27 e 28 aprile con Leopoldo Buiani (cento Hellingher di Buenos Aires, Argentina) per apprendere il metodo, l’ordine e la filosofia delle Costellazioni famigliari. Il seminario è aperto a tutti. È possibile frequentare solo il laboratorio esperienziale di sabato 27 aprile. Info ed iscrizioni Giorgia Tedeschi gestalt counsellor, formatrice, 328 0211654, giorgiatedeschi@libero.it
Yoga della musica e canto armonico L’uso del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psicofisico; Nada e MantraYoga; Rilevamento del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti delle Tradizioni, stili, espressione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico e Overtones. Lezioni individuali, frequenza e orari personalizzati; a richiesta si organizzano corsi, laboratori e seminari di gruppo; con Arleen Sidhe. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it Cure essene l’aura e forme pensiero Le terapie essene e la lettura dell’Aura; Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile; il sistema dei chakra e relativi organi, la circolazione pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli essenziali, i campi aurici e i corpi di luce; il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero, trasmutarle in luce; Un aiuto alle problematiche, le disarmonie, i disagi del corpo e dell’anima. Incontri, conferenze e trattamenti individuali con Arleen Sidhe, terapeuta essena certificata alla scuola di formazione di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it Canti e danze sacre dal mondo Si organizzano a richiesta di gruppi ed associazioni, corsi e seminari di Canti e Danze sacre in cerchio delle culture dei popoli, di guarigione, di meditazione, ritualità e cicli della Natura, gli Elementi, la Terra e il Cosmo, la celebrazione alla Vita; per i Canti, lezioni individuali o di gruppo sono sempre attive durante tutto l’anno con giornate e orari personalizzati. Con Arleen Sidhe, esperta e insegnante di canti e danze sacre e popolari, tradizioni e spiritualità, musicista, cantante e musicodanzaterapeuta. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it Musica e canto celtico Corsi di Canto tradizionale (stile, espressione e lingue delle aree celtiche) e degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlandese), bodhran (tamburo celtico), chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe, cantante, musicista e insegnante formatrice del settore. Info Arleen 347 2154583, arleensoundlight@libero.it
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Gorizia 6 mercoledì Corso canto corale per bambini Il corso si rivolge a tutti i bambini dagli 8 anni in su che hanno voglia di scoprire quanto è magico e divertente cantare insieme. Non serve saper cantare o avere conoscenze musicali, basta aver voglia di provare un’attività divertente. Un’occasione per fare amicizia! Dal 6 marzo ogni mercoledì alle 15.15 presso la sede della Scuola Waldorf di Borgnano di Cormons, Piazza della Rebubblica civ. 33. Info 0481 67496, educarewaldorf.fvg@gmail.com 9 sabato ingresso libero Alimentazione ed educazione Una corretta alimentazione come base della salute fisica, emozionale e mentale del bambino e del giovane, abitudini sane frutto di un progetto educativo intelligente. Conferenza a cura dell’insegnante Dami-
Essenze, fiori di Bach, aura-soma, incensi, cristalli, fitocosmesi, miele, alimenti biologici, libri...
lano Nadia, maestra di classe alla scuola Waldorf di Borgnano di Cormons. Alle ore 20.30 presso la sede della scuola in Borgnano di Cormons, Piazza della Repubblica civ. 33. Info 0481 67496, educarewaldorf.fvg@gmail.com 14 giovedì ingresso libero Curarsi di Gusto Una rivoluzione dello star bene che inizia dal carrello della spesa. Un metodo unico, integrato, divertente, accessibile a tutti. Per dare un nuovo senso al sapore e riavvicinarsi al concetto di nutrimento in modo consapevole. Ore 20.30 presso il Centro Polivalente di via Baiamonti 22. Info 392 9263434 Roberta Schembri. 14 giovedì ingresso libero Metodo Feldenkrais a Gorizia Avvio nuovo gruppo di lavoro con il Metodo Feldenkrais a cura di Laura Cavalli. Presentazione alle ore 20.30 a Gorizia, sede da definire. Info 320 3868918, laura.cavalli@alice.it 20 mercoledì ingresso libero Psicogenealogia Le storie degli avi riaffiorano nella nostra vita in molti modi: attraverso i destini, le patologie, i talenti e le difficoltà. Comprendere le dinamiche del nostro albero genealogico ci riporta alla libertà individuale e alla pienezza dell’esistenza, svincolata dai fardelli invisibili del passato. Ore 20.30 presso il Centro Polivalente, via Baiamonti 22. Info 347 9775427 Giorgio Berdon.
Associazione spazio organizza Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19, con inizio lunedì 8 aprile 2013. - corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 4 aprile 2013, presso la Palestra SPAZIO via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990. Associazione corpo libero organizza Corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledi dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì 8 aprile 2013, a Ronchi dei Legionari presso la Palestra Corpo Libero via Roma 15. Info 0481 777737, Anna 0481 32990. Dai una svolta alla tua vita! Tecnico ed Operatore Olistico. Corsi di massaggio e crescita personale. Operatività immediata. Certificazioni qualificanti e riconosciute. Frequenza weekend o individuale. Info 334 9161209, www.centrolos.it
Vacanza depurativa e culturale A Grado dal 2 al 12 giugno, si può rimanere una settimana o meno. Assumeremo solo liquidi: tisane, brodi vegetali, limonate. Siamo un gruppo di amici, veterani di un digiuno annuale per una disintossicazione fisica, mentale, spirituale. Staremo in un hotel con piscina, solarium, idromassaggio, bici, internet. Parteciperanno relatori di ottimo livello. Faremo visita a campagne sinergiche e roseti con rose antiche profumate, giri nella bella laguna, passeggiate lungomare. Info 393 4242113, albero-domini@tiscali.it
Pordenone Massaggio e tecniche olistiche BenEssere per te, per gli altri, per il pianeta. Sessioni individuali e corsi per imparare con operatività immediata. Certificazioni qualificanti e riconosciute. Info 334 9161209, www.centrolos.it
Udine 1 venerdì ingresso libero “Il filo d’oro... Il filo d’oro delle meditazioni attive. Conferenza con Roberta Aditi Beghi, psicomotricista, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 5-26 ogni martedì Yoga al mattino! Per risvegliare e armonizzare il corpo, la mente e lo spirito, per predisporsi alla giornata con un atteggiamento positivo e consapevole. Il corso, condotto da Valeria Bigot, segue il metodo Satyananda. Ogni martedì dalle 7 alle 8, in viale Volontari della Libertà, 54. Info segreteria 327 1213807, www.satyanandaitalia.net (centri affiliati-Udine). 6 mercoledì ingresso libero Genitori insieme Un buon genitore non è un genitore perfetto! È un essere umano che impara strada facendo il mestiere più difficile del mondo. Conferenza con il dr. Paolo Baiocchi - direttore Istituto Gestalt Trieste. Ore 20.30, via S. Rocco 142. 6 mercoledì ingresso libero Costellazioni familiari Incontri di Costellazioni Familiari con Cristina Piovesana costellatrice diplomata www2.hellinger.com. Ore 19-22 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58. Info e prenotazioni 0432 1710321. 7 giovedì ingresso libero Alimentazione naturale... Alimentazione naturale e consapevole innescare il processo di auto-guarigione del corpo… mangiando! Conferenza con Vanessa Sartori e il dott. Marco Bertali psichiatra, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.
APPUNTAMENTI DI MARZO
8 venerdì Festa della donna a Codroipo Tribal Dance e Bagno di Gong: un’incontro tra donne che attraverso la Danza e le vibrazioni dei Gong, riprendono contatto con la dignità, la forza, l’amore e il rispetto di Sé. Info e prenotazioni: 334 9161209, www.centrolos.it 8 venerdì ingresso libero Alimentazione del bambino L’alimentazione naturale del bambino, conferenza organizzata dalla Coop. Aurora, alle ore 20.30 a Codroipo, presso la ex scuola elementare di piazza Dante, ingresso da Via Trieste. Info 0432 908233, 338 6855870. 8 venerdì ingresso libero La scrittura rivela il carattere Presentazione del seminario di grafologia, disciplina che studia le correlazioni tra la scrittura e la personalità dello scrivente. Conferenza con Carlo Chinaglia alle ore 18.30 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58. Info 0432 1710321. 8 venerdì ingresso libero L’intelligenza del cuore: L’’intelligenza del cuore: come entrarci, come usarla. Conferenza con Sylvia Pernold Moro, libera docente, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 8-9 venerdì e sabato Corso di svezzamento Corso di svezzamento naturale e consapevole, organizzato Coop. Aurora di Codroipo. Il corso è tenuto dalla dott.ssa Rossi Caterina, pedagogista, naturopata. Info 0432 908233, 338 6855870. 8-23 ven.e sab. ingresso libero Musicoterapia e crescita personale Conferenza “Diventare genitori di se stessi” 8 marzo alle ore 20.30. Seminario Musicoterapia: “Musica, identità e conoscenza di sé” 23 marzo alle ore 15. CentroArtemusica - Campoformido. Info 320 8974581, www.centroartemusica.it 9 sabato ingresso libero Salute e rischio ambientale “Salute e prevenzione in relazione ai fattori di rischio ambientali”. Prof. Mariano Cherubini, medico Associazione Medici per l’Ambiente - ISDE. Incontri informativi 2013 dal ciclo “Conoscere per Scegliere”, promossi da Fe.di.l.co e Comilva. Ore 16 - 18.30 Udine, Auditorium Menossi, Via S.Osvaldo, V.S.Pietro, 60. 9 sabato La chiave della vita ci appartiene Rivelazioni guidate e iniziazione alla Chiave dell’Ankh Egizia. Il seminario sarà condotto da Jo Alberti, ore 10-17 alla Libreria Perlanima via Pordenone 58. Numero chiuso. Info e prenotazioni 0432 1710321.
9 sabato La via dell’ Amore... ... sentirsi uno con tutto ciò che vive. Il riconoscimento della propria luce interiore e della Presenza Divina in noi ci conduce all’esperienza dell’ Amore. La conferenza propone un sentiero per espandere la nostra coscienza e vivere l’ energia Amore. Relatore Giuliano Falciani ricercatore e relatore nel campo umanistico, filosofico e spirituale pubblica la rivista SaraS e libri di grande attualità. Promuove affollate conferenze in tutta Italia ed ora anche in Regione. Ore 15 in Villa Giacomelli via Roma 47 Pradamano (UD). È gradita e consigliata la prenotazione. Info e prenotazioni Marisa 334 2543952, info@pietraangolare.it, www.associazionesaras.it, Associazione Culturale Saras. 9-10 sabato e domenica NPL Emotional intelligence healing Un’autentica farmacia dentro di te per prenderti cura della tua salute e vivere in serenità. Scoprirai in modo facile come farlo in questo corso pratico per tutti. Dr. Anna Calvia, trainer coaching in PNL certificato. Seminario intensivo il 9 e 10 marzo a Udine. Info 333 2308950, ore 13 -14, 333 3899737 dopo le ore 20. 10 domenica ingresso libero M5S FVG - riunione tematica: salute Medicina Integrata - Lo sviluppo di un nuovo paradigma medico-scientifico affrancato dall’industria del farmaco e dai dogmi, è alla base di un Sistema Sanitario più sostenibile. Conferenza con la dott.Stefania Cazzavillan, l’ing. Claudio Simion, la dott. Ilaria Forte, il dott. Stefano Clauti. Moderatore Saverio Galluccio portavoce Regionale Movimento 5 stelle fvg, alle ore 15 all’Hotel Carnia in via Canal del Ferro 28 a Venzone. 10 domenica Costellazioni dr. Silvia Miclavez Giornata esperienziale e formativa con le costellazioni familiari sistemiche e autopoietiche. Prezzo: € 100,00. Udine, via Monte S.Marco, 60 dalle 9.30-18.30. Info 0432 470551, www.alcicostellazioni.it 10 domenica ingresso libero Shiva Ratri: festività induista Shiva Ratri: celebrazione per Shiva, Divinità della Trasformazione. Consueto appuntamento di Sangha Udine che ospita la Comunità Indiana della città. Mantra, cerimonie, buffet indiano. Si consiglia abbigliamento comodo, gradite le vesti tradizionali. Dalle ore 17 in poi presso la Sala Yoga di Sangha, viale Tricesimo 103. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@libero.it, www.sanghaudine.com
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KONRAD MARZO 2013
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APPUNTAMENTI DI MARZO
KONRAD MARZO 2013
Udine 10 domenica 7 Raggi e la Psicologia dell’Anima La Psicologia dei Raggi ci offre uno strumento per conoscere il nostro individuale proposito divino. Il seminario è condotto da Francesco De Falco, ore 9.30-18.30 alla Libreria Perlanima via Pordenone 58. Info e prenotazioni 0432 1710321. 13 mercoledì ingresso libero Prova le Costellazioni Familiari Vieni a conoscere in prima persona questo straordinario metodo che risolve i problemi della vita legati alle dinamiche inconsce della propria linea genetica e familiare. Giacomo Bo - ore 20.30, via S. Rocco 142. 15 venerdì ingresso libero Vaccinazioni Vaccinazioni: una scelta consapevole. Conferenza organizzata dalla coop. Aurora, alle 20.30 a Codroipo presso l’ex scuola elementare di piazza Dante, ingresso da via Trieste. Info 0432 908233, 338 6855870. 15 venerdì Parole sul Taiji Quan Incontro con un Maestro: la vita, l’arte e i racconti di un maestro di Kung Fu. Interverranno il Maestro Yang Lin Shen ed il Maestro Mario Antoldi. Alle 18.30 presso Libreria Perlanima via Pordenone 58, Udine. 15 venerdì ingresso libero Il divenire nella morte Il divenire nella morte, aspetti psichici e spirituali. Conferenza con Nicoletta Campisi, Counsellor, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 16 sabato ingresso libero Numerologia e aritmosofia Presentazione del corso di numerologia e aritmosofia, per coloro che desiderano conoscersi meglio attraverso la sapienza dei numeri. Conduce Vicky Vicario, alle ore 18.30 alla Libreria Perlanima via Pordenone 58. Info 0432 1710321.
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16 sabato Costellazioni familiari Incontri di Costellazioni Familiari con Cristina Piovesana, costellatrice diplomata www2.hellinger.com. Ore 15-19 alla Libreria Perlanima via Pordenone 58. Info e prenotazioni 0432 1710321.
23 sabato ingresso libero Comprendere il Karma Conferenza video di Br. Anandamoy, discepolo diretto di Paramahansa Yogananda (inglese con traduzione), alle ore 17.30 al Gruppo SRF di Udine in via Liruti 8,. Info www.meditazioneyoganandaudine.it
18 lunedì ingresso libero Psicogenealogia Le storie degli avi riaffiorano nella nostra vita in molti modi: attraverso i destini, le patologie, i talenti e le difficoltà. Comprendere le dinamiche del nostro albero genealogico ci riporta alla libertà individuale e alla pienezza dell’esistenza, svincolata dai fardelli invisibili del passato. Ore 20.30 presso la GEM di Feletto, via Canova 13. Info 347 9775427 Giorgio Berdon.
29 venerdì Tante maschere, un solo corpo Un seminario autoformativo di introduzione alla psicosintesi e alla bioenergetica per prendere contatto con se stessi. Con Marinella Boscolo, alle ore 18.30 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58. Info 0432 1710321.
18 lunedì ingresso libero Guarire il passato, creare il futuro Le Costellazioni Familiari e la metagenealogia: Presentazione a cura di Nicoletta Campisi, counsellor professionista e facilitatore di Costellazioni Familiari. Info 347 5555802, nicoletta_campisi@libero.it 19 martedì ingresso libero Prova le Costellazioni Familiari Potrai assistere in prima persona ad una interessante dimostrazione pratica di questo metodo che risolve i problemi della vita. Via S. Rocco 142, ore 20.30. Info Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net 22 venerdì ingresso libero Incontro di permacultura in Friuli Think global-act local. Presentazione del percorso Progettazione in Permacultura, 72 ore suddivvise in 4 finesettimana, alle ore 18 in via Bonanni 15 a Tolmezzo, Info 348 7444267, www.permaculturafriuli.altervista.org 22 venerdì ingresso libero La proporzione dell’amore... La proporzione dell’amore nella cura dell’essere e del corpo organico dell’uomo. Conferenza con Samir Habchi, medico libanese, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.
Laboratori di Autostima Scarsa autostima? È sicuramente un «male» che colpisce oggi giorno più le donne che gli uomini e che può essere trattato come una sofferenza culturale legata all’appartenenza di genere. Se l’autostima è la capacità di dar valore ai propri talenti, attraverso un metro di giudizio autonomo, un buon sistema di autovalutazione che parte dal sè è sicuramente fondamentale alle donne ancora troppo dipendenti dai giudizi esterni. Nell’ambito del Centro Antiviolenza GOAP di Trieste è dal 2003 che vengono proposti con gran successo laboratori di autostima, frequentati da centinaia di donne ed esportati in diverse realtà del pubblico e del privato sociale; è stato così “rodato” un empowerment al femminile a cui tutte possono accedere, diventando più consapevoli di come società e cultura incidano su immaginario e comportamenti. Giovedì 14 marzo alle ore 18 presso il Centro Antiviolenza GOAP di via
29 venerdì ingresso libero Da robot ad esseri umani Conferenza con Alessandro D’Orlando, psicologo, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 30 sabato ingresso libero Salute e sviluppo sostenibile “Salute dell’individuo in 7 note. Alla radice dello Sviluppo Sostenibile.” Dr. Franco Verzella, medico. Orientamento alla salute è la prima “medicina” di cui la gente ha bisogno, che va somministrata dove la natura si esprime e ci parla. Incontri informativi 2013 dal ciclo Conoscere per Scegliere, promossi da Fe.di.l.co e Comilva. Ore 16 - 19.30 Udine, Auditorium Menossi, Via S.Osvaldo, V.S.Pietro, 60.
Lezioni di Pilates Per ritrovare tono, elasticità e riequilibrio posturale. Con Salvatorica D’Anna, tutti i martedì e i giovedì ore 13-14 e 17.3018.30. Prima lezione di prova gratuita alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58. Info e prenotazioni 0432 1710321. Crisi? Difficoltà? Dai una svolta! Se vuoi essere un operatore olistico certificato e hai già fatto corsi e seminari, puoi veder riconosciute e quali-
ficate le tue conoscenze diventando subito operativo. Info 334 9161209, www.centrolos.it Curarsi con la musica Sono aperte le iscrizioni al Seminario tenuto dal Maestro Krishna Das, Curarsi con la Musica: Nada e Mantra Yoga, secondo la Tradizione Vedica. Sabato 18 e domenica 19 maggio. Presso Sangha Udine, viale Tricesimo 103. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@libero.it, www.sanghaudine.com, www.krishnadas.it Gianna Gorza: Yoga & Ayurveda Coordino il centro Sangha Udine, formato da uno staff di stimati professionisti del Settore Olistico. Sono allieva del Maestro Swami Joythimayananda e diffondo da circa 20 anni i suoi Insegnamenti. Mi occupo principalmente della parte comprendente Yoga & Ayurveda che integro con le competenze maturate durante il mio percorso di Studio e ricerca personale. Propongo sessioni di Yoga e Stretching, anche individuali, trattamenti in gravidanza, Massaggio Neonatale, secondo la tradizione indiana, steps di conoscenza ed Espressione Corporea. Info Gianna Gorza 340 2233994, giannashanti@libero.it, www.sanghaudine.com
Escursioni 24 domenica ingresso libero Yoga e natura la prima escursione “yogica” dell’anno sul Carso, proposta da Franco Salvi dell’Institute of Yogic Culture. Info e adesioni (per motivi organizzativi) 040 635718.
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San Silvestro 5 a Trieste si terrà la presentazione del laboratorio “Femminile e maschile: un’alleanza insolita”. Il laboratorio, che si svolgerà poi in quattro giornate, ha lo scopo di scoprire quali modelli di comportamento – che la cultura etichetta «maschili» o «femminili» – e che in realtà sono presenti in ogni donna e agiscono in noi. Ma quali aspetti prevalgono nel quotidiano e quali utilizziamo per attribuirci maggior valore nonostante gli stereotipi di genere? A partire dalla consapevolezza di cosa sia meglio fare per sostenere la propria identità personale, il laboratorio costruisce spazi di approfondimento anche creativo e corporeo. Il laboratorio verrà condotto da Tiziana Corica, diplomata alla Scuola di Sociopsicologia di Genere di Paola Leonardi (www.autostimadonne.it), con la collaborazione di Rossella Strani, ideatrice dei Laboratori di Autostima e di Daniela C. Riggio, psicologa e psicoterapeuta. Per info: GOAP tel 040 3478827; email: tizianacorica@goap.it
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