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Cavarzere ribadisce ancora una volta il suo no all’impianto

Nell’interrogazione Zanella chiede se la sua collocazione, vicino alle residenze civili, non crei un rischio alla salute dei cittadini. Montanariello attacca la Regione che si è espressa a favore e chiede al sindaco Munari più determinazione

Si accende il dibattito a Cavarzere sulla questione dell’impianto del biometano. Questione che grazie ad una interrogazione della capogruppo alla Camera dei deputati del Gruppo dei Verdi e Sinistra Italiana approda in Parlamento.

“Il Comune di Cavarzere – spiega nell’interrogazione Luana Zanella – si era espresso nell’apposita Conferenza dei Servizi che valutava il progetto in termini non favorevoli allo stesso. Tra le motivazioni dei vari enti si evidenzia l’elemento collegato al mancato rispetto dell’impianto dalle residenze civili sparse e concentrate“.

“Nonostante questi elementi - sottolinea Zanella nell’interrogazione che arriva al ministro competente - che sottolineano la vicinanza dell’impianto alle case, la Regione ha dato sostanzialmente parere favorevole e ora si attende solo il parere dell’Autorità di Bacino Alpi Orientali collegata al rischio alluvione“. Per questo l’interrogazione ai ministeri competenti la Zanella si chiede se l’impianto rispetti o meno tutte le norme o se non crei un danno alla salute ai residenti. Il consigliere regionale del Pd Jonathan Montanariello poi va all’attacco della Regione Veneto e chiede al sindaco di Cavarzere Pierfrancesco Munari di schierarsi con più forza dalla parte dei cittadini. “Se davvero contrario all’opera - dice Montanariello – il sindaco non aderisca a strumenti che ne declassificano i rischi ambientali”. Ma non solo. “Dagli ultimi sviluppi della vicenda – sottolinea il consigliere Regionale - pare che il deposito di Biogas di Cavarzere della ditta Cavarzere Green Energy S.A. S.r.l. abbia subito una forte battuta d’arresto, legata ai contenuti del Pgra dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali. Infatti, il Piano Gestione Rischio Alluvioni, nell’individuazione del rischio idraulico del nostro territorio, evidenzia come il livello d’attenzione richiesto nel territorio dove si vuole realizzare il deposito, non sia compatibile con la progettazione dello stesso”. Jonatan Montanariello, per primo si era attivato per approfondire il caso, assieme alla consigliera comunale cavarzerana Heidi Crocco e chiedere di andare a fondo sulla vicenda. Concludono i due esponenti democratici:

“continueremo attentamente a vigilare e mettere in campo qualsiasi azione che scongiuri l’avvio di questo impianto”. Intanto al teatro comunale di Cavarzere si è tenuta nelle scorse settimane una assemblea pubblica organizzata dal Comitato Ambiente e Sviluppo Cavarzere - riattivato con nuovo consiglio direttivo e il mandato di fare opposizione all’impianto di Ca’ Venier - e sostenuta da diverse associazioni ambientaliste contrarie all’impianto del biometano. Fra queste c’era Legambiente. Italia Nostra, il Wwf e Rete dei Polesani. Il dibattito che si è tenuto ha avuto lo scopo di informare e ha posto in evidenza i rischi per l’ambiente derivati dall’impianto del biometano.

Alessandro Abbadir

Munari replica a Montanariello: “Nulla è stato ancora deciso”

Sulla questione dell’impianto di biometano a Cavarzere e in risposta agli attacchi del consigliere regionale del Pd Jonathan Montanariello il sindaco di Cavarzere, Pierfrancesco Munari, interviene ribattendo punto su punto e ribaadisce la sua posizione e quella del Comune. Munari premette che ora ci si trova ancora in una fase di acquisizione dei pareri e che quindi nessuna decisione può di fatto essere stata definita.

“Ancora una volta – spiega Munari- qualcuno non perde occasione per rimanere in silenzio o per verificare quello che si scrive. Il consigliere regionale Montanariello sbaglia diverse volte: le osservazioni ove avevamo sollevato la problematica idraulica (Pgra) era a firma del sindaco e del dirigente, non solo di quest’ultimo come erroneamente indicato. Il documento indicato, è un documento che è stato emesso dalla ditta proponente; il sindaco sa e, visto che il procedimento è ancora pendente, ha dovere di riservatezza, così come dovrebbe averlo anche chi fa richiesta di accesso agli atti, o chi, per varie ragioni, viene in possesso di documenti. L’autorità di Bacino e di conseguenza la Regione Veneto, devono ancora esprimersi. Pertanto, consiglio di rimanere in silenzio. Detto ciò, chi vuole fare fughe in avanti o lanciare scoop roboanti, non fa sicuramente il bene di Cavarzere e della nostra comunità”.

Insomma, per il sindaco di Cavarzere nulla è stato ancora deciso e il rischio è quello di fatto di dipingere una situazione che alla fine potrebbe essere profondamente diversa. (a.a.)

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