Letizia Cannerozzi Portfolio 2008-2012
Indice
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Pandora Beta Progettazione grafica per l’editoria scolastica Si stampi chi può Abecedario di Retype Basta giocare! Adesso si fa sul serio. Campagna elezioni studentesche del Politecnico di Bari KNG Progetto di identità di una casa editrice Send me your pillow Cover e booklet interno GAP Progetto editoriale autoprodotto Restare a galla. Perdersi e ritrovarsi in città. Workshop Dattò Disegno analogico di un carattere Segnali di pace Stencil amorosi Coanda Bollitore Zorn 2 Rubinetto da cucina Trettré Seduta Respa Scala
Pandora Beta
Progettazione grafica per l’editoria scolastica http://issuu.com/l.cannerozzi/docs/pandora_beta http://vimeo.com/46495408
Oggetto | Tesi di Laurea Relatore | Nino Perrone Correlatori | Giannicola Baiardi, Vincenzo Schiraldi Anno | 2012 Insieme a | Sara Tinelli Volume + app (video) Caratteri | Alegreya, Telex Formato volume | 185x240 mm Brossura filo refe Pagine | 184 Foto | Sara Tinelli
Fase di ricerca I ragazzi immersi negli ambienti mediali contemporanei sono influenzati da stimoli diversi e di varia natura che modificano il loro approccio a un supporto di tipo tradizionale quale è il libro di testo cartaceo. La ricerca è stata sviluppata per macroaree di interesse, a partire dalla storia dell’informazione e dei suoi veicoli di trasmissione, passando per la raccolta dei dati sull’editoria e nella pedagogia sfociando infine sullo studio dell’interfaccia. I testi sono intervallati da documenti di interesse evidenziati dallo sfondo giallo e da un qr code che riporta al testo integrale.
Fase progettuale Upgrade metodologica visuale del libro, perché torni a essere a misura di studente contemporaneo, nativo digitale e multimediale. Il risultato è un’applicazione che offre la possibilità di studiare un contenuto in maniera tradizionale e di aggiungere livelli di informazione a seconda del momento dello studio. Una toolbar a tendina permette di scoprire le funzioni di intervento attivo sul testo (note, link, sottolineature etc.). L’indice ha una struttura a orbitali perché ogni materia ha pari dignità. Attraverso questo sistema anche i collegamenti fra materie sono facili da navigare.
Progettazione grafica | Editoria | Pandora Beta
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Progettazione graďŹ ca | Editoria | Pandora Beta
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Perché Pandora Di Pandora tutti sanno che è la prima donna, creata per ordine di Zeus, per punire l’umanità. La mitologia greca ci racconta che il suo vaso, regalatole dal dio conteneva tutti i mali e che la speranza non riuscì a uscire e fu solo i seguito ad essere liberata.
Quello che vogliamo portarci di Pandora non è solo la sua curiosità che l’ha spita a scoperchiare il vaso nonostante gli ammonimenti, presa dalla voglia di sapere, ma è soprattutto l’origine del suo nome.
Ed è così che noi vogliamo pensare l’apprendimento, come l’affacciarsi in un bacino ricolmo di tutti i doni che la sapienza può regalare.
Pandora vuol dire tutti i doni.
Genesi del logo
Il logo dell’applicazione richiama la struttura dei menu di navigazione. Per disegnarla siamo partite dalla O del carattere Telex, utilizzato per tutti gli elementi standard dell’applicazione. Determinato un cerchio di base,
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costruito utilizzando lo spessore della lettera, abbiamo individuato la divisione in tre parti e il centro del cerchio. Su ognuna delle tre estremità è stato posizionato il glifo ° (gradi) mentre al centro • (bullet).
Area di rispetto Per determinare l’area di rispetto abbiamo dato un offset di 1/3 del suo ingombro.
Pandora
Pandora
Il logo è accostato al nome dell’applicazione. Abbiamo deciso di accostare al segno editato dal Telex il nome dell’applicazione in Alegreya bold italic. Nella gerarchia di informazioni utilizzata nei contenuti infatti questo stile di testo indica un documento che funge da collegamento ad un altro contenuto. L’idea che volevamo richiamare era proprio quella della possibilità di spostarsi sempre in un altrove.
Colori identitari
#000000
#808285
#D8D9DA
#FFF200
#FAF9F5
testi
toolbar
elementi su toolbar
selezione
fondino per migliorare la leggibilità diminuire lo sforzo di lettura
Progettazione grafica | Editoria | Pandora Beta
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Disegno dei pittogrammi e loro funzioni base
Abbiamo disegnato i pittogrammi scomponendo il carattere Telex, utilizzato per le barre di navigazione e per gli elementi dell’applicazione. Abbiamo utilizzato glifi e parti di glifi e, quando non possibile, abbiamo editato lo spessore in modo che i pittogrammi risultassero organici rispetto all’ambiente.
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Home Rappresenta l’indice, è il logo dell’app. Riporta alla schermata originaria.
Cerca Tasto cerca, accostato allo spazio esteso. Permette di cercare all’interno dei contenuti, in glossario e online.
Link Collegamento. Ispirato alla Tomba Brion di Carlo Scarpa, finestra di un collegamento infinito
Matita Personalizza il tratto delle sottolineature con un "a mano libera" che permette anche di scrivere con la propria grafia.
Cronologia Permette di accedere agli ultimi contenuti consultati. Tiene traccia degli spostamenti più frequenti e dei percorsi autocompilandosi.
Profilo Permette di accedere al profilo e a tutti i contenuti personali, le note, i preferiti e le statistiche di consultazione.
Note Visualizza le note in pagina.Le note personali scritte sono salvate, modificabili e richiamabili facilmente.
Segni Indica i segni della matita. Questi possono essere editati o semplicemente nascosti.
La forma circolare di base è stata editata a partire dalla O del Telex. L’altezza del cerchio di base è la O, lo spessore interno è ottenuto mediante un offset a distanza pari allo spessore della o nel punto più alto.
Aree di interesse Spazio Bianco La progettazione di margini di stampa si è rivelata in grado di rendere un contenuto più comprensibile rispetto allo stesso inserito in una pagina senza margine alcuno. Spazio bianco
Gerarchia visiva Le nuove generazioni tendono ad approcciare un contenuto come fosse una pagina web. Ciò implica una lettura per ‘spot’ e discontinua, che necessita di una gerarchizzazione dei contenuti diversa al fine di poter visualizzare subito il contenuto più importante.
Gerarchia visiva
Chiarificazione di idee complesse Non sempre un testo paragrafato può essere efficace nell’argomentazione di una grande quantità di dati che potrebbero essere visualizzati dallo studente in modo più immediato
Interpolazione dati per l’apprendimento
Orientamento e percezione immediata In una impostazione ipotizzata per discontinuità, il rischio è che ci si possa perdere: serve un sistema di navigazione univoco sia nella stessa pagina, sia trasversale al volume.
Percezione immediata
idee complesse Semiotica
Interpolazione dati Presa come riferimento l’esperienza cinese, la presenza di grafici e infografici rende più efficace e palese la visualizzazione di dati e relazioni.
Orientamento
Funzioni dell’applicazione
Fruizione passiva Leggere senza aggiungere livelli
Fruizione attiva Aggiungere
Select to · crea nota · copia · cerca · evidenzia
Navigazione base · avanti/indietro · scorrimento indici · indirizzo orientativo · favoriti · cronologia
Social · fare domande · condividere esperienze · test&esiti
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Progettazione graďŹ ca | Editoria | Pandora Beta
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Si stampi chi può Abecedario di Retype
A cura di | Michele Colonna, Maria Rosaria Digregorio, Nino Perrone Lettere curate | C, J, Q, X Composizione tipografica | caratteri mobili in piombo e in legno. Carta | Fedrigoni Freelife Vellum White da 170 g/mq; copertina Fedrigoni Arcoprint Edizioni da 300 g/mq. Stampa | piano-cilindrica Albert Frankenthal automatica,1954; per la copertina: piano-cilindrica Arbizzoni, 1860.
Progettato, stampato e rilegato dal 22 al 25 giugno 2010 presso il Museo d’arte tipografica Portoghese di Altamura durante Retype, laboratorio di composizione tipografica con gli studenti dei corsi di progettazione grafica del Politecnico di Bari e dell’Università «La Sapienza» di Roma, con l’indispensabile supporto di Gennaro Zaccaria e Mimma Mercadante.
Vincoli di utilizzo per la composizione - una facciata del formato A4 per ciascuna lettera dell’abecedario; - 1 lettera grande in legno; - 1 cassa tipografica (unico carattere serif o sans, unico corpo) con cui comporre il testo della citazione; - 1 fregio o filetto o altro carattere extra; - 2 inchiostri (nero e rosso)
Edizioni | Torre di Nebbia Foto | Sara Tinelli
Progettazione grafica | Tipografia | Si stampi chi può
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Progettazione grafica | Tipografia | Si stampi chi può
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Progettazione grafica | Tipografia | Si stampi chi può
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Basta giocare! Adesso si fa sul serio.
Campagna elezioni studentesche del Politecnico di Bari http://www.facebook.com/linkpoliba/photos
Oggetto | Campagna elettorale elezioni studentesche Committente | Link Politecnico Anno | 2012 Caratteri | Dax Formato volume | 148 x 210 mm Formato cartoline | 105 x 148 mm Formato manifesto | 420 x 594 mm Formato santini | 210 x 100 mm Carta | Comune patinata e usomano in varie grammature, a seconda della diponibilità.
Link Politecnico , associazione studentesca, aveva in mente una campagna elettorale sostenibile. I vincoli progettuali maggiori erano dettati dalla necessità di stampare il più possibile “in casa” il materiale e di farsi spedire la restante parte da una tipografia estera online. I formati dei vari elementi sono stati scelti in base alla loro riproducibilità in una stampante comune come quella presente in associazione. I colori sono il rosso e il nero istituzionali di Link. L’interno del programma elettorale è stato stampato e poi fotocopiato in sede e unito alla copertina un pezzo alla volta.
Progettazione grafica | Comunicazione | Basta giocare! Adesso si fa sul serio.
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Progettazione graďŹ ca | Comunicazione | Basta giocare! Adesso si fa sul serio.
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Progettazione graďŹ ca | Comunicazione | Basta giocare! Adesso si fa sul serio.
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KNG
Progetto di identità di una casa editrice
Oggetto | Progetto di identità ed editoriale Docenti | Giannicola Baiardi, Vincenzo Schiraldi, Alessandro Tartaglia Anno | 2010 Insieme a | Leonardo Traversa, Paola Intini Collana curata | Saggi Caratteri | Mercury, United Formato volume | 140 x 210 cm
Il tema d’anno del corso di Progettazione grafica consisteva nello sviluppare l’identità di una casa editrice della quale venivano forniti solo il nome (Kerning) e alcune delle collane (Saggi, Romanzi e Fiabe) per le quali curare anche i layouts. L’idea che abbiamo voluto sviluppare è quella di una casa editrice da portare fieramente nel mondo. La casa editrice KNG riflette sull’idea che il libro debba essere un’esperienza soggetiva; il lettore una volta a contatto con l’oggetto libro non deve vedersi indirizzato verso un immaginario precostituito, chiuso e finito, deve piuttosto avere la possibilità di far diventare reale il suo immaginario
personale. Kerning è stato contratto in KNG il cui logo diventa la parola stessa. Ogni qual volta KNG appare è sempre fustellato. Le copertine della collana sono interamente fustellate. Nessuna informazione viene stampata. I dati non fustellabili (come il codice a barre) sono stampati su carta adesiva e poi applicati. Sul retro di ciascuna copertina c’è un pittogramma per il quale abbiamo studiato una griglia che permetta la creazione di pittogrammi potenzialmente infiniti. L’acquirente può trasferire col colore l’immagine del proprio libro, delle frasi eccetera combinando le copertine e tutti gli elementi del coordinato scatenando la sua immaginazione.
Progettazione grafica | Editoria | Comunicazione | Identità | KNG
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Concept
La casa editrice KNG riflette sull’idea che il libro debba essere un’esperienza soggetiva; il lettore una volta a contatto con l’oggetto-libro non deve vedersi indirizzato verso un immaginario precostituito, chiuso e finito, quanto piuttosto avere la possibilità di far diventare reale il suo immaginario personale. È per questo che la KNG vuole proporre un approccio differente all’oggetto-libro, che non si concluda nella semplice lettura, nello scambio unidirezionale di informazioni tra autore e fruitore. Sfogliare un libro KNG figurerà per il lettore l’occasione di vivere a trecentosessanta gradi l’esperienza della lettura, in quanto leggere sarà per lui come trasporre su un oggetto fisico la propria immaginazione. Tutto ciò si concretizza nella scelta di non utilizzare la stampa in tutti i manufatti che di primo impatto si presentano al fruitore, dalla copertina alle cartoline ai manifesti e così via. Questa scelta tecnica li trasforma in veri e propri diaframmi che non costringono mai verso un’unica visione. Lo stencil sulla copertina è ferita che permette di sbirciare nelle viscere del libro, oltrepassandone corruzioni
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e delizie (Farsi un libro,Bandinelli). Posato su altri supporti lascia liberi di leggere in maniera personale l’informazione: il concetto non è solo quello posto su carta diventa piuttosto quello che l’occhio e la mente vogliono percepire. In qualsiasi momento e luogo, a seconda delle mani di chi afferra il manufatto, la lettura avrà sempre un sapore e livelli di significato differenti. Un altro elemento fondamentale che riesce a rendere immediatamente riconoscibile la firma di KNG e la sua filosofia è la presenza di pittogrammi anch’essi stencilabili in quarta. Questi , oltre che aprire un’altra porta sul mondo del libro, diventano un diretto strumento del lettore, che ottiene il possesso di un nuovo linguaggio, dato dalla combinabilità dei pittogrammi. Essi partono da una griglia di esagoni e quindi la loro famiglia è di fatto un sistema aperto. Ogni volta che il lettore acquisterà un nuovo libro entrerà in possesso di un altro vocabolo e sarà in grado di sfruttarlo per poter scrivere da sé un nuovo racconto, il suo racconto. È possibile fare un parallelo tra il linguaggio derivato dall’utilizzo dei pittogrammi e le conoscenze che il lettore acquisisce man mano che legge un nuovo libro. Con i pittogrammi è possibile comunicare proprio questa arricchimento delle proprie esperienze. Esplicitandole su qualsiasi supporto, dalla maglietta
alla borsa, dai quaderni ai muri delle proprie stanze, sarà il lettore stesso a costruire l’immaginario, a creare una tribù che si riconosce grazie al linguaggio comune. KNG oltre che produrre fisicamente l’oggetto libro offre al lettore la possibilità di farsi produttore attraverso i mezzi offerti (dai pittogrammi delle copertine a quelli delle cartoline o dei biglietti da visita). La possibilità dell’autoproduzione è il segreto della riuscita di una diffusione virale dell’immaginario personale di ciascuno di noi declinato, però, attraverso i segni e i simboli propri della KNG. È lo stesso gadget autoprodotto a creare. “Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario; ma succede anche coi libri come con le altre cose: la fortuna nel cercarli è sprone a una maggiore avidità a possederne. Anzi coi libri si verifica un fatto singolarissimo: l’oro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall’elegante bardatura e le altre cose del genere, recano con sè un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante.„ Francesco Petrarca
Disegno degli adesivi e loro palette
Abbiamo progettato due famiglie di adesivi. La prima, che prende come riferimento il mondo del mercato, è utilizzata sulle sovracopertine per indicare il prezzo, la promozione dei titoli di una collana, le istruzioni sull’utilizzo dei pittogrammi, un’eventuale sconto sul prezzo (rappresentate a destra in senso orario).
Nel loro disegno è utilizzato il Farnham Text Regular o Italic Swash e filetti di 0,5 pt. La seconda, con adesivi di forma circolare, colorata secondo la palette, vengono utilizzati nelle applicazioni come poster o cartoline. In questi adesivi è utilizzato il Farnham Text Regular Italic inclinato di 13°.
Progettazione grafica | Editoria | Comunicazione | Identità | KNG
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Disegno dei pittogrammi e loro funzione L’elemento fondamentale è l’esagono. La griglia all’interno della quale si sviluppano i pittogrammi è composta da un quadrato 11 x 11 esagoni. I soggetti si ottengono per sottrazione di esagoni. Per le correzioni ottiche, soprattutto negli elementi curvi o obliqui, è possibile distaccarsi lievemente dalla griglia. Oggetti molto lineari e sottili vengono posti in diagonale, come nel caso della piuma, della matita o della bacchetta magica. I pittogrammi sono realizzati tramite i contorni e non per superfici piene, fatta eccezione per il disegno degli schermi, come nel caso della tv o del telefonino. Nella famiglia di pittogrammi sono riscontrabili dei sottogruppi: fiabe, tecnologia e segnaletica (divisi per righe nella rappresentazione a destra). I pittogrammi tecnologici possono rimanere come segni legati al tempo contemporaneo, diventandone simboli nel futuro. I pittogrammi (stenciabili), oltre che aprire un’altra porta sul mondo del libro, diventano un diretto strumento del lettore, che ottiene il possesso di un nuovo linguaggio, dato dalla combinabilità dei pittogrammi. Ogni volta che il lettore acquisterà un nuovo libro entrerà in possesso di un altro vocabolo e sarà in grado di sfruttarli per poter scrivere da sé un nuovo racconto, il suo racconto.
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Applicazioni
Progettazione grafica | Editoria | Comunicazione | Identità | KNG
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Collana editoriale Saggi La caratterizzazione del genere avviene utilizzando la variabile cromatica È infatti il colore a indicare qual’è il genere di saggio che stiamo acquistando. La palette della collana dei saggi è caratterizzata da sette colori legati ognuno a un genere. La scelta dell’immagine in copertina è legata al contenuto del libro. Una volta scelta l’immagine la si rende in bianco e nero nel caso sia colorata. Se l’originale bianco e nero o il risultato della cancellazione delle informazioni di colore danno come risultato un’immagine troppo scura, l’immagine va invertita per necessità di leggibilità. L’immagine è tagliata se verticale poichè solo la prima conterrà l’immagine mentre dorso e quarta sono campite con il colore pieno. Con la creazione di un livello con opacità 40% da sovrapporre all’immagine, otteniamo il risultato desiderato.
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Filosofia Pantone 485 c
Psicologia Pantone 716 c
Etica Pantone 123 c
Letteratura Pantone 485 c
Architettura Pantone 7467 c
Scienza Pantone 267 c
Progettazione grafica | Editoria | Comunicazione | Identità | KNG
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Send me your pillow
Oggetto | Cover e booklet interno di una compilation Anno | 2012 Caratteri | Helvetica Neuve, Call me maybe
Cover e booklet interno
Contrapposizione di caratteri dalla consistenza molto soffice. Le illustrazioni guidano nell’atmosfera romantica e malinconica o accaldata anche attraverso i colori, che indicizzano le tracce anche nel retro. La sovrapposizione delle tinte corrisponde a un’interferenza di vibrazioni musicali.
Progettazione grafica | Illustrazione | Send me your pillow
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Progettazione graďŹ ca | Illustrazione | Send me your pillow
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GAP
Progetto editoriale autoprodotto
Oggetto | Libricini autoprodotti Anno | 2010 Caratteri | Franklin Gothic Demi, Avenir LT Book Formato volume |
Gap è il varco, il passaggio, da uno stadio all’altro. Gap è anche il filo che ci tiene ancorati all’infanzia. Questi libricini autoprodotti, rilegati a mano, raccolgono racconti e poesie per bambini diventati adulti. La favola è sempre priva di morale e di precetti. Invita a liberarcì delle sovrastrutture e a ricordarci della parte più pura di noi.
Progettazione grafica | Editoria | Gap
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Progettazione graďŹ ca | Editoria | Gap
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Restare a galla. Perdersi e ritrovarsi in città.
Oggetto | Elaborato finale del Workshop Docenti | Luigi Farrauto Anno | 2010 Insieme a | Francesco De Chirico, Vincenzo Maselli, Francesco Stufano, , Sara Timeo, Sara Tinelli Tecnica | Collage su carta, pennarelli, resti di frutta, verdura e altri oggetti non meglio identificati.
Foto | Sara Tinelli, Orlando Lacarbonara
Workshop
“Il graphic design come supporto all’orientamento spaziale. Dalle segnaletiche alle mappe mentali, dalla rappresentazione dello spazio alla visualizzazione del senso.” Siamo stati invitati, in gruppi di sei o sette persone, a scegliere una zona di Bari e a crearne una mappa in maniera non convenzionale. La zona che abbiamo scelto è quella della Chiesa Russa, in particolare di via Montegrappa, nel quartiere San Pasquale. Nel 2010 su quella strada si teneva il mercato rionale. Abbiamo tracciato una mappa fatta di odori, colori e consistenze. Ognuno di noi ha percorso autonomamente la strada e ha raccolto sensazioni e oggetti
che fisicamente gli sembravano significativi. Tornati in sede abbiamo elaborato un< mappa multisensoriale servendoci di carte e residui differenti per individuare le zone del mercato e una serie di pittogrammi disegnati per l’occasione. Parte della mappa era anche il tracciato dei percorsi individuali anche sulla base del tempo trascorso in ciascuna zona e le differenze di sensazione individuate da ciascuno dei membri del ostro ngruppo.
Progettazione grafica | Infografica | Restare a galla. Perdersi e ritrovarsi in città.
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Progettazione grafica | Infografica | Restare a galla. Perdersi e ritrovarsi in città.
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Dattò
Disegno analogico di un carattere
Oggetto | Progetto di un carattere creato interamente a mano Docenti | Giannicola Baiardi, Mariarosaria Di Gregorio, Luisa Lapacciana, Vincenzo Schiraldi Anno | 2009 Tecnica | Dito su carta
Il design non può prescindere dalla materia e il segno non può prescindere dallo strumento. Il progetto un carattere monospaziato in maniera analogica, seguendo una griglia fornita in classe,, era così strettamente legato allo strumento che avremmo scelto per tracciare i glifi. La mia scelta di usare le dita è stata dettata dalla voglia di ritrovare la gestualità infantile del mettere le mani nel colore. Il risultato è un carattere rounded utilizzabile mediante fotocopia, taglia e incolla.
Progettazione grafica | Tipografia | Dattò
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Progettazione grafica | Tipografia | Dattò
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Segnali di pace
Stencil amorosi
Oggetto | Famiglia di pittogrammi raffiguranti una nuova segnaletica stradale (12 pittogrammi) Docenti | Giannicola Baiardi, Mariarosaria Di Gregorio, Luisa Lapacciana, Vincenzo Schiraldi Anno | 2009
Il compito era disegnare una famiglia di pittogrammi stencil e realizzarli su un materiale resistente e allo stesso tempo facile da ritagliare.
Strumenti | Carta, pennarelli, taglierino, bomboletta spray
oggetto scrivente, taglierino/ forbici e supporto materico. I disegni dovevano essere fatti a mano libera senza l’aiuto né di computer né di compassi, righe e righelli.
I messaggi, in totale dodici, che avrebbero costituito una nuova famiglia di segnali stradali, erano inviti a fare o non fare qualcosa.
Formato | 120 x 120 mm Vincoli progettuali I pittogrammi dovevano occupare un’area massima di 120 x 120 mm l’uno. Unici strumenti ammessi: pennarelli, matite o qualsiasi
Progettazione grafica | Illustrazione | Segnali di pace
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Progettazione graďŹ ca | Illustrazione | Segnali di pace
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Coanda Bollitore
Oggetto | Bollitore in acciaio inossidabile cromato Fischio in plastica termoindurente Docente | Roberto Perris Anno | 2009
Il primo laboratorio di Disegno Industriale, guidato dal Professor Roberto Perris, ha avuto come oggetto la progettazione di un oggetto industriale semplice, come un bollitore, una caffettiera o una maniglia. Per il mio progetto ho voluto utilizzare forme prime e pure, capaci di evocare un immaginario di perfezione platonica. Coanda è quel che resta della sottrazione di una sfera più grande da una più piccola. Il manico è dato dall’intersezione fra due piani perpendicolari al piano e una sfera con un offset sufficiente a evitare di scottarsi con la superficie del bollitore. Il coperchio a baionetta è anch’esso parte di una sfera e risulta invisibile nella vista
laterale. Il tappo in materiale plastico termoindurente è in continuità alla forma conica del beccuccio per versare. La superficie inferiore del bollitore, quella che sarà a contatto con la fonte di calore, è ampliata da alcuni rilievi che migliorano la capacità di portare velocemente a ebollizione l’acqua,
Disegno Industriale | Bollitore | Coanda
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r= 240
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La superficie perfettamente sferica e la forma pura, punto di partenza del mio progetto, mi hanno fatto venire in mente l’effetto Coanda. Le magie più impensabili si celano dietro le cose apparentemente più semplici.
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Perché Coanda
“L’effetto Coandă è la tendenza di un getto di fluido a seguire il contorno di una superficie vicina. Il fenomeno deve il suo nome al pioniere dell’aerodinamica rumeno Henri Coandă che, sebbene non il primo ad osservare tale effetto, brevettò nel 1936 prima in Francia e poi negli Stati Uniti alcuni strumenti che ne sfruttavano la proprietà di deviare un getto.„*
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*fonte: Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/
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scala 1:5
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15
40
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5
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4
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r= 50
scala 1:2
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Disegno Industriale | Bollitore | Coanda
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Zorn 2
Rubinetto da cucina
Oggetto | Rubinetto da cucina Docente | Roberto Perris Anno | 2009
Il primo laboratorio di Disegno Industriale, guidato dal Professor Roberto Perris, ha avuto come oggetto la progettazione di rubinetteria. Ho deciso di occuparmi del rubinetto da cucina per esplorare la multifunzionalità di un oggetto di uso quotidiano. 2-Zorn nasce dopo numerosi tentativi di integrare a un rubientto da cuna uno spazzolino estraibile. Il getto d’acqua doveva essere variamente indirizzabile anche dal tubo principale, quindi la testa di 2-Zorn si spezza e ruota per rispondere a questa esigenza. La manopola del miscelatore calibra automaticamente acqua calda e fredda. Un comando sul corpo che ospita proprio l’impianto di miscelazione
permette di spostare il getto d’acqua dal tubo principale allo spazzolino. Il corpo base, collegato a una semplice piastra, permette di ancorare il rubinetto a parete per avere una posizione più alta. Il profilo a Z risponde alla volontà di non spezzare le linee che congiungono gli elementi del progetto.
Disegno Industriale | Rubinetteria | 2-Zorn
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75 125
50 180
18
260
260
12
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220 95
85 17
40
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Profilo e particolare dello spazzolino in scala 1:2. Viste prospettiche in scala 1:5 Ancora una volta la mia ricerca è andata in una direzione di forte geometricità e sintesi. Il nome è un omaggio a John Zorn e ai Masada, colonna sonora delle ore dedicate al progetto..
Disegno Industriale | Rubinetteria | 2-Zorn
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Trettré
Seduta
Oggetto | Seduta da conversazione Docente | Annalisa Di Roma, Marcella Marrone Anno | 2010
Il primo laboratorio di Arredamento ha avuto come oggetto di ricerca la seduta. Il vincolo progettuale era la scelta del materiale, legno in tutte le sue parti, e il tentativo di rendere la seduta stabile senza l’uso di colle o elementi metallici. Trettré nasce ispirata dal design scandinavo, essenziale, scarno e proprio per questo poetico e immaginifico. Nasce come processo di sottrazione di elementi per arrivare all’ossatura minima e sintetica della sedia. Lo schienale è caduto, al suo posto resta solo la struttura che avrebbe dovuto sorreggerlo. Tre gambe perché tre elementi sono il minimo indispensabile
Arredamento | Seduta | Trettré
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45
83
R6.0
R10.0
52
R44.0
R41.0
43
R9.0
R9.5
55
R7.5
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scala 1:20
R6.0
R6.0
La sezione degli elementi tubolari è ìvariavile. Si fa più spessa nei punti cruciali nei quali l’incastro tenone mortasa richieda maggiore spessore. scala 1:10
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“Valet” o“Bachelor’s” chair Progettata da Hans J. Wegner nel 1953.
Processo preliminare al progetto è stata la ricerca di modelli formali di riferimento e il ridisegno bidimensionale e tridimensionale delle sedute di design dalle quali trarre insegnamento e ispirazione. Il mio sguardo è stato catturato dal design scandinavo e in particolare dalla Bachelor Chair. L’apparente impossibilità di un equilibrio stabile su tre gambe e l’ipressione di sedersi sull’ossatura pura della sedia sono stati la molla per il progetto di Trettré. Ho spinto la ricerca dell’ossatura eliminando la spalliera e lasciando solo gli elementi che avrebbero dovuto sostenerla.
Arredamento | Seduta | TrettrĂŠ
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Respa
Scala
Oggetto | Scala Docente | Rocco Mele, Giuseppe Lovino Anno | 2011
Per il secondo laboratorio di Arredamento ci è stato chiesto di progettare una scala per un ambiente ben specifico del quale ci venivano forniti pianta e prospetto. Il mio ambiente era un ampio salone con volta a stella, aperta sui due lati interni, attorno alla quale correvano due corridoi molto stretti. Proprio in uno di questi corridoi sarebbe stata posizionata la mia scala, con l’esigenza di superare un’altezza importante in uno spazio angusto. Le problematiche erano di due ordini: il dialogo fra la scala e l’importante architettura interna e, non ultima, la luce. Per questo ho deciso di studiare una struttura leggera ma che non avesse la pretesa di risultare
invisibile e priva di carattere. Per cercare ispirazione sono andata per le strade della vecchia Molfetta e ho trovato interessanti le strutture di sostegno fra i palazzi. Da qui nasce Respa (antico nome di Molfetta), una scala sottile che lascia penetrare la luce da ogni direzione, che si affaccia sulla volta a stella come un intervento secondario di recupero.
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Letizia Cannerozzi Portfolio 2008-2012
Gli schizzi preliminari erano rivolti allo studio dell’ambiente nel quale sarebbe stata costruita la scala. Si trattava di uno stretto corridoiio a ridosso di una meravigliosa e altissima volta a stella. La questione che mi sembrava più importante era quella della luce. La parete verso la quale la scala si sarebbe sviluppata aveva una lunga finestra e chiuderla con una struttura imponente avrebbe voluto dire privare uno spazio già di per sé angusto di luce. L’altra questione era sicuramente il dialogo fra la scala e la volta a stella. Anche qui la scelta è stata di andare il più possibile in
sottrazione per non chiudere la luminosità. L’ispirazione è venuta dalle strade della vecchia Molfetta, in provincia di Bari, dove ho vissuto durante gli anni di università. Le strutture di legno che sorreggono le case vecchie e pericolanti mi sembravano perfette: non nasconodono l’architettura che sorreggono ma non hanno la falsa pretesa di risultare invisibili: si sovrappongono e diventano parte integrante del disegno della città.
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