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Capitale italiana della cultura 2026. Treviso ci riprova

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A tavola

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L a notizia del mese è che Treviso si candida a capitale italiana della cultura per il 2026. La manifestazione di interesse è stata depositata il 4 luglio ed è stata annunciata dal sindaco Mario Conte nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale. Non è la prima volta: ci aveva provato anche l’amministrazione Manildo, che nel 2018 arrivò nella “short list” delle dieci città selezionate dal Ministero dei beni e delle attività culturali, ma alla fine come capitale italiana della cultura per il 2020 venne scelta Parma. E la delusione fu grande. “Comincerà un percorso di lavoro molto importante, impegnativo e inclusivo che ci dovrà vedere tutti protagonisti. Un’opportunità che possiamo e vogliamo cogliere e dobbiamo farlo tutti insieme in un unico grande progetto di sviluppo e di esaltazione degli aspetti culturali della nostra città”, sono state le prime parole del sindaco rivolgendosi all’intero consesso dei Trecento. Opposizioni comprese, alle quali ha chiesto di non sprecare energie in polemiche. Non un anno qualunque, il 2026. È l’anno delle Olimpiadi Milano-Cortina, occasione d’oro per il Nordest. E, col senno di poi, neppure una scelta a caso quella di Conte di tenere per sé la delega alla cultura. In attesa del dossier e di capire quali saranno i punti di forza con cui Treviso si propone, il governo della città ha incassato il plauso immediato e il supporto della Provincia (che metterà a disposizione competenze e uffici per raggiungere l’obiettivo), di Confcommercio Treviso (“È un percorso che si intraprende insieme, un viaggio comunitario che stimola tutti i soggetti, pubblici e privati, a dare il meglio per poter competere”, ha affermato il presidente di Ascom Federico Capraro) e della Rete Treviso Festival, che si propone quale attore principale per costruire, come già avvenne nel 2018, una candidatura di altissimo livello capace di dimostrare come la cultura trevigiana sia linfa vitale per la città e per tutto il territorio.

Sara Salin

Nel 2018 la città venne sconfitta da Parma.

Conte incassa già il sostegno dei commerciati e dei festival di Treviso è una testata giornalistica di proprietà di Srl

Spesso però non consideriamo un dettaglio. Fondamentale. Dietro ai programmi, ai volantini e agli striscioni di grandi e piccoli appuntamenti ci sono gruppi di persone, il più delle volte volontari, che prestano il loro tempo per l’organizzazione, l’allestimento, il servizio. Un aspetto fondamentale e non di poco conto, soprattutto per la miriade di proposte, dalla sagra paesana al concerto in piazza, che animano anche i paesi più piccoli e che arricchiscono la nostra estate. Il volontariato diventa così il “motore” indispensabile di numerosi appuntamenti, che altrimenti non potrebbero aver luogo con la stessa intensità, capillarità e durata. Pensiamo al lavoro incessante delle varie Pro Loco, come di chi presta il proprio servizio nei gruppi parrocchiali, o in varie associazioni e gruppi che ogni estate rendono possibili decine di proposte.

Come accade per altri settori, dallo sport al sociale, anche lo svago e il divertimento vivono grazie all’impegno gratuito e generoso di tante persone che scelgono di dedicare intere giornate all’allestimento e all’organizzazione degli eventi più disparati. Senza il volontariato le nostre lunghe estati sarebbero un po’ più spente e silenziose, soprattutto nei piccoli centri, nei quartieri, nei rioni. I nostri ragazzi avrebbero meno occasioni di ritrovo e di divertimento, così come molti anziani che si ritrovano nelle feste organizzate sotto casa. Se le nostre estati sono più belle, coinvolgenti e divertenti lo dobbiamo anche a loro, ai tanti volontari e al loro generoso entusiasmo.

È un periodico formato da

Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

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