3 minute read

Sette defibrillatori lungo la Restera per ricordare la morte di Carlo Alberto

Sette defibrillatori lungo la Restera, dal ponte dell’Università fino alla centrale di Silea, per proteggere i trevigiani e i turisti che camminano, corrono e vanno in bicicletta, oltre che per ricordare Carlo Alberto Conte, il dodicenne padovano stella nascente delle Fiamme Oro morto improvvisamente un anno fa mentre partecipava a una corsa campestre a Vittorio Veneto. Mamma Valentina Ometto e papà Dino Massimiliano Conte hanno scelto la strada della solidarietà e della sensibilizzazione alla prevenzione per onorare la memoria di un figlio che se ne è andato troppo presto e troppo in fretta. E così con il progetto Piccolo Principe della Fondazione Ometto (progetto nato nel 2022 subito dopo la morte del ragazzo e al quale è stato dedicato anche il ricavato del concerto di Capodanno al Teatro Comunale) e con il contributo economico di Aspiag Service Despar hanno acquistato i defibrillatori destinati a essere installati ogni 650 metri lungo la camminata che costeggia il fiume Sile.

“Un messaggio importante che parte da una tragedia, con due genitori che hanno saputo trasformare il loro dolore immenso. Chiunque proverebbe un po’ di rabbia, ma loro invece hanno voluto ringraziare le istituzioni e la sanità”, ha dichiarato il sindaco Mario Conte all’inaugurazione del primo defibrillatore, posizionato all’altezza della sede del centro Pro Senectute. “La Restera – ha aggiunto il primo cittadino – è un luogo simbolo: attrezzarla con i defibrillatori è fondamentale per la sicurezza e la salute. È un inizio. Partiamo da qui per poi replicare il progetto in altri luoghi ad alta frequentazione, come i parchi e la Treviso-Ostiglia”.

Sono arrivati in tanti alla scopertura della prima colonnina con il defibrillatore. Le Fiamme Oro della Polizia di Stato, le associazioni Corritreviso e Ride Your Dreams, assessori e consiglieri comunali, il presidente di Israa Mauro Michielon, il direttore delle relazioni esterne di Aspiag Giovanni Taliana. C’era il primario della cardiochirurgia del Ca’ Foncello, Giuseppe Minniti, che non ha nascosto l’emozione

Un anno fa la scomparsa del dodicenne padovano, promessa delle Fiamme Oro, durante una corsa campestre a Vittorio Veneto. Mamma e papà, con il contributo di Aspiag Service Despar, onorano la memoria del figlio dedicandosi alla prevenzione e alla ricerca scientifica di vedere nascere una cosa così bella da una tragedia. E c’era la direttrice del Suem Marialuisa Ferramosca, che ha ricordato che in Italia ogni anno sono 60mila i casi di arresto cardiaco e che fondamentale è l’utilizzo tempestivo del defibrillatore. Più defibrillatori ci saranno, più Treviso sarà cardio-protetta.

“Qui c’è un po’ di Carlo Alberto”, hanno detto i genitori del ragazzo, che hanno sottolineato come l’affetto ricevuto dalla città sia stato fuori dal normale. Un progetto, quello del Piccolo Principe, che prevede un impegno concreto in tre direzioni: l’installazione di defibrillatori nei luoghi frequentati dagli amanti dello sport e nelle scuole; la sensibilizzazione nei ragazzi sull’importanza della prevenzione, ma anche il supporto nell’orientamento alla scelta del percorso scolastico o professionale; e il finanziamento della ricerca sulla morte improvvisa.

Sara Salin

Il 74% delle patologie cardiovascolari a rischio di morte improvvisa diagnosticate in giovani under 16

Sono più di 22mila i giovani atleti monitorati nell’ambito di uno studio condotto dalla Medicina dello Sport dell’Ulss 2, centro di riferimento regionale per lo sport nei giovani con cardiopatie, in collaborazione con l’Università di Padova sul significato dello screening medico sportivo nella prevenzione delle morti improvvise. La ricerca, intitolata “Value of screening for the risk of sudden cardiac death in young, competitive athletes”, è stata pubblicata sulla rivista scientifica “European Heart Journal”. La collaborazione fra l’équipe trevigiana guidata da Patrizio Sarto e Domenico Corrado, direttore dell’UOSD Centro genetico per le cardiomiopatie aritmiche e Cardiologia dello sport, e Alessandro Zorzi, entrambi del Dipartimento di Scienze toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova, ha portato alla conclusione che ben il 74% delle patologie cardiovascolari che presentano il rischio di morte improvvisa è stato diagnosticato in bambini e ragazzi con meno di 16 anni. Grazie al modello di screening italiano sono state potenzialmente salvate le vite di 69 giovani atleti. Su 22.324 sportivi valutati, uno soltanto è stato colpito da arresto cardiaco durante l’attività sportiva, ed è sopravvissuto grazie alla rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore. “Questo è un caso molto complesso perché nonostante i tanti esami eseguiti non è stato ancora possibile individuare la causa dell’arresto cardiaco”, afferma Patrizio Sarto.

14 - 15 Maggio 2023 ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le Elezioni amministrative del 14-15 Maggio 2023 messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale. (In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

This article is from: