Immagini digitali

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[Immagini Digitali] Patrizia Lalicata Classe G4 – Modulo I- Settimana I – Anno II


Patrizia Lalicata classe G4

MODULO: I Immagini digitali

settimana I

Traccia scelta: Leggere il documento “Il rapporto testo-immagine”, tratto dal blog di Anna Castagnoli Le figure dei libri, http://www.lefiguredeilibri.com pubblicato nei Materiali integrativi. !A partire anche dalle considerazioni espresse dall’autrice del blog, cimentarsi nella ricerca di immagini da associare ad uno degli estratti proposti nel documento allegato alla presente comunicazione. Individuare per il brano prescelto almeno 5 immagini che possano supportare il testo scritto rappresentando o evocando i concetti e gli scenari più significativi. Inserire ciascuna immagine all’interno del testo accompagnandola con una didascalia esplicativa.

Il semiologo de Saussure ha stabilito per primo il rapporto fra significante e significato. Parlando di langue e di parole egli ha contribuito a definire l’associazione fra il concetto e l’immagine acustica.

La langue, intesa come un sistema di segni che formano il codice di un idioma, va distinta dalla parole, cioè dall'atto linguistico del parlante, che è "individuale" e "irripetibile". Non esiste il concetto di lingua come "nomenclatura" (cioè corrispondenza naturale di parole e cose) e il segno linguistico è un'entità costituita da una unione "arbitraria" di un concetto ("significato") e della sua immagine acustica ("significante"); l'associazione tra significato e significante non è legata ad alcuna legge naturale, come dimostra la varietà degli idiomi, anche se una volta istituita in ciascuna lingua diventa canonica e non può più essere modificabile dal singolo parlante. Si può identificare il "valore" di un elemento della lingua solo in maniera "differenziale", tramite il rapporto con gli altri termini del sistema che permettono la sua identificazione per "opposizione". (definizione presa da Wikipedia)

Nel definire il ruolo dell’immagine in un contesto può tuttavia non esistere un’univocità

nell’associazione

di

un

solo

concetto,

ma

la

sua

interpretazione può dipendere da numerose variabili. Si può allora parlare di arbitrarietà anche in funzione dell’immagine? Può anche

l’immagine

esprimere

l’identità

di

significante

e

significato? 2


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Nell’associazione tra significato e significante si passa dal concetto all’immagine acustica, nell’attribuzione di un’identità all’immagine sembra possa sussistere l’operazione inversa: si passa dall’immagine fonemica al concetto. L’immagine da sempre ha rappresentato un modo più complesso e più variegato di rappresentare un concetto. Se il segno sedia per convenzione è inequivocabile, l’immagine sedia può essere rappresentata in infinite modalità e sfumature. Per questo cimentarsi nell’illustrazione di un brano può sembrare un’operazione facile, ma in realtà nasconde un complesso impianto che non può non mettere in correlazione la scelta interpretativa, soggettiva con elementi di arbitrarietà. La scelta di immagini per descrivere un testo può dare spazio a un ventaglio semantico di nuove interpretazioni. Il brano che ho scelto di commentare, illustrare per immagini è il vecchio e il mare. Un testo di per sé scarno ed essenziale per il linguaggio asciutto con il quale è scritto che, tuttavia, attraverso le parole è capace di evocare scenari di drammaticità notevoli. Ho voluto immaginarlo quasi come una narrazione fumettistica. In questi ultimi anni in Italia si è visto un mutato atteggiamento nei confronti del genere “fumetto”, fino ad ora negletto e considerato un genere più adatto ai bambini e agli adolescenti. Ma racconti come Persepolis di Mariane Satrapi o Maus di Spiegelman hanno restituito dignità letteraria al connubio immagine-parole. Se fossi stata in grado di disegnare, anche in maniera stilizzata avrei scelto di associare alle parole di Hemingway dei disegni. La scelta delle immagini in bianco e nero e a colori è ovviamente voluta: 3


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come a descrivere la vita onirica più vera e meno drammatica di quella reale, fatta di sacrifici e difficoltà. Il racconto comincia con un ragazzo che si allontana, ma è d’obbligo lo sfondo del mare che connota la storia ecco il perché della scelta della foto con il mare in “sottofondo”. In alcuni casi l’immagine scelta è stata quanto più realistica e vicina alla descrizione che ne faceva l’autore, ad esempio la scelta dell’immagine in cucina, o del letto con i giornali, che descrivono la solitudine del vecchio nella sua cucina e la povertà del suo giaciglio. In altri casi la scelta è ricaduta su immagini realistiche ma che descrivessero le scene del sogno, come ad esempio le spiagge e i leoni. Queste immagini possono ampliare l’immagine convogliata dalle parole, facendo apparire il passato più roseo, meno cupo del presente e allo stesso tempo i colori forti e accesi delle immagini che descrivono i sogni possono restituire l’immagine di un personaggio più sfaccettato di quanto si possa immaginare. In altri casi ho cercato di trovare delle immagini che si avvicinassero al concetto, come ad esempio il passaggio dalla veglia al sonno (un albero che dal bianco e nero sfuma nel colore, oppure il tentativo della veglia di irrompere nel sonno, una grande luna con un pianista che suona in controluce, ho cercato così di descrivere il riaffiorare della coscienza durante il sonno. L’immagine in bianco e nero del leone con la criniera al vento l’ho associata alle parole dedicate al ragazzo descritto da Hemingway in una fase del racconto in cui si avvicina la veglia e l’immagine dei leoni si sovrappone a quella singola del leone fiero che fiuta la brezza e sente gli odori provenienti dal vento che lo circonda. Qui l’immagine è simbolica e 4


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volutamente attribuisco un significato al testo che forse lo stesso autore non aveva immaginato. E quindi la rappresentazione del testo attraverso questa immagine si apre a numerose letture. Nelle ultime due immagini il testo torna alla realtà. La descrizione volutamente si sofferma solo sul paesaggio irradiato dalla luna, come a fare una pausa per permettere al personaggio di rispettare la sua intimità del risveglio (in contrapposizione alle parole dello scrittore, quasi come una descrizione cinematografica che serve a creare una pausa) e infine l’ultima immagine accompagna ancora la descrizione realistica di un contesto drammatico e isolato nel quale il vecchio vive la propria quotidianità.

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Il ragazzo uscĂŹ.

!

A v e v a n o mangiato senza luce sulla tavola e il vecchio si tolse i calzoni e andò a letto al buio. !


Arrotolò i calzoni per farsi il guanciale, mettendovi dentro il giornale. Si arrotolò nella coperta e dormì sugli altri giornali vecchi che coprivano le molle del letto

!

Si addormentò presto e ......... ......sognò l'Africa quand'era ragazzo e le lunghe spiagge dorate e le spiagge bianche, così bianche da far male agli occhi, e i promontori alti e le grandi montagne brune. !

Ora viveva tutte le notti lungo quella costa e nel sogno udiva il fragore dei frangenti e vedeva le barche indigene che li fendevano. Mentre dormiva sentiva l'odore del catrame e della stoppa del ponte e sentiva l'odore dell'Africa recato al mattino dal vento di terra. !


Di solito quando sentiva l'odore del vento di terra si svegliava e si vestiva per andare a svegliare il ragazzo. Ma stanotte l'odore del vento di terra giunse molto presto e nel sogno capì che era troppo presto e continuò a sognare

!

i picchi bianchi delle isole che sorgevano dal mare e poi sognò i porti e le rade delle Isole Canarie. Non sognava più tempeste, né donne, né grandi avvenimenti, né grossi pesci, né zuffe, né gare di forza e neanche di sua moglie. Ora sognava soltanto luoghi, e i leoni sulla spiaggia. Giocavano come gattini nel crepuscolo e gli piacevano come gli piaceva il ragazzo.

!

!


Non sognava mai il ragazzo.

! Si svegliò, guardò la luna attraverso la porta aperta e srotolò i calzoni e li indossò. Orinò fuori della capanna e poi risalì la strada per svegliare il ragazzo.

Il freddo del mattino lo fece rabbrividire. Ma il vecchio sapeva che ra b b r i v i d e n d o s i sarebbe scaldato e che presto avrebbe dovuto remare.

!

!


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