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Reparto di Radiologia in crisi, per Cgil “a rischio il futuro dell’intero Hub”

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A tavola

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“Tante strade si sono battute per cercare di trovare soluzione, ma, ad oggi, concretamente solo due convenzioni, troppo poco per tornare alla capacità di diagnostica della Radiologia del passato”

Scoppia l’emergenza medici anche a Rovigo. E la grave crisi determinata dalla carenza di personale nelle strutture ospedaliere e territoriali pone seri dubbi sulla tenuta del sistema.

“Anche il Polesine, come spesso abbiamo denunciato, soffre di questa emergenza –spiega Davide Benazzo, segretario generale Fp Cgil Rovigo –, accentuata dalla perifericità e dalla demografia del territorio, ma ci sono situazioni che ancor più allarmano”.

“Con l’organico ormai dimezzato la Radiologia rischia il collasso – prosegue il segretario generale –. Si sono già fortemente compresse le attività verso i pazienti che prenotano da esterni, come le TAC, o per alcuni distretti anatomici come le Risonanze Magnetiche per il Cuore, per la Prostata e Body, con, in alcuni casi, l’invio dei pazienti di alcune specialità, che necessitano di tale diagnostica, verso altre strutture Ospedaliere fuori provincia. Ridotta la Radiologia Pediatrica e l’attività interventistica”.

“Tutte attività queste, come tante altre, che sono parte dei servizi che un ospedale hub deve riuscire a erogare, diversamente non può più considerarsi tale e tutte le lotte, dall’abbraccio in poi, diventano vane – aggiunge Bonazzo –. Tante strade si sono battute per cercare di trovare soluzione ma, ad oggi, concretamente sono solo due convenzioni, con Padova e Vicenza, che permettono di fruire da 3 a 4 turni di 6 ore a settimana, troppo poco per tentare di ritornare alla capacità di diagnostica della Radiologia del passato”.

La situazione rischia un forte peggioramento con un’ulteriore riduzione di organico a causa dell’uscita di altri 2 giovani medici che andranno a lavorare altrove. Alla preoccupazione, si associa la frustrazione visto che nel tempo si è creata una equipe giovane e fortemente motivata, con importanti professionalità, che ha saputo creare un servizio di ottima qualità. “La forte motivazione rischia però di venir meno per le pessime condizioni di lavoro – spiegano dal sindacato – che, per quanto la volontà sia di continuare nel percorso tracciato, rischia di non lasciar altra possibilità che la fuga e il crollo di un servizio fondamentale e centrale che mina la stessa capacità di tutto l’ospedale di poter funzionare”.

“Tutti i servizi sanitari necessitano di diagnostica radiologica e più la qualità di questi servizi è alta e più alta è la necessità di specializzare la diagnostica, diversamente il percorso che si determina è l’involuzione dei servizi stessi”.

E Benazzo conclude: “Dopo aver tentato tutte le possibili azioni e soluzioni con la Direzione dell’Ulss, non ci resta che coinvolgere e chiedere aiuto alla Regione e alla Conferenza dei sindaci del Polesine per evitare, oltre alla perdita di un servizio di qualità come quello costruito, che la salute, per la nostra provincia, diventi un diritto meno diritto del resto del Veneto”.

Sulla questione entra anche la consigliera regionale del Partito Democratico e Vicepresidente della Commissione sanità, Anna Maria Bigon: “Da mesi l’appello, lanciato in primo luogo dalla Cgil, rimane con scarse soluzioni da parte dell’Ulss 5 Polesana: la carenza di personale medico presso il reparto di Radiologia dell’ospedale di Rovigo sta determinando una situazione che, a cascata, porterà alla crisi di tutta una serie di servizi” commenta.

“Tutti gli esami diagnostici, di una certa delicatezza e importanza, stanno subendo forti ripercussioni – prosegue -. Senza l’urgente incremento dell’organico dei medici vi è la concreta possibilità che l’utenza debba rivolgersi a strutture fuori provincia. E in più, il fatto che dal mese di luglio si preveda una riduzione di ulteriori due medici in forza al reparto, questo scenario è destinato a peggiorare. L’ultimo, ennesimo appello, viene ora rivolto direttamente alla Regione”. “Ritengo indispensabile –conclude Bigon – una risposta ed un intervento urgente da parte della giunta. Solleverò da parte mia il caso direttamente in sede di Commissione consiliare”.

Voci di chiusura del reparto Malattie infettive: “Gravissimo”

“Fornire informazioni precise in merito alle voci insistenti che parlano di imminente chiusura del reparto di degenza di Malattie Infettive dell’Ulss 5 Polesana, con riduzione dei posti letto ospedalieri”. È la richiesta partita dall’interrogazione presentata da Jonatan Montanariello, come primo firmatario, e sottoscritta da tutti i consiglieri regionali del gruppo del Partito democratico del Veneto verso la giunta veneta, guidata dal presidente Luca Zaia.

Nel testo dell’interrogazione, infatti, si sottolinea come

“questa ipotesi sarebbe dovuta alla riduzione progressiva nel tempo di medici infettivologi, fino ad arrivare a breve a sole due unità disponibili rispetto alle 6 che sarebbero previste a regime. Una prospettiva che preoccupa non poco il perso- nale infermieristico e oss che rischierebbe così il trasferimento in altri reparti a tempo indefinito”.

“Come evidenziato dal sindacato Nursin, si tratta dell’unico reparto di degenza di malattie infettive che il Piano socio-sanitario regionale prevede per la provincia di Rovigo. Sarebbe gravissimo – conclude dunque l’interrogazione di Montanariello e del suo gruppo dem – se gli abitanti del Polesine venissero privati del diritto ad una assistenza sanitaria equa rispetto agli altri cittadini del Veneto”.

Rifiuti. Consegnati ad oggi 3.393 contenitori ed altri 2400 nei Comuni del medio polesine

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