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Anche il sindaco Elena Pavan scende in campo: “È un triste epilogo”
Dopo cinque secoli di presenza e operatività, i frati del convento di San Sebastiano lasciano Bassano. Non c’è ancora una data precisa per il commiato, ma la decisione è stata presa. Così si è infatti espresso il “Capitolo”, l’assemblea che riunisce i cappuccini del Triveneto. Quella bassanese è una delle sedi da chiudere e i religiosi che attualmente vi risiedono saranno trasferiti altrove, compreso il superiore, fra’ Lanfranco Dalla Rizza.
La notizia è stata accolta in città e in tutto il territorio con grande stupore e molta amarezza. Il convento è considerato dalla popolazione un punto di riferimento spirituale, di ascolto, di carità e di assistenza. Dopo le prime avvisaglie sulla possibile chiusura, lo scorso gennaio, si è subito costituito un comitato spontaneo di cittadini per chiederne il mantenimento. Un gruppo pronto a sostenerlo su tutti i fronti, compreso quello economico.
A nulla però è valsa la grande mobilitazione che ne è seguita complice l’impegno dell’assessore regionale Elena Donazzan e di Sandro Venzo, presidente del Raggruppamento di Bassano di Confartigianato. Con l’obiettivo di salvare la storica sede dei cappuccini è stata avviata una raccolta firme, on line e su carta, che in poche settimane è stata sottoscritta da oltre ottomila persone e si è costituita una cordata di imprenditori per contribuire alle spese della struttura. Inascoltati anche i numerosi appelli di esponenti internazionali del mondo della cultura (lo scrittore Paolo Coelho), dello sport
(l’ex pilota di Formula 1 Jean Alesi e il campione di rally Miki Biasion) e poi gli attori Remo Girone e Salvatore Esposito, tutti schieratisi pubblicamente a favore del mantenimento dei frati in Margnan, nel ricordo dell’amico scomparso di recente, l’imprenditore Gianfranco Aquila dell’azienda che produce le famose penne Montagrappa.
Le motivazioni che hanno spinto il “Capitolo” a decidere per il trasferimento sono da ricondurre alla carenza di religiosi, la cui età media si sta innalzando, e alla crisi di vocazioni che, unitamen- te alle difficoltà di gestire tutte le sedi presenti nel Triveneto, ha reso necessaria una riflessione e una riorganizzazione interna all’ordine della Provincia che ha competenza nel territorio.
Per il Bassanese, però, il complesso conventuale di San Sebastiano è un punto fermo. Ogni giorno la struttura, con discrezione, garantisce un pasto al tavolo a circa 80 persone indigenti, distribuisce viveri, vestiario e beni di prima necessità alle persone che bussano alla porta chiedendo un aiuto. Altrettanto fanno i benefattori che donano, nella certezza che tutto andrà a buon fine essendo stato consegnato ai cappuccini. Ed è così da molti decenni.
C’è insomma un mondo di affetto, di umanità, sensibilità e generosità che ruota attorno alla comunità religiosa del Margnan. Per questo motivo, il comitato di volontari non intende arrendersi al verdetto del “Capitolo”. Tenterà di rivolgersi anche alle alte sfere del Vaticano pur di salvare il convento. “Nonostante la delusione per questa doccia fredda, non lasceremo nulla di intentato, nel rispetto di tutti – hanno spiegato Elena Donazzan e Sandro Venzo – ce lo chiedono i fedeli, i cittadini, le associazioni. Proveremo a contattare il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Sta- to Vaticano, originario di Schiavon”.
Ad unirsi a loro in un estremo tentativo c’è anche il sindaco Elena Pavan: “Non mi aspettavo questo triste epilogo – ha commentato - Senza i cappuccini Bassano non sarà più la stessa”. (r.f.)