Vilmy

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non ero mai stato in un appartamento della vecchia Londra. avevo incontrato paul morris diverse volte in italia, l'ultima ad un congresso di biochimica.

ed anni prima in un costosissimo albergo sul lago maggiore.

mi apparve magro ed incanutito.

mi aspettavo che la sua abitazione...

fosse arredata con ricchezza e buon gusto...

e cosĂŹ era. il silenzio, devo dire...

è un elemento dominante in casa Morris.


mi presentò virginia, sua moglie, di venticinque anni piÚ giovane.

di origine ungherese, non bella ma colta e raffinata.

mi stava raccontando le vicende di una sua lontana parente.

quando vidi, alle sue spalle...

una tenda che si spostava silenziosamente.

ne uscĂŹ un grazioso animale che a prima vista scambiai per un setter.


non ne avevi mai visti?

no, solo anni fa, alla televisione. si chiama lore e le vogliamo molto bene. una femmina?

sai, non abbiamo bambini. le femmine sono piu' affettuose. Questa e' tanto cara: peccato che vada per i nove anni, sono come settanta dei nostri.

non e' tanto facile. non esiste un maschio nero in tutto il regno unito.

non la fai accoppiare?

non hanno mica bisogno di essere fecondate, non lo sai? è un caso unico...

fra i mammiferi.

ma allora per il latte?


e mungerle con regolarita'. ne danno poco, si capisce.

basta nutrirle bene,

la verita è una sola ed è molto semplice.

il latte di tutti i mammiferi contiene minime quantità di N-feniltocina. è a questa sostanza che i neonati devono la loro fissazione affettiva nei confronti della madre. nell’uomo è alta, e il rapporto verso la madre dura molti anni.

forse e' una fortuna.

nel vilmy è altissima, perciò chiunque beve quel latte ne risente l’effetto, e cambia vita.

a queste parole virginia si alzò, baciò paul e si congedò.

ridente, ostile... con un tocco di astuzia volpina.

lore levò il capo. notai la mobilità del suo muso. non umano...

eppure interpretabile ogni volta: ironico, annoiato...


sono animali incredibili, lo vedi? ricambiano, o mostrano di ricambiare. insomma, non provare, non lasciarsi tentare è un errore.

e tu... l’hai assaggiato?

non mi sento tentato davvero: neanche un poco. tu perchè lo hai fatto?

senza un perchè: per desiderio di novità, per noia... in ogni modo l’ho assaggiato, e sono diventato unaltro.

un errore... che si paga caro.

sono affascinati dagli orologi. non so perchè. anche quella che avevo prima...

è cosi potente?

no, ma è una catena. bevi una volta e diventi teso, inquieto, febbrile. sai che troverai la pace solo in presenza della sorgente.

capiscono poche cose ma questa la capiscono bene... come si seduce l’essere umano.

ti leggono il desiderio negli occhi, e ti si strusciano addosso, e il veleno è lì, ti viene offerto in permanenza.

non è la prima, questa?


no. non è qui che è successo: eravamo in viaggio, a Beirut. C’era in albergo uno, non so chi fosse, anche perchè eravamo ubriachi tutti e due.

aveva una vilmy con sè, era graziosa, bionda, ed era la prima che vedevo. io avevo appena litigato con virginia...

e lui mi offrì il latte. io lo accettai. non sapevo quello che facevo...

me ne accorsi la mattina dopo.

rincorsi lo sconosciuto per tutta la città. gli offersi una cifra folle...

rifiutò. facemmo a pugni.

per avere l’animale.

e avresti dovuto vedere quella: stava accucciata e muoveva la coda e rideva. sì, perchè ridono, non come noi... ma a loro modo, un riso che fa bollire il sangue nelle vene.

sognavo di quella vilmy tutte le notti. non è come per una donna. è una voglia brutale, pesante. perchè quella per una donna, può essere una speranza, vana, insensata.

questa invece è un desiderio che ti danna. il latte è gradevole, ma lo trangugi e sei come prima. anche la loro presenza è nulla, solo un aguzzarsi del desiderio.


virginia non conosceva i fatti ma sapeva che qualcosa non andava.

così tornò a londra.

io rimasi. andai al sukh. ne trovai una. un giovane, dall’aspetto macilento, la teneva al guinzaglio.

era magra e spellacchiata ma aveva le mammelle gonfie.

chiesi un campione di latte. perchè subito mi accorsi che gli occhi dell’animale erano belli e profondi.

mi parve di sentire l’effetto.

la comperai e la portai qui. non sopportava la clausura.

cercai invano di farle violenza, la frustai e lei scomparve.

questa è la terza. l’ho comprata ad un’asta pubblica a Soho per 400 sterline. apparteneva ad un giamaicano che è morto per lei.

è vecchia e tranquilla. se però la assecondi, il latte le si secca e tu devi stare senza. è un modo per ricattarmi.

per avermi. fare certe cose invece che altre, a certe ore invece che altre... tu sembra che le vai a genio: speriamo che duri.

ma virginia?


ma questa è un’altra cosa. mi tratta come un malato, un bambino, che frigna quando ha fame.

e questa qui ha nove anni, è una vecchia e il solo pensiero che muoia o si esaurisca mi dà le vertigini.

è una donna savia, ha sempre rifiutato il latte. sa che la amo come prima...

la vilmy mi si avvicinò per farsi accarezzare.

arrivederci paul.

ma colsi un rapido sguardo di paul e mi trattenni. mi congedai e uscii in strada.

la nebbia era fredda, fitta e giallastra.

ma mi parve profumata.

e la respirai con voluttà...

fino in fondo ai polmoni.


Vilmy è l’adattamento a fumetti di un brano tratto dalla raccolta “Vizio di Forma”, realizzato da Chiara Raimondi. Nella storia Levi racconta ciò che si cela dietro le apparenze, in un susseguirsi di dipendenza, mistero ed esotismo. Chiara Raimondi realizza le matite ed i colori creando un fantastico quadro capace di racchiudere le splendide atmosfere del racconto di Levi.

LA STANZA

La Stanza è un collettivo di autori e di artisti, professionisti ed aspiranti tali, impegnati nella creazione di opere e progetti riguardanti il mondo del fumetto e della letteratura illustrata.

CHIARA RAIMONDI

Chiara Raimondi frequenta il corso di Fumetto e Illustrazione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.


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