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Sul trasferimento forzato degli Indiani Andrew Jackson

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Cineteca

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Sul trasferimento forzato degli Indiani

Andrew Jackson, Discorso al Congresso, 6 dicembre 1830

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Sono felice di annunciare al Congresso che la politica benevola perseguita dal governo per la rimozione forzata degli Indiani sta per ottenere gli effetti auspicati. Due importanti tribù hanno accettato gli accordi definiti all'ultima seduta del Congresso e abbiamo buoni motivi per credere che il loro esempio indurrà le altre tribù ad accettare gli stessi vantaggi. Questa misura avrà effetti positivi per gli Stati Uniti, per i singoli stati e per gli stessi Indiani. I vantaggi economici che ne otterremo sono quelli meno importanti. Questa misura eliminerà tutti i motivi di contrasto fra le autorità statali e federali sul problema degli Indiani. Consentirà a una popolazione numerosa e civilizzata di occupare vasti territori che ora sono occupati da pochi cacciatori selvaggi. Permettendo ai bianchi di occupare tutte le terre situate fra il Tennessee e la Louisiana rafforzerà notevolmente la frontiera sudoccidentale e permetterà agli stati adiacenti di respingere autonomamente gli attacchi futuri. Libererà l'intero Mississippi e l'Alabama occidentale dalla presenza indiana e permetterà a questi stati di divenire velocemente più ricchi, più popolosi e più forti. Eviterà che gli Indiani restino a diretto contatto con le zone abitante da bianchi, li sottrarrà al potere degli stati e consentirà loro di perseguire la felicità con le loro istituzioni primitive. Ritarderà il declino che li sta decimando e forse fara sì che, sotto la protezione del governo, abbandonino le loro usanze selvagge e diventino una comunità di cristiani civilizzati. Chi potrebbe preferire un paese coperto di foreste e abitato da poche migliaia di selvaggi alla nostra bella repubblica, fatta di città, villaggi e fattorie, arricchita dal progresso artistico e industriale, occupata da 12 milioni di persone felici, libere, civili e cristiane?

Questa misura governativa è la semplice prosecuzione di un processo già in atto. Le tribù che occupavano il territorio degli odierni stati orientali sono state annientate o sono scomparse lentamente per fare spazio ai bianchi. Le grandi masse che avanzano verso ovest portano con sé la civiltà. Adesso noi vogliamo acquisire le terre occupate dagli uomini rossi con uno scambio equo e trasferirli in una terra dove possano sopravvivere, e magari vivere per sempre. Certo, per loro sarà doloroso lasciare le terre dove sono sepolti gli antenati, ma non è lo stesso che hanno fatto i nostri avi o che stanno facendo i nostri figli? Anche i nostri padri hanno lasciato tutto quello che avevano caro per cercare miglior fortuna in una terra sconosciuta. Ogni anno migliaia dei nostri bambini lasciano la terra natale per regioni lontane. Forse che l'intera umanità piange per questi giovani cuori che si separano da tutto quello che hanno? No di certo. Anzi, è fonte di gioia sapere che il nostro paese offre alla sua giovane popolazione gli strumenti per sviluppare nel modo migliore le proprie potenzialità fisiche, mentali ed economiche. Queste persone affrontano viaggi lunghi e rischiosi, comprano le terre che occupano e lavorano duramente per sopravvivere.

Vi sembra davvero crudele un governo che offre all'indiano un territorio nuovo ed esteso, paga le spese del suo trasferimento, lo sostiene per un anno in questa nuova dimora, quando lui, per motivi che non dipendono da noi, non accetta di buon grado tutto questo? Quanti bianchi accetterebbero la stessa proposta! Se questa opportunità fosse offerta a loro, la accoglierebbero certamente con gioia e riconoscenza.

Forse che un selvaggio nomade è più attaccato alla propria terra del cristiano civilizzato e stanziale? Forse che per lui è più doloroso abbandonare la terra degli avi? L'atteggiamento del governo nei confronti dell'uomo rosso non è soltanto liberale, ma generoso. Lui non è disposto a sottomettersi alle nostre leggi e a mescolarsi con la nostra gente. Per dargli un'alternativa e per salvarlo dall'estinzione, quindi, il governo federale gli offre gentilmente una nuova casa ed è disposto a pagare le spese dell'intera operazione.

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