OTTOBRE 2023
Periodico d’informazione locale - Anno XXX n. 202
di Padova www.veneto24.it
La lunga strada della sicurezza Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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ulle cause della strage del cavalcavia a Mestre saranno le indagini e le perizie a fare piena luce, si spera, e a cercare di fornire delle risposte di fronte ad un dramma che toglie il fiato e spalanca un abisso. Il tragico volo dell’autobus pieno di turisti, i soccorsi disperati, le vittime adagiate sull’asfalto e coperte da un telo sono immagini che ci accompagneranno a lungo e che continueranno ad interrogarci con severità. Al di là delle polemiche dei primi giorni e delle reazioni dettate anche dall’emotività, il disastro di Mestre pone in tutta la sua complessità la questione della sicurezza nella mobilità, sulle nostre strade come sui mezzi di trasporto. Da una parte è evidente, pressoché ovunque, che la nostra rete stradale presenta innumerevoli criticità che non si possono certo risolvere in tempi brevi. Ma per questo non si possono nemmeno ignorare o trascurare. Dall’altra anche a bordo di molti mezzi di trasporto collettivi, dai bus ai treni, i problemi, piccoli e grandi, sono all’ordine del giorno e lo sanno bene sopratutto i pendolari. La sicurezza costa e non sempre le soluzioni messe in campo sono efficaci, questo è un dato di fatto, però non possiamo farne a meno, perché altrimenti il prezzo da pagare rischia di essere troppo alto. Addirittura insostenibile, come nel drammatico volo dal cavalcavia di Mestre.
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UN UNICO GRANDE CENTRO CITTADINO SENZA PIÙ ZONE PERIFERICHE Massima attenzione ai collegamenti per “rendere i quartieri reali protagonisti del cambiamento” del territorio di Padova Servizio a pag. 8-9
Il progetto
FUSIONI DI COMUNI: Servizio a pag. 39 IN VENETO REFERENDUM A FINE OTTOBRE, QUORUM ABBASSATTO AL 30 PER CENTO ARTIGIANATO E IMPRESE, BOSCHETTO: “I BONUS EDILIZI SONO NECESSARI, MA CI SERVONO LAVORATORI” Servizio a pag. 38
PNRR E IMMIGRAZIONE: I SINDACI DELL’ANCI FANNO QUADRATO E FIRMANO UN APPELLO AL GOVERNO
La consultazione
Servizio a pag. 37
Biosfera Mab Unesco verso il tris tutto veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
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l Parco Regionale dei Colli Euganei è ufficialmente candidato nella Rete mondiale delle riserve della biosfera MAB UNESCO. Il dossier di candidatura dopo un’attenta analisi è stato approvato dal comitato tecnico nazionale ed è iniziato il negoziato internazionale che ci auguriamo, incrociando le dita, abbia esito positivo. Se così sarà il Veneto conterà tre riserve della biosfera Unesco, venendo i Colli dopo il Delta del Po e il Monte Grappa.
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Facciamo il punto
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Biosfera Mab Unesco verso il tris tutto veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Un vero tesoro per la nostra regione, una di quelle col maggior numero di siti nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco, bene nove. Padova coi suoi cicli di affreschi, le Colline del Prosecco e le Dolomiti sono solo le ultime tappe di un cammino che ha già toccato Venezia e la sua Laguna, Verona, Vicenza e le architetture palladiane, le Ville Venete, i siti Palafitticoli, le Fortezze veneziane. Ma siamo presenti, con le Perle di vetro e il Tocatì, anche nell’elenco del patrimonio immateriale, all’interno del quale speriamo sia inserita presto anche la messa a riposo delle uve del Valpolicella. La Regione ha sostenuto tutti questi progetti ed è pronta a sostenerne di nuovi perché il riconoscimento Unesco è strategico per la crescita del Veneto. Io ribadisco sempre che il nostro compito è far crescere il Veneto e non farlo morire. Far parte di questo circuito è il destino naturale di tutte quelle enormi ricchezze naturali, storiche, artistiche di cui disponiamo. Il riconoscimento Unesco può rappresentare per interi territori un vero rinascimento. Sono quattro anni che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene lo hanno guadagnato come un premio alla bellezza di quelle terre ma anche il lavoro di coloro che hanno saputo cogliere la grande sfida di investire sul turismo emozionale e sui circuiti, solo apparentemente minori. Le proiezioni dicono che per il decimo anno dal riconoscimento si raggiungerà il milione di presenze turistiche.
Padova vicina alle famiglie arcobaleno I
l Comune di Padova resiste in giudizio contro lo stop della Procura alla registrazione dei figli delle coppie arcobaleno. La giunta Giordani, dunque, non cede di un passo rispetto al riconoscimento dei nuclei familiari omogenitoriali. Lo scorso giugno la Procura padovana ha chiesto a 32 coppie di donne omosessuali di rettificare l’atto di nascita dei propri figli attraverso la cancellazione del nome della madre non biologica. Parliamo di famiglie omosessuali (tutte formate da due donne) che a partire dal 2017 hanno potuto ottenere dall’Ufficio Anagrafe di Palazzo Moroni un certificato che attesta che il bambino o la bambina sono figli di entrambi i componenti della coppia. L’intervento della magistratura ha fatto seguito alla circolare inviata a marzo dall’allora prefetto padovano Raffaele Grassi in cui si invitavano tutti i sindaci della provincia a rispettare la sentenza della Cassazione che bloccava i riconoscimenti anagrafici per i figli nati con maternità surrogata. A confermarlo è stato il sindaco Sergio Giordani che non intende, d’altro canto, avviare scontri con la Procura. “Andremo a portare le nostre ragioni in sede di procedimento anzitutto come dovere verso le mamme, le loro piccole i loro piccoli. Siamo convinti di aver agito nel solco dei valori costituzionali e perseguendo l’interesse della primaria tutela del minore – ha spiegato ieri il primo cittadino padovano - Nessuno scontro istituzionale però, anzi, seguiamo l’iter previsto dalle leggi dello Stato per esprimere anche nelle sedi preposte l’esigenza di difendere i diritti di questi bambini, alcuni dei quali chiamano mamme i loro genitori da oltre 6 anni”. “Agisco e continuerò ad agire in coscienza – ha aggiunto – sempre in attesa con decine e decine di colleghi sindaci, che il Parlamento affronti la questione senza girarsi dall’altra parte e colmi questo gravissimo vuoto normativo che porta a inaccettabili discriminazioni le cui vittime incolpevoli sono soprattutto i più piccoli”.
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Il sindaco Giordani: “Il nostro Comune resisterà in giudizio per la registrazione dei bambini”
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Attualità
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Emergenza migranti. La questione continua a tenere banco anche nella città del Santo
Il grande impegno di Padova, modello veneto di accoglienza Il Governo, attraverso il cosiddetto “Decreto Cutro”, ha deciso di istituire i “Centri per il Rimpatrio”: a Padova una delle opzioni discusse sembrerebbe essere l’aeroporto Allegri. Giordani: “Stiamo cercando di collaborare al massimo. Se i migranti possono essere accolti in una maniera umana, penso che vada bene”
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a decisione assunta dal sindaco Sergio Giordani di utilizzare alcune palestre scolastiche per ospitare migranti fece molto scalpore. Una scelta, questa, determinata, a sentire il primo cittadino, dalla condizione di emergenza scaturita dall’indisponibilità a ragionare tutti insieme di “accoglienza diffusa” come auspicato anche dal governatore veneto, Luca Zaia che aveva proposto la costituzione di una vera e propria “cabina di regia”. La proposta di Zaia, però, fallì a causa dell’indisponibilità di molti comuni nonostante l’appoggio, tra gli altri, dello stesso Giordani, del sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai e di quello di Verona, Damiano Tommasi. E, come detto, proprio dal naufragare di quell’impostazione è nata la scelta, ovvero la necessità, per Padova di aprire alcune palestre scolastiche. I timori, però, furono immediatamente tangibili e molti scommisero che per l’inizio dell’anno scolastico quelle palestre non sarebbero state liberate e rese di-
sponibili, dopo gli appositi controlli delle condizioni igienico sanitarie, per gli studenti. Il sindaco Giordani, però, fu categorico fin dal principio: “Padova sarà accogliente, ma per l’inizio delle scuole quelle palestre devono essere tornate al loro utilizzo originale” e così è stato. Oggi quelle persone sono state portate altrove grazie all’impegno dello stesso Comune di Padova, della Curia e del Sistema del Terzo Settore. Ma Padova non smette di lavorare all’accoglienza. Il Governo – attraverso il cosiddetto “Decreto Cutro” – ha deciso di istituire i “Centri per il Rimpatrio”: strutture anche di grandi dimensioni nelle quali i migranti possono restare rinchiusi per tutto il tempo necessario a espletare le necessarie verifiche rispetto alle condizioni del cittadino extra – comunitario che si trova in Italia senza permesso di soggiorno e al suo eventuale rimpatrio. Sembra che di questi istituti detentivi ne sorgerà uno per regione e Padova potrebbe essere scelta dal
Ministero dell’Interno per questa funzione. Una opzione potrebbe essere rappresentata dall’Aeroporto Allegri, ma il sindaco Giordani su questo si è già espresso in modo realmente categorico. “Mi sono confrontato con il Prefetto e ho capito che vorrebbe usare eventualmente l’Allegri, ma non so se poi lo farà veramente, per farli stare qualche giorno in attesa di smistarli. Se è così non c’è nessun problema se sono 30 o 40. Gli ho solo detto che non apprezzo i grandi hub, come lui del resto. Stiamo cercando di collaborare al massimo, purtroppo ne arrivano tanti. Ma è inutile dire di no, bisogna gestire il problema con intelligenza e lui lo sta facendo. Se i migranti possono essere accolti in una maniera umana e decente
penso che vada bene”. Il Prefetto Messina, a margine della cerimonia, al monumento Libeskind, in memoria dell’11 settembre ha aggiunto: “Noi lavoriamo per una accoglienza dignitosa, io non ho parlato mai di hub questa preoccupazione è solo vostra. Stiamo gestendo il problema perchè a noi è demandata questa responsabilità. Però nessuno ha detto finora che Padova ha retto l’impatto dell’arrivo in un tempo brevissimo di centinaia di questi migranti. E su questa strada continueremo”. Intanto all’Aeroporto Allegri, però, si è aperta un’altra interessante iniziativa che porta Padova, ancora una volta, a confermarsi come città attenta, vicina e solidale: da fine settembre, infatti, alla palazzina di via Sorio è stata creata una
residenza per minori non accompagnati. Una realtà importante e di piccole dimensioni, sembra che il tetto massimo di accoglienza sia di circa trenta persone, condotta da educatori che assistano anche psicologicamente questi ragazzi, alcuni dei quali molto piccoli, per immetterli poi nel circuito dell’accoglienza diffusa. Una scommessa, importante, questa sulla quale tutte le istituzioni cittadine scommettono con forza consapevoli di quanto questi giovanissimi hanno dovuto subire e di come solo rendendoli, a pieno titolo, capaci di costruire il proprio avvenire, non rappresenteranno quella “emergenza” tirata spesso in ballo per girarsi dall’altra parte, una cosa che Padova ha scelto di non fare.
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La città che cambia
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Grandi progetti in corso. Quartieri periferici sempre più accessibili e valorizzati grazie all’azione
Padova, la città che allarga il centro “Vogliamo rendere i nostri quartieri Molte le opere in corso che vanno in questa direzione dalla Stanga a Padova Est, dall’Arcella a tutta la zona della Stazione, dall’Appiani a Pontecorvo, dai Ponti a Piazza Mazzini fino alla risoluzione, ormai prossima, del nodo della Prandina
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C om’è bella la città com’è grande la città com’è viva la città com’è allegra la città. Piena di strade e di negozi e di vetrine piene di luce con tanta gente che lavora con tanta gente che produce”. Cantava così Giorgio Gaber in una delle sue celebri canzoni del 1969. Quel testo, poi, non lo possiamo applicare, in senso letterale, a questo contesto poiché voleva essere un manifesto, tessuto con la sapiente ironia del cantautore, contro la smania di chi voleva a tutti i costi abbandonare la campagna per trasferirsi nel cuore pulsante dei centri delle metropoli. Qui a Padova l’incipit “Com’è bella la Città, com’è grande la Città” acquisisce un valore, se vogliamo, puramente descrittivo poiché è proprio vero: le azioni che l’amministrazione Giordani sta ponendo in essere da ormai sei anni hanno la precisa direzione di “allargare” il centro cittadino e di cancellare il concetto stesso di quartieri periferici. Sono molti gli attori che, coordinati dal sindaco, Sergio Giordani stanno rendendo possibile questa
mutazione – urbanistica, sociale e economica – che non sembra avere eguali a livello regionale sia per profondità delle azioni sia per la velocità con la quale queste vengono condotte. “Sono essenzialmente due – ci spiega il sindaco Giordani – i filoni di pensiero sui quali si poggia la nostra azione. Da un lato ci sono la sostenibilità, ambientale e economica dei processi in corso, e la accessibilità, dall’altra i quartieri. Il completamento della rete del Tram rappresenterà, in questo senso, una vera e propria rivoluzione nelle abitudini di ciascuno di noi e gli investimenti, per svariati milioni, sul sistema delle piste ciclabili ci consentirà, non solo di garantire un ulteriore via di collegamento rapida, sicura e non inquinante, ma anche una profonda azione anti-degrado: ogni intervento per nuove ciclabili, infatti, costituisce l’occasione per riqualificare la sede stradale, per investire in decoro, in arredo urbano, in pubblica illuminazione e per eliminare, progressivamente, le barriere architettoniche. La nostra ambizione, lo abbiamo dichiarato sin dal primo
Nelle foto, l’area ex Valli dell’Arcella, Piazza Mazzini e la città di Padova vista dall’alto.
giorno del primo mandato, è quella di rendere i nostri quartieri reali protagonisti e per farlo le reti di collegamento sono essenziali per poter portare in quei luoghi, rendendoli appunto sempre più accessibili, servizi importanti, magari addirittura attribuendo a ciascuno di essi, in base alle vocazioni naturali, una funzione caratterizzante”. Sono molte le opere in corso che vanno in questa direzione dalla Stanga a Padova Est, dall’Arcella a tutta la zona della Stazione, dall’Appiani a Pontecorvo,
dai Ponti a Piazza Mazzini fino alla risoluzione, ormai prossima, del nodo della Prandina. Abbiamo quindi chiesto all’assessore ai Lavori Pubblici e Vicesindaco, Andrea Micalizzi di condurci in un tour molto rapido – che in alcuni casi troverà degli approfondimenti in altre pagine di questo numero – attraverso alcuni dei cantieri più rappresentativi di questa idea di Città. LA STANGA Il “Bronx di via Anelli” è, ormai, soltanto un brutto
ricordo. In quel luogo, infatti, troverà spazio la nuova Questura. A metà ottobre si chiuderà l’aggiudicazione della gara per la redazione della progettazione, ma già quasi subito si potranno vedere delle “suggestioni progettuali”. Collocare in quel luogo una polarità tanto importante, inoltre, avrà una serie di effetti virtuosi a cascata e anche uno, estremamente tangibile, di natura infrastrutturale: da via Venezia, infatti, sarà realizzata un’ulteriore arteria del Tram che entrerà proprio nel quartiere.
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La città che cambia
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dell’amministrazione che punta ad attribuire ad ognuno una funzione caratterizzante
cittadino e cancella la periferia: veri protagonisti del cambiamento” metteranno di allargare la piazza collegandola all’edificio storico, di migliorare e aumentare il verde posizionando una nuova pavimentazione più pulita e confortevole. “L’intervento su Piazza Mazzini si inserisce nel percorso di riqualificazione del tratto tra la Stagione e il Centro completando il lavoro avviato su via Codalunga, in Piazza De Gasperi, in via Giotto e ai Giardini dell’Arena ai quali, presto, si aggiungeranno quelli sui Giardini della Rotonda e al Bastione Moro II, spazio recuperato dall’Amministrazione e sede della prestigiosa rassegna CinemaUno”.
“Collocare la Questura alla Stanga – commenta Andrea Micalizzi – non ha soltanto il valore simbolico di mettere Forze dell’Ordine dove prima c’erano delinquenza, disordine e degrado, ma rianimare complessivamente un Quartiere nel quale si recheranno ogni giorno 400 lavoratori innescando, così, un complessivo volano di sviluppo privato capace, anche, di rivalutare tutte quelle case che, proprio a causa del Bronx, nel corso dei decenni avevano perso buona parte del proprio valore economico”. ARCELLA L’Arcella è forse il quartiere più giovane di Padova. Qui dimorano molti studenti complici, anche, i prezzi bassi degli affitti. Ed è proprio qui che, dopo l’apertura della grande Piazza Verde – Ex Valli nella quale è stata scongiurata la possibilità di veder sorgere nuovi palazzoni, sorgerà un nuovo grande e modernissimo centro culturale il DU30 in omaggio al model-
lo di sedia pluripremiato e nato dal genio del designer Arcellano, Gastone Rinaldi “A fine ottobre aprirà il cantiere per la riqualificazione di Piazza Azzurri, il luogo del mercato che sarà più efficiente e verde anche attraverso azioni di depavimentazione. Ex Coni, acquisita dal Comune, sarà demolita nei primi mesi del 2024 e partirà il cantiere del DU30. Alta funzione culturale e ambientale per tutto il quartiere e per renderlo sempre più attrattivo accompagnando l’enorme lavoro di attrazione che fa la nostra Università con precise politiche per la residenza, per i trasporti e i servizi”. PONTECORVO E MAZZINI Dopo i lavori di riqualificazione urbana in Piazza De Gasperi e alle Cave a novembre partirà anche un importante lavoro di restyling a Pontecorvo. Entro fine anno, invece, si concluderanno i lavori di Piazza Mazzini - dove in ottobre arriverà già la nuova illuminazione - che per-
APPIANI Sono ripresi i lavori dopo la necessaria bonifica dall’amianto lungo via 58° Fanteria. Sarà realizzata una nuova gradinata ricoverata su di una collinetta verde. Sarà riqualificata tutta la via: aiuole, ciclabile e stombinamento di un tratto del Canale Alicorno per recuperare il segno storico della Padova Città d’Acqua, un canale estremamente importante e significativo perché alimenta il sistema di Prato della Valle e l’Orto Botanico. LA STAZIONE L’arrivo dell’Alta Velocità Ferroviaria deciso da RFI porta con sé una stazione tutta nuova proprio come previsto dal masterplan dell’architetto, Stefano Boeri che prevede una profonda riqualificazione di tutta l’area, la realizzazione di una passerella ciclopedonale, il rifacimento di Ponte Borgo Magno e la costruzione di una struttura, quella appunto dellasStazione, con un doppio accesso anche dall’Arcella. Un restyling completo, quindi, che non solo garantirà una nuova infrastruttura, ma provvederà a rendere un’area oggi sempre molto critica in una porta d’eccellenza della Città.
Le azioni che l’amministrazione guidata da Sergio Giordani sta ponendo in essere da ormai sei anni hanno una direzione ben precisa: “Le reti di collegamento sono essenziali per poter portare in quei luoghi dei servizi importanti”
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Trasporti
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Mobilità sostenibile. Giordani: “Ecco il pilastro su cui dobbiamo costruire la Grande Padova”
Tram anche in provincia? L’idea piace Per ora rimane una richiesta tra sindaci della comunità metropolitana, ma in futuro potrebbe diventare una realtà
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’idea di estendere il servizio del tram fuori città piace anche a diversi sindaci della Provincia. Tanto che è già in fase di realizzazione il progetto di fattibilità per l’allungamento del Sir3 a Ponte San Nicolò e Legnaro. Per ora rimane una richiesta tra sindaci della comunità metropolitana, ma in futuro potrebbe essere realtà. La possibilità di sviluppare la mobilità sostenibile anche con i comuni contermini è stata oggetto dell’incontro che si è tenuto a fine settembre. Un’idea ribadita anche dal sindaco Sergio Giordani. “Come ho sempre detto la mobilità è uno dei pilastri su cui dobbiamo costruire la Grande Padova – commenta il primo cittadino – linee di trasporto ad alta capacità come il tram o le ferrovie laddove presenti ma anche intermodalità e mezzi per il cosiddetto primo e ultimo miglio”. Proseguono senza sosta i lavori per la realizzazione della
linea che andrà ad unire Rubano con Vigonza. In questo momento i cantieri sono concentrati a Ponte di Brenta su via San Marco fino a Villa Breda. Si tratta di spostare le condutture del gas che per l’occasione saranno anche sostituite. I lavori continueranno fino ad aprile, con un impatto minimo – secondo l’Amministrazione – sulla vita quotidiana dei cittadini. Ulteriori modifiche rispetto al progetto di fattibilità, elaborato nel 2020 e successivamente nel 2022, riguardano il centro storico. La prima riguarda il mantenimento del doppio senso di circolazione per il traffico veicolare lungo corso Milano. Una scelta resa necessaria anche a seguito delle proteste dei residenti che si opponevano all’idea di istituire un senso unico. La seconda modifica consiste nella creazione di una nuova fermata in piazza Insurrezione. Questa fermata, come evidenziato nei disegni pro-
Rendering inserimento in corrispondenza di Piazza Insurrezione verso Corso MIlano e rendering del percorso dall’alto
gettuali, occuperà uno spazio di 32 metri, di fronte alla Casa dell’Angelo. Questa ipotesi porta subito a pensare al progetto che sta portando avanti l’amministrazione nel progetto di pedonalizzazione di Piazza Insurrezione con l’eliminazione dell’attuale parcheggio da 120 posti. Punto di interscambio delle diverse linee tranviarie sarà il nodo della Stazione. E gestire l’intersezione tra i tram e il flusso di autobus, taxi, automobili, biciclette, monopattini e pedoni che attraversano lo stesso spazio non sarà semplice. Le simulazioni effettuate dai progettisti mostrano come durante
le ore di punta, è previsto che un tram passi ogni tre minuti nella stazione. Sarà creato un doppio anello di binari nel piazzale Stazione di Padova, collegando l’Hotel Grand’Italia al terminal delle corriere extraurbane. Questi anelli saranno alimentati dai binari di corso del Popolo, viale della Pace e dal cavalcavia Borgomagno, con un binario separato che collegherà direttamente il cavalcavia a corso del Popolo. I tram provenienti dal centro e diretti all’Arcella entreranno nell’anello principale, lo attraverseranno completamente e poi si dirigeranno verso la rampa del Borgoma-
gno. Questa configurazione è progettata per migliorare l’interscambio tra i diversi percorsi del tram nel piazzale. Modifiche significative anche alle rotatorie di viale della Pace e via Tommaseo. In una sorta di “prova generale” già in corso, è stata creata una corsia preferenziale per i bus diretti verso la stazione di fronte alla chiesa della Pace, con un sistema di varco elettronico recentemente installato per regolarne l’accesso. La soluzione deve affrontare sfide significative per garantire una fluida integrazione tra i tram e gli altri mezzi di trasporto. Sara Busato
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Politica
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L’intervista. La consigliera di opposizione Eleonora Mosco fa il punto dalla propria prospettiva
“L’amministrazione Giordani? Un libro dei sogni fatto di render” La consigliera leghista: “Sicurezza, vivibilità e contrasto al degrado sono le priorità”
La consigliera di opposizione, Eleonora Mosco
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nemico da combattere, ma il più diffuso mezzo di trasporto. Decine di migliaia di famiglie non possono permettersi auto elettriche, colpire a suon di divieti rappresenta un’insostenibile discriminazione. Bene le piste ciclabili, bene tutto ciò che migliora la mobilità leggera, ma senza punire chi non può permettersi un’auto nuova. Come Lega abbiamo chiesto al sindaco più volte in Consiglio comunale di prendere una decisione velocemente, ma ancora nulla è stato fatto. Opere importanti per il futuro, la città dovrà gestire oltre 580 milioni di fondi del Pnrr. Sogno o realtà? Un libro dei sogni fatto di render e non di risultati tangibili. Pensiamo allo Stadio Euganeo, bloccato tra indagini e ritardi. In piazzale Boschetti c’è un cantiere in sospeso, che inevitabilmente si trasforma in riparo per i senza tetto. Aggiungiamo che i privati dovranno investire altri 630 mila euro dopo la perizia che ha rivisto i conti in base alle modifiche sul progetto iniziale. E infine Leroy Merlin. Guai a chi ne parla! Oltre ai sogni infranti c’è la realtà: sull’edilizia pubblica e sul sociale solo tante parole al vento. Mancano alloggi e in città sta montando un malessere con cui la Giunta dovrà presto fare i conti.
adova la città del cambiamento. Opere pubbliche, tram, mobilità sostenibile sono nell’agenda politica della Giunta Giordani. È passato un anno dal nuovo insediamento e la minoranza del parlamentino padovano tira le somme. La consigliera di opposizione Eleonora Mosco (Lega) fa il punto dell’anno trascorso tra prospettive diverse e nuove proposte. Atti di bullismo e Piazza Salvemini, il nuovo centro dello spaccio. Questa città richiede maggiore sicurezza? Mi pare evidente, basta osservare le quotidiane segnalazioni che arrivano dai padovani, di cui la Lega si è fatta portavoce. Peccato che, mentre Polizia Locale, Forze dell’Ordine e Carabinieri diano il massimo per risolvere i problemi, il sindaco Giordani faccia il negazionista. Per lui degrado e insicurezza non esistono e, quel che è peggio, dà addirittura l’impressione di mal sopportare le operazioni di donne e uomini in divisa. Lo dico chiaramente: sicurezza, vivibilità e contrasto al degrado sono priorità non solo per la Lega, ma per tantissimi nostri concittadini, da cui questa Amministrazione dimostra di essere distante. Palestro, Stanga, Arcella, Stazione, Mortise come molte altre zone di Padova
sono allo sbando. Invece di nascondersi, Giordani accolga le nostre proposte: potenziamento del numero di pattuglie anche in fascia serale e notturna, nuove sedi nei quartieri e taser per la Polizia Locale che invoca anche un doveroso superamento della carenze logistiche, infrastrutturali e di sicurezza. L’amministrazione sta puntando sulla mobilità sostenibile con l’opera più importante che è sicuramente il Progetto Smart e la realizzazione delle due linee del tram. Il trasporto pubblico è al collasso. L’aumento del biglietto, le corse che saltano per mancanza di mezzi e conducenti, gli autobus che non sono adatti a svolgere alcuni servizi… il rischio che migliaia di studenti e famiglie restino a piedi è sempre più concreto. Una soluzione c’è: la revoca della concessione a Busitalia per inadempienza delle clausole contrattuali e lo stop al progetto del tram su monorotaia. La scelta di questo mezzo costoso e inefficiente è stata rigettata da sette città europee. Perché solo Padova sembra non voler capire? Concentriamoci sull’unica alternativa di buonsenso: i bus a idrogeno. Ci risparmierebbero cantieri infiniti, altro traffico oltre al taglio di molti alberi, che questa Giunta ambientalista a parole, ha decretato senza
pensarci troppo, penalizzando ulteriormente la qualità dell’aria. A proposito di aria, da ottobre scattano le limitazioni al traffico previste dal Pacchetto di misure straordinarie approvato dalla Regione Veneto. E’ uno sforzo utile o bisogna fare di più? Sono risultati tangibili del fallimento nero su bianco di questi anni di amministrazione che dice di essere ambientalista ma in realtà è miope alla realtà dei fatti. Pensiamo ai quaranta alberi abbattuti in via Crimea in zona Palestro. Ora al posto del polmone verde di dieci mila metri quadrati c’è una spianata, che in futuro ospiterà un impianto fotovoltaico. Altro che lotta al consumo di suolo! E questo è solo l’ultimo esempio di un approccio al cambiamento che va nella direzione sbagliata.
Avevo depositato nel 2018 un documento che illustra alcune urgenze in tema ambientale come la revisione del piano riscaldamento delle case e degli uffici pubblici, un intervento sui trasporti, il cambio del parco mezzi. C’è tutta la volontà di dialogare insieme per trovare delle soluzioni rapite e tangibili per un vero cambiamento. Molti cittadini lamentano la mancanza di posti auto in centro città. Torniamo quindi sul tema Prandina e Piazza Insurrezione. Per rendere Padova al passo coi tempi e soprattutto con le esigenze dei cittadini, serve un sistema di posteggi esteso e funzionale. A partire dalla realizzazione definitiva di un parcheggio nell’ex caserma Prandina. Quello di cui i padovani non hanno bisogno è invece la sterile ideologia. L’auto non è un
Sara Busato
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Università
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QS Europe University Ranking. Didattica innovativa e sostenibilità ambientale e sociale
L’Università di Padova si conferma ancora una volta protagonista Tra i vari indicatori considerati dal ranking, l’Unipd fa registrare un primato nazionale nella “Sostenibilità”
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ono stati pubblicati di recente, i risultati della prima edizione del QS Europe University Ranking dell’agenzia Quacquarelli Symonds, una delle più accreditata a livello internazionale che quest’anno festeggia il ventennale di attività. Al debutto di questo ranking, l’agenzia QS ha valutato 690 istituzioni europee in 42 stati e, a livello nazionale, sono state considerate 52 Università. Nello scenario europeo Padova si colloca nel 13% delle migliori Università europee. Il QS Europe University Ranking fa focus esclusivamente sugli atenei europei, la cui vicinanza geografica, culturale e in parte legislativa, li rende più verosimilmente confrontabili. In questa valutazione
sono introdotti alcuni nuovi indicatori, tra i quali due relativi ai flussi di scambio di studenti internazionali, sia in ingresso (inbound) che in uscita (outbound). Cambiano anche i pesi di alcuni indicatori che questo ranking condivide con il ranking QS World University Ranking (WUR, ranking globale). Tra i vari indicatori considerati dal QS Europe University Ranking, l’Università di Padova fa registrare un primato nazionale nella “Sostenibilità” (indicatore che si focalizza sull’impatto sociale e ambientale delle Università nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite), collocandosi a livello europeo al 23° posto. La solidità e la qualità della rete internaziona-
le della ricerca sviluppata dall’Ateneo padovano con altre istituzioni europee è confermata anche dall’indicatore “International Research Network” (misura e valuta gli studi pubblicati con coautori stranieri), in base al quale Unipd si posiziona al secondo posto in Italia e 49° esimo posto a livello europeo. Globalmente l’università degli Studi di Padova si colloca all’89° posto a livello europeo ed è quarta in Italia. “Anche a livello europeo il risultato del QS Europe University Ranking conferma il ruolo di eccellenza dell’Università di Padova nell’alta formazione universitaria – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ai ranking internazionali –. Fa piacere osservare che lo sforzo
profuso nell’offrire una didattica innovativa e una ricerca di eccellenza, non è a discapito della sostenibilità sia ambientale che sociale. Siamo consapevoli del ruolo che abbiamo nel formare studenti attenti alle tematiche relative alla sostenibilità, poiché sempre più questo sarà un aspetto cardine nel futuro delle nuove generazioni”.
Come per ogni valutazione, ne va compreso il senso, il metodo ma anche eventuali limiti: per trasparenza e analisi e per fornire strumenti di comprensione critica, l’Università di Padova rende pubblici i propri risultati e le metodologie utilizzate in una sezione dedicata del suo portale web istituzionale: www.unipd.it/ranking.
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Cucine popolari. “Ogni anno aiutiamo circa 3mila persone, il 12% sono italiane”
140 anni al servizio dei più bisognosi: “Trasformiamo il limite in opportunità” Pronti a cambiare sede e a adeguarsi ai tempi: grazie ai 910 mila euro dal Pnrr la sede storica di via Tommaseo si sposterà nei locali del patronato e dalla canonica del Tempio della Pace
“I
l 12% dei nostri ospiti è italiano, ogni anno aiutiamo circa tremila persone”. A dirlo è suor Albina Zandonà direttrice delle Cucine popolari di Padova. Uno spaccato che emerge dal bilancio sociale dello scorso anno della Fondazione Nervo Pasini che gestisce questa storica realtà. Un anno importante in cui si sono celebrati i 140 anni dalla fondazione. “Abbiamo due polmoni alle Cucine – aggiunge don Luca Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini – da una parte tutti i servizi alla persona, ma dall’altra in questi anni sono cresciuti tutti i servizi educativi”. I primi si rivolgono in particolare alle persone vulnerabili e fragili a cui le Cucine economiche popolari tendono la mano: mensa, servizio sanitario, servizio docce, lavaggio vestiti, guardaroba, fermoposta, ricarica cellulare, segretariato sociale. I servizi educativi rispondono alla promozione del welfare generativo, ai percorsi di formazione o di crescita personale, alla realizzazione di collaborazioni e reti; alla crescita della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva. Come il percorso per le competenze trasversali e l’orientamento che offrono opportunità di esperienza multidisciplinare agli studenti delle scuole di secondo grado, in cui hanno partecipato 75 ragazzi di terza e quarta superiore. Lo scorso anno diciassette dipendenti hanno partecipato al volontariato formativo d’impresa, che propone un’esperienza per acquisire o potenziare le soft skills. Accanto a questi principali progetti ce ne sono altri che riguardano la sensibilizzazione nelle
scuole, il coinvolgimento delle parrocchie, l’assistenza legale, la consulenza, la possibilità di conoscere le Cucine per la prima volta. “Dentro le comunità ci sono le risorse e le competenze. Nostro compito come comunità cristiana è valorizzare e coinvolge le persone. Questo è lo stile
Suor Albina Zandonà e alcuni volontari delle Cucine Popolari di Padova
pasquale: trasformare una difficoltà/limite in un’opportunità per far crescere e far maturare la comuni-
tà – sottolinea il presidente don Luca Facco –. Svolgere un servizio alle mense è la risposta a una chiamata. La
qualità del servizio sta nella qualità della relazione, del rapporto tra chi serve e chi è servito. In ogni ambito di lavoro, la differenza la fa la persona, la relazione. Ognuno di noi con la sua gentilezza, attenzione alla persona, delicatezza, può fare la differenza”. Tutto questo è possibile grazie ad una struttura di governo e alle suore elisabettine francescane, oltre alla presenza di quattordici dipendente coadiuvato dalla rete di volontari – 159 persone – suddivisi nei vari servizi: 121 in mensa, 23 nel servizio sanitario, 11 per il recupero alimentare, 4 per la distribuzione del vestiario e guardaroba, che rappresentano un sostegno all’attività complessiva delle Cucine economiche sociali. Nel solo 2022, considerando il costo orario lavorativo medio di 17,96 euro, e una media di 248 ore settimanali coperte dai volontari, è stato calcolato che grazie al volontariato c’è stato un risparmio annuo di circa 231.612 euro. Ma a breve le Cucine economiche popolari si preparano a cambiare sede e a adeguarsi ai tempi moderni. Grazie ai Fondi del Pnrr di 910mila euro la sede storica di via Tommaseo si sposerà al civico 47 nei locali del patronato e dalla canonica del Tempio della Pace. Una sede più ampia con l’obiettivo di potenziare la propria attività a tutta la comunità cittadina a partire da anziani, operai e studenti universitari e migliorare il servizio offerto. Sara Busato
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Arcella. Dall’inizio del mese l’area ex Valli riapre al pubblico completamente riqualificata
Una grande piazza di comunità Prevista una nuova illuminazione, vialetti e aree per la socialità delle persone. Dodicimila metri quadrati che diventano un parco urbano
D
a ottobre l’area ex Valli all’Arcella è aperta al pubblico. L’area era stata acquistata dal Comune dopo una lunga e complessa trattativa per realizzare uno spazio verde pubblico, nell’ambito della più ampia riqualificazione anche di piazza Azzurri d’Italia e della palazzina ex Coni. “Nasce una nuova grande piazza in città, in un quartiere importante come l’Arcella – ha dichiarato il vicesindaco Andrea Micalizzi –. Il luogo è l’ex area Valli, dove anni fa doveva sorgere un grande grattacielo al quale tutti gli abitanti del quartiere, all’epoca, si sono opposti. Chiedevano a gran voce che l’area diventasse pubblica e fosse destinata a verde, la nostra Amministrazione non senza fatica la ha acquistata e adesso stiamo realizzando quel polmone verde che i cittadini hanno sognato per 30 anni. Questo sarà un luogo che cambierà molto anche grazie ai lavori di riqualificazione che tra qualche settimana inizieranno in Piazza Azzurri d’Italia, mentre tra gennaio e febbraio del prossimo anno sarà la volta del via ai lavori alla palazzina ex Coni che verrà demolita e sostituita da un grande centro culturale”. All’ex Valli è prevista una nuova illuminazione, vialetti e aree per la socialità delle persone. Dodicimila metri quadrati che diven-
tano un parco urbano, vera e propria ricucitura fra la parrocchia di S.Carlo e piazza Azzurri. Al posto dell’ex palazzina del Coni nascerà un nuovo centro culturale di 3.500 metri quadrati per un costo 7 milioni. Diventerà il punto di riferimento del quartiere, riprendendo le forme del vecchio immobile acquistato all’asta dal Comune nell’ottobre del 2018 per 915mila euro. Nell’edificio troverà posto una mini-torre che ospiterà piccoli appartamenti per artisti e studenti negli ultimi due piani, mentre il piano terra sarà aperto e offrirà una copertura al prolungamento della nuova piazza Azzurri d’Italia, dove ci saranno un ristorante-bar e una biblioteca. Poi una sala espositiva e una sala conferenze. Al primo piano la nuova mediateca-biblioteca di 660 metri quadrati con annesso ristorante e caffetteria. Infine dal secondo piano e fino al quarto otto residenze sociali e tre residenze riservate agli artisti. Nel frattempo sono già state installate tre grandi sculture in legno che due artisti dell’Arcella hanno realizzato all’interno dell’area utilizzando i tronchi di due pioppi e un olmo abbattuti perché oramai pericolanti. Tre sculture che rappresentano tre donne, una asiatica, una africana, una europea a simboleggiare anche la multietnicità
Le tre nuove sculture lignee nell’area verde dell’ex Valli
dell’Arcella e sottolineare l’importanza della componente femminile nella comunità. Sono opera di due artisti che vivono e lavorano all’Arcella, Claudia Chiggia e Roberto Tonon creatori e animatori anche dell’asso-
ciazione culturale Area 48 che nel quartiere propone laboratori di scultura su legno. “Le sculture fanno riferimento alla multietnicità della città – ha detto il vicesindaco Micalizzi –, un segno che parla dei nostri
tempi e dell’importanza della componente femminile della nostra comunità, che noi mettiamo in primo piano proprio nella prima grande nuova piazza che realizziamo in città”. Diego Buonocore
Piano di recupero edilizia popolare via Cabrini, il cantiere apre entro l’anno Entro fine anno prenderanno il via i lavori di manutenzione straordinaria di 64 alloggi comunali all’interno di un complesso costituito da dieci palazzine. Si tratta del piano di recupero della case popolari di via Cabrini, all’Arcella. Gli interventi riguardano la riqualificazione funzionale degli edifici, delle aree comuni e il necessario adeguamento alle normative, soprattutto in materia di sicurezza degli impianti e delle strutture, il miglioramento delle condizioni di confort abitativo, il maggior risparmio energetico. All’interno di ognuno dei 64
alloggi verranno sostituite le porte d’ingresso con portantini blindati, le porte interne degli appartamenti, verranno rifatti i pavimenti, rinnovate e ampliati bagni e cucine. Si tratta di un intervento da 8milioni e mezzo di euro; le risorse fanno parte del “Progetto hub Arcella” finanziato dal “Programma Innovativo nazionale sulla qualità dell’abitare” (Pinqua) legato a sua volta al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Programma qualità dell’abitare prevede finanziamenti complessivi per circa 25 milioni di euro per ristrutturare, altre alle case di via Cabrini,
altre 250 abitazioni in città. L’assessore alle Politiche abitative del comune di Padova Francesca Benciolini ha spiegato: “In giunta comunale abbiamo approvato la documentazione che consentirà ad Ater di procedere con il progetto di fattibilità; entro la fine dell’anno metterà in gara la progettazione. Abbiamo dovuto accelerare i tempi perché altrimenti si rischiava di perdere in finanziamento”. Questi alloggi, grazie ad una convenzione con Ater, verranno ceduti al Comune per 15 anni, andando ad aumentare la disponibilità di case popolari del Comune. (d.b.)
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Centro storico. I lavori al simbolo della Riviera Paleocapa termineranno a gennaio 2025
Una nuova vita per lo storico ponte E
ntro l’inizio di novembre il ponte di Riviera Paleocapa che porta alla Specola verrà smontato e restaurato; per consentire l’attraversamento di ciclisti e pedoni verrà realizzata dal Genio militare una passerella temporanea. Il ponte congiunge Piazza Accademia Delia alla Riviera Paleocapa. I lavori termineranno tra 17 mesi, a gennaio 2025. Il ponte in ferro risale agli anni 80 del diciannovesimo secolo ed è meta di molti padovani e turisti per passaggio o per ammirare la Specola (la duecentesca ‘Torlonga’), che dal 1767 ospita l’Osservatorio Astronomico, e dietro ciò che resta di un Castello risalente agli anni successivi all’invasione degli Ungari. In questa parte del fiume si trova l’Oasi naturalistica della Specola, dove starnazzano anatre e molte altre specie di uccelli acquatici. Sono due gli interventi congiunti per il recupero strutturale del Ponte Paleocapa e per la manutenzione delle piste ciclopedonali che corrono parallele all’argine sinistro dello stesso canale lungo la Riviera: interventi di natura prettamente strutturale che interessano le arcate interne del ponte, e gli interventi strutturali sulle due arcate di bordo del ponte, sulle corsie ciclopedonali e opere stradali. Il progetto di recupero prevede lo smontaggio completo della struttura, divisa in diverse sezioni e il suo trasferimento in un’officina dove saranno realizzati tutte gli interventi che per precisa richiesta della Soprintendenza saranno
Sono due gli interventi congiunti: il recupero strutturale del ponte Paleocapa e la manutenzione delle piste ciclopedonali che corrono parallele all’argine sinistro del canale
L’assessore Andrea Micalizzi sul ponte della Riviera Paleocapa
realizzati con le stesse tecnologie adottate nel 1880. Ad esempio l’assemblaggio delle varie parti sarà fatto con chiodature a caldo come in uso all’epoca e non con saldature. Saranno recuperati completamente anche i parapetti metallici, per il cui ripristino è prevista anche la fusione su disegni originali di alcune parti ormai andate irrimediabilmente perdute. “La Soprintendenza ci ha dato precise indicazione non solo di restaurare il ponte riportando le sue parti all’integrità, ma di utilizzare anche le metodologie costruttive dell’epoca, perchè questo ponte è anche testimone della tecnologia di quel tempo che va preservata”, ha spiegato l’assessore Andrea Micalizzi. Gli interventi di riparazione sono sviluppati nel rispetto dei vincoli diretti di tutela come “bene culturale” cui l’opera è assoggettata. Si tratta di sistematici interventi di “riparazione” dei gravi danni causati da avanzati fenomeni di degrado cui il ponte è soggetto a causa del tempo e del peso del traffico sostenuto. Sarà necessaria la realizzazione di una nuova soletta di impalcato ade-
guatamente ancorata al suolo alle estremità, che consentirà il raggiungimento dell’adeguamento sismico del ponte. Parallelamente alla chiusura del ponte inizieranno anche i lavori sulla ciclopedonale che corre lungo Riviera Paleocapa, divisa in due proprio dall’accesso al ponte. Il fondo ora è in ghiaino, sarà rifatto con materiali drenanti molto più solidi, senza buche e pozzanghere come adesso. Gli interventi previsti rientrano in un più ampio progetto del Comune di Padova per la riqualificazione della città in una prospettiva di sviluppo della mobilità sostenibile, attraverso interventi di accessibilità inclusiva, ciclabilità e sicurezza stradale. La conclusione dei lavori con la riapertura del ponte è prevista per gennaio 2025. L’importo complessivo dei lavori (ponte, piste ciclopedonali, oneri per la sicurezza) è di 3.190.000 euro. Il solo costo dei lavori relativi al ponte è di 1.800.000 euro. Si tratta di due distinti finanziamenti ottenuti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il Pnrr). Diego Buonocore
Arriva la spazzatrice elettrica per il centro storico È entrata in funzione la prima spazzatrice ad alimentazione completamente elettrica come mezzo per pulire e prendersi cura del centro storico. Si tratta di una mini spazzatrice, che si aggiunge alle 15 già in funzione a gasolio, alimentata completamente da elettricità proveniente da fonti rinnovabili, e quindi senza emissioni, dotata di spazzole meccaniche. Questa nuova spazzatrice percorre ogni giorno, dal lunedì al sabato e a volte anche la domenica, circa 30 km: parte dalla sede della multiutility
di Corso Stati Uniti e raggiunge il centro storico di Padova. Prevalentemente insiste sulle piazze principali della città sul liston e nelle vie limitrofe prelevando i rifiuti. Entra in servizio alle 5 di mattina, raggiungendo il centro alle 5.30. Essendo elettrico è un mezzo molto silenzioso e contribuisce quindi non solo all’abbattimento delle emissioni in atmosfera, ma anche dell’inquinamento acustico della città. Dal punto di vista tecnico, è dotata di un cassone da 2 metri cubi (all’incirca la quantità di rifiuti prelevata ogni
giorno), si ricarica da 0 a 100 in 4 ore e ha un’autonomia di 8 ore. Aggiunge l’assessore all’ambiente Andrea Ragona: “È una piccola, ma importante novità. Il motore è silenzioso e contribuisce, in un’ora delicata come quella mattutina, a diminuire le emissioni rumorose e quelle di CO2. Padova è inserita nel progetto europeo delle 100 città per la neutralità climatica: è una prima novità nel settore dello spazzamento, ma andremo avanti in questa direzione per raggiungere le zero emissioni”. (d.b.)
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Mandria. Un migliaio di cittadini si era trovato senza un professionista disponibile
Finalmente un nuovo medico di base per il quartiere Armistizio “Siamo contenti che le firme di tanti cittadini che si sono mobilitati siano servite a far arrivare in breve tempo una nuova dottoressa medico di famiglia in quartiere – ha dichiarato Tosca Cecchinato, portavoce del Comitato dei cittadini –. Questi cittadini aspettano ora fiduciosi anche il ritorno del centro prelievi all’Oic”.
La soddisfazione del comitato dei cittadini: “Ora attendiamo il ritorno del centro prelievi all’Oic”
È
in servizio da poche settimane il nuovo medico di base alla Mandria dopo che il precedente era andato in pensione il primo giugno scorso lasciando scoperto l’ambulatorio. Oltre 1000 cittadini della zona si erano ritrovati senza medico vista la difficoltà di trovare immediatamente un sostituto. Il nuovo medico di medicina generale in quartiere Armistizio è la dottoressa Diana Any Gharapetian, che dal 28 agosto ha preso servizio nella Medicina di Gruppo di via Armistizio 19. Una volta andato in pensione il precedente medico, che aveva lasciato scoperto il posto, si era costituito un comitato di cittadini che aveva avviato una raccolta di firme e interessato anche il Comune. Il consigliere comunale Marco Concolato, che aveva presentato una interrogazione in Consiglio comunale, e l’assessora al sociale Margherita Colonnello hanno avviato un dialogo con l’Ulss, evidenziando le gravi difficoltà alle quali i cittadini della Mandria, in particolare i più anziani, si trovavano ad affrontare. La carenza di medici di base è un problema che interessa tutto il Veneto. Secondo la mappa della Regione, a Padova e provincia risultano scoperti 92 ambulatori di medici di famiglia. il distretto Padova Bacchiglione (che va
da Cadoneghe a Saonara e dal quartiere Savonarola a Pontevigodarzere) ne richiede 23. Tra i territori più in sofferenza Padova Nord (Arcella, San Carlo, Pontevigodarzere) e Padova Ovest (Brentella, Valsugana) dove mancano 7 medici di medicina generale. Tra il centro storico, Forcellini e Armistizio mancano altri 6 professionisti. Ad oggi sono attivi circa 600 medici di base ognuno con 1.500-1.800 assistiti. Situazione differente per i pediatri: a causa della denatalità nell’ultimo decennio i bambini sono calati almeno del 30 per cento, così ci sono dieci pediatri in meno. Attualmente ogni pediatra segue 900 bambini. “La carenza di medici di medicina generale è un problema acclarato nella nostra regione – ha commentato l’assessora al sociale Margherita Colonnello –. Da anni, come Amministrazioni, chiediamo di individuare soluzioni strutturali per consentire di offrire una degna risposta alla popolazione”. Il consigliere comunale Marco Concolato ha dichiarato: “Ringrazio l’Amministrazione e l’Ulss 6 che si sono resi sin da subito disponibili, dopo le raccolte firme e la mia interrogazione in Consiglio per rispondere al serio problema per il quartiere Armistizio causato dal venir meno di questo fondamentale servizi sanitario di base”.
Diego Buonocore
Guizza, le quattro dimensioni del Parco Margherita Hack È stato inaugurato il Parco Margherita Hack alla Guizza completamente riqualificato. Il progetto è stato avviato nel 2021 e in queste settimane vede la sua realizzazione. Il parco Margherita Hack è il sesto parco del progetto Parchi Green&Smart in Italia dopo Milano, Catania, Lucca, Roma e Lecce. Si tratta di uno spazio sportivo concepito in modo innovativo e sicuro, immerso nel verde, con attività dalle ore 10:00 alle 18:30. Sono quattro le dimensioni di intervento che caratterizzano il rinnovato parco: Sport, Art, Green e Smart: diffusione del verde in città; innovazione tecnologica; diffusione della pratica sportiva in città; le Arti Urbane come contributo alla riqualificazione di spazi e manufatti spesso poco curati o inutilizzati. Per gli amanti dello sport è nata una nuova area fitness con attrezzature Kompan che permettono a giovani, adul-
ti, anziani e persone con disabilità motorie di fare sport. Per favorire il corretto utilizzo dell’area gli sportivi hanno a disposizione un tutorial. Intorno all’area fitness sono stati piantati arbusti ed alberi e sono state installate delle pan-
chine. The Future Is Now è l’opera di arte urbana dedicata a Margherita Hack e alle donne nel mondo Stem (science, technology, engineering and mathematics), realizzata dall’artista Rame13 in omaggio alla scienziata fiorentina,
con il supporto organizzativo dell’associazione Le Mille e Una Arcella. L’assessore allo sport Diego Bonavina ha dichiarato: “Ringrazio Agos, Brand for the City e Fondazione SportCity per aver scelto Padova, Città dello Sport 2023, per questo importante progetto. Fin dalla presentazione della candidatura abbiamo voluto valorizzare lo sport vissuto e praticato anche al di fuori degli impianti tradizionali. Parchi, argini, playground sono fondamentali per una città davvero sportiva”. “Portiamo lo sport alla gente fuori dai luoghi convenzionali – ha dichiarato Dino Ponchio, presidente Comitato Regionale Veneto del Coni –. L ’obiettivo è avvicinare i ragazzi alla pratica sportiva. Predichiamo un concetto di sport sano ed educativo e cerchiamo di portare sempre più ragazzi possibile a praticare lo sport all’interno dei luoghi convenzionali”. (d.b.)
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Università
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La protesta. Striscione di 15 metri al Rialto e flash mob davanti al palazzo della Regione
Gli studenti: “Vogliamo un futuro qui” Gli studenti delle università venete in presidio a Venezia contro emergenza abitativa e caro studi
L
o scorso 27 settembre Venezia si è svegliata con un messaggio: sul Ponte di Rialto è apparso uno striscione lungo 15 metri, “Vogliamo un futuro qui” recitava, una tenda da campeggio montata appena sopra. Dietro, si sono riuniti giovani studenti da tutte le Università del Veneto – ma anche delle scuole superiori – partecipando al presidio dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti Medi, a denunciare la condizione di precarietà della componente studentesca e, soprattutto, delle città in cui vorrebbero studiare e magari, in futuro, vivere. Affitti altissimi, poche mense, pochi studentati e nessuna borsa di studio. Sono solo alcuni dei temi affrontati durante il presidio dai giovani che, la scorsa Primavera, si erano accampati con le tende per giorni davanti alle università venete, così come nel resto d’Italia. La denuncia più grave ri-
guarda i cosiddetti “Idonei non beneficiari”, ossia studenti e studentesse che avrebbero diritto alla borsa di studio avendo un reddito familiare molto basso, ma che non la ricevono per mancanza di fondi. “Su circa 5000 idonei non beneficiari in tutta Italia, 3200 sono studenti veneti” puntualizza Domenico Amico, coordinatore di Udu Padova. “Dopo mesi, se non addirittura anni, di mobilitazione l’Amministrazione regionale non ha ancora fatto nulla: possibile che a Zaia e all’assessora Donazzan non interessino le condizioni degli studenti del Veneto? Zaia parla di abolire il numero chiuso a Medicina e va bene, ma poi con quali fondi possono studiare questi ragazzi senza gravare sulle loro famiglie?”. La risposta della Giunta Zaia alla questione era stata data facendo cadere la responsabilità sul Ministero, che ha aumentato l’importo delle singole borse
Il presidio tenuto sul ponte di Rialto dagli studenti delle università veente
ma senza far crescere di pari passo l’ammontare totale dei fondi. “La nostra mobilitazione è nazionale ed il Ministero è uno dei responsabili – interviene Alessia Conti, Presidente del Consiglio Nazionale Studenti Universitari – ma se altre Regioni riescono a coprire le borse mancanti, come mai il Veneto no? Siamo la Regione peggiore per diritto allo studio: uno studente su due è idoneo non beneficiario di un alloggio
in studentato, quindi si trova senza posto letto mentre Zaia e Donazzan, loro sì, dormono” Il flash mob davanti il Palazzo dell’Amministrazione Regionale è stato il punto d’incontro degli studenti di tutto il Veneto, che hanno parlato anche di criticità legate ai prezzi dei libri, al un benessere psicologico non garantito e, soprattutto, ad un sistema di trasporti costosissimo accompagnato da infrastrutture inefficienti. “Tematiche ritenute
particolarmente importanti per le famiglie italiane quando si tratta di mandare a studiare i propri figli – spiega Francesca Pollero, rappresentante Udu nell’Ente del Diritto allo Studio di Padova –. Sono anni che denunciamo i tagli di questa giunta regionale, di cui questa emergenza abitativa è frutto. Ciò che è stato fatto finora non è abbastanza, basta scaricabarile di responsabilità, vogliamo risposte concrete almeno sulla residenzialità pubblica”. Una incongruenza netta emerge a questo punto: da un lato Zaia si vanta di non tassare i veneti con l’addizionale Irpef – che varrebbe, parole sue, 1 miliardo e 200 milioni di euro – dall’altro, però, i prezzi di libri, affitti, trasporti, mensa e via dicendo, per le famiglie diventano davvero delle tasse. Però delle tasse non eque, visto che gravano in maniera più pesante sulle spalle delle famiglie meno agiate. Enrico Caccin
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Serie Serie TV TV
Il lato nero del Nordest. Pronta al debutto la nuova docuserie firmata Sky Original
Quando il Veneto era “Fuorilegge” S
’intitola “Fuorilegge - Veneto a mano armata” la nuova docuserie Sky Originals che verrà distribuita su Sky Documentaries a gennaio 2024. “Fuorilegge” racconta il lato oscuro del Nordest. Pensata e realizzata interamente in Veneto dalla casa di produzione Padova Stories, la docuserie in tre puntate si muove a cavallo tra le tensioni politico-sociali degli anni di piombo e i movimenti segreti della criminalità organizzata degli anni ’90. Una storia criminale che si muove sullo sfondo di un territorio, il Veneto, che è stato il cuore pulsante di tante storie nere, specialmente a Padova, definita la polveriera del Nord-Est. Al centro della narrazione troviamo Enrico Vandelli, figura chiave di quegli anni: prima avvocato difensore di alcuni dei protagonisti degli anni di piombo nello storico processo “7 aprile”, e poi avvocato di Felice Maniero negli anni ’90. Per cercare di capire meglio come è nata la docuserie e con che taglio è stato raccontato un periodo così delicato della nostra storia ho incontrato Alessandro Pittoni e Sebastiano Facco, rispettivamente produttore esecutivo e regista/ sceneggiatore della serie. Alessandro, come nasce il progetto “Fuorilegge”? La storia di Vandelli mi è stata presentata da Sebastiano Facco nell’estate del 2021, nello stesso periodo in cui avevo da poco costituito Padova Stories. Cercavo storie con due caratteristiche imprescindibili: la verticalità sul territorio e il budget contenuto. Questa ce le aveva entrambi. La vita di Vandelli poi mi era parsa sin dall’inizio più avvincente della trama di un film. Era un qualcosa di cui avevo sempre sentito parlare e mi sembrava l’esempio perfetto per mettere a terra l’idea di storie originali che avevo in mente di realizzare con Padova Stories. Storie locali dall’appeal internazionale. Vandelli infatti è una figura chiave di alcune pagine fondamentali della storia d’Italia, ed è tale rimanendo a Padova. La nostra città al centro di tutto. Insomma un gioco ad incastro perfetto con la visione della società. Ho proposto quindi il progetto a Sky che si è subito mostrata molto interes-
sata al progetto. A novembre 2022 abbiamo iniziato a produrre e a luglio 2023 abbiamo chiuso la post-produzione. “Fuorilegge” si inserisce nel progetto più ampio “Padova Stories”, ce ne vuoi parlare? Padova Stories è una società specializzata in storytelling territoriale che opera su tre fronti: il primo è quello più prettamente giornalistico e divulgativo, raccontando le persone e la realtà che rendono attrattiva la nostra città attraverso le pagine del nostro blog e dei nostri social. Il secondo è quello della creazione di contenuti originali di intrattenimento, di cui “Fuorilegge” è il fiore all’occhiello, ma abbiamo
La locandina della nuova docuserie Sky Original, “Fuorilegge. Veneto a mano armata”
già iniziato un percorso di distribuzione di contenuti Padova stories original attraverso i nostri canali: ci tengo a citare “Orgia Fuxia”, la prima docuserie sulla scena rock di Padova. La nostra terza area di attività è quella dell’advertising. Lavoriamo con le aziende, con i brand e con gli enti locali curandone la produzione di contenuti audiovisivi ed editoriali, la comunicazione e l’organizzazione di eventi. Ad esempio ora stiamo organizzando “Digital Artifex”, un festival di tre giorni su marzo 2024 che si terrà al Centro Culturale San Gaetano, promosso da Confartigianato e in collaborazione con il Comune di Padova. Sebastiano Facco, tu sei lo sceneggiatore e il regista della docuserie. Qual è il taglio narrativo che hai scelto per raccontare questa storia? Il taglio narrativo cerca un linguaggio di genere dove i colpi di scena non mancano mai. Fin da subito ho avuto la convinzione, condivisa con Sky e Padova Stories, che la serie dovesse proiettare i protagonisti e di conseguenza lo spettatore all’ interno di una storia che si basasse sul racconto delle scelte fatte dai personaggi senza mai analizzarle con il senno del poi. La domanda: “e se non avessi fatto così?” in questa serie non viene mai posta. Per questo c’è stato un interesse e un bisogno totale di utilizzare come ingrediente principale il materiale d’archivio dell’epoca, totalmente inedito. Il ritmo della serie è molto elevato, gli elementi narrativi sono numerosi e il punto di vista di un avvocato mantiene il racconto a tre metri della verità. Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e docente all’Istituto Superiore per il Made in Italy.
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Cultura
Prosa. Al via i ricchi cartelloni per le principali realtà padovane
Al Verdi e al Teatro ai Colli si alza il sipario nel segno del dialogo fra generazioni S
i alza il sipario su due dei principali teatri padovani: il Teatro Verdi, storico punto di riferimento della cultura in città, e il Teatro ai Colli, che negli anni ha saputo ampliare e arricchire sempre più la sua offerta. “Tutta è un’altra storia” è il titolo della stagione 2023/2024 del Teatro Stabile del Veneto al Teatro Verdi, che si presenta all’appuntamento col suo pubblico in una veste rinnovata dopo i lavori estivi che l’hanno reso più accogliente e sostenibile. Inaugurata il 23 ottobre da uno speciale spettacolo in anteprima fuori abbonamento (la rilettura del celeberrimo Moby Dick di Hermann Melville con Alessandro Preziosi), la nuova stagione del Verdi si pone l’obiettivo di essere il più possibile “inclusiva” grazie a un cartellone in grado di rivolgersi a tutte le generazioni ma anche a degli spettacoli accessibili a un pubblico di sordi e ciechi e all’aumento dei posti riservati ai disabili. Una stagione caratterizzata da un azzeccato connubio fra vecchio e nuovo, fra rappresentazioni proprie del teatro antico, come Lisistrata di Aristofane diretta da Giorgio Sangati o la rivisitazione del mito di Clitennestra secondo Colm Tóibín (protagonista Isabella Ragonese), e le nuove scritture rappresentate da Marco Paolini (che porterà in scena Boomers) e Lucia Calamaro, con la sua opera Tipi umani seduti al chiuso. Non mancheranno i protagonisti della commedia dell’arte, seppur rivisti in chiave inedita, come nel caso dell’Arlecchino? di Marco Baliani con Andrea Pennacchi, né capolavori della drammaturgia mondiale come L’ispettore generale di Nikolaj Gogol, con Rocco Papaleo e la regia di Leo Muscato, o il Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, diretto e interpretato da Arturo Cirillo. In cartellone anche volti particolarmente amati dal pubblico, come Drusilla
Una stagione caratterizzata da un azzeccato connubio fra vecchio e nuovo, fra rappresentazioni proprie del teatro antico e le nuove scritture
Un’immagine di “Tipi umani seduti al chiuso”
Foer e Neri Marcorè, che porteranno in scena rispettivamente una rilettura della favola di Apuleio Amore e Psiche (Venere Nemica) e La buona novella, progetto teatrale che mescola musica e narrazione. Completano il programma le opere internazionali Agosto a Osage County di Tracy Letts, The city di Martin Crimp, Il Giocattolaio di Gardner McKay e I corpi di Elizabeth di Nella Hickson. La stagione di prosa del Teatro ai Colli, la cui direzione artistica dal 2016 è affidata al Teatro Fuori Rotta, prende il via il 20 ottobre con La Malata Immaginaria di Goldoni, primo di una serie di spettacoli che accompagneranno lo spettatore in un viaggio attraverso alcune delle pietre miliari della drammaturgia, da Shakespeare a Ionesco, da Molière alla commedia dell’arte (talvolta riviste in chiave moderna), senza farsi mancare nemmeno delle incursioni nel teatro contemporaneo, come nel caso di Cuore di burattino con Lella Costa o di Paolo Rossi con la sua personale visione del teatro pirandelliano con l’opera Da questa sera di recita a soggetto!. Francesca Tessarollo
La Sfera Danza al traguardo del ventesimo Festival Internazionale Oltre cento artisti internazionali, più di 25 spet- di appuntamenti. Due mesi densi di spettacoli tacoli e performance, oltre 5.000 spettatori. Sono dal vivo con protagoniste alcune delle eccellenquesti i numeri del Festival Internazionale La Sfe- ze italiane che hanno ottenuto grandi successi ra Danza, contrassegnato quest’anno da un ulte- all’estero, ma anche prove aperte, incontri con riore importante numero: venti, coreografi e ballerini, laboratori, tante quante sono le edizioni masterclass e presentazioni di libri: una vera full immersione della rassegna che da anni pornell’arte della danza. In prota in città tutta la bellezza della danza. gramma, in particolare, coreografie a sostegno della contemEd è proprio come un inno alla bellezza che si pone l’edizione poraneità, dell’uguaglianza di genere e dell’abbattimento delle 2023 del Festival; una bellezza barriere, con la partecipazione che, nella danza, non è data solo di danzatori da tutto il mondo e dai virtuosismi dei movimenti, appartenenti a diverse culture. ma anche della sensibilità d’animo dei danzatori e dall’armonia A far da cornice agli eventi in fra sguardo, gesto e respiro. programma saranno, oltre al Gabriella Furlan Malvezzi Inaugurato il 30 settemTeatro Verdi e al Teatro ai Colli, varie location all’aperto a Padova e Vigonza, bre scorso con il tradizionale Galà dei Premiati, il Festival (la cui direzione artistica è affidata a dalle piazze storiche ai luoghi di aggregazione Gabriella Furlan Malvezzi), è pronto a prosegui- spontanea che diventeranno, per l’occasione, dei palcoscenici d’eccezione. (f.t.) re fino alla fine di novembre con una ricca serie
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Sport
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L’avvio della stagione. Dopo l’episodio della mega rissa a Rovigo la squadra guarda al futuro
Petrarca Rugby si veste di nuovo e dà il benvenuto a Paul Griffen L
e vecchie maglie erano finite lacere dopo la mega rissa in campo nel derby Rovigo-Petrarca Padova: 62 squalificati, un record mondiale. E meno male che era un’amichevole, in preparazione al prossimo campionato Serie A Élite. Le nuove maglie sono state invece presentate in un’atmosfera festosa, in famiglia, con tanti appassionati e tifosi accorsi alla sede di Sarmeola di Rubano. Presenti i vertici della società sportiva Petrarca Rugby, la presidenza di Argos, l’assessore allo sport del Comune di Padova Diego Bonavina e gli sponsor. Sono intervenuti anche gli alti ufficiali dei carabinieri in forze al Comando provinciale. Il vicepresidente del Petrarca Enrico Toffano, ha ricordato che chi si è abbonato riceverà in omaggio la nuova maglia ha annunciato. Le divise sono nelle varianti nera e bianca. La maglia del Petrarca ha cucito il simbolo della Coppa Italia, vinta nella scorsa stagione in finale contro il Valorugby Emilia L’assessore Diego Bonavina ha dichiarato il proprio attaccamento al Petrarca: “Questa è una squadra vincente e rappresenta la storia della Padova sportiva. Essere qui è un atto dovuto, perché meritate l’attenzione della società. Nel mio piccolo, standovi vicini, cerco di restituire quello che voi date alla città in questa maniera così bella. Gli sponsor aiutano e nel tempo possono cambiare, ma il vero brand che rimane è il Petrarca”. I tifosi hanno poi dato il benvenuto a Paul Griffen, giunto da Rovato (Bs) a Padova come assistente allenatore skills. Il 48enne neozelandese, per 14 anni al Calvisano, si è dichiarato “felice ed orgoglioso di essere a Padova. Otto settimane fa mi sono unito a questo magnifico
Le nuove maglie sono state presentate in un’atmosfera festosa, in famiglia, con tanti appassionati e tifosi accorsi alla sede di Sarmeola di Rubano
Il Petrarca Rugby con le nuove maglie
gruppo e sento che c’è tanta voglia di fare bene”. Il presidente di Argos, Alberto Peruzzo, ha aggiunto: “Il Petrarca rappresenta i valori veri dello sport e il rugby valorizza il gioco di squadra e la lealtà. Sono valori che alla società civile fanno bene. Noi di Argos crediamo che un’azienda debba avere i medesimi punti fermi per rimanere nel mercato in modo costruttivo. Quanto alla partnership con la società sportiva abbiamo un ambizioso progetto in cantiere, volto a comunicare che andare allo stadio e assistere alle partite sia un momento di grande aggregazione e di socialità, di cui tutti abbiamo bisogno. L’altra iniziativa è rivolta ad avvicinare i giovani al rugby e ai suoi valori”. Il direttore generale del Petrarca, Vittorio Munari, ha ricordato che “il Petrarca resta un punto di riferimento per molti giovani. Ora ci sono imprenditori, come il nostro presidente Alessandro Banzato, che seguono con passione la squadra. Dobbiamo guardare le cose da migliorare, senza sederci sugli allori. I vincenti si giudicano da come riflettono sulle sconfitte”. Diego Buonocore
Virtus, il cammino in Supercoppa si ferma a San Vendemiano È la Rucker San Vendemiano la bestia nera della Virtus Basket in questo inizio di campionato: il cammino in Supercoppa dei neroverdi si è infatti fermato al secondo turno per la sconfitta 82-75 rimediata contro San Vendemiano. Una partita dal doppio volto: buono l’inizio, squadra attenta e concentrata che ha tenuto il comando fino a metà gara per essere poi superata a cavallo tra il terzo e quarto tempo e uscendo sconfitta di sette lunghezze, dopo aver comunque mostrato per larghi tratti un bel gioco di squadra. “Una gara da una doppia faccia”, ha commentato a fine partita il Coach della Virtus Padova, Riccardo De Nicolao. “I nostri giocatori stanno dimostrando di riuscire a mettere in campo un gioco efficace e di squadra tanto in attacco quanto in difesa.” Tempo una decina di giorni e Virtus e San Vendemiano si sono ritrovati di nuovo di fronte per la prima di campionato; non è bastata la bella rimonta del terzo quarto ai neroverdi che hanno ceduto nel finale di partita: risultato finale 77-65 al termine di una partita vibrante e intensa, fatta di parziali e contro parziali.
Buona la prova di Michele Ferrari (23 punti e 8 rimbalzi), di capitan Schiavon, di Scanzi e Cecchinato. Da segnalare l’esordio in Supercoppa del giovanissimo Aaron Guevarra, 17 anni, quest’anno a pieno titolo nel roaster neroverde. “Ho iniziato a giocare a basket perché sia i miei fratelli che mio papà giocavano a basket”, racconta Aaron Guerrera. “mio fratello più grande ha giocato anche in prima squadra nella Virtus quando era ancora in serie C; quindi diciamo che fin da piccolo sono cresciuto in quest’ambiente, e volevo copiare i miei fratelli e mio papà. Inizialmente il basket era un passatempo, poi crescendo ho capito che avevo delle abilità e che posso andare avanti a livelli abbastanza alti”. Quali sono i tuoi obiettivi? “Fin da piccolo sognavo di superare mio fratello, infatti lui è arrivato fino alla C Gold, quindi il mio obbiettivo era di arrivare almeno in serie B, e adesso posso dire di avercela fatta”. Che emozioni ti regala il basket? “Quando gioco riesco ad esprimermi, veramente questo sport lo amo con tutto me stesso”. (d.b.)
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Provincia
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Sanità. Non c’è allarme, né emergenza, ma il livello di attenzione rimane alto
Peste suina, nel Padovano si pensa a un coordinamento per affrontarla La trasmissione di questa malattia potrebbe avere gravi ripercussioni sull’agricoltura e sull’economia
Un momento dell’incontro convocato in Provincia sull’emergenza peste suina
S
peste suina viene bloccata anche la circolazione dei prodotti derivati e soprattutto anche le esportazioni. In alcuni distretti vocati a questi prodotti quindi rappresenta un danno incalcolabile. “Il messaggio che vogliamo comunicare – ha detto Mattia Bottacini, del servizio veterinario Ulss 6 Euganea – riguarda la responsabilità individuale dei cittadini nell’evitare di abbandonare rifiuti contenenti resti di carne di suino. Anche un oggetto apparentemente innocuo come un pezzo di salame caduto accidentalmente è importante da segnalare, poiché potrebbe entrare in contatto con cinghiali presenti in determinate aree. Fino a quando non si effettua un test sul cibo, non possiamo avere la certezza che non contenga il virus. Se un cinghiale viene a contatto con questo cibo, potrebbe diventare una fonte di infezione per la popolazione di cinghiali selvatici nel territorio”. Le Associazioni di categoria hanno espresso forte interesse nelle operazioni di controllo sul territorio anche grazie al lavoro dei veterinari che effettuano le ispezioni negli allevamenti. “La malattia è alle porte – ha concluso Luca Trivellato, presidente della CIA di Padova – quindi l’allerta deve essere massima, anche se per fortuna al momento non sono stati segnalati casi. Questa situazione potrebbe compromettere in particolare il settore zootecnico della suinicoltura e le attività correlate, come la trasformazione e la ristorazione, tra cui ristoranti e agriturismi. Speriamo che le misure attualmente adottate siano sufficienti per contenere al massimo questa eventualità. Continuiamo a chiedere una modifica della legge 157 del 1992, che regola la caccia al cinghiale, poiché questi animali sono i principali veicoli di diffusione della malattia e si spostano liberamente, il che rende la malattia più difficile da controllare rispetto a una popolazione gestita”.
orvegliare e prevenire sono le parole chiave degli agricoltori e dei sindaci, ma anche la sanità padovana teme il contagio. Il virus della peste suina è resistente e viaggia veloce soprattutto attraverso i cinghiali. In più occasioni, la Provincia di Padova e la polizia provinciale hanno coordinato assieme al Parco Colli, una rete molto attiva sia nelle fasi di controllo che nella formazione. Fortunatamente al momento non c’è allarme, né emergenza, ma il livello di attenzione deve sempre essere alto e dobbiamo essere assolutamente pronti. Gli esseri umani non sono sensibili alla malattia, ma questa causa gravi conseguenze socio-economiche nei Paesi in cui è diffusa. Per questo è necessario continuare a informare la popolazione, soprattutto per chi frequenta le zone rurali, per chi viene dall’estero, che non porti prodotti che potrebbero essere contaminati. È importante tenere alta la guardia, sia negli allevamenti che nei capi selvatici che vengono trovati anche accidentalmente: anche le segnalazioni sospette sono sempre importanti al fine di intervenire tempestivamente. Monitoraggio e contenimento li chiede anche Antonia Ricci, direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie, che invita le persone che dovessero avvistare carcasse di cinghiali a segnalarle subito alle autorità competenti. “Anche la popolazione – sottolinea Antonia Ricci – ha un ruolo importante sul controllo di questa malattia e invito tutti a tenere gli occhi bene aperti e sapere di cosa stiamo parlando, perché anche l’avanzo di cibo abbandonato, magari di un salume o insaccato già infetto, se trovato e mangiato da un cinghiale potrebbe contagiarlo e far diffondere la malattia”. Anche il presidente del Parco Colli Euganei, Alessandro Frizzarin ha ribadito che “fortunatamente non si è verificato nessun caso di trasmissione di questa malattia che potrebbe avere gravi ripercussioni
sull’agricoltura e sull’intera filiera economica. Per quanto riguarda il Parco Colli, ribadiamo l’importanza di continuare l’attività di monitoraggio, che è stata svolta in modo costante fino ad oggi. Inoltre, è fondamentale mantenere l’attività di contenimento della specie, che ha già prodotto buoni risultati, riducendo le richieste di risarcimento danni e aumentando il numero di cinghiali abbattuti”. Il primo focolaio di peste su-
ina in Italia è stato rilevato nel gennaio 2022 nella zona tra il Piemonte e la Liguria. Successivamente sono stati individuati
dei focolai in Lazio, Campania, Calabria, Basilicata e più recentemente a Pavia. Nei casi in cui vi è contaminazione di
Vincenzo Gottardo
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Imprese & Imprenditori
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#Regione
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Il dibattito. Agli Stati Generali dei Comuni elaborato un documento unico da inviare al Governo
“Nessuno potrà fermare 500 progetti da 833 milioni” Sul Pnrr i sindaci veneti dell’Anci fanno quadrato D
al Pnrr all’immigrazione, dalla voglia di autonomia alla necessità di far quadrare i conti dei bilanci comunali, i sindaci si sentono in prima linea e mandano un messaggio chiaro a Regione e Governo: non toglieteci risorse e non vanificate il lavoro di questi anni sul fronte delle nuove opere, degli investimenti e di una accoglienza più sostenibile. Non è un ultimatum ma un messaggio chiaro, confluito nel documento unico elaborato al termine Stati Generali dei Comuni del Veneto organizzati da Anci Veneto. Solo a scorrere l’elenco di chi si è alternato sul palco di Verona si comprende la portata di questa occasione di confronto: Mario Conte, presidente di Anci Veneto, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Damiano Tommasi, sindaco di Verona, Sergio Giordani sindaco di Padova, Roberto Bazzarello, referente Anci Giovani Veneto, Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona, Maria Rosa Pavanello, vicepresidente vicaria di Anci Veneto, Elisa Venturini, vicepresidente di Anci Veneto, Cristiano Corazzari, assessore alla Sicurezza e Territorio della Regione del Veneto, Francesco Calzavara, assessore alla Transizione Digitale della Regione del Veneto, Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico della Regione del Veneto. “Si è chiusa un’estate particolarmente complessa: i temi sul tavolo delle istituzioni, - ha esordito Conte - e in particolare di noi sindaci, erano e sono ancora molteplici. I flussi migratori, le emergenze economiche e sociali, i cantieri Pnrr, il mantenimento dei servizi a fronte delle ristrettezze di bilancio: sono tanti i frangenti in cui i sindaci sono stati chiamati in causa. In Veneto abbiamo dimostrato come, nonostante le tante difficoltà, i cantieri Pnrr procedono secondo i tempi stabiliti con l’80% delle
opere già aggiudicato, avviato e concluso e il restante 20% in fase di progettazione avanzata.I progetti portati avanti dai Comuni sono oltre 500. Il valore complessivo delle opere PNRR, in tutti gli ambiti (infrastrutture sociali, scuole, strade, transizione ecologica e pianificazione urbanistica, digitalizzazione) ammonta a ben 833.997.156 di euro. L’impegno dei nostri comuni deve essere rispettato. A cantieri aperti, o ad opere già appaltate, nessuno potrà dire “stop” perché i finanziamenti che prima c’erano improvvisamente non ci sono più e non sono stati sostituiti”. CONTE: “UNICA REGIA EUROPEA SULL’IMMIGRAZIONE” Sulla spinosa questione immigrazione, “tema sul quale stiamo facendo sforzi immani, a prescindere dalle opinioni di ognuno di noi, che su alcuni punti possono anche divergere”, Conte chiede per i sindaci “ regole certe e su un’unica cabina di regia che deve essere, lo sottolineo tre volte, europea. Le grandi strutture collettive non fanno altro che portare disagi che poi ricadono sulle nostre comunità. Vogliamo assolutamente scongiurare un’altra situazione come quelle di Cona e Bagnoli”. Sul piatto anche l’organizzazione interna ai municipi, alle prese con la cronica carenza di personale: mancano in media il 25% di dipendenti e anche i segretari comunali sono in difficoltà. Da qui l’accorato appello al governo. TOMMASI: “FACCIAMO GIOCO DI SQUADRA” “Credo che queste siano le occasioni in cui le tante parole che si usano per parlare di territori e comunità, - ha sottolineato il sindaco di Verona Damiano Tommasi - di capillarità della presenza delle istituzioni per un confronto serio sui temi che ci coinvolgono tutti i giorni. Sono convinto che se il gioco si fa di squadra, si riescono a trovare soluzioni che non vengono
Sopra: Mario Conte, Luca Zaia, Damiano Tommasi e Sergio Giordani (foto ufficio stampa Comune di Verona). A destra: Elisa Venturini e Roberto Bazzarello
condizionate da posizionamenti politici o da ideologie. Anci Veneto ha il compito di raccogliere le voci di tutti, trasversali, cariche di esperienza sul campo. Il senso di queste giornate non è solo segnalare problemi, ma soprattutto proporre e confrontare soluzioni”. VENTURINI: “I COMUNI NON SONO SEMPLICI ESECUTORI” Elisa Venturini, vice presidente di Anci Veneto, ha aggiunto: “I Comuni svolgono una funzione determinante nel rapporto tra i cittadini e le istituzioni e per questo il loro ruolo deve essere valorizzato anche nella fase in cui lo stato centrale prende le decisioni. I Comuni non possono essere semplici esecutori di
decisioni prese altrove, lo stato deve essere loro vicino e fornire gli strumenti per affrontare e gestire le situazioni che si presentano: in questo senso il ruolo dell’Anci come coordinamento e sintesi è assolutamente strategico”. BAZZARELLO: “GIOVANI SINDACI TANTI QUANTI GLI OTTANTENNI” A sottolineare la mancanza di giovani tra gli amministratori locali è stato Roberto Bazzarello, coordinatore regionale di Anci Giovani Veneto. “In Italia ci sono circa 20 mila giovani under-36 che ricoprono cariche nei comuni (sindaci, assessori o consiglieri comunali) di cui 1500 in Veneto. Ma siamo sempre meno,
solo il 18% del totale degli amministratori comunali. L’età media dei sindaci Italiani è di 55 anni ma la cosa preoccupante è che noi giovani, siamo tanti quanti i sindaci ottantenni e se continuiamo così ci ritroveremo sempre più sindaci pensionati. Stiamo lavorando per avvicinare i giovani alla politica. Abbiamo proposto di avviare una collaborazione con il Ministero dell’Istruzione con l’obiettivo di raccontare nelle scuole il lavoro de giovani amministratori. A livello locale organizziamo corsi di formazione gratuita in webinar e vogliamo realizzare i Consigli Comunali dei Ragazzi nelle città capoluogo insieme alla Regione”.
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Regione
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L’intervista. Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, fa il punto sul settore
“I bonus edilizi servono, c’è bisogno di forza lavoro” Le aziende stanno vivendo una fase di crescita, ma resta il problema dell’occupazione e dell’accesso al credito, occhi puntati su fonderie e metalmeccanica
Le aziende stanno vivendo una fase di crescita, ma resta il problema dell’occupazione e dell’accesso al credito, occhi puntati su fonderie e metalmeccanica
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alle prospettive sui bonus edilizi alla ricerca di personale, dalla situazione finanziaria alle prospettive per l’immediato futuro: Roberto Boschetto, presidente veneto di Confartigianato Imprese, fa il punto sul settore e lascia alcune proposte. Presidente, qual è lo stato di salute del settore al momento? “Dopo il covid per tutti gli artigiani c’è stata una crescita notevole. Di contro, purtroppo abbiamo dovuto affrontare la mancanza di personale, per cui non siamo riusciti a portare a termine molte commesse. D’altra parte questa difficoltà nasce per vari motivi, non solamente la denatalità ma anche perché molti preferiscono fare lavori. Soprattutto i nostri ragazzi italiani preferiscono, dopo l’università intraprendere percorsi di un livello diverso a cercare lavori d’ufficio. Per questo molte nostre aziende hanno dovuto ricorrere a personale dall’est Europa o dal Marocco. Ma attualmente mancano anche questi lavoratori e ciò ci ha messo in forte difficoltà, nonostante la parte economica sia buona. Non è vero quello che dicono spesso che nelle nostre aziende non si guadagna, invece si guadagna molto bene”. Perché? “Perché noi ci teniamo ai nostri dipendenti. Il rapporto che c’è nelle nostre aziende tra datore di lavoro e dipen-
dente è molto più forte rispetto a un’azienda e quindi a un’industria. In quel contesto una persona rappresenta un numero, da noi o si va d’accordo oppure ognuno va per la sua strada. Quindi questo permette di lavorare in sintonia, lavorare bene e permette anche a a molti dei nostri dipendenti di avere quella disponibilità di tempo che adesso viene molto richiesta, soprattutto dai giovani. I giovani non vogliono solamente lavorare e basta, ma voglio coltivare i propri hobby e seguire la famiglia”. Un altro problema del settore è quello dell’accesso al credito con tassi molto alti. “Sì, purtroppo proprio quando si sta lavorando bene la BCE sta aumentando quasi quotidianamente i tassi. Questo ovviamente mette in difficoltà le aziende da un lato perché non hanno la liquidità per mantenere il giro di cassa e dall’altro lato la clientela. Se prendiamo ad esempio il settore dell’edilizia che da dopo il covid ha ripreso alla grande, l’aumento dei tassi mette in difficoltà le giovani coppie e più in generale la classe media. Dopo la crisi del 2008 le costruzioni che finalmente avevano ripreso ora affrontano un nuovo calo, già lo notiamo e lo abbiamo fatto presente a livello nazionale”. Sul fronte dei bonus, cosa vi aspettate dal governo? “A fine anno cercheremo di capire e avere una riposta.
Roberto Boschetto presidente di Confartigianato Imprese Veneto
Quello che noi chiediamo è di continuare con più intelligenza e più capacità, a differenza di quanto fatto con il 110 per cento. I bonus servono all’economia ma anche al nostro patrimonio edilizio. La maggior parte dei nostri edifici hanno bisogno di una ristrutturazione, anche per rispettare i nuovi standard energetici europei. Speriamo che il governo sappia mettere in campo con intelligenza delle proposte adeguate, ben diverse dal precedente superbonus”. Tra i settori che stanno soffrendo vi sono le fonderie. “Già ad inizio anno ce ne siamo accorti da alcuni dati che arrivavano proprio dal comparto delle fonderie. Le nostre rilevazioni ma anche quelle di Confindustria ci dicono che già dall’inizio della
scorsa primavera questa attività ha subito un forte rallentamento. Siamo molto preoccupati perché tutto il settore della meccanica è molto forte nel mondo dell’artigianato che rappresenta una delle filiere più importanti del nostro mondo. La prospettiva brevissimo termine indica che da ottobre a novembre ci saranno minori commesse, una tendenza dovuta a vai fattori, sopratutto a livello europeo. La Germania, dove il Veneto lavora molto in particolare nel comparto delle automobili e delle macchine operatrici, sta affrontando una crisi pesante, con una inflazione maggiore della nostra. Questa congiuntura sfavorevole di riflesso di ripercuote sulle nostre imprese visto che siamo dei forti subfornitori della Germania oltre che di altri stati europei.
Non nascondiamo la nostra preoccupazione in questo frangente, sia sul fronte interno che su quello europeo”. Vi aspetta dunque una stagione impegnativa? Come sempre i nostri imprenditori non temono le sfide e quando c’è da rimboccarsi le maniche non si tirano certo indietro, quindi affronteremo anche questa congiuntura impegnativa. Con la stessa determinazione affronteremo anche i temi che come Confartigianato Imprese stiamo ponendo da livello regionale a quello nazionale, dialogando sui tavoli a Roma, ben consapevoli che certe misure richiedono un intervento ancora più ampio, a livello europeo. L’Europa orma è una realtà che con la quale dobbiamo quotidianamente dialogare e dobbiamo confrontarci”.
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Regione
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La consultazione. Calzavara: “Una nuova stagione per il riordino degli enti locali”
Fusioni di Comuni, a fine ottobre i referendum La Regione abbassa il quorum al 30 per cento Ecco i comuni al voto: Polesella - Guarda Veneta; Gambugliano - Sovizzo; Quero Vas - Alano di Piave; Carceri - Vighizzolo d’Este
A
fine ottobre si vota per nuove fusioni dei Comuni in Veneto. Il 29 e 30 ottobre sono in calendario quattro referendum consultivi in cui otto amministrazioni sottoporranno ai cittadini il progetto di fusione. E per la prima volta si vota con il nuovo quorum di partecipazione. I comuni che andranno al voto l’ultimo weekend di ottobre sono: Polesella - Guarda Veneta; Gambugliano - Sovizzo; Quero Vas - Alano di Piave; Carceri - Vighizzolo d’Este. Intanto il Consiglio regionale approva il disegno di legge sull’associazionismo intercomunale, le fusioni di comuni e le intese programmatiche di area, primo tassello, spiega l’assessore regionale al bilancio e alla programmazione Francesco Calzavara, all’interno del piano di riordino territoriale. “Le disposizioni approvate aiuteranno a dare rapida attua-
zione al Piano di Riordino territoriale adottato dalla Giunta regionale - ricorda l’assessore - e all’esame della Prima Commissione Consiliare per l’espressione del parere di competenza. In particolare, segnalo come abbassando anche il quorum di partecipazione ai referendum di fusione, che viene portato dal 50 per cento al 30 degli aventi diritto al voto, con ulteriore ribasso al 25 per cento laddove vi sia una alta percentuale di iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani con residenza all’estero, potremo avviare una nuova stagione legate ai processi di fusione che si lega strettamente a quella razionalizzazione della governance capace di sostenere una visione nuova, aggiornata e ancora più efficiente del territorio regionale. “Il referendum è il più importante istituto di democrazia di-
Francesco Calzavara, assessore al bilancio e alla programmazione
retta e abbassare il quorum non va ad intaccare questo diritto, ma intende combattere un fisiologico astensionismo – puntualizza Calzavara -. A fine ottobre celebreremo in Veneto ben 4 referendum consultivi su processi di fusione, una sorta di ‘fusion day’, in cui otto amministrazioni locali si confronteranno con i propri cittadini applicando il
nuovo quorum di partecipazione. Il Veneto con i suoi 563 comuni è la terza regione per numero di comuni, di cui 181 con meno di 3mila abitanti e in uno scenario decennale, circa 130 comuni veneti sotto i 10mila abitanti avranno serie difficoltà ad erogare servizi efficienti sul proprio territorio – conclude Calzavara
-. Intendiamo sollecitare una profonda riflessione sul tema al fine di individuare la dimensione media ottimale per continuare a garantire tutte le funzioni comunali. Questo potrà avvenire attraverso varie forme: le unioni di comuni, le conferenze dei sindaci e i futuri ATS (Ambiti territoriali sociali) che vedranno la nascita entro l’anno”.
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Regione
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La discussione. Di fronte alle critiche dei consiglieri di opposizione la Regione smentisce
Nervi tesi sui conti della Strada Pedemontana Veneta “L’importo sale ancora”, la replica: “Lettura sbagliata” Zanoni: “I mancati introiti dei pedaggi peseranno sui nostri bilanci”, Lorenzoni: “L’operazione si è rivelata un bancomat da cui attingere per 39 anni”
“A
l privato non si deve dare un euro in più per la realizzazione della Pedemontana. Se infatti la concessionaria avesse rispettato il cronoprogramma della terza convenzione del 2017, i lavori sarebbero terminati ben prima del Covid-19 e della guerra in Ucraina”. Il commento alla notizia dell’aumento dei costi della Superstrada Pedemontana Veneta di altri 361 milioni di euro, portando così l’ammontare per la sua realizzazione a 2 miliardi e 880 milioni, è dei consiglieri regionali del Partito Democratico, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto. Ma dagli uffici regionali arriva la smentita: “Si tratta di ricostruzioni non corrette tratte dai dati di bilancio, con il messaggio erroneo che alla Regione sarebbero già stati preventivati dall’azienda
realizzatrice maggiori costi per 300 milioni di euro. Fatto che al momento non trova alcun riscontro”. I dirigenti regionali si chiedono: “Pertanto cosa c’è di vero? I dati riportati sono dati di bilancio, pubblicati, interpretati traendo conclusioni che gli uffici non reputano corrette e applicabili alla SPV.I rapporti dell’azienda che sta realizzando l’opera con la Regione dipendono da un contratto e da un Piano economico finanziario, che sono altra cosa. Che poi la ditta abbia già segnalato alla Regione che l’infrastruttura è costata di più di quanto previsto, a causa della pandemia e dell’aumento prezzi per la guerra in Ucraina è certamente plausibile. Come già più volte comunicato, la Regione su tali istanze, peraltro nemmeno completamente computate, ad oggi non ha concesso né proroghe sui tem-
L’inaugurazione del collegamento tra la Pedemontana e la A27
pi di realizzazione né maggiori costi riconosciuti a carico della concessione”. Ma l’opposizione incalza anche sull’impatto del canone: “Non dimentichiamo – sottolinea Zanoni - i mancati introiti da pedaggi a causa di uno scarsissimo flusso di traffico. Con la terza convenzione del 7 marzo 2017, il presidente Zaia ha commesso il tragico errore di garantire alla SIS un canone
annuo per 39 annualità, per un ammontare complessivo di 12 miliardi di euro, ottenendo in cambio di incassare i pedaggi da flussi di traffico. Così facendo ha portato il rischio di impresa a carico dei cittadini veneti, e il risultato disastroso è sotto agli occhi di tutti, visto che le entrate da pedaggi sono insufficienti a coprire i costi del canone. Non finisce qui, perché, stando ai dati dei
primi sei mesi di quest’anno, anche con la realizzazione del tratto finale di Montecchio Maggiore, si prevedono entrate non superiori ai 100 milioni l’anno, contro un canone che in media ci costerà 300 milioni l’anno”. Su questo aspetto interviene anche Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione in Consiglio Regionale: “L’opera doveva aver definito tutti i termini contrattuali nel 2017, senza ulteriori sorprese. Invece secondo i privati la Pedemontana Veneta è un bancomat da cui attingere per 39 anni. Ed è sorprendente che gli amministratori della Lega critichino il superbonus per l’effetto che ha sul debito dello Stato, mentre l’operazione della SPV da loro congegnata è dello stesso stampo e ben peggiore. Infatti, non solo ha caricato un debito ‘mostruoso’ sulla comunità regionale, ma non si è nemmeno in grado di quantificarlo, come testimonia l’incertezza sull’entità dei pedaggi futuri”.
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Regione
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La collaborazione. Nuova partnership per la promozione del progetto “Le Buone Abitudini”
Aspiag Service Despar e Provincia di Padova insieme per la sana alimentazione nelle scuole C
resce il gruppo di lavoro de “Le Buone Abitudini”, il programma firmato Despar e rivolto alle scuole primarie per promuovere la sana alimentazione e stili di vita salutari, con la nuova partnership stretta fra Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, e la Provincia di Padova che affiancherà l’azienda nello sviluppo e nella diffusione del progetto. “Le Buone Abitudini” è infatti il programma di educazione alimentare che da diciassette anni Aspiag Service Despar promuove all’interno delle scuole primarie aderenti al progetto presenti nelle regioni in cui l’azienda opera. Dal 2006 quando è nato, “Le Buone Abitudini” è riuscito a formare 150 mila alunni, coinvolgendo oltre 6.500 classi appartenenti a più di 1.000 istituti scolastici in quasi 700 Comuni delle regioni in cui l’iniziativa è attiva. Da Padova, provincia che ad oggi conta 84 Comuni aderenti all’iniziativa, comincia ora
una nuova fase di sviluppo che mira a coinvolgere sempre più scuole e alunni su tutte le altre sei province del Veneto, in coordinamento con l’Assessore Regionale all’Istruzione Elena Donazzan. L’importante partecipazione della Provincia di Padova, inoltre, aiuterà il programma ad ampliarsi ulteriormente su tutto il territorio provinciale, grazie al coinvolgimento diretto dei 102 comuni a cui la stessa Provincia si rivolgerà in maniera diretta, anche attraverso l’intervento del Provveditorato agli Studi di Padova, al fine di coinvolgere le diverse amministrazioni comunali all’interno dell’iniziativa e dei suoi svilup-
pi futuri. Una collaborazione istituzionale significativa che arricchisce il gruppo di lavoro de “Le Buone Abitudini”, dove sono già operative altre due realtà pubbliche, l’AULSS 6 Euganea e l’Università di Padova: la prima in qualità di sviluppatore del progetto attraverso un percorso dedicato ai neogenitori e ai primi 1000 giorni di vita del bambino, e la seconda per la misurazione e la valutazione scientifica quinquennale degli impatti che il programma risulta avere sugli stili di vita adottati, nonché per l’elaborazione di una proposta di possibili interventi da attuare per la continua promozione della salute.
“Le Buone Abitudini” è un programma strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare, curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti (medico, psicologa, nutrizionista, cuoco, biologo e pedagogista) e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria in un percorso formativo, in linea con le indicazioni nazionali del MIUR. Oggi il programma è fruibile interamente online attraverso una piattaforma digitale (https://www.lebuoneabitudini. despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria, che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive. Un investimento in innovazione che da un lato ha permesso a Despar di continuare a stare al fianco delle scuole e degli alunni anche durante il periodo pandemico e, dall’altro, di aprire il progetto all’interno territorio nazionale grazie alla collaborazione del Consorzio Despar Italia.
3 domande a Stefania Tessari, Direttore Medico dell’UOC Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Ulss 6 Euganea 1. Quale è il ruolo dell’educazione e della prevenzione nello sviluppo di pratiche per l’adozione di una sana alimentazione e corretti stili di vita nei bambini? Il ruolo della prevenzione per la promozione di stili di vita salutari nei bambini è fondamentale per una crescita sana e in salute fin dai primi mille giorni di vita e ancor di più già prima del concepimento. Imparare fin da piccoli a seguire buone abitudini alimentari e praticare attività motoria aiuta a diventare studenti e sportivi brillanti con aumento delle capacità di apprendimento e adulti consapevoli e responsabili del proprio benessere fisico, psichico e relazionale. Il risultato nel lungo termine contribuirà alla riduzione di malattie croniche come malattie cardiovascolari, tumo-
ri, diabete, obesità e altre. 2. In che modo l’Azienda Ulss 6 Euganea promuove l’educazione alimentare e in quali iniziative si concretizza questo impegno? L’AULSS 6 Euganea ha un piano di prevenzione aziendale con programmi di promozione della salute che coinvolgono gli ambienti di vita (es. scuole, luoghi di lavoro), lungo tutto l’arco della vita delle persone. Tra i programmi, ha attivato un tavolo intersettoriale per le scuole a cui partecipano vari enti pubblici e privati, al fine di costruire una rete tenendo la persona, il bambino e la famiglia al centro dell’attenzione al fine di aumentare la consapevolezza e le abilità per adottare stili di vita salutari. L’Ulss 6 Euganea è impegnata in diverse attività di prevenzione per le scuole
e i Comuni, nelle mense scolastiche con la valutazione
dei menù e la diffusione del Ricettario 2.0 regionale, portale che presenta tantissime ricette varie ed equilibrate, a cui le scuole possono fare riferimento; ha ambulatori e consultori nutrizionali; svolge laboratori sulla sana alimentazione con le scuole elementari; svolge corsi alle future e neo mamme perché la salute parte proprio
da una sana alimentazione durante questi periodi preziosissimi. 3. Che cosa prevede il protocollo che avete siglato con Aspiag Service Despar e in che modo il programma Le Buone Abitudini si inserisce nel piano di prevenzione promosso dall’azienda sanitaria locale? Il protocollo siglato con Aspiag Service Despar e deliberato dal Direttore Generale dell’Azienda Ulss6, prevede una collaborazione sinergica tra le due parti. Tramite questo accordo l’Ulss 6 integra e promuove il programma “Le buone Abitudini” nelle scuole della provincia di Padova a partire dagli asili nido, fino alle scuole secondarie di primo grado. È stato inserito per l’AULSS6 tra i programmi promossi dalla regione nel piano di prevenzione.
IL PUNTO
di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service Despar per il Veneto
Pubblico e privato: una sinergia vincente per progetti di utilità sociale Il programma “Le Buone Abitudini” che la nostra azienda ha avviato ormai diciassette anni fa è riuscito ad aggregare un gruppo di lavoro che coinvolge partner istituzionali di primo piano ed è una dimostrazione tangibile di come la sinergia tra istituzioni e mondo dell’impresa sia vincente nel sostegno e la promozione di progetti di utilità sociale, ambito nel quale Aspiag Service Despar svolge da sempre un ruolo di primo piano. Come azienda, infatti, sentiamo forte la responsabilità verso i territori in cui siamo presenti ed è per questo che il nostro impegno sociale si concretizza in una logica di restituzione ai territori e alle comunità di parte del valore che da essi riceviamo. Ne è un esempio concreto il programma “Le Buone Abitudini” nel quale continuiamo ad investire con convinzione perché lo riteniamo uno strumento dal grande potenziale e un concreto supporto alla scuola e alle famiglie per informare e rendere sempre più consapevoli le giovani generazioni su una tematica centrale come la promozione della sana alimentazione e di corretti stili di vita. I numeri di coinvolgimento di questo importante progetto sono in continua crescita e, anche grazie al coinvolgimento di partner istituzionali di primo piano, vogliamo rafforzare sempre più un ponte tra scuola, famiglia, società e istituzioni per accrescere la consapevolezza su una tematica centrale per lo sviluppo delle società come la qualità della vita. Essere un attore sociale al fianco delle necessità dei territori e delle comunità in cui ci inseriamo è da sempre una missione che ci caratterizza, vogliamo esserlo sempre di più portando il nostro modo di fare impresa e contribuendo, in un dialogo costante con tutti i soggetti che animano la vita del territorio, a costruire uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
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OTTOBRE 2023
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Ottobre in rosa La campagna della Lilt, gli screening promossi dalla Sanità veneta
L
Tumore al seno, la prevenzione è sempre la risposta giusta
a prevenzione è sempre la risposta giusta”, è il claim di quest’edizione della campagna Nastro rosa 2023, l’appuntamento della Lilt (la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che ad ottobre, ogni anno, promuove la campagna Lilt for Women per informare e sensibilizzare le donne sulla vitale importanza della prevenzione del cancro al seno. Il carcinoma mammario, considerato il big killer numero uno delle patologie tumorali, che annualmente colpisce circa 60 mila donne in Italia, si inizia a combattere proprio attraverso la prevenzione e la diagnosi precoce. La Lilt, grazie alla capillarità delle sue 106 Associazioni provinciali ed i 20 Coordinamenti regionali, risponde a questa “emergenza” offrendo una serie di strumenti e iniziative volti a responsabilizzare ragazze e donne su questa patologia. Durante l’intero mese di ottobre negli ambulatori aderenti della Lilt, distribuiti sull’intero territorio nazionale, sarà possibile prenotare visite senologiche, contattando il numero verde 800-998877 (lun-ven 10-15). Verrà inoltre distribuito materiale informativo e illustrativo con l’intento, da un lato di ridurre i fattori di rischio e, dall’altro, di fornire la conoscenza adeguata ad ogni donna per effettuare in autonomia, una corretta autopalpazione con l’autoesame mensile, per conoscere meglio il proprio seno, seguito da controlli clinico-diagnostico-strumentali di fondamentale importanza (ecograProsegue alla pag. seguente
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Le regole per un uso corretto e consapevole degli antibiotici
La campagna della Lilt, gli screening promossi dalla Sanità veneta Segue dalla pag. precedente
A
ntibiotico-resistenza, le dieci cose da sapere per combattere il fenomeno. Le regole per un uso corretto e consapevole degli antibiotici sono state illustrate in occasione del World patient safety day, la giornata mondiale della sicurezza del paziente, promossa ogni anno dall’Organizzazione mondiale della sanità. Gli antibiotici sono un bene prezioso ma, affinché la loro efficacia possa rimanere inalterata in futuro, è necessario che tutti contribuiscano attraverso un uso corretto e responsabile. Dunque è bene sottolineare che sono farmaci utilizzati per trattare le infezioni batteriche, non hanno alcuna efficacia contro altri tipi di infezioni, come il raffreddore e l’influenza punto. La resistenza degli antibiotici (AMR) è un meccanismo naturale di difesa dei batteri. Tale fenomeno è stato amplificato da un uso eccessivo - e in molti casi inappropriato - degli antibiotici sia in medicina umana, sia in quella veterinaria e per il trattamento di alcuni prodotti vegetali. Di conseguenza le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti sono più difficili da curare rispetto a quelle
causate da batteri sensibili: il decorso della malattia è più lungo; la probabilità di insuccesso terapeutico è maggiore; la possibilità di multiresistenza è alta, ciò significa che alcuni microrganismi diventano capaci di resistere a più antibiotici contemporaneamente riducendo così la scelta terapeutica del paziente. La prevenzione rimane sempre la via maestra anche per evitare le infezioni: è sempre importante adottare delle buone pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, compresa l’igiene delle mani. Da evitare assolutamente l’auto prescrizione o l’automedicazione. Gli antibiotici vanno usati solo se prescritti dal medico e mai quelli rimasti da una terapia precedente. E devono essere seguite sempre responsabilmente le indicazioni del medico, del veterinario per il tuo animale da compagnia, sulle modalità di impiego degli antibiotici e la durata la terapia. La vaccinazione può prevenire alcune malattie batteriche e quindi è una validazione per contrastare l’antibiotico- resistenza. Infine è consigliato smaltire le dosi avanzate o scadute negli appositi contenitori.
fia-mammografia-RMM), indispensabili per riconoscere il carcinoma della mammella nella sua fase iniziale, visto che, la possibilità di guarigione per tumori al seno che misurano meno di un centimetro è di oltre il 90%. Lo screening mammario è dunque la strada giusta. Lo confermano anche i dati del Veneto, come ricorda lo stesso governatore Luca Zaia, citando i dati dello scorso anno. “Nel 2022, 255 mila donne tra 50 e 74 anni hanno partecipato allo screening per il cancro alla mammella. Grazie a questo semplice esame sono stati diagnosticati 1.654 tumori, 1053 dei quali in fase precocissima, addirittura ancora asintomatici e quindi con diagnosi e prognosi estremamente favorevoli” sottolinea Zaia , introducendo “Ottobre in rosa”, un mese dedicato anche in Veneto alla promozione della prevenzione contro il cancro alla mammella. “Il mese di ottobre e il colore rosa -afferma - sono quindi da considerare un mese e un colore che simboleggiano vite salvate. E’ bello sapere che il Veneto ha una delle più alte adesioni nazionali allo screening mammario, ma è una quota che a fine ottobre contiamo possa ancora crescere, così come lungo tutto il resto dell’anno”. Il Veneto partecipa al mese dedicato alla consapevolezza e alla sensibilizzazione delle donne sulla prevenzione del tumore al seno, tramite decine di iniziative che, per tutto il periodo, coinvolgeranno l’intero sistema sanitario regionale e tutte le Ulss nella diffusione delle buone pratiche di prevenzione contro il cancro alla mammella. Il tutto è correlato strettamente al nuovo Piano Regionale della Prevenzione nella parte denominata “Vivo bene, scelgo gli screening”. “In questo il Veneto è precursore – aggiunge Zaia – perché i primi screening furono avviati a fine anni ’90, prima che entrassero nei Livelli Essenziali di Assistenza e perché, di fronte alla norma nazionale che prevede l’offerta alle donne tra 50 e 69 anni, noi abbiamo allargato il range fino ai 74 anni e ci apprestiamo, con il Piano di Prevenzione Regionale 2020-2025, a inserire nei programmi anche donne tra 45 e 49 anni. Così scoviamo il mostro prima che faccia danni gravi, al resto poi ci pensano i nostri bravi medici e l’organizzazione delle Breast Unit che, con un team multidisciplinare, prendono in carico la donna dalla prima diagnosi attraverso le cure necessarie e fino all’auspicata guarigione”. “Lo screening – fa notare l’assessore veneto alla Sanità, Manuela Lanzarin – è totalmente gratuito ed estremamente raffinato, tanto che le mammografie sono lette da due radiologi in modo indipendente e i singoli percorsi sono monitorati centralmente. In caso di negatività la donna viene richiamata periodicamente ogni due anni. Se invece emerge la necessità di approfondire la situazione, le Ulss contattano la donna e si fa carico della programmazione di tutto il necessario”. Nel primo trimestre del 2023, l’adesione delle donne all’invito delle Ulss allo screening del tumore al seno è stata pari al 69%. Un ulteriore 10%, dopo aver ricevuto l’invito, ha comunicato di aver già effettuato gli esami di screening attraverso altri canali. In questi casi è importante che le donne rispondano all’invito della propria Ulss comunicando la data del controllo effettuato, per permettere la programmazione del successivo invito da parte del Sistema Sanitario Regionale. La partecipazione delle donne che continuano periodicamente ad aderire all’offerta di screening dell’Ulss è ancora superiore (più dell’80%).
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Tumori cerebrali. La ricerca condotta da un team internazionale coordinato dal professor Corbetta
Nascita e sviluppo del temuto glioblastoma sono in relazione con le connessioni cerebrali T
umori cerebrali, un importante traguardo è stato raggiunto da un team internazionale di ricerca, frutto di una collaborazione tra le Università di Padova, Berlino e Bordeaux e l’Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova, coordinati dal prof Maurizio Corbetta, professore di Neurologia, Direttore della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale Università di Padova e Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (Vimm). I risultati della ricerca sul glioblastoma, il più comune tumore cerebrale maligno per cui non esistono ancora terapie efficaci, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica americana Jama Neurology. Finora la maggior parte degli sforzi su questa malattia si sono concertati sulle caratteristiche del tumore stesso (le sue mutazioni, le sue interazioni col sistema immunitario, la risposta alla terapia). In questa ricerca invece l’attenzione è stata posta sulle caratteristiche dell’organo in cui si sviluppa questo tumore: il cervello. Il cervello è costituito dai neuroni e dall’insieme delle fibre che connettono tra di loro le aree cerebrali, che costituiscono il “connettoma”. Le connessioni sono quindi paragonabili a delle strade, che mettono in comunicazione le varie regioni del cervello. Nel lavoro “White Matter Tract Density Index Prediction Model of Overall Survival in Glioblastoma” il gruppo di ricercatori ha dimostrato che la prognosi di questa malattia dipende anche e soprattutto dalla densità di connessioni strutturali (i fasci
di fibre che connettono le aree cerebrali tra di loro) nella regione in cui si sviluppa il tumore. In particolare, si è visto che, quando il tumore cresce in aree ad alta densità di fibre, la sopravvivenza dal momento della diagnosi è più breve, viceversa quando il glioblastoma si localizza in regioni cerebrali a bassa densità di fibre la prognosi è migliore. Il motivo può consistere nel fatto che, quando il tumore cresce in regioni in cui ci sono più fibre (ovvero più “strade”), ha maggior probabilità di diffondersi alle restanti regioni del cervello. La particolare strategia messa a punto dai ricercatori Alessandro Salvalaggio, Ricercatore del Dipartimento di Neuroscienze, Lorenzo Pini, Assegnista del Padova Neuroscience Center e del Vimm, e Maurizio Corbetta, permette di calcolare un indice di densità delle fibre di sostanza bianca dove cresce il tumore senza necessità di esami specifici, ma soltanto partendo dalla risonanza magnetica cerebrale che tutti i pazienti eseguono prima dell’intervento chirurgico. La scoperta dei tre ricercatori è anche oggetto di un brevetto italiano ed internazionale. “I risultati di questo studio dimostrano come l’approccio al glioblastoma non possa non considerare lo speciale organo nel quale cresce, il cervello umano” ha sottolineato Maurizio Corbetta, coordinatore dello studio. “Le evidenze emerse da questa ricerca, oltre ad aver portato alla creazione di un indice diagnostico non
Una scoperta che oltre ad aver portato alla creazione di un nuovo indice diagnostico non invasivo nella definizione della prognosi, fornisce possibili spunti per nuovi approcci terapeutici invasivo, forniscono possibili spunti e indicazioni per nuovi approcci terapeutici”. Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha voluto congratularsi pubblicamente con il team di ricerca internazionale, orgoglioso in particolare del contributo Veneto alla importante scoperta. “La scoperta che la sopravvivenza nel tumore cerebrale dipende dalla densità delle connessioni è l’ennesimo traguardo di una sanità che non solo assicura le cure più adeguate ai suoi cittadini, ma anche partecipa al lavoro che ogni giorno vede impegnati i maggiori scienziati mondiali. Da sottolineare anche, in questo caso, la grande sinergia messa in campo dai poli di ricerca del Veneto, che hanno collaborato all’unisono: l’Azienda Ospedale Università di Padova, l’Ateneo Padovano, lo IOV ed il Vimm”. “Molti dei ricercatori – ha concluso hanno effettuato importanti esperienze all’estero e hanno scelto di ritornare in Italia, in Veneto per proseguire la loro attività scientifica e assistenziale: un ulteriore motivo di orgoglio per l’intera sanità della nostra regione”.
Incidenti domestici. Alcuni accorgimenti per rendere la nostra casa più sicura La casa in cui viviamo è davvero sicura? E’ la domanda che l’Ulss 2 Marca Trevigiana pone come spunto di riflessione per sottolineare come di fatto non sia così. Ogni anno, infatti, avvengono circa 3,2 milioni di incidenti domestici in tutto il territorio nazionale – rende noto l’azienda sanitaria – e le persone più colpite solitamente sono le donne, i bambini e, soprattutto, gli anziani. E’ possibile invertire questo trend e mettere la propria casa in sicurezza? Decisamente sì. Innanzitutto – si spiega dai social media dell’Ulss 2, è necessario mappare l’abitazione, verificando che sia in ordine e, se emergono pericoli oggettivi, bisogna avviare un programma di “bonifica” rimuovendo ciò che risulta pericoloso o adottando mezzi di protezione. Mettere in sicu-
rezza la propria casa dev’essere una priorità, tenendo presente che anche le più piccole accortezze possono talvolta davvero salvare la vita. L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha dunque predisposto una infografica con alcuni consigli per evitare gli incidenti domestici. In primo luogo, è importante mettere e utilizzare i corrimani su tutte le scale di casa. E’ buona abitudine non lasciare mai fuori posto sedie e sgabelli. Quando la sera cisi sposta bisogna illuminare adeguatamente i locali. Non dimenticarsi di bloccare i tappeti presenti in casa e togliere quelli scendiletto per evitare il rischio d’inciampo, soprattutto di note. Tenere a portata di mano gli attrezzi da cucina è un’altra delle buone abitudini da seguire per agevolare la presa durante l’uso quoti-
diano. Le prolunghe degli elettrodomestici vanno poste lungo i bordi dei muri, accostandoli al battiscopa. Attenzione ai farmaci: vanno posizionati in un’apposita cassetta. Infine, i detersivi vanno tenuto in luoghi separati dalle bevande. Piccoli accorgimenti che possono sembrare anche scontati ma che possono davvero essere utili per prevenire un bel po’ degli incidenti domestici che si registrano in numero ancora eccessivamente elevato.
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Si parte ad ottobre. E’ su base volontaria ma consigliata soprattutto per i soggetti più fragili
Al via la campagna per la vaccinazione contro l’influenza stagionale e quella contro il Covid-19 La Regione Veneto ha acquistato un milione di dosi di vaccini contro l’influenza stagionale e il Ministero della Salute ha previsto per la nostra regione 700mila dosi contro il Covid-19. I vaccini si possono somministrare insieme
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arte il 16 ottobre la campagna per la vaccinazione contro l’influenza stagionale, la Regione del Veneto ha acquistato 1milione di dosi, aumentando anche la disponibilità di vaccino spray nasale per i bambini dai 2 ai 6 anni. Tra inizio e fine mese prende il via anche la campagna vaccinale contro il Covid-19, che procederà con gradualità in base alle dosi fornite dal Ministero della Salute, che ha previsto 700 mila dosi per il Veneto con consegna a scaglioni settimanali. Di conseguenza, seguendo un criterio di protezione delle persone più fragili, coinvolgerà le RSA e già a fine ottobre il vaccino sarà reso disponibile per i Medici di Medicina Generale e le Farmacie aderenti per proteggere le altre categorie di soggetti fragili e la popolazione generale. La vaccinazione antinfluenzale – è la precisazione della Direzione Prevenzione della Regione Veneto – potrà essere somministrata in sicurezza insieme alla vaccinazione anti Covid. Entrambe sono su base volontaria. Si ribadisce che rappresentano un efficace e sicuro strumento di protezione. Non occorre prendere nessun farmaco o integratore prima della somministrazione. Gli effetti collaterali più frequenti sono qualche linea di febbre e un po’ di dolore nel punto di iniezione. “La vaccinazione contro l’influenza – sottolinea ancora la Direzione Prevenzione della Regione Veneto - è importante perché
riduce il rischio di gravi complicanze, tra cui quelle a carico del cuore. Vaccinarsi, infatti, riduce di oltre un terzo il rischio di eventi cardiovascolari gravi soprattutto nei soggetti che già soffrono di malattie cardiache (infarto, ictus, etc.). La vaccinazione risulta particolarmente utile, infine, nell’evitare riacutizzazioni di malattia nei soggetti immunocompromessi, diabetici, asmatici o con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale vigente riportano, tra gli obiettivi di copertura il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale per tutti i gruppi target. Il vaccino antinfluenzale è gratuito e raccomandato per le persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza; per i soggetti di età pari o superiore a 60 anni; gli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori.
Ma anche per il personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. E inoltre per i donatori di sangue, i bambini sani nella fascia di età 6 mesi - 6 anni e le donne in gravidanza. Oltre alla vaccinazione per la prevenzione della trasmissione dei virus influenzali, così come del Covid-19, è importante seguire scrupolosamente alcune misure per ridurre il rischio di diffusione. Vale sempre la buona abitudine di lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente; osservare una buona igiene respiratoria, usare la mascherina o isolarsi volontariamente a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale. E’ buona norma evitare il contatto stretto con persone ammalate mantenendo un distanziamento fisico di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza. E infine evitare di toccarsi occhi, naso o bocca con le mani.
Integratori alimentari sì ma con buon senso Gli integratori alimentari sono “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate” scrive il Ministero della Salute nel suo portale, alla pagina delle linee guida curata dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione. “Sono ricostituenti pensati per sopperire a carenze nutritive in momenti di particolare stress o debolezza fisica” è la definizione che si legge nella pagina Facebook dell’azienda Ulss 5 Polesana, nel contesto
della rubrica “Giovani e salute”. Gli integratori possono essere senz’altro utili ma è importante, tuttavia, non esagerare e vanno assunti
solo in caso di reale necessità. “Prima di assumerne – si ribadisce nella rubrica dedicata alla salute dei giovani - è importante tenere a mente alcune importanti indicazioni”. Innanzitutto è bene tener presente che gli integratori non sostituisco-
no, ma integrano, un’alimentazione sana e regolare. I multivitaminici e gli integratori non sono necessari a ragazzi e ragazze in salute. È invece possibile incrementare l’apporto di sali minerali e vitamine con una dieta adeguata. Di fatto, le uniche eccezioni, da tenere sotto controllo medico, sono la vitamina D e il ferro. E’ bene sapere che l’uso esagerato di integratori vitaminici senza motivazioni di tipo medico obbliga l’organismo a un maggior lavoro per metabolizzare ed eliminare le vitamine in eccesso e che un uso improprio di creatina e stimolatori può danneggiare fegato e reni e provocare disidratazione, crampi muscolari e allo sviluppo di apnee notturne. L’indicazione, dunque, è quella di farne uso con buon senso e soprattutto se esiste realmente la necessità di assumerne.
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Turismo - Sì viaggiare
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Romania
Fundata, qui rivive solitaria l’anima più autentica ca dei Carpazi di Renato Malaman
La località montana della Transilvania è stata eletta miglior destinazione turistica 2023 della Romania. Aria pura, paesaggi di solenne bellezza, ospitalità in case tradizionali e possibilità di fare tanti sport all’aperto sono i suoi punti di forza. L’ex campione di biathlon Ovidiu Garbacea vi ha realizzato un attrezzatissimo centro sportivo internazionale: il prossimo anno ospiterà gli Europei di Mountain Bike undata, fiore all’occhiello della Romania Fdell’anno. nel 2023. Migliore destinazione turistica Un premio alla bellezza cristalli-
na delle sue montagne, alla sua aria pura e all’aver saputo conservare un patrimonio di tradizione e di costumi popolari unico. Per parlarne partiamo dalla polenta o dai campionati europei di Mountain Bike? Sull’arrivo invece non ci sono dubbi: il nuovo aeroporto di Brasov, città nel cuore della Transilvania; scalo atteso e inaugurato giusto nell’aprile scorso. Accoglierà presto anche voli low cost dal Nord Italia. Polenta ed “europei” di Mountain Bike, si diceva. E cosa c’entrano? Con il Veneto e con l’Italia molto. La polenta perché anche nella regione di Fundata, nel cuore profondo dei Carpazi, è alimento simbolo della tradizione, com’è (o per lo meno era) anche nel Veneto. Dentro ai paioli di rame con la farina gialla si mescola anche la storia, intesa come valori ancestrali. E la Mountain Bike? Fundata ospiterà il prossimo anno i campionati europei della specialità grazie ai buoni uffici di un italiano: Enrico Della Casa, attuale presidente del Comitato Europeo della Federazione internazionale di Ciclismo. Arrivato a Fundata, dopo il doloroso annullamento (a causa degli eventi bellici) degli europei previsti da tempo in Ucraina, Della Casa è rimasto colpito dalla bellezza e dall’efficienza dell’impianto realizzato dalla famiglia Garbacea (Ovidio, ex campione di biathlon, e il figlio Alexandru, ex campione di motociclismo) all’interno del Centro sportivo internazionale “Cheile Gradistei” già frequentato per allenamenti e competizioni da nazionali di vari sport: biathlon, sci da fondo, pattinaggio su ghiaccio, snowboard, nuoto. Un centro sportivo che è cresciuto grazie alla disponibilità di un cospicuo numero di posti letto, nei vicini hotel di famiglia. E che ha come sfondo boschi di abeti rossi, pascoli, una corona di montagne di grande suggestione, come il Piatra Craiului, i dolci rilievi dei monti Bucegi e i Leota. Più in là,
In alto: una veduta panoramica su Fundata. A sinistra, qui a fianco: l’interno di una tipica casa contadina e l’esterno di un’altra abitazione; a destra una coppia di contadini di Fundata; Sotto: sci di fondo estivo al Cheile Gradistei. A fianco: il famoso castello di Bran, dove venne ambientato il romanzo“Dracula”
all’orizzonte, i seghettati profili dei Monti Fagaras. Ora i Garbacea hanno realizzato anche un adrenalico Alpine Coaster, il bob su rotaia su cui si può regolare la velocità di discesa. Fundata, insomma, si ritrova all’improvviso sotto i riflettori. Anche perché ad attribuirle il riconoscimento di miglior località turistica del 2023 è stata la stampa specializzata rumena. Che ha fatto valere, anche se a prima vista sembra un controsenso, l’intimità di questi luoghi di montagna, adagiati a 1360 metri di altezza. Un’intimità che si rispecchia anche nello spirito di accoglienza di questa comunità, capace di rendere i villaggi contadini di cui è custode da secoli un luogo di accoglienza insolito e particolare. Un albergo diffuso che fa perno sulle semplici e pittoresche case contadine, costruite in legno e caratterizzate da tetti molto spioventi. Spesso le loro pareti
sono decorate: riprendono i motivi tradizionali di questa remota regione carpatica. Le abitazioni più vecchie si armonizzano bene con le nuove costruzioni, ovvero case di gusto contemporaneo in stile hobbit, dal tetto ricoperto d’erba e costruite in legno e pietra, oltreché in stile tiny house. Siamo in Transilvania, il castello di Bran (quello dove a fine ‘800 lo scrittore irlandese Bram Stocker ambientò il suo celebre romanzo “Dracula”) è dietro l’angolo. Una zona sempre rimasta ai margini dello sviluppo turistico, gelosa della sua anima popolare e delle sue leggende, e per questo oggi così apprezzata per la sua autenticità. “A Fundata il cielo incontra la terra - dice convinto il sindaco Marian Florin Patea – Il suo paesaggio e le sue bellezze naturalistiche richiamano ogni anno 400.000 turisti, desiderosi di un’esperienza a contatto con la natura e con la gente del posto. Non
dimentichiamo che qui si respira l’aria più pura della Romania”. Stefan Bacia, il presidente della Fijet, la stampa turistica rumena, spiega il segreto del magnetismo di questo territorio: “A Fundata si ha uno spaccato straordinario sulla vita di montagna e si possono svolgere molte attività all’aperto, come escursioni a piedi o in bicicletta, uscite a cavallo o in carrozza e tour in fuoristrada. D’inverno questo diventa un paradiso per gli sciatori”. Un contributo importante alla divulgazione dei valori di questo territorio di montagna lo ha dato anche il famoso documentarista Charlie Ottley, autore di “Wild Carpathia” e “Flavors of Romania”. Per capire meglio l’originale “genius loci” di Fundata e dei suoi due villaggi, Sirnea e Fundatica, va visitato il museo etnografico “Nicolae Fruntes”. Una rappresentazione dell’arte e dell’architettura locali la si trova nella
chiesa ortodossa di Sirnea. Fundata si distingue anche per una cucina rustica, che ha subito poche contaminazioni culturali, basata, oltreché sull’immancabile polenta, su carne suina (imperdibili le salsicce), bovina e ovina, formaggi, verdure dell’orto. Tutto innaffiato dalla tradizionale palinka, un distillato forte a base di prugna. Da accompagnare a delle buone frittelle. Fundata e il suo bel territorio offrono ospitalità in grandi complessi, come l’EuroPark Hotel o in lussuosi hotel come il nuovo Teleferic della vicina Poiana. Ma anche in piccole pensioni o bed & breakfast come The Barn, Crai Nou, Valea Lupilor, Poarta Crailui, Charley Ottley’s House, Padina Ursului, Piatra Alba, Plai cu Dor, Pelinica, Raza Soarelui. Ognuna ha una storia da raccontare, spesso davanti al focolare. Al cui fuoco talvolta cuoce lenta la gialla, terragna e familiare polenta…
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Enogastronomia
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La ricetta. La cuoca Anna Maria Pellegrino e l’avvocato Mario Calgaro spiegano il piatto tradizionale del Veneto
C’è sapore di Storia nei bigoli con l’arna Il piatto è tipico del periodo che ricorda la “Madonna del rosario”, ossia “Madonna della vittoria” festa istituita per ricordare la vittoria dei cristiani a Lepanto nel 1571. Senza quella vittoria oggi con i musulmani in Europa non mangeremmo maiale
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uando Anthelme Brillat Savarin, che fu un protagonista sommo della gastronomia oltre che della rivoluzione francese, spiegava che “la scoperta di un nuovo piatto contribuisce di più alla felicità del genere umano che non la scoperta di una nuova stella”, non intendeva tessere l’elogio della crapula, bensì sottolineare che il cibo ha un valore culturale importante, in quanto ricapitola la nostra storia nel piatto o nel bicchiere, come e meglio di un museo, e ha un valore di convivialità perché quando si condivide la mensa aumenta la conoscenza, l’amicizia e, quasi sempre, la pace. A meno che non siate a tavola con Alboino e Rosmunda, che usavano bicchieri dalle fogge sconsigliate, oppure partecipiate alla “cena delle beffe”, nel qual caso è meglio bere veloci e convinti prima che i pugnali vi colgano o ci pensi la peste, quella evocata contro i nemici dalla frase di Amedeo Nazzari entrata nella storia. La premessa è importante perché andiamo a parlare di un piatto e di un personaggio che spiegano bene quanto la memoria (e dunque la storia) siano importanti in cucina. Il piatto sono i “bigoli con l’arna”, in italiano “bigoli con il ragù d’anatra” mentre il personaggio è Annamaria Pellegrino, padovana, cuoca intelligente perché approfondisce i significati del cibo e del vino, inserendoli nel contesto storico che li ha prodotti e nel quadro sociale contemporaneo in cui vivono. Faccio un esempio: non si può parlare allegramente dell’avocado che l’Italia importa sempre più dal Cile senza dire che questa coltivazione lascia senz’acqua i cileni a cusa delle coltivazioni dissennate. Il suo, quindi, è un esempio di approfondimento culturale che è decisivo in un’epoca di superficialità trionfante. “Mi definisco – spiega - un’artigiana e filosofa della cucina, che coniuga la competenza che deriva dallo studio e dalla continua ricerca, con l’amore per il cucinare”. Tra le sue molteplici attività, Annamaria è anche autrice per la tv (ospite fissa di Geo, su Rai3) nonché presiden-
La cuoca Annamaria Pellegrino e l’avvocato Mario Calgaro. Un piatto di bigoli con l’arna
te dell’Associazione italiana food blogger, che ha fondato. Se, allora, provate a chiedere a lei il significato dei “bigoli
con l’arna”, piatto tipico delle campagne venete, vi risponderà risalendo addirittura alla battaglia di Lepanto. Il 7 otto-
bre 1571 la flotta cristiana della “Lega santa”, i cui effettivi erano per metà costituiti dalla Repubblica di Venezia, otten-
ne una schiacciante vittoria sull’impero ottomano nella battaglia di Lepanto svoltasi nel golfo di Corinto. Per capire le dimensioni dello scontro, basta pensare che la flotta della “Lega santa” era composta da 204 galee e 6 galeazze con 1815 cannoni; 28mila soldati più 13mila marinai e 43mila rematori. Le perdite per i cristiani furono di 7.576 uomini contro i trentamila morti dei turchi. A quella battaglia partecipò anche Miguel de Cervantes, autore poi del “don Chisciotte”. La vittoria navale impedì all’impero ottomano di conquistare l’Europa, almeno per un secolo. Nel 1683, infatti, il pericolo si materializzò nuovamente. E l’esercito cristiano respinse gli ottomani a Vienna l’11 settembre dopo un assedio durato mesi. Ma torniamo a Lepanto. Per celebrare la vittoria, papa Paolo V istituì il 7 ottobre la festa della Madonna della Vittoria, che poi fu trasformata nella festa della Madonna del rosario e trasferita alla prima domenica di ottobre. Il piatto del periodo è quello dei “bigoli con l’arna”, secondo una tradizione che dura ancora oggi. Perché l’anatra? Perché è un animale che gira nella corte. E perché i bigoli? Perché, come ricorda un altro autorevole sapiente della cucina, l’avvocato Mario Calgaro, un tempo specie in campagna esisteva solo la pasta fatta in casa, prodotta con il “bigolaro”, in quanto la pasta secca commercializzata resterà sconosciuta sino agli anni Cinquanta in Italia. Si può concludere che i “bigoli con l’arna” celebrano la vittoria di Lepanto e, in senso molto lato, sono un piatto anti-islamico. Antonio Di Lorenzo
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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti
Torna “Vita da Carlo”: serie migliore della precedente T
orna “Vita da Carlo” e trasloca su Paramount+. La serie comica scritta, diretta e interpretata dal celebrato attore romano approda in streaming con una seconda stagione più riflessiva e divertente della prima. Paramount+ gode (per il momento, ma chissà per quanto ancora) del vantaggio di essere built-in nell’offerta degli abbonati Sky. È con prodotti come “Vita da Carlo” che l’azienda nata dalla fusione tra Viacom e Cbs mira a distinguersi e a staccare la concorrenza. Punta a riuscirci grazie all’autorialità, ai nomi di grandi richiamo - Sylvester Stallone osannato a Cinecittà per l’inaugurazione della piattaforma, esattamente un anno fa - e soprattutto grazie al binomio che per decenni ha associato la parola “cinema” al marchio Paramount. Com’è, quindi, la seconda stagione di “Vita da Carlo”? Meno scontata rispetto alla prima, ma è sicuramente più romana. Verdone - che non ha mai nascosto una certa fatica nel girare dieci episodi da mezz’ora (“del resto questo è il modello produttivo di oggi, tutti facciamo le serie” ha detto in conferenza stampa) si sbriglia dalle costrizioni di tempo e di mezzi che spesso presenta il cinema. Il risultato è una seconda stagione a tratti malinconica - ogni operazione in cui un autore diventa specchio della propria vita è destinata a raccontare più ombre che luci - ma senz’altro più riuscita. Le risate sono meno forzate, i richiami all’attualità - che nella prima erano onnipresenti, in virtù della storia in cui Verdone puntava alla poltrona di sindaco di Roma - non sono così fuorvianti e le guest star non sovrastano mai il carisma di Verdone, che da bravo padrone di casa accoglie ciascuno di loro, da Zlatan Ibrahimovich a Maria De Filippi, per concedere (almeno) una scena memorabile. Nella seconda stagione di Vita Da Carlo, il nuovo che avanza ha il duplice volto della popstar Sangiovanni - Giovanni Pietro Damian, vicentino classe 2003 ed ex stella di “Amici” – e dell’attrice Ludovica Martino. I due - nella serie - sono scelti da Verdone come gli interpreti del suo film d’autore, “il suo Otto e mezzo” come lo definisce lui: Maria F. Sangiovanni avrà il compito di portare sullo schermo Carlo da giovane, mentre a Martino tocca il ruolo della protagonista titolare del film.
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Film e serie tv visti da vicino
Rubrica a cura di
Paolo Di Lorenzo
“Un’estate fa”, prodotto ok che contiene moltitudini “U
n’estate fa”, la serie in onda su Sky dal 6 ottobre, è una storia sull’effetto manipolatorio che la nostalgia può avere sulle nostre vite. Elio, un affermato avvocato quarantenne, è costretto a rivivere il suo più grande trauma, cioé quando viene rinvenuto il cadavere di Arianna, l’amore dei suoi 18 anni. Il ritrovamento riapre l’indagine, trent’anni dopo, sulla sua morte ed è l’occasione per Elio e il suo gruppo di amici - ormai dissestato - di pareggiare vecchi conti e risanare non pochi rancori. Il racconto si snoda su due linee temporali. La prima è ambientata al giorno d’oggi, mentre la seconda riporta Elio - letteralmente - all’estate dei suoi diciotto anni. È il 1999 e lui, insieme ad Arianna, Costanza, Carlo e tutti i loro amici trascorrono una vacanza al camping “L’Onda”. Con un colpo di scena che ricorda un po’ “Inception” di Christopher, Elio si ritrova quindi a rivivere il suo passato. Potrà così scoprire la verità sull’omicidio di Arianna e magari impedirlo. Anche il cast è molto forte. Più che gli adulti - Lino Guanciale, Claudia Pandolfi, Nicole Grimaudo, Anna Ferzetti - a spiccare sono le loro controparti giovani come Antonia Fotaras, volto di Arianna che di questa storia è un po’ la Laura Palmer di “Twin Peaks”; con lei Martina Gatti, Sofia Iacuitto, Luca Vannuccini e Tobia De Angelis. “Un’Estate Fa” è un prodotto azzeccato che contiene moltitudini, come direbbe il poeta Walt Whitman. C’è il racconto di formazione che vede questi adolescenti diventare adulti (loro malgrado), c’è il giallo dell’omicidio di Arianna e c’è persino una punta di fantasy. Merito soprattutto di una colonna sonora imponente – dai Depeche Mode ai Black Box, la Siae ringrazierà molto – la serie si dimostra un’operazione originale che sa giocare con furbizia sugli elementi più identificativi degli anni Novanta, dal Calippo alle macchine fotografiche usa-e-getta. Gli americani - che amano coniare neologismi - la definiscono retrostalgia, l’avvertire la mancanza di un’epoca che risale a prima della nostra nascita. In fondo è tutto qui. La nostalgia è una percezione soggettiva, mica un timbro sul passaporto.
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A tavola Idee in cucina, facili e sfiziose
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Sara Busato
Le verdure di ottobre mostrano sapori, colori e profumi profondamente autunnali, anticipando l’arrivo della stagione successiva. Ottobre è il mese in cui spuntano gli ortaggi che ci accompagneranno a tavola per tutta la stagione fredda.
HUMMUS DI CECI Un piatto mediorientale realizzato con una crema a base di ceci, tahina, paprika e succo di limone. Per un veloce antipasto da condividere con gli amici Ingredienti: 500 g di ceci lessati e scolati; succo di limone; 5 cucchiai di olio extravergine di oliva; spicchio di aglio cucchiaino di sale; 6 cucchiai di tahina; ciuffetto di coriandolo; pizzico di paprika Preparazione: Sgocciolare i ceci e mettetene da parte circa 400gr. Pesare tutte le spezie per preparazione. Poi pesate 400 g di ceci e mettetene da parte altri 100. Frullate i 400 g di ceci insieme al succo di limone, all’olio, allo spicchio di aglio pelato e privato dell’anima, al sale, alla tahina e alla paprika. Frullate tutto fino a ottenere un composto semidenso, liscio senza grumi. Trasferitelo in una ciotola e conservatelo in frigorifero fino al momento dell’utilizzo. Prima di servirlo guarnite l’hummus di ceci con i ceci tenuti da parte, il coriandolo, ancora un pizzico di paprika e un filo di olio.
RISOTTO DI ZUCCA E SALSICCIA
TORTA DI CASTAGNE E GOCCE DI CIOCCOLATO
Un piatto gustoso, colorato e sano. Una ricetta che si apprezza per tutta la stagione fredda. Risotto cremoso e nutriente, perfetto per il pranzo della domenica in famiglia. Ingredienti: 320 g di riso; 300 g di zucca; 150 g di salsiccia; scalogno; brodo vegetale: bicchiere di vino bianco: parmigiano reggiano; olio extravergine di oliva; una noce di burro; sale e pepe Preparazione: Tagliare la zucca a metà e disporla su una teglia da forno. Cucinate nel forno preriscaldato a 200°C per 20 minuti finché diventa morbida. Una volta cotta, eliminate i semi e i filamenti, e poi raschiate via la polpa con un cucchiaio. Nel frattempo, preparate il brodo vegetale. In una pentola, fate soffriggere la cipolla tritata in un paio di cucchiai d’olio fino a doratura. Aggiungete quindi la salsiccia spellata e sgranata. Mescolate e lasciate rosolare per un paio di minuti. Aggiungete il riso nella pentola con la salsiccia e tostatelo mescolando bene. Sfumate con il vino bianco e poi unite la polpa di zucca. Continuate a mescolare per amalgamare la zucca al riso, quindi aggiungete un mestolo di brodo caldo. Portate avanti la cottura del risotto seguendo la procedura tradizionale. Alla fine, mantecate il risotto lontano dal fuoco aggiungendo il burro e il parmigiano grattugiato.
Una torta da credenza buona a colazione, a merenda e come semplice dessert dopo pasto. L’abbinamento castagne e cioccolato è irresistibile
Ingredienti: 3 uova; 180 g di zucchero semolato; 80 ml di olio di semi; 250 g di farina di castagne; 30 gr di cacao amaro in polvere; 1 bustina di lievito per dolci;1 bicchiere di latte; 100 gr di gocce di cioccolato Preparazione: Montare le uova insieme allo zucchero fino a ottenere una massa chiara e spumosa. Aggiungete l’olio di semi continuando a lavorare finché sarà ben incorporato. Successivamente, setacciate la farina di castagne nel composto insieme al lievito e al cacao amaro. Mescolate con una frusta a mano o elettrica, aggiungendo il latte gradualmente fino a ottenere un impasto omogeneo. Infine, incorporate le gocce di cioccolato e mescolate per distribuirle uniformemente. Trasferite l’impasto in uno stampo a cerniera precedentemente imburrato e infarinato; quindi, cuocete la torta nel forno preriscaldato a 180°C per circa 35 minuti. Una volta cotta, lasciate raffreddare completamente la torta di castagne e gocce di cioccolato prima di sformarla e servitela, spolverata con zucchero a velo.
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Oroscopo
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ARIETE
BILANCIA
Concedetevi ancora un ritmo “lento”, all’insegna del benessere psicofisico. La fretta e lo stress possono aspettare qualche settimana. Sarete rigenerati e pronti per nuove sfide.
Cercate profondità e sicurezza nelle relazioni e nel lavoro. E’ finito il tempo di giocare, sentite il bisogno di costruire su solide basi. La determinazione vi aiuta nelle vostre scelte.
TORO Questo mese si rivela vivace e ricco di belle sorprese in campo sentimentale ma anche lavorativo. Avete lavorato bene su voi stessi, ora si tratta di raccogliere il frutto di tanti sacrifici.
GEMELLI Vi muovete tra alti e bassi e questa instabilità, che diventa anche emotiva, potrebbe portare a qualche frustrazione, ma non scoraggiatevi e date spazio alla creatività.
CANCRO Avete un grande ascendente su chi vi sta vicino e riuscite ad essere irresistibili in questo periodo. L’approvazione degli altri vi spinge anche ad osare un po’ di più.
LEONE Avete bisogno di una ventata di aria nuova e di ripensare la vostra routine. Concedetevi il tempo della riflessione e poi agite in base alle vostre decisioni. Si comincia un altro capitolo.
VERGINE Cercate nuove esperienze perché vi sentite carichi di energia che vi porta entusiasmo e motivazione. Fatevi ispirare da questo stato d’animo. Vi sentirete realizzati.
Ottobre Ottobre, la forza e il tempo interiore
SCORPIONE Cercate di non nascondervi dietro alibi che sapete essere inconsistenti. Siate autentici anche quando dovete mostrare il vostro lato più fragile. Sarà una scelta vincente.
SAGITTARIO Prendetevi cura del vostro benessere interiore e concedetevi anche qualche piccolo lusso. Avete bisogno di motivare la vostra autostima e sostenere il vostro umore.
CAPRICORNO Siete distratti da preoccupazioni e pensieri che talvolta vi impediscono di vedere il lato positivo delle cose. Siate più fiduciosi e imparate a non controllare proprio tutto.
ACQUARIO E’ un mese all’insegna della passione che vi spinge nelle vostre battaglie concedendovi una forza che nemmeno pensavate di avere. Profonde motivazioni vi daranno grande credibilità.
PESCI Sapete aspettare il momento giusto e, nel frattempo, fate il bilancio di quanto raccolto. Apprezzate ciò che avete e poi guardate avanti per ripartire con nuovi obiettivi.
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