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Il fumo è causa di 416 morti premature ogni anno
In gran parte sono uomini (350 a fronte di 66 donne) e la percentuale di fumatori, il 23%, da molti anni non diminuisce. Tra i ragazzi prevale l’utilizzo della sigaretta elettronica: in Veneto fuma il 27,3% dei giovani, mentre il 3% fa uso solo di tabacco
Lo slogan proposto quest’anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si è celebrata lo scorso 31 maggio, è stato “Grow food, not tobacco” (coltiva cibo, non tabacco) con il quale si è voluto sottolineare il danno all’ambiente e alla salute che provoca la coltivazione del tabacco al posto di altre colture.
Molti Paesi a basso e medio reddito utilizzano, infatti, vaste aree di terra fertile per coltivare tabacco piuttosto che cibo sano, nonostante circa 350 milioni dei loro abitanti vivano una situazione di acuta insicurezza alimentare.
Un tema di grande attualità che offre tuttavia l’occasione per ribadire quanto dannoso sia per la salute il consumo di tabacco. I dati della Marca Trevigiana. In provincia di Treviso – sono i dati diffusi dall’Ulss 2 Marca Trevigiana - il fumo è responsabile di quasi il 30% delle morti premature (prima degli 80 anni) pari a circa 416 decessi l’anno, in gran parte tra gli uomini (350 a fronte di 66 donne), circa metà per tumore al polmone.
Nonostante si conoscano bene questi effetti nocivi, la percentuale di fumatori nella popolazione adulta non diminuisce e, come rileva la sorveglianza PASSI, da ormai da parecchi anni è attorno al 23% (29% tra gli uomini, 17% tra le donne): circa 135.000 fumatori che ogni giorno bruciano più di 1.200.000 sigarette. Come spesso succede con le abitudini di vita più rischiose per la salute, anche il fumo è più diffuso tra chi ha un reddito e un titolo di studio più basso, inoltre spesso si accompagna a un consumo elevato di alcol.
Circa metà dei fumatori tenta di smettere di fumare, quasi sempre senza alcun supporto, riuscendovi anche per un breve periodo, ma a smettere definitivamente ce la fa solo 1 su 5 di quelli che provano.
Il divieto di fumo – sono le note positive - nei luoghi di lavoro è praticamente sempre rispettato e in casa sono pochissimi quelli che ancora fumano.
Tra le persone con più di 65 anni (dati della sorveglianza PASSI d’Argento) la percentuale di fumatori scende al 7%.
Tra questi non si vedono le differenze di sesso e caratteristiche sociali che si vedono tra gli adulti più giovani. Nei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, il 24% ha fumato almeno una volta nella vita (dati della sorveglianza HBSC (Health Behaviour in Schoolaged Children 2022 riferiti all’Ulss 2); questa percentuale sale a più del 50% tra i 17enni ed è maggiore tra le ragazze (25% contro il 22% dei ragazzi). Il 15% ha fumato nell’ultimo mese ma solo il 4% fuma tutti o quasi tutti i giorni.
In questa fascia di popolazione è significativo l’utilizzo delle sigarette elettroniche: i dati relativi ai 13-15enni a livello nazionale (indagine Global Youth Tobacco Survey - GYTS) mostrano che se nel 2010 tutti fumavano solo sigarette di tabacco e in questa fascia di età il 21% aveva fumato nell’ultimo mese, ora questa percentuale sale al 25%, ma solo il 2% fa uso di sole sigarette di tabacco.
Questi ultimi sono i dati italiani. In Veneto circa il 3% fa uso solo di sigarette di tabacco a fronte di una percentuale di fumatori del 27,3%. Un dato preoccupante, tanto da far pensare di dover spostare l’attenzione dal fumo di tabacco in sé alla dipendenza da nicotina.
Bullismo e cyberbullismo, come difendersi?
Alcuni consigli dell’Ulss 5 Polesana
Bullismo e cyberbullismo, un tema che continua ad essere di grande attualità a scuola. Secondo un recente studio - i dati sono dell’Ulss 5 Polesana - un adolescente su 5 negli ultimi mesi ha subito episodi di bullismo in ambito scolastico.
Per questo motivo l’azienda sanitaria polesana ha preparato sulla sua pagina Facebook una serie di consigli per difendersi da bulli e cyberbulli.
Innanzitutto non bisogna fare finta che vada tutto bene, o che sia tutto solamente un gioco o uno scherzo.
Bisogna ammettere che c’è un problema. È molto importante non isolarsi: questa reazione - si spiegapuò aumentare il senso di solitudine e rendere ancora più fragili. Invece, è l’unione che fa la forza.
Anche se è difficile è opportuno non cedere alle provocazioni. Farsi giustizia da soli può peggiorare la situazione. La migliore soluzione è comunicare e mediare, con l’aiuto di un esperto o di un adulto.
La violenza psicologica sui social non è meno grave. Se si è vittime di cyberbullismo il consiglio è di parlarne con i genitori o se necessario, valutare una denuncia o segnalazione alle Forze dell’Ordine.
La raccomandazione ai ragazzi è sempre la stessa: attenzione a cosa pubblicate online e tenete per voi e i vostri amici le foto private, i pensieri più intimi, le situazioni imbarazzanti.