BUCHE - MITTERBAD – ST. PANKRAZ (BZ)
Eingetragen im Register der Baumdenkmäler Italiens, welches von der Generaldirektion DIVOR IV geführt wird.
ALLGEMEINE DATEN (Datum Aufnahme: 05. Oktober 2015)
botanischer Name: Fagus sylvatica L.
Trivialname: Rotbuche
Geschätztes Alter: > 150 Jahre
Stammumfang auf 1,30 m: 428 cm
Dendrometrische Höhe: 18 m
Nummer Staatsregister: 01/I065/BZ/21
ASPEKTE DER MONUMENTALITÄT
a) Alter und Größe
b) Form und Habitus
Wer auch immer diesen Baum beschädigt oder fällt, wird mit einer Verwaltungssanktion in Form einer Geldbuße in der Höhe von 5.000 bis 100.000 Euro bestraft.
CHARAKTERISTIK DER ART
Buchenwälder zeichnen sich durch eine außerordentliche Artenvielfalt aus und sind wichtige Kohlenstoffspeicher. Die Buche ist ein ausgesprochener Schattenbaum, wächst auf Standorten unterschiedlichster Bodenqualitäten, meidet jedoch felsige Bereiche und sommertrockene Lagen.
Charakteristisch für Buchen ist es, das die Blätter des Vorjahres zum Teil den ganzen Winter über am Baum bleiben und erst im Frühjahr mit dem Neuaustrieb abfallen.
SCHUTZSTATUS AUTONOME PROVINZ BOZEN
Kartei Nummer der Aut. Prov. Bozen: 084_G07
Erstausweisung: D.L.H 65/V/LS vom 02.08.1979
Wiederbestätigt: B.L.R. 800 vom 16.05.2011 - in Kraft
Weitere Informationen:
Homepage Amt für Natur, Naturdenkmäler
HISTORISCH - KULTURELLE ANMERKUNGEN
Buchenholz hat, einen hohen Heizwert. Buchenholzasche wurde im Mittelalter und in der frühen Neuzeit als Grundmaterial zur Herstellung von Waschlaugen und Glas (grünes Waldglas) verwendet.
Die dreieckigen Früchte, Bucheckern genannt, sind roh für den Menschen leicht giftig, können geröstet jedoch vielseitig verwendet werden. Sie haben ein nussiges Aroma, sind sehr nahrhaft und gesund. In Notzeiten waren sie sehr gefragtes Nahrungsmittel.
Die Buche ist auch Namensgeber des Buchweizens (Fagopyrum –„Schwarzplänt“), da beide ähnlich geformte Früchte tragen.
Bildarchiv Amt für Natur, Foto Georg Praxmarer
Bildarchiv Amt für Natur, Foto Fritz Ladurner
Bildarchiv Amt für Natur, Foto Martin Mair
FAGGIO - BAGNI DI MEZZO – SAN PANCRAZIO (BZ)
Albero iscritto nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia curato dalla Direzione generale dell’economia montana e delle foreste - DIFOR IV
DATI GENERALI (Data rilevo: 05. ottobre 2015)
Nome scientifico: Fagus sylvatica L.
Nome comune: faggio selvatico
Età stimata: > 150 anni
Circonferenza a m 1,30: 428 cm
Altezza dendrometrica: 18 m
Identificativo elenco: 01/I065/BZ/21
ASPETTI DI MONUMENTALITA’
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
Chiunque danneggi o abbatta questo albero è punito con una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 5.000 a euro 100.000 (legge 14 gennaio 2013, n. 10, articolo 7).
CARATTERISTICHE DELLA SPECIE
Le faggete sono caratterizzate da una straordinaria diversità di specie e sono importanti accumulatori di carbonio. Il faggio è un albero decisamente ombrivago e cresce in siti con un'ampia gamma di qualità del suolo, ma evita le aree rocciose e i siti troppo secchi d’estate.
Il faggio è caratterizzato dal fatto che alcune foglie dell'anno precedente rimangono sull'albero per tutto l'inverno e cadono solo in primavera, quando compaiono i nuovi germogli.
STATO DI TUTELA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
Numero cartella Provincia Autonoma di Bolzano: 084_G07
Prima individuazione: D.P.G.P. 65/V/LS del 02.08.1979
Confermato: D.G.P 800 del 16.05.2011 - in vigore
Ulteriori informazioni:
Sito Ufficio Natura, monumenti naturali
NOTIZIE STORICO-CULTURALI
Il legno di faggio ha un elevato potere calorifico. Nel medioevo e all’inizio dell’età moderna, la cenere di faggio era il materiale di base per la produzione di liscivia e vetro (vetro verde della foresta).
I frutti triangolari, chiamati faggiole, da crudi, sono leggermente velenosi per l'uomo, ma arrostiti possono essere utilizzati in molti modi. Hanno un sapore di nocciola e sono molto nutrienti e salutari. In tempi difficili erano un alimento molto ricercato.
Il faggio è anche l'omonimo del grano saraceno (Fagopyrum –„Schwarzplänt“), poiché entrambi portano frutti di forma simile
Archivio fotogr. Ufficio Natura, foto Fritz Ladurner
Archivio fotogr. Ufficio Natura, foto Georg Praxmarer
archivio fotogr. Ufficio Natura, foto Martin Mair