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Vertenza Fincantieri ed Isolfin, scatta la mobilitazione dei lavoratori
E’ stato indetto nelle scorse settimane lo stato di agitazione dei lavoratori Isolfin e Humangest. I lavoratori, Fiom, Filctem e Nidil Cgil, hanno scioperato e manifestato in un corteo di protesta lungo l’intero perimetro dello stabilimento di Fincantieri. Durante il corteo ci sono stati degli interventi sia sotto gli uffici della direzione Fincantieri che della Isolfin. “Nelle ultime settimane spiegano i sindacati Filctem Cgil, Fiom Cgil e Nidil Cgil - sono entrate tre nuove ditte in subappalto, che svolgono le attività riservate ad Isolfin, in sostituzione inizialmente di 10 lavoratori Humangest licenziati, e successivamente di altri 20 lavoratori lasciati a casa (in sospensione). Ora i rimanenti 50 lavoratori si sono visti rinnovata la missione per solo una settimana. Ciò accade perché Humangest afferma che Isolfin non paghi, Isolfin sostiene che non dipenda da loro e che le responsabilità siano di Fincantieri. Nel frattempo però a pagare il prezzo sono i lavoratori dell’agenzia interinale, che si vedono sostituiti da altri lavoratori in subappalto e che vedono ogni giorno i dipendenti Isolfin lavorare in straordinario. Tutto questo avviene dopo che negli scorsi anni è stato firmato un accordo tra Fincantieri e le segreterie di Fim, Fiom e Uilm nazionali, che prevede la riduzione dell’utilizzo dei subappalti, mentre si continua ad avere un aumento di questa forma di lavoro precario ricattabile e sempre poco “trasparente”. “A inizio anno, dopo vari scioperi, avevamo siglato un altro accordo con la firma delle tre sigle sindacali veneziane - spiega la Cgil - il quale prevedeva che almeno dieci giorni prima della scadenza della missione i lavoratori sarebbero stati informati sulla ulteriore proroga e sulla durata che non doveva essere inferiore ai 2 mesi”. In seguito alle proteste, le parti sono state convocate nelle scorse settimane dal Prefetto. E gli esiti del primo incontro sono stati positivi con disponibilità anche delle parti datoriali. Sulla vicenda interviene la deputata del Pd Rachele Scarpa. “Esprimo soddisfazione - spiega Scarpa - per il primo tavolo tenutosi ieri tra Prefettura, vertici di Fincantieri Marghera, le società Isolfin e Humangest ed i rappresentanti sindacali delle segreterie metropolitane di Fiom-Filctem e Nidil della Cgil di Venezia. Concordo in particolare con quanto dichiarato
In seguito alle proteste le parti sociali sono state convocate nelle scorse settimane dal Prefetto. E gli esiti del primo incontro sono stati positivi con disponibilità anche delle parti datoriali al dialogo e al confronto dal Prefetto Di Bari relativamente alla catena dei subappalti e la richiesta a Fincantieri per rivedere i meccanismi legati a questa catena. Dentro quel sistema si annidano infatti sacche di sfruttamento sommerso, che coinvolge anche il delicato tema dell’integrazione, le quali non possono essere avallate in alcun modo, tanto più da aziende di proprietà pubblica. Come deputata ho già più volte sollecitato il Governo rispetto agli indirizzi che si pensa di dare a Fincantieri sulla qualità del lavoro, sia dei dipendenti diretti che delle centinaia di lavoratori degli appalti che, lo ribadisco, non possono finire vittime di sfruttamento e caporalato”. Precise le conclusioni. ”Confido - conclude Scarpa - che si concretizzi rapidamente la garanzia che tutti i lavoratori interinali occupati presso il cantiere di Marghera, possano proseguire nello stesso stabilimento. Vigileremo sulla questione”.
Alessandro Abbadir
Sambo (Pd): “Si faccia chiarezza sulla situazione Mose”
“Come Pd chiediamo che il Ministro delle Infrastrutture Salvini faccia immediatamente chiarezza sulla situazione del Mose, ed in particolare sui lavoratori del Cvn, di Comar e Thetis che sono la più grande risorsa affinchè l’opera venga completata e possa proteggere la città”. A affermarlo è Monica Sambo segretaria Pd Venezia. “Le organizzazioni sindacali confederali hanno da molti mesi chiesto al Ministro di riaprire il confronto e sono rimaste del tuto inascoltate- sottolinea. Non è per noi accettabile che le logiche spartitorie all’interno della maggioranza di governo sulla scelta del futuro Presidente dell’Autorità per la laguna ricadano sulla città, sulla tenuta dell’ecosistema lagunare e sui lavoratori che stanno continuando i lavori di completamento dell’opera e la sua manutenzione”. Precise le richieste. “Nel bando che predisporrà il Ministero - sottolinea la Sambo - devono essere contenute precise garanzie a tutela dei lavoratori, perchè è impensabile che si pensi di garantire continuità e professionalità perdendo chi sino ad oggi ha garantito la costruzione e il funzionamento del Mose. Per questo come Pd, chiediamo che vi siano chiari impegni sulla tenuta occupazionale di tutti i lavoratori in servizio, che si faccia chiarezza sulle ipotesi di società in house e sulle ragioni per cui Thetis non possa essere considerata in questo percorso, ma si voglia procedere alla sua cessione. Il patrimonio per la salvaguardia della laguna ha il suo cuore nei lavoratori e nella loro professionalità che devono completare il Mose e ne devono garantire il funzionamento. Per questo serve meno propaganda e più fatti concreti nominando immediatamente un presidente dell’autorità per la laguna all’altezza del ruolo”.