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Bimbi prematuri: le coccole di Zaky

Si chiama Zaky ed è il diminutivo di Zachary, il nome del guanto che sopperisce all’impossibilità della mamma di stare vicino al suo piccolo ricoverato in Terapia intensiva neonatale. Nei giorni scorsi l’associazione “Le ali di Gio”, in collaborazione con “Cuore di Maglia”, ha regalato due guanti Zaky all’Unità operativa complessa di Pediatria-Patologia neonatale e nido dell’ospedale di Camposampiero. Un dono prezioso per il benessere dei “cuccioli” e la serenità dei loro genitori.

Il grande cuscino a forma di mano è un’idea nata in America dalla mamma appunto di Zachary, un bimbo nato prematuro negli States e bisognoso non solo di cure mediche ma anche di calore e amore. Il guanto, infatti, è un dispositivo in fibra sintetica ipoallergenica ideato per far rilassare i neonati e farli sentire protetti: posto all’intero di termoculle o lettini, a contenimento fisico del bimbo prematuro, riproduce le carezze dei genitori offrendo sensazioni benefiche e piacevoli.

«La donazione del guanto Zaky è molto importante per la nostra realtà – ha spiegato il primario del reparto di patologia neonatale Luca Vecchiato -. Sostituendosi, per così dire, all’abbraccio di mamma e papà, il dispositivo aiuta la termoregolazione del bimbo, lo tranquillizza e abbassa il suo livello di stress, facilitando così il lavoro di cura degli operatori sanitari. Avevamo proprio la necessità di un supporto con questa tecnica che in gergo tecnico si chiama “marsupioterapia”. Dopo la chiusura temporanea del reparto, nel 2019 avevamo 49 bambini ricoverati in terapia intensiva. In questi ultimi anni il numero dei nostri piccoli pazienti è più che triplicato».

L’utilizzo del guanto Zaky è importantissimo. «Il contatto per il neonato è fondamentale - conclude il primario dottor Vecchiato – L’aspetto più interessante è che questo cuscino si può modellare a seconda delle varie esigenze nelle fasi di addormentamento del neonato». (n.m.)

Siamo agli sgoccioli

Nicola

Stievano >direttore@givemotions.it<

Già nel 2022 abbiamo affrontato la siccità e la cronica mancanza d’acqua, ma quest’anno, prevedono gli esperti, potrebbe anche essere peggio. Così a metà marzo arriva l’ordinanza regionale per cercare di fare economia di acqua, risorsa sempre più rara e preziosa. Eppure non dovrebbe essere così: il Veneto è attraversato da fiumi importanti, ha una catena montuosa ben sviluppata, una pianura fertile, nonostante l’avanzata del cemento. E poi ha sempre avuto a che fare con l’acqua, sia quando è troppa che quando è troppo poca. Ma adesso siamo davvero agli sgoccioli e non si può continuare a sospirare “chissà che piova, prima o poi”. Perché di pioggia se ne vede sempre meno, salvo quando cade tutta insieme nell’arco di poche ore, spazzando via quel che trova e lasciandosi dietro altri danni ed emergenze. Ecco allora che si studiano provvedimenti per limitare l’uso dell’acqua, si riduce la portata di scoli secondari, si chiede ai cittadini di non annaffiare il giardino, come già è successo l’estate scorsa, poi si chiudono le fontane e si invita le famiglie ad usare con parsimonia la doccia. Ma tutto questo non basta, perché è solamente la punta dell’iceberg di un fenomeno che possiamo annoverare tra le conseguenze del cambiamento climatico che stiamo vivendo in questo inizio di millennio. Così scopriamo quanto è preziosa l’acqua e quanto non possiamo farne a meno, anche se a scriverlo sembra una banalità. Ed è inutile far finta di nulla o pensare che tutto prima o poi si aggiusti. Se c’è meno acqua è evidente che bisogna ridurre i consumi e usare al meglio quella che c’è. Bisogna anche pensare a come recuperare e conservare questa risorsa preziosa. In questo il Veneto è ancora indietro, perché secondo gli esperti riesce a trattenere appena il 5% dell’acqua piovana conto l’11% della media nazionale. Ecco allora un primo passo: avanti con gli invasi e le “banche dell’acqua”, utili per fare scorta ma anche per convogliare l’acqua in eccesso in caso di piene improvvise. Le idee non mancano, i progetti nemmeno, servono volontà di fare e risorse da impegnare.

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