"Neuroscienze Anemos" Ott-Dic 2014. Anno IV n. 15

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ISSN 2281-0994

Trimestrale culturale a diffusione gratuita - Ott-Dic 2014 ♦ anno IV - numero 15

Anemos neuroscienze

Trimestrale INTERDISCIPLINARE PER L'INTEGRAZIONE TRA NEUROSCIENZE E ALTRE DISCIPLINE

PENSIERO AL FEMMINILE

PSICOLOGIA E SOCIETà

sesso e web

Nadine Gordimer

Sessualità e internet, tra realtà e finzione

Scrittrice sudafricana, premio Nobel per la Letteratura

PSICOLOGIA

sESSUALITà E HANDICAP

Il diritto alla dimensione affettiva e sessuale

Il cervello erotico

La sessualità tra biologia, psicologia e filosofia

Filosofia

Cinema e psicologia

Michel Foucault: la sessualità, oggetto di processi di controllo e repressione

Il voyeurismo in "Exotica" di Atom Egoyan

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CENTRO DI NEUROSCIENZE ANEMOS Direttore sanitario: Dott. Marco Ruini

PSICOLOGIA CLINICA Psicodiagnosi (Dott.ssa Laura Torricelli) Psicoterapia di coppia e famigliare (Dott Federico Gasparini) Psicotraumatologia e EMDR (Dott.ssa Federica Maldini) Mindfulness (Dott.ssa Laura Torricelli) Psicopatologia dell'apprendimento (Dott.ssa Enrica Giaroli) NEUROPSICOLOGIA ADULTI

(Dott.ssa Caterina Barletta Rodolfi, Dott. Federico Gasparini)

NEUROPSICOLOGIA dello SVILUPPO (Dott.ssa Lisa Faietti, Dott.ssa Linda Iotti) AREA DI PSICHIATRIA Dott. Giuseppe Cupello Dott. Raffaele Bertolini

AREA DI OCULISTICA Dott. Valeriano Gilioli Dott. Vicenzo Vittici

SERVIZIO DI NEUROCHIRURGIA Dr. Marco Ruini: Responsabile Dr. Marco Ruini: Neurochirurgo, Patologia del rachide e cerebrale Dr. Andrea Veroni: Neurochirurgo, Patologia del rachide nell’anziano Dr. Andrea Seghedoni: Neurochirurgo, Instabilità del rachide Dr. Giampiero Muggianu: Neurochirurgo, Patologia del rachide e cerebrale

Collaborazioni Dr. Ignazio Borghesi, Neurochirurgo Prof. Vitaliano Nizzoli, Neurochirurgo Prof. Lorenzo Genitori, Neurochirurgia Pediatrica Dr. Bruno Zanotti, Neurochirurgo SERVIZIO DI TERAPIA ANTALGICA

Dr. Ezio Gulli, Anestesista, terapia infiltrativa Dr. Andrea Veroni, Neurochirurgo, terapia infiltrativa

SERVIZIO DI RIABILITAZIONE E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE Dr. Aurelio Giavatto, Manipolazioni viscerali Dr. Nicolas Negrete, Fisioterapista Dott.ssa Maela Grassi, Osteopata SERVIZIO DI NEUROLOGIA E DI NEUROFISIOLOGIA Dr. Mario Baratti, Neurologo, Elettromiografia e Potenziali evocati Dott. Devetak Massimiliano, Neurologo, doppler tronchi sovraortici e transcranico Dr.ssa Daniela Monaco, Neurologia, Doppler transcranico per Parkinson

ANEMOS | Centro Servizi di Neuroscienze Poliambulatorio Medico | Libera Università | Ass. Culturale Via Meuccio Ruini, 6 | 42124 Reggio Emilia tel. 0522 922052 | Fax 0522 517538 | www.anemoscns.it info@anemoscns.it | www.associazioneanemos.org

Centro di riferimento: Centro di Neuroscienze Anemos, Reggio Emilia. Centri Ospedalieri per la Neurochirurgia del rachide e le tecniche mininvasive: Casa di Cura Salus Hospital (Re), Ospedale di Suzzara (Mn), Casa di Cura San Clemente (Mn), Casa di Cura Villa Maria Cecilia di Cotignola (Ra). Ambulatori: Reggio Emilia, Correggio, Suzzara, Poggio Rusco, Mantova, Carpi, Modena, Fiorenzuola, Olbia e Agrigento.


Anemos neuroscienze

Ott-Dic 2014 | anno IV - numero 15

Editoriale

Perchè parlare di sessualità?

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a sessualità non è solamente una delle “ossessioni” mediatiche del nostro tempo (e forse di tutti i tempi), ma è una dimensione biologica e relazionale fondamentale del nostro vivere. D'altra parte Homo sapiens si riproduce attraverso i meccanismi della sessualità e senza di essi, almeno allo stato attuale delle conoscenze e delle pratiche mediche, saremmo destinati all'estinzione. Di sessualità, quindi, si continuerà a parlare, in chiave giocosa, seria, ideale, malgrado sistemi morali o tabù che nel corso della storia hanno celato questo nostro aspetto del vivere dietro al rossore o alla vergogna. La consuetudine di “Neuroscienze Anemos” è quella di affrontare da diverse angolazioni un tema di rilevanza attuale. Analizzeremo dunque la sessualità partendo da un punto di vista neuroscientifico (introduzione del Dott. M. Ruini, neurologo e neurochirurgo). Ma è ovvio che la sessualità è una questione anche relazionale. Di questo ce ne parla la Dott.ssa M. Landini, psicologa e sessuologa, la quale fornisce in coda al suo intervento anche un approfondimento di un delicato tema che di recente sta guadagnando spazio e attenzione: il rapporto tra handicap e sessualità. Questo aspetto viene poi ulteriormente approfondito dalla Dott.ssa L. Andrao (avvocato) relativamente alla legislazione vigente in Italia. L'era del Web 2.0, ovvero l'evoluzione social di internet, è anche l'era del sesso visto e vissuto attraverso internet. Il Dott. G. M. Fulgeri (ricercatore di Psicologia Clinica) affronta questo aspetto.

Il Prof. M. Bertani (storico della filosofia), dopo aver delineato un sintetico quadro della concezione dell'eros nella filosofia, si sofferma su quanto teorizza M. Foucault che negli anni ‘70 del secolo scorso ha analizzato l’argomento, partendo dal presupposto che la sessualità non sia sempre stata oggetto di processi di controllo e repressione, ma abbia anche dato luogo a fenomeni di carattere discorsivo attraverso cui si sarebbe realizzata l’ingiunzione secolare di “conoscere il sesso”. Chiude il tema del numero una “divagazione” cinematografica: il Dott. C. Secchi (Psichiatra) prende in esame il voyerismo partendo dalla lettura del film Exotica, di Atom Egoyan. Oltre al tema del numero, la rubrica del “Pensiero al femminile”, della quale trovate la “giustificazione” nella controcopertina a pagina 57, che in questo numero è dedicata a Nadine Gordimer, scrittice sudafricana, premio Nobel per la Letteratura. Di lei ce ne parla Adriano Amati (giornalista e scrittore). Lucida e vitale fino alla soglia dei novant’anni, sempre in movimento, attivissima, impegnata a costruire un futuro migliore per il suo paese, secondo un’idea di tolleranza e fratellanza che costituiva la risposta pacifica al clima di violenza e segregazione che regnava in Sudafrica.

In copertina: Venere Anadiomene di Tiziano (1520 circa)

Si possono inviare proposte di articoli, segnalazioni di eventi, commenti o altro all’indirizzo redazione@clessidraeditrice.it

Ci trovate anche su Facebook https://www.facebook.com/Rivista.Anemos https://www.facebook.com/LaClessidraEditrice

Gli Editori La Clessidra Editrice Libera Università di Neuroscienze Anemos

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SOMMARIO

Ott-Dic 2014 | anno IV - numero 15

IL CERVELLO EROTICO

Editore: Editrice La Clessidra / Anemos Redazione Via 25 aprile, 33 42046 Reggiolo (RE) redazione@clessidraeditrice.it Tel 0522 210183 Direttore Responsabile Davide Donadio davidedonadio@clessidraeditrice.it Direttore Scientifico Marco Ruini ruini@anemoscns.it

La sessualità tra biologia, psicologia e filosofia

Rubriche e notizie 06

Redazione: Tommy Manfredini, Paola Torelli

Comitato scientifico* Enrico Ghidoni Aurelio Giavatto Franco Insalaco Giovanni Malferarri Antonio Petrucci Sara Pinelli Ivana Soncini Leonardo Teggi Laura Torricelli Bruno Zanotti Maria Luisa Zedde

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Registrazione n. 1244 del 01/02/2011 Tribunale di Reggio Emilia Iconografia: alcune immagini presenti in «Neuroscienze Anemos» sono tratte da siti internet contenenti banche dati di immagini di libero utilizzo. Qualora vi fossero stati errori e omissioni relativi al diritto d’autore l’editore rimane a disposizione per sanare la sua posizione.

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* Il comitato scientifico è composto da persone che partecipano a vario titolo e con continuità differente alle attività organizzate dalla Libera Università di Neuroscienze Anemos e di La Clessidra Editrice.

L'uomo macchina

La macchina mondiale di Davide Donadio

Hanno inoltre collaborato:

Luogo di stampa

Letture

Libri, novità, classici e riscoperte

Gian Marco Fulgeri, Morena Landini, Carlo Secchi. E.Lui Tipografia - Reggiolo (RE)

Il consumo energetico del cervello dei bambini

▪ Una nuova speranza contro la sclerosi multipla ▪ Dopamina e obesità

Commerciale: Marco Barbieri: tel. 328 0050604 Catia Corradini: tel. 334 2582678

Adriano Amati Laura Andrao Mario Baratti Mauro Bertani Raffaele Bertolini Vitaliano Biondi Sergio Calzari Ilenia Compagnoni Giuseppe Cupello Edoardo Dallari Pinuccia Fagandini Lorenzo Genitori

Neuronews

Incontri 14 Festival della scienza Convegni medici


Anemos neuroscienze

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Biologia / Psicologia Tra natura e cultura

Biologia e cultura del comportamento sessuale di Marco Ruini

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Biologia / Psicologia Psicologia e sessualità Sessualità solo istinto? La sessualità e l'handicap

Sessualità e legislazione

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di Morena Landini

di Laura Andrao

Psicologia / Sociologia Il sesso di internet

L'epoca della sessualità in rete di Gian Marco Fulgeri

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Psicologia / Filosofia "Sex and the church"

Michel Foucault e l'ossessione del sesso in Occidente di Mauro Bertani

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Psicoanalisi/ Cinema Strategie di sopravvivenza alla perdita e disperazione

L'universo voyeuristico in "Exotica" di Atom Egoyan (1994) di Cesare Secchi

Nadine Gordimer: il personaggio

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L'africana bianca

www.clessidraeditrice.it

di Adriano Amati


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Rassegna di notizie tra neuroscienza, filosofia e scienze cognitive

Una nuova speranza contro la sclerosi multipla

Il consumo energetico del cervello dei bambini A cinque anni il cervello di un bambino consuma il doppio del fabbisogno di un adulto

Scoperta una proteina che protegge i neuroni

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el corso del Congresso mondiale sulla sclerosi multipla, tenutosi a Boston è stata resa nota una ricerca, condotta dalla Boston University school of medicine, che ha portato una nuova speranza nella lotta contro la sclerosi multipla. Lo studio, infatti, ha mostrato come la proteina klotho abbia un effetto di protezione dei neuroni con una potenziale ricaduta positiva per il trattamento della sclerosi multipla. La proteina klotho si trova nella sostanza bianca del cervello e diminuisce con il suo invecchiamento. Studi condotti su topi in laboratorio a cui è stata “annullata” questa proteina hanno mostrato come questi presentassero dei deficit per quanto riguarda il processo di rimienilizzazione necessario per la ricostruzione della mielina. La mancanza di mielina, una sostanza che ricopre i nervi e che ha un ruolo fondamentale nella trasmissione degli impulsi nervosi, è la causa della sclerosi multipla. Comprendere come funzionano i geni che si occupano della mielinizzazione è, quindi, fondamentale per aprire nuove prospettive di cura per chi soffre di sclerosi multipla, dal momento che alla base di questa patologia vi è un danneggiamento della mielina.

C

i si è spesso domandati come mai il ritmo con cui gli esseri umani si sviluppano ricordi più quello dei rettili che degli altri primati, il cui organismo cresce a un ritmo molto più veloce rispetto al nostro. Una ricerca, condotta da un'equipe della Northwestern University e pubblicata sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”, ha finalmente risolto la questione. Ciò è dovuto all'impressionante quantità di energia che consuma il cervello dei bambini: basti pensare che il cervello di un bambino di cinque anni consuma il doppio di glucosio rispetto a quello di un adulto. È a cinque anni che si registra, infatti, il picco assoluto del fabbisogno del cervello di un bambino, mentre a quattro anni il suo cervello consuma i due terzi dell'energia dell'intero organismo. Tutto ciò è funzionale affinchè abbia

le risorse e le energie necessarie per creare le nuove sinapsi, fondamentali per apprendere tutte le informazioni che si imparano a quell'età. E proprio questo picco di consumo energetico del cervello porta il nostro organismo a non crescere così velocemente come quello degli altri mammiferi, dal momento che le nostre risorse sono richieste per alimentare il cervello. Questa scoperta è stata possibile grazie all'analisi di 402 risonanze magnetiche nucleari effettuate su altrettanti soggetti, che hanno permesso di supporre il volume del cervello di un adulto e di compararlo con quello di 36 soggetti studiati con la tomografia a emissione di positroni che mostra il consumo di glucosio delle diverse regioni cerebrali. Si è così visto come a quattro anni il consumo energetico del cervello si attesti al 66% del consumo totale dell'organismo, portando la crescita corporea ad un rallentamento, che trova il suo minimo intorno ai 5 anni, quando si registra il valore massimo di consumo energetico del cervello.


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Dopamina e obesità

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Un'alterazione della dopamina favorirebbe l'obesità

econdo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2008 circa 500 milioni di persone erano obese. Dati come questi fanno dell'obesità uno dei problemi sanitari più gravi a livello globale. Una ricerca, condotta da un gruppo di studiosi dei National Institutes of Health degli Stati Uniti e pubblicata su “Molecular Pychiatry” ha evidenziato come alla base dell'obesità vi sarebbe un'alterazione della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella creazione dei segnali cerebrali di ricompensa, motivazione e consolidamento delle abitudini. Questa alterazione porterebbe il cervello a considerare il consumo di cibo meno gratificante e a favorire una sua assunzione più frequente, portando così il soggetto ad un eccesso di calorie consumate protratto nel tempo. La ricerca è stata condotta su 43 soggetti di entrambi i sessi che presentavano diversi valori di grasso corporeo. Ai volontari è stato chiesto di seguire

Elaborazioni inconsce Anche durante il sonno il cervello è in grado di eseguire compiti complessi

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n recente studio, condotto da un gruppo di ricercatori del Laboratorio di scienze cognitive del CNRS di Parigi e dell'Università di Cambridge, ha mostrato come il nostro cervello sia in grado di svolgere complessi compiti linguistici, e persino di eseguire calcoli matematici, anche da addormentato. La ricerca, apparsa su “Current Bio-

lo stesso programma di alimentazione, ginnastica e sonno e sono stati somministrati loro alcuni questionari per valutare la loro tendenza ad eccedere con il cibo. Inoltre, alcune scansioni di tomografia a emissione di positroni hanno permesso di evidenziare le zone del cervello in cui si registra una più intensa attività del neurotrasmettitore dopamina. È così emerso come nei soggetti obesi si registri una maggiore attività dopaminergica nella regione del cer-

logy” ha dimostrato come il limite di queste elaborazioni inconsce non dipende tanto dalla difficoltà del problema, quanto dalla capacità del cervello di affrontare in modo automatico quella tipologia di compito. Lo studio ha visto il coinvolgimento di alcuni soggetti a cui è stato chiesto di identificare, premendo un tasto con la mano destra o sinistra, alcune parole classificandole come animali o oggetti. Durante questo compito l'attività cerebrale dei soggetti è stata registrata su un elettroencefalogramma, permettendo così ai ricercatori di calcolare il “potenziale di prontezza lateralizzato”, un marcatore elettrofisiologico che segnala non solo che il soggetto sta per fornire la risposta allo stimolo,

vello deputata alla formazione delle abitudini e, invece, una minore nella regione che regola i meccanismi di ricompensa. Secondo Kevin D. Hall, ricercatore a capo dello studio: “non abbiamo ancora elementi sufficienti per dire se l'obesità sia una causa o un effetto di questi schemi di attività dopaminergica, ma possiamo ipotizzare che mangiare sulla base di abitudini inconsce invece che di scelte coscienti potrebbe rendere più difficile mantenere un peso corretto, specialmente considerando che gli stimoli alimentari sono praticamente ovunque. In pratica, uno stimolo come il profumo di popcorn in un cinema o in un centro commerciale potrebbe avere un richiamo molto forte per una persona obesa, determinando una risposta molto più intensa da parte della chimica del suo cervello rispetto a una persona magra esposta agli stessi stimoli”.

ma anche quale mano sta per utilizzare. Successivamente, i soggetti sono stati portati in una stanza buia, fatti sedere su una poltrona ed è stato loro chiesto di andare avanti con la loro opera di classificazione fintanto che non si addormentavano. L'analisi dell'attività cerebrale dei soggetti da svegli e da addormentati ha mostrato come il cervello continuasse ad eseguire il compito anche nel sonno. Secondo i ricercatori, quindi, compiti complessi “possono essere eseguiti non solo senza essere consapevoli di ciò che si percepisce, ma anche senza essere coscienti”.

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Rassegna di notizie tra neuroscienza, filosofia e scienze cognitive

L'uomo di Neanderthal ha inventato l'astrattismo?

Non conosceremo mai il significato del disegno, né il suo autore, ma il fatto che questi Neanderthal stessero marchianAd inventare l'arte astratta sarebbe stato do in questo modo il proprio territorio l'antenato dell'Homo Sapiens prima che l'uomo moderno arrivasse in quel territorio è un potente stimolo al diuando si pensa all'arte astratta, go è di 20 cm e il più profondo di 4 cm) battito su che cosa sia veramente umano si pensa ad un'epoca recente e che si incrociano in modo quasi perpen- e su quale sia l'origine stessa dell'arte". a pittori come Picasso. In real- dicolare. Tuttavia, non tutti concordano con tà, secondo gli ultimi ritrovamenti, l'arte Le analisi eseguite sul rivestimento mi- l'attribuzione del sito archeologico, dal astratta avrebbe origini ben più antiche nerale, che si è depositato nel corso del momento che esiste un periodo di soe la sua nascita risalirebbe addirittura tempo sui solchi, ha dimostrato che que- vrapposizione tra le specie Neanderall'uomo di Neanderthal. Recentemente, sti risalgono all'uomo di Neanderthal e thal e Sapiens, periodo in cui entrambi infatti, in una grotta a Gorham, nei pres- non all'Homo Sapiens, come si era erro- gli ominidi erano presenti in Europa. si di Gibilterra, è stata ritrovata un'inci- neamente pensato all'inizio. L'attenzione Clive Finlayson, direttore della sezione sione rupestre realizzata con la tecnolo- e la ripetizione con cui sono state trac- patrimonio del Museo di Gibilterra e tra gia tipica dell'uomo di Neanderthal e che ciate le linee hanno portato ad escludere gli autori dello studio, è tuttavia certo può essere definita come il primo esem- che queste potessero essere state create dell'attribuzione: “tutti i fossili di origine pio di astrattismo. accidentalmente, considerato anche che neanderthalese del periodo, compreso Il ritrovamento è frutto del lavoro di un sono state realizzate con una spessa il rifugio nella Devil's Tower Rock, ad gruppo di ricerca europeo con a capo punta tagliente. appena un miglio dalla Gorham's Cave, Joaquin Rodriguez-Vidal dell'Università Secondo l'esperto d'arte rupestre Paul sono il frutto di un'identica tecnologia, spagnola di Huelva, che ha pubblicato Tacon, docente presso la Griffith Uni- che non trova riscontro in nessuno dei i dati della scoperta sulla rivista “Pro- versity in Australia, chiamato a com- siti europei coevi, abitati per certo dai ceedings of the National Academy of mentare la ricerca, questa rappresenta Sapiens. Per questo siamo fiduciosi che Sciences”. “la pietra tombale dell'ipotesi secondo queste opere siano state create dai NeL'incisione raffigura dei solchi di lun- cui i Neanderthal erano inferiori per anderthal”. ghezza e profondità variabile (il più lun- capacità cognitive agli umani moderni.

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Cervelli telepatici Grazie alle nuove tecnologie i cervelli possono comunicare telepaticamente tra loro

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aluti semplici, come “ciao” e “hola”. Sono queste le prime parole che quattro volontari si sono scambiati tra Francia e India e tra Francia e Spagna comunicando esclusivamente col pensiero. La ricerca è stata pubblicata su “Plos One” e come spiegato da uno degli autori dello studio, il neurologo Alvaro Pascual-Leone, l'obiettivo era “scoprire se due persone possono comunicare direttamente leggendo l'attività cerebrale dell'altro e iniettando nell'altro la propria attività cerebrale, anche su grandi distanze, sfruttando le strade esistenti”. Oltre a Pascual-Leone (università di Harvard e Beth Israel Deaconess Me-

dical Center) hanno preso parte all'equipe di ricerca Giulio Ruffini e Carles Grau leading dello Starlab di Barcellona, e Michel Berg della francese Axilum Robotics. In questo caso la comunicazione telepatica non è avvenuta come la si immagina comunemente, ma grazie all'uso di un computer che ha veicolato tramite internet da un cervello all'altro i segnali elettrici cerebrali, che sono stati poi tradotti nel saluto. Il computer ha analizzato i segnali prodotti dall'attività elettrica del cervello dei volontari, che sono stati registrati tramite degli elettrodi posti sulla loro testa, e li ha trasmessi all'altro

cervello via internet. Così a oltre 5.000 chilometri di distanza un altro computer ha trasmesso il messaggio attraverso sequenze numeriche, apparse come lampi di luce nella visione periferica dell'altro volontario, che sono state, infine, decodificate.


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BREVI Non solo l'uomo sa cantare Anche i gibboni hanno questa capacità

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Da cosa si riconosce un leader? Individuate nel cervello di chi comanda alcune regioni più sviluppate

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a cosa si riconosce un leader? Secondo una recente ricerca, condotta all'Università di Oxford e pubblicata su “Plos Biology”, dal cervello. I ricercatori hanno infatti identificato alcune regioni del cervello che risultano più sviluppate in chi detiene il comando rispetto agli ipotetici subordinati. In particolare, le aree che presentano differenze in termini di maggiore sviluppo sono l'amigdala (si occupa dell'apprendimento e del processamento delle informazioni sociali ed emotive), i nuclei del rafe e l'ipotalamo (controllano i neurotrasmettitori e i neuroormoni). La ricerca è stata condotta su 25 macachi di cui sono state confrontate le risonanze cerebrali. Si è così osservato che in quei soggetti posti al vertice della scala sociale risultano maggiormente sviluppate queste aree, mentre in quelli posti ai livelli più bassi ad essere più sviluppato è lo striato, quella parte del cervello fondamentale nel riconoscere il valore delle azioni e delle scelte che si compiono. Inoltre, lo studio ha mostrato come esista una differente attività cerebrale tra i due gruppi: l'essere leader o subordinato ha ripercussioni anche sulla struttura del cervello. Non è, tuttavia, ancora chiaro se leader si nasce o se lo si diventa, se sono le strutture del cervello ad adattarsi o se si nasce già con questa predisposizione. Come ha spiegato MaryAnn Noonan, la coordinatrice della ricerca: “una possibilità è che vivere in una certa posizione sociale imponga di usare più spesso alcune aree cerebrali, che così si sviluppano per poter assolvere meglio a compiti specifici. D'altro canto è possibile che gli individui nati con una particolare organizzazione del cervello tendano ad occupare certe posizioni nella scala sociale”.

na ricerca, pubblicata sulla rivista “Nature” e condotta dall'italiana Lucia Carbone che lavora all'Università di Portland, ha mostrato come la capacità di cantare non sia un'esclusiva dell'uomo, ma la si riscontri anche nei gibboni. Nella scala evolutiva i gibboni rappresentano una varietà di scimmie al confine tra le scimmie del Vecchio mondo e i grandi primati. Ad incuriosire dei gibboni non sono soltanto le lunghe braccia con cui compiono quasi il 90% dei loro spostamenti, ma anche la loro capacità di cantare: i gibboni, infatti, per marcare il territorio si spostano cantando e ogni specie ha un suo preciso canto. Confrontando i geni dei gibboni con quelli di altri primati, i ricercatori hanno visto come alcuni di questi si siano evoluti in modo diverso rispetto a quelli di altre scimmie. Queste mutazioni, che riguardano intere strutture del Dna, sono avvenute dal punto di vista evolutivo in breve tempo e potrebbero essere alla base di queste loro peculiarità.

cosa favorisce l'INSORGERE DELL'Alzheimer? I risultati di una nuova ricerca

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a rivista “Autophagy” ha pubblicato uno studio, condotto nei laboratori del Nico-Università di Torino, che ha individuato uno dei meccanismi che favorisce l'insorgenza dell'Alzheimer. I ricercatori hanno individuato il legame che intercorre tra questa malattia, i meccanismi di morte e ricambio cellulare e l'accumulo nel tessuto cerebrale di peptidi di β amiloide (Aβ) caratteristico di questa patologia. Nella malattia di Alzheimer, infatti, si registra un'alterazione del meccanismo di degradazione che normalmente permette il ricambio cellulare. L'accumulo di questi detriti cellulari impedisce il corretto funzionamento delle cellule, ma finora non era chiaro come ciò accadesse. Come hanno spiegato i ricercatori, questo studio ha aperto le porte a nuove ricerche. In particolare, sarà necessario concentrarsi su quelle ricerche che indagano i meccanismi molecolari che rallentano lo smaltimento di questi “rifiuti”, in modo da poter creare nuove terapie che possano curare i sintomi della malattia.

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Letture

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Libri, novità, classici e riscoperte

PSICOLOGIA GENERALE

Neuropsicologia

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Lettura introduttiva alla neuropsicologia

l volume è qui presentato in una edizione aggiornata alle più recenti acquisizioni delle neuroscienze cognitive e affettive. I vari argomenti della neuropsicologia sono trattati seguendo una impostazione teorica e metodologica intermedia tra gli approcci più tradizionali, che privilegiano gli studi condotti su ampie casistiche e sulla localizzazione anatomica delle lesioni responsabili del deficit cognitivo, e gli approcci “ultra-cognitivi”, che tendono a enfatizzare i meccanismi sottostanti le funzioni prescindendo dalle basi neurobiologiche. Autori: E. Ladavas, A. Berti Prezzo di copertina € 32,00 2104 / p. 384 Editore Il Mulino

PSICOLOGIA SOCIALE

La nascita

dell’intersoggettività

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Lo sviluppo del sé tra psicodinamica e neurobiologia

’intersoggettività descrive le continue interazioni e gli scambi tipicamente umani che si sviluppano fin dai primi giorni di vita, in un processo che conduce alla capacità di comprendere la mente degli altri. Nel capitolo iniziale l’intersoggettività viene affrontata in un’ottica neurobiologica valorizzando il funzionamento cerebrale nel contesto dei comportamenti interattivi, con una particolare attenzione alla funzione dei neuroni specchio. Nei capitoli successivi si analizzano le dinamiche psicologiche materne e paterne che contribuiscono alla nascita della matrice intersoggettiva nel figlio. Queste dinamiche genitoriali vengono approfondite anche alla luce della cogenitorialità, ossia della capacità di entrambi i genitori di sostenersi reciprocamente nell’allevamento del figlio. Infine viene esplorato l’impatto dello stress genitoriale fin dalla gravidanza sullo sviluppo del

bambino. Nelle conclusioni si delineano le implicazioni di queste importanti ricerche nella prevenzione e in campo clinico attraverso strategie di sostegno ai genitori e ai bambini in difficoltà. Autori: M. Ammaniti, V. Gallese Prezzo di copertina € 28,00 2014 / 285 p., ill., brossura Editore Cortina Raffaello

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

La funzione genitoriale Sviluppo e psicopatologia

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a genitorialità si definisce in termini interattivo-relazionali e implica la costruzione reciproca tra almeno due persone, l’adulto e il bambino, che attraverso i loro scambi strutturano le caratteristiche e l’evolversi della funzione genitoriale dell’adulto e la qualità delle cure ricevute dal piccolo. In tale processo esiste tuttavia la possibilità di numerosi fattori di rischio (come psicopatologie dell’adulto, del bambino o della loro relazione) che possono impedire il normale sviluppo della genitorialità fino a condurre a vere

e proprie patologie della funzione genitoriale (come il maltrattamento e l’abuso). Il testo si propone di affrontare sistematicamente questi temi fornendo alcune definizioni generali dei costrutti centrali, nonché un quadro il più possibile esaustivo dei percorsi evolutivi, a rischio o psicopatologici che adulti e bambini possono intraprendere nella costruzione della loro relazione reciproca. Autore: A. Simonelli (a cura di) Prezzo di copertina € 30,60 2014 / 452 p., ill., brossura Editore Raffaello Cortina


Anemos neuroscienze

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ROMANZO

L’accarezzatrice Piacere fisico, handicap e amore non sono incompatibili

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ioia è una ragazza come tante, trent'anni e molti progetti nel cuore: ancora non sa che la vita le riserva una missione straordinaria, e che il suo destino è racchiuso nel suo stesso nome. Gioia ha appena perso il lavoro da infermiera in ospedale, il fidanzato l'ha lasciata, è preoccupata per suo padre malato. I giorni passano, l'ansia cresce, nulla si muove: non c'è lavoro, gli orizzonti sembrano chiusi. Finché una mattina Gioia risponde a un annuncio nel quale si richiede "un'infermiera con spiccata sensibilità" a Bellinzona. È così che conosce Rosaria, una donna malata di sclerosi multipla, che cerca per il suo amatissimo marito, anch'egli gravemente invalido, un'assistente sessuale... Comincia per Gioia - dopo l'iniziale turbamento - la scoperta di un mondo, quello dei disabili, dei loro bisogni,

I

l naturalismo contemporaneo si fonda su una concezione filosofica e metodologica della conoscenza largamente diffusa, che tende ad assimilare la conoscenza umana a un processo naturale, in fondo non dissimile da una reazione chimica, un terremoto o una duplicazione cellulare. Questa visione della conoscenza determina una serie di pro-

dell'apartheid in cui spesso la società li confina. La scoperta di un universo vibrante di speranza e di coraggio. Molte persone portatrici di handicap sono private della possibilità di sperimentare il piacere fisico o semplicemente un contatto corporeo diverso da quello medicalizzato. Sono private dell'esperienza dell'empatia e dell'emozione di una carezza, con esiti psicologici spesso devastanti. In Svizzera e in diversi Paesi del Nord Europa la figura degli "assistenti sessuali" - dotati di una formazione medica e psicologica - è prevista dalla legge. Non in Italia, dove un moralismo diffuso finisce per lasciare sulle spalle delle famiglie la gestione di queste esperienze, fondamentali per dare dignità alla vita. Nessuno si scandalizza se qualcuno legge per i ciechi. Perché allora indignarsi se qualcuno si occupa di far sperimentare la tenerezza a una donna o

un uomo intrappolati nel proprio stesso corpo? Questo romanzo racconta di come Gioia decida di diventare un'accarezzatrice, di come un incontro speciale faccia cadere tutti i suoi pregiudizi e di come, da quel giorno, la sua vita e quella di tante persone intorno a lei cambi per sempre. Giorgia Würth illumina con coraggio esistenze difficili, tocca il nervo scoperto di tante nostre paure, prova con semplicità e con forza a immaginare un futuro più umano per tutti noi. Autrice: Giorgia Wurth Prezzo di copertina € 16,00 2014 / 252 p., ill., brossura Mondadori

FILOSOFIA/EPISTEMOLOGIA

fonde implicazioni concettuali sul rapporto tra filosofia e scienza, arrivando non di rado a influenzare l’immagine pubblica della scienza stessa in una direzione scientista e antifilosofica. Il volume rappresenta un’introduzione al naturalismo e un’analisi critica dei suoi fondamenti e delle assunzioni fondamentali, mettendone in luce

Naturalismo Filosofia, scienza, mitologia

anche le conseguenze fuorvianti e distorsive tanto sull’identità della filosofia e della scienza quanto sul significato culturale dei loro rapporti reciproci. Autore: Laudisa Federico Prezzo di copertina € 9,99 2014 / 139 p., ill., brossura Editore Laterza

I testi riportati in queste pagine non sono recensioni critiche, ma semplici inviti alla lettura tratti da comunicati stampa e/o da materiale reso disponibile pubblicamente dagli editori.

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L'uomo macchina

Appunti liberi tra filosofia della mente, divagazioni antropologiche e letterarie

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La macchina mondiale Il mondo come meccanismo nel romanzo di Paolo Volponi

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el 1965 il premio Strega, uno dei più prestigioso premi letterari italiani, venne assegnato a un romanzo breve di un autore che oggi è perlopiù caduto nel dimenticatoio, almeno nella cultura di massa. Il romanzo era La macchina mondiale di Paolo Volponi. Volponi, nativo della piccola città di Urbino, era stato letterato noto tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in particolare per il suo ruolo di dirigente alla Olivetti, ruolo che gli era stato assegnato proprio per portare avanti l’utopia olivettiana di industria umana e culturale. Nell’opera non vastissima di Volponi, La macchina mondiale è certamente il libro più importante. Ecco in breve il contenuto del romanzo. Anteo Crocioni è un contadino che attraverso letture e riflessioni costanti su testi filosofici e scientifici elabora una complessa teoria filosofico-iniziatica sul funzionamento del mondo. È la natura stessa e il rapporto tra gli uomini a suggerire ad Anteo che dietro a tutto questo c’è un meccanismo razionale e comprensibile. L’autore, che rende il racconto del suo protagonista in prima persona, crea abilmente una prosa altalenante tra l’ingenua rassegna degli eventi e una lingua iniziatica intrisa di scienza e di ermetismo, creando la sensazione nel lettore di leggere negli spezzoni di brani e di riflessioni di Anteo una spassosa parodia della filosofia (forse continentale ed esistenzialista). Ma la descrizione delle idee di Anteo e la storia dell’elaborazione faticosa

di Davide Donadio del suo “trattato” sono solo lo sfondo, e in un certo modo anche la causa, degli avvenimenti che formano la trama di La macchina mondiale. Anteo conosce e sposa Massimina, una contadina della campagna urbinate. Benchè ne sia profondamente innamorato, ben presto i loro rapporto si deteriorano, anche in seguito alle incomprensioni per le idee di Anteo, osteggiato sia dai contadini che lo accusano di essere un matto incomprensibile, sia dai preti e dai sapienti che gli rimproverano di sovvertire l’ordine naturale e morale della società. In breve, la moglie si allontana spalleggiata dalla famiglia di origine, e il restante prosieguo romanzo narra il tentativo di Anteo di ritrovare e riconquistare la moglie. La “macchina mondiale” non è altro che il mondo visto nella sua struttura materiale e, tutto sommato, artificiale perché nettamente descrivibile come insieme di parti tra di loro correlate. Quella che può sembrare una parodia della visione materialista-riduzionista di Volponi è in realtà un tentativo di avvicinare la visione semplice della natura vista dal mondo contadino, al meccanicismo di una scienza che ancora viene vista come ostile e distante. Anteo, accorgendosi del perfetto incastro interroccorrente tra elementi funzionali, arriva ad equiparare tutto ad automi. La logica conseguenza è che siano esistiti anche autori-automi che hanno messo insieme quanto vediamo intorno a noi. Questa sì, forse, è parodia del creazionismo. Ecco cosa dice Anteo confrontatosi con un prete:

“Ma si capisce, gli dissi io con furberia, che mentre tutta la scienza e tutta la filosofia vanno verso le prove del materialismo, io, riusciendo a dimostare che gli uomini sono stati costruiti da altri esseri, ammetto e stabilisco l’idea di esseri superiori, posti altrove, e che alla fine questi esseri possono risultare essere uno solo, quindi prorio quel Dio del quale lei si dichiara servitore? Ma egli mi scacciò ed io scrissi una lettera al vescovo, riportando il pezzo del mio trattato dove è scritto: “In sostanza noi non facciamo altro che eternare la legge che governa l’universo, la quale esige che un’opera fatta di materia organica e poi organizzata in una costruzione sufficiente, per poter vivere deve riprodursi e per poter resistere deve ricostruirsi in forme più evolute attraverso la rivoluzione di successive civiltà progressive; contrariamente a quanto è stato creduto finora, ogni forma di automa-autore può costruirne un’altra superiore a se stessa e dovremmo pensare che così come siamo non abbiamo una fine e quindi neanche un principio”. La gerarchia della perfezione, stando anche all’esempio della natura e dell’uomo, è inversa. Non dalla perfezione si procede all’imperfezione, ma dall’imperfezione ad un più alto grado di perfezione. Un essere imperfetto come l’uomo può creare qualcosa di più perfetto di lui, e così via, all’infinito. Così si spiega, ad esempio, la nascita dell’uomo attraverso l’opera


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Ott-Dic 2014 | anno IV - numero 15

Immagini - Sopra in grande una foto dello scrittore Paolo Volponi. Qui a fianco la sua opera La macchina mondiale, nell’edizione originale Garzanti del 1965. di automi-autori (o, aggiungiamo qui, il mondo complesso derivante da leggi fisiche più semplici che stanno a monte) e allo stesso modo si spiega il fatto che gli uomini possano creare qualcosa di più “perfetto” di loro, come gli strumenti tecnologici attuali, e chissà cosa altro nel futuro. E così, ridimensionato alla comprensione umana, trova la sua ragione di essere e la sua teleologia l’esistenza dell’uomo. Un altro brano dal “trattato”: “Coloro che hanno progettato l’uomo come macchina non potevano dargli un programma con un istinto come lo dettero agli animali, perché mentre essi dovevano restare sempre tali e quali l’uomo doveva ripetere l’opere dei suoi progettisti, però con materiali e forme diverse: quindi avrebbe dovuto arrivarci attraverso un lunghissmo tirocinio, soddisfacendo gli entusiasmi e le ambizioni ri-

chiesti dalla sua vita nel mondo, i quali attraggono l’uomo verso una meta sconosciuta per lui ma ben conosciuta da coloro che lo hanno voluto”. Il netto stacco tra la narrazione della trama (la storia del rapporto con la moglie e poi la ricerca di Massimina) e i brani riflessivi, nonché con le parti del trattato che Anteo va scrivendo, creano nel lettore un senso di distacco che ben rendono l’estraneità del protagonista al suo contesto. Ma il mondo sociale di Anteo, fatto di schematismi metafisici e di remissive vittime che accettano di subire il loro destino senza metterlo in discussione, non può accogliere queste idee che se pure vengono espresse con accenni deliranti e vegamente iniziatici, sono motivate da una spinta di autonomia di pensiero da parte di Anteo. Anteo, semplice contadino che viene rimproverato dai sapienti di arrogar-

si una funzione, quella di stabilire la verità e di ricercare il sapere, che non gli compete. Anche se il protagonista de La Macchina mondiale correrà verso un inevitabile finale tragico, Volponi probabilmente non aveva intenzione di ammonire il lettore con una “morale della favola”. Lo scacco di Anteo, in definitiva, non è speculativo, ma solo sociale.♦

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Incontri Festival della Scienza Genova, 24 ottobre - 2 novembre

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orna dal 24 ottobre al 2 novembre a Genova il Festival della Scienza. Giunto quest'anno alla sua dodicesima edizione, avrà come tema il tempo. Ogni anno, infatti, il festival propone un tema che si rifà alle questioni più attuali del dibattito scientifico, in modo da poter coinvolgere un vasto pubblico, grazie anche alla presentazione di spettacoli e mostre dedicate ad arte e scienze, sempre con un occhio rivolto alla ricerca e ai ricercatori provenienti dai Paesi emergenti. Il festival è un'occasione di incontro non solo per gli esperti del settore, ma anche per gli appassionati, le scuole e le famiglie: un modo per divulgare la scienza alla portata di tutti. Ad animare gli undici giorni della manifestazione saranno incontri, laboratori, spettacoli e conferenze che permetteranno di raccontare la scienza in modo innovativo e coinvolgente, grazie ad eventi interattivi e trasversali. Inoltre, sono previsti incontri con grandi ospiti nazionali ed internazionali che permetteranno di abbattere le barriere fra scienze matematiche, naturali e umane e di vedere da vicino la ricerca. Per informazioni: Ufficio stampa Ex Libris Comunicazione - Tel 02 45475230 - Cell. 334 6533015 - Fax 02 89690608 - E-mail: ufficiostampa@exlibris.it - www.exlibris.it Contatti: Carmen Novella (responsabile) c.novella@exlibris.it - Elisa Carlone e.carlone@exlibris.it - Marta Santopolo m.santopolo@exlibris.it - Sala Stampa (dal 23 ottobre al 3 novembre), Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 5, primo piano ammezzato - Tel. 010 540334 - Fax 010 541161

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Convegni medici In programma ad ottobre alcuni convegni

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e cefalee: dalla nuova classificazione ai nuovi approcci terapeutici Padova, 18 ottobre Si svolge a Padova il 18 ottobre il congresso dal titolo “Le cefalee: dalla nuova classificazione ai nuovi approcci terapeutici”. Destinatari dell'incontro sono neurologi, medici di medicina generale, neuropsichiatri infantili, pediatri e terapisti del dolore Il corso, che dura sei ore e dà diritto a sei crediti, si svolge a Legnaro (Padova) presso la Sala Congressi Corte Benedettina (Via Roma, 34). Azienda/ Ente formativo: Meet And Work Srl www.meetandwork.it. Le epilessie oggi. Sul pregiudizio lombrosiano e sulle problematiche medico legali Milano, 17 ottobre Il 17 ottobre si svolge a Milano il corso organizzato da Lice regionale sezione Lombardia “Le epilessie oggi. Sul pregiudizio lombrosiano e sulle problematiche medico legali”, attività formativa per tecnico di neurofisiopatologia e medico chirurgo. Discipline di riferimento: neuropsichiatria infantile, neurologia, neurofisiopatologia, neurochirurgia e medicina legale. Il corso riguarderà i seguenti argomenti: documentazione clinica, percorsi clinico-assistenziali

diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza - profili di cura. Permetterà così di acquisire competenze tecnico-professionali (miglioramento delle capacità diagnostiche e terapeutiche dei pazienti affetti da epilessia), di processo (acquisizione di capacità gestionali del processo di cura del paziente affetto da epilessia) e di sistema (miglioramento della capacità di individuazione del paziente affetto da epilessia e ottimizzazione dell'applicazione della norma di legge). Il corso dura 7 ore e verranno assegnati 5.3 crediti. L'incontro si svolge presso la Sala Napoleonica Palazzo Greppi - Università Degli Studi Di Milano (Via S. Antonio 2, Milano). Azienda/Ente formativo: Studio A&s Srl. XIII Corso di neuroradiologia interventistica Salerno, 17-18 ottobre Si svolge il 17 e il 18 ottobre a Salerno il XIII Corso di Neuroradiologia interventistica per medici chirurghi. Il corso, della durata di 10 ore, permette di acquisire conoscenze sulle problematiche relative agli stent intracranici a deviazione di flusso per la embolizzazione degli aneurismi cerebrali. Ambiti di riferimento: radiodiagnostica, neuroradiologia, neurologia e neurochirurgia. Ai partecipanti saranno assegnati 10 crediti. L'incontro si svolge presso il Lloyd's Baia Hotel di Salerno. Per informazioni: azienda/ente formativo Qiblì S.r.l. - www.qibli.it.


A Il tema del numero

IL CERvello erotico

La sessualitĂ tra biologia, psicologia e filosofia

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il cervello erotico

La sessualità tra biologia, psicologia e filosofia Mappa concettuale: il Tema del numero

Percorsi interdisciplinari

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BIOLOGIA E PSICOLOGIA

Sessualità solo istinto? L'aspetto relazionale oltre la psicologia. La sessualità e l'handicap: un tabù che sta cadendo

psicologia e sociologia

Breve riepilogo della sessualità in rete

biologia e psicologia

Biologia e cultura del comportamento sessuale

Dalle neuroscienze alle scienze umane e sociali 16 16


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Strumenti di lettura I testi di «Neuroscienze Anemos» sono idealmente suddivisi in In - Interdisciplina App - Approfondimenti R/Np - Ricerca e nuove proposte Agli articoli viene inoltre assegnato un numero che indica la complessità di comprensione del testo da 1 a 5.

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5 6 Michel Foucault e l'ossessione del sesso in Occidente

psicoanalisi e cinema

L'universo voyeuristico in "Exotica" di Atom Egoyan (1994)

Altri approfondimenti

psicologia e filosofia

IL PERSONAGGIO Nadine Gordimer: l'africana bianca

Approfondimenti interdisciplinari e altri punti di vista 17


Biologia

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INTRODUZIONE AL TEMA

Tra natura e cultura Biologia e cultura del comportamento sessuale

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l comportamento sessuale nell’essere umano è determinato tanto da meccanismi biologici che culturali. La riproduzione e la nutrizione sono funzioni vitali per la sopravvivenza della specie e dell’individuo e, durante l’evoluzione, l’organismo ha sviluppato meccanismi automatici di promozione, rinforzo, gratificazione in modo da non lasciare al pensiero cosciente, molto volubile, il controllo completo del desiderio sessuale e del cibo. Cascata ormonale, emozioni, desideri, meccanismi riflessi spinali, nascono in modo automatico dalle strutture sottocorticali diencefaliche e spinali e il cervello viene informato successivamente, tramite la connessione diretta di queste strutture e la corteccia frontale e tramite la presa di coscienza degli effetti corporei esteriori delle emozioni: piloerezione, sudorazione, variazioni della frequenza cardiaca, irrigidimento o lubrificazione degli organi genitali. Da questo momento, l’aspetto cosciente, corticale diventa tanto più importante quanto più è considerato, valorizzato o represso a livello culturale.

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Biologia della sessualità. Si può dire che il cervello in toto partecipi ai vari rituali della sessualità sia attraverso un’attività sottocorticale, diencefalica non cosciente, che attraverso il coinvolgimento dei lobi frontali che ci danno la consapevolezza di parte di ciò che facciamo o desideriamo. Il cervello cosiddetto emotivo è situato nel sistema limbico, è il centro dell’affettività, delle emozioni primarie, dei desideri, del piacere e degli istinti. È fortemente coinvolto nei

di Marco Ruini comportamenti sessuali, non necessita della coscienza per funzionare, è istintivo, filogeneticamente arcaico tanto che è presente anche in altri animali. C’è poi un cervello razionale, nella corteccia prefrontale, che controlla coscienza, autocoscienza, giudizio. È filogeneticamente recente ed è presente solo nell’uomo, ma è probabile che una qualche forma di coscienza si attivi anche in altri esseri viventi. La prima struttura diencefalica coinvolta nella fisiologia dell’atto sessuale e in altre funzioni vitali come la fame e la sete è l’ipotalamo che ha la capacità di stimolare la produzione da parte dell’ipofisi di gonadotropine che stimolano le gonadi al rilascio degli ormoni steroidei: androgeni (il principale è il testosterone) da parte dei testicoli, estrogeni (il principale è l’estradiolo) da parte delle ovaie. Dal momento che l’attività dell’ipotalamo è influenzata da fattori psicologici e ambientali, questi fattori esterni influiscono sulla attività degli ormoni sessuali, sulla fertilità maschile, sull’impotenza in seguito a forti stress, sulla accentuazione delle pulsioni in momenti particolari come incontri a contenuto fortemente emotivo o, purtroppo, nella violenza di gruppo. I livelli di testosterone nel sangue aumentano quando si fantastica sul sesso, durante i preliminari e nell’atto sessuale. Di contro, bassi livelli di testosterone diminuiscono l’interesse sessuale. A livello femminile i valori alti di estradiolo durante il ciclo mestruale sembrano corrispondere a un maggiore desiderio sessuale. Per quanto riguarda, quindi, i rapporti sessuali, gli ormoni androgeni ed estrogeni hanno una importanza fon-


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damentale. Il piacere sensuale abbiamo però visto che è anche capacità emotiva, affettiva, cognitiva che va oltre l’aspetto puramente fisiologico. Ma anche per le emozioni, per i processi mentali e per i comportamenti, si mettono in atto correlati neurobiologici, cioè basi neurali, processi fisico chimici; anche ciò che ci appare astratto nasce dal cervello, modulato dalla memoria e dalle conoscenze inconsce prima di accedere alla coscienza Le emozioni e le componenti biologiche. Le emozioni di base, paura, aggressività, sorpresa, tristezza, gioia, disgusto, sono finalizzate all’autoconservazione e alla riproduzione, sono adattative e pan culturali, inconsce e automatiche. Quando s’intrecciano con fattori sociali e culturali mediati dal linguaggio, diventano emozioni complesse: invidia, orgoglio, disgusto morale, disprezzo, senso di colpa, vergogna, imbarazzo, timidezza. Entra in campo la cultura, sono puramente umane, finalizzate alle interazioni sociali, servono a comprendere se stessi e a relazionarci con gli altri. Anche queste emozioni complesse dipendono da come il cervello è strutturato alla nascita, ma soprattutto da come viene modificato dall’apprendimento e dall’ambiente. Quando più emozioni complesse si manifestano assieme, diventano di lunga durata e coscienti, nascono i sentimenti e, tra questi, l’affettività e l’amore sono strettamente correlati alla sessualità. Al comparire di questi sentimenti si attivano le aree sottocorticali emozionali e l’ipotalamo stimola il rilascio di dopamina e la produzione di ossitocina e vasopressina dall’ipofisi. La dopamina (che ha gli stessi recettori della cocaina) crea in noi uno stato di benessere, la sua liberazione aumenta nella formazione dei rapporti di coppia, nell’affetto condiviso e nell’attività sessuale che l’organismo considera attività gratificanti. La maggior parte delle sostanze d’abuso, tra cui eroina, cocaina, alcool, oppiacei, marijuana, nicotina, utilizzano i recettori della dopamina e hanno lo stesso effetto di prolungamento del piacere. La vasopressina è legata al fenomeno dell’attaccamento al partner o al figlio, l’ossitocina induce la fiducia verso il proprio compagno o compagna. Sono prodotte dall’ipotalamo e rilasciate nel sangue dalla neuroipofisi in particolare nell’orgasmo, per entrambi i sessi, e nelle donne anche durante l’allattamen ►

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Figura 1.1 - Sezione del cervello; il cervello in toto partecipa ai vari rituali della sessualità sia attraverso un’attività sottocorticale, diencefalica non cosciente, che attraverso il coinvolgimento dei lobi frontali. ◄

to. Alcune ricerche avrebbero dimostrato che il loro rilascio è favorito anche dal semplice contatto fisico: tenersi spesso per mano, rimanere a contatto durante la notte, baciarsi spesso, sono abitudini che favoriscono quindi l’attaccamento e la fiducia. Anche per il padre, tenere spesso in braccio il proprio neonato o accudirlo, aumenta la liberazione di vasopressina e il suo attaccamento al figlio. Per questi aspetti, oltra al tatto, non sono di secondo piano l’olfatto e la vista. Oltre agli effetti mediati da ormoni o neurotrasmettitori, l’eccitazione sessuale e anche l’amore intenso, simile a una ossessione, disattivano la corteccia frontale e si accompagnano a una sospensione del giudizio verso il soggetto dell’amore. Inoltre disattivano l’amigdala, che ha il controllo della reazione alla paura, che quindi scompare nei confronti del partner. Questo spiega perché durante l’eccitazione sessuale si perda letteralmente la testa e il perché ci s’innamori anche di persone chiaramente inaffidabili, violente o molto lontane dalla nostra indole e dai nostri interessi. All’inizio non vediamo questi difetti, siamo scollegati dalla nostra corteccia razionale. Man mano la fase biologica dell’innamoramento si estingue, circa due anni, si riattiva il giudizio. Nella fase più intensa, l’amore e la passione disattivano anche il concetto di mentalismo, la capacità di capire le emozioni e le intenzioni del partner, col rischio di attribuire all’altro nostri pensieri o desideri.

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Sessualità e cultura. La cultura agisce sulla sessualità in due modi: uno non cosciente dovuto alle regole morali e agli insegnamenti dell’esperienza che assimiliamo da piccoli e che, impressi nel nostro inconscio, condizionano i nostri comportamenti per tutta la vita. Una seconda modalità è cosciente, utilizza il giu-

dizio, la memoria, l’analisi di costi e benefici, delle opportunità. Entrambe le modalità sono influenzate dal tipo di educazione ricevuta e nella nostra società, la situazione italiana è paradigmatica, hanno una funzione soprattutto inibitoria, di freno alle pulsioni che ci spingerebbero verso comportamenti considerati individualistici, asociali o moralmente riprovevoli. Per quasi duemila anni la nostra cultura è stata decisamente sessuofobica, maschilista, centrata sul valore negativo dell’atto sessuale in se stesso, sull’alto valore morale attribuito all’astinenza, alla castità, alla verginità, alla monogamia e all’eterosessualità. Avevamo scisso il nostro essere in un’anima e un corpo e il corpo era visto come un peso che ci trascinava verso l’immoralità e che era meglio non assecondare. Il piacere sensuale, troppo commisto al mondo terreno, era distraente rispetto all’amore ideale, immaginario cantato a lungo prima come amor cortese e poi romantico, enfatizzato nell’amore spirituale verso l’assoluto. “La bellezza”, da sempre determinata culturalmente e indirizzata per secoli alla trascendenza, nell’era moderna si è rivolta ad altri miti come l’arte e la scienza, sempre distraenti rispetto alla bassezza del nostro corpo che si sfalda, della sessualità vista come pulsione, del desiderio considerato ancora in termini negativi. Negli ultimi decenni, grazie anche alla scoperta della pillola anticoncezionale e alla possibilità per la donna, e per la coppia, di vivere più liberamente la propria sessualità e grazie alla secolarizzazione della società c’è stata una rivalutazione in termini

«La cultura agisce sulla sessualità in due modi: uno non cosciente dovuto alle regole morali e agli insegnamenti dell’esperienza.Una seconda modalità è cosciente, utilizza il giudizio, la memoria, l’analisi di costi e benefici, delle opportunità.» molto positivi del corpo e del desiderio sessuale col rischio di ribaltare le poste in gioco: il corpo prima di tutto, la donna trasformata in oggetto, la soddisfazione delle pulsioni corporali al di là di ogni sentimento, il godimento narcisistico utilitaristico come fine, col rischio che la vita sessuale si stacchi completamente da quelle componenti emotive che contribuiscono all’affettività, al desiderio dell’altro, all’amore nella sua completezza. Secondo Recalcati “Il desiderio sessuale non è mai la manifestazione di un istinto naturale, ma mostra il carattere tutto culturale, artificiale, strutturalmente perversopolimorfo, direbbe Freud, della sessualità umana… La pulsione sessuale non risponde all’istinto, non si piega alle leggi della natura, non è finalizzata alla riproduzione né alla conservazione della specie, esprime la volontà di godimento… Sono le


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sollecitazioni culturali che hanno fabbricato il corpo sessuale come una vera e propria foresta di simboli.” Nella nostra società sono oggi riconoscibili contemporaneamente tutte le varie espressioni culturali della sessualità, dalla interpretazione puramente affettiva e spirituale dove il corpo sembra non esistere, all’erotismo esasperato puramente narcisitico-pulsionale o degenerato privo di sentimento. Leggendo la “Controstoria della filosofia” di Onfray emerge chiaramente come, nella storia del pensiero, tutti i filosofi edonisti, che vedevano la bellezza della simbiosi tra corpo e mente, del piacere corporale affiancato al sen-

timento, della gestione individuale del proprio corpo, della ricerca di un paradiso sulla terra creato da liberi rapporti interpersonali, siano stati messi da parte in modo netto. Demonizzare questi aspetti “terreni” dell’essere umano ha portato a perderne il controllo. C’è un paradigma radicato nella nostra società che dobbiamo modificare culturalmente: che il corpo, il piacere, la sessualità, il desiderio, le pulsioni abbiano in se stesse istanze moralmente negative. Dagli studi psicoanalitici del secolo scorso è emersa l’importanza della sessualità

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Il tema del numero

nella nostra vita. Un’adeguata educazione sessuale è alla base di un rapporto corretto con il proprio corpo e con gli altri. La sessualità è riconosciuta come diritto inviolabile, tutelato dalla costituzione ed è parte integrante della personalità di ogni essere umano. Nonostante queste considerazioni sembrino ovvie, sono in gran parte disattese soprattutto in alcuni ambiti come quello della sessualità al femminile o della sessualità nell’handicap, dove i luoghi comuni sono tanti e le remore morali impediscono di far emergere e affrontare i problemi. E non esiste solo la sessualità degli adulti, ci sono i bambini e le bambine, gli adolescenti. Una corretta educazione sessuale è un’esigenza che vale per tutti e andrebbe iniziata il più precocemente possibile, per la difficoltà a districarsi nei messaggi ambigui di questa società che vanno da un estremo permissivismo al puritanesimo moralista. Affrontare il tema della sessualità in modo disincantato e sereno è spesso improbo per alcune categorie come quella dei disabili che hanno meno opportunità per confrontarsi con gli altri, dipendono ampiamente da genitori e educatori e vivono le pulsioni con frustrazione, in segreto o con sofferenza loro e dei familiari. Spesso esprimono queste esigenze attraverso il modo di comportarsi: il desiderio di affettività, la sensazione della mancanza di qualcosa, appaiono in modo non verbale. Questi linguaggi del corpo sono stati ampia-

Indicazioni bibliografiche William Master e Virginia Jonhnson, Il legame del piacere, Feltrinelli 1975 Joseph Ledoux, Baldini Castoldi Dalai, Il cervello emotivo, 2003 Daniel J. Siegel, Raffaello Cortina Editore, La mente relazionale, 2013 (prima ediz 2001) M. Nenasayag, G. Schmit, L’epoca delle passioni tristi. Feltrinelli, 2005 Massimo Recalcati, Ritratti del desiderio, Raffaello Cortina Editore 2012-

mente studiati e la loro conoscenza da parte di genitori ed educatori potrebbe rendere migliore la vita a tanti ragazzi. E’ quello che cercheremo di fare con l’Associazione culturale Anemos che sta attivando un centro ascolto e un blog apposito. Paura dell'inadeguatezza. Un ulteriore aspetto puramente culturale è la paura della inadeguatezza che nella nostra società ha portato a un aumento esponenziale della ipocondria, alla mitizzazione dell’eterna giovinezza e alla paura dell’invecchiamento. Abbiamo paura della malattia, dell’impotenza, della perdita di ruolo, perché in un mondo performante sono fonte di esclusione e perché ci riportano al nostro corpo mortale. La prestazione sessuale e il fascino diventano la conferma di essere ancora adeguati alla vita. Ed ecco lo svilupparsi di centri benessere, di siti per incontri, l’aumento esponenziale dell’utilizzo di farmaci che garantiscono le prestazioni sessuali, la richiesta di chirurgia plastica, la ricerca di partner più giovani con i quali diventa ancora più evidente la nostra inadeguatezza. Desideriamo rinforzare, amputare, sostituire i pezzi del nostro corpo non più funzionanti o che portano i segni dell’incipiente declino fisico. Quando questo non è possibile, viviamo costantemente lo scotto del confronto con le immagini della televisione, tutti belli, sani e felici, o con la produttività della nostra vita precedente e ci rifugiamo dallo psicologo, dal sessuologo o mettiamo in crisi il rapporto a due. La sessualità vista solo dal punto di vista fisico, prima o poi diventa momento di frustrazione quando invece, unita all’affettività, dovrebbe accompagnare in modo adeguato tutte le fasi della vita perché affettività, piacere e desiderio sono elementi indispensabili al benessere psicofisico. ♦

Marco Ruini. Neurologo e neurochirurgo e responsabile del Centro Medico Anemos di Reggio Emilia.

02-14 Semir Zeki, Splendori e miserie del cervello, Le scienze, 2011 Michel Foucault, Storia della sessualità 2, L’uso dei piaceri, Saggi Feltrinelli 2006 Michel Onfray, Politiche della felicità Controstoria della filosofia 5, Ponte alle Grazie, 2012

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Psicologia e sessualitĂ

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Il tema del numero

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di Morena Landini

parole chiave. Disabilità, sessualità, assistenza sessuale. Abstract. Nella prima parte dell’articolo viene affrontato il tema della sessualità dal punto di vista biologico e psicologico per indagare come oltre all'aspetto puramente biologico esista anche un aspetto relazionale nella sessualità umana. Nella seconda parte si tratta del complesso problema della sessualità nell’handicap. Sempre più spesso si parla, infatti, di sessualità e soggetti portatori di disabilità. La tematica sta riscuotendo un crescente interesse non solo negli operatori, ma anche nei mezzi di comunicazione. Oggi, al contrario di quanto avveniva in passato, l’esistenza e la manifestazione da parte degli individui disabili di bisogni, desideri e condotte psicosessuali esigono rispetto e impegno per una loro possibile soddisfazione.

Sessualità solo istinto? L’aspetto relazionale oltre la biologia

C

he cos’è la sessualità? La risposta potrebbe non essere una sola e sicuramente non è semplice. La biologia, per esempio, descrive la sessualità come l’espressione di un programma biologico orientato alla riproduzione, la psicologia ci fa capire, invece, quanto sia altresì importante l’aspetto relazionale della sessualità. La riproduzione di tutti i viventi, a parte poche specie nell’estremo inferiore della scala filogenetica, è sessuata e a sessi separati per lo più: due esseri diversi della stessa specie dalla cui congiunzione corporea o di parti di corpo, la specie stessa può continuare. Salendo nella scala filogenetica, dagli uccelli fino ad arrivare ai mammiferi, tale congiunzione inoltre diventa sempre meno breve e meno transitoria, cioè tale congiunzione diviene accoppiamento e si forma una ◄

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Psicologia

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Figura 2.1 - A fianco una delle frequenti rappresentazioni della cosiddetta “Dea Madre”, una rappresentazione della fertilità associata a varie divinità delle antiche civiltà mediterranee e del medio oriente antico. Fin dal periodo paleolitico nella figura femminile, per esempio,vengono esaltate le doti sessuali: i seni, i fianchi, le natiche abbondantemente tondeggianti, insomma tutto ciò che naturalmente suscita il desiderio dell’uomo. coppia, dove i membri si impegnano reciprocamente per l’allevamento della prole. Tale allevamento, sempre salendo nella scala zoologica, diviene sempre più complesso e lungo… finchè arriviamo all’uomo.

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Perché avviene tutto ciò? Istinto? La risposta biologica è che i comportamenti sessuali sono specie-specifici, cioè appartengono all'iscrizione genetica della specie. Se però andiamo ad esaminare il concetto di istinto, la questione non è così semplice per le specie superiori e soprattutto per quelle che cooperano in coppia, nelle quali il concetto di istinto perde sempre maggiormente di pregnanza mentre interviene sempre più l’apprendimento dei singoli nel determinare le condotte, quelle sessuali incluse. Si tratta di un apprendimento precoce, neonatale, al quale si affiancano anche la variabilità interindividuale, la complessità delle condotte sessuali, la loro variabilità e, soprattutto, il loro complicato intrecciarsi con le vicende emotive e relazionali, che coinvolge l’intera personalità, l’intelligenza stessa e la vita delle persone. Molti sono gli studi che convergono nel dimostrare come la dimensione sessuale sia psichica, costruitasi insieme e intrecciata con tutto lo sviluppo della mente: quindi in base all’esperienza del singolo. Quando ancora l’individuo non è maturo a sufficienza per espletare la sua sessualità, la sua esperienza pone le basi di quanto sarà la sua futura “dimensione sessuale”, con i suoi vissuti, il suo orientamento, le sue preferenze, le sue difficoltà, le sue eventuali patologie, l’intricarsi inconscio di queste occulte o manifeste psicopatologie, e comunque con tutta la struttura neuropsichica, ottimale o difettosa che essa sia. Tutto ciò va ricercato a partire dalle sue origini, nella primissima infanzia: il che vale a dire nelle origini del sistema mentale dell’infante. Esempi salienti arrivano dalla speri-

mentazione sui primati. I coniugi Harlow negli anni ’70 si dedicarono a studiare sulle scimmie gli effetti della separazione precoce dalla madre. In uno studio, per esempio, le piccole scimmie venivano nutrite, in assenza della madre, da dispositivi meccanici; in altri contesti era presente un fantoccio di scimmia-madre peluche, e si vedeva che il piccolo, dopo aver mangiato al dispositivo, correva ad abbracciare la madre finta. Si volevano rilevare gli effetti della separazione più o meno precoce dalla madre. I rilievi degli Harlow confermarono quanto la separazione dalla madre, e nello specifico dal contatto pelo a pelo con essa, o sostituti, producesse disordini nella condotta degli animali adulti. Il punto interessante sta nel fatto che tali disordini di presentavano anche nella sessualità: le scimmie come tutti i primati copulano frequentemente e in molte situazioni, ancor più in cattività: si constatò insomma che, quanto più severamente il piccolo era stato privato dal contatto, non solo delle cure materne, ma della stessa stimolazione tattile con la madre, tanto più la sua sessualità adulta era disorganizzata o addirittura non costituita Si deve comunque a Freud il merito di aver portato per primo l’attenzione degli studiosi sulla sessualità infantile e sulla pregnanza per l’intero sviluppo della sessualità adulta, nonché lo sviluppo psichico globale, con particolare accento sulle prime fasi. Egli ipotizzò un’energia biologica che prenderebbe origine da zone corporee quali bocca, ano e genitali e da essi quindi una libido: ipotizzò così una libido orale, una libido anale ed una libido genitale. Queste zone sarebbero la fonte delle pulsioni che spingono l’individuo alla ricerca di uno specifico oggetto, con il quale la pulsione viene scaricata, generando piacere. Le diverse fonti di pulsioni entrerebbero in funzione progressivamente nello sviluppo infantile, dando origine a tre fasi: orale,

anale e genitale; fasi che caratterizzerebbero il periodo di vita da zero a tre/quattro anni e che rimangono comunque attive anche dopo e che variano a seconda degli individui e della loro storia successiva, andando a caratterizzare la sessualità adulta del soggetto. Oggi si tende a confermare l’importanza di queste zone, ma occorre considerare anche altre aree esperienziali ugualmente importanti, abbiamo così accanto a quella orale, anale e genitale anche le aree olfatti-


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Il tema del numero

Figura 2.2 - Qui sopra una fotografia di Sigmund Freud. La sua importanza nella storia culturale del XX secolo riguardò anche l’aver introdotto il concetto di sessualità nell’infanzia. ve, respiratorie, visive, prensorie, masticatorie, uretrali, ecc. Che la sessualità non sia affare meramente della Natura lo si poteva intuire anche gettando uno sguardo sull’evoluzione dell’uomo, sui cambiamenti culturali e con essi dei costumi legati alla sessualità. La storia dei costumi sessuali dell’umanità

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essualità e handicap. Attualmente l’argomento relativo alla sessualità nei soggetti portatori di handicap viene affrontato con sempre maggiore frequenza, sia da parte degli operatori sia dai mezzi di comunicazione. Le ragioni di questo mutamento e dell’interesse crescente nei confronti di tale tematica possono essere molteplici. Sicuramente una di queste

ci è d’aiuto per studiare e capire la nostra sessualità, ma anche per averne coscienza e per giudicarla con mente sgombra da ogni preconcetto e condizionamento. La sessualità fa riferimento dunque agli aspetti psicologici, biologici, sociali e culturali del comportamento umano ed è interessante vederne le variazioni nell’arco dei secoli. Fin dal periodo paleolitico nella figura femminile, per esempio, vengono esaltate le doti sessuali: i seni, i fianchi, le natiche abbondantemente tondeggianti, insomma tutto ciò che naturalmente suscita il desiderio dell’uomo. Già nelle prime rappresentazioni queste caratteristiche fisiche della donna hanno un rilievo primario, abbastanza spesso e volentieri esagerato; dai reperti archeologici che ci sono pervenuti - il più antico è senza dubbio un bassorilievo scoperto nella caverna di Laussel - si possono vedere figure di uomo e donna teneramente accoppiate. In Egitto il sesso era vissuto con estrema naturalezza e veniva esaltato senza pregiudizi o sensi di colpa. La nudità non era insolita perché le donne andavano in giro poco vestite o coperta da abiti trasparenti, mentre gli uomini coperti solo da leggeri drappi. Già era presente l’arte della seduzione con l’uso di sostanze ritenute afrodisiache, di trucchi, tatuaggi e gioielli vari atti a sedurre e far apparire più attraenti. E così via, attraverso epoche e culture, la sessualità è mutata e muta, ma questo è un altro interessante capitolo.♦

La sessualità e l’handicap Un tabù che sta cadendo? consiste nel fatto che “l’incontro tra la psicologia e l’handicap e la moderna sessuologia è molto recente ed è legato essenzialmente a quei cambiamenti all’interno di queste discipline che hanno permesso di intravedere la possibilità di insegnare la sessualità in un’ottica non veramente assistenzialistica, ma piuttosto educativa nel senso più pregnante del termine (Veglia, 1991 cit. in Fabrizi, 1997). L’handicap rappresenta una difficol-

tà che ogni persona disabile incontra nel proprio percorso di sviluppo umano tendente alla realizzazione di sé. Eppure i disabili fisici e psichici che stanno percorrendo un cammino di emancipazione rispetto alla famiglia e alla società molto spesso incontrano pochissime possibilità di ascolto per parlare e confrontarsi sull’affettività e sulla sessualità. La vita sessuale ed affettiva delle persone con disabilità è un tema messo Continua a pag 28 ►

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APPROFONDIMENTI ♦ Società

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Sessualità e legislazione Come la legislazione italiana disciplina il rapporto tra sessualità e disabilità di Laura Andrao

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uando si sta seduti, si hanno sconti per il cinema, il treno, il teatro. Non si fanno file alle casse né alla posta. Abbiamo il parcheggio riservato e un pass per i concerti. Queste cose agli occhi del resto del mondo ci rendono “diversi” e la nostra condizione giustifica questi “privilegi”. Si dice “poverini se lo meritano!”. Qualcosa che invece sembra che non ci meritiamo è il sesso. Si arriva quasi a pensare e a chiedersi che motivo abbiamo per farlo! Superata questa domanda, ci si chiede come un disabile lo faccia e subito dopo con chi. Con chi è subito detto. Con la persona che ci scegliamo e non è detto che sia una che si ama. Eh già, perché molti non lo immaginerebbero mai, ma si fa sesso anche con chi non si ama. Proprio come succede al resto del mondo! Capita di conoscere una persona, di scoprire attrazione e di andarci a letto, capita di non rivedere più quella persona. Perché non ci è piaciuto, non perché quella persona non cerca più noi. Capita di fare gli amanti, di essere il chiodo fisso di un uomo annoiato dalla vita coniugale, di essere il momento d’evasione. Capita di essere in ansia per un ritardo del ciclo o di dover correre in pronto soccorso per farsi prescrivere la pillola del giorno dopo. Capita anche di lasciare per un altro o di essere lasciati perché non accettiamo compromessi. Questo è quello che nessuno o pochi, molto pochi, immaginano. Per il come? Beh, a questo punto potreste pensare che vi sentite più emancipati da rispondere “come tutti”. Invece no! Perché qui siamo tutti diversi, ancora di più se vogliamo. Ognuno con le proprie difficoltà e i propri limiti s’ingegna, a volte inventando, è stupendo. Ma mai una volta si ri-

mane delusi del nostro corpo e delle sensazioni che in quei momenti ci regala. È vero, la vita di una persona disabile è diversa da quella di chi la mattina si alza da solo, si fa la doccia, prende le chiavi della macchina ed esce. Una donna che non cammina ha bisogno di un’altra persona che si occupa del suo corpo, anche nei momenti d’intimità; se si vuole che il partner ci trovi in intimo di pizzo con le candele e gli incensi, c’è una terza persona che ci aiuterà. Questa è un’amica, una sorella o un’assistente. Si accetta che si violi quel limite che non dovrebbe mai essere superato, si accetta perché altrimenti non sarebbe possibile. Ma quando lui arriva nella stanza e ci guarda con occhi strabiliati, ci si dimentica che abbiamo avuto bisogno di aiuto e la diversità scompare. In quel momento siamo tutti uguali, a dispetto di chi fa della perfezione fisica un vanto o un cruccio”. (dal sito www.loveability.it) Il panorama giuridico italiano. Nel panorama della ricerca giuridica il tema della libertà sessuale è stato affrontato negli ultimi anni con progressivo interesse. Come sempre più spesso accade, la testa di ponte è la giurisprudenza risarcitoria che trova la sua più pregnante premessa nella lettura costituzionale che la Consulta suggerisce su temi che suscitano fermento e interesse, prima ancora sociale che giuridico. Già la Corte Costituzionale aveva trovato occasione di esprimersi in materia, all’apparenza estranea all’argomento, e di precisare il suo punto di vista sul concetto stesso di libertà sessuale. Fuor di dubbio, la sessualità è espressione della persona e, di conseguenza, la libertà di

viverla è un diritto fondamentale, soggettivo e assoluto. Trova, allora, la giusta collocazione nell’art. 2 della Carta che impone di garantire la dignità che è essenzialmente il risultato della libertà dell’uomo, momento iniziale e fondante di e in ogni sua componente spirituale e psico-fisica. La possibilità di vivere la sessualità trova molteplici e complessi ostacoli e la compromissione di tale libertà si manifesta in diversi ambiti - famiglia, lavoro, ambienti ludico-didattici, mezzi di comunicazione - con caratteristiche differenti per la natura della vittima - donna, familiare, minore, soggetto debole, lavoratore - o per la posizione dell’aggressore - estraneo, parente, persona di fiducia. La libertà sessuale può essere compromessa anche da un fatto accidentale o traumatico non riconducibile a un'azione dolosa. In un’Italia tutta da rifare, e comunque pronta a rimettere in gioco elementi di una cultura ricca di nuovi spunti creativi e funzionali, è necessario promuovere il rispetto “dell’altro” diverso da sé. Nell’ultimo anno, in qualità di legale, mi sono spinta a comprendere meglio, ma soprattutto a cercare di promuovere un “possibile” cambiamento. Mi sono accorta di quanta ignoranza sia ancora presente tra le persone e quanto sia necessario promuovere attivamente uno sdoganamento dei tabù ancora troppo pesanti sulle nostre spalle. Convenzione ONU. Ecco allora l’importanza del non aver paura di vivere la sessualità, imparando e crescendo costantemente dal confronto con gli altri che, fortunatamente, possono avere un punto di


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per sopprimere, ignorare, rimuovere qualsiasi problematica legata all’espressione della sessualità e per controllare l’abuso sessuale. Nelle grandi istituzioni psichiatriche sesso e stupri diventavano semplicemente invisibili.

vista diverso, e sempre costruttivo. Da qui la necessità anche in Italia, come è già accaduto in altri paesi civili e non troppo distanti (Danimarca, Svizzera, Olanda, Germania), di supportare e promuovere progetti come quello dell’assistenza sessuale. Riconoscendo le difficoltà che il nostro paese vive in materia legislativa sui temi dell’educazione sessuale in generale, l’assistenza sessuale può tardare a decollare, oppure rischiare di non venire mai presa seriamente in considerazione. Non dimentichiamo però, che la sessualità, a prescindere dalle caratteristiche psico-fisiche degli individui, non può essere negata, ovvero nascosta e identificata come un peso solo da scrollarsi di dosso. La convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata nel 2006 e successivamente ratificata in Italia, sia con un esplicito riferimento all’esercizio della sessualità sia indirettamente, riconosce ripetutamente in diversi articoli, a livello di obblighi generali, di diritto alla casa e alla famiglia, di diritto alla vita, di libertà, di inclusione, di vita

indipendente, di educazione e di salute, la necessità di non discriminare le persone con disabilità per quanto riguarda il pieno godimento dei propri diritti, definendo una base etico giuridica agli interventi che sostengono l’educazione e la tutela della sessualità umana anche per le persone disabili. Sessualità come minaccia. La storia, anche recente, delle persone con disabilità fisica e con disabilità intellettiva in particolare in Europa e negli Stati Uniti è stata caratterizzata dallo stigma nei confronti dell’esercizio della sessualità, percepita come una minaccia nei confronti del sistema, ordita da individui emarginati (Block, 2000). In modo particolare le persone con disabilità intellettiva costituivano le vittime più probabili di interventi eticamente e giuridicamente inaccettabili, come l'istituzionalizzazione e la sterilizzazione obbligatoria con effetti drammatici sulla possibilità di esprimere compiutamente una qualunque forma di sessualità sana. Per le persone disabili che vivevano negli istituti, la sterilizzazione si configurava come una modalità altamente intrusiva

La situazione oggi. In sintesi, in accordo con la convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, è possibile affermare che ogni persona con bisogni educativi speciali sulla base di una condizione di salute primariamente o secondariamente compromessa ha il diritto di raggiungere la massima estensione del proprio potenziale nel corso e nella continuità dell’esistenza. Lo sviluppo sociale e sessuale comincia nel corso dell’infanzia e progredisce nel corso della vita, le persone con disabilità sono accreditate a muoversi verso la maturità sociale e sessuale necessitando di opportunità ed occasioni per sviluppare le amicizie e le relazioni. L’assistenza sessuale ai disabili esiste da oltre 30 anni in Olanda, Germania e Danimarca. A Zurigo, invece, Pro Infirmis aveva abbandonato il progetto, a causa di proteste da parte dei suoi finanziatori. “Nessuno si scandalizza se qualcuno legge per i ciechi. Perché allora sembra così strano se si aiuta un disabile a praticare la masturbazione?”, s’interroga la Tribune de Genève. Disabili o non disabili le persone che si amano, che flirtano o che hanno esperienze sessuali andrebbero accompagnate, supportate ed educate verso una vita sessuale felice, salutare e responsabile, così come si dovrebbe fare con ogni essere umano.♦ Avv. Laura Andrao. Avvocato, iscritto all'ordine degli avvocati di Reggio Emilia. Si interessa di problematiche sociali e si occupa in particolare dell'amministrazione di sostegno, di sessualità, handicap e di violenza alle donne. È legale dell'Associazione nazionale DESI.

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Biologia

Psicologia ParoleChiave

Handicap,

Fatto sociale oltre che fisico

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on esiste solo la dimensione fisica e psicologica dell'handicap, ma anche una dimensione biologica e sociale. Ecco perché la cosiddetta psicologia dell'handicap ha tentato di delineare un individuo nella sua totalità, nell’interazione complessa tra le componenti integre e quelle deficitarie, nelle dinamiche psicologiche caratteristiche di alcune situazioni e di alcuni contesti. L'atteggiamento sociale verso i portatori di handicap è correlato al grado di disabilità di una persona. Ma proprio questo atteggiamento crea molte delle problematiche che sorgono intorno all'handicap, poiché la disabilità non è legata solo all’entità del danno fisico o mentale, ma è in gran parte un fenomeno sociale, sia relazionale che organizzativo (si pensi alle barriere architettoniche). Da tutto questo deriva la necessità di intervenire, paradossalmente, sui normodotati piuttosto che sui portatori di handicap. A proposito di sviluppo e costruzione dell’identità, un ruolo fondamentale è senz’altro rivestito dal sistema scolastico: l’integrazione scolastica degli alunni disabili è comunemente considerata fondamentale per una loro effettiva integrazione sociale e per favorire uno sviluppo della personalità il più completo e armonico possibile.

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sotto silenzio, su cui si addensano imbarazzo, equivoci e pregiudizi. Spesso si mira a facilitare la loro emancipazione in termini di inserimento scolastico e lavorativo, di raggiungimento di autonomia e abilità, lasciando in secondo piano aspetti di rilievo per la crescita personale quale “la consapevolezza e l’affermazione del sé emozionale ed affettivo” (Veglia, 2000) eppure nella costruzione dell’identità globale di una persona un ruolo fondamentale lo riveste anche l’identità sessuale La sessualità riporta la persona nella sua globalità, essa è concepita come componente della relazione e della comunicazione, però spesso c’è difficoltà a vedere questo nella persona disabile perché gli aspetti legati alla sessualità sono visti come fini a se stessi.

Desideri e bisogni. L’esistenza e la manifestazione da parte degli individui disabili di bisogni, desideri e condotte psicosessuali, contrariamente a quanto avveniva in passato, esigono oggi pieno rispetto e impegno per una possibile realizzazione. Tali manifestazioni sessuali si esprimono nelle diverse tappe evolutive, in accordo con il grado e il livello di integrazione personale,

di sviluppo cognitivo e fisico, di competenza relazionale e di adattamento e autonomia sociale. Ciò non significa che le difficoltà che il disabile presenta, in particolare se portatore di un handicap psichico, a livello di comunicazione verbale e non verbale, di sviluppo sociale, di integrazione emotiva, di dinamica relazionale, ecc. consentano di instaurare e mantenere relazioni affettivosessuali o anche solo genitali significative. Nel caso in cui ciò avvenga, è molto raro che il rapporto si trasformi in una relazione di coppia stabile e duratura. L’esigenza, infatti, di costruire legami durevoli appartiene generalmente a disabili che hanno raggiunto un buon livello di sviluppo cognitivo ed emotivo. Queste persone devono essere aiutate e sostenute nei momenti decisivi, che riguardano l’instaurarsi e il consolidarsi del rapporto ed eventuali desideri di formalizzazione del legame o di procreazione. La possibilità di manifestare e vivere i bisogni e i desideri sessuali, in accordo con il proprio grado di coscienza e capacità è un diritto umano fondamentale, che non deve essere ignorato ma rispettato e reso possibile. Assistenza sessuale. Affrontare l’argomento sessualità e disabilità oggi significa riflettere su come le realtà europee hanno cercato di affrontare e rispondere a questa tematica, proprio per non permettere alle persone disabili di rinunciare alla loro sessualità. In Svizzera prendono vita gli “assistenti sessuali” per persone disabili che esplicano la loro professione nell’accompagnamento sessuale (si definiscono anche accarezzatori/trici). In Danimarca operano i consiglieri sessuali, negli USA i partner sostitutivi, in Olanda, Ger-


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Il tema del numero

Il sesso associato alla disabilità non deve essere un tabù. «L’esistenza e la manifestazione da parte degli individui disabili di bisogni, desideri e condotte psicosessuali, contrariamente a quanto avveniva in passato, esigono oggi pieno rispetto e impegno per una possibile realizzazione.» per fornire un “accompagnamento erotico”.

mania, Austria e Svizzera questa figura è legalmente riconosciuta come professione, mentre in Francia e in Inghilterra non è ufficialmente riconosciuta (sex-workers). L’assistenza sessuale è una forma di accompagnamento erotico per aiutare le persone a scoprire il proprio corpo attraverso la relazione con l’altro o l’altra come una sorta di sperimentazione che dovrebbe condurre ad una maggiore autonomia e stima di sé. L’assistente sessuale ascolta, cerca di capire, anche solo con una carezza o con prestazioni prettamente sessuali, cerca di dare piacere e gioia alla persona senza timori, né disagi. Aiuta cioè la persona disabile a provare meno imbarazzo e più sicurezza a rapportarsi con qualcuno, instaurando magari anche qualche relazione di tipo affettivo. Si tratta di una vera e propria categoria di professionisti che hanno acquisito competenze in ambito psicologico, educativo, medico e giuridico,

La situazione in Italia. In Italia dobbiamo fare i conti con uno storico intriso di pregiudizi e tabù, nonché scarsa sensibilizzazione sociale sul tema, pertanto arriviamo in ritardo rispetto al nord Europa, ma arriviamo. A Bologna è nata un’associazione che mira alla preparazione di assistenti sessuali e da qualche tempo anche in Parlamento sono state avanzate proposte di legge per la regolarizzazione della figura professionale dell’assistente sessuale. La proposta di avanzare il riconoscimento di una figura professionale come quella dell’assistente sessuale è un passaggio importante per l'approvazione dei diritti delle persone disabili, a patto che non diventi l’unico modo di comunicare sulla sessualità e disabilità. Si parla di affettività e sessualità: si devono cioè distinguere con precisione le pulsioni e i desideri sessuali e le condotte attuate per realizzarli dai comportamenti che hanno un significato più ampio, poiché rimandano ad esigenze di tipo affettivo-erotiche o a bisogni di relazioni interpersona-

li più durevoli. È importante ricordare con forza, infatti, che la sessualità, per le persone portatrici di disabilità, come per le cosiddette normodotate, non significa solo genitalità o attività sessuale in senso stretto e che spesso ciò che si cerca non è tanto l’accoppiamento sessuale quanto la necessità di soddisfare i propri bisogni relazionali ed affettivi. È necessario dunque che in prima fila ci sia sempre la possibilità di ascolto e confronto sul tema della sessualità e disabilità, sia con persone portatrici di handicap che con chiunque graviti vicino loro e senta il bisogno di confrontarsi su questo tema.♦

Morena Landini. Psicologa eSessuologa Clinica. Interviene su adolescenti ed adulti seguendo metodologie di derivazione cognitivocomportamentale. Da Febbraio 2010 esercita la libera professione come psicologa, psicodiagnosta e consulente in sessuologia clinica. Dal 2014 è socio onorario dell’associazione Cipm Emilia: coordina le attività di prevenzione e trattamento del Centro Italiano Per la Mediazione di Reggio Emilia. Dal 2004 al 2006 ha lavorato come educatrice professionale presso la Cooperativa Sociale Zora, svolgendo mansioni di assistenza e riabilitazione con pazienti psichiatrici. Dal 2006 al 2012 ha collaborato a tempo pieno con la cooperativa sociale “Pangea”, con mansione di sostegno educativo a bambini ed adolescenti con problematiche cognitive e/o familiari. Dal 2006 al 2012, presso l’O.P.G. di Reggio Emilia mediante collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, ha lavorato come psicologa.

Indicazioni bibliografiche Bibliografia per la prima parte. A. Imbasciati, Perché la sessualità, Piccin, Padova, 2010, G. Rifelli, Sessuologia Clinica, Masson, Milano 1996.

Bibliografia per la seconda parte. G. Castelli V. Mariani, L’educazione sessuale delle persone disabili, Ares, Milano, 2005. A. Mannucci, Peter Pan vuole fare l’amore, Ed. Del Cerro, Pisa 1997.

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IL SESSO DI INTERNET L'epoca della sessualità in rete App

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Gian Marco Fulgeri

parole chiave. Internet, sessualità, società. Abstract. La sessualità ha da sempre avuto un grande fascino sull'immaginario collettivo. Oggi, però, per valutare l'impatto della sessualità sulla nostra società non si può prescindere dal dare uno sguardo ad internet, che rappresenta uno specchio importante del nostro periodo, soprattutto grazie alla sua dilagante penetrazione nella nostra vita. Recenti ricerche hanno mostrato come le interazioni tra la sessualità in generale ed internet non siano tra loro in contrapposizione, ma risultino strettamente interconnesse.

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empre connessi. Forbes, nel Luglio del 2011, ha rilevato che solo il 4% dei siti Internet era dedicato alla pornografia. Per contro, 5 ricerche su 10 condotte su Google nello stesso anno erano correlate al sesso. La sessualità e la pornografia hanno sempre avuto un grande fascino sull’immaginario collettivo, ben prima dell’avvento di internet.

Il tema del numero

Sono infatti esemplificative le immagini e gli accessori di natura sessuale risalenti ad epoche antiche, si pensi ad esempio alle immagini riprodotte nei lupanari di Pompei, alla Venere Dormiente del Giorgione, ai particolari della tomba di Giuliano de Medici fatti da Michelangelo, all’erotismo nei nudi di Rubens e Rembrandt fino ad arrivare a L’origine du monde di Gustave Courbert. La lista potrebbe essere alta quanto un

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libro d’arte dell’intera umanità, senza naturalmente tener conto della letteratura, della cinematografia (anche, ma non solo quella pornografica), dei detti e delle canzoni popolari che sono espressione dell’epoca nella quale sono stati inventati. Nel 1915 Freud ha poi portato alla luce due (fra i tanti) aspetti sconcertanti del nostro agire: che i lapsus erano rivelatori dell’inconscio e che il sesso (e la sessualità) era una ◄

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◄ delle pulsioni che

ci governavano in ogni istante. Anche in aspetti della nostra vita che apparentemente non avevano nulla a che fare con il sesso; “certe volte un sigaro è un sigaro e basta” è l’ormai celebre frase che disse per uscire dall’empasse tra la simbologia, da lui stesso elaborata, e la sua passione per il fumo. La sessualità nella nostra società. Per valutare la sessualità nella nostra epoca può essere d’aiuto dare uno sguardo ad internet. Internet, come abbiamo visto nel numero scorso, è uno specchio importante del nostro periodo, soprattutto per la dilagante penetrazione che ha avuto di recente nella nostra società attraverso gli smartphone. Il recente avvento dei telefoni cellulari di ultima generazione (il primo iPhone, infatti, è solo del 2007) e la rapida ascesa nella vita di quasi ognuno di noi hanno reso l’uso di internet un fatto quotidiano ed importante. La piramide dei bisogni di Maslow è un costrutto utilizzato dagli studiosi della psiche e rappresenta una vera e propria scala di bisogni suddivisa in livelli che vanno dai più elementari necessari alla sopravvivenza (come l’alimentazione, il sesso, il sonno, ecc.) ai più complessi di carattere sociale (come la moralità, il problem solving, l’autostima, ecc.). I bisogni più alti cedono il passo a

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quelli più bassi se questi non sono appagati ed il loro soddisfacimento è per così dire “progressivo”. Ad esempio, non lavoriamo sulla nostra autostima se abbiamo fame e dobbiamo mangiare. Abbiamo visto, sempre nel numero scorso, come in uno studio condotto dal gruppo di ricerca di Sandro Rubichi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, 3 soggetti su 20 del campione analizzato lamentavano difficoltà a disconnettersi da internet. Verosimilmente l’utilizzo di internet non rientrerà tra i bisogni fisici primari per la sopravvivenza, ma ha sicuramente un impatto molto importante sui bisogni e nel quotidiano di molte persone, in particolar modo tra i cosiddetti “nativi digitali” ossia le generazioni nate durante l’attuale

«La sessualità e la pornografia hanno sempre avuto un grande fascino sull’immaginario collettivo, ben prima dell’avvento di internet. Sono infatti esemplificative le immagini e gli accessori di natura sessuale risalenti ad epoche antiche.»

era informatica. Sessualità in rete. Per quanto riguarda le interazioni tra la sessualità in generale ed internet, la ricerca attuale ha messo in evidenza come non sembri essere una forma di ''pseudo-sessualità virtuale" in contrapposizione al sesso reale. Le attività online e offline sono spesso strettamente interconnesse. I servizi di incontri on-line, per esempio, hanno dimostrato di essere un metodo popolare e di successo per incontrare partner sessuali nel mondo reale in modo rapido e semplice. Le forme di sessualità in internet, o il sesso di internet, sono formate dai singoli individui che accedono alla rete e dall’ambiente sociale che li circonda (composto da credenze, tendenze, pregiudizi, ecc.) che varia a seconda delle diverse zone della città, della nazione e dell’area geografica. Per contro, gli stessi individui sono essi stessi influenzati dalle tendenze che trovano in rete e conseguenze positive o negative si manifestano a seconda di come internet viene utilizzato per le attività di natura sessuale. Il sesso di internet può avere un impatto su atteggiamenti e identità sessuali, sulla socializzazione sessuale tra gli adolescenti, sulle relazioni di gene-


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Il tema del numero

Figura 3.1 e 3.2 - Nella foto a fianco la Venere dormiente di

Giorgione. Il dipinto, databile tra il 1507 e il 1510 e oggi conservato alla Gemäldegalerie di Dresda, venne ultimato dopo la morte del pittore da Tiziano. Qui sotto il dipinto Betsabea con la lettera di David realizzato nel 1654 da Rembrandt e oggi conservato al Louvre di Parigi. L'opera raffigura Betsabea dopo che ha ricevuto la lettera in cui il re David le chiede di tradire il marito Uria.

re, sulla posizione sociale e sull'attivismo politico delle minoranze sessuali, sull'inclusione delle persone con disabilità, sulla diffusione delle infezioni sessualmente trasmesse, sulla soddisfazione sessuale nelle relazioni di coppia, sulla promozione della salute sessuale, sullo sviluppo di disturbi sessuali e sul verificarsi di reati a sfondo sessuale. In una parola, sulla normalità, positiva e negativa, degli atteggiamenti sessuali. Secondo recenti statistiche (http:// www.internetworldstats.com/stats. htm ), il 68.6% della popolazione in Europa utilizza Internet (il 58.5% in Italia) ed è seconda in classifica dopo il Nord America (84.9%). Ad eccezione dell’Oceania e dell’Australia (67.5%), gli altri continenti hanno un'incidenza di internet sul-

la popolazione molto più bassa, in Africa è al 21.3%, in Asia al 31.7%, nel Middle East al 44.9% e in Sud America al 49.3%. Per contro, come numero di utenti nell’intero pianeta il primo continente è l’Asia con il 45.1%, il secondo è l’Europa con il 20.2%, il terzo è il Nord America con il 10.7%, e il resto del mondo si divide il rimanente 26%. Sembra allora verosimile supporre che ci sia una buona miscellanea tra tendenze e atteggiamenti sessuali tra il cosiddetto occidente e il bacino asiatico. I primi studi empirici sono stati pubblicati a metà degli anni ’90 e da allora i ricercatori hanno individuato sei aree principali relative alla sessualità in internet: pornografia, sexy shops, prostituzione, educazione sessuale, incontri sessuali e

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minoranze sessuali. Anche i fattori sociali, come ad esempio gli aspetti etico-normativi, giuridici o tecnici, sono in grado di influenzare il contenuto di internet e i suoi modelli di consumo all’interno delle sei aree evidenziate dalle ricerche. Pornografia. Per quanto riguarda la pornografia, esistono raffigurazioni esplicite di attività sessuali su internet sottoforma di fotografie, video e film, fumetti e testi, ed è possibile trovare contenuti sia gratuiti che a pagamento. Il materiale pornografico è anche scambiato attraverso le reti peer-to-peer, i forum e le chat online. Accanto alla pornografia legale esiste inoltre un canale illegale che costituisce una terza forma di contenuti sessuali espliciti, anche se in misura minore. La pedopornografia è infatti molto difficile da trovare ed è illegale ed estremamente contrastata da quasi tutti i governi, anche attraverso azioni internazionali congiunte. Ad oggi pochissimi studi hanno indagato sistematicamente i tipi, le caratteristiche e la produzione di pornografia online. La maggior parte della pornografia disponibile online è realizzata professionalmente anche se molti utenti amatoriali caricano i propri contenuti in rete attraverso storie, fotografie, video, ecc. In molti casi la pornografia amatoriale è caratterizzata anche da tematiche ed estetiche alternative agli stereotipi della pornografia tradizionale presentando, ad esempio, forme e dimensioni del corpo umano più vicine alla normalità. Rappresentazioni pornografiche innovative (come la pornografia fatta per e da donne eterosessuali e omosessuali) sono quindi sempre più comuni su internet. L’utilizzo della pornografia nel mondo occidentale è molto comune al giorno d’oggi: uno studio condotto nel 2006 ha rilevato che la maggior parte della popolazione tra i 18 e i 49 anni ha usato riviste pornografiche (maschi: 96%, femmine: 73%), filmati video (m: 96%, f: 76%), o internet (m: 63%, f: 14%) almeno una volta; di questi, circa il 50% aveva utilizzato almeno una volta contenuti pornografici nei 12 ◄

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Psicologia Sociologia

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Figura 3.3 - A fianco, lo psicologo statunitense Abraham Harold Maslow (1908-1970), uno degli esponenti più importanti della cosiddetta "psicologia umanistica". È a lui che si deve l'ideazione della cosidetta piramide di Maslow, che rappresenta, secondo la sua teoria, la gerarchia dei bisogni umani, oggi non più attuale. ◄ mesi precedenti. Sexy shops e prostituzione. La seconda area identificata dalle ricerche, quella relativa ai sexy shops, riguarda l’ampia vendita di materiale, tra cui giocattoli sessuali, stimolanti, lingerie, preservativi, afrodisiaci, ecc., attraverso internet utilizzando anche importanti canali di vendita online come Amazon o Ebay. Internet inoltre gioca un ruolo centrale nella pubblicizzazione della prostituzione e di altre forme di lavori legati al mondo del sesso fuori dalla rete. Online, invece, si è sviluppato un nuovo mercato di spettacoli dal vivo trasmessi via webcam. In una ricerca condotta nel 2007, un certo numero di “sex workers” hanno riferito che la loro attività inerente spettacoli di sesso online (che riguarda rispondere alle richieste dei clienti di fronte alla webcam) è molto più comoda e sicura rispetto alla prostituzione praticata in strada o in club privati. Questo genere di “sex workers”, però, non sono solo prostitute professioniste ma la categoria è composta da un’importante numero di giovani studentesse che utilizzano questo mercato per guadagnare soldi extra. Un rischio potenziale per queste ragazze che hanno scelto volontariamente di entrare nel business del sesso online, apparentemente privo di rischi e conseguenze, è quello di sopravvalutare le ricompense finanziarie, sottovalutando gli effetti sociali e psicologici negativi.

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Educazione sessuale. Internet è inoltre utilizzato per avere informazioni tecniche inerenti il sesso, le malattie sessualmente trasmissibili, e tutto ciò che riguarda il panora-

ma dell’educazione sessuale. In una ricerca condotta su un campione di 760 studenti canadesi, il 45% delle femmine e il 68% dei maschi hanno indicato di aver cercato informazioni inerenti l’educazione sessuale su internet nei 12 mesi precedenti. Un importante aspetto riguarda inoltre le persone con disabilità che su internet possono trovare diverse informazioni ed esperienze utili al caso specifico. È inoltre rilevante, soprattutto in questi casi, la qualità delle informazioni disponibili in rete. In diverse ricerche è emerso come su internet siano presenti diverse informazioni errate che riguardano principalmente una sottostima dei rischi, una sbagliata informazione inerente

i pericoli, informazioni errate sulla contraccezione d'emergenza (come ad esempio la pillola del giorno dopo, ecc.) e malattie sessualmente trasmissibili, nonché su importanti virus come l'HIV. Incontri sessuali. Per quanto riguarda gli incontri sessuali, possono esserci due forme di contatto su internet: quelli mediati dal computer (online sex) e quelli che portano a incontri sessuali reali (offline sex). Per quanto riguarda la prima forma - totalmente online - i partner cercano di stimolare l'un l'altro attraverso lo scambio di testi, immagini e/o video espliciti. Gli incontri possono avvenire attraverso chat, community


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Il tema del numero

Moralità, creatività, spontaneità, problem solving, accettazione, assenza di pregiudizi

Autorealizzazione Autostima, autocontrollo, realizzazione, rispetto reciproco

Stima Amicizia, affetto familiare, intimità sessuale

Appartenenza Sicurezza fisica, di occupazione, morale, familiare, di salute, di proprietà

Sicurezza Respiro, alimentazione, sesso, sonno, omeostasi

Fisiologia La piramide dei bisogni (Maslow, 1953) Figura 3.4 - Rappresentazione della piramide di Maslow. Nel 1954 Maslow pubblica il libro "Motivazione e

personalità", in cui espone la sua teoria sulla gerarchia dei bisogni umani. Ad animare l'uomo sarebbero innanzitutto le motivazioni più elementari a cui seguono quelle più complesse. La scala è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari alla base della sopravvivenza dell'individuo e originati dai bisogni primari, a quelli più alti di carattere sociale, che riguardano la piena realizzazione di sè. Per passare da un livello al successivo, è necessario che quello inferiore venga soddisfatto. L'era di internet ha messo in luce come alcuni bisogni artificiali siano diventati prioritari.

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Figura 3.5 - Se da una parte internet ha portato aspetti particolarmente innovativi nella nostra vita, come

la possibilità di riunirsi in comunità e di contrastare l’isolamento sociale, al contempo si registano anche aspetti patologici e di dipendenza. Per quanto riguarda in particolare il rapporto tra internet e sessualità, bisogna tenere in considerazione le conseguenze che può avere un ampio accesso a materiale pornografico da parte di giovani adolescenti e alla sottostima degli effetti a lungo termine che l’auto-esposizione in rete può provocare.

◄ online (come blog, forum, ecc.),

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giochi online o mondi virtuali (come ad esempio, Second Life). Il sesso online (o cybersex), grazie alla sua natura mediata dal computer e alle opportunità offerte attraverso l'anonimato, aiuta ad abbassare le inibizioni favorendo uno scambio comunicativo particolarmente aperto. Inclinazioni e preferenze sessuali altrimenti nascoste nel mondo reale a causa della paura del rifiuto possono essere simulate su internet facendo vivere ai partecipanti un senso liberatorio e incoraggiandone

l'auto-accettazione. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di internet per la ricerca di incontri sessuali reali, in un recente studio condotto in Gran Bretagna il 7% delle donne eterosessuali, il 14% degli uomini eterosessuali e il 47% di uomini e donne omosessuali, hanno utilizzato Internet per cercare partner sessuali negli ultimi 12 mesi. Attraverso la rete sono disponibili un considerevole numero di potenziali partner tra i quali avviene una selezione cosciente (benché edonistica) attraverso un accurato

processo di filtraggio. Siti di social network fatti di profili online, foto e chat sono utilizzati per identificare i potenziali partner sessuali e le interazioni avvengono tramite e-mail, instant messenging, webcam o conversazioni telefoniche. Questi mezzi permettono di selezionare criteri quali l'attrazione fisica, il reciproco interesse e la corrispondenza di particolari preferenze sessuali. Prima di incontrarsi nel mondo reale, i potenziali partner a volte praticano il sesso online al fine di verificare la loro compatibilità sessuale. Inter-


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net, inoltre, amplia le opportunità di incontri sessuali tra le persone che vivono in zone geografiche particolarmente isolate, così come tra persone che cercano partner per pratiche sessuali specifiche. Se una minoranza sessuale non è particolarmente accettata all’interno

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Il tema del numero

di in un determinato contesto culturale o ingiustamente discriminata o emarginata, come ad esempio l’omosessualità in Italia, internet può essere un mezzo che aiuta l'emancipazione e l'empowerment dei membri di questa minoranza. Essendo uno strumento di facile accesso che coa-

«L’utilizzo di internet non rientrerà tra i bisogni fisici primari per la sopravvivenza ma ha sicuramente un impatto molto importante sui bisogni e nel quotidiano di molte persone, in particolar modo tra i cosiddetti “nativi digitali”.»

Indicazioni bibliografiche Beatriz Lia Avila Mileham, Online infidelity in Internet chat rooms: an ethnographic exploration, Computers in Human Behavior, Volume 23, Issue 1, January 2007, Pages 11-31 Bernstein, E. (2007). Sex work for the middle classes. Sexualities, 10(4), 473488 Ellsworth-Jones, W., Banksy. L'uomo oltre il muro, L’Ippocampo, 2012 Freud, S., Pulsioni e loro destini, in Metapsicologia, 1915, Opere, vol. VIll, Torino, Bollati Boringhieri Kaveri Subrahmanyam, Patricia M. Greenfield, Brendesha Tynes, Construc-

diuva l'instaurazione di contatti tra individui con le medesime credenze e orientamenti sessuali, internet può migliorare l'integrazione sociale, rafforzare l’auto-accettazione e l’identità degli utenti incoraggiando, tra le altre cose, anche l'attivismo politico per far valere i propri diritti. Pro e contro della rete. Come per molti aspetti della vita reale, anche per quanto riguarda il sesso internet rappresenta in buona parte gli aspetti più normali, più alti e più bassi della nostra società. La rete ha in sé anche aspetti particolarmente innovativi, determinate pratiche di sesso online o la possibilità di riunirsi in comunità che contrastano l’isolamento sociale sono alcuni degli aspetti innovativi apportati da questo strumento. Ci sono poi anche aspetti patologici e di dipendenza, brevemente accennati nel numero scorso, che sono stati volutamente tralasciati in questo breve riepilogo della sessualità in rete. Diversi aspetti, inoltre, sono da tenere in considerazione come ad esempio il più ampio accesso a materiale pornografico da parte di giovani adolescenti o a una sottostima degli effetti a lungo termine che l’auto-esposizione in rete può provocare. Per dirla alla Bansky, il personaggio del romanzo di Will Ellsworth-Jones, “credo che Warhol si sia sbagliato: in futuro diventerà famosa così tanta gente che un giorno finiremo tutti per avere i nostri quindici minuti di anonimato”. ♦

Gian Marco Fulgeri. Laurea in Filosofia indirizzo Psicologia Cognitiva, Master di II livello in Psicologia Clinica, è ricercatore presso l'Università di Modena e Reggio Emilia. Allievo di Giacomo Stella e di Enrico Ghidoni, è autore di numerose pubblicazioni inerenti la narrazione del sè e la costruzione dell'identità nella dislessia. Fa inoltre parte di un gruppo di ricerca sulle dipendenze da internet coordinato da Sandro Rubichi.

ting sexuality and identity in an online teen chat room, Journal of Applied Developmental Psychology, Volume 25, Issue 6, November-December 2004, Pages 651-666 Traen, B., Nilsen, T. S., & Stigum, H. (2006). Use of pornography in traditional media and on the internet in Norway. Journal of Sex Research, 43(3), 245-254

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Il tema del numero

“Sex and the Church”

Michel Foucault e l’ossessione del sesso in Occidente In

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Mauro Bertani

parole chiave. Sessualità, filosofia, storia dell’Occidente, religione. Abstract. Il testo fornisce un excursus dell’indagine compiuta nel corso dei secoli in Occidente su sesso e sessualità. I primi ad affrontare questo complesso argomento sono stati i filosofi. Un importante contributo recente si deve a M. Foucault che negli anni ‘70 del secolo scorso ha analizzato l’argomento, partendo dal presupposto che la sessualità non sia sempre stata oggetto di processi di controllo e repressione, ma abbia anche dato luogo a fenomeni di carattere discorsivo attraverso cui si sarebbe realizzata l’ingiunzione secolare di “conoscere il sesso”.

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l desiderio dei filosofi. Nella proliferante e ormai pletorica indagine storico-filosofica, sviluppatasi in Occidente sul problema del sesso e della sessualità, si è fondamentalmente affermato un modello di ricerca, il quale, pur se con innumerevoli e sovente radicali differenze tra gli studiosi che lo hanno adottato e utilizzato, parte dall’assunto di base secondo cui la sessualità appartiene all’ordine delle strutture biologiconaturali fondamentali dell’esistenza umana, radicata in un “istinto genitale” - il sesso - che partecipa di pieno diritto ai processi di procreazione e riproduzione della specie, salvo interferire in maniera più o meno complessa con le vicissitudini dell’affettività e della vita amorosa. All’argomento, innanzitutto, si erano dedicati per secoli i filosofi, al fine di cercare di identificarne le dinamiche e i principi di funzionamento, fatti risalire a strutture ontologiche egualmente eterne ed invarianti (denominate di volta in volta come “desiderio”, “libido”, “pulsione”, “energia vitale”, ecc.) intorno a cui organizzare, eventualmente, un ordine normativo (e in qualche caso

Figura 4.1 - A fianco testa detta di Platone. Famosa è la discussione intorno al concetto di Eros espressa in una delle opere più conosciute di Platone, il Simposio (o Convivio). persino “legislativo”). Epithumia, cupiditas: è così che gli antichi, in particolare, designavano l’appetitio intesa come caso particolare della tendenza cosciente verso un oggetto o un fine, conosciuto o semplicemente immaginato, che costituisce quella passione primitiva dell’anima che è alla radice della nostra capacità di essere, di essere colpiti - affetti - da qualcosa, o di agire, e nella cui sfera rientra la stessa esperienza della sessualità. Già nel Convito platonico la nozione si correla ad un’assenza, come illustra il mito di Eros, e al tentativo di ottenere l’oggetto assente, alla tensione verso qualcosa di perduto ma che al contempo si considera come “buono per se stessi”. La tradizione cristiana intronizzerà come oggetto Dio stesso, facendone l’oggetto d’amore assoluto. Descartes, secoli dopo, de-

finirà il desiderio come quella “agitazione dell’anima causata dagli spiriti che la dispone a volere per l’avvenire le cose che essa si rappresenta come convenienti”, anche se, egli aggiunge, la volontà, nel desiderio, ha un carattere esitante e incerto, poiché ciò che la anima appartiene all’ordine del possibile, che non dipende da noi. Di qui il suo carattere “inquieto ed irresoluto” e la mobilità inces- ►

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Psicologia

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◄ sante che conferisce alle creatu-

re, dirà Leibniz, facendole agire. Spinoza, per contro, ne farà ciò che definisce quel che noi siamo, conatus che costituisce “l’essenza stessa dell’uomo”, da lui identificata con la sua stessa potentia essendi atque agendi, con lo sforzo di conservare l’essere e di perseverare in esso, e infine con lo stesso sistema dei nostri giudizi e valutazioni. In Kant, viceversa, il desiderare ritorna ad essere facoltà inferiore, legato alla facoltà di agire dell’uomo e non alla facoltà di conoscere. Esso intrattiene tuttavia un rapporto essenziale con la vita, rispetto alla quale può fungere da principio “patologicamente determinato” destinato a dar luogo a quelle vere e proprie malattie che sono le passioni, se non intervenisse quella “facoltà superiore” che è per Kant la ragione stessa. Ma è ad Hegel, ad un luogo decisivo per la filosofia contemporanea che è la seconda sezione della Fenomenologia dello Spirito dedicata all’autocoscienza e lungamente commentata a partire da Kojève e Hyppolite, che la riflessione sul desiderio (e quindi, per i filosofi, sulla sessualità) troverà un’inflessione fondamentale. Per Hegel, infatti, il Begierde definisce la protensione per mezzo della quale si esprime la relazione a sé della coscienza che fa sì che la conoscenza dell’oggetto, da parte della coscienza stessa, passi innanzitutto attraverso

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ra come specchio immaginario che le consente di riconoscere se stessa, scoprendo al contempo che l’oggetto non le è esterno ed estraneo. L’altro è cioè il punto di transito inaggirabile grazie al quale la coscienza potrà diventare autocoscienza ritornando a sé nella forma di un altro: la coscienza non può dirsi alla prima persona singolare se non in relazione e grazie ad un altro, che funge da supporto immaginario. Il soggetto di desiderio. Il soggetto (di desiderio) si riconosce nell’altro (“Je est un autre”, dirà Rimbaud), al prezzo della sua negazione come altro. Si sarà riconosciuta qui la forma della captazione immaginaria all’opera nella forma primigenia della cosiddetta “relazione sessuale”. E poi venne Freud, per il quale il desiderio affonda le sue radici nell’inconscio governato dal principio del piacere.

«In Kant, viceversa, il desiderare ritorna ad essere facoltà inferiore, legato alla facoltà di agire dell’uomo e non alla facoltà di conoscere. Esso intrattiene tuttavia un rapporto essenziale con la vita, rispetto alla quale può fungere da principio “patologicamente determinato” destinato a dar luogo a quelle vere e proprie malattie che sono le passioni.»

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una dialettica che è quella del riconoscimento. Per mezzo di essa la coscienza, grazie al fatto di ritrovare sé nell’altro, potrà riconoscerlo. In tal modo l’altro viene posto come oggetto intrascendibile di desiderio, un oggetto che la coscienza deside-

Il desiderio, innanzitutto sessuale secondo Freud, è cioè legato al desiderio inconscio e alla sua realizzazione. Non a caso è attraverso l’analisi della struttura dell’esperienza onirica che Freud ne delinea la definizione, allorchè scrive che il sogno è la rea-

lizzazione di un desiderio rimosso, mentre il fantasma viene definito come la realizzazione allucinatoria del desiderio stesso. Già per Freud il desiderio, distinto dal bisogno puramente biologico che trova la propria soddisfazione in oggetti adeguati, si lega a tracce mnestiche, a ricordi, insomma a un materiale rappresentativo inconscio che ha sempre e comunque un’impronta sessuale, o che comunque rimanda alla sessualità. E, a partire dall’insegnamento di Freud, Lacan edificherà una dottrina del desiderio destinata a fungere da fondamento di quella che Badiou ha definito una vera e propria nuova “teoria del soggetto”. Anche per Lacan, infatti, come per Hegel, il desiderio risulta fondato sulla dialettica del riconoscimento (il desiderio è sempre “desiderio del desiderio dell’altro”), ma ha al contempo carattere pulsionale, sessuale, inconscio e questo essenzialmente grazie alla mediazione rappresentata dalla domanda. Questa si rivolge all’altro (grazie alla funzione strutturante del linguaggio) e in apparenza concerne


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Figura 4.2 e 4.3 - Nella pagina a fianco il filosofo francese Descartes, latinizzato in Cartesio. Egli definì il desiderio come quella “agitazione dell’anima causata dagli spiriti che la dispone a volere per l’avvenire le cose che essa si rappresenta come convenienti”. Qui sopra il filosofo tedesco Immanuel Kant, che riportò il desiderio nell’alveo del mondo interiore. un oggetto, che però si rivela inessenziale nella misura in cui la domanda è sempre, in realtà, domanda d’amore, rivolta ad un fantasma, ad un altro immaginario, dal momento che l’oggetto è irrimediabilmente perduto (il desiderio scaturisce dacché la madre non risponde in maniera automatica ed immediata alla domanda che il pianto e le grida del bambino rappresentano, attraverso un differimento della soddisfazione che è un’interpretazione, poiché impone una “rinuncia alla soddisfazione immediata della pulsione”, come diceva Freud, che inaugura il movimento dello spostamento - metaforico-metonimico - del significante). Il desiderio, insomma, procede da una “manque-à-être” che si richiama esplicitamente all’analisi platonica e che comporta un legame costitutivo con la violenza e la morte (la lotta a morte di Hegel). Il desiderio nella psicoanalisi. Anche per la psicoanalisi, dunque, il desiderio coincide con “l’uomo stesso”, un uomo che si costituisce grazie alla faglia, all’interruzione simbolica (resa possibile dal Nome del padre) di un godimento

Il tema del numero

nel reale. Ebbene, di tutto ciò gli storici, a modo loro e a loro volta, hanno cercato di ricostruire le variazioni e le peripezie, nelle diverse epoche e all’interno di diverse organizzazioni sociali, nate dall’interferenza tra irruzione del desiderio sessuale e codici (semiotici, sociali, ermeneutici) normativi di carattere inesorabilmente repressivo, poiché intesi a canalizzare, organizzare, orientare la sessualità in funzione della teleologia (naturale e culturale) ad essa immanente. Di qui una miriade di studi sui costumi e le pratiche sessuali delle popolazioni “selvagge” del Pacifico, dei contadini nella Francia del Seicento o della borghesia inglese dell’Ottocento, destinati a mostrare come tanto i comportamenti quanto le stesse identità sessuali non siano altro che il risultato del gioco di permutazioni a cui quelle strutture invarianti vengono sottoposte dalle variazioni storicosociali di quei codici. Il disincanto del genealogista. A metà degli anni ’70 del secolo scorso M. Foucault ha impostato non tanto un vero e proprio programma di ricerca, quanto una diversa modalità di “problematizzazione” della questione della sessualità, ovvero ha avviato il tentativo di interrogare genealogicamente un “problema” (anziché un oggetto “sempre già dato”) partendo dal presupposto che la sessualità non sia sempre ed invariabilmente stata oggetto, in ogni epoca, ad ogni latitudine e presso tutte le culture, di processi di controllo, rimozione e repressione, bensì abbia dato luogo, innanzitutto, a fenomeni di carattere discorsivo (attraverso cui, certo, mettere poi in atto anche politiche di “governo degli individui”), una “messa in forma di discorso” attraverso cui si sarebbe realizzata l’ingiunzione secolare di “conoscere il sesso”. Ma la conoscenza del sesso, in tale prospettiva, risulta decisiva non tanto ai

Anemos neuroscienze

fini della conoscenza dei fenomeni della vita e della sua riproduzione e conservazione, quanto piuttosto in relazione alla conoscenza dei meccanismi che hanno portato alla costituzione di un certo tipo di soggettività e all’emergere della verità correlata a tale soggettività. In un certo senso, Foucault non ha fatto altro che trarre tutte le necessarie conseguenze dalla diagnosi formulata da Nietzsche nel 1881: “Il diavolo Eros è diventato a poco a poco più interessante per gli uomini di tutti gli angeli e i santi grazie al sommesso parlottare e all’aria di mistero della chiesa su tutti i fatti erotici; esso ha avuto come risultato che fin nella nostra epoca, la vicenda amorosa è diventata l’unico reale interesse comune a tutti gli ambienti in un’esagerazione inconcepibile all’antichità”. Salvo riformulare la diagnosi così: una genealogia del desiderio è dunque possibile? La ricerca di Foucault. Per rispondervi Foucault ha intrapreso una vasta storia della sessualità, iniziata con la Volontà di sapere nel 1976, proseguita con L’uso dei piaceri e con La cura di sé, nel 1984, che la morte gli ha impedito di concludere. Tale storia per lui non era altro se non il prolungamento di un’analitica del potere, poiché quel che nel libro del 1976 cercava di fare era di descrivere il modo in cui il potere, a partire dalla fine del XVIII secolo, ha investito, attraverso pratiche e discorsi allestiti soprattutto dai saperi bio-medici e dalle cosiddette scienze sociali, un certo numero di aspetti fondamentali della vita degli individui, che faranno della sessualità, ai suoi occhi, soprattutto due cose: un oggetto costruito e un campo di indagine specifica. Foucault insisteva soprattutto sul modo in cui il potere si articola sempre su tecniche di “veridizione”, su dei “giochi e dei discorsi di verità”, giungendo alla conclusione che i rapporti degli uomini col “dir vero” non sono in nessun altro luogo così evidenti come a proposito della sessualità. Egli sosteneva che siamo parte di una civiltà in cui agli uomini si chiede di dire la verità a proposito della loro sessualità per poter dire la verità su se stessi: “La sessualità, ben più che un elemento dell’individuo rigettato fuori di lui, risulta ►

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Psicologia

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costitutiva del legame che le persone sono obbligate ad annodare con la propria identità nella forma della soggettività”. Interrogarsi sulla sessualità significa dunque per Foucault analizzare il modo in cui le pratiche e i discorsi della religione, della scienza, della morale, della politica, dell’economia, hanno contribuito a fare della sessualità al contempo uno strumento della soggettivazione e una posta in gioco per il potere. Nel libro del 1976 Foucault stabiliva una netta distinzione tra sesso e sessualità, successivamente sviluppata attraverso la differenziazione tra la problematizzazione della sessualità come “aphrodisia” nel mondo greco-romano e della carne nel cristianesimo. Tutto ciò lo condurrà ad interrogarsi sulle “tecniche di sé” elaborate nel contesto delle rispettive forme di problematizzazione e sulla possibilità dei processi di soggettivazione che esse, rispettivamente, comportano, nella misura in cui l’erotica greca studiata ne L’uso dei piaceri e ne La cura di sé viene presentata come un problema di scelta e di controllo di sé, mentre l’analitica cristiana della “concupiscientia carnis” la considererà come il luogo di elaborazione di un certo regime di verità su di sé.

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La sessualità in Occidente. La sessualità, ad un certo punto, ha assunto una funzione centrale nella civiltà Occidentale, che ha riconosciuto in essa una forma decisiva del rapporto che il soggetto intrattiene con se stesso e del modo di dirigere la propria esistenza: superficie di iscrizione del bio-potere e fattore essenziale dei processi di soggettivazione, ovvero dei modi attraverso i quali costituiamo noi stessi come soggetti (anziché essere prodotti come semplici effetti di tecniche disciplinari di assoggettamento). La sessualità rappresenta pertanto una costruzione storica e politica apparsa ad un certo stadio dello sviluppo delle società occidentali. Anche altrove, e in altre epoche, sono esistiti, ovviamente, relazioni e piaceri sessuali, solo che non erano riferiti a, fondati su e identificati sistematicamente con, l’istanza onnipresente del sesso. Il sesso in quanto tale è dunque, secondo Foucault, una costruzione prodotta a fini di rego-

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lazione sociale e di controllo della sessualità, che dissimula e unifica artificialmente una varietà di funzioni sessuali disparate, senza legami le une con le altre. Esso è stato fatto funzionare essenzialmente all’interno di un certo regime di discorso a titolo di causa, essenza interiore che produce, e simultaneamente rende intelligibili, ogni sorta di sensazioni e piaceri nei termini specifici della sessualità. E allora, per rimettere in

Figura 4.4 e 4.5 - A fianco immagine del filosofo tedesco Hegel. Nella sua Fenomenologia dello spirito, la riflessione sul desiderio (e quindi, per i filosofi, sulla sessualità) troverà un’inflessione fondamentale. Nella pagina a fianco Sigmund Freud. Il desiderio, innanzitutto sessuale secondo Freud, è legato al desiderio inconscio e alla sua realizzazione.

discussione tale idea, Foucault propone di considerare un sistema storico di discorso e di potere che chiama “dispositivo di sessualità” e che produce quel che si chiama, appunto, “il sesso”. Attraverso tale nozione quel che si è ottenuto è il dissimulare il funzionamento reale del potere sotto un’ipotetica relazione esteriore tra un potere che sarebbe repressivo ed un sesso considerato come un’energia libera e scatenata. Ma in realtà quel che si è ottenuto è di rendere inintelligibile il fatto che il sesso non è né una realtà fisica né un’invariante astorica e universale della natura umana, bensì una categoria inevitabilmente regolatrice e normalizzatrice. Essere sessuati significa essere assoggettati a un insieme di regolazioni - innanzitutto discorsive - di natura eminentemente sociale. Sarà questo, secondo Foucault, il presupposto di una genealogia/archeologia del desiderio, un desiderio a partire da cui sono state elaborate determinate concezioni della natura umana sulle quali si è edificata tutta una serie di morali e di politiche, per dischiudere la possibilità di pensare l’etica e la politica dell’uomo contemporaneo senza fare più ricorso al desiderio. È in questa direzione che è andato, in particolare, il progetto foucaultiano complessivo di una storia della ses-

sualità che voleva essere al contempo un’archeologia della psicoanalisi e una genealogia del soggetto di desiderio. Come ha scritto Foucault nella Volontà di sapere: “La storia del dispositivo di sessualità, così come si è sviluppato a partire dall’età classica, può valere come archeologia della psicoanalisi”, la cui genealogia non significava “fare una storia delle concezioni successive del desiderio”, bensì analizzare le pratiche attraverso cui, dirà otto anni dopo, “gli individui sono stati indotti (…) a confessarsi come soggetti di desiderio”.

L’incitamento al discorso di Foucault. Foucault aveva inaugurato la sua ricerca decostruendo “l’ipotesi repressiva”, secondo cui l’uomo contemporaneo sarebbe solo


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Il tema del numero

Anemos neuroscienze

oggi uscito da una società borghese e vittoriana in cui il sesso sarebbe stato violentemente represso, oggetto di interdizioni e censure. Contro tale ipotesi Foucault farà emergere la regola “dell’incitamento al discorso”, ovvero il fatto che la sessualità è stata fatta oggetto di una messa in forma di discorso sistematica, grazie a cui il sesso è entrato a far parte di un certo regime di enunciazione, è diventato cioè qualcosa che deve essere detto, sottoponendolo ad una serie

di regimi di discorsività organizzati dalle istanze più diverse (la Chiesa con la “confessione della carne”, la medicina e la psichiatria a proposito delle sue patologie - onanismo, ninfomania, perversioni - i governi

con le politiche della natalità, le istituzioni psicopedagogiche con le preoccupazioni per le manifestazioni polimorfe della sessualità infantile, e così via). In tal modo l’Occidente avrebbe fatto della sessualità il luogo di un’interrogazione incessante sul dispiegamento di un desiderio che funzionerebbe al contempo come grande rivelatore della verità del soggetto desiderante, la cui formula, secondo Foucault, potrebbe essere così riassunta: dimmi come e chi desideri e ti dirò chi sei. Il sesso, per l’Occidente, non mette cioè in gioco un corpo e l’intensità dei suoi piaceri (come avveniva nella “ars erotica” degli antichi o degli orientali), bensì un soggetto e la verità del suo desiderio, da cui procede probabilmente anche una nuova forma di piacere, quello legato alla verbalizzazione del piacere. Ed è a questa proliferazione di discorsi sul sesso, di saperi e conoscenze a proposito della sua natura, funzionamento, finalità, che la società occidentale deve forse l’invenzione permanente di nuove forme di sessualità. A forza di voler braccare il sesso in tutte le sue molteplici manifestazioni e in tutte le sue forme, anche le più segrete e nascoste, ha finito col suscitarle e impian-

tarle: ricerchiamo il sesso dappertutto, anche dove non dovrebbe essere o stare, ed esso finisce pertanto col ritrovarvisi. I codici giuridici, ad esempio, fino al XVIII secolo si limitavano a delimitare e definire solo la sessualità della coppia sposata: era lì che funzionavano gli interdetti più rilevanti, le regole più rigorose, mentre tutto il resto rimaneva indefinito e comunque meno problematizzato. Nel XIX secolo, al contrario, si comincia a delimitare e a controllare la sessualità dei folli, dei bambini, dei criminali, mentre la sessualità della coppia avrà diritto ad una maggior discrezione. E si inventano così delle perversioni che ormai sono tali in relazione ad una norma che si pretende naturale, che dipendono, si sostiene, da una natura costitutivamente viziata (e non più dalla trasgressione di codici, morali o legali, stabiliti). Appare proprio allora la folla morosa dei piccoli perversi che le famiglie, preoccupate, spediscono dai medici e dagli psichiatri, ormai detentori delle norme. E così la sessualità deviante non dipende più dal giudice, ma dal medico. Incipit della medicalizzazione delle sessualità. È insomma attraverso l’apparizione di un potere che non va concepito ►

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Psicologia

Filosofia

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«La sessualità rappresenta pertanto una costruzione storica e politica apparsa ad un certo stadio dello sviluppo delle società occidentali.» ◄ come istanza di interdizione e

repressione, ma di produzione e induzione - produzione di saperi e induzione di forme di sessualità - che è stato possibile l’emergere di quella che Foucault chiama una sessualità loquace e perversa, che finisce col dar luogo ad una società della perversione polimorfa.

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L’oggetto di indagine. L’indagine di Foucault si configura, dunque, come la messa in atto di una “analitica del potere” per la quale si tratta di descrivere il modo in cui questo, a partire dalla fine del XVIII secolo, ha investito, attraverso dei discorsi e delle pratiche medicocliniche (anche di medicina sociale, come nel caso dell’igienismo) un certo numero di dimensioni fondamentali della vita degli individui: salute, alimentazione, sessualità, l’ultima delle quali non è che uno dei campi di applicazione di quello che pochi anni prima Foucault aveva cominciato a chiamare bio-potere. Certo è che fin da subito Foucault individua nella sessualità un oggetto d’indagine peculiare e specifico - ne effettua la “problematizzazione” - poiché, sottolineando il fatto che il potere si articola sempre in forme di sapere e pertanto si esercita innanzitutto su (e attraverso) dei discorsi di “veridizione”, per mezzo di “giochi di verità”, egli intende mettere in evidenza il fatto che, nella storia dell’Occidente, le relazioni col dir vero sono massimamente evidenti proprio a proposito della sessualità. La nostra è una civiltà che chiede agli uomini di dire la verità a proposito della sessualità per poterla dire a proposito di se stessi. Problematizzando la nozione di repressione, Foucault ha insomma cercato di mostrare come lo stesso desiderio sia l’effetto superficiale di un dispositivo di poteri a cui sostanzialmente si riduce la sessualità. Non esiste né desiderio né sesso, né a titolo di realtà naturale immediata né come realtà transtorica, come universale antropologico. Solo l’uomo contemporaneo ha una sessualità (un desiderio sessuale) e un sesso. Ma se gli effetti storici dipendono dalle tecnologie di potere allestite

a partire dal XVIII e XIX secolo, le loro radici affondano nelle tecniche di un potere rivolto verso “omnes et singulatim”, in cui lo stato è la forma politica corrispondente ad “un potere centralizzato e centralizzatore”, il cui correlato è il “pastorato”, ovvero un “potere individualizzante”. Foucault rintraccia il modello e la matrice di tale potere nel pastorato cristiano, con le tecniche di direzione di coscienza da esso allestite, tra cui

la procedura centrale della confessione. Quel che infatti consente di iscrivere il desiderio in un movimento d’insieme, risalente alle origini della cultura occidentale, è appunto una tecnica - la confessione - inaugurata dai padri della chiesa. È a partire da loro che iniziano le peripezie di un desiderio che culminerà nel sesso e che verrà stabilito come ciò che detiene la verità su noi stessi. Il desiderio sarebbe insomma quel che


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si deve mettere in forma di discorso, ciò che deve essere confessato. In Occidente l’uomo contemporaneo è diventato una “bestia da confessione”, ed il sesso, anziché essere stato rifiutato o rimosso, è diventato oggetto di indagine e di interrogazione permanente (e le varie forme della psicologia non rappresentano molto

Figura 4.6 - A fianco immagine rappresentante Agostino d’Ippona, padre della chiesa cattolica. Le discussioni teologiche dei primi secoli della cristianità influenzarono pesantemente le idee occidentali sulla sessualità. di più di alcune delle modalità e delle tecnologie della messa in discorso del desiderio). L’invenzione dei Padri. Per dimostrarlo, in conclusione, richiameremo qui due esempi. Il primo è costituito dai testi di uno degli autori su cui più insistentemente ritornerà Foucault negli ultimi anni della sua ricerca, Cassiano. L’altro, più noto, è rappresentato da Agostino d’Ippona. Rileggendo le Istituzioni cenobitiche e le Conferenze dei Padri del monaco che trasferirà in Occidente l’esperienza del monachesimo di Evagrio Pontico e degli altri padri del deserto, Foucault vi reperisce la matrice originaria di un tipo di potere che si eserciterà, come dice Cassiano, sullo “spirito della fornicazione”, attraverso una “lotta destinata a durare più a lungo di tutte le altre”, e che renderà però possibile arrivare a controllare gli individui proprio “per mezzo della loro sessualità”, come scrive Foucault. Il carattere fondamentale della sessualità che emerge da una simile letteratura non è infatti quello del male assoluto, bensì quello di una “perpetua fonte di inquietudine” all’interno della soggettività, quello di una tentazione perenne, la con-

Anemos neuroscienze

Il tema del numero

cupiscienza, che rischia di pervertire la purezza del cuore e di provocare la malattia dell’anima. Di qui la necessità di curare, scrive Cassiano, la “continenza del corpo” e la “contrizione del cuore” attraverso una “continua vigilanza” non solo sulle nostre azioni segrete (dato che a Dio “non potrà sfuggire nessun segreto”), ma soprattutto sulle “immagini illusive” che si insinuano nel nostro spirito e infine sui nostri pensieri, e che solo “il bene dell’obbedienza” e la virtù dell’umiltà, insieme alla “scienza spirituale”, potranno garantire. Quello che dobbiamo temere innanzitutto non è “un nemico esterno”, scrive Cassiano, poiché per i “soldati di Cristo”, per gli “atleti della fede”, il vero nemico “è dentro di noi, ed è contro di noi che ogni giorno viene intrapresa una guerra intestina”. Anche Agostino, più o meno nella stessa epoca ma con altri mezzi, prende parte alla medesima operazione di allestimento di un nuovo rapporto tra sessualità e soggettività. Il vescovo di Ippona, infatti, intronizza la libido come il segno della debolezza della volontà umana in seguito al peccato, risultato e ripetizione incessante della disobbedienza originaria, la manifestazione eclatante del fatto che i desideri carnali non si sottomettono più all’anima. Da qui la necessità di un incessante ripiegamento su di sé del soggetto, l’obbligo di fare ritorno in interiore homine, laddove “brucia la concupiscienza”, per imparare non tanto a rimuovere o reprimere gli appetiti carnali, bensì per imparare a decifrare, all’interno della scena interiore dell’anima, i movimenti che provengono dal pensiero puro e quelli che ci giungono da desideri sregolati e passioni colpevoli. Anche per Agostino, dunque, diventa necessaria una continua “vigilanza del pensiero”, una costante expositio sui, una permanente attività di auto-auscultazione ed esame di sé, che passa attraverso la confessione

Indicazioni bibliografiche Bigliografia di riferimento a cura della redazione. Platone, Simposio, Mondadori, Milano 2014 B. Spinoza, Tutte le opere. Testo latino e nederlandese a fronte, Bompiani, Milano 2010. R. Cartesio, Opere 1637-1649. Testo francese e latino a fronte, Bompiani, Milano 2009.

ad altri - auctoritas, pastore, guida spirituale - capace di farci accedere alla verità su noi stessi e così dunque alla salvezza, in cambio di un’obbedienza e di una rinuncia totale a noi stessi. Religione e sessualità. Attorno ad un simile dispositivo ermeneutico è stato possibile costruire, sostiene Foucault, una conoscenza degli individui interna ed esterna, meticolosa e dettagliata, dando così vita ad una soggettività e ad una coscienza di sé “perpetuamente vigile sulle proprie debolezze, sulle proprie tentazioni, sulla propria carne”. E su tale soggettività è diventato inoltre possibile edificare un sapere che è stato l’aurora di tutte le nostre psicologie e forse dello stesso Homo psychologicus, nonché tutta una lunga sequela di tecniche di governo degli uomini fatte di obbedienza e assoggettamento. Il cristianesimo e la sua realizzazione storico-istituzionale, la chiesa, non sono all’origine, dunque - o se anche lo sono, non è questo a costituire l’essenziale - delle nostre sventure e sofferenze in materia di sesso per via delle supposte censure, rimozioni o repressioni nei confronti della sessualità, bensì al contrario perché hanno fatto di noi dei soggetti incessantemente, instancabilmente, interminabilmente ossessionati dal sesso e dalla sua pretesa verità, un desiderio supposto all’origine, appunto, della sessualità. È ora di affrancarcene, parlando d’altro, anche se forse tutto un complesso di nuovi saperi lo sta già facendo per noi, al nostro posto. ♦

Mauro Bertani. Storico del pensiero filosofico e della psichiatria, ha edito diverse opere di Michel Foucault. È stato tra i curatori di La psicoanalisi e l’antisemitismo (1999) e di Psiche. Dizionario storico di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze (2006-2007). È coautore di L’illusione dell’ultima parola. Alcuni casi di coscienza in psichiatria e psicoanalisi. Storie e dialoghi (2013).

I. Kant, Critica della ragion pura, Laterza, Roma-Bari 2005. W. Hegel, Fenomenologia dello spirito, a cura. Bosi A, Utet, Torino 2005. S. Freud, Opere 1899-1938, Bollati Boringhieri, Torino 1989. M. Foucault, Storia della sessualità. (vol 1-3), Feltrinelli, Milano 2013 G. Cassiano, Le istituzioni cenobitiche, (cur. D'Ayala Valva L.), Qiqajon, Biella 2007.

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Psicoanalisi

Cinema

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Strategie di sopravvivenza

alla perdita e disperazione L’universo voyeuristico in Exotica di Atom Egoyan (1994)

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Anemos neuroscienze

Il tema del numero

In

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di Cesare Secchi

parole chiave. Voyeurismo, angoscia di perdita e lutto, cinema, Atom Egoyan. Abstract. In Exotica (1994) di Atom Egoyan viene messa in scena una particolare declinazione del voyeurismo, elemento intrinseco al dispositivo cinematografico, come risposta difensiva strutturata alla disperazione per la perdita dell’oggetto amato.

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ispositivo filmico e voyeurismo. Il voyeurismo, come osserva Metz (1977, passim), sarebbe intrinseco al dispositivo filmico (la sala buia, il grande schermo con le grandi immagini, la posizione di relativa immobilità dello spettatore, «un festino furtivo»): nondimeno, esso è assai frequentato dal cinema anche come tema specifico. Senza prendere in considerazione il genere erotico e l’horror più convenzionali, potremmo immaginare un’antologia ideale di lavori che si centrano sull’argomento. Per fare qualche titolo: il geniale Misteri di un’anima (Georg Wilhelm Pabst, Germ. 1926), il primo film psicoanalitico, che suggerisce con rigore la qualità visivo/drammatica della mente inconscia - una superfetazione di scene “oniriche” di esclusione cui il protagonista è intimamente portato ad assistere; l’ironico La finestra sul cortile (Alfred Hitchcock, USA 1954), dove un delitto - mai palesemente mostrato né ai personaggi né al pubblico - è immaginato e ricostruito nella mente dei protagonisti guardoni a partire da una serie di indizi; il tragico e psicopatologicamente coerente L’occhio che uccide (Michael Powell, GB 1960), forse il capolavoro per antonomasia sul voyeurismo,

che con grande coerenza propone altresì una riflessione metateorica sul cinema; quel gioiello di cinema dell’orrore che è Manhunter (Michael Mann, USA 1986), nel quale il rapporto a distanza tra detective e assassino seriale si gioca tutto sulla curiosa indagatrice e sofferta visionarietà del primo; l’intelligente Monsieur Hire (Patrice Leconte, Fr. 1989) Figura 5.1 - Il semiologo francese Christian Metz il cui protagonista, (1931-1993) è stato uno dei più importanti teorici del unico personaggio cinema. La sua ricerca, volta allo studio del linguaggio positivo della vi- cinematografico da una prospettiva strutturalista e cenda, fa della pul- psicanalitica, lo porta ad essere considerato a tutti gli sione scopofilica effetti il padre della semiologia del cinema. È stato uno una scelta di vita; dei primi ad applicare nell'analisi dei film la linguistica di il bizzarro ed estre- Ferdinand de Saussure e di Louis Trolle Hjelmslev. mo A Snake of June (Sunya Tsukamono-canadese Atom Egoyan, il voyeuto, Giap. 2002), nel quale il distur- rismo è già visitato in Mondo virtuale bo voyeuristico è messo in scena in (1989) e in Il perito (1991), ma trova modo apparentemente perverso per forse la sua espressione più compiuta rivelare poi inaspettate potenzialità in Exotica nel quale il tema è inscritevolutive. to in un contesto di accurata pePer quel che riguarda il regista arme- netrazione psicologica. Il cinema ◄

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Psicoanalisi

Cinema

◄ di questo autore si caratterizza

per una cifra linguistica fortemente allusiva (cfr. anche Sandrini & Scandola, 1999, 80), che nel film in questione è particolarmente accentuata: sia rispetto al flusso delle immagini (la composizione dell’inquadratura, i movimenti di macchina e il montaggio tendenzialmente “sottraggono”), sia rispetto alla struttura del dialogo (continue ellissi negli scambi verbali), sia rispetto alla logica narrativa (ci sono almeno tre periodi temporali distinti che continuamente si sovrappongono e procedono parallelamente). Come osserva Ebert (2009, 2), da un lato, lo spettatore non capisce subito la rete di relazioni tra i personaggi, e dall’altro, gli stessi personaggi «non capiscono se stessi e in certo senso non si riescono mai a decodificare. Questo conferisce al film delle correnti emotive nascoste altrettanto potenti di quelle manifeste». Infatti,

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il testo cinematografico rivela poco a poco aI pubblico di sala i legami e le connessioni della suddetta rete di rapporti, ma ancora più gradualmente li rivela ai personaggi medesimi: sempre Ebert (ibid., 1) parla di hyperlink movie. Fino alle sequenze conclusive, in cui alcuni degli enigmatici presupposti trovano imprevedibili aperture, le quali, per quanto restino in gran parte insature, potrebbero esitare in una sorta di possibile riconciliazione delle figure principali con se stesse e col mondo. Va, infine, rilevato che l’autore in molto del suo cinema, ma soprattutto in questo film, chiede un’attiva partecipazione dello spettatore: al di là della curiosità intrinseca al dispositivo di cui si è detto, il pubblico di Egoyan è spontaneamente portato a “ricostruire” spezzoni significativi, passati e futuri, della vicenda di Exotica (si vedano Berardinelli, 2014; Metalluk, 2014).

«Per quel che riguarda il regista armenocanadese Atom Egoyan, il voyeurismo è già visitato in Mondo virtuale (1989) e in Il perito (1991), ma trova forse la sua espressione più compiuta in Exotica nel quale il tema è inscritto in un contesto di accurata penetrazione psicologica.»


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Il tema del numero

Anemos neuroscienze

cuperare il cerimoniale descritto più sopra che il dj, geloso di Christina, ha sabotato e del quale Francis vuole vendicarsi. Alcuni nodi drammatici della vicenda sembrano risolversi in un inaspettato momento della verità tra Eric e il protagonista. Infine, nella falsariga dei tanti salti tra passato e presente, la sequenza conclusiva ci mostra Francis che, diversi anni prima, descrive i talenti della figlia a Christina, mentre sono fermi in macchina davanti all’abitazione di quest’ultima. Costei, allora babysitter della figlia, dopo avere rivolto uno sguardo tenero e dolente al protagonista, scende dall’automobile per entrare in una casa dove si presume avvenga o sia avvenuto qualcosa di grave e di inquietante.

film del 1954 "La finestra sul cortile" di Alfred Hitchcock con James Stewart e Grace Kelly. La pellicola è considerata uno dei capolavori del cinema e rappresenta un esempio di voyeurismo nel dispositivo filmico: il delitto, di cui si parla nel film, infatti, non è mai palesemente mostrato né ai personaggi né al pubblico, ma è solo immaginato e ricostruito nella mente dei protagonisti a partire da una serie di indizi. Nella foto in alto, il primo piano del regista Alfred Hitchcock (1899-1980). Al suo attivo nella sua carriera 54 film, realizzati dall'epoca del cinema muto fino agli anni '70.

Trama di Exotica. Exotica è uno strip club di Toronto, dove gli uomini vanno per guardare - ma non possono toccare - una varietà di giovani donne che danzano spogliandosi al suono martellante e ipnotico di una colonna sonora da discoteca, mentre il dj Eric (Elias Koteas) le presenta una per una con un commento suadente. Il racconto si focalizza su una ballerina, Christina (Mia Kirshner), che viene sulla scena con l’uniforme di una collegiale ed è introdotta da Eric come una «ragazzina sfacciata e provocante». Le sue piroette mentre si sbottona la camicetta danno l’impressione di una sensualità candida e trasgressiva allo stesso tempo. Un frequentatore abituale del club è Francis Brown, il protagonista (Bruce Greenwood), un solitario ispettore fiscale, che ogni sera chiede a Christina di danzare solo per lui secondo

un misterioso rituale. Oltre al dj, che ha avuto una relazione con la stripper, il detto rituale è guardato altrettanto intensamente dalla proprietaria del locale, Zoe (Arsinée Khanjian), incinta di Eric in base a uno strano contratto tra loro. Compaiono altri personaggi: la nipote di Francis, Tracey (Sarah Polley), che è pagata dallo zio per fare da baby-sitter alla figlia (morta assassinata qualche anno prima, come si viene poi a sapere), proprio nelle ore in cui il protagonista si reca al club. Sempre più o meno indirettamente si viene anche a sapere che la moglie di Francis ha avuto una relazione col fratello di quest’ultimo ed è perita in un incidente stradale. Infine, c’è Thomas (Don McKellar), un commerciante gay di animali domestici, il quale, indagato per sospetta frode fiscale, viene ricattato dal protagonista per essere aiutato a re-

Figura 5.2 e 5.3 - Nella pagina accanto una sequenza tratta dal

Il cerimoniale. Il locale di Toronto che dà il titolo al film costituisce un set molto singolare per le fantasie maschili. Lo vediamo nell’astratta sequenza iniziale, grazie a un lento travelling verso destra, mentre la colonna sonora propone una melodia su una scala straniante, eseguita dallo shenhei, un oboe indiano: la soffusa luminosità al neon di vari colori, nonché il décor “tropicale” con una rigogliosa e fittizia vegetazione danno addirittura l’impressione dell’artificiale paesaggio subacqueo all’interno di un acquario. Numerose belle ragazze danzano discinte o del tutto nude lungo un palcoscenico che si snoda attraverso i tavoli dei clienti; il dj, collocato in una posizione sopraelevata, presenta le varie performance con uno stile verbale e vocale da maschio arrapato, pieno di sospiri, ammicchi, rantoli, e invita i clienti a far venire presso di loro, dietro compenso di 5 dollari, per uno spogliarello in certo modo privato, le stripper, che si sono appena esibite. In tale contesto/altro, scisso dalla quotidianità, “esotico” per l’appunto, vige una regola tassativa: nell’istituzionale promozione del voyeurismo degli astanti le giovani donne non possono essere toccate. Merita, dunque, soffermarsi sul complesso rituale che si tiene in Exotica tra due dei personaggi principali, in quanto è attorno a esso che si articolano gran parte dei nuclei drammatici ed emotivi dell’intero film. La bella Christina nella liturgia del detto

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Neuroscienze Psicoanalisi

Filosofia Cinema

◄ cerimoniale rappresenta un perso-

naggio esibizionista - simmetrico a quello voyeurista assunto da Francis - che consiste nell’indossare i panni materiali (camicetta bianca e gonna scozzese da collegiale) e simbolici di un’adolescente: come si scopre in seguito, si tratta dello stesso abbigliamento della figlia di Francis, quando ne viene ritrovato il cadavere. Dunque, Christina, semivestita, compie una danza marcatamente erotica e provocante presso il tavolo del protagonista che la fissa rapito, mentre il timbro rauco e vagamente sinistro di Leonard Cohen contrappunta lo strip con le note di Everybody Knows. In ogni momento del rituale la spogliarellista assume espressioni non solo lascive, ma anche di intenso abbandono e di commozione, al limite del dolore. L’immagine suggerita e corroborata dalla voce di Eric, il dj, è quella di un’innocenza torbida e trasgressiva: i due si scambiano numerose parole sussurrate che né Eric né il pubblico di sala riescono a udire. Per due volte si distinguono alcune frasi che girano attorno al dubbio che emerga all’improvviso e senza rimedio un’assurda violenza. «Cosa c’è, a cosa pensi?» chiede Christina, vedendo Francis assorto e distratto.

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«Penso a quello che succederebbe se qualcuno ti facesse del male» è la replica di lui. «Nessuno potrebbe farmi del male» asserisce la giovane. «Se non ci fossi io a proteggerti» aggiunge Francis. «Io so che tu ci sarai sempre a proteggermi» conferma Christina. E poco più tardi, ancora il protagonista insiste: «Perché uno dovrebbe fare una cosa simile? Come si può anche solo pensare di fare una cosa simile?» - «Non devi preoccuparti» risponde la stripper, che, con l’espressione turbata e gli occhi chiusi, si struscia contro Francis. Il cerimoniale si chiude, sempre secondo le regole di Exotica, con la corresponsione dell’onorario. Christina. Tale messa in scena è ampiamente sovradeterminata e per così dire “transferale” (cfr. Matalion & Berman, 2000, 1016), al limite dell’onirico, per entrambi i membri della coppia (e, come si vedrà, non soltanto per loro). Da parte della giovane donna, da quanto si può inferire dalla sequenza finale («Mi piace molto quando mi riaccompagna a casa», dice a Francis), potrebbe essere in gioco un desiderio erotico di matrice edipica, che, per quanto espresso con tutti i mezzi di una seduzione “preliminare”, aspi-

ra soprattutto a essere contenuto, accolto, metabolizzato dall’interlocutore - l’indubbia identificazione con la figlia morta del protagonista forse veicola anche la fantasia di soppiantamento di una rivale, verso cui lei stessa ha in passato svolto un ruolo “materno” (la baby-sitter). Dato che il desiderio resta rigorosamente circoscritto alla scena rituale - resta, cioè, sempre “preliminare” -, è verosimile che il senso di colpa verso la Lisa defunta - il cui cadavere la stessa Christina ha scoperto assieme a Eric -, come il più tradizionale senso di colpa per il vagheggiamento dell’incesto (la moglie di Francis è pure morta), ne risultino mitigati o forse denegati: anzi, la stripper, edotta dello strazio del suo partner voyeurista, può ritenere di svolgere un’inconscia funzione riparativa ad ampio spettro: innanzitutto, verso il Padre basito e addolorato da recuperare alla vita e alle relazioni, ma altresì verso la Madre/Moglie di Francis adultera e deceduta, nonché verso la Sorella “edipica” sconfitta e uccisa, e infine verso il proprio Sé infantile mortificato dall’ambiente familiare originario (come verrebbe da intuire dall’explicit). «Io avevo bisogno di lui per certe cose e lui di me per altre» confida in seguito la bal-

CINEMA E PSICOANALISI

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ell’analisi della struttura e del racconto del dispositivo filmico, Christian Metz si rifà soprattutto alle teorie di Sigmund Freud e di Jacques Lacan riguardanti la fase dello specchio, dei meccanismi del sogno e del voyeurismo. In particolare, Metz fa partire la sua analisi dallo stadio dello specchio di Lacan. Secondo Lacan, infatti, tra i sei e i diciotto mesi i bambini attraversano quella che definisce “la fase dello specchio”: messo da un adulto davanti ad uno specchio che riflette la propria immagine, il bambino in un primo momento confonde l’immagine riflessa con la realtà, poi capisce che l’immagine non rappresenta la realtà e, infine, percepisce l’immagine ri-

Figura 5.4 - Nella foto, lo

pschiatra, filosofo e psicanalista francese Jacques Lacan (19011981), alle cui teorie si rifà Metz per la sua analisi del dispositivo filmico.

flessa come altra rispetto a sè. Secondo Metz, il film assomiglia a uno specchio: come il bambino scopre la propria soggettività nel momento in cui si riconosce nello specchio, così nel cinema lo spettatore si può identificare con se stesso come atto della percezione attraverso il punto di vista rappresentato dalla macchina da presa. Lo spettatore può inoltre identificarsi nel significante cinematografico grazie al modello del voyeurismo, che si basa sulla necessità di porre una distanza tra sè e l’oggetto del proprio desiderio. Il cinema, secondo Metz, si fonda proprio su ciò dal momento che esiste una distanza incolmabile tra lo spettatore e l’oggetto del suo desiderio, che è solo mostrato ma irraggiungibile.


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Figura 5.5 -

Nell'immagine qui a fianco una sequenza del film "L'occhio che uccide" di Michael Powell (1960). Il film, un thriller psicologico e metacinematografico, è interamente incentrato sull'ossessione del guardare del protagonista, che spia gli altri riprendendoli con la sua cinepresa, da cui non si separa mai. La pellicola rappresenta il capolavoro per antonomasia sul voyeurismo.

lerina a Thomas. Per di più, il fatto che alla fine del loro incontro Francis le corrisponda una certa somma, riproduce forse il precedente contratto di baby-sitter e, nel contempo, dato che si tratta di una prestazione professionale, circoscrive ulteriormente i termini dell’implicazione affettiva (violenta ed estrema solo entro le coordinate del cerimoniale). Questo non toglie che per Christina il rituale inchiodi il tutto a una dimensione fantasmatica fuori dalla storia - lo spazio/tempo altro e sequestrato di Exotica - dove non solo non si prevedono evoluzioni di alcun tipo, ma dove il soggetto ha l’illusione di dominare onnipotentemente conflitti, separazioni, rinunce. In ogni rituale degno di questo nome il movente di fondo è quello del controllo a oltranza su di sé e sull’Oggetto. Francis. Per quel che riguarda, invece, Francis, l’operazione parrebbe già in partenza ancor più regressiva, specie se confrontata con altri aspetti del comportamento del protagonista: con particolare riferimento al rituale parallelo e vagamente delirante, che Francis propone alla recalcitrante nipote con l’ambiguo avallo del fratello fedifrago e paraplegico (rimasto tale, in seguito al medesimo incidente in cui è morta la moglie). A Tracey viene, infatti, chiesto di fare regolarmente da baby-sitter alla figlia che non c’è più. A negare l’evidenza di

una perdita, da un lato, e, dall’altro, a rilanciare il programma di “protezione” di Lisa post hoc, già intensamente alluso nel cerimoniale consumato con Christina. Di questo secondo rituale si ritrova una variante nelle conversazioni tenute in macchina tra Francis e Tracey, che forse echeggiano, mutatis mutandis, la scena finale con Christina avvenuta parecchi anni addietro. Il protagonista, peraltro, benché tenda a sottrarsi alle domande dirette della perplessa nipote, parrebbe consapevole, rispettoso se non addirittura garbato e sollecito nei confronti di Tracey. In ogni caso, nella mente di Francis sembrano in campo diversi strati di sensi di colpa, che concernono Oggetti preziosi perduti per circostanze persecutorie (il tradimento della moglie e la sua morte nell’incidente, l’assassinio della figlia) che egli non è riuscito a prevenire né a contrastare. Non a caso viene detto che il protagonista è stato sospettato di figlicidio dalla polizia, poiché correva voce che Lisa non fosse figlia sua (ma del fratello). Quindi, i rituali sopra accennati avrebbero l’obiettivo di negare la morte di Lisa che include emotivamente anche quella della moglie, asserendo con forza un’illusoria capacità di protezione sempre attiva, sempre rassicurante e salvaguardante. In altre parole, si direbbe che il tradimento della moglie sia stato intimamente macinato come la colpa di non avere abbastanza

“protetto” la situazione: la rabbia e la mortificazione dell’adulterio parrebbero dunque riciclate come insufficiente presa in carico della propria famiglia, come incapacità di preservare un importante ideale. Se Tracey/ Christina continua a fare esistere, “accudendola”, la deceduta Lisa, con l’implicito corredo di ambivalenza, giacché la nipote è figlia del fratello traditore (come nell’ipotesi della polizia sarebbe stata anche Lisa), nel cerimoniale centrale, quello compiuto nel locale di Toronto, Christina/Lisa gli conferma che lui sarà sempre presente, pronto a proteggerla. Anche per Francis l’elemento contrattuale del pagamento rafforza la barriera simil-onirica della scena rispetto al mondo esterno - l’acquario come universo claustrofilico -, che, oltre a consentire la piena espressione degli aspetti riparativi e libidico-incestuosi prima citati, garantisce per così dire la sicurezza materiale dei personaggi coinvolti, nonché il dominio su di essi. Il compulsivo rifugiarsi del protagonista nella toilette del locale - al di là di un eventuale orgasmo masturbatorio - fa verosimilmente parte integrante del copione inconscio, facendo affiorare la componente anale della scena agita. Zoe. In teoria il cerimoniale realizzato in Exotica, nonostante qualche segnale di disagio in entrambi i mem► bri della coppia, potrebbe continua-

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Psicoanalisi

Cinema

◄ re all’infinito, in quanto sistema

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chiuso che si autoalimenta. Entrambi i partner continuano ad averne bisogno, come osserva anche la stessa Christina, ed entrambi contribuiscono al suo mantenimento. Tuttavia, questa scena, privata e pubblica a un tempo, suscita una serie di reazioni emotive in altri due personaggi. La prima è Zoe, la proprietaria del locale, la quale in alcuni scambi verbali con Christina, ci fa sapere di avere ereditato un po’ controvoglia Exotica dalla propria madre - spogliarellista poi imprenditrice? - e di essersi fatta mettere incinta “tramite contratto” da Eric, il dj; inoltre, senza che la cosa venga esplicitata con aperte dichiarazioni, il suo atteggiamento complessivo (parole, sguardi, gesti) nei confronti di Christina è quello di una persona affettivamente coinvolta se non addirittura innamorata. Zoe, comunque, a eccezione della propria gravidanza, si colloca da subito con rassegnata e malinconica consapevolezza al di qua del suo desi-

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derio come di ogni conflitto inerente a esso: tollera il rituale con Francis, limitandosi a scrutarne la messa in atto da uno dei tanti specchi unidirezionali di Exotica, e, constatando che Eric è viepiù turbato dal medesimo, richiama ripetutamente all’ordine il dj, fino ad arrivare a sostituirlo nella presentazione delle stripper. Quando, poi, in seguito all’espulsione dal club, la proprietaria riceve un esagitato Francis che vuole a tutti i costi recuperare il suo scenario voyeuristico, Zoe, dopo avergli segnalato di essere a conoscenza delle sue sventure familiari e giudiziarie, replica con estrema pacatezza e comprensione che Exotica «è un posto per intrattenere non per curare». Come se Zoe si fosse resa conto che il cerimoniale compiuto da Christina e dal protagonista ha svolto una sorta di funzione terapeutica per il protagonista (e forse anche per la danzatrice). Secondo Ebert (ibid., 3), Zoe, grazie alla sua disincantata lucidità, incarna «lo spirito del film».

Figura 5.5 - Nella foto, il regista

di Exotica Atom Egoyan. Il film presentato in concorso al 47º Festival di Cannes nel 1994, ha vinto il Premio Fipresci.

Eric. Il secondo personaggio pesantemente implicato nel medesimo rituale voyeuristico/esibizionistico da una prospettiva paradossale è costituito da Eric, che, come si apprende nel corso della storia, è stato l’amante di Christina. Egli è colui che introduce e accompagna vocalmente l’esibizione, dominandola per così dire dall’alto e forse sperimentandosi interiormente in un ruolo di prestigio e di potere: in quanto regista delle performance all’interno di Exotica, Eric può credere di esercitare una sorta di immaginario possesso sull’ex-amante, sempre fondata sulla pulsione scopofilica: lui stesso fa notare a Zoe che assistere allo strip di Christina migliora le sue prestazioni di dj. Na-


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Il tema del numero

Anemos neuroscienze

ATOM EGOYAN Arsinée Khanjian, sua futura moglie. Si dedica anche alla televisione dirigendo alcuni episodi delle serie televisive Ai confini della realtà e Alfred Hitchcock presenta. Dal 1987 torna a dedicarsi al cinema e gira i films, Black Comedy, Mondo virtuale (1989), Il perito (1991) e Calendar (1993). In questi film ad essere analizzate sono soprattutto due tematiche care al regista: le radici familiari e l'utilizzo delle tecnologia come strumento per conservare la me-

moria. Nel 1994, grazie al film Exotica vince il Premio internazionale della critica al festival di Cannes. I riconoscimenti arrivano anche per il film successivo, Il dolce domani, che gli vale nel 1997 il Premio speciale della giuria al festival di Cannes e due nomination all'Oscar per la regia e la migliore sceneggiatura non originale. La sua ultima pellicola è Devil's Knot - Fino a prova contraria del 2013.

turalmente, il controllo sull’Oggetto viene del tutto meno di fronte all’intensità della scena della ballerina e di Francis, tra gelosia, invidia e radicale ribaltamento dell’eccitazione voyeuristica: sicché il dj si adopera a spezzare il legame esclusivo dal quale si sente del tutto tagliato fuori. L’istigazione a toccare1 la ballerina, proposta nella toilette a Francis sempre con il medesimo stile vocale, oltre a permettere a Eric di aggredire materialmente il protagonista e scaraventarlo all’esterno di Exotica, ha l’obiettivo di restaurare il primato del voyeurismo nel club/acquario, di confinare il desiderio - specialmente il proprio - in quella dimensione sospesa, di cui forse Eric stesso è signore e padrone. Un voyeurismo rituale, quello del dj, che surroga l’autentica relazione amorosa con Christina, irrimediabilmente finita, come l’ex-amante gli riconferma più di una volta con durezza. Da rilevare che durante tutta la parte relativa al locale il personaggio di Eric sembra caratterizzato da una singolare rozzezza e brutalità: sia nel citato stile vocale di presentazione delle stripper; sia nei discorsi rivolti a Francis, Christina e Zoe; nel viso (capelli lunghi, spesso non rasato), nella

gestualità corporea (pesante e sgraziata) e nell’abbigliamento (sciatto). Il contrasto con l’Eric delle sequenze in cui, anni prima, partecipa assieme a una giovane Christina alla ricerca di Lisa, non potrebbe essere più evidente: infatti, qui lo vediamo con una tenuta “creativa” ma gradevole e un piglio verbale e vocale più modulato ed empatico, mentre si prodiga a flirtare con Christina (lei stessa si complimenta per il timbro di voce di Eric e per le potenzialità di esso, quasi come per un talento naturale). Per giunta, in una delle scene all’interno di Exotica è possibile constatare che il dj abita in una stanza, adiacente al club dal lato dello staff, completamente spoglia e disordinata (l’unico mobile è un materasso sul pavimento) e che poco dopo Eric esce barcollando in un cortile altrettanto degradato: come se questi spazi non solo rappresentassero il mondo interno del dj (vuoto, povero, squallido), ma altresì costituissero la controparte anale del fasullo splendore del locale di Toronto. Nel costante alternarsi delle scene della ricerca del cadavere di Lisa, con stacchi in anticipo sulla voce off di Eric, a un certo punto lo spettatore assiste a una sorta di

monologo solipsistico al microfono all’interno di Exotica (semibuio, virato in azzurro) che il dj fa in solitudine, presumibilmente di notte oltre l’orario di chiusura. Un ritratto erotico/poetico dell’adolescente con la vita intera davanti a sé, tra nostalgia, frenesia e vano tentativo di riaffermare il proprio “personaggio”. Si tratta forse di un’ulteriore fantasia/ rituale a cui Eric si abbandona sempre in quel contesto per mantenere la presa sull’Oggetto perduto? Thomas Pinto. Il quinto personaggio del film, Thomas Pinto, il negoziante di animali esotici, che pure è portatore di problematiche proprie (in parte connesse al tema voyeuristico), parrebbe soprattutto svolgere una funzione di collegamento tra le altre figure del plot e di catalizzazione dei mutamenti interiori in ciascuna di esse, facendo sì che in sua presenza vengano comunicati importanti eventi della loro storia (la relazione tra Eric e Christina; l’incarcerazione di Francis per sospetto figlicidio, e la crisi personale relativa; la confessione di Eric nella toilette). Infatti, Francis, che come ispettore fiscale ha trovato gravi irregolarità nella contabilità

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l regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Atom Egoyan è nato a Il Cairo il 19 luglio 1960 da genitori armeni. Da piccolo, si trasferisce con la sua famiglia in Canada, vicino alla città di Victoria, nella Columbia Britannica. Studia al Trinity College dell'Università di Toronto e nel 1979 dirige il suo primo cortometraggio (Howard in Particular). Finiti gli studi inizia una collaborazione con il Tarragon Theatre di Toronto e nel 1984 realizza il lungometraggio Next of Kin con

Ci si potrebbe chiedere cosa induca davvero Francis ad accettare il suggerimento del dj. A Zoe replica che voleva «vedere la sua [di Christina] reazione». Una possibile motivazione forse riguarda il già accennato incrinarsi del rituale, che egli decide di mettere in speciale tensione, forzandone la liturgia. Anche la modalità del toccamento (le posa una mano sul ventre e neanche sulla pelle) sembra poco sensuale: fa maggiormente pensare a un semplice e prudente contatto, che introdurrebbe a una nuova dialettica gestuale e forse a un nuovo rapporto tra lui e Christina. 1

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Psicoanalisi

Cinema

◄ del giovane commerciante, con

un esplicito ricatto (la promessa di chiudere un occhio) lo costringe a recarsi al club per sapere come mai Eric l’abbia indotto a violare le regole di Exotica e, in seguito, per uccidere il dj che gli ha «portato via qualcosa di molto prezioso». Al rifiuto di Thomas di accondiscendere a questa ultima pretesa, il protagonista riformula la sua domanda come una richiesta d’aiuto che sembra viceversa convincere il giovane. I rapporti tra i personaggi. Merita segnalare che fino a questo punto del film lo spettatore ha assistito a rapporti affettivi che nella sostanza sono di manipolazione e sfruttamento dell’altro, strettamente governati dal denaro - ancora l’elemento anale -, di cui il ricorso ai rituali è l’espressione paradigmatica. D’ora in avanti le cose sembrano cambiare sulla base di un processo di rinuncia e di lutto che come una reazione a catena interessa i vari personaggi del film. Il clou di questo processo è certamente rappresentato dall’inaspettata e commovente agnizione tra Eric e Francis. Quest’ultimo attende il dj all’ingresso dello staff di Exotica, la pistola in pugno, determinato a uccidere; Eric, che sempre col medesimo scopo e quasi con le medesime parole dette a Francis ha suggerito a Thomas di toccare Christina, abbandona la sua postazione nel club e, uscendo nel piazzale semibuio, rivela al protagonista di essere stato lui a trovare il cadavere della figlia: «Non avere paura, io so tutto di te […] L’ho trovata io… la tua bambina». Francis gli si avvicina e l’abbraccia. Non più rivali guardoni, che si contendono il Bellissimo e Onnipotente Oggetto Esibizionista, ma due “fratelli” solidali nella pena di fronte al limite e alla perdita. Il singolare contatto umano tra i due uomini è brevemente interrotto dall’inserimento di una scena della ricerca

«In teoria il cerimoniale realizzato in Exotica, nonostante qualche segnale di disagio in entrambi i membri della coppia, potrebbe continuare all’infinito, in quanto sistema chiuso che si autoalimenta. Entrambi i partner continuano ad averne bisogno, come osserva anche la stessa Christina, ed entrambi contribuiscono al suo mantenimento.» in cui Eric scopre il corpo di Lisa e tiene Christina stretta contro di sé, impedendole di vedere il cadavere. Nel contempo, il serrato montaggio alternato ci riporta a Exotica, dove la stessa Christina,2 carezzata su una coscia da Thomas sotto la sguardo sbalordito di Zoe che non interviene, toglie pacatamente la mano di lui, gliela chiude, riportandola nel “territorio” del giovane: alla fine il suo viso si distende in un breve sorriso, prima che la ballerina se ne vada. Come è stato accennato all’inizio, la qualità ellittica del racconto filmico, che dissemina tanti indizi con variabile intensità di climax, comporta una speciale attivazione immaginativa nello spettatore, in certo modo indotto a saturare il materiale ambiguo delle immagini e della trama. Nella fattispecie delle sequenze finali, per esempio, ci si potrebbe chiedere cosa accada nella mente di Eric, il quale, dopo essersi intrufolato nella toilette e avere iniziato quasi ritualmente l’opera di persuasione con Thomas, si lascia andare a una sorta di sincera introspezione: «Mai fatto caso che certe persone irrompono nella tua vita come se le conoscessi da sempre… ricordi perfettamente il momento in cui le hai conosciute, entrano a far parte della memoria ininterrotta che hai di te stesso,

di quella continuità… Capiti qui e hai questa bellissima conversazione con lei [Christina]… cominciate a conoscervi a vicenda […] qui vengono tanti tipi… per esempio, uno viene una sera sì e una sera no [...] ma non è mai arrivato a conoscerla veramente, non come l’hai conosciuta tu, nel modo in cui voi… sembra essere davvero se stessa con te…». Quindi, confessa a Thomas di essere stato l’amante di Christina. Ovvero, la percezione di una comunicazione intersoggettiva che lo esclude - metafora di un buon amplesso genitoriale -, ma, costituendosi come del tutto svincolata dal voyeurismo, consente a Eric l’accesso a una diversa forma di verità affettiva: il globale ripensamento su di sé che ne consegue sembra comportare un’accettazione della fine della storia con Christina e la messa in moto di un processo riparativo questa volta autentico. Da cui deriverebbe la pregnanza, per così dire liberatoria, del successivo incontro con Francis. E da cui si potrebbe altresì dedurre, fantasticando, un percorso di vita per il dj assai differente da quello mostrato all’interno del locale, essendo venuto a mancare il bisogno narcisistico di restare voyeuristicamente attaccato all’Oggetto amato. Analogamente, Christina, i cui presupposti per la professione di spo-

Anche il personaggio di Christina va incontro ad alcune metamorfosi a seconda delle diverse epoche. Nella sequenza finale che propone l’epoca più antica - anche Francis senza barba ha un’aria più giovanile - la futura stripper ha proprio l’aspetto della ragazzina, occhialuta e acerba; mentre nelle immagini della ricerca del corpo di Lisa assieme a Eric, Christina sembra una giovinetta seria e problematizzata che si affaccia alla vita. Viceversa, in tutta la parte relativa a Exotica, oltre all’atteggiamento “vissuto” (trucco pesante, abbigliamento sexy, movenze sensuali), la ballerina, con l’eccezione del rituale con Francis, ha sempre un’espressione dura, impenetrabile, perfino torva. Per non parlare della crisi di collera con tanto di aggressione verso Eric, dopo che ha sabotato il rituale.

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gliarellista3 sarebbero eventualmente da individuare nella sua storia con Eric, ma soprattutto in quella del proprio ambiente familiare - come forse testimonia l’ultima inquadratura del film -, si confida volentieri a proposito dei bisogni voyeuristici di Francis come dei propri bisogni esibizionistici con Thomas, del quale coglie il disinteresse sessuale verso di sé, quando lo scambia per uno psicologo; inoltre, nel rimettere il giovane gay al suo posto quando lui le carezza la coscia, ci mostra un’espressione assai diversa da quella chiusa e cupa che le si vede in tutta la parte del film che si svolge all’interno di Exotica: il suo primo piano, prima di voltarsi e andarsene, ci mostra un volto più

Il tema del numero

sereno che abbozza un timido sorriso. Quasi che, anche nella mente di Christina si fosse instaurato un processo di rinuncia a quanto Francis prima ha rappresentato per lei. E che, magari, il suo girare le spalle e il suo allontanarsi significasse la possibilità di lasciare indietro un passato doloroso e contorto, e alludesse a importanti cambiamenti di vita. Personalità complesse. Infine, Francis: nel film di Egoyan la personalità del protagonista viene tratteggiata con estrema cura e con dovizia di sfumature. Difatti, mentre nella scena rituale con Christina egli sembra sempre avere un’aria stravolta e stupefatta, già negli incontri con

Anemos neuroscienze

Figura 5.6 - Nella foto, una scena del film "Exotica", che vede protagonista Christina, che nella liturgia del cerimoniale indossa i panni materiali e simbolici di un’adolescente. la nipote, nonostante la paradossalità della situazione, Francis risulta più congruo, empatico e preoccupato per Tracey: come se in lui albergasse una consapevolezza della qualità “folle” della sua richiesta e un settore del suo lo distinguesse correttamente la fantasia dalla realtà. Inoltre, da quanto si vede nella sua indagine sulla contabilità di Thomas, si può inferire che Francis svolga un mestiere ◄

Per quanto la tenuta da collegiale, identica a quella di Lisa nel filmino e nelle foto di famiglia, come nel rinvenimento del suo cadavere, farebbe pensare a operazioni mentali e programmi concreti ben più complessi.

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Psicoanalisi

Cinema

di responsabilità nel quale riesce a funzionare in modo adeguato. Tutto ciò suggerisce l’ipotesi di una struttura mentale scissa: una parte del Sé del protagonista parrebbe accettare la quotidianità, i pesanti eventi trascorsi e sarebbe altresì in grado di espletare una certa sollecitudine nell’ambito delle relazioni; un’altra parte del Sé, viceversa, per la quale occorre la collaborazione di un partner, forse vive in toto nella dimensione fantasmatica consumata nel

Figura 5.7 - Nella foto, una immagine del film Exotica in cui si vede l'esterno del locale.

rituale voyeuristico, dove gli avvenimenti traumatici non sono accaduti e l’angoscia di avere provocato la distruzione dei propri Oggetti d’amore è dissolta, almeno temporaneamente (da qui la necessità di reiterare la messa in atto). Si può, inoltre, notare che nel corso del racconto compare alcune volte l’immagine di un filmino familiare in cui Francis riprende la moglie e la figlia (sempre in camicet-

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ta bianca e tartan) sedute al pianoforte e, tra risate e ammicchi, la prima stende una mano per coprire l’occhio della camera. L’immagine è doppiata da alcune foto che Tracey guarda nella casa di Francis. Nell’intrecciarsi dei lutti, innescato dal gesto di Eric, Francis, che finora è rimasto disperatamente avvinto a quell’immagine grazie al rituale voyeuristico, è forse in grado di riconoscere la duplice perdita e verosimilmente il carico di ambivalenza che la sottende (i tradi-

menti, l’incarcerazione), tollerando il dolore di non avere saputo salvaguardare degli Oggetti tanto potentemente investiti. Anche per il protagonista si potrebbe vagheggiare un futuro molto diverso. Nel finale la stessa immagine di Lisa e della madre è inserita in una sequenza più ampia, in cui l’accento è messo sull’affettuosità e sull’entusiasmo del protagonista nei confronti delle congiunte: a questo segue la conversazione in macchina con Christina, nella quale Francis si dilunga sul talento musicale di Lisa e sulla sua precoce capacità di astrazione logica, mentre la giova-

Indicazioni bibliografiche

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Berardinelli J. (2014) Exotica http://www.reelviews.net/php_review_template.php?identifier=205 Sito consultato il 02/07/2014. De Bellis F. (2002) Armenia-Canada… Ararat. Torino: Lindau. Ebert R. (2009) Exotica http://www.rogerebert.com/reviews/exotica-1994 Sito consultato il 02/07/2014. Matalion R, Berman E. (2000) Egoyan’s Exotica: Where Does the Real Horror Reside? International Journal of Psycho-Analysis, 81:1015-

nissima baby-sitter commenta, assorta, che apprezza lo slancio col quale lui parla della figlia. E Francis, dopo qualche battuta un po’ convenzionale, aggiunge, cogliendo un implicito nello sguardo della sua interlocutrice: «Senti, Christina, se vuoi parlare di qualcosa che ti succede a casa…». La risposta della giovinetta è ancora più intima e accorata: «Mi piace molto quando mi riaccompagna a casa…». Come si è detto, l’explicit con la macchina da presa ferma sulla casa dove Christina è appena rientrata consentirebbe uno sguardo retrospettivo sull’intera vicenda: le premesse, del tutto fisiologiche per non dire vitali (cfr. De Bellis, 2002, 54), per le quali i due personaggi principali entrano nell’universo voyeuristico di Exotica, consisterebbero, da un lato, in un innamoramento edipico (ancora riparativo?) e, dall’altro, in un esuberante affetto filiale, che per un accavallarsi di circostanze avverse si distorcono nel rituale perverso. ♦ Exotica: Canada 1994. Regia: Atom Egoyan. Sceneggiatura: Atom Egoyan. Fotografia: Paul Sarossy. Musica: Mychael Danna. Montaggio: Susan Shipton. Scenografia: Linda Del Rosario e Richard Paris.

Cesare Secchi. Medico e psichiatra, ha insegnato presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. È psicoanalista, membro associato della Società Psicoanalitica Italiana. Autore di L’infinita sfumatura (2007), è coautore di La fascinazione (1994), Soggetti morali a oltranza (2009) e L’illusione dell’ultima parola (2013). Ha curato per il Centro di Documentazione di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia un archivio cinematografico sulla malattia mentale.

1019. Metalluk (2006) What Brought This Man to This Place? http://www. epinions.com/review/mvie_mu-1061161/content_196888596100 Sito consultato il 02/07/2014. Metz C. (1977) Cinema e psicanalisi. Il significante immaginario. Venezia: Marsilio 1980. Sandrini L, Scandola A. (1999) Solitudini troppo silenziose. Il cinema di Atom Egoyan. Sommacampagna (VR): Cierre Edizioni.


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Pensiero al femminile

Nadine Gordimer

La vita straordinaria della scrittrice sudafricana, premio Nobel per la letteratura

Pensiero al femminile. L'approccio multidisciplinare di ÂŤNeuroscienze AnemosÂť guarda anche al mondo della psicologia sociale. La questione delle discriminazioni di genere e del ruolo della donna nella societĂ rientra tra le problematiche anche della nostra epoca. Da qui l'esigenza di puntare la lente sul contributo del genere femminile ai settori importanti della scienza e della cultura.

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IL PERSONAGGIO

L’africana bianca La vita straordinaria di Nadine Gordimer, scrittrice sudafricana e premio Nobel per la letteratura, amica di Nelson Mandela e strenua sostenitrice della lotta contro l’apartheid

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Anemos neuroscienze

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di Adriano Amati

parole chiave. Nadine Gordimer, Sudafrica, letteratura, Nelson Mandela, apartheid. Abstract. Così si presentava ai giornalisti. Minuta, delicata, l’incarnato candido, elegante ed anche salottiera, una donna gentile, composta, garbata, dotata di grande coraggio e determinazione. Lucida e vitale fino alle soglie dei novant’anni, sempre in movimento, attivissima, impegnata a costruire un futuro migliore per il suo paese, secondo un’idea di tolleranza e fratellanza che costituiva la risposta pacifica al clima di violenza e segregazione che regnava in Sudafrica.

Essere state di enorme beneficio per l'umanità, ecco il merito delle protagoniste che ospitiamo in questa rubrica. Spiriti liberi, donne coraggiose e determinate, mosse da una profonda coscienza etica e capaci di un grande impegno civile; non solo sante, scienziate o artiste di grande prestigio, non necessariamente “numeri uno” della società, ma donne che hanno reso la loro esistenza una testimonianza viva, un esempio da imitare, un modello civile e culturale di specchiata virtù. In questo numero salutiamo una scrittrice che ci ha lasciati da poco, Nadine Gordimer, una donna che amava definirsi “l'africana bianca”.

Figura 6.1 - A fianco in grande la scrittrice in età matura, alcuni anni prima della morte. In questa pagina Nadine Gordimer più giovane.

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l personaggio. Nadine Gordimer è stata una graziosa combattente, in prima linea contro ogni razzismo, sempre a favore degli emarginati, dei malati di Aids, dei più diseredati. “Non posso deprecare solo l’apartheid quando l’ingiustizia umana è ovunque”, affermò poco prima della vittoria del Nobel. Naturale perciò che lei unisse il suo impegno a quello dell’uomo che doveva rivoluzionare il destino del suo paese, Nelson Mandela. L’incontro avvenne durante il processo Rivonia, nel 1964, al

termine del quale il leader nero fu condannato all’ergastolo; da quel momento Nadine sviluppò una piena condivisione dei suoi ideali, ai quali tenne fede lungo tutto il corso della sua lunga esistenza. Quando l’ex-ribelle, poi diventato presidente, morì, la Gordimer affermò: “Noi Sudafricani siamo fortunati ad averlo avuto con noi. Perché se dovessi provare a spiegare tutto quello che ho avuto da lui, io che sono tra le persone che hanno avuto l’onore di conoscerlo di persona, credo che non ci riuscirei. Madiba era un democratico naturale, una cosa piuttosto inusuale in Africa. In un continente che ha lottato per decenni per liberarsi dalla dominazione straniera e raggiungere la libertà, è raro trovare qualcuno che non basi la sua azione sull’odio o il risentimento”. Il suo spirito libero la mise spesso in contrasto con entrambe le parti impegnate negli scontri razziali, perché non taceva di fronte alle

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IL PERSONAGGIO

ingiustizie, nemmeno quando esse venivano compiute dal popolo nero che pure sosteneva. E le sue dichiarazioni, nel periodo che seguì la scomparsa di Mandela, non risparmiarono neppure i membri dell’African National Congress, accusati di corruzione e abuso di potere. Questa la sua denuncia: “Ormai in Sudafrica viviamo in una cultura della corruzione che minaccia l’intero tessuto sociale nazionale. I responsabili, purtroppo, sono proprio i leader che hanno preso il posto di Mandela. Basti pensare al presidente Zuma e al palazzo imperiale che si è fatto costruire con i soldi dei contribuenti, per stabilirvi la sua residenza personale. Questa avidità per certi versi è comprensibile, perché è ovvio che dopo tanti decenni di repressione e privazioni la gente voglia togliersi qualche soddisfazione. Però una simile corsa ai posti di potere, e al loro sfruttamento attraverso la corruzione, mi ha sorpreso e ha certamente deluso Madiba”.

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L’attività. Nadine Gordimer, premio Nobel per la letteratura nel 1991, è morta il 14 luglio 2014 nella sua casa di Johannesburg, la capitale economica del Sudafrica dov’era nata 90 anni prima. Pochi mesi fa, in un’intervista, aveva annunciato di essere gravemente ammalata, un cancro al pancreas l’aveva indebolita. “...E mi procura molto dolore - aveva confidato a Pietro Veronese - ma non si dispiaccia, quando ho scritto il mio ultimo romanzo non lo avevo, non era ancora incominciato, e quello che ho scritto non ha nulla a che vedere con la malattia. La mia energia era immutata, e anche la mia attività intellettuale. Guardavo alla vita come ho sempre fatto. Non so quanto riuscirò a parlare (era al telefono n.d.r.), non mi sento molto bene”. Se n’è andata serenamente con i figli Ugo e Oriane al suo fianco. È stata autrice di 13 romanzi e numerosi racconti; tra i suoi libri più importanti tradotti in italiano sono da segnalare i “Racconti di una vita”, edito da Feltrinelli, l’ultima sua opera arrivata in Italia; si tratta di 17 storie scritte tra il 1952 e il 2007 in cui la Gordimer affronta tematiche diverse (politica, sessualità, razza) senza accondiscendenza e con immensa compassione. Quindi vanno ricor-

dati “Un ospite d’onore” (1970), “Luglio” (1981), libro contestato e rifiutato sia dagli oltranzisti dell’apartheid che dai promotori del Sudafrica multirazziale, e “Qualcosa là fuori” (1984). L’esordio avvenne oltre sessant’anni fa:

Il suo spirito libero la mise spesso in contrasto con entrambe le parti impegnate negli scontri razziali, perché non taceva di fronte alle ingiustizie, nemmeno quando esse venivano compiute dal popolo nero che pure sosteneva. era il 1953 quando Nadine, figlia di un orologiaio ebreo lituano, pubblicò in patria “I giorni della menzogna”, romanzo autobiografico in cui racconta le vicissitudini del suo paese, lacerato dalla guerra civile. Con “Il Conservatore”, del 1974, vinse il Booker Prize, il Grinzane Cavour arriverà invece nel 2007. Nell’ultima intervista concessa a un giornale italiano dichiarò: “Forse scriverò ancora un paio di racconti. Non ho più l’energia, scrivere mi fa star male e sono troppo critica, troppo esigente verso il mio lavoro, non credo che accetterei qualcosa che non mi soddisfa”. Nella sua opera narrativa ha affrontato i temi della difficoltà di comunicare e amare nonché delle lacerazioni provocate dal razzismo, attingendo in particolare alla realtà sociale sudafricana di cui, con costante impegno culturale e politico, è stata testimone e coscienza critica. La motivazione della giuria che le assegnò il Nobel recita: “per essere stata di enorme beneficio all’umanità grazie alla sua scrittura magnifica”. Una scrittura che oggi è da riscoprire, perché i suoi libri sanno toccare l’animo in profondità, tanto da poterci

Figura 6.2 e 6.3 - Qui sopra la scrittrice con Nelson Mandela. A fianco un'altra immagine di Nadine Gordimer degli ultimi anni. cambiare, come lei stessa ebbe a dire: “Se sei un lettore, sai che ciò che hai letto ti ha influenzato la vita”. La scrittura. Nadine comincia a scrivere a nove-dieci anni, senza rendersi conto della responsabilità che la cosa comporta. Crescendo coltiva il dubbio, affidandosi più a Kafka che a Marx, fino ad arrivare a cogliere nelle vite degli altri “vapori di verità condensata”, per approdare in età adulta alla consapevolezza dell’orribile politica razzista del governo sudafricano; scrive sempre tentando di conciliare l’immaginazione creativa con le necessità dell’impegno sociale, traducendo in concreto - cioè con parole - la vertigine della fantasia. “Ogni scrittore è scelto dal suo tema” afferma, e fa dell’autonomia e dell’integrità artistica il proprio credo di autrice rivoluzionaria. “Il talento va restituito, onestamente” è questo l’onere di cui si fa carico nel corso della sua esistenza: “Dobbiamo assumerci la responsabilità di quanto ci accade intorno, le condi-


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zioni di vita di un popolo riguardano direttamente l’artista che è parte di quel popolo”. La sua rivoluzione consiste innanzi tutto nell’integrità del suo lavoro di scrittura - che dev’essere libero e consapevole - e in questo senso esso deve precedere l’impegno verso la società: non per diventare dei propagandisti, dirà, bensì per salvaguardare la piena autonomia di ciò che si scrive. E la sua scrittura è votata più al racconto o al saggio che non al romanzo, e in questo sembra riecheggiare la famosa affermazione di Poe: “Preferisco il racconto, che il lettore impiega circa un’ora a leggere, perché si tiene tutto

in mano, come un insieme ben definito”. Come un uovo, dirà invece Nadine, l’idea è tutta lì, la si può afferrare nella sua interezza. Le grandi qualità inventive e stilistiche della sua prosa la collocano tra i pochi romanzieri di lingua inglese capaci di dar vita a una tradizione letteraria sudafricana autonoma rispetto a quella di tradizione europea. Ecco il suo grande insegnamento: “La prima della nostre responsabilità sia quella di scrivere meglio possibile, il primo dovere che abbiamo è nei confronti del nostro talento di scrittori, il che significa cercare di descrivere la realtà così come la percepiamo”. ♦

Adriano Amati. Giornalista e scrittore, ha pubblicato libri di turismo e d’arte, ha diretto cinque testate mantovane, ha scritto articoli e saggi collaborando con testate locali e nazionali. Per Paolini Editore di Mantova ha pubblicato Turista a Tebaide (1991) e Bertrand il matematico (1994), per la Severgnini di Milano Dialoghi del namoro (1997), inoltre Domicilio Mantova (Editoriale La Cronaca di Mantova, 2003), Detto tra noi (Prospecta Edizioni Mantova, 2005), I miei (Il Cartiglio Mantovano Mantova, 2006), per la casa editrice E.LUI di Reggiolo la raccolta di poesie Una voglia di Sur (2008) e il romanzo L’iride azzurra (2010). Partecipa attivamente ai contenuti dei prodotti della Clessidra Editrice con articoli di opinione, di attualità e di letteratura e in generale ai progetti della casa editrice.

Indicazioni bibliografiche N. Gordimer, Giorni della menzogna (The Lying Days) (1953) Id., Un mondo di stranieri (A World of Strangers) (1958) Feltrinelli, 1961, 1982 Id., Occasione d'amore (Occasion for Loving) (1963) Feltrinelli, 1984, 1989 Id., Il mondo tardoborghese (The Late Bourgeois World) (1966) Feltrinelli, 1989 Id., Un ospite d'onore (A Guest of Honour) (1970) Feltrinelli, 1985, 1991 Id., Il conservatore (The Conservationist) (1974) Feltrinelli, 2009 Id., La figlia di Burger (Burger's Daughter) (1979) Mondadori, 1979; Feltrinelli, 1992, 1995

Id., Luglio (July's People) (1981) Rizzoli, 1984; Feltrinelli, 1991 Id.,Una forza della natura (A Sport of Nature) (1987) Feltrinelli, 1987 Id.,Storia di mio figlio (My Son's Story) 1990 Feltrinelli, 1991, 1993 Id.,Nessuno al mio fianco (None to Accompany Me) (1994) Feltrinelli, 1994, 1999, 2013 Id., Un'arma in casa (The House Gun) (1998) Feltrinelli, 1998, 2001 Id., L'aggancio (The Pickup) (2001) Feltrinelli, 2002, 2003 Id., Sveglia! (Get a Life) (2005) Feltrinelli, 2006 Id., Ora o mai più (No Time Like The Present) (2012) Feltrinelli, 2012

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Sessualità e disabilità

I

Programma del convegno del 29 settembre a Reggio Emilia

n occasione della "Settimana della Salute Mentale", organizzata dalla Ausl di Reggio Emilia, lunedì 29 settembre si svolge al pomeriggio presso la Sala Galloni di Reggio Emilia (Via Amendola, 2) e alla sera presso la sede dell'Associazione Anemos (via M. Ruini, 6) il convegno dal tema "Sessualità e disabilità". L'incontro verrà condotto in collaborazione con Ass. Dopodinoi, Ass. Sostegno e Zucchero, Ass. Anffas e Libera Università di Neuroscienze Anemos. Il programma della giornata prevede: ore 14.00: registrazione dei partecipanti ore 14.30: saluti e introduzione al tema con Gaddomaria Grassi e Marco Ruini ore 14.45: proiezione del documentario “Cinquanta di questi giorni” di A. Lascioli, R. Pezzetta, F. Tosini. Moderatori dell'incontro: Marco Ruini e Sergio Calzari ore 15.20: Dott.ssa Valeria Alpi: "Il diritto di godere del proprio corpo" ore 15.40: Dott.ssa Laura Andrao: “Disabilità e sessualità: laboratorio dei vecchi e dei nuovi diritti” ore 16.00: Dott.ssa Morena Landini: “Sessualità e disabilità: aspetti clinico-sociali e prospettive” ore 16.20: Dott.ssa Mariana Garsi: “All you need is love” ore 16.40-16.50: coffee break ore 16.50: testimonianze di Luciana Redeghieri (Ass. Sostegno e Zucchero), Delia Francavilla (Ass. L’Orlando Furioso), Dott.ssa Lorena Ficarelli (Ausl di Reggio Emilia) ore 17.30: discussione e conclusioni A seguire, questionari ECM. Ingresso gratuito. Per iscrizioni rivolgersi a graziella.salardi@ausl.re.it Moderatori: Gaddomaria Grassi: Dirigente Medico Amministrazione Ausl di Reggio Emilia - Marco Ruini: neurochirurgo, direttore Associazione Culturale onlus Anemos - Sergio Calzari: presidente Associazione onlus “La Fondazione”. Relatori: Dott.ssa Valeria Alpi: giornalista, capo redattrice della rivista "HP - Accaparlante" e di "Bandieragialla.it", ricercatrice - Dott. ssa Laura Andrao: legale dell’associazione nazionale di ragazzi disabili de@si - Dott.ssa Morena Landini: psicologa, consulente in Sessuologia Clinica - Dott.ssa Marianna Garsi: ostetrica - Maria Lorena Ficarelli: responsabile area sociale del distretto presso Ausl - Delia Francavilla: rappresentante dell’associazione “Sostegno e Zucchero”.

In serata

sala convegni dell’Associazione Culturale Anemos (via M. Ruini, 6 Reggio Emilia)

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Settimana della salute mentale

ore 21.00: introduzione al tema: Marco Ruini. ore 21.20: proiezione del film: “The special needs” di Carlo Ziratti. Alla fine della proiezione, commento al film e discussione. Per informazioni: info@anemoscns.it


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Gli Editori

L'Associazione Anemos

Presidente: dr. Marco Ruini

L

’Associazione culturale e di volontariato Anemos, fondata nel marzo 2009, nasce per coordinare e ampliare le attività di volontariato sociale di un gruppo di amici di Novellara (RE), nonchè le attività culturali del Centro di Neuroscienze Anemos, l’attività editoriale scientifica in collaborazione con la casa editrice New Magazine Edizioni e con la casa editrice La Clessidra. Tra i vari campi d’attività accennati: ♦ Libera Università di Neuroscienze Anemos: organizza convegni, seminari e corsi multidisciplinari sul tema delle neuroscienze in collaborazione con La Clessidra Editrice (vedi testo sotto). Pubblicazione della rivista «Neuroscienze Anemos» ♦ “Libri Anemos”. Attività editoriale con la Casa Editrice New Magazine con una collana di Neuroscienze e una collana di Narrativa e Poesia ♦ Biblioteca di Neuroscienze Anemos ♦ Promozione e valorizzazione di giovani artisti ♦ Programmi di volontariato sociale nei paesi in via di sviluppo e in Italia

www.associazioneanemos.org

La Clessidra Editrice Direzione editoriale: Davide Donadio Tommy Manfredini

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ell’autunno del 2010 è nato il progetto «Neuroscienze Anemos», trimestrale di neuroscienze, scienze cognitive, psicologia clinica e filosofia della mente. Il periodico di divulgazione scientifica, distribuito gratuitamente nelle biblioteche pubbliche della provincia di Reggio Emilia e Mantova e in altri circuiti distributivi, si sviluppa in stretta correlazione con La Clessidra Editrice, giovane casa editrice Reggiana (con sede a Reggiolo, RE) nata in un contesto di associazionismo culturale nel 2004 e costituitasi come casa editrice nel 2006. ditrice La Clessidra è specializzata in editoria periodica locale e settoriale. La giovane casa editrice raduna intorno a sé un attivo gruppo di intellettuali, collaboratori abituali e occasionali, che agiscono oltre la sfera dell'editoria. otto questo aspetto, le attività promosse dall'editore contribuiscono ad alimentare il dibattito sulla contemporaneità, non solo presentando e divulgando la propria attività e quella di altri operatori culturali, ma anche promuovendo convegni e seminari (riguardanti l'ambito scientifico e le scienze umane) , divulgando l'attività di artisti, scrittori, studiosi di varie discipline.

E S

www.clessidraeditrice.it

https://www.facebook.com/LaClessidraEditrice

Le Clessidra Editrice. Redazione editrice e della rivista: via XXV aprile, 33 - 42046 Reggiolo (RE) tel. 0522 210183


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