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Genitori ed amministratori chiedono di “salvare” la classe prima

Per ottenere la classe dovrebbero esserci almeno 13 iscritti, ce ne sono 12 che al momento sono destinati alla scuola di Pegolotte. Il consigliere Pasquali s’impegna con i genitori, e anche il sindaco

Hanno partecipato in molti alla manifestazione organizzata dal Comitato “Salviamo la scuola di Boscochiaro” tenutasi lo scorso 20 maggio davanti all’istituto Lombardo Radice.

Tante famiglie si sono riunite per chiedere la deroga per la formazione della prima classe prima per l’anno scolastico 2023/2024.

Non proprio molto tempo fa, infatti, ai genitori dei bambini è stato comunicato che la classe prima a Boscochiaro non ci sarà per mancanza di numero minimo di iscritti e che, d’ufficio, i 12 bambini saranno iscritti a Pegolotte di Cona.

“Il numero minimo sarebbe di 13 bambini e ce ne manca uno per ottenere la classe.

I nostri bambini, dunque, sono stati iscritti a Pegolotte: sono 18 km e, per chi abita nella frazione di San Pietro, addirittura 25. Possiamo permettere questo? – ha detto il consigliere Pasquali – chi taglia la scuola toglie il futuro e se non verrà fatta la classe prima, Boscochiaro sarà destinata a morire. Ricordiamo che la Lombardo Radice è l’unica scuola delle frazioni a sopravvivere”.

“Stiamo chiedendo davvero a tutti – ha continuato Pasquali – abbiamo scritto alla Regione e alla Dott.ssa Mirella Nappa, Dirigente dell’ufficio Scolastico Regionale per il Veneto. Speriamo di riuscire ad ottenere un incontro”. Già ad aprile, il consigliere Pasquali, dopo aver appreso della decisione di spostare i bambini a Pegolotte, ave- va chiesto delucidazioni al sindaco Munari. “Quello che posso dire e confermare è che nessun bambino da Boscochiaro andrà a scuola a Cona – aveva detto il primo cittadino – mi impegnerò assolutamente anche perché il Provveditorato può fare tutti gli spostamenti che vuole, autorizzare le classi a destra e a si- nistra, ma poi i trasporti li deve fare il Comune di Cavarzere, e il Comune di Cavarzere i trasporti nel territorio di Cona non li farà. Questo è quello che confermo: i bambini, da Boscochiaro, non si muovono”. “Quando i nostri amministratori regionali parlano di identità veneta, devono parlare anche della

Giuseppe Arpicelli, premiato dall’Università popolare, racconta la sua passione

Dopo il riconoscimento da parte dell’Associazione San Mauro lo scorso anno, arriva un nuovo premio, questa volta da parte dell’Università popolare di Cavarzere per “aver immortalato momenti importanti delle attività promosse”.

Giuseppe Arpicelli, calabrese d’origine ma residente nel cavarzerano dal 1972, racconta la passione che, da circa cinque anni, lo ha fatto conoscere in tutto il paese.

Giuseppe, infatti, è l’amministratore del gruppo facebook “Cavarzere Live” che conta quasi sei mila iscritti.

Da dove è nata l’idea di “Cavarzere live”?

“L’idea è nata cinque anni fa grazie ad un confronto con Stefano Spano, giornalista di Adria ed ideatore e fondatore del gruppo. Lo scopo è di informare i cavarzerani, anche quelli emigrati in altre regioni, su ciò che accade a Cavarzere e paesi limitrofi. Lo gestisco aiutato da Luigi Mancin, Steve Celio, Marco Moretto, Moira Cecchetto, Raffaella Pacchiega, Stefano Spano”.

Il suo è un servizio che svolge gratuitamente. Come si organizza?

“All’inizio ero un po’ ero in imbarazzo agli eventi pubblici che seguivo. Ora le cose sono cambiate. Molto spesso sono gli organizzatori degli eventi a chiamarmi per fare le fotografie e pubblicarle sul gruppo. In particolare, rngrazio i Comitati delle frazioni che sono sempre gentili e ospitali”.

In questi giorni ha ricevuto un altro riconoscimento…

“Sono premi che mi fanno capire che quello che sto facendo lo sto facendo bene. Il regalo più grande, però, è quando la gente mi ferma per strada per un saluto”. possibilità che i cittadini possano rimanere nelle frazioni, altrimenti, con l’andare del tempo, i paesi di periferia spariranno – ha concluso Pasquali – noi di Boscochiaro teniamo al futuro dei nostri bambini e del nostro paese. Siamo degli ossi duri e non molliamo”.

A volte ci sono anche commenti negativi. Ha mai pensato di mollare tutto?

Benedetta Cesaro

“Non si può piacere a tutti, ma io non faccio del male a nessuno e soprattutto pubblico le cose come sono, pubblico la verità. Forse a qualcuno può dar fastidio. A volte ho pensato di mollare, poi sono capitate delle cose che mi hanno fatto cambiare idea. Circa tre anni fa, sono stato contattato da Bruno, ragazzo brasiliano che cercava i suoi parenti a Cavarzere. Voleva venire in Italia e io l’ho aiutato. Ero il suo unico punto di riferimento. Ora Bruno ha la cittadinanza italiana, abita a Cavarzere e ha un lavoro fisso. È questo ciò che cerco di fare: informare, ma soprattutto aiutare gli altri”. (b.c.) Giuseppe

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