Villeiardini Magazine - January 2022

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MENSILE BELGIO € 10,00 PORTOGALLO € 9,50 SPAGNA € 9,50 AUSTRIA € 10,50 SVIZZERA CHF 11,00 - POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/03 (ART.1, COMMA 1) DCB NE/VR

BRITISH STYLE NEL CENTRO DI LONDRA

Villa Arconati, la piccola Versailles milanese Chalet di montagna a Cervinia e Sestriere Design contemporaneo a Firenze e Copenaghen Il Giardino d’autore di LaGuardia a Long Island


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Villa Arconati, la piccola Versailles milanese Chalet di montagna a Cervinia e Sestriere Design contemporaneo a Firenze e Copenaghen Il Giardino d’autore di LaGuardia a Long Island

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W W W. S I C I S . C O M


FAT TO SU M I SU R A MILAN | LONDON | PARIS | RAVENNA | MADRID | NEW YORK




EDITORIALE di Marco Miglio

Il sogno di Galeazzo Arconati

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obile milanese e cugino del Cardinale Federico Borromeo, Galeazzo Arconati è stato l’artefice, a partire dal 1610, della trasformazione di un piccolo “casamento da nobile”, poco più di una cascina fortificata nelle campagne a nord della città, in una meravigliosa dimora di delizia che, nel corso del 700, nelle guide del Grand Tour veniva chiamata “la piccola Versailles milanese”. Questo grazie a un particolare amore per la bellezza che lo porterà a trascorrere la sua vita alla ricerca di opere in grado di nobilitare la dimora, per allietare e sorprendere gli ospiti, e forse anche per realizzare il sogno di diventare immortale attraverso l’arte e la cultura. Appassionato di architettura ed esteta raffinato, Galeazzo dimostrò una grande lungimiranza negli acquisti. Tra le opere della sua collezione, per esempio, 12 tavole del Codice Atlantico di Leonardo, successivamente donate alla Biblioteca Ambrosiana di Milano come patrimonio da condividere con la collettività. Furono i viaggi compiuti a Roma, in compagnia del cugino porporato, che ispirarono la realizzazione dei giardini all’italiana creati a modello di quelli delle più prestigiose dimore medicee della Toscana e della nobiltà romana. Gli spettacolari giochi d’acqua vennero invece creati grazie allo studio dei codici di Leonardo da Vinci. Tutti i suoi successori continuarono quest’opera di valorizzazione della villa, contribuendo alla creazione di un patrimonio culturale di grande valore, che oggi è tornato al suo splendore grazie al progetto di restauro a cura dell’attuale proprietà, la Fondazione Augusto Rancilio. Un piccolo gioiello che i lettori potranno scoprire attraverso le meravigliose fotografie di Dario Fusaro (da pagina 106), realizzate per Grandi Giardini Italiani. Anche la contemporaneità è protagonista del numero di Gennaio, con servizi sulle ultime tendenze dell’interior design a Londra, Firenze, Copenaghen e il giardino firmato LaGuardia Design Group a Est Long Island (NY). Spazio anche alla montagna con il racconto di due raffinati chalet tra le vette a Cervinia e Sestriere. ●



Sommario Gennaio 2022 10. PORTFOLIO Dall’architettura alla fotografia, immagini che raccontano la contemporaneità e le nuove tendenze

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16. DESIGN ICONS RIEDIZIONI DI STILE A VILLA NECCHI La poltrona Barcelona di Mies Van der Rohe è uno dei grandi classici del design modernista, immaginata come un trono moderno, senza opulenza e senza eccessi decorativi 20. COVER STORY BRITISH STYLE Chelsea Barracks Townhouses, un moderno complesso residenziale che reinterpreta in chiave contemporanea la classica tipologia della casa a schiera di epoca Georgiana 34. TENDENZE a cura di Franca Rottola Idee per arredare la casa con le più interessanti novità di design, che vedono protagoniste le forme morbide

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70 IN COPERTINA FOTO DI BROTHERTON-LOCK

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42. ARTE a cura di Sabino Maria Frassà Alla scoperta di tre protagonisti dell’arte contemporanea: Alberto Burri, Alberto Biasi e Fulvio Morella 48. CASE DI CHARME FIRENZE CONTEMPORANEA In un palazzo Liberty nel pieno centro di Firenze, lo studio di architettura AMDB ha firmato il progetto di due moderni appartamenti con citazioni della storia dell’edificio 62. INTERIORS PASSIONE SCANDINAVA Grandi classici del design scandinavo e raffinati abbinamenti cromatici di tinte pastello caratterizzano l’ampio e luminoso appartamento di una coppia cosmopolita di successo 70. IN MONTAGNA LA FENICE DI CERVINIA Un affascinante e lussuoso chalet incorniciato dalla vette montuose del Grandes Muraille, ricostruito nel rispetto dell’ambiente e della sua lunga storia 86. CASE IN MONTAGNA NELLA CASA DEGLI ORSI Un appartamento di montagna nel comprensorio sciistico di Sestriere ospita molte memorie di famiglia e una originale collezione di orsi, molto amata dalla padrona di casa



Sommario Gennaio 2022 98. GARDEN INSIDER a cura di Elisabetta Pozzetti La filosofia slow flower ha portato alla nascita delle flower farm promuovendo una filiera corta e un atteggiamento etico, e il tipo di piante usate nelle composizioni

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104. RACCONTI DEL GIARDINO di Pier Luigi Priola Il genere Mahonia, della famiglia delle Berberidaceae, comprende una sessantina di specie. Rusticissime e sempreverdi, trovano svariati inserimenti 106. GRAND TOUR VILLA ARCONATI Alla scoperta di Villa Arconati - FAR, dimora di delizia alle porte di Milano che ha raggiunto il suo massimo splendore nel 700 e oggi, grazie a un accurato restauro a cura della Fondazione Augusto Rancilio ha recuperato il suo fascino 125. GIARDINI D’AUTORE a cura di di Elisabetta Pozzetti Le condizioni atmosferiche hanno guidato la scelta della vegetazione e la disposizione del giardino e firmato LaGuardia Design a East Long Island, New York

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138. LA DONNA DI FIORI di Elisabetta Margheriti La Butia è sempre più richiesta anche in Italia, per suo ottimo adattamento al clima, l’eleganza unica e la resistenza al temibile coleottero punteruolo rosso 140. STILE & DESIGN. CONTE BED Una vasta collezione di arredi e complementi per la zona notte dallo stile essenziale e senza tempo, con ampie possibilità di personalizzazione e massima cura dei dettagli 142. GALLERY a cura di Franca Rottola Una rassegna sulle più esclusive soluzioni per il rivestimento e la pavimentazione in legno, dalle collezioni dei più prestigiosi brand italiani 146. VG SHOP Tutti gli arredi, i complementi e gli oggetti di design visti sulle rubriche e i servizi di Villegiardini. Per approfondire e avere ulteriori informazioni dai siti delle aziende 150. REAL ESTATE Case da sogno in vendita e in affitto nella città di Firenze e sulle sue lussureggianti colline

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PORTFOLIO

Lo spettacolo della montagna Un’architettura sospesa nello spazio e nel tempo, ideata da noa* network of architecture sulla vetta di un ghiacciao sudtirolese, in Val Senales

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na costruzione sospesa per immergersi completamente nella natura e in un panorama incontaminato, fatto di pendii scoscesi e rocciosi, vento e intemperie è la nuova piattaforma panoramica Ötzi Peak 3251m sul Ghiacciaio della Val Senales. Un’architettura di forma organica che rispecchia la topografia naturale del luogo, realizzata con una pedana composta da griglie sorrette da travi con un parapetto perimetrale di lastre verticali in acciaio corten e appoggiata al terreno solo nei punti strettamente necessari. All’interno della terrazza panoramica è stata ricavata una feritoia che indirizza lo sguardo verso il luogo del ritrovamento di Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio. ● E. P. Foto: Alex Filz

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Architettura



PORTFOLIO

Il volo di un gufo tra i ghiacciai Il design di Dorte Mandrup per lo Ilulissat Icefjord Centre tra neve e ghiaccio

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na serie di capriate in acciaio che gradualmente curvano e ruotano mentre si estendono attraverso il paesaggio creano un’insolita forma triangolare contorta e una terrazza panoramica sul tetto, con una vista aperta sugli iceberg del fiordo ghiacciato Kangia. Lo Ilulissat Icefjord Centre, nell’aspro paesaggio costiero della Groenlandia, è circondato da neve e ghiaccio per buona parte dell’anno e consente di comprendere le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici. È un edificio dove sperimentare “ l’infinita scala non umana della natura artica, la transizione tra il buio e la luce, il sole di mezzanotte e l’aurora boreale che danza nel cielo”, in un dialogo trasparente tra uomo e natura ● E. P. Foto: World Architecture Festival

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Architettura



PORTFOLIO

Saya Park Art Pavillon Entrare in un’opera d’arte che permette di sentire il tempo, lo spazio, la luce, l’ombra. Al suo interno ognuno può cercare il proprio infinito personale

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Changpyeong-Ri in Corea del Sud, in cima a una delle colline più alte della zona, Álvaro Siza e Carlos Castanheira hanno progettato tre edifici grezzi e scultorei: un Padiglione dell’Arte, una cappella e una torre panoramica. Il complesso del Saya Park ha una forma lineare e biforcuta, leggermente sinuosa, con una parte interrata, un sentiero nascosto che, lungo la collina, conduce all’ingresso. Al suo interno si trova un mondo di pieni e vuoti, un uso ponderato delle aperture che creano giochi di luce, uno stile austero nel materiale ma elegante nella forma, che a tratti diventa sinuosa. Il cemento è stato considerato il materiale migliore, dialoga con la luce e gli scorci panoramici e il paesaggio circostante, che nel tempo si adatterà al suo colore. ● E. P. Foto: Fernando Guerra

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Architettura



DESIGN ICONS a cura di Elisa Massoni

Riedizioni di stile a Villa Necchi

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a collezione Remasters di Acerbis è una caccia miracolosa negli archivi della storica azienda bergamasca. Il brand ha deciso di guardare nel passato per ridare vita e una collocazione contemporanea a undici oggetti disegnati tra gli anni Settanta e gli anni Novanta da grandi designer italiani. E guardare oggi questi pezzi, che nascono soprattutto dalla competenza produttiva di Acerbis per esaltare materiali e lavorazioni artigianali, è come scorrere un catalogo ragionato degli ultimi cinquant’anni di design italiano. Francesco Meda e David Lopez Quincoces, i giovani art director di Acerbis, hanno fatto un lavoro accorto e sensato di attualizzazione. A volte operando sulle proporzioni, altre rivedendo i colori e altre ancora tornando ai disegni dell’archivio per avvicinarsi sempre di più all’idea originale dei singoli designer. “Questi pezzi narrano una storia importante dal valore intrinsecamente

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In questa pagina tavolo Serenissimo con piano in cristallo trasparente e gambe in encausto verde, disegnato da Lella e Massimo Vignelli con David Law. Una composizione armonica dalle dimensioni monumentali con quattro colonne, forme elementari caratterizzate da ricercate finiture metalliche o da morbide tonalità dello stucco veneziano, e una barra orizzontale in acciaio su cui appoggia quasi fluttuando l’ampio piano in vetro. Qui a destra, i tavolini Menhir in diversi colori.


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DESIGN ICONS

La collezione Remasters comprende la rivisitazione di arredi e complementi firmati da prestigiosi autori della storia del design italiano, con colori e finiture che li rendono ancora freschi e attuali prezioso per coloro che comprendono l’aspetto narrativo del design”, spiegano gli art director. Nel 2021 al catalogo Remasters si sono aggiunti tre nuovi pezzi: Creso, Serenissimo e Florian. Il primo disegnato da Lella e Massimo Vignelli, il secondo dal duo insieme a David Law, il terzo da Vico Magistretti. Per presentarli al pubblico Acerbis ha scelto uno scenario d’eccezione: Villa Necchi-Campiglio a Milano. L’architettura è un gioiello del FAI, Fondo Ambiente Italiano, che risale agli anni Trenta, progettata da Antonio Portaluppi su commissione di Gigina e Nedda Campiglio e da Angelo Campiglio: un intervento molto moderno per l’epoca. Tutto il piano terra è composto da una successione di ambienti ampi, che includono anche una biblioteca e un fumoir, che si aprono su un rigoglioso giardino nel centro di Milano. Questo contesto scenografico e fortemente caratterizzato dallo stile inconfondibile di Portaluppi è stata una cornice perfetta per la presentazione della collezione Remasters. I pezzi scelti per l’ambientazione milanese sono scultorei, coraggiosi. C’è la cassettiera Storet di Nanda Vigo, riproposta in una palette aggiornata e con un’ampia gamma di dimensioni. Il divano modulare Life di Roberto Monsani è stato rielaborato nella sua struttura originaria da plexiglas a legno curvato per soddisfare le preferenze sui materiali e sull’ambiente della nostra epoca. Il tavolino Menhir, disegnato da Giotto Stoppino e Lodovico Acerbis, riemerge in nuove altezze, una base in marmo e un piano in noce e metallo al posto dell’originale in vetro. Soprattutto le novità rappresentano una scelta molto evocativa. I due tavoli di Lella e Massimo Vignelli sono una sfida produttiva e scelte formali fuori dal comune. E soprattutto c’è Florian, una riedizione che è anche un grande omaggio all’architetto e designer Vico Magistretti. Il tavolino da servizio pieghevole in legno di frassino è stato migliorato con grande attenzione da Francesco Meda e David Lopez Quincoces. Il meccanismo che regola apertura e chiusura è stato riprogettato. E i colori scelti rafforzano l’impatto grafico: rosso mattone, senape, verde abete. ●

Nella pagina precedente, tavolini Menhir disegnati da Giotto Stoppino e Lodovico Acerbis in diverse dimensioni, con rocchi in marmo carrara statuario, verde alpi e nero marquina e piani laccati lucidi in senape, bordeaux e verde scuro. In questa pagina, nella

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foto in alto la cassettiera alta Storet In noce tinto scuro e frontali laccati lucidi in rosa, disegnata da Nanda Vigo. Nella foto in basso. il tavolino pieghevole Florian con laccatura color senape, disegnato da Vico Magistretti.



COVER STORY

BRITISH STYLE

TESTO DI LUIGI DE CARI FOTO DI BROTHERTON-LOCK

Nell’elegante quartiere londinese di Belgravia, gli interni di un lussuoso appartamento su più livelli mettono in dialogo elementi tipici dello stile georgiano con il design contemporaneo



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COVER STORY

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Belgravia, un elegante e prestigioso quartiere nel pieno centro di Londra incastonato tra Hyde Park, Buckingham Palace e Victoria Station, un interessante intervento urbanistico ha dato vita a Chelsea Barracks Townhouses, un moderno complesso residenziale che reinterpreta in chiave contemporanea la classica tipologia delle case a schiera di epoca Georgiana, progettate secondo i principi di uno stile architettonico in voga tra il 700 e l’800 che prende il nome dai quattro monarchi inglesi chiamati George, che si sono succeduti al trono tra il 1720 e il 1840. Il progetto, curato dallo studio internazionale PDP London comprende 13 case di sei piani. “Questo adattamento“, spiegano gli architetti, “riflette il cambiamento nella tipologia di utilizzo delle case a schiera dal momento in cui sono state progettate per la prima volta. Oggi è probabile che vengano usate come residenza principale dove i proprietari trascorrono una quantità significativa di tempo”. Per questo motivo presentano una larghezza di 13 metri, decisamente superiore rispetto a quella tradizionale. In questo contesto di grande fascino e di ricerca di nuovi linguaggi contemporanei, lo studio d’interni Albion Nord ha curato il progetto di interior design di 3 Mulberry Square, una dimora che si distingue per il raffinato equilibrio fra tradizione e modernità. “L’ispirazione è nata dalla nostra passione per la tradizione dell’artigianato britannico e dell’architettura georgiana”, racconta Camilla Clarke, direttore creativo dello studio. “L’obiettivo era quello di dare vita a un’abitazione con oggetti raccolti e curati, un mix pezzi d’antiquariato e opere d’arte che sono stati attentamente reperiti in tutto il Regno Unito. Abbiamo scelto colori tipicamente inglesi: verdi intensi, bianchi Cina e il blu scuro. Nella reception informale abbiamo scelto una vernice naturale di Edward Bulmer, un colore con un bellissimo verde-marrone che cambia tono con la luce delle stagioni. Il colore è tratto da esempi del 700 nella Gran Bretagna georgiana ed è stato riformulato per l’uso odierno”. Attingendo al patrimonio, alla materialità e all’artigianato, ogni elemento di design rappresenta il ‘Best of British’, con cenni al design georgiano, che ha ispirato lo studio a creare una collezione Barracks Collection, undici pezzi tra mobili e articoli per la casa progettati da Albion Nord e realizzata da artigiani britannici. Disposta su 6 livelli, per un totale di 920 metri quadrati, la dimora comprende, ai piani inferiori la zona giorno e a quelli superiori quattro camere da letto en-suite. L’ultimo piano, storicamente destinato al personale domestico, ospita uno degli spazi più affascinanti della casa, una terrazza con vista panoramica mozzafiato che spazia da Belgravia fino al London Eye e allo Shard. Il giardino e il tetto della villa a schiera offrono ai suoi residenti un’oasi urbana e sono stati accuratamente progettati dal rinomato architetto paesaggista Randle Siddeley. L’intervento di Chelsea Barraks si distingue inoltre per la sua particolare attenzione alla sostenibilità, come dimostra il conseguimento della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) Platinum. ●

Le sofisticate atmosfere di 3 Mulberry Square raccontano una storia fatta di sapienza artigianale e interessanti riferimenti a colori e materiali classici dell’interior design inglese

In queste pagine le ampie sale di ricevimento del primo piano inondate di luce naturale che entra dalle dalle finestre a tutt’altezza. A sinistra uno dei camini nelle sale di ricevimento formali, realizzato in pietra nera Port Laurent con

venature metalliche bianche e oro. In questa foto, un angolo della sala con tavolino, divano, poltrona e, sullo sfondo la lampada da terra Belgravia realizzata da David Turner e Concept Bespoke per la collezione Chelsea Barracks.

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COVER STORY

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Nelle sale della residenza, caratterizzate da un’eleganza composta, dominano gli abbinamenti tra l’intenso verde inglese, il bianco Cina e il blu scuro

Nelle pagine precedenti, la sala da pranzo con affaccio sul giardino interno, con poltroncine dining outdoor Costes di Ethimo. Le sedie CH24 Wishbone di Carl Hansen & Søn, un classico del design scandinavo,

sono abbinate a un tavolo essenziale e geometrico, dipinto di bianco. Nella pagina di destra scrivania Wellington della collezione The Chelsea Barracks disegnata dallo studio Albion Nord.

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COVER STORY

La cucina, essenziale nelle forme ed equipaggiata con elettrodomestici tecnologicamente avanzati, si affaccia su un giardino interno, da godere nei momenti conviviali con il massimo del comfort e della riservatezza

Qui sopra, la cucina con isola, dotata di elettrodomestici moderni e sofisticati di Sub-Zero Wolf e Gaggenau e, sullo sfondo, il giardino interno. Nella pagina di destra, la sala

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da pranzo con pavimento in parquet chevron, ricavato da rovere massiccio, che nel corso del tempo sviluppa una patina ricca e profonda, portando calore alla casa.


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In questa pagina, il bagno padronale e nella pagina di sinistra, la camera da letto è caratterizzata da morbidi abbinamenti tra bianchi, grigi e nero. Dietro la testata del letto, stoffa The Garrison Fabric disegnata da Marina Mill per la collezione The Chelsea Barracks.

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COVER STORY

Il centro benessere privato, completo di piscina, sauna, bagno turco e palestra, offre ai proprietari un’oasi di salute e benessere

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POLIFORM Sistema di divani Saint-Germain dalle forme sinuose che richiamano il design anni 70. La collezione, comprende diversi moduli con cui realizzare composizioni lineari, angolari o di varie forme. Dalla matericità haute couture dei tessuti bouclé all’eleganza contemporanea della pelle, il rivestimento valorizza i volumi.


Tendenze

DESIGN CON FORME MORBIDE E ORGANICHE A CURA DI FRANCA ROTTOLA


TENDENZE

1. MINOTTI

Divano Lido Cord outdoor disegnato da GamFratesi, dalle linee avvolgenti, ha una forma organica particolare ed è caratterizzato da una base in alluminio verniciato Bronzo con una finitura lucida anti-touch.

2. CALLIGARIS

Tavolino Atollo con struttura in tondino di metallo sottile, proposta in metallo nero opaco. Il piano è in ceramica-legno effetto marmo bianco. La base e il piano sono smmetrici e dalla forma rotonda.

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3. LIVING DIVANI

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Poltroncina Lemni di Marco Lavit. Seduta sospesa in cuoio, in equilibrio su una struttura metallica in tubolare d’acciaio verniciato nero, traccia un disegno nell’aria accogliendo il cuscino dello schienale.

4. COSENTINO

Tavolo da esterno O ideato in collaborazione con Mariana e Gustavo Martini, realizzato con la superficie ultracompatta Dekton® Nilium by Cosentino, elegante ed estremamente resistente e funzionale.

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5. ANTONIOLUPI

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Vasca Fida disegnata da Marco Di Paolo, è ispirata alla natura. Una scultura scavata da un monolite di Pietra di Vicenza Grigio Alpi Spazzolato. Gli spigoli sono smussati e le linee morbide.

6. FOSCARINI

Lampada da tavolo Gregg disegnata da Ludovica + Roberto Palomba, realizzata in vetro acidato soffiato a bocca e base in metallo, dalla forma organica, disponibile in più misure e funzioni.

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7. MATRIX INTERNATIONAL

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Poltrona Arabesk disegnata da Folke Jansson. Si sviluppa sinuosa su tre piedi per poi ricongiungersi in un avvolgente abbraccio. Il rivestimento in tessuto la rende una seduta comoda e accogliente.

8. SAGEVAN MARMI

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Collezione di vasi Marble Drops disegnata da Corinna Natalia Balloni e Carlo Alberto Gasparini, realizzata in marmo Statuario Venato, dalla forma sinuosa e fluente che ricorda una goccia d’acqua che cade.


TENDENZE

1. BUDRI

Tappeto Agata Carpet disegnato da Patricia Urquiola, ispirato alle agate, è realizzato a intarsio con marmi, onici e pietre semipreziose, come il Lapis Lazuli ha uno spessore di soli 1,2 cm. E’ realizzabile su misura.

2. LUCEPLAN

Chandelier Levante disegnato da Marco Spatti, una intersezione di tre grandi ventagli, realizzati in un materiale che ricorda la carta di riso e diffonde uniformemente la luce su tutta la superficie.

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3. KRISTALIA

Specchio da parete Takeoff, con un piccolo vassoio integrato, disegnato dallo studio berlinese Jüngerkühn, ispirato al finestrino di un aereo. Ha un profilo morbido e una base in Cristalplant dalla forma fluida e arrotondata.

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4. FRANCHI UMBERTO MARMI

Vasca Ovum dalla forma organica, disegnata da Archizero Michele Cazzani, Tony Matjias e Paolo Rivolta, realizzata in marmo Calacatta, un connubio di forma e materia armonico.

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5. OFFICINA DELLA SCALA Vasi V40, disegnati dall’Architetto Franco Albini nel 1940, ricavati da un unico blocco di marmo, in cui la materia dialoga armoniosamente con il design rigoroso. Dsponibili in vari marmi e colori.

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6. BANG & OLUFSEN

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Speaker WIFI wireless Beoplay A9 Nordic Ice Edition, con sistema Room Adaptation integrato è in grado di modulare i livelli del suono sulla base delle caratteristiche dell’ambiente circostante.

7. KREOO

Vasca free-standing Hug firmata da Matteo Nunziati. Un progetto arricchito dal rapporto di pieni e vuoti che ne definisce l’estetica e valorizzato dall’incontro del marmo, proposto in sette tipologie, con il legno di noce o eucalipto.

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8. DITRE ITALIA 8

Tavolo Bounty progettato da Archirivolto è realizzato con materiali nobili e ricchezza di dettagli. Disponibile in due diverse finiture, la struttura presenta proporzioni generose.

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TENDENZE

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4. HONESTA

1. CECCOTTI

2. RUBELLI CASA

3. FABBIAN

Lampada da tavolo Aérostat disegnata da Guillaume Delvigne, con diffusore in vetro soffiato bianco lucido e struttura metallica ottonata, declinata in diverse finiture colorate.

Coffee Table Tanghero della collezione Nepente di Matias Sagaria, con disegno pronunciato della base tonda, in legno di noce nazionale con piano in marmo satinato Calacatta oro, verde Guatemala, Marquiña.

5. ROCHE BOBOIS

6. VISIONNAIRE

7. CANTORI

8. BOTTEGA GHIANDA

Tavolino Fagiolo, disegnato da Roberto Lazzeroni, con struttura in legno di noce americano, piano superiore in vetro e piano inferiore in marmo. Possibilità di scelta per lato destro o sinistro. Poltrona Astrea disegnata da Sacha Lakic. Rotondità, curve e angoli addolciti, con rivestimento morbido in eco-pelliccia. Allo stesso tempo accogliente e confortevole, si adatta a tutti gli ambienti.

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Divano Velour, disegnato da Matteo Nunziati dalle forme generose e morbide. La scocca curva, che definisce lo schienale e i braccioli, è realizzata in legno curvato e può essere rivestita in cuoio o tessuto. Dubhe Orso chaise longue disegnata da Alessandro La Spada - Samuele Mazza, con base in compensato multistrati. Rivestimento in pelliccia ecologica elasticizzata e catena decorativa con placchetta.

Tavolini Ninfea disegnati da Maurizio Manzoni, con truttura in metallo e piani di diversi materiali: metallo, travertino, frassino nero, marmo, pietra. La forma del set dei tre tavolini sembra formare una ninfea.

Sgabello Arthur a tre gambe, in frassino, disponibile anche con dettaglio in metallo nelle finiture argento o rame. È un omaggio all’architetto Adolf Loos si rifà a epoche passate, proiettandole nel presente.


TENDENZE

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1. GALLOTTI&RADICE

2. MARNI

Vasi in vetro della collezione Glassware, nasce dall’intento di trasporre la natura, e le sue tonalità, nell’home design. Realizzati da artigiani colombiani, con mistura di riciclo di vetri in nuance mai uguali.

3. MISURAEMME

Seduta Archetto disegnata da Mauro Lipparini, l’eccellente lavorazione ebanistica, visibile negli incastri a sezione variabile, incontra le forme morbide e organiche della seduta, pronte ad accogliere il corpo.

4. B&B ITALIA

5. POLTRONA FRAU

6. HERMÈS

7. MORELATO

8. KAVE HOME

Divano modulare Audrey Motion disegnato da Massimo Castagna, con struttura in legno e imbottito a densità differenziate. Disponibile con rivestimento in tessuto o pelle in vari colori. Trolley su ruote Mi collection disegnato da Neri&Hu, ricoperto in Cuoio Saddle Extra con telaio che monta quattro ruote piroettanti realizzato in materiale plastico e acciaio di colore nero.

Cestino Chromatic in pelle Swift e midollino naturale intrecciato. Una creazione in cui materie e savoir-faire diversi dialogano tra loro per rivelare accostamenti inaspettati di colore.

Poltroncina Moby Dick disagnata da Libero Rutilo con particolare schienale, che ricorda la forma di una balena, in frassino. La seduta imbottita può essere rivestita in pelle o in tessuto,

Tavolo Allure O’ disegnato da Monica Armani, con base a tronco di piramide, piano quadrato e rettangolare con angoli smussati, in legno di rovere, verniciato satinato o lucido in numerosi colori. Poltrona Club dalla forma ergonomica con poggiatesta pieghevole, struttura interna in legno massello di pino certificato FSC™, imbottitura in schiuma e rivestimento in tessuto Varese senape.

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TENDENZE

1. EMU

Lampada grande ricaricabile Big Lamp disegnata da Chiaramonte/Marin. Struttura in acciaio verniciato con paralume in policarbonato, ricoperto da un tessuto per esterni stampato.

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2. MIDJ

Dormeuse della collezione Area disegnata dallo Studio Pastina, combina un’imbottitura soffice a un design essenziale. La forma dei cuscini si ripete nella costruzione della seduta, dello schienale e dei braccioli.

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3. SAMBONET

Centrotavola Miniatura che prende vita da una capsule collection dedicata al design di Gio Ponti, non solo elemento decorativo ma anche sorprendente monoporzione per frutta, potage, gelati e creme.

4. MYYOUR

Lampada Bonsai che rievoca il concetto dell’antica arte estetica della potatura e della cura delle piante. La struttura è realizzata in Poleasy®, polietilene brevettato dall’azienda, resistente e duraturo.

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5. CONNUBIA

Poltroncina Academy ideale per chi desidera comfort e stile in un’unica seduta. Realizzata in polipropilene riciclato in sette varianti di colori si combina alla struttura e alle 4 gambe sempre in tinta.

6. ADRENALINA

Divano Soft Machine disegnato da Giovanni Tommaso Garattoni, morbido e slanciato con un cuore d’acciaio, è rivestito in lana mohair bordeaux, un materiale caldo, che lo rende elegante e prezioso.

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7. PORRO

Poltroncina Romby di GamFratesi. La base a tronco di cono in legno massello di frassino, naturale o tinto nero si connette alla seduta girevole imbottita, soffice e compatta, rivestita in pelle e tessuto.

8. LELIÈVRE PARIS 7 8

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Tappeto Camélia in lana neozelandese, viscosa e cotone. La delicatezza delle variazioni cromatiche naturali del fiore è rappresentata da una gamma di sei tonalità di crema che passano dall’opaco al lucido.


TENDENZE

1. BACCARAT

Vaso New Antique disegnato da Marcel Wanders, in purissimo cristallo doublé rosso, soffiato e intagliato in profondità, su base in marmo: un trofeo di bellezza. E’ prodotto in edizione limitata.

2. SMANIA

Lampadario Jersey disegnato dal designer Alessandro la Spada, realizzato in acciaio lucido. Un motivo sinuoso scolpisce e decora la superficie. Un gioco di luci e ombre che riempie la stanza.

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3. PAOLA SORIO 1 3

Specchio Meduse, con struttura composta da nove elementi concentrici in legno lavorati con metallo liquido ottone e rame che si sovrappongono e si restringono, a partire dalla base dello specchio.

4. VERY WOOD

Poltroncina dining Gerla disegnata da Lucidipevere, in frassino tinto o laccato opaco. Schienale a nido d’ape composto da elementi in legno fissati alla seduta imbottita e rivestita in tessuto o pelle.

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5. BONALDO

Pouf dalle linee curve Belt disegnato da Alain Gilles, con seduta imbottita e rivestito in due differenti materiali: tessuto e pelle. Base rotonda in metallo disponibile in nove finiture differenti.

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6. MARTINELLI LUCE

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Lampada Cobra, disegnata da Elio Martinelli, è racchiusa in una sfera, due piani orizzontali dividono il riflettore dalla base, realizzata in resina termoindurente, brillante nel colore bianco, nero o rosso.

7. RENAISSANCE REHAB

Poltroncina della collezione Sedute Esaurite di Nicoletta Gatti. Un progetto che sostiene la lunga vita degli oggetti e tessuti. In jacquard effetto riga maculata verde salvia e in cotone mano pesca arancio.

8. DOM EDIZIONI

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Divano Belmont disegnato da Domenico Mula, con base in rovere e seduta rivestita in tessuto. Caratterizzato da linee curve e consistenza morbida della seduta che si congiungono al grande basamento.

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ARTE a cura di Sabino Maria Frassà

Burri, tra dramma e composizone

L’

arte di Burri nella sua drammatica essenzialità è catarsi del male di vivere. Tale aspetto affascinò moltissimo anche Giuseppe Ungaretti che arrivò persino ad affermare che amava Burri “perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta”. Questo rapporto poesia - arte è il cuore dell’ampia retrospettiva con cui Alba rende omaggio al Maestro di Città di Castello. La mostra “Burri. La Poesia della Materia”, visitabile gratuitamente fino al 30 gennaio 2022, risulta essere ampia, innovativa e ben articolata tra la Fondazione Ferrero e la Banca d’Alba, in cui si trova una sezione dedicata all’affascinante storia del Grande Cretto di Gibellina. Comune denominatore di tutto il percorso espositivo è una interpretazione dell’arte di Burri intesa come forma di poesia contemporanea. Le cinquanta opere selezionate dal curatore Bruno Corà ripercorrono tutta la carriera di Burri dalle prime rare opere 42

Alberto Burri Rosso Plastica, 1962 81,5 x 100 cm

Il quadro fa parte della serie delle Combustioni. La tecnica di realizzazione prevede fogli di plastica su una tela dove l’artista interviene modificandoli con il fuoco per creare pieghe, lacerazioni e grinze. Foto © Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021


“Burri ha dato musicalità all’arte cercando di ricucire i drammi del nostro tempo, mai nascondendoli, ma dandogli nuova forma ed equilibrio” (Giuseppe Ungaretti)

Alberto Burri

Alberto Burri

Sacco, 1954

Catrame, 1949 57,5 x 64,5 cm

Combustione C7, 1959 72,3 x 102 cm

Per la realizzazione di questo quadro sono stati usati catrame, pomice e olio su tela.

Foto © Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021

Foto © Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021

100 x 88 cm

figurative realizzate durante la detenzione nel campo di prigionia americano di Hereford (Texas) ai primi “Catrami” del 1948, fino alle ultime opere “Oro e Nero” precedenti di poco alla sua scomparsa avvenuta nel 1995 a Nizza. In tutte le opere in mostra appare chiara la costante tensione all’equilibrio compositivo: cambiano i materiali, ma non il modus operandi che accompagna Burri per tutta la sua esistenza: distruggere per ricostruire attraverso il gesto artistico. In questo modo si susseguono opere in cui la materia - pittorica, plastica, legno e catrame - è reinterpretata, anche violentemente, al fine di ritrovare una nuova quiete, un equilibrio che potremmo definire “aureo” come la forma con cui il Maestro sembra aver costruito alcune sue opere. È del resto innegabile che l’elemento performativo e violento sia alla base della ricerca artistica di Burri, ma questa sottile e acuta capacità compositiva fa sì che nulla alla fine stoni o sia eccessivo. Dopo la visita delle otto sale che compongono la mostra centrale si comprendono così meglio le parole di Ungaretti: “Burri ha dato musicalità all’arte cercando di ricucire i drammi del nostro tempo, mai nascondendoli, ma dandogli nuova forma ed equilibrio”. ● 43


ARTE Alberto Biasi

Alberto Biasi. È tutto un’illusione

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ino al 20 febbraio l’Ara Pacis di Roma dedica un’ampia mostra antologica ad Alberto Biasi, tra i più importanti artisti ottico-cinetici europei. Grazie alla collaborazione con Euromobil il percorso espositivo include oltre 60 opere, che vanno dal 1959 – quando da giovane Biasi forma il Gruppo N a Padova – fino al 2014. La mostra fa emergere chiaramente la figura di Biasi quale “disegnatore sperimentale” della realtà al di là della percezione. Dietro alle opere luccicanti e coinvolgenti, c’è molto di più. Si nasconde una forte posizione ideologica per cui l’artista diventa regista e strumento della liberazione dell’immaginazione del pubblico, piuttosto che il suo demiurgo. Alberto Biasi non illumina il futuro, lo scompone attraverso la luce. Il risultato è un’opera d’arte, che mette sempre in evidenza, seppur in modo ludico e quasi giocoso, le contraddizioni e le effimere certezze del mondo in cui viviamo. Il 44

Alberto Biasi Il quadro ruota 2000-2008 Politipo, 1969 Geometria azzurra si muove nel blu, 2005 130 x 90 cm © Alberto Biasi

Dinamica visiva, 1961 70 x 70 x 10 © Alberto Biasi


Alberto Biasi ARTE

Alberto Biasi non illumina il futuro, lo scompone attraverso la luce, evidenziando le contraddizioni e le effimere certezze del mondo in cui viviamo

titolo della mostra “Tuffo nell’arcobaleno” è il nome di un’opera fondamentale del 1969 che possiamo considerare sintesi stessa di tutta la ricerca artistica di Biasi: da un lato l’artista cerca di far coesistere armonicamente elementi a prima vista “contraddittori”, dall’altro cerca di coinvolgere lo spettatore in un’esperienza non solo visiva. Al riguardo meritano grande attenzione i sei “ambienti” in mostra: si tratta di storiche installazioni attraverso le quali l’artista riesce a trasformare lo spettatore in protagonista dell’opera d’arte. Nella celebre “Proiezione di luce e ombra n.1” del 1961 siamo così tutti risucchiati in un movimento perpetuo ed evanescente di luminosi fasci puntiformi. Difficile quindi distinguere tra quadri e scultura: Biasi da sempre ci racconta la realtà creando con alluminio, acciaio corten e metacrilato illusioni tridimensionali da vedere, toccare e ... sperimentare. Alberto Biasi è nato a Padova nel 1937 ed è tra gli indiscussi protagonisti della Storia dell’Arte del Secondo Dopoguerra in Italia. Nel 1959 è tra i fondatori del Gruppo N a Padova. Le sue opere si trovano al MOMA di New York, all’Hermitage di San Pietroburgo, al Centre Pompidou di Parigi, e in moltri altri musei nel mondo. ● 45


ARTE Fulvio Morella

Fulvio Morella. Blind Wood

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u cosa ci vedi? Quante volte ci siamo posti questa domanda di fronte a un’opera astratta? E se la risposta andasse ricercata nel tatto? È il caso dell’inedito progetto artistico Blind Wood concepito dall’artista Fulvio Morella e in mostra fino al 25 febbraio al Gaggeau DesignElementi Hub di Milano all’interno della mostra Pars construens. A prima vista molti spettatori crederanno che le opere siano astratte. In effetti ci si trova di fronte a raffinati quadri-scultura in legno tornito, metallo (acciaio, alluminio, rame) e scritte in braille. L’artista combina cerchi, quadrati, ovali, punti, riflessi e colori a creare armonie che non ci sembra di comprendere, ma che in realtà ripropongono per lo più monumenti famosissimi visti dall’alto: dal tempio di Delfi, all’Arena di Verona, passando per il Parlascio di Lucca, al Pantheon di Roma e alle rosse cupole di Palermo. In braille suggestioni dell’artista guidano lo spettatore alla scoperta del vero

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Fulvio Morella

Mausoleo di Augusto, 2021 Blind Wood, Legno, acciaio, braille Pantheon, 2021 Blind Wood, Legno, acciaio, braille Foto © Francesca Piovesan


Fulvio Morella ARTE

significato delle opere. Un rebus? Un gioco curioso? Non solamente. Si tratta di opere concettuali nate per far riflettere sul senso di limite e di progresso, mostrandoci quanto la percezione di ognuno di noi sia parziale e limitata. La soluzione è il “vivere” questi quadri insieme, aiutandosi gli uni con gli altri, ciascuno con i propri limiti, che forse limiti non sono. Una menzione particolare all’ultima opera di Morella in mostra FIAT LUX (che sia fatta Luce), che al tatto aggiunge il gusto. Si tratta di un multiplo d’artista realizzato in 50 pezzi in cioccolato e braille, realizzato in collaborazione del maître chocolatier Guido Castagna (qui a sinistra). Il ricavato andrà in beneficienza. ●

Fulvio Morella

San Giovanni degli Eremiti, 2021 Blind Wood, Legno, acciaio, braille Batea, 2021 Blind Wood, Legno, acciaio, braille Lucca, 2021 Blind Wood, Legno, acciaio, braille cioccolato “FIAT LUX”, 2021 cioccolato, braille Foto © Francesca Piovesan e © Marco Rosa Marin

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CASE IN DI CHARME MONTAGNA

FIRENZE CONTEMPORANEA

TESTO DI TOMMASO SANTI FOTO DI PIETRO SAVORELLI

In un palazzo Liberty nel pieno centro di Firenze, lo studio di architettura AMDB ha firmato il progetto di una residenza contemporanea, ricca di citazioni storiche dell’edificio 48



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CASE DI CHARME

estò molto scalpore, nei primissimi anni del 900, la costruzione di Palazzo Todescan a Firenze. Si trattava infatti della prima architettura in stile Liberty, nel pieno centro cittadino, a pochi passi da Palazzo Strozzi, la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero e il Campanile di Giotto. Un edificio che oggi colpisce per l’equilibrio tra l’imponenza dei volumi a maglia e la raffinatezza dell’apparato decorativo con sculture, fregi di ceramica colorata della manifattura fiorentina Cantagalli e opere in ferro battuto realizzato dalle Officine Michelucci di Pistoia. In questo contesto di grande fascino e interesse storico-artistico, gli architetti Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj dello studio AMDB hanno firmato il progetto di interior design per una Signature Suite di 250 metri quadrati destinati a un innovativo concept di ospitalità contraddistinto da un design contemporaneo. Questo grazie a una committenza innovativa, quella di ETRA, brand che con queste suite ha voluto rispondere alle esigenze di una clientela d’elite, che desidera vivere un’esperienza di viaggio autentica, personalizzata, nel massimo della privacy, della raffinatezza e di un lusso senza ostentazione, ma pieno di sorprese ed emozioni. Un progetto che presto si svilupperà nei centri storici e località di charme in Toscana e altre prestigiose destinazioni. “Questo intervento, studiato per rispondere alle esigenze di Etra è stato molto stimolante per diversi motivi” spiega l’architetto Daniela Bianchi. “Innanzitutto abbiamo avuto la possibilità di lavorare su una pianta parzialmente libera, che ci ha consentito di offrire la nostra personale interpretazione dello spazio”. È nata così una prestigiosa residenza di dimensioni flessibili, adattabile attraverso pannellature scorrevoli in due distinte suite con accessi separati. L’idea progettuale sviluppata dagli architetti è stata quella di dedicarsi a una reinterpretazione della storia dell’architettura originale con un linguaggio contemporaneo, piuttosto che limitarsi a una semplice opera di imitazione del passato. Tutto questo, lasciando comunque spazio anche a riletture del gusto per la decorazione del Liberty che costituiscono un richiamo alla storia del palazzo. In tutti gli ambienti, ampi, luminosi e arredati con pezzi dal design essenziale, sono infatti presenti dei grandi pannelli realizzati su misura che reinterpretano i coloratissmi quadri di Alfons Mucha attraverso la palette cromatica degli interni. Ed è proprio il colore, messo in dialogo con materiali opachi e tagli di luce, che contribuisce a rendere particolarmente ricercata e sofisticata l’atmosfera di questi spazi. “Lo studio predilige l’utilizzo di materiali naturali e la palette di colori selezionati per questo intervento è propria del nostro linguaggio architettonico. Data la luminosità dell’ambiente, insolita per il centro storico, abbiamo optato per un legno dai toni scuri che Nelle pagine precedenti, la zona living con divano Landscape e Pouf Capitonné di De Padova, lampada IC per Flos. Il tavolino in metallo brunito è realizzato su disegno dello studio AMDB. Il quadro sullo sfondo è un omaggio ad Alfons Mucha. In queste pagine, ancora il living.

Sullo sfondo si può apprezzare il tema distintivo del progetto, dove l’elemento orizzontale a soffitto si trasforma in una quinta scenografica. Al suo interno un pannello in ottone brunito nel quale è alloggiato il camino a vapore e lo schermo tv motorizzato con gestione remota.

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CASE DI CHARME

Qui sotto, l’ingresso: le porte sono in rovere termotrattato con effetto cannetté su disegno dello studio AMDB. Anche la consolle e i pouf sono su disegno degli architetti. Nella foto di destra la cucina a isola Boffi K6 di Norbert

Wangen con alle spalle un mobile divisorio in ottone brunito inserito in una parete di vetro bronzo con rete all’interno, tutto su disegno dello studio AMDB. La lampada a sospensione u brass in ottone brunito è realizzata da Vesoi.

contribuisce a conferire un’atmosfera calda e avvolgente. In abbinamento ci sono sono nuance cromatiche che vanno dal panna al tortora, grigi, che restituiscono un effetto complessivo morbido ed equilibrato. Il nostro intervento progettuale, oltre al concept e al taglio architettonico, ha coinvolto lo studio di ogni singolo complemento di arredo. Quasi tutti i mobili sono stati realizzati su disegno, tranne quelli selezionati dalle collezioni di importanti brand nel mondo del design italiano. Per l’illuminazione Flos e Foscarini, “mentre per la cucina abbiamo scelto un modello di Boffi che dopo l’utilizzo può essere chiuso, trasformandosi in un volume pulito perfettamente integrato nel soggiorno”. Oltre agli aspetti più puramente estetici, anche per quanto riguarda la funzionalità le suite presentano delle soluzioni all’avanguardia. “Abbiamo studiato una domotica in grado di offrire soluzioni di comfort in grado di accompagnare gli ospiti in ogni momento della giornata: dall’automatizzazione delle luci e del sottofondo sonoro a quello del camino ad acqua, che si accende non appena si entra nella casa”. ● 52


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CASE DI CHARME

La cucina a isola Boffi K6 di Norbert Wangen una volta chiusa dopo l’utilizzo diventa un rigoroso monolite perfettamente integrato, per forma e colore, nell’ampio open space adibito a zona giorno

Qui sopra, il bancone isola modello K6 di Boffi integrato nell’open space. L’utilizzo dei materiali pregiati quali l’ottone brunito, legni scuri e vetri bronzati, sottolinea la raffinatezza compositiva interpretando un nuovo concetto di lusso che rinuncia all’opulenza anche attraverso l’utilizzo di un linguaggio fatto

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solo di segni significativi. Nella pagina di destra, il top dell’isola K6 di Boffi con funzione bancone sulla quale è appoggiata una casseruola in acciaio di knIndustrie Stone work disegnata da Rodolfo Dordoni. Il piano cottura a induzione con cappa integrata è di Bora, mentre i vasi sono prodotti da Guaxs.


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CASE DI CHARME

Qui sotto, un ulteriore living della dimora, con finestra che inquadra la cupola del Brunelleschi. La credenza in legno rivestita in stoffa e il tavolino in vetro bronzo sono entrambi du disegno dello studio AMDB. Il divano in pelle Square 16 e la poltroncina in velluto Blendy sono di di De Padova, mentre il tappeto è di La Datina. Nella foto in basso a sinistra gli architetti Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj dello studio AMDB, autori del progetto

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di interior design. Qui a destra, schermo tv gestito in domotica dietro una quinta in specchio brunito su disegno dello studio AMDB, camino a vapore di GlammFire. Il tavolo ‘95 disegnato da Achille Castiglioni, la poltroncina Donzella e Chesto Lounge sono di De Padova. Si può inoltre apprezzare la reinterpretazione in chiave contemporanea degli storici ‘sgusci’ a soffitto, funzionali all’alloggiamento di tendaggi in velluto.


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CASE DI CHARME

Anche nella zona notte si respira un’atmosfera di misurata eleganza, con nuance sui toni caldi delle terre e texture materiche di pregio

Nella pagina di sinistra, la camera da letto principale inserita nell’open space. Il contenitore che divide dalla zona giorno si trasforma in una quinta rivestita in stoffa, contenuta dalla parete in vetro bronzato. In alto, il letto a baldacchino disegnato dallo studio AMDB, lampada da terra di Gio Ponti prodotta da FontanaArte, tavolino Saarineen per Knoll con lampada Bonjour di Flos, coperta in cashmere Il Borgo. In basso a sinistra, uno scorcio del soggiorno visibile dalla zona notte attraverso le vetrate. In questa pagina in alto, le camere da letto inserite nel contesto più storicizzato dell’edificio. La testata è inserita in una nicchia rivestita con carta da parati Vanity di Inkiostro Bianco, lampada da tavolo Pin di Vibia. Nella foto di destra poltroncina Donzella per De Padova e mobile contenitore in legno e vetro con lampada da tavolo Gem di Foscarini e profumatore ambiente Dr. Vranjes. Qui a destra, il bagno principale con pareti trattate con finitura in microcemento di ZR parzialmente rivestite in carta di produzione London Art. La rubinetteria è Fantini AF21e il pavimento è in rovere spazzolato bruciato.

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CASE DI CHARME

Qui sopra il balcone dell’appartamento, in stile Liberty. I fregi sul capitello raffigurano, in stile viennese, il volto di un uomo e di una donna. Le decorazioni in ferro battuto tipiche dell’epoca, sono state realizzate dalle Officine Michelucci. Qui a sinistra, il meraviglioso panorama che è possibile godere affacciandosi dal balcone, con vista sulla cattedrale di Santa Maria del Fiore, Duomo di Firenze, il Battistero e il campanile di Giotto.

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INTERIORS

PASSIONE SCANDINAVA

DI TOMMASO SANTI FOTO DI LINEA THIT KLEIN STYLING DI MILLE COLLIN FLAHERTY

In Danimarca, grandi classici del design scandinavo e raffinati abbinamenti cromatici di tinte pastello con le essenze naturali del legno caratterizzano l’ampio e luminoso appartamento di una coppia cosmopolita di successo



G INTERIORS

randi classici del design scandinavo e raffinati abbinamenti cromatici tra tinte pastello e le essenze naturali del legno conferiscono una spiccata identità all’ampio e luminoso appartamento di Rune Glifberg, skater professionista dal 1992 e della sua compagna Hanni Gohr, modella, entrambi grandi appassionati di design. La casa, che risale al 1867, si trova in una delle strade più pittoresche di Frederiksberg, una caratteristica cittadina danese poco distante da Copenaghen. La casa è stata completamente ristrutturata e arredata per esprimere con precisione il gusto e la personalità di questa coppia, moderna e cosmopolita. “Abbiamo rilevato l’appartamento nel 2016, e poi abbiamo impiegato sei mesi per ristrutturarlo”, spiegano Hanni e Rune. “I pavimenti, il cablaggio, i tubi, le pareti, le scale, la cucina e il bagno sono stati sostituiti, rinnovati o spostati, ed è stato importante per noi poter decidere esattamente come doveva essere la nostra nuova casa. Siamo stati noi stessi responsabili di tutti gli interni, della scelta dei materiali, della disposizione dei mobili. Abbiamo spostato o eliminato un paio di pareti, modificato le scale e rifatto i pavimenti. E, oggi, abbiamo esattamente l’appartamento dei nostri sogni”. Il progetto è un interessante mix tra lo stile parigino e quello dei classici appartamenti di Copenaghen. “Entrambi amiamo i colori, l’arte e le piante, e abbiamo una bella collezione di ninnoli colorati, comprati durante i nostri viaggi e nei mercatini delle pulci. Era, quindi, importante mantenere tutto il mood dell’appartamento semplice e dai toni pacati”. Per quanto riguarda gli elementi d’arredo, è evidente la preferenza

Il progetto di ristrutturazione e interior design, curato in prima persona dai proprietari, è un originale mix tra lo spirito parigino e quello dei tradizionali appartamenti di Copenaghen

Nelle due pagine precedenti, la sala da pranzo con le sedie PK1,CH111 e CH24 Wishbone di Carl Hansen & Søn, credenza di Skovby Møbelfabrik, tavolo Plank table GM 3200 di Naver con sopra una brocca di Hay. Le lampade sono di Louis Poulsen. Nella foto qui sopra Rune Glifberg e Hanni Gohr, i proprietari dell’appartamento. Qui a fianco, un dettaglio del salotto con tavolino di Severin Hansen, lampada vintage di Søholm e vaso di

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Rabens Saloner. Le ceramiche sono vintage e realizzate a mano. La lampada a forma di fenicottero è del periodo in cui Hanni viveva a New York. Nella pagina di destra, una veduta del salotto con travi a vista e finestre originali. Gli elementi di arredo, prodotti da Carl Hansen & Søn rientrano tra i classici del design danese: divano Addition disegnato da Kaare Klint, e la lounge chair CH25, con seduta in paper cord. Il tavolo con pianale in vetro è vintage di Bukowski.


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INTERIORS

La luce naturale, che si irradia nella casa grazie alle grandi finestre, viene diffusa e riverberata dalle pareti bianche, regalando una piacevole luminosità a tutta la casa, dall’alba fino al tramonto

della coppia per il design scandinavo. “Abbiamo selezionato i classici di alcuni tra i più grandi designer danesi, combinati con pezzi di alta manifattura di qualità. I nostri mobili preferiti sono, probabilmente, i divani Addition di Kaare Klint nel nostro salotto, che entrambi adoriamo. Il loro calore e la loro morbidezza forniscono un adeguato contrasto con gli altri mobili, più spigolosi e dal taglio più maschile”. Molto vissuta anche la cucina è caratterizzata da volumi essenziali con un piano di lavoro in acciaio e frontali in rovere fumé, mentre il grande bagno nei toni del bianco e del grigio presenta pavimenti in legno in un modello chevron in scala, “per un look classico alla francese, ma con un tocco moderno”. La luce ha svolto un ruolo chiave in questo progetto, orientando molte delle scelte per privilegiare l’afflusso e la diffusione della luce naturale. “Il soffitto alto del salotto, con le travi a vista, finestre originali e più in generale le nostre idee per la nuova configurazione erano guidate soprattutto dalla luce. Ora, abbiamo un appartamento dove le camere sono illuminate dall’alba al tramonto. Questa cosa per noi è una fonte quotidiana di gioia. La luce si riversa anche dal grande balcone appena installato, attraverso le grandi finestre che estendono visivamente la lunghezza della cucina. Avevamo in mente un ambiente californiano e volevamo porte che potessero essere aperte totalmente, per fondere senza soluzione di continuità gli spazi interni ed esterni. Il risultato è uno spazio outdoor che si integra naturalmente con la cucina”. Anche il colore è un elemento molto importante del progetto. “Abbiamo dipinto le scale dell’ultimo piano di colore rosa perché amo il rosa ovunque”, spiega Hanni. È un colore così caldo e gioioso. Le pareti intorno alle scale sono state dipinte di un rosa chiaro, diluito con molto bianco. Infatti, è una tonalità così sobria che la maggior parte delle persone pensa che il rosa si rifletta dalle scale, che sono di una tonalità molto intensa. Chissà, un giorno potremmo sorprendere tutti dipingendole con un colore completamente diverso!”, concludono. ●

Nella pagina a fianco e in questa pagina, in alto a sinistra, la cucina dal design minimalista di Københavns Møbelsnedkeri, con piano di lavoro in acciaio e frontali in rovere fumé, poggiapiedi CH53 di Carl Hansen & Søn, pavimento di OL Gulve, lampa-

de Intueri Light, tende Durup e vaso di Rabens Saloner. Qui sopra, uno scorcio del terrazzo con panca BM1871, tavolo BM3670, sedia pieghevole BM4570 della collezione outdoor disegnata da Børge Mogensen per Carl Hansen & Søn e tende di Durup.

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INTERIORS

Alcuni tocchi di colore regalano vivacità e un effetto sorpresa ad alcuni ambienti della casa, come il vano scala, dipinto con due diverse tonalità di rosa

Nella pagina di sinistra, uno scorcio del terrazzo con arredi outdoor di Carl Hansen & Søn disegnati da Børge Mogensen, cuscini Rabens Saloner e tende Durup. In questa pagina, in alto a sinistra, un dettaglio della scala con vaso Rabens Saloner.

In basso, il bagno con sgabello Egyptian di Carl Hansen & Søn e specchio ereditato da i nonni di Hanni. Qui sopra, la camera da letto arredata con tessili di Rabens Saloner, sgabello Propeller di Carl Hansen & Søn e pittura L’Authentique di Chalk Paint.

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IN MONTAGNA

LA FENICE DI CERVINIA

TESTO DI FRANCA ROTTOLA FOTO DI STOPDOWN.IT

Un affascinante e lussuoso chalet, incorniciato dalla vette montuose del Grandes Muraille, ricostruito nel rispetto dell’ambiente e della sua lunga storia 71


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IN MONTAGNA

È

una storia che risale agli anni 30 quella di Villa Bacchini, uno dei pochi chalet presenti in quegli anni nel meraviglioso comprensorio di Cervinia, distrutto nel 1980 in seguito alla caduta di una valanga, che ha coinvolto anche una parte della località sciistica valdostana. I proprietari di quel periodo, la famiglia Bacchini, hanno venduto quanto restava della struttura agli Harrison di Londra, che l’hanno acquistata e riportata all’antico splendore. Il progetto di ristrutturazione, durato due anni, è stato affidato allo studio dell’architetto Mariapia Bettiol di Aosta, in collaborazione con l’interior contractor valtellinese Concreta, che ha dovuto tener conto dei vincoli di interesse storico. I nuovi proprietari hanno chiesto di ricostruire la villa così com’era preservandone l’anima. Erano infatti rimasti affascinati dalle vecchie foto che la ritraevano, oltre che dai famosi giardini che la circondavano. È così che lo chalet è rinato, col nome “La Fenice del Monte Cervino”. “Quando il nuovo proprietario Harrison è arrivato da me in studio abbiamo pensato di riportare in auge la vecchia gloria dello chalet e ricostruire l’importanza che la villa aveva per il paese: si vede da Cervinia appena usciti dalla galleria guardando verso le montagne ed è l’unica casa visibile ai piedi del Cervino”, racconta l’Architetto Mariapia Bettiol. L’obbiettivo era quello di mantenere il classico chalet di montagna, utilizzando materiali di qualità, ma al contempo offrire una sensazione di confort ad alto livello in modo da inserirsi nel settore degli chalet di lusso dell’area alpina. La villa si estende su 1200 metri quadrati su sei livelli, compreso l’interrato dove sono posizionati i locali tecnici, ed è stata progettata per essere autosufficiente e utilizzata, oltre che come un luogo da abitare, anche come una location da affittare, con uno staff interno a disposizione dei clienti. All’interno della struttura, infatti, ci sono le classiche funzioni ‘residenziali’: sette camere da letto doppie, ognuna con un colore diverso giocato sulle tonalità della pelle e dei velluti, un soggiorno, una sala da pranzo e la cucina accanto alle attività più ‘alberghiere’ come la piscina interna, la palestra, la Spa, la sala cinema, la Ski Room, la Bike Room. Il mood del progetto viene evidenziato da un sapiente utilizzo della pietra, anche recuperata dalla muratura originaria, e del legno a vista, ma allo stesso tempo combinando il rustico con materiali ricchi e moderni come i velluti e i cristalli, completati da un tocco neoclassico, stile amato dai proprietari, e richiamati con decori e citazioni negli ambienti interni. Nell’atrio centrale, dove si apre la tromba dell’ascensore, è stato scelto un parapetto lavorato in metallo e ottone con motivi neoclassici, mentre nelle zone comuni le grandi cornici di legno che inquadrano le pareti sono combinate con gli stucchi e le decorazioni in gesso che richiamano il gusto e l’estetica della classicità. ● In questa pagina il salotto dotato di un cabinet bar realizzato con inserti in pelle di Razza. Tavolini di legno fossile, specchi in soffitto

che esprimono il gioco tra classicismo e modernismo che si rispecchia in tutta la struttura. Tessuti delle sedute in velluto ignifugo trattato.

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IN MONTAGNA

In questa pagina, la sala hobby che si trova al piano terra ed è confinante con la palestra da un lato e con la sala massaggi dall’altro. Il biliardo è caratterizzato da un mix di materiali moderni e classici come il legno e il plexiglass. Il pouf è realizzato in pelliccia eco, i tappeti sono realizzati su misura. Nel tetto è presente una tamponatura in legno e similpelle.

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IN MONTAGNA

Un equilibrato utilizzo della pietra e del legno a vista si unisce in modo sinergico a materiali ricchi e moderni, come velluti e cristalli, completati da un tocco neoclassico

In queste pagine il salotto e la sala da pranzo con tamponatura specchiata nel soffitto e al centro lampadari in cristallo. I tavolini sono realizzati da pezzi di tronchi scavati e coperti da una lastra di vetro. La cucina ha il piano in gres porcellanato.

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In questa pagina due camere master padronali al secondo piano con bagno open space e testate in velluto anticato. Entrambe le camere master hanno la vista sul Cervino. Le piastrelle del bagno sono di Florim. Nella pagina di destra, la camera con esposizione a Nord verso il Cervino, al terzo piano, tetto a vista che continua da questa camera e arriva alla camera padronale suite del piano superiore. La testata del letto è in velluto anticato liscio.

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IN MONTAGNA

In questa pagina la Spa con piscina, bagno turco e sauna, piastrelle Florim opache con grip al pavimento e piastrelle lucide alle pareti. L’esposizione a 270° con vista su Cervinia, Monte Cervino e piste da sci grazie alle ampie vetrate.

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Qui in alto l’entrata della villa dal garage dal piano interrato, con una vista immediata sulla piscina grazie all’utilizzo di un tetto trasparente. Nella foto qui a destra, la Ski Room con divano circolare al centro e le sedute sono dei troni che ricordano i troni dei cori delle chiese in legno, pareti in pietra locale. Nella pagina di destra, in alto, la cantina al piano interrato. In basso, la sala hobby.

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IN MONTAGNA

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IN MONTAGNA

Ai piedi del massiccio del Cervino, in uno dei comprensori sciistici più estesi dell’arco alpino, lo chalet si trova in una posizione strepitosa per vacanze tra lusso, relax e sport



CASE IN MONTAGNA

NELLA CASA DEGLI ORSI TESTO DI LUIGI DE CARI FOTO DI ROBERTO CACCURI

Un appartamento di montagna a Rollieres, nel comprensorio sciistico di Sestriere, circondato dalle vette alpine piemontesi, ospita molte memorie di famiglia e una originale collezione di orsi, molto amata dalla padrona di casa


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na bella baita Rollieres, nel comprensorio sciistico di Sestriere, a un’ora di macchina da Torino, dal 2007 è diventata il buen ritiro di Emanuela Mussa, imprenditrice, e della sua famiglia. Lo chalet, acquistato quando era ancora in costruzione, è stato progettato interamente dalla proprietaria con l’aiuto di un architetto e di un noto artigiano del legno locale, Davide Arlaud, che ha lavorato per le più belle case della zona. “Ci tengo molto a lasciare un’impronta nelle mie case” dice Emanuela “e amo identificarmi nel posto in cui vivo”. Ed effettivamente, gli ambienti di questa confortevole dimora tra le vette delle Alpi piemontesi, sono del tutto originali e testimoniano le passioni di Emanuela e della sua famiglia. “Siamo da sempre amanti della montagna e quando abbiamo visto questa baita in costruzione ce ne siamo innamorati e abbiamo deciso di acquistarla per le nostre vacanze”. Il desiderio dei proprietari era quello di avere una casa grande e confortevole dove trascorrere piacevoli momenti di relax in famiglia. Il progetto di interior design rispecchia questi desideri, ma anche la personalità della padrona di casa e della sua famiglia. Il legno e il ferro predominano in tutta la casa, i muri sono ancora in intonaco e ogni spazio è stato studiato per ospitare i loro ricordi più cari. Partendo dai molti di premi vinti dai figli, ormai adulti e entrambi insegnanti di sci, che si trovano disposti un po’ ovunque per la casa, e passando per la nutrita e amatissima collezione di orsi di mamma Emanuela. “Fin da piccola sono stata amante degli animali, l’orso era il mio gioco preferito e così negli anni l’amore per questo animale si è rafforzato al punto che ho cominciato ad accumularne di ogni sorta”. Dagli orsetti di peluche semplici a quelli Steiff, prestigiosi e da collezione, proseguendo con i rarissimi pezzi creati dalla scuola tedesca de “La foresta nera” risalenti alla fine dell’800; intagliati a mano come l’attaccapanni di mamma orsa e cucciolo, il porta ombrelli e altre statue che decorano vari angoli della baita. Ogni orso ha un nome di battesimo e alcuni di essi portano dei collari appartenuti ai cani di Emanuela e comprati in giro per il mondo. Tra i pezzi d’arredamento troviamo anche delle sedie in ferro, con le silhouette di un cane e un orso, del brand “Isi&Friends” di cui la padrona di casa è fondatrice. La baita di Sestriere è stata pensata anche per offrire spazia adeguati ai cani di famiglia. “Non potendo tenere un vero orso in casa ho optato per dei cani, che amo immensamente” scherza l’imprenditrice “così la mia casa è pensata anche per le loro esigenze. Il mio letto è molto alto perché amano dormirci sotto e in ogni stanza hanno una cuccia tutta per loro e delle coperte in pelo”. La casa degli orsi è diventata così un un contenitore di ricordi ben bilanciato, in opposizione alla casa in città che Emanuela Mussa ha voluto molto minimal, rigorosa e moderna per ricordarle quali sono i suoi impegni di madre e donna in carriera. ●

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CASE IN MONTAGNA

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In alto il luminoso open space con l’ampio camino il legno e pietra e la zona pranzo. Qui a sinistra un particolare del tavolo da pranzo realizzato in legno e le originali sedie in ferro con la siluette di un cane e un orso di Isi&Friends. Qui sopra un dettaglio della mise en place con piatti decorati con orsi. Nella pagina di destra

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la zona giorno e il terrazzo, utilizzato per pranzare o prendere il sole nelle giornate di bel tempo, visti dal soppalco. La luce che entra dalla grande finestra, scorre senza interruzioni tra il salotto, la zona pranzo e la cucina. Il legno e la pietra sono anche qui i materiali che, in varie nuance, donano agli ambiente una calda atmosfera.


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Il soppalco, ricavato dal sottotetto e situato sopra la zona giorno, con importanti travi a vista in legno e lucernari, è il luogo preferito dai padroni di casa per la lettura e per guardare la televisione in totale relax. Gli arredi hanno anche qui forti richiami al mondo della montagna e al tema dell’orso. Sulla destra poltrona vintage degli anni 50.

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In questa pagina la camera da letto matrimoniale con arredi in legno realizzati sapientemente da Davide Arlaud un noto artigiano locale. Sopra il letto, coperta e cuscini in ecopelliccia coordinati con il paralume della lampada, sul comodino, sorretto da due orsi intagliati nel legno. Nella pagina di sinistra, in alto un particolare del letto e, sotto un dettaglio dell’armadiatura posta nella parte più bassa del sottotetto.

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Il bellissimo terrazzo, da cui si gode una meravigliosa vista sulle montagne circostanti, e sul quale si affacciano le grandi vetrate del soggiorno, ha la stessa pavimentazione con doghe di legno della casa. Una soluzione che dona continuità tra gli spazi interni ed esterni. Il tavolo e le sedie sono realizzate in ferro e le fioriere sono antiche mangiatoie in legno recuperate da stalle della valle.

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IN MONTAGNA


GARDEN INSIDER a cura di Elisabetta Pozzetti

Una romantica ode alla natura

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a sostenibilità è diventata ormai una parola d’ordine in ogni ambito e anche le tendenze floreali stanno iniziando ad adeguarsi, adottando pratiche eco-consapevoli in ogni passaggio. La corrente di pensiero no floral foam ha eliminato la classica spugna da fioristi non biodegradabile, sostituendola con altri materiali o tecniche, al punto che le aziende stanno iniziando anche a produrre spugne più ecologiche. La filosofia slow flower ha portato alla nascita delle flower farm che hanno modificato il luogo e il modo in cui i fiori sono coltivati, promuovendo una filiera corta e un atteggiamento etico, e il tipo di piante usate nelle composizioni. Fiori e foglie che seguono il corso delle stagioni e che non si uniformano all’idea della perfezione raccontano una storia sul riavvicinamento alla natura e sono usati in composizioni che sembrano emergere dal passato, eteree, delicate, con palette di colori tenui, pastello, tonalità miele dorato e forme morbide e informali. È un design che si sta imponendo per la decorazione della casa e degli eventi, con particolari e sfumature differenti secondo inclinazioni e

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Nella foto di questa pagina una composizione invernale all’interno di un’urna bianca in ghisa. Rami secchi di acero giapponese e di eucalipto creano la struttura principale insieme alle capsule argentate di Lunaria annua, Macleaya microcarpa e Thalictrum. Il cuore fiorito sono romantiche rose bianche a fioritura tardiva, Chrysanthemum ‘Avignon Pink’ e un paio di Helichrysum bracteatum. The Flower Hunter by Lucy Hunter, Ryland Peters & Small. Fotografie di Lucy Hunter © Ryland Peters & Small


background dei singoli flower designer. Ognuno ha una storia da raccontare, come accade nel caso di Lucy Hunter, poliedrica paesaggista e flower designer britannica, le cui creazione sono un’ode alla natura, sospese nel tempo, e trasmettono messaggi di nuovi inizi. Il suo lavoro è pieno di romanticismo, quasi crepuscolare, e trae ispirazione dal paesaggio, “dalle aspre montagne selvagge che ho la fortuna di chiamare casa”, racconta Lucy, che vive in Galles, “dalla luce mutevole della costa e dalla bellezza indomita di un pezzo di giardino selvaggio che la natura ha bonificato”. La sua formazione le consente di conoscere le piante che utilizza quando compone “ho studiato e sono ossessionata dai fiori e dagli arbusti del giardino”, prosegue,“so come crescono, come interagiscono tra loro e quali fiori crescerebbero naturalmente insieme”. Anche se i suoi lavori sembrano uscire da un quadro fiammingo, non ha un periodo storico di riferimento, si ritiene frutto di un mix di influenze: il suo passato con una laurea in Belle Arti e certamente un’attrazione per il periodo ‘Bloombsury’ (connotato da un circolo letterario, artistico e scientifico, che vide nella scrittrice Virginia Woolf e nell’economista John Maynard Keynes i personaggi di spicco), quando “lo stile aveva un certo glamour e grazia, ma la semplicità era importante. Tutto poi si incontra con il mio amore per le urne antiche e un fascino, quasi un’ossessione, per la luce e per come essa cade su un oggetto”. Le sue creazioni iniziano spesso da un fiore del suo giardino o di una flower

Nelle foto di questa pagina, una composizione autunnale, con Rosa ‘Westerland’, R. ‘Champagne Moments’, R. ’Gentle Hermione’, Dahlia ‘Café au Lait’, rami e fiori secchi di Delphinium rosa, bacche e rametti di acero giapponese. Sul lato sinistro un ramo di Ostrya carpinifolia e sul destro uno di Cercis canadensis. Sul fondo della composizione fiori di Hydrangea macrophylla, H. paniculata e H. arborescens.

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Nelle foto di questa pagina, a sinistra una composizione di fine estate con Rosa ‘Gentle Hermione’, R. ‘Champagne Moments’, R. ‘Lark Ascending’, Dahlia ‘Cornel Brons’ e ‘Wine Eyed Jill’ , Calendula officinalis ‘Touch of Red Buff’, Lathyrus odoratus bianco, Limonium gmelinii, rami di Ostrya carpinifolia, Cercis Canadensis ‘Forest Pansy’, Salvia officinalis e Clematis vitalba. Nella foto di destra una composizione di fine estate con Rosa ‘Queen of Sweden’, R. ‘Champagne Moments’, R. ‘Honey Dijon’, Calendula officinalis ‘Touch of Red Buff’, Iris giallo pallido, ranuncoli rosa, Geum ‘Cosmopolitan’, Thalictrum, Digitalis purpurea ‘Alba’, elleboro sfiorito, Coriandrum sativum, foglie di Rosa glauca, Aquilegia e felce.

farm vicino a casa, da una fioritura che cattura il suo cuore oppure da un ramo che abbia qualità scultoree sorprendenti o una curva aggraziata, che poi darà la linea della composizione. Seppur non intenzionalmente, la sua formazione come pittrice influenza i principi compositivi. “Sono abituata a dividere le immagini in terzi e uso le linee per portare l’osservatore dentro un’immagine; verosimilmente lo stesso accade per le mie composizioni, che possono essere lette come un dipinto”, con più punti focali. Dalla progettazione del giardino, poi, ha mutuato la considerazione per la proporzione, la forma, la consistenza e il colore dei fiori e di tutti gli altri elementi naturali e li ha trasferiti in scala ridotta in ciò che crea. Si nota una preferenza per i colori neutri, palette di colori morbidi composti da sottili differenze tonali, legati alla bellezza delle cromie della terra e della natura, i rosa polverosi, gli ocra nelle varie sfumature fino a tinte più profonde e sofisticate come il prugna o l’arancio bruciato. Le rose sono spesso presenti, romantiche e profumate possono essere protagoniste o comprimarie di altri fiori di stagione: ellebori in inverno, tulipani, fritillarie e peonie in primavera, echinacee, zinnie e dalie in estate, crisantemi e bacche in autunno, che è la sua stagione preferita,“adoro la fine di settembre quando la luce si ammorbidisce e i giardini si rilassano, come se avessero allentato il primo bottone della camicia e fatto un profondo respiro, soddisfatto”. Quella di Lucy Hunter è un’estetica che racconta le sue emozioni, il suo profondo radicamento alla natura e ci ricorda siamo tutti esseri viventi interconnessi. Il libro di Lucy Hunter è da poco in libreria ma è già diventato un bestseller. The Flower Hunter, Seasonal flowers inspired by nature and gathered from the garden, di Lucy Hunter, Ryland Peters & Small. ●

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Il lavoro di Lucy Hunter è pieno di romanticismo, quasi crepuscolare, e trae ispirazione dal paesaggio

Nelle foto di questa pagina, a sinistra una composizione autunnale con Chrysantheum ‘Allouise Salmon’, Rosa ‘Desdemona’, R. ‘Honey Dijon’, Dahlia ‘Wine Eyed Jill’, Rudbeckia hirta, rami e fiori secchi di Delphinium rosa, Astilbe, Nassella tenuissima ‘Pony Tails’. Rami di Physocarpus opulifolius ‘Diabolo’, Cotinus coggygria ‘Royal Purple’, acero giapponese, peonia erbacea e un ramo con frutti di

Euonymus europaeus. in basso una composizione di fine estate, con Rosa ‘Gentle Hermione’, R. ‘Lark Ascending’, Rudbeckia hirta ‘Sahara’, Phlox drummondii, Lathyrus odoratus bianco, Dahlia ‘Café au Lait’, mirtilli e more. I rami sono di acero giapponese, Physocarpus opulifolius ‘Diabolo’, ciliegio, quercia e Rosa polyantha con cinorrodi. Sull’urna tralci di Humulus lupulus.

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Libri

GREEN TAPESTRY RIVISITED A GUIDE TO A SUSTAINABLY PLANTED GARDEN

Di Beth Chatto (con testo aggiuntivo di David Ward and Åsa Gregers-Warg) Berry & Co

Nella versione originale di Green Tapestry, uscita nel 1989, Beth Chatto ha raccontato come ha creato i suoi famosi giardini nell’Essex e il pensiero che l’ha guidata durante la loro creazione: una filosofia che può essere riassunta nell’etica della “pianta giusta al posto giusto”, alla base del giardinaggio sostenibile. Insieme alle selezione delle piante corrette per il luogo, la chiave

del successo dei giardini è stata anche la passione della Chatto per il gioco di forme, linee e texture, che il colore può o non può valorizzare. Considerato che “un giardino non è un quadro” ma è in continua evoluzione, l’edizione completamente rivista e aggiornata, oltre a far conoscere i giardini a un nuovo pubblico, è anche l’occasione per raccontare, con l’aggiunta di nuovi testi,

come essi si siano sviluppati, con l’aggiunta del Woodland Garden, la trasformazione del giardino d’ingresso nel famoso Gravel Garden, la creazione dello Scree Garden e del Reservoir Garden. La nuova edizione contempla anche i progetti di impianto per le aiuole campione nelle sette aree chiave dei giardini e un elenco aggiornato di riferimento pratico con le piante preferite di Beth.

GREAT DIXTER THEN & NOW di Fergus Garrett Pimpernel Press

Great Dixter è uno dei giardini simbolo del Regno Unito, famoso in tutto il mondo quanto il suo proprietario Christopher Lloyd, icona e iconoclasta del mondo del giardinaggio e uno dei giardinieri più influenti della fine del XX secolo. Si trova nell’East Sussex ed è una mecca per gli amanti del giardinaggio, un luogo ispiratore che esprime la magica bellezza delle piante.

Il libro è un excursus storico, attraverso immagini accuratamente scelte, di Great Dixter, dall’epoca in cui Daisy, la madre di Christopher, iniziò a disegnarlo dopo la prima guerra mondiale fino alle evoluzioni esuberanti del suo istrionico proprietario e, in seguito alla sua morte nel 2006, di Fergus Garrett, che affiancò Lloyd nella conduzione del giardino

dal 1992 e ne continua l’opera. Le fotografie documentano i progressi e i cambiamenti del giardino nel corso di quasi un secolo e attraverso i diversi stili e gusti di Daisy, Christopher e Fergus. Il testo guida il lettore attraverso le varie parti del giardino, aggiungendo dettagli storici per aiutare ad apprezzarne gli sviluppi, e completa ciò che le immagini documentano.

ATLANTE DI BOTANICA PROFUMATA di Jean-Claude Ellena L’Ippocampo

“Gli Dei creano gli odori, gli uomini fabbricano dei profumi. Deboli e nudi, riescono a sopravvivere solo per mezzo di macchinari (e macchinazioni). Il profumo è l’odore più l’uomo” queste righe scritte da Jean Giono sintetizzano la differenza tra odore, che è un termine neutro, e un profumo e definiscono che cosa sia il profumo e il ruolo che l’uomo svolge nella sua creazione. Jean-Claude Ellena,

famoso ‘naso’ francese, per anni creatore esclusivo per la Maison Hermès, in questo libro guida i lettori in viaggio per il mondo per conoscere alcuni degli ingredienti botanici utilizzati dai profumieri per creare le loro fragranze, descritte con precisione. Un viaggio anche tra storia, moda, costume e aneddoti sulla creazione di profumi, con descrizioni talvolta poetiche e

sognanti. Alcuni ingredienti dei profumi sono noti, altri meno, altri ancora una vera scoperta, come l’ambra, ad esempio, che è la felice combinazioni di una foglia e un elemento di sintesi, o il profumo di pepe, che spesso ha tra i suoi ingredienti foglie di violetta. E anche sulla violetta le scoperte non mancano. I ‘nasi’ sono degli illusionisti, creano una chimera unendo degli ingredienti.

EMILY DICKINSON E I SUOI GIARDINI LE PIANTE E I LUOGHI CHE HANNO ISPIRATO L’ICONICA POETESSA Di Marta McDowell L’Ippocampo

Quando si pensa a Emily Dickinson il pensiero corre subito alla sua poetica, non certo al giardinaggio. Eppure questa volitiva giovane donna dai capelli rossi che visse nella prima metà del 1800 era un’osservatrice appassionata del mondo naturale, un’avida giardiniera che coltivava un giardino, condivideva l’amore per le piante con la sua famiglia, raccoglieva fiori

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di campo e studiava botanica. Agli amici inviava mazzi di fiori, nelle lettere ai suoi numerosi corrispondenti (migliaia) sono stati trovati fiori pressati e poteva essere vista vagare per i sentieri dei boschi di Amherst in compagnia del suo cane. Sono aspetti meno noti della sua figura che vengono svelati nel libro curato da Marta McDowell, che esplora la profonda

passione della Dickinson per le piante e mostra come abbia ispirato la sua scrittura, offrendo una nuova e più incantevole prospettiva su una delle figure letterarie più celebri d’America, ingiustamente definita enigmatica. Seguendo lo scorrere di un anno nel giardino, il libro rivela particolari poco conosciuti della sua vita e ci aiuta a capire meglio la sua anima.


GARDEN INSIDER

GARDENS UNDER BIG SKIES REIMAGINING OUTDOOR SPACE, THE DUTCH WAY di Noel Kingsbury, Maayke de Ridder Filbert Press

I Paesi Bassi sono notoriamente piatti e per circa un terzo sono sotto il livello del mare. Questo significa che i loro cieli sono grandi. Ecco spiegato il titolo dell’ultimo libro di Noel Kingsbury, che esplora come la nuova generazione di designer olandesi che sta reinterpretando in modo rivoluzionario il giardino sia il prodotto di una paesaggio culturale unico.

I Paesi Bassi sono ricchi di storia dell’orticoltura e i loro giardini sono stati a lungo un luogo di innovazione e pensiero progressista, i loro creatori sono stati un esempio imprescindibile, a partire da Mien Ruys, una paesaggista che dalla prima metà del secolo scorso ha dominato il design olandese dei giardini e sperimentava l’uso delle perenni, rendendole disponibili a un

pubblico più vasto, o da Henk Gerritsen che studiava e cercava le piante spontanee. Insieme a Piet Oudolf, che non ha bisogno di presentazioni, si possono considerare i fondatori del New Perennial Movement. I nuovi designer hanno un’estetica pulita e sobria che contrasta con le piante rigogliose, una chiarezza di forma e il desiderio di abbracciare il contemporaneo.

ROYAL GARDENS OF THE WORLD 21 CELEBRATED GARDENS FROM THE ALHAMBRA TO HIGHGROVE AND BEYOND di Mark Lane Octopus Publishing Group

Per alcuni principi il giardino, le sue piante e le sue caratteristiche erano una passione totalizzante. I giardini reali sono il riflesso della personalità dell’individuo, al pari di altri giardini, e raccontano una storia ricca di aspirazioni, speranze e sogni, esperienze. Il libro di Mark Lane descrive 21 tra i più famosi giardini reali del mondo, quelli che ritiene abbia-

no svolto un ruolo importante nel design e nella storia dei giardini, molti dei quali Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Sono descritti i Kew Gardens a Londra, Herrenhausen a Hannover, la Reggia di Versailles, quella di Caserta e quella di Peterhof a San Pietroburgo, il complesso dell’Alhambra a Granada, il castello di Drottningholm in Svezia, il Taj Mahal ad Agra in

India, solo per citarne alcuni. Di ogni giardino, descritto minuziosamente, è raccontata la storia, l’evoluzione ed eventualmente il restauro, sono indicate le piante, con un focus su quelle chiave, viene spiegato il progetto ed è indicata la planimetria. Il libro è un viaggio dall’Europa alla Russia, all’India fino a Bali e al Giappone. I giardini sono tutti aperti al pubblico.

MODERN PLANT HUNTERS ADVENTURES IN PURSUIT OF EXTRAORDINARY PLANTS Di Dr Sandy Primrose Pimpernel Press

Quasi tutti i libri pubblicati sui cacciatori di piante e le loro scoperte si concentrano sulla cosiddetta “età dell’oro” che ebbe fine con la morte di Frank Kingdon Ward nel 1958. Negli ultimi ultimi 50 anni, tuttavia, ci sono state moltissime introduzioni di nuove specie e nuove spedizioni che hanno visto all’opera moderni cacciatori di piante come Mikinori Ogisu,

Dan Hinkley, Roy Lancaster, Ed de Vogel, Lin Yu-Lin, Michael Wickenden e Claire Scobie. Il libro racconta le loro avventure, come quella di John Wood in mezzo ai fuochi incrociati tra gruppi opposti nello Yemen, oppure di Michiel van Slageren, che in Libano fu coinvolto nella guerra tra Israele e Hezbollah e dovette essere evacuato su un convoglio di autobus. Per non

parlare dei pericoli rappresentati da serpenti, sanguisughe, dalla mosca dim-dam, come viene chiamata in Arunachal Pradesh, che può causare la cecità. Per la maggior parte dei moderni cacciatori la missione di fondo è la conservazione delle piante, la ricerca di piante medicinali, a cui si aggiunge quella di nuove specie di carattere ornamentale da coltivare nei giardini.

CI VUOLE UN FIORE RACCONTI E MERAVIGLIE DEL SILENZIOSO REGNO VERDE di Mariacristina Villani Codice Edizioni

Bellezza e seduzione sono le armi che la natura ha affidato al fiore perché la vita, delle piante e non solo, possa continuare nel tempo. Forme, colori, odori in una gamma e variabilità infinita, ineguagliabile da alcun organo vegetale, ed efficienza sono le strategie che il fiore adotta per attirare chi possa consentire la sua riproduzione e la conservazione della specie. La

fase critica di questo processo è l’impollinazione, perché una pianta non può muoversi, almeno non più di tanto, da dove è: serve un vettore che trasporti il polline, che deve arrivare al posto giusto nel momento giusto (salvo i casi di autoimpollinazione). E il fiore grazie a tutte le sue caratteristiche peculiari si è specializzato nel corso dei secoli per attirare

un vettore specifico, mettendo in atto una serie di tattiche raffinate. Segue poi la fase di maturazione del frutto e la necessità della dispersione del seme, una capsula di sopravvivenza. Mariacristina Villani in questo libro illustra in dettaglio tutte queste fasi e molto altro, in racconti divertenti e stuzzicanti che parlano di fiori, piante e uomini e dei legami tra loro.

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RACCONTI DEL GIARDINO di Pier Luigi Priola

Mahonia, sempreverdi e profumate

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raggo spunto da una Mahonia nervosa ancora impressa nella mia memoria per sferrare un ennesimo j’accuse verso l’abbandono di un’antica pratica: il garzonato, caduto ahimè in disuso quando sarebbe invece indispensabile per l’apprendimento di arti e mestieri di cui si deve trasmettere sapere ed esperienza de visu. La figura del ragazzo di bottega non è più contemplata e la formazione alla professione si limita a brevi periodi di tirocinio che a poco servono. La lettura di libri e manuali di giardinaggio è necessaria, ma da sola non sostituisce il lavorare fianco a fianco con un bravo e capace giardiniere. Io ebbi questa fortuna in giovane età e al tempo non ne attribuivo la giusta importanza, ignorando che ciò che apprendevo con occhi e mani era capitalizzare il mio futuro. Anzi, a volte mi interrogavo sul perché fosse necessario assecondare certe assurde pretese del mio maestro...come quando il buon Gorian mi spedì in Germania alla ricerca di un’infinità di piante tra cui quella Mahonia...ancora mi chiedo se fra me e lei fosse davvero lei quella più “nervosa”! Col passare del tempo capii l’importanza di scegliere non solo la varietà di pianta più appropriata, ma che anche il singolo esemplare andava soppesato a costo di sacrificare tempo ed energie. Non avrebbe dato lo stesso risultato qualsiasi altra Mahonia magari più facilmente reperibile, come poteva essere l’asiatica japonica o l’aquifolium, di origine nord americana. Il genere Mahonia, della famiglia delle Berberidaceae, comprende una sessantina di specie. Rusticissime e sempreverdi, trovano svariati inserimenti grazie anche alle altezze che vanno dai 30 cm ai 5 metri. È dunque utilizzata come

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In questa pagina, nella foto di sinistra dettaglio dell’infiorescenza di Mahonia aquifolium, nella foto di destra un grappolo di frutti in autunno con le foglie che iniziano a colorarsi. Nella pagina di destra: 1. Mahonia x media ‘Faith’ 2. Frutti di M. aquifolium 3.M. confusa 4. M. ‘Cabaret’ 5. Fioritura di M. aquifolium 6. Foglie di M. aquifolium ‘Atropurpurea’ Il genere Mahonia è stato riclassificato in Berberis (ndr)


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Vivai Torsanlorenozo

Vivai Torsanlorenozo

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pianta tappezzante la M. repens, come esemplare singolo la M. ’Charity’ o la M.’Buckland’ o come pianta da siepe (adatte a questo impiego sono la maggior parte delle Mahonia). Preferiscono posizioni semi ombreggiate dove il sole non le colpisca direttamente nelle ore più calde, in terreni di buon impasto, ricchi di sostanza organica e soprattutto ben drenati. I parassiti in genere non l’attaccano e le esigenze idriche e di potatura sono minime, nel caso si debba intervenire meglio agire dopo la fioritura così da stimolare la nuova vegetazione. I fiori compaiono in periodi diversi a seconda della specie. A marzo, M. aquifolium è una tra le prime piante a fiorire in giardino ricoprendosi di pannocchie giallo oro molto profumate in ottima compagnia del bellissimo fogliame marrone - brunato, poi seguiranno piccole bacche ovali viola - nere. Nella M. japonica la fioritura è un po’ più anticipata. Anche i vari fogliami sono degni di interesse: alcuni assomigliano molto all’agrifoglio con margini spinosi e ondulati, altri sono caratterizzati da eleganti colorazioni e altri ancora presentano sfumature che virano al blu (M. x wagneri ‘Pinnacle’). Non dimentico di citare una fra le più belle varietà dell’intero genere, la M. lomariifolia, anche questa asiatica che sboccia in pieno inverno in racemi dorati di ca. 20 cm. o ancora una delle mie preferite la M. eurybracteata ‘Sweet Winter’ (sin. M. confusa ‘Nari Hira’) già fiorita in novembre con fogliame lineare poco coriaceo e dal portamento morbido. In definitiva una tale ampia scelta con specie e varietà dalle spiccate differenti peculiarità ci suggerisce di inserire una Mahonia nella nostra prossima wish list giardiniera! ● 105



Grand Tour VILLE STORICHE E GRANDI GIARDINI ITALIANI A CURA DI ELISABETTA POZZETTI

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Una “piccola Versailles” TESTO DI MARCO MIGLIO - ELISABETTA POZZETTI FOTO DI DARIO FUSARO - COURTESY GRANDI GIARDINI ITALIANI

Alla scoperta di Villa Arconati - FAR, dimora di delizia alle porte di Milano che ha raggiunto il suo massimo splendore nel 700 e oggi ha recuperato il suo fascino

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plendido esempio di barocchetto lombardo settecentesco nel contesto della vasta area verde del Parco delle Groane, a Castellazzo di Bollate, Villa Arconati FAR è circondata da un parco di 12 ettari, che comprende giardini all’italiana e alla francese, con statue, giochi d’acqua, cascatelle e scenografie che ne fanno una piccola reggia. Per questo motivo, nelle guide settecentesche del Grand Tour, era definita la piccola Versailles milanese. Questa splendida dimora di delizia fu voluta da Galeazzo Arconati, nobile milanese e cugino del cardinale Federico Borromeo, che nel 1610 acquistò “il Castellazzo” da Pio di Savoia. Si trattava di una tenuta che all’epoca comprendeva la “casa nobile”, le corti rustiche e la cassina del torchio. Collezionista d’arte e dilettante d’architettura, Arconati apportò rilevanti modifiche alla struttura del palatium, migliorando gli aspetti formali ed eliminando quelli più rustici. L’intervento, iniziato a partire dal 1619 riguardò il portico e all’ampliamento dei piani nobili. La dimora venne arricchita con l’acquisto di sculture e marmi classici romani, tra i quali la statua colossale di Tiberio, risalente al primo secolo d.C. tradizionalmente interpretata come l’effige di Pompeo Magno sotto la quale venne assassinato Giulio Cesare e ancora oggi conservata nella Sala del Museo. Un viaggio a Roma, compiuto dall’Arconati nel 1621, ispirò il progetto dei giardini, disegnati seguendo gli esempi delle ville romane e fiorentine, che prevedevano un’ideale estensione dell’architettura nel verde, in stretta correlazione con il paesaggio. Vennero inoltre realizzati i teatri di verzura e i giochi d’acqua ispirati, questi ultimi, agli studi sull’idraulica di Leonardo da Vinci. Fontane e vasche d’acqua fanno da fondale prospettico agli spazi interni, dilatandone la magnificenza Nella foto di queste pagine una vista della facciata sud di Villa Arconati dall’intersezione dei viali che delimitano le aiuole del parterre. Si notano, sui due lati, i carpini in forma obbligata secondo un disegno a dischi sovrapposti sormontati da una

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sfera, che sono definiti ballerine, in virtù della loro collocazione davanti alla Sala da Ballo della villa. Gli alberi fioriti in primo piano sono ippocastani (Aesculus hippocastanum). Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani


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attraverso una calcolata sapienza scenografica. Nel parco, luogo di equilibrio tra armonia della natura e razionalità, si rinnovò il rapporto tra natura e cultura, tra spontaneo e artificiale. Nel corso del 700 gli Arconati realizzarono diversi ampliamenti del palazzo e interventi sul giardino, tra i quali la realizzazione di un parterre lungo un asse prospettico rivolto a sud, secondo i principi del giardino alla francese, allora di gran moda. Dal 1750, quando l’intervento architettonico sulla villa venne portato a compimento, Giuseppe Antonio Arconati si rivolse ai fratelli Galliari, scenografi del Teatro Alla Scala, incaricandoli di realizzare gli affreschi del salone da parata del Piano Nobile. Nel 1772 la proprietà passò ai Busca, che compirono importanti lavori, tra i quali la sistemazione della facciata con il portico e alcune decorazioni interne. Verso la metà del 900 la Villa giunse in eredità a donna Beatrice Crivelli alle cui cure si deve oggi la sua conservazione, fino a quando nel 1989, molti beni di pregio ancora custoditi al suo interno vennero venduti all’asta e successivamente Villa Arconati fu acquisita dalla Fondazione Augusto Rancilio, ente culturale senza fine di lucro che promuove progetti in ambito sociale e culturale. Acquisita la proprietà della villa, la fondazione si è impegnata in un accurato progetto di restauro grazie al quale la villa sta recuperando il suo fascino originale per aprirsi anche alla contemporaneità, con nuovi progetti e iniziative promosse grazie all’entusiasmo e alla passione per l’arte e la cultura di Cesare Rancilio, presidente delle Fondazione. “Noi non abbiamo voluto apportare modifiche, realizzare nuove strutture o modificare l’esistente: la villa è bellissima così e a noi preme prendercene cura per accompagnarla verso il futuro”, spiega Cesare Rancilio. Le tavole settecentesche di Marc’Antonio Dal Re, che nel 1743 ha immortalato i giardini all’epoca del loro massimo splendore, stanno guidando il progetto di recupero filologico, sia dell’architettura sia dello spettacolare parco, un esempio significativo, a livello europeo, di ars topiaria grazie a spalliere, pareti verdi, gallerie, teatri e labirinti. Per i loro valori plastici questi elementi sono da considerarsi come una vera e propria forma di architettura, la più consona alla natura artificiale del giardino, al punto da scambiarsi i ruoli con le opere scultoree e le architetture. Nel parco di Villa Arconati - FAR l’ars topiaria è da intendersi nella sua accezione più ampia: un patrimonio vegetale impiegato per comporre elementi ornamentali e architettonici e per scandire gli spazi. Non mancano anche esempi in una accezione più comune di elemento decorativo. Già in uso in epoca romana, ebbe maggiore sviluppo nei giardini rinascimentali e francesi in seguito alla pubblicazione dell’Hypnoerotomachia Poliphili (Combattimento amoroso, in sogno, di Polifilo, Venezia, 1499) in cui, tra l’altro, si descrivono i giardini dell’isola di Cythera, ricchi di alberelli potati nelle più svariate forme, diffuse attraverso le xilografie che accompagnavano il testo originale. A Versailles, sculture vegetali simili punteggiano ancora oggi il viale centrale che conduce al grande bacino di Apollo, a Villa Arconati - FAR i filari lungo l’asse prospettico del parterre sono topiati secondo una forma che sembra essere una evoluzione di quelle In queste pagine una vista della Limonaia e alle sue spalle, della Torre delle Acque che conteneva il meccanismi per il funzionamento dei giochi d’acqua del parco, realizzati sulla base del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, conservato a Villa Arconati fino al 1637,anno in cui Galeazzo Arconati lo donò alla Biblioteca

Ambrosiana.In primo piano la Fontana dei Delfini, posta al centro del Teatro Grande. Le pareti verdi topiate sono di Carpinus betulus e al loro interno si notano alberi esemplari di Quercus robur. Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani

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raffigurate nel romanzo appena citato. Tutte le architetture verdi sono realizzate con Carpinus betulus. Il suo fogliame densamente strutturato, inciso da nervature e finemente seghettato, di colore verde chiaro si scurisce in estate e si tinge di un bel giallo dorato in autunno per diventare marrone in inverno, cadendo solo in primavera quando le nuove foglie cominciano a spuntare. La sua corteccia grigia, che si svela solo in inverno, e i suoi germogli sono decisamente ornamentali. Queste caratteristiche e la ramificazione bassa e densa hanno reso, nel corso dei secoli, Carpinus betulus una delle specie preferite per l’ars topiaria, insieme a varie specie di Buxus e a Taxus baccata. Le architetture verdi sottolineano e definiscono gli assi prospettici che si dipartono dalle due facciate principali del palazzo e dalla Limonaia. Il primo, il più importante, da ovest verso est, inizia con il Viale dei Leoni, un lungo viale alberato con un doppio filare di carpini che è l’accesso principale alla proprietà, entra nel cortile nobile, attraversa 112

In queste pagine, nella foto in alto a sinistra, un dettaglio del parterre in cui si notano i carpini potati in forma obbligata. Nella foto in basso a sinistra uno della coppia di Draghi che sovrasta la Scalinata dei Draghi. In questa foto, il Teatro di Ercole. Il suo restauro ha evidenziato la presenza di giochi d’acqua, che verranno ripristinati. Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani


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In questa pagina, in primo piano la Fontana dei Tritoni e sullo sfondo la facciata est della villa. È il controcampo dell’asse prospettico ovest-est, racchiuso da alte pareti di carpino topiato. Nella pagina di destra, la Fontana del Delfino . Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani

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il porticato della villa e inquadra il Teatro di Diana, dea della caccia, dietro la Fontana dei Tritoni e i suoi giochi d’acqua. Il Teatro è circondato da boschetti di querce e ippocastani dove anticamente si esercitava l’ars venatoria, uno dei passatempo preferiti dai nobili dell’epoca. Lungo le intersezioni di questo asse si sviluppano ortogonalmente i giardini rinascimentali e due altri assi prospettici in direzione nord - sud. Sono il Berceau grande, in corso di ristrutturazione, che dalle tavole di Marc’Antonio Dal Re si evince fosse la più spettacolare carpinata del giardino, con alberi colonnari disposti simmetricamente sue due filari e un complicato gioco di intrecci delle loro chiome, e un lungo viale che dalla Limonaia con la Torre delle Acque, che conteneva il meccanismi per il funzionamento dei giochi d’acqua, corre fino al Teatro di Pompeo Magno, dove si trova una copia della statua

originale ora contenuta nella villa, dopo aver attraversato il Teatro Grande, interamente realizzato con pareti verdi di carpino. Un ulteriore asse prospettico in direzione nord - sud, invece, inizia dall’altra facciata principale della villa, attraversa il grande parterre appena restaurato e si conclude con un’esedra in carpino topiato che trattiene degli ippocastani (Aesculus hippocastanum), alberi dalla chioma compatta apprezzati per la bellezza dei vistosi grappoli di fiori. Il parterre è uno dei gioielli del parco; esteso su una superficie di circa due ettari e di chiara ispirazione francese, è uno dei pochi rimasti in Italia, ed è resistito alla moda del giardino inglese paesaggistico, più informale, che provocò radicali trasformazioni dei giardini nobiliari. Teorizzati da Olivier des Serres, nel suo Theatre d’Agriculture, i parterre sono aiuole simmetriche e dal medesimo peso ottico che al loro interno contengono dei disegni arabescati o dai tracciati circolari o curvilinei volti a evitare contrasti troppo definiti, e si relazionano con il palazzo. Secondo Jacques Boyceau de la Barauderie, che lavorò a Parigi ai giardini di Lussemburgo, dovevano essere visti dall’alto, senza che nessuno ostacolo potesse interromperne la vista, come avviene a Villa Arconati - FAR, in cui questo tratto di giardino può essere ammirato da una sala al di sopra del piano nobile chiamata, appunto, il Belvedere. Il recente restauro ha riportato all’antico splendore il parterre, incorniciato dal Teatro Grande, e tramite esso separato dal 115


In questa pagina, nella foto in alto, una vista della facciata sud dall’ interno dell’aiuola del parterre più vicina alla Galleria dei Carpini. Si notano i dettagli del disegno arabescato realizzato in ghiaia color ocra e delimitato da profili metallici. La

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ghiaia è del medesimo colore della facciata del palazzo. Nella foto in basso un carpino in forma obbligata (ballerina) e una scultura di Carlo Ramous. Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani

resto, e dalla Galleria dei Carpini. All’interno di due coppie di aiuole simmetriche rettangolari a tappeto erboso e intersecate da due viali ortogonali, insistono disegni che si rifanno a quelli descritti minuziosamente nelle tavole di Marc’Antonio Dal Re, reinterpretati in chiave moderna: sono realizzati con ghiaia color ocra, che richiama il colore della facciata, e delimitati da profili metallici. I lati lunghi delle aiuole sono punteggiati da carpini in forma obbligata secondo un disegno originale a dischi sovrapposti sormontati da una sfera, che romanticamente sono stati definiti ballerine, poiché si trovano davanti alla Sala da Sallo della Villa. Sempre in carpino è stato ripristinato l’antico labirinto settecentesco dal diametro di 36 metri e un’area di 1.100 metri quadrati, riproduzione fedele dell’originale. Tutti questi interventi, di indubbio valore culturale, hanno restituito alla Villa la sua identità originale di luogo d’incontro e di svago. Per questo la proprietà ha potuto iniziare a organizzare, nei suoi molti incantevoli scenari con sempre maggior frequenza eventi, rassegne e mostre. “Siamo consapevoli”, conclude Rancilio, “che un luogo speciale come Villa Arconati - FAR non appartiene solo a chi ne detiene la proprietà, ma anche alla collettività. Il nostro compito è quello di permettere agli ospiti di venire alla Villa e godere delle sue delizie: la sua architettura, il suo giardino, la sua arte”. Villa Arconati - FAR fa parte del network Grandi Giardini Italiani. (grandigiardini.it) ●


GRAND TOUR

In questa pagina, nella foto in alto una veduta aerea del parterre. Si notano i quattro filari dei carpini topiati, i disegni arabescati sulla base degli originali nelle tavole di Marc’Antonio Dal Re rivisitati in chiave moderna e l’esedra finale. Sulla destra la Galleria di Carpini. Sullo sfondo e a sinistra i boschetti di Diana. Dietro l’essedra si posssono notare gli alberi fioriti di Aesculus hippocastanum. Nella foto qui a fianco una veduta aerea dell’asse prospettico ovest est che culmina con il Teatro di Diana a sinistra, al centro il laghetto circolare, inserito nell’800 per allietare gli ospiti della Villa e a destra il labirinto restaurato fedelmente quanto a forma e collocazione, e riproposto con piante di carpino topiate. Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani

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In queste pagine, nella foto di sinistra l’asse prospettico principale che inquadra, sullo sfondo, il Teatro di Diana, dea della caccia. In primo piano la Fontana del Delfino. Nella foto in alto un dettaglio del Teatro di Diana, con al centro una statua della dea della caccia e ai lati due Ninfe. Nella foto in basso statua, in altro dettaglio del Teatro di Diana con un putto che abbraccia un draghetto da cui zampilla l’acqua. Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani

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In questa pagina una vista a volo d’uccello del Teatro di Diana e della Fontana dei Tritoni, racchiusi da pareti vegetali di carpino topiato. Ai lati del Teatro alberi di Quercus robur, parte dei boschetti di Diana. Foto di Dario Fusaro Archivio Grandi Giardini Italiani

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VILLA ARCONATI - FAR

Uno scrigno di cultura e bellezza

L’

immensa passione per l’arte e la cultura di Galeazzo Arconati e dei suoi successori hanno trasformato la Villa in un museo ricco di opere d’arte e testimonianze storiche di assoluto rilievo. Nonostante nel corso dei secoli alcune di queste abbiano abbandonato Castellazzo, molte sono ancora conservate nelle sale della dimora. Una storia decisamente affascinante, con episodi di grande rilivevo, come l’acquisto da parte del nobile milanese di 12 tavole del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, studiate per la realizzazione dei giochi d’acqua del giardino e conservata fino al 1637, anno della loro donazione alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. È invece ancora presente, nella gipsoteca del piano terra, la statua colossale dell’imperatore Tiberio, una scultura in marmo del primo secolo alta tre metri e acquistata a Roma (foto in questa pagina). Per oltre due secoli la scultura venne identificata con il Pompeo Magno sotto il quale venne assassinato Giulio Cesare. Nonostante la diversa attribuzione, l’opera riveste comunque un grande valore storico, risalendo all’inizio dell’epoca imperiale romana 122


GRAND TOUR

e per la grande pregevolezza della sua fattura, che coniuga una maestosa monumentalità con una composta armonia. Un’altra statua, una riproduzione del Gruppo del Laocoonte (qui a sinistra) in terracotta policroma, collocata sullo scalone d’onore ha un’interessante storia da raccontare. Opera di eccellente fattura e piuttosto rara per la sua tecnica di realizzazione, risale sicuramente al periodo precedente il ritrovamento del braccio originale dellla scultura da parte di Ludwig Pollack nel 1906 nella bottega di uno scalpellino romano. Le tracce di Leonardo a Villa Arconati - Far, non riguardano solamente il Codice Atlantico, ma anche le meravigliose scuderie (qui sopra), realizzate seguendo il modello della “scuderia ideale” di Leonardo, raffigurata sul foglio 39 del Manoscritto B, conservato all’Institut de France di Parigi. A testimonianza del gusto degli Arconati per la perfezione formale e artistica, l’acqua per abbeverare i cavalli sgorga da una statua che raffigura il dio Nettuno. Tutto leonardesco invece, l’ingegnoso sistema di caduta del fieno dall’alto mediante canali posizionati nel muro. Queste sono solo pochissime delle molte storie di arte e cultura che offre Villa Arconati-Far. Come scrive Sonia Corain, nel volume “Villa Arconati, i tesori del palazzo”, il sogno di Galeazzo Arconati di essere immortale attraverso l’arte e la cultura è stato portato avanti da tutti i successivi proprietari della Villa, che hanno continuato ad arricchirla nel corso dei secoli. Per questo, nulla di meglio di una visita saprà svelare la magia di questo luogo unico e prezioso, finalmente riportato ai suo antichi fasti dalla Fondazione Augusto Rancilio. Per informazioni: villaarconati-far.it ● Marco Miglio 123


VILLA ARCONATI - FAR

In questa pagina, altri tesori custoditi a Villa Arconati - FAR. In alto, la raffigurazione di Hypnos sulla volta dell’Alcova del piano nobile. Qui a sinistra, gli affreschi della Sala di Fetonte, realizzati dai fratelli Galliari, tra i più apprezzati scenografi di fine 700: la loro scenografia

de “L’Europa riconosciuta” di Antonio Salieri inaugurarono, nel 1778, il Teatro alla Scala . Qui sopra la copia ottocentesca in gesso del gisant di Gaston de Foix, all’interno del Camerino funebre ad esso dedicato, in cui erano conservati i frammenti ora al Castello Sforzesco di Milano.


Giardini d’autore GARDEN & LANDSCAPE DESIGN

A CURA DI ELISABETTA POZZETTI


GIARDINI D’AUTORE

Con vista sull’Atlantico FOTO DI ANTHONY CRISAFULLI

A Montauk, all’estremità di Long Island, LaGuardia Design Group, lavorando con l’ecologia unica del luogo, ha creato un giardino che si fonde con il paesaggio

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onosciuto dai newyorkesi come “The End”, Montauk è un borgo situato all’estremità dell’East End di Long Island ed è il punto più orientale dello stato di New York. Questo tratto sublime di costa, serena ma frastagliata, di fronte all’Oceano Atlantico sin da fine 800 affascina artisti, bohémien e membri del jet set in cerca di una fuga dalla città. Il paesaggio spettacolare, le spiagge di dune sabbiose e incontaminate, oltre alla presenza di riserve protette, la rendono un luogo esclusivo e anche completamente diverso dai vicini Hamptons, per lo stile di vita rilassato e in armonia con il luogo. Le architetture in stile Queen Anne e Tudor Revival dei primi anni hanno ceduto il posto alle nuove, meno ostentate nella forma, sempre in legno ma con tetti bassi e forme pulite. La ristrutturazione di una vecchia residenza in una moderna a opera di Robert Young Architecture, e necessari sbancamenti nella parte più alta del sito, sono stati l’occasione per affidare a LaGuardia Design Group l’incarico di ripensare e riprogettare un’area di circa 1 ettaro sulle scogliere di Montauk. La proprietà confina con le riserve circostanti, Montauk Hither Plains, originariamente progettate da Fredrick Law Olmsted (a cui si deve Central Park) e gode di una vista spettacolare a 360 gradi sull’oceano. Le condizioni atmosferiche che contemplano giornate di sole cocente, tempeste e venti che colpiscono la costa hanno guidato la disposizione delle nuove aree del giardino e la scelta della vegetazione, in buona parte autoctona e in grado di tollerare a salsedine, con soluzioni di grande effetto anche estetico. L’accesso alla proprietà dalla strada è stato protetto da occhi indiscreti

Nelle foto delle pagine precedenti e di quella a sinistra, viste della residenza di Montauk dall’accesso alla proprietà. La grande piscina è posta al centro del giardino, circondata da un decking in Ipè, attorno al quale si sviluppano bordure con Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’ e più specie di Carex mixate a Ilex verticillata, Myrica

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pensylvanica, Ilex glabra e Amelanchier arborea. Una Gleditsia triacanthos var. inermis con la sua chioma forgiata dal vento domina la scena davanti alla casa e sembra spuntare dalla passerella sdi destra, alzando il punto di osservazione. Le grandi vetrate della villa consentono di vedere l’oceano anche dalla piscina.



La proprietà gode di meravigliose viste sull’Oceano Atlantico, inquadrato da ogni angolo del giardino anche grazie alle grandi vetrate dell’abitazione tramite due costruzioni affiancate: il garage e la pool house. L’uso del medesimo materiale dell’abitazione, legno argentato e patinato dal tempo, e un verde pensile estensivo di graminacee native posizionato sul tetto del garage fanno sì che i volumi scompaiano visivamente dalla strada per fondersi armonicamente con il paesaggio. La via di accesso è ingentilita da una siepe sempreverde e profumata di Osmanthus heterophyllus mischiata a piante esistenti, quali meli e aceri, a cui sono stati aggiunti esemplari di Amelanchier arborea a ceppaia. Di grande valore ornamentale in ogni stagione per l’esuberante fioritura bianca seguita da frutti rosso violacei commestibili, le foglie che in autunno si infiammano di giallo, arancio e rosso e la corteccia liscia e grigia con un caratteristico disegno mimetico, gli Amelanchier sono il filo conduttore del giardino. Sono piantati per essere punti focali, incorniciare le viste e guidare l’occhio attraverso gli spazi fino alla vista dell’oceano. Alcuni sono grandi arbusti trapiantati da un campo adiacente, già forgiati del vento e di grande impatto scenografico.

Nella foto di questa pagina, l’accesso alla residenza incorniciato dai rami spogli di Amelanchier arborea. In primo piano un’aiuola con Ilex glabra che nasconde la piscina alla vista di chi entra. Nella foto a

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destra una vista della terrazza solarium sopraelevata rispetto al piano della piscina e del giardino. Nessun ostacolo si frappone tra la terrazza e il panorama e da qui si può godere la vista del tramonto.


GIARDINI D’AUTORE

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GIARDINI D’AUTORE

Gli Amelanchier arborea a ceppaia, esemplari di grande impatto scenografico, sono il filo conduttore di tutto il giardino

Appena entrati nella proprietà si accede a un giardino caratterizzato da un’alternanza di pieni e vuoti, forme arrotondate e slanciate, sempreverdi e caducifoglia, colori che mutano nel corso delle stagioni. Non è mai uguale a se stesso. Ruota intorno alla lunga piscina, circondata da un decking in Ipè, legno con il quale sono state realizzate anche tutte le passerelle sopraelevate che sostituiscono viali e camminamenti: una soluzione che limita l’impatto sul terreno e consente all’acqua di infiltrarvisi. Il tempo, il sole, la salsedine rendono il colore legno di Ipè molto simile a quello del rivestimento degli edifici e a quello del legno alla deriva che si può trovare lungo la spiaggia. Alla spalle della piscina si trova la residenza con grandi vetrate che consentono di vedere da ogni stanza, e persino dal giardino attraverso esse, l’oceano. Oltre il decking è stato pensata una bordura con Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’ dalle spighe leggere e setose che accarezzano in estate chi passa loro accanto e varie specie di Carex dalle tonalità bronzate in autunno e inverno, alternate a giovani arbusti di Ilex verticillata caratterizzati da una profusione di magnifiche bacche rosse dall’autunno, e agli Amelanchier. Macchie di Myrica pensylvanica a

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Nella foto della pagina di sinistra un dettaglio della terrazza solarium circondata da macchie di arbusti e Amelanchier arborea. Nella foto di questa pagina una vista del giardino con la piscina

dalla residenza e sullo sfondo le costruzioni del garage e della pool house. Si notano i declivi e le siepi di confine che si fondono con il paesaggio circostante.

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foglia caduca e Ilex glabra sempreverde sono piantate lungo un pendio che sale fino alla terrazza solarium elevata, rendendola quasi un luogo privato e proteggendola dal vento. Da qui si possono ammirare i tramonti oltre la riserva. Una Gleditsia triacanthos var. inermis esistente, anch’essa modellata dal vento, è stata preservata e valorizzata e ora fa bella mostra di sé, con la sua chioma espansa dalle belle foglie chiare finemente composte, nei pressi dell’abitazione. Le passerelle lineari costeggiano la residenza in cima alla scogliera e conducono nel giardino di fronte all’oceano, quindi scendono fino alla spiaggia sottostante, interrotte da terrazze solarium da cui ammirare la fantastica vista. Le aree più vicine all’abitazione sono racchiuse da filari di Myrica pensylvanica, un arbusto autoctono dalla forma arrotondata e foglie profumate noto per i suoi insoliti piccoli frutti grigi e cerosi che durano a lungo in inverno e quasi abbracciano i rami spogli e grigiastri, e Ilex glabra dal portamento elegante e piccole foglie strette verde scuro lucide, intervallati a Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’. Scendendo verso le dune lo spazio è dominato da Panicum virgatum, Schizachyrium scoparium e Carex, graminacee ornamentali dalle ligule sottili verdi o glauche in estate, dorate in estate e autunno e quasi ramate in inverno. In questa tratto il giardino è molto più naturale e simile al paesaggio costiero, quasi si fonde con esso, richiamando visivamente le piante spontanee delle dune. Christopher LaGuardia e Alexander Bluedorn, autori del progetto del giardino, hanno lavorato con l’ecologia unica del luogo - dune costiere, prateria, macchie di arbusti - piuttosto che combatterla e l’hanno portata dentro al giardino che hanno creato. Una connessione intrinseca con la natura e un suo profondo rispetto definiscono la residenza di Montauk a ogni sguardo. laguardiadesigngroup.com ● 132


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Nelle foto delle pagine precedenti viste di dettagli del giardino della zona piscina. Nella pagina di sinistra, in alto a sinistra le scale di accesso alla terrazza solarium con in primo piano le bacche rosse di Ilex verticillata, le spighe morbide di Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’, alle sue spalle Myrica pensylvanica e Ilex glabra. Sullo sfondo altre Ilex e i fusti di Amelanchier arborea. Nella foto di destra l’albero di Gleditsia triacanthos var. inermis circondato da macchie di arbusti e graminacee ornamentali. Nella foto in basso la piscina vista dall’abitazione. Si notano gli esemplari di Amelanchier arborea che punteggiano il giardino e in primo piano i rami della Gleditsia. Nella foto della pagina di destra, un controcampo della foto appena descritta, con Amelanchier in primo piano, macchie di Ilex glabra, la bordura di graminacee e Ilex verticillata, e Gleditsia sullo sfondo, davanti all’abitazione. Nella foto di queste pagine una vista della residenza fronte oceano. Le scale che scendono dalla scogliera verso la spiaggia sono circondate da graminacee, Panicum virgatum, Carex e Schizachyrium scoparium che si fondono con la vegetazione spontanea delle dune. Arbusti di Ilex glabra e Myrica pensylvanica donano riservatezza alla terrazza solarium.

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Il giardino, affacciato sull’Oceano Atlantico, è molto più naturale e simile al paesaggio costiero, quasi si fonde con esso, richiamando visivamente le piante spontanee delle dune

In questa pagina, nella foto in alto una vista della terrazza solarium da cui si ammira il panorama spettacolare dell’oceano. Nella foto di destra un dettaglio della scala che conduce alla spiaggia, con Ilex glabra e Myrica pensylvanica ai lati. Più avanti inizia la

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vegetazione spontanea delle dune, come si può notare nella foto della pagina di destra, e sembra quasi che non vi sia soluzione di continuità. Le piante usate sono infatti autoctone e si ritrovano naturalmente, in forma più selvaggia, nel paesaggio.


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LA DONNA DI FIORI di Elisabetta Margheriti

Butia… che eleganza!

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on potrò mai dimenticare l’attesa e l’emozione per l’arrivo in vivaio del primo container di Butia yatay dall’Argentina. Per un lungo periodo sono cresciute lente e indisturbate: poco famose non avevano ancora un vero mercato. Negli ultimi anni tutto è cambiato, a causa del Rhynchophorus ferrugineus (punteruolo rosso) che ha attaccato senza pietà le palme di Phoenix canariensis e P. dactylifera. La richiesta di Butia è andata alle stelle, per il loro ottimo adattamento al nostro clima, per l’eleganza unica e per la resistenza al temibile coleottero. Lo stipite (fusto) porta caratteristiche ‘squame’ da animale preistorico, dovute dalle basi persistenti dei vecchi piccioli basali mentre le foglie più alte, pinnate, si sviluppano come spade verso il cielo per poi scendere formando archi leggeri. Il genere Butia fa parte della famiglia delle Arecaceae ed è originario delle zone subtropicali e temperate del Sud America ma è presente anche in Argentina, Brasile, Uruguaya e Paraguay. Comprende una ventina di specie. Per quanto

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Nelle foto in alto, a sinistra Butia yatay e a destra Butia capitata. Nella pagina a destra: 1. Stipite di Butia yatay 2. Foglie di Butia capitata 3. Pianta e fiore di Butia eriospatha 4. Fiore di Butia capitata 5. Frutto di Butia yatay 6. Fiore di Butia eriospatha Le foto sono state gentilmente fornite da Vivai Torsanlorenzo.


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riguarda la coltivazione, necessita di terreni ben drenati e una buona esposizione al sole. Tra le specie più conosciute in Italia ci sono Butia capitata e Butia yatay. La prima, spesso confusa con la Butia odorata, ha uno stipite abbastanza tozzo e solitario e una bella corona di foglie arcuate, che le dona un’armonia innata. Il suo sviluppo è inizialmente lento ma una volta messa a dimora diventa più regolare. Nella pianta adulta, il tronco grigio può raggiungere i 6 metri di altezza e 30 cm di diametro, sopratutto alla base, dove i piccioli sono particolarmente fitti e spinosi. Le foglie sono lunghe quasi due metri, color verde-glauco, pennate. Tendono ad ‘avvitarsi’ conferendo alla chioma un aspetto caratteristico. L’infiorescenza, molto vistosa è raccolta da una liscia spata. Il colore dei fiori varia dal rosso al giallo fino al porpora. I frutti sono delle bacche con cui si preparano caratteristiche gelatine. B. yatay si distingue dalla altre per le sue dimensioni notevoli. I suoi stipiti grigio scuro svettano come colonne fino a una altezza massima di 10 metri. Le foglie grigio-bluastre sono arcuate e ai bordi del picciolo, si sviluppano spine ricurve. I frutti hanno forma piramidale, la loro polpa è di color camoscio È una delle Butia più resistente agli abbassamenti di temperature, potendo arrivare fino a -12/-14 °C. ● 139


STILE & DESIGN CONTE BED

Conte Bed design sartoriale Una vasta collezione di arredi e complementi per la zona notte dallo stile essenziale e senza tempo, con ampie possibilità di personalizzazione e massima cura dei dettagli 140

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onte Bed, azienda fondata da Carlo Conte nel 1986 è un brand emergente nel settore dell’arredamento per la zona notte ed è l’evoluzione di una realtà industriale a conduzione familiare dedita alla produzione di prodotti destinati al comfort e al riposo. Oggi il gruppo è guidato da Ferdinando Conte, CEO e Art Director, che coniuga una conoscenza tecnica a una visione imprenditoriale in sintonia con la richiesta dei mercati nazionali e internazionali. Le collezioni sono ampie e diversificate e comprendono letti, materassi e complementi d’arredo per la zona notte. L’azienda da tempo collabora per lo sviluppo stilistico dei propri prodotti con noti designer tra i quali Leonardo e Marzia Dainelli ed Enrico Cesana a cui affianca giovani progettisti emergenti come Joe Garzone e Antonio Lanzillo, quest’ultimo tra i vincitori dell’ultimo


Ferdinando Conte, CEO e Art Director di Conte Bed racconta la filosofia che ispira l’azienda. Quali sono i valori essenziali di Conte Bed? Da sempre concepiamo l’azienda come una famiglia in cui collaboratori e clienti vengono sensibilizzati e messi al centro del progetto per garantire affidabilità e trasparenza. Come scegliete i vostri designer? La collaborazione e la scelta dei designer nasce dalla volontà di sperimentare sempre nuove lavorazioni e abbinamenti di materiali, il tutto valutando ciò che manca all’interno della collezione e coniugandolo con lo stile aziendale Siete un’azienda a conduzione familiare. Quali sono i vantaggi di questo tipo di gestione? L’azienda è stata fondata da mio padre, lavorando per conto terzi dal 1985 fino al 2013, anno in cui con il suo assenso ho deciso di fondare il nostro brand ricevendo fin da subito da lui massima fiducia ma soprattutto un insegnamento basilare sullo spirito di sacrificio che è da sempre ciò che ha contraddistinto il successo imprenditoriale della nostra famiglia. Gestendo l’azienda a livello familiare riusciamo ad avere un filo diretto con quasi tutti i nostri clienti e fornitori e questo ci permette di conoscere in tempo reale qualsiasi dinamica all’interno dell’azienda e di poter quindi prendere decisioni in maniera veloce e diretta. In più per via dell’attacamento all’azienda le decisioni non vengono prese solo con la testa pensando solo al profitto ma anche con il cuore. Quali nuovi progetti avete presentato e a quali state lavorando per il prossimo futuro? Le nostre novità per il 2021 sono state una in collaborazione con l’architetto Enrico Cesana per la creazione della nuova collezione Dominick (pagina di sinistra) con letti e complementi imbottiti avvolti da strutture in legno massello curvato e la presentazione del letto Wall disegnato dall’architetto Joe Garzone. Nei prossimi giorni inaugureremo il nostro flagship store a Milano dove presenteremo parte delle collezioni 2022 create in collaborazione con Dainelli Studio e con Antonio Lanzillo, giovane designer e fresco vincitore del Compasso d’Oro.

Compasso d’Oro. I prodotti Conte Bed hanno come elemento distintivo la personalizzazione e la cura del dettaglio, oltre che la capacità di soddisfare richieste ed esigenze specifiche di architetti e designer sia in ambito privato sia contract. Questo perchè le possibilità di personalizzazione sono molteplici, grazie agli oltre 500 differenti tessuti e pelli e alle diverse finiture di legni e marmi che possono essere accostati tra loro in un’ampia varietà di combinazioni. “Tutti i nostri prodotti sono lavorati e assemblati in azienda dai nostri artigiani ai quali non facciamo però mai mancare il giusto supporto tecnologico”, spiega Ferdinando Conte. “Lavorando molto sulla personalizzazione del prodotto possiamo orgogliosamente fregiarci del fatto che ogni nostro pezzo ha ancora un’altissima percentuale di hand made. Inoltre tutti i nostri prodotti sono contraddistinti da forme e stili eleganti e mai eccentrici

poiché ogni nostro pezzo viene creato per durare nel tempo ed essere riconoscibile grazie alla qualità dei materiali e delle sapienti lavorazioni ”. La collezione Conte Bed è caratterizzata da uno stile essenziale lontano da mode passeggere e ogni prodotto è rigorosamente realizzato all’interno dello stabilimento aziendale di 40.000 metri quadrati, completamente autoalimentato con energie rinnovabili e immerso nel parco nazionale dell’alta Murgia. All’inizio del 2022 il brand inaugurerà il suo nuovo flagship store a Milano in via Senato 45, nel cuore del quadrilatero della moda milanese, dove verrà presentata una parte delle nuove collezioni. Lo showroom progettato da Dainelli Studio, accoglierà ambienti ispirati agli anni 50 con un mix di materiali che spazieranno tra marmi, legni e metalli, conclude Ferdinando Conte. ● contebed.it 141


Gallery

SPECIALE PAVIMENTI E RIVESTIMENTI IN LEGNO A CURA DI FRANCA ROTTOLA

ITLAS Parete attrezzata con boiserie della collezione Le Righe Fineline, in rovere online industriale mud del progetto Ecos. Disponibile in altre finiture su rovere, in noce e con posa orizzontale. Consolle e scala in noce canaletto. Pavimento della collezione Tavole del Piave in rovere finitura Veneziano.


PAVIMENTI E RIVESTIMENTI IN LEGNO GALLERY

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3 1. LUALDI

Boiserie con finitura Matrix, con panelli di legno in varie finiture: laccato opaco, lucido o essenze. Ogni realizzazione è custom-made, totalmente su misura.

2-3. CADORIN

Sopra parquet di Rovere tortora sabbiato posato a spina 60°; sotto, parquet di Quercia Contorta verde salvia impreziosito da sottili fasce metalliche in alluminio e ottone.

4. KERAKOLL COLOR COLLECTION

Pavimento Legno+Color Small in Rovere (Quercus Robur) massiccio prelevigato grezzo, protetto e decorato con Microresina Parquet KK 114.

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GALLERY PAVIMENTI E RIVESTIMENTI IN LEGNO

Essenze e finiture ricercate con colori e intarsi per pavimenti e rivestimenti dedicati ai vari spazi dell’abitare

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1. GAROFOLI

Porta Total Biglass con cerniera a bilico. Anta con vetro trasparente e profili metallici con finitura Brown. Boiserie in vetro effetto marmo Borghini Grey.

2. BISAZZA

Parquet Prometeo Delta dalla collezione BDS in legno di rovere ottenuto con l’accostamento di spine 30x10 cm. Firmato da Bisazza Design Studio.

3. GARBELOTTO

Pavimento in legno prefinito in terme rovere con finitura Habitat, studiata per rendere il legno naturale sia alla vista che al tatto, esaltandone le caratteristiche materiche.

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7 4. BAUWERK PARKETT

5. PARQUET IN

6. I VASSALETTI

7. ANTICA EDILIZIA

Parquet prefinito a due strati Unicopark con plance in rovere da 2 a 4 metri, disponibili in 8 colori e differenti selezioni di legno, anche con una piallatura a mano.

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Pavimento della collezione Giona, realizzato in legno di quercia antica naturale e inserti in pietra serena, finitura cera naturale. Disponibile in mattonelle quadrate.

Parquet Losanghe della Capsule collection disegnato da Samuele Mazza. Composto da legno massello con supporto multistrato di betulla, legno wengè e ottone, 80x80cm.

Pavimento in prefinito di rovere antico di recupero con stonalizzazioni naturali e finitura effetto grezzo. Tinto con una vernice all’acqua, realizzato in plance di varie misure.

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A FIRENZE: Dolci colline toscane Dimora nel parco Il fascino della storia


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DOLCI COLLINE TOSCANE Tra le silenziose colline vicino alla città di Firenze, un podere pieno di tradizione immerso in un parco

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mmerso nel verde delle colline fiorentine, nel contesto di un prestigioso parco privato con boschi e uliveti, si trova questo podere in classico stile toscano con piscina, caratterizzato da pavimenti in cotto, travi in legno a vista e archi in pietra. L’immobile si sviluppa su più livelli: al piano terra troviamo un accogliente loggiato, un grande salone con camino dal quale si accede al patio esterno con vista sulle colline circostanti e sulla piscina con zona solarium, una cucina professionale e un bagno. La scala principale in pietra conduce al primo piano dove trovano spazio sette camere da letto, ognuna con bagno en suite, oltre a tre ripostigli. Dalla cucina si accede tramite una comoda scala al piano seminterrato con una grande cantina, la zona lavanderia e un locale di servizio. Ulteriore elemento di pregio è un ex fienile, adiacente alla struttura principale, disposto su due livelli, con zona giorno, cucina, due camere e bagno. L’ex podere, attualmente adibito a residenza privata, è stato utilizzato e si presta anche per essere convertito in struttura ricettiva, in virtù dei grandi spazi e della disposizione interna dei locali, dotati di numerose camere matrimoniali tutte con bagno privato.

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DIMORA NEL PARCO Un appartamento di classe a Villa Comandi, immersa nel verde a pochi minuti dal centro di Firenze

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n una villa storica di inizio 900, a soli 5 minuti dal centro storico della città, nella zona di Via Bolognese, si trova un affascinante appartamento in vendita. L’immobile, di grande pregio, fa parte del complesso denominato Villa Comandi ed è circondato da un grande parco condominiale di circa 1 ettaro, che permette di rilassarsi e godere la comodità della vicinanza al centro storico e la tranquillità del verde in cui ci si trova immersi. L’appartamento si trova al piano terra e si sviluppa su due livelli, ha due entrate, una padronale dall’importante ingresso condominiale e una di servizio dal retro del palazzo. Al piano terra si trova un ampio e maestoso salone ottagonale, impreziosito da soffitti a cassettoni originali, pavimenti in marmo, cucina abitabile, camera matrimoniale con bagno privato, seconda camera e bagno. Da una comoda scala si accede al piano inferiore dove si trova una terza camera con bagno e un grande open space, con tre grandi finestre ad arco, che dà accesso al giardino privato. Completano la proprietà numerosi posti auto nel parcheggio privato della villa.

Per informazioni: Villegiardini RE Srl - Agenzia di Firenze Telefono: +39-3332788373 Email: info@villegiardinire.com

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IL FASCINO DELLA STORIA A Firenze, culla del Rinascimento, un appartamento di charme, ricco di storia, a due passi dal Lungarno

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el magnifico contesto di Palazzo Soderini, nel centro di Firenze a Borgo San Frediano e a due passi dal Lungarno, è disponibile un appartamento lussuoso completamente affrescato. Il palazzo fu edificato nei primi del Seicento ed è famoso per essere il luogo di nascita di Pietro Soderini, gonfaloniere di Firenze dal 1502 al 1512. L’immobile si trova al primo piano di un palazzo storico, è dotato di ascensore, e si sviluppa su una superficie di oltre 220 metri quadrati. Completamente ristrutturato, è composto da un grande salone affrescato, una sala da pranzo, una cucina, una sala studio, due camere da letto e tre bagni (di cui uno al primo piano soppalcato) ed è caratterizzato da spazi ampi e ben illuminati. Le finiture sono di alto pregio con ambienti affrescati, soffitti in legno a cassettoni, pavimenti in cotto toscano. Tutti questi elementi conferiscono fascino e un carattere unico alla proprietà e la sua posizione interna garantisce una tranquillità totale.

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APPARTAMENTO IN VENDITA - RIF. VGR2101F Superficie mq 221 Numero vani 7 Classe energetica E Locali accessori Nessuno Stato attuale Ristrutturato

Prezzo di vendita 1.150.000 euro

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INDIRIZZI

DIRETTORE RESPONSABILE Marco Miglio marco.miglio@villegiardini.it CAPOREDATTORE CENTRALE Franca Rottola franca.rottola@villegiardini.it CAPOREDATTORE VERDE E GIARDINI Elisabetta Pozzetti elisabetta.pozzetti@villegiardini.it REDAZIONE Chiara Maria Cazzani, Elena Zanni, Gloria Galbiati, Silvia Daniotti SEGRETERIA DI REDAZIONE chiara.cazzani@villegiardinire.it COLLABORATORI A QUESTO NUMERO Luigi de Cari, Sabino Maria Frassà, Elisabetta Margheriti, Elisa Massoni, Pier Luigi Priola, Tommaso Santi FOTOGRAFI Brotherton-Lock, Roberto Caccuri, Anthony Crisafulli, Alex Fliz, Dario Fusaro, Fernando Guerra, Linea Thit Klein, Pietro Savorelli, Stopdown.it

Registro Stampa: Tribunale di Milano n. 7/68 Iscrizione ROC 25305 ISSN: 0042-6334 Certificato PEFC Questo prodotto è realizzato con materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate PEFC/18-31-85

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Posta: scrivere all’indirizzo Press Di Servizio Abbonamenti C/O CMP Brescia-25126 Brescia. L’abbonamento può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. L’eventuale cambio di indirizzo è gratuito: informare il Servizio Abbonati almeno 20 giorni prima del trasferimento, allegando l’etichetta con la quale arriva la rivista. DISTRIBUZIONE PRESS-DI DISTRIBUZIONE STAMPA E MULTIMEDIA srl Via Mondadori, 1 20090, Segrate MI Tel. 02 75421 PUBBLICITÀ VISIBILIA CONCESSIONARIA Srl, Via Privata Giovannino De Grassi 12-12/a 20123 Milano Tel. +39 02 54008200 info@visibilia.eu

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Adrenalina adrenalina.it

Dom Edizioni domedizioni.com

Matrix International matrixinternational.it

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Emu emu.it

Minotti minotti.com

Antonio Lupi antoniolupi.it

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