Nothing is real

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NOTHING IS REAL



In ricordo di Adelina Alet Spallino 1937 - 2020



“Nothing is real and nothing to get hung about” The Beatles, Strawberry Fields Forever, 1967



LA BELLEZZA È UN DONO

In occasione di Bellezze Interiori 2020 lo studio accoglie i visitatori del giardino sulle mura di via Volta 66 a Como con una mostra di fotogiornalismo. Nothing is real è un percorso a più voci, nel quale cinque autori internazionali si alternano a cinque autori comaschi sul tema della rappresentazione fotografica e della sua percezione. Le grandi tematiche delle migrazioni, dell’inquinamento e del futuro delle generazioni a venire sono colte con luci e colori divergenti e distanti. La scommessa è quella di mostrare che nel gioco complesso delle interpretazioni le immagini più lontane ritraggono problematiche a noi prossime, e viceversa. Accomuna queste fotografie la bellezza, un dono la cui forza sta nella condivisione. Lorenzo Spallino | Studio Legale Spallino



NOTHING IS REAL

Dichiarare “Niente è reale” a proposito di una mostra di fotografia potrebbe sembrare stravagante o, forse ancora di più, irrazionale. Siamo tut convinti che la fotografia sia lo strumento più sicuro per raccontare la realtà delle cose o di un evento. Per certi versi e fino ad un certo punto questo è vero. Non però quando parliamo, come in questa occasione, di fotogiornalismo, quel giornalismo, cioè, che con una o più immagini racconta un fatto o una situazione. La fotografia, si sa, può essere più incisiva di tante parole. Ripensando al passato ci sono molte immagini che lo possono testimoniare, come quella scattata l’8 giugno 1972 in Vietnam dal fotografo Nick Ut dell’Associated Press che riprende Kim Phuc, una ragazzina nuda che, assieme ad altri bambini terrorizzati, si allontana correndo dal luogo dell’esplosione di bombe al napalm che l’hanno diffusamente ustionata. Un’immagine che rende la tragedia della guerra non attraverso le macerie e le distruzioni, ma nelle conseguenze per la popolazione civile e i bambini in particolare.


Il fotogiornalista seleziona un frame, un fotogramma della storia che gli scorre davanti raccogliendo in quel racconto istantaneo ciò che più lo investe emotivamente per renderne percepibili le problematiche implicite. Il valore di quel frame colpirà il fruitore, in positivo o in negativo, quanto più esso sarà partecipato dal fotografo. L’immagine, quindi, che diventerà notizia non sarà semplicemente e assolutamente il risultato di uno scatto, ma, in modo più o meno intenso, frutto di pensiero e di sentimento. Il vero fotogiornalista rappresenta quindi una realtà sua, condizionata dal suo approccio alla situazione, un approccio che può essere istintivo, frutto del suo modo di pensare, delle sue esperienze, della sua cultura delle relazioni e quindi della sua empatia con le persone e, perché no?, della sua condizione psico-fisica. Ne deriva che egli rappresenta non la verità di quel momento, ma una parziale e personale lettura di essa, che abitualmente si concentra su un dettaglio della ampia possibilità conoscitiva che gli sta intorno.


Ma non finisce qui, perché, come in tutte le arti vere, il valore della proposta si perfeziona – e si compie – nella risposta che ne darà chi incontrando quell’immagine andrà oltre l’immediatezza della visione e si lascerà coinvolgere a modo suo (cuore e mente) dalle sollecitazioni che ne promanano. Luigi Cavadini



IMMAGINI


GIN ANGRI Luna Luna è giunto dal Senegal in Italia 25 anni fa. Dopo aver lavorato parecchi anni in alberghi, il destino lo ha portato ad entrare a far parte dell’esercito degli invisibili, dei dimenticati. Prima dello scatenarsi del Coronavirus viveva sotto il portico della chiesa di San Francesco a Como. Como, ex chiesa di San Francesco, novembre 2018

Proprietà dell’autore, unlimited, 50 x 87 cm



SIMONE BECCHETTI

#COMOSIAMONOI Il progetto racconta di persone di diverse nazionalità contestualizzate nell’ambiente urbano in cui vivono. Le fotografie affrontano temi quali immigrazione e integrazione con un approccio metafisico, considerando le persone non per la riconoscibilità dei trat somatici, ma per l’essere prima di tutto umani. Progetto sviluppato a Como in collaborazione con il colletvo Comodistrict. Como, luglio 2016

Collezione Spallino, unlimited, cm 94 x 65 cm



VICTOR DRAGONETTI

Joker Conosciuto come Joker, un artista di strada si esibisce nel centro di San Paolo durante il carnevale. Questa fotografia fa parte del progetto Vida Posa Morte. San Paolo, Brasile, 2017

Collezione Spallino, limited 1/6, 100 x 67 cm



EBA KHAMIS

Black Birds Jochen (71) e Mohamed (21) (nomi di fantasia) siedono nel parco del Tiergarten, a Berlino. In Germania la prostituzione tra adulti consenzienti è legale e le organizzazioni benefiche segnalano un aumento del numero di giovani migranti che vi si dedicano. Il governo dà priorità all’assistenza ai rifugiati dai paesi in guerra; per chi chiede asilo da altri paesi i documenti richiedono più tempo. Nel frattempo, non è permesso lavorare o frequentare scuole. La mancanza di opportunità spinge spesso i giovani a prostituirsi, a volte per finanziare la dipendenza da eroina. Mohamed ora lavora in un bar gay e sta abbandonando l’eroina. Non è gay e Jochen lo sa, ma stare con Jochen era una delle opzioni meno dannose che aveva nella vita. Tiergarten, Berlino, luglio 2018

Collezione Spallino, limited 1/8, 75 x 50 cm



CARLO POZZONI

Il quarto stato albanese ll 26 aprile 2000, Claudio Hoxha, un bambino di 8 anni di origine albanese, scompare dal cortile di casa a Mariano Comense, in provincia di Como, dove si trovava con altri tre amici. Il fu corpo fu ritrovato in un bosco dopo tre giorni di ricerche. Fu Michele, un ragazzo di 17 anni che giocava a pallone con Claudio, a rivelare il posto in cui lo aveva strangolato. Ritenuto seminfermo di mente e socialmente pericoloso, Michele fu condannato a sette anni di carcere. La comunità albanese si aspettava che Sami, il padre di Claudio, avrebbe applicato la legge del Kanun, il diritto consuetudinario albanese, secondo cui «se ammazzi, t’ammazzo». Molti si aspettavano la vendetta, ma fu Sami a invocare calma e giustizia dinanzi alla bara bianca del figlio. Como, maggio 2000

Proprietà dell’autore, unlimited, 60 x 40 cm



CAROLINA RAPEZZI

Burning Dreams Rashida, originaria del Nord del Ghana, aspetta di vendere acqua ai lavoratori della discarica di Agbogbloshie, nell’area di combustione in cui elettrodomestici, apparecchi elettronici e cavi vengono bruciati per ricavare materie prime come rame e alluminio. Giovani donne come Rashida vendono principalmente bevande e sacchet di acqua purificata, solitamente utilizzati nelle aree di combustione per spegnere il fuoco e raffreddare il rame. Il progetto Burning Dreams si concentra su storie relative all’inquinamento, con un focus sullo smaltimento dei rifiuti elettronici. I lavoratori di queste aree, arrivati ad Accra in cerca di migliori opportunità lavorative, appartengono per lo più al nord del Ghana o a paesi vicini. Accra, Ghana, novembre 2018

Collezione Spallino, limited 1/10, 100 x 66 cm



DIEGO IBARRA SANCHEZ

Hijacked Education Yelena Shevel, 10 anni, che sogna di diventare veterinaria, impara a indossare una maschera antigas durante l’allenamento al LIDER, un campo estivo nella periferia di Kiev, in Ucraina. Secondo quanto lei afferma, «è importante difendere la nostra patria perché se non lo facciamo, allora la Russia catturerà l’Ucraina e diventeremo la Russia» e allora «non saremo più in grado di parlare, leggere e scrivere ucraino». Hijacked Education è un progetto in corso a lungo termine iniziato in Pakistan nel 2009 dopo la fine del regime di Mula FM nella Swat Valley. Lo scopo è quello di mostrare come violenza, estremismo, intolleranza e paura stiano spazzando via il futuro di un’intera generazione composta da migliaia di bambini. Kiev, Ucraina, luglio 2018

Collezione Spallino, limited 1/5, 100 x 66,5 cm



FILIPPO TADDEI

The Game Tut i giorni in centinaia riempiono lo zaino con il minimo indispensabile per affrontare il gioco, «The Game» lo chiamano, perché si può vincere o perdere oppure forse solo per sdrammatizzare. Chi non ha due o tremila euro per pagare un trafficante, scruta le mappe satellitari alla ricerca dei sentieri sconosciuti e più nascosti. Cellulare alla mano percorrono dai quattro ai dodici giorni di cammino dalla Bosnia alla Slovenia. In pochissimi riescono nell’impresa perché la polizia setaccia ogni metro di confine, giorno e notte, e così di punto in bianco ci si ritrova di nuovo al punto di partenza, senza cellulare, soldi e vestiti. Magari con qualche livido in più. I ragazzi e l’autore della foto sono stati scoperti e arrestati dalla polizia di frontiera. Confine Croazia-Slovenia – 2018

Proprietà dell’autore, unlimited, 70 x 50 cm



DANILA TKACHENKO

Transition Age n. 10, 2012 Il progetto Transition age esplora lo stato interiore degli individui nel periodo tra la fine dell’infanzia e il passaggio all’età adulta. Le prime delusioni sradicano gradualmente la spontaneità dei bambini e la loro capacità nativa di relazionarsi fra loro e con la società. Il formarsi di una sensazione di dualità e inferiorità, la perdita di contatto con sé stessi e con gli altri, fanno indossare maschere. A poco a poco l’infanzia, con tutte le sue immagini e mondi magici, è avvolta dalla nebbia e appare ridicola e superflua. Russia, 2012

Collezione Spallino, limited 1/6, 60 x 50 cm



MATTIA VACCA

Primary education in rural China L’istruzione primaria e secondaria in Cina è sempre gratuita, tuttavia gli studenti devono pagare le spese scolastiche per libri di testo e quaderni. Queste spese non sono indifferenti per le famiglie rurali a basso reddito. Alcune famiglie sono costrette a prendere in prestito denaro per consentire ai propri figli di ricevere un’istruzione, altrimenti devono chiedere ai bambini di interrompere gli studi. Lo stato fornisce libri di testo gratuiti e sussidi unicamente agli studenti poveri che soggiornano nelle scuole. In un paese con uno sviluppo sbilanciato tra urbano e rurale non è facile fornire le stesse risorse educative per tut. Scuola elementare di Baiyang, Prefettura di Lincang, Yunnan, China, 2011

Proprietà dell’autore, unlimited, 90 x 60 cm




AUTORI


GIN ANGRI (ITALIA, 1949) Dal 1982, per dieci anni, ha lavorato in Mozambico, prima come responsabile del Centro di Formazione Fotografica, e in seguito all’Istituto di Comunicazione Sociale di Maputo. Ha realizzato reportages nell’ex Jugoslavia, e in Somalia. Nel 2008 ha pubblicato Le Stagioni del San Martino, raccolta di dieci anni di lavoro fotografico, prima e dopo la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Como. Dal 2010 dirige il periodico Oltre il Giardino, la cui redazione è costituita da utenti del centro diurno malate mentali di Como. Nel 2018 ha realizzato la mostra Donne cancellate, risultato di un lavoro di ricerca sul materiale dell’archivio dell’ex ospedale psichiatrico.

SIMONE BECCHETTI (ITALIA, 1983) Fotografo professionista dal 2010 al 2019 specializzato in lifestyle, ritratstica e foto di architettura. Vive e lavora a Milano, con soggiorni tra New York e Tokyo. Ha affiancato all’atvità commerciale quella più personale di ricerca, soprattutto ispirato dal misticismo orientale, dalla fisica moderna e dalla sociologia. Tra i temi preferiti i confini, frontiere tra il vero e l’immaginario, e l’instabilità tra il certo e il possibile.


VICTOR DRAGONETTI (Brasile, 1991) Appartiene alla nuova generazione di fotoreporter brasiliani ed è diventato noto per il suo lavoro alle dimostrazioni del giugno 2013 a San Paolo. È stato finalista all’Esso Award 2013 con due opere dagli scontri nelle strade. Il lavoro In Process 2013 è stato premiato da Year of Photography.

HEBA KHAMIS (Egitto, 1988) Ricercatrice visiva indipendente, è una fotografa di fama internazionale che si è dedicata alle questioni sociali legate al corpo, come le pratiche di stiratura del seno in Camerun e la prostituzione dei giovani rifugiati in Germania provenienti da paesi non in guerra. Nel 2018 e nel 2019 i suoi proget, tra cui l’immagine esposta tratta dal progetto Black Birds, sono stati premiati al World Press Photo. Tra gli altri premi internazionali vinti, il PHmuseum e il Ian Parry Awards.


CAROLINA RAPEZZI (Italia, 1986) Fotografa italiana con base a Londra, si concentra su proget a lungo termine riguardanti questioni sociali, umanitarie e ambientali in Europa e Africa occidentale. Ha coperto la crisi dei rifugiati in Sicilia, in Italia e Calais, in Francia, le proteste politiche a Londra e le storie di migrazione in Ghana. Ha vinto il 1° posto, singola immagine, nel LensCulture Art Photography Award nel 2019 e nel Magenta Foundation Flash Forward 2019 award. Finalista al Sony World Photography Awards 2020 con l’immagine esposta.

CARLO POZZONI (Italia, 1952) Fotografo comasco, ha collaborato con l’Istituto Geografico De Agostini e diverse riviste italiane (Sipario, Bell’Italia, Weekend Viaggi, Dove, Ville Giardini, Interni, l’Espresso). Dal 2007 ha avviato una casa editrice che conta su un catalogo il cui comune denominatore è la città di Como, la sua storia e la sua cultura. Diverse le mostre fotografiche organizzate, tra cui quella dedicata immagini di scena di Angelo Novi (2014) e L’uomo nel paesaggio (2015), colletva di artisti italiani e internazionali contemporanei.


DIEGO IBARRA SÁNCHEZ (Spagna, 1982) Co-fondatore di MeMo, è un fotografo documentarista con base in Libano. Ha ricevuto il premio umanitario AECID Juan Bartolomé, il premio FINI dell’Università Messicana, il premio Aragón Journalism Association, due menzioni d’onore alla National Press Photographers Association (NPPA), il primo posto agli International Photographic Awards (IPA) e il premio spagnolo Human Right con MeMo. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo.

FILIPPO TADDEI (Italia, 1990) Fotografo e videomaker indipendente. Dopo la laurea in Scienze politiche e delle relazioni internazionali ha lavorato un anno in Peru dove ha iniziato a dedicarsi alla fotografia e alla produzione video. Affianca alla produzione commerciale, proget personali o commissionati di carattere giornalistico e documentaristico.


DANILA TKACHENKO (Russia, 1989) Artista visuale che lavora con il mezzo fotografico, nel 2014 ha vinto un primo premio al World Press Photo nella categoria “ritrat” per la sua serie intitolata Escape, dedicato alle persone che si sono ritirate dalla società per vivere come eremiti in natura. La sua serie Restricted Areas, che documenta installazioni militari russe abbandonate, ha vinto l’European Publishers Award for Photography nel 2015. Le opere di Tkachenko sono incluse nella collezione permanente del Museo privato Salsali.

MATTIA VACCA (Italia, 1978) Fotogiornalista e fotografo documentarista. Lavora a diversi proget personali incentrati su problematiche sociali e sulle conseguenze della guerra. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui Sony World Photography Awards, Royal Photographic Society Awards, Unesco Humanity Photo Awards, New York Photo Awards, Renaissance Prize, Paris Photography Prize. Le sue fotografie sono state esposte in gallerie e festival in tutto il mondo.



Festival Bellezze Interiori Como, 19/20 settembre 2020 Studio Legale Spallino Via Volta 66, Como - Italia

Progetto grafico e impaginazione Alice Fattorini - BonBonDesign Stampa Centro Stampa Digitalprint - Rimini Tut i dirit riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, interamente o in parte, memorizzata o inserita in un sistema di ricerca delle informazioni o trasmessa in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo (elettronico o meccanico, in fotocopia o altro), senza il previo consenso scritto dell’editore. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare nonchè per eventuali, involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Finito di stampare: settembre 2020


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