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Pr endersi cura ed instaurare un rapporto

Prendersi cura ed instaurare un rapporto

Ti sorrido, mi rispondi sorridendo ...

“È proprio strano”, racconta Matilde. “È veramente faticoso, cambiare pannolini, allattare, alzarsi la notte e consolare Leon. Al contempo ho la sensazione che proprio in questo modo imparo a conoscerlo e a capirlo meglio – anche per te è così, Alex?”

Ora il vostro bebè percepisce che le sue esigenze vengono soddisfatte in modo affidabile da mamma e papà. Può fidarsi dei suoi genitori: è questo il presupposto migliore per scoprire il mondo con fiducia, attraverso tutti i sensi. Il suo mondo è rappresentato in primo luogo da mamma e papà, dal loro volto, dalla loro voce, dal loro contatto. Egli vi riconosce: la vostra voce, il vostro

odore, il modo in cui lo tenete, e vi risponde in modo sempre più chiaro. Ciò di cui gioirete maggiormente dopo qualche settimana sarà il primo sorriso che vi si offrirà come saluto, come riconoscimento. In ogni caso intratterrete con lui già un dialogo, fatto di sguardi, gesti, suoni e naturalmente di contatti. I genitori si comportano in modo intuitivo e corretto nei confronti del neonato quando per esempio nei primi mesi avvicinano il loro volto, spalancano gli occhi, fanno la boccuccia o simili smorfie, parlano con toni acuti, intrattenendosi con il loro bambino/la loro bambina nel cosiddetto bambinese. Tutto ciò non è per nulla ridicolo, anzi è importante per lo sviluppo del neonato. Del resto alcuni esperti hanno scoperto che il cosiddetto bambinese è simile in tutto il mondo ed è compreso da tutti i

neonati. Quando i genitori imitano i bambini, essi fungono da specchio delle loro sensazioni e attività. Gli oggetti catturano presto l’attenzione del neonato, come ad esempio il sonaglio nella vostra mano o la giostrina sopra il suo lettino. Ma di certo il suo interesse lo affatica presto; in tal caso concedetegli la sua tranquillità. I neonati iniziano a scoprire e a dominare il proprio corpo sempre di più, imparano a tenere su la testa per un po’, a giocare con le proprie manine, ad afferrare e a rilasciare le vostre dita e il sonaglio. All’inizio tutto ciò avviene ancora per caso, ma con il tempo questo “gioco” si ripete in maniera sempre più frequente e con maggior consapevolezza. A uno, due mesi, in genere, il bebè inizia a borbottare i primi suoni, mugugni e “nghe”, rallegrandosi visibilmente di questa nuova capacità.

La “teoria dell’attaccamento”

La “teoria dell’attaccamento” è un concetto della psicologia che descrive il bisogno di ogni persona di costruire un rapporto emozionale ed intensivo con i suoi simili. Ciò risulta particolarmente importante per il neonato: nei primi mesi e anni il piccolo dipende da chi è in grado di soddisfare le sue principali esigenze e garantire la sua sopravvivenza. Se i genitori o le persone che lo assistono, lo nutrono, lo proteggono e lo trattano con amore e sensibilità, egli capisce che può fidarsi di loro e che essi garantiscono la sua sopravvivenza e sviluppa una fiducia ancestrale in se stesso e nel mondo. L’attaccamento insorge nel corso di un lungo periodo, attraverso le numerose esperienze condivise dal bambino/dalla bambina e dalle persone che si prendono cura di lui/lei. Mamma e papà hanno svariate opportunità di costruire questo rapporto di fiducia, dedicando regolarmente del tempo al bebè, curandolo, nutrendolo e soddisfacendo le sue esigenze. Un attaccamento sicuro nei confronti della mamma, del papà o di altre persone di riferimento, fa sì che più avanti i bambini, crescendo, possano instaurare rapporti con gli altri in maniera fiduciosa, autonoma e trasparente. Molti genitori hanno la fortuna di provare, sin dall’inizio, molta familiarità con il proprio bambino/la propria bambina e, in tal modo, risulta loro più facile reagire con affidabilità ed empatia. Per alcuni genitori lo stretto legame con il loro figlio/a insorge solo nel corso del tempo; anche questo è del tutto normale.

INFORMAZIONI & SUGGERIMENTI

... per il padre å È probabile che talvolta abbiate l’impressione di essere di troppo, quando vedete la vostra compagna così concentrata ad occuparsi del piccolo. Tuttavia, vostro/a figlio/a ha un solo papà: voi! Ed ha bisogno di voi e del rapporto d’amore con voi.

å Se , per paura di commettere errori, preferite non fare nulla, perderete delle opportunità preziose per stabilire un contatto con lui/lei.

å Non appena inizierete a confrontarvi con il vostro ruolo di padre, vi torneranno in mente dei ricordi di vostro padre. Da bambino cosa vi piaceva del suo comportamento e cosa, invece, vorreste forse fare diversamente nei confronti di vostro figlio?

INFORMAZIONI & SUGGERIMENTI

... per la madre å Nella nostra cultura ci si aspetta spesso che ogni madre ami automaticamente il proprio bebè in tutto e per tutto. Qualora, dopo il parto, contrariamente ad ogni vostra aspettativa, a causa dell’immane stanchezza o per altri motivi, i vostri sentimenti nei confronti del piccolo non siano così intensi, non preoccupatevi. Talvolta ci vuole del tempo per poter sviluppare i propri sentimenti nei confronti della propria creatura.

å Incoraggiate il vostro partner ad occuparsi anche da solo del neonato. Fatevi sorprendere; per natura anche i padri sono in grado di capire il bambino/la bambina, di cambiarlo/a, di fargli/farle il bagnetto, di curarlo/a, farle il bagnetto e di curarlo/a così come le madri, solo che talvolta lo fanno in modo un po’ diverso.

Difficoltà di comprensione nel primo periodo ...

I genitori dispongono di capacità innate nel gestire i loro figli e, in linea di massima, sanno di cosa necessitano i loro figli. Anche i neonati, sin dalla nascita, hanno in sé tutto ciò di cui hanno bisogno per potersi sviluppare in modo armonioso. Se le capacità naturali dei genitori sono in linea con le capacità già mature del bebè, madre, padre e figlio andranno d’accordo e potranno godere del loro star insieme. Talvolta, tuttavia, esistono situazioni che impediscono ai genitori di applicare le proprie capacità genitoriali naturali nel modo in cui essi vorrebbero e di cui il bambino/la bambina avrebbe bisogno: gli oneri dovuti a mancanza di tempo, elevate esigenze lavorative, preoccupazioni finanziarie, l’assenza di aiuti dall’esterno o anche eventuali complicazioni dovute a proprie ferite psicologiche possono aggravare la condizione dell’esser genitori. Anche per il lattante è possibile che la sua capacità di apprendere qualcosa non sia ancora del tutto maturata e che si sviluppi appena più tardi. Le “debolezze” momentanee dei genitori abbinate ad un’ “immaturità” momentanea del lattante possono creare situazioni più difficili. Può accadere, ad esempio, che il bambino/la bambina pianga molto o dorma poco e che i genitori divengano insicuri e non abbiano più fiducia nelle proprie sensazioni. å Non fatevi scoraggiare se all’inizio non riuscite a comprendere bene ciò che vi richiede il piccolo. Scoprirete gradualmente ciò di cui necessita per sentirsi bene. Vuole essere allattato o cambiato, desidera fare il ruttino dopo la poppata o semplicemente ha bisogno di un po’ di coccole? Quanto più spesso riuscirete ad indovinare ciò che il vostro bambino/la vostra bambina richiede in quel momento, tanto più, nel tempo, vi sentirete uniti. å Tenete ben presente ciò che vi riesce bene: in quali situazioni state bene con il vostro bebè? å Secondo alcuni studi, anche una comprensione ottimale tra genitori e lattante può presentare di tanto in tanto qualche malinteso che porta tuttavia ad una motivazione più accentuata per entrambe le parti a cercare di comprendersi meglio. å Talvolta può essere utile richiedere l’aiuto di una persona esterna, non abbiate paura a farlo.

Impossibile viziare un bebè ...

Nei primi mesi di vita è impossibile viziare un bebè. Il suo cervello non è ancora sviluppato a tal punto da poter trarre delle conclusioni dal comportamento di mamma e papà. In questa fase è importante che il bebè percepisca che le sue esigenze vengono riconosciute e soddisfatte; in tal modo impara a capire meglio se stesso. In maniera del tutto naturale, i genitori percepiscono i gesti e i suoni dei propri bambini e li imitano, consentendo

loro di imparare a conoscere se stessi. Si tratta di un presupposto molto importante affinché egli possa percepirsi come persona autonoma e costruire la propria identità. I genitori possono già parlare con il neonato e dirgli ciò che viene loro in mente: “Ah, vuoi dirmi che hai fame?” oppure “Fai tanto rumore perché ti sei spaventato, non è vero? Non avere paura, è tutto a posto”. Le esperienze piacevoli nei rapporti si riflettono nello sviluppo cerebrale del vostro piccolo che, in futuro, potrà ricorrere a tali esperienze, ad esempio, nel rapporto con i propri amici dell’asilo.

Inizio a fidarmi del tuo amore: Mi sento bene quando mi sorridi. Oso andare alla scoperta del mondo quando sento che stai attento a me.

Portati a spasso per il mondo

La maggior parte dei bebè e dei bambini piccoli ama essere portata in una fascia o in un marsupio. Chi vuole trasportare il bebè per un periodo prolungato, può farlo benissimo con un'apposita fascia o un altro sistema porta-bebè.

I vantaggi di portare il bebè in una fascia o in un marsupio: å L - il bebè è più calmo: piange meno e si tranquillizza più rapidamente å il bebè vi sente: percepisce i vostri movimenti e il vostro battito cardiaco å sente il vostro odore e il vostro profumo

Vi permette å di muovervi più liberamente, di avere a disposi zione entrambe le mani

å di percepire più intensamente il vostro bebè e di essere a maggior contatto con lui å se il vostro bebè piange, potete calmarlo e ac carezzarlo subito.

In molte parti del mondo è naturale portare i bambini. Da noi è un metodo che si sta diffondendo sempre più. L'aspetto importante è che il bebè sia seduto correttamente e che nei primi mesi di vita la testolina sia sostenuta in maniera sufficiente.

Per ottenere maggiori informazioni e suggerimenti, si consiglia di rivolgersi ai negozi specializzati o all'associazione "Südtiroler TrageberaterInnen - Consulenti portare i bimbi Alto Adige" www.trageberatung-suedtirol.it/it/benvenuto

Avete domande sullo sviluppo di vostro/a figlio/a? Siete preoccupati? Non siete certi di fare tutto correttamente?

Richiedete sostegno e aiuto. Il Telfono genitori può essere una soluzione. Potete telefonare ogni giorno e ricevere qualche consiglio in maniera semplice e rapida. Potete rimanere nell'anonimato. Il Telefono genitori è raggiungibile dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle ore 12.00 e dalle ore 17.30 alle ore 19.30, al numero gratuito 800 892829. Gli/Le esperti/e consulenti del Telefono genitori forniscono risposte e aiuti anche via e-mail: consulenza@telefonogenitori.it

Inizio a fidarmi del tuo amore: Scopro di potermi fidare di te perché mi raggiungi se piango o grido. Mi sento sicuro.*

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