Fra non più e non ancora

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FRA NON PIÙ E NON ANCORA esplorazione progettuale all’interno dei territori della crisi



FRA NON PIÙ E NON ANCORA esplorazione progettuale all’interno dei territori della crisi

Laura Dalla Pietà

Università IUAV di Venezia a.a. 2014/2015 Relatore Lorenzo Fabian



INDICE

07 PARTE 1_non piĂš 08 10 12 14 15

molecole e distretti industria e infrastruttura_ferro industria e infrastruttura_asfalto molecole e placche evoluzione storica

17 PARTE 2_quello che resta 18 20 21 22 24 26

i numeri della crisi infrastrutture per la mobilitĂ sistema ambientale dismissione consumo di suolo impermeabilizzazione e ambiente

31 PARTE 3_non ancora 32

Un nuovo ciclo per la placca produttiva di Villorba

5



non piĂš


MOLECOLE E DISTRETTI Il sistema produttivo veneto si basa su un modello di sviluppo industriale differente da quelli classici del capitalismo fordista e del fordismo dolce alla Olivetti, più ancorato al territorio nel quale si insedia ma sempre basato sulla grande impresa. Il terzo modello industriale è caratterizzato da una gestione comunitarista del lavoro, tipoca delle aree in cui predomina la piccola e la media impresa. MOLECOLE Nel territorio veneto è avvenuta un’industrializzazione diffusa e molecolare, costituita cioè da medie, piccole e micro imprese, che acquistano un ruolo maggioritario nella creazione di valore. Le PMI costituiscono il 90% delle imprese in Veneto e incidono per il 75% sulla produzione di valore. Asostegno del suddetto quadro di diffusione dell’imprenditorialità in questo territorio, il dato secondo il quale una persona su dieci, in Veneto, è titolare d’impresa. DISTRETTI Aquesta vocazione individualistica si associa il merito di aver saputo creare una rete di relazioni fra imprese-molecole che operano nello stesso settore, sfociato nella costituzione del sistema dei distretti. Si pensi che nel Nord-Est c’è la più alta concentrazione di distretti in Italia, 42, 27 dei quali sono in Veneto, distribuiti nei settori industria e tecnologia, artigianato e artigianato artistico, agroalimentre.

8

NUMERO DI IMPRESE PER CLASSE DI ADDETTI NEL SETTORE INDUSTRIA IN ITALIA FINO A 10 ADDETTI

431.319

FINO A 50 ADDETTI

77.504

FINO A 250 ADDETTI

10.375

OLTRE 250 ADDETTI

1460 Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat, 2006

PERCENTUALE DELLE PMI NEL SETTORE INDUSTRIA E SERVIZI HA MENO DI 10 ADDETTI

95% Elaborazione da dati ISTAT, 2009

INCIDENZA DEL VALORE AGGIUNTO DELLE PMI NEL SETTORE INDUSTRIA

75,8% Unioncamere, Centro Studi, Leconomia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio, 2013

1 PERSONA SU 10 IN VENETO È TITOLARE D’IMPRESA

Elaborazione da IDT Veneto.

DISTRETTI INDUSTRAIA E TECNOLOGIA Concia di Arzignano Giostra del Polesine Condizionamento e rfrigerazione del padovano Occhiale bellunese Elettroomestici ed inox di Conegliano e del trevigiano Calzatura tecnica e articoli sportivi (sportsystem) di Asolo e Montebelluna Meccanica dell’alto vicentino Marmo e pietra del veronese

ARTIGIANATO ARTISTICO Vetro artistico di Venezia Calzature della Riviera del Brenta Mobile classico della bassa veronese Mobile del Livenza Ceramica artistica di Noove e Bassano del Grappa Orafo vicentino

AGROALIMENTARE Ittico del Polesine e del basso veneziano Vino della Valpolicella e Soaeve Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene


0km

20km

50km

100 km

9


FERRO La dispersione dell’industria non è avvenuta solo sulla base di relazioni e normative, mezzo necessario per questo sviluppo è stata la rete capillare delle infrastrutture. Al contrario, però, di quello che si èsolitamente portati a pensare, non è la relazione industriaferrovia ad aver creato il sistema attuale. Nonostante il sistema u rotaia abbia giocato un ruolo importnte nella fase di protoindustrializzazione otto-novecentesca, nel tempo non ha avuto la forza di costruire e solidificare le relazione con l’apparato della produzione. Come evidente dalla mappa territoriale, le aree induatriali si posizionano in modo eccentrico rispetto alle stazioniferroviarie, Inoltre una progressiva semplificazione delle tratte e gli investimenti al servizio di mobilità pubblica, la SFMR, a discapito del mobilità delle merci, fa capire come la ferrovia sia stata progressivamente esclusa dal sistema di trasporto merci e di collegamento fra i poli produttivi e industriali.

DISMISSIONE DELLE TRATTE FERROVIARIE Asiago

Nervesa della Battaglia

Arsiero

Schio

Montebelluna Thiene

Treviso Carmignano

Padova

Ostiglia

618,5 km di ferrovie abbandonate

SISTEMA FERROVIARIO METROPOLITANO REGIONALE

fase 1 fase 2 fase 3 fase 4

LEGENDA

10

area ad uso produttivo-industriale-commerciale a più di 1km da una strada principale

tracciato ferrovia

area ad uso produttivo-industriale-commerciale a meno di 1km da una strada principale

strada secondaria

raggio di 1 km dalla stazione ferroviaria

strada principale

offset di 1km dalla linea ferroviaria

linea ferroviaria dismessa


0km

20km

50km

100 km

11


ASFALTO Ciò che risulta essere lo scheletro del sistema della fabbrica diffusa è la strada. Numerosi studi, fra cui Water and Asphalt e Densità inattese, hanno constato e misurato la forza di questa relazione, un dato lampante a sostegno di questa tesi è quello secondo cui ben il 70% delle aree industriali si colloca a meno di un chilometro dalle infratrutture stradali più significative (strade principali di attraversamento). DISPERSIONE L’avvento dell’automobile di massa e del trasporto merci su gomma permette la diffusione delle realtà produttive su tutto il territorio Veneto, facilitato anche dal deposito di strade esistenti. DENSIFICAZIONE Nell’analizzare questo territorio isotropo si riconosce una gerarchia intrinseca, basata su parametri di prossimità alle principali vie di collegamento fra i centri urbani di maggiori dimensioni.

70% 190x 8903 +28%

percentuale di aree industriali che si collocano a meno di 1 km dalle strade con carreggiata maggiore di 6m

metri di strada per abitante

km di strade in Veneto

incremento dei tracciati autostradali in previsione nei prossimi 10 anni

LEGENDA area ad uso produttivo-industriale-commerciale a più di 1km da una strada principale

tracciato ferrovia

area ad uso produttivo-industriale-commerciale a meno di 1km da una strada principale

strada secondaria

raggio di 1 km dall’uscita autostradale

strada principale

offset di 1km dalle strade principali

12


0km

20km

50km

100 km

13


MOLECOLE E PLACCHE

25 km

Procedendo all’isolamento di una porzione di territorio attraversato dall’asse Venezia-TrevisoConegliano-Udine, si può meglio comprendere il fenomeno della dispersione e densificazione delle aree produttive. Ci troviamo all’interno della provincia di Treviso, considerata l’area a maggiore vocazione manifatturiera del sistema della città metropolitana PaTreVe. Le aree industriali, nonostante l’apparente diffusione riscontrata nelle mappe precedenti, si distribuiscono secondo una logica di addensamento lungo le principali vie di collegamento, in questo caso la statale Pontebbana. Al sistema delle molecole si affinca il sistema della placca, la quale, come dice Bonomi, è costituita anch,essa da molecole. La dimensione e l’identità della molecola non cambia, è la relazione con il territorio a mutare.

10 km

LEGENDA edificio industriale edificato area industriale

5 km

strada principale rete viaria

autostrada

ferrovia

14

0 km


EVOLUZONE STORICA Avvicinandosi temporaneamente alla placca produttiva di Villorba, l’analisi dell’evoluzione storica di quest’area fa capire come la distribuzione delle industrie abbia attrevarsato tre fasi: la prima fase di dispersione, avvenuta grazie alla presenza di una rete stradale capillare in concomitanza alla diffusione dell’automobile. la seconda è quella della condensazione, che vede una ricollocazione di molte molecole in aree monofunzionali a loro dedicate dalla normativa. la terza fase è quella che attraversiamo oggi, la saturazione delle aree monofunzionali successiva ai boom edilizi a cavallo del nuovo millennio. E in quest’ottica, di fine di un paradigma che ha portato ad un benessere economico democraticamente distribuito, non è tanto la molecola singola, ma la placca ad entrare in un circolo vizioso di crisi e abbandono.

1955 _ dispersione edificato esistente al 1890 (fonte: Catasto del Regno d’Italia) nuovo edificato al 1955 (fonte: fotogramma aereo volo GAI 1955, IDT Regione Veneto) strade esistenti al 1955 (fonte: fotogramma aereo volo GAI 1955, IDT Regione Veneto) linea ferroviaria Venezia Udine (data di realizzazione 1855) canale Piavesella al 1955 (fonte: fotogramma aereo volo GAI 1955, IDT Regione Veneto) tessuto agricolo al 1955 (fonte: fotogramma aereo volo GAI 1955, IDT Regione Veneto)

1983 _ condensazione edificato esistente al 1955 (fonte: fotogramma aereo volo GAI 1955, IDT Regione Veneto) nuovo edificato al 1983 (fonte: fotogramma aereo volo reven 1983, CTR, IDT Regione Veneto) strade esistenti al 1955 (fonte: fotogramma aereo volo GAI 1955, IDT Regione Veneto) nuove srade al 1983 (fonte: fotogramma aereo volo reven 1983, CTR, IDT Regione Veneto) linea ferroviaria Venezia Udine (data di realizzazione 1855) canale Piavesella al 1983 (fonte: fotogramma aereo volo reven 1983, CTR, IDT Regione Veneto) tessuto agricolo al 1983 (fonte: fotogramma aereo volo reven 1983, CTR, IDT Regione Veneto)

2015 _ saturazione edificato esistente al 1983 (fonte: fotogramma aereo volo reven 1983, CTR, IDT Regione Veneto) nuovo edificato al 2015 (fonte: foto satellitare, CTR, IDT Regione Veneto) strade esistenti al 1983 (fonte: fotogramma aereo volo reven 1983, CTR, IDT Regione Veneto) nuove srade al 2015 (fonte: foto satellitare, CTR, IDT Regione Veneto) linea ferroviaria Venezia Udine (data di realizzazione 1855) canale Piavesella al 2015 (fonte: foto satellitare, CTR, IDT Regione Veneto) tessuto agricolo al 2015 (fonte: foto satellitare, CTR, IDT Regione Veneto)

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quello che resta


I NUMERI DELLA CRISI

28,4%

26,2%

1991

2001

21,7%

20,2%

2011

1991

incedenza dell’occupazione nel settore industriale

17,6%

16,8%

2001

2011

21,4%

16,3%

1991

incedenza dell’occupazione nel settore commercio

2001

12,2%

2011

incedenza dell’occupazione in professioni artigiane, operaie, agricole

variazione annuale delle imprese attive, registrate e imprese artigiane attive nella provincia di Treviso 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 -1,0 -1,5 -2,0 -2,5 -3,0 -3,5

2001

2002

2003

imprese attive imprese registrate imprese artigiane attive 18

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014


di cui:

-10,4% imprese artigiane attive -14,7% imprese femminili attive* -13,6% imprese giovanili attive* +3,8% imprese straniere attive* *dato disponibile dal 20011

imprese attive nella provincia di Treviso 90 89 88 87

-5,4 % di imprese attive paria a 4600 unitĂ

86 85

imprese attive (migliaia)

84 83 82 81 80

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SFIDE INFRASTRUTTURALI

25 km

La placca industriale di Villorba è, e sarà nel futuro prossimo, interessata da imponenti investimenti infrastrutturali: è qui che è previsto l’ingresso alla superstrada Pedemontana Veneta, arteria stradale metterà in connessione l’intera fascia pedemontana da Treviso-Villorba a Vicenza, pensata ancora nella convinzione che un investimento sul trasporto su gomma basti a risollevare la crisi di sistema in atto. Si sta anche investendo sul sistema della mobilità urbana, è infatti in progetto la costruzione di una nuova stazione SFMR in corrispondenza di Catene di Villorba, e del polo logistico-amministrativo Benetton.

10 km

LEGENDA stazioni ferroviarie esistenti (sistema s.f.m.r. fase 2) stazioni ferroviarie esistenti (sistema s.f.m.r. fase 3) stazioni ferroviarie di progetto (sistema s.f.m.r. fase 2) ferrovia venezia-udine

5 km

autostrada a27 progetto superstrada pedemontana veneta bretella di collegamento alla superstrada pedemontana piste ciclabili esistenti piste ciclabili di progetto

20

0 km


SISTEMA AMBIENTALE

25 km

Il territorio in analisi contiene al suo interno alcune significative fragilità ambientali, si trova inftti a cavallo fra l’alta pianura asciutta e la bassa pianura umida, appena al di sopra della linea delle risorgive, in cui troviamo importanti aree naturalistiche (aree SIC: Piave, Sile, risorgive del fiume Melma), e una rete di connessione già fortemente frammentata.

10 km

LEGENDA area s.i.c. corridoo ecologico fascia tampone

5 km

suolo ad uso agricolo idrogafia

linea delle risorgive risorgive punti di rischio faunistico

0 km

21


UTILIZZO E ABBANDONO In concomitanza alle dinamiche di sviluppo che attraversano l’area in esame, oggi è necessario affrontare una questione spaziale importante: vaste superfici e volumetrie a carattere moofunzionale (isolate rispetto alla città e iper-connesse rispetto all’infrastruttura viaria) che assolono alla loro funzione per circa un quarto del tempo totale (risultato ottenuto con un breve calcolo delle ore giornalire standard di lavoro per il numero di giorni di lavoro per settimana rispetto alle ore totali di una settimana). Inoltre, alla luce della crisi, il tema dell’abbandono acquista una dimensione incontrollabile in quanto concentrata in un unico luogo. É significativa anche la natura di questo abbandono: lo svuotamento avviene nei apannoni di più recente costruzione, insediati in quel luogo in risposta a vincoli funzionali e non rispetto ai rapporti che intercorrono con il territorio circostante.

UTILIZZO

8 ore su 24 5 giorni su 7 1 4

rapporto di tempo in cui un’area industriale è effettivamente utilizzata

ABBANDONO

67% in esercizio 1.749.190 m²

14% semivuoto 477.052 m²

19% vuoto

954.104 m²

1 3

rapporto di edifici ad uso produttivo o commerciale risultanti vuoti o semivuoti

LEGENDA area adibita a parcheggio e/o circolazione veicoli edificio produttivo o commerciale in uso edificio produttivo o commerciale semiabbandonato edificio produttivo o commerciale abbandonato

22


0 km

0,5 km

2 km

5 km

23


CONSUMO DI SUOLO

distribuzione del volume di espansione previsto da P.A.T.

In un territorio che perde attrattività è comunque previsto ulteriore sviluppo urbano, che però viene concepito marginalizzando ulteriormente le aree industriali, prevedento solo una minima percentuale di rigenerazione e la percentuale maggiore di volumetria do espansione, e quindi di nuovo consumo di suolo.

25,2%

riconversione

74,8%

nuova espansione

+880.000 m²

PREVISIONI DI ESPANSIONE 1.109.302 m³ in più previsti dal P.A.T. entro il 2020, di cui: 712.639 m³ residui dal PRG E PIRUEA (su 1.907.393 m³ totali, di cui1.181.423 m³ già ralizzati) 396.633 m³ di nuovo volume previsti dal PAT, divisi in: zone di espansione 90.789 m³ con indice fondiario 0,7 mc/mq aree di riqualificazione e riconversione 279.274 m³, con i.f. 1,5 m³/m² aree già compromesse 26.600 m³, con i.f. 0,7 m³/m²

previsioni di aumento della popolazione saldo +1000 ab.

saldo -20 ab.

18200 18000 17800 17600 17400 17200 17000 16800 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

LEGENDA

24

acque

area industriale-commerciale

suolo a prevalente uso agricolo

area di nuova espansione residenziale

tessuto urbano misto

progetti di nuove infrastrutture


0 km

0,5 km

2 km

5 km

25


livello di impermeabilizzazione del suolo per classe di appartenenza

PERMEABILITÀ E AMBIENTE Le prospettive di un incessante consumo di suolo andranno ad agravvare ulteriormente la già critica questione dell’impermeabilizzazione, come si nota dai dati relativi e dai carotaggi a campione, e porteranno alla frammentazione del fragile sistema ambientale.

territorio agricolo

15% impermeabile

tessuto urbano

52% impermeabile

area industriale

84% impermeabile

linea delle risorgive

alta pianura asciutta

sezione della pianura alluvionale 26

bassa pianura umida

linea di costa


za IMPERMEABILIZZAZIONE suolo impermeabilizzato suolo con livello di permeabilità alto suolo con livello di permeabilità medio suolo con livello di permeabilità basso

35% percentuale di impermeabilizzazione del suolo

0 km

0,5 km

2 km

5 km

27


SISTEMA AMBIENTALE

0 km

corridoio ecologico

idrografia primaria

buffer zone

idrografia secondaria

territorio agricolo integro

vegetazione, filari

area a prevalente uso agricolo

linea delle risorgive

tessuto urbano

punti di risorgiva

0,5 km

28

2 km

5 km


SISTEMA AGRICOLO terreni coltivati a mais e cereali

terreni coltivati a ortaggi

vigneti

aree a prato spontaneo

terreni coltivati a foraggio frutteti terreni senza specificazione di coltura terreni coltivati a soia

0 km

0,5 km

aree boscate

area urbanizzata idrografia primaria idrografia ssecondaria

2 km

5 km

29



non ancora


NUOVI CICLI PER LA PLACCA PRODUTTIVA DI VILLORBA Alla luce di uno studio multiscalare delle condizioni e delle dinamiche presenti in questo territorio, quali l’abbandono della placca inustriale e i programmi di ulteriore sfruttamento di suolo a uso residenziale nell’area comunale, la tesi si propone di capire come l’attivazione di nuovi cicli all’interno della placca produttiva di Villorba, siano in grado di rispondere alle problematiche attuali e alle istanze future. L’obiettivo è quello di sradicare l’idea di un territorio settorializzato, proponendo un progetto integrato in cui la placca viene intaccata da realtà urbane e pratiche sociali finora escluse da questi luoghi, aprendosi allo stesso tempo alla città diffusa. Il principio di base è il riciclo di un’area in fase di dismissione, che possiede un imponente deposito infrastrutturale funzionante. Questo processo avviene su più livelli che sono sia delle categorie di approccio al tema, ma possono anche essere interpretate come fasi temporali di trasformazione, poichè mettono in campo diverse capacità di investimento. Le categorie in questione - riciclo di materiali, riciclo di spazi, riciclo di modi d’uso - si sviluppano e si intrecciano in una serie di strategie che si propongono di risolvere le questioni peculiari del luogo. Principio e strategie si declinano in un progetto che riconnette i principali punti di criticità con il tessuto urbano, agricolo e ambientale, in questo modo il territorio penetra nella placca industriale e la placca si irradia nel territorio. La placca non è più un elemento impermeabile, ma accoglie i sistemi dell’ambiente, della mobillità e della città.

32


33


MASTERPLAN

0 km

34

200 m

500 m


2 km

35


MASTERPLAN

0 km

36

200 m

500 m


2 km

37


ESTRATTO ASSONOMETRICO 01 Porzione di uno dei percorsi trasversali alla placca industriale. Gli spazi inutilizzati vengono riciclati in spazi per la comunità, che accolgono funzioni e attività varie. Gli edifici in stato di abbandono o semi-abbandono rientrano in un nuovo ciclo in cui produzione e attività industriali si integrano in un sistema urbano riqualificato.

38


ESTRATTO ASSONOMETRICO 02 Rigenerazione delle aree di risulta lungo l’infrastruttura stradale della placca, attraverso la riconnessione dei canali e la rinaturalizzazione degli argini, la coltivazione delle aree di maggiori dimensioni con sistemi a campo chiuso, ricucitura dei corridoi ecologici nord-sud.

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AMBIENTE Il sistema ambientale viene incrementato attraverso nuovi corridoi di connessione delle aree nucleo esistenti, che intaccano e smontano la placca industriale, riciclando il suolo inutilizzato in nuovi spazi per la naturalitò e l’agricoltura.

MOBILITÀ La ricucitura della placca inustriale con il contesto urbano è possibile grazie alla riconnessione trasversale dei punti di maggiore criticità con dei percorsi di mobilità ciclo-pedonale, che si riappropriadegli spazi già impermeabilizzati fra i capannoni.

RIGENERAZIONE Tutti gli sforzi che si metterebbero in campo nelle aree di nuova espansione, sono concentrati nelle aree critiche di abbandono industriale, riportando la città all’interno della placca a vocazione monofunzionale, facendola uscire dal circolo vizioso della crisi e della dismissione progressiva e interrompendo la pratica insostenibile dell’appropriazione di suolo non urbanizzato.

40


0 km

0,5 km

2 km

5 km

41






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