Progetto grafico e impaginazione Laura Lamberti Stampa Grafica Metelliana, Salerno Editrice Gaia via Tenete Manniello, 3 84012 Angri - Salerno www.editricegaia.it info@editricegaia.it
Testi Di Gilda Ricci Illustrazioni Di Juvanita Bottiglieri
A Eden, Idan Ugo e Liel
Introduzione Perché una fiaba sulle paure dei bambini? Perché una fiaba di bambini e farfalle? Perché sono stata a Bordano immersa nei colori e nella luce della “casa delle farfalle” sotto le maestose Alpi friulane, perché ho partecipato ad un famoso concorso che lì da tempo organizzano per scrittori e illustratori e perché scrivere è per me un bisogno, una necessità per comunicare, come dipingere e disegnare, cosa nella quale ho chiesto una mano, anzi due alla mia amica e compagna di viaggio Juvanita. In una notte calda d’estate nasce la storia di Nadì o Idan , ispirata ai miei nipoti più piccoli, che vivono in un nord sempre più lontano nonostante i collega-
menti interattivi, che come tutti bambini di questo mondo, diviso da barriere ideologiche e mentali, solidarizza e diventa universale nelle emozioni che accomunano grandi e piccoli. Tutti abbiamo paura, in proporzioni diverse certamente e sappiamo che cosa è per noi la paura di affrontare la realtà che ci circonda. Qualcuno ci dirà che occorre affrontare la paura per vincerla e superarla. Troppo semplice dirlo, per praticare il superamento di una paura, o più paure, il supporto di un elemento magico, di una farfallina che ci sussurra il “come” guardare da un punto di vista altro, immaginando di svolazzare con l’entusiasmo sulle ali della mente, è utile e a volte indispensabile. I bambini lo sanno più di noi adulti, loro hanno sempre un personaggio fantastico o soltanto l’immagine
riflessa di un adulto di riferimento a cui rivolgersi e che non li abbandona mai. Da bambina li cercavo nelle forme irregolari delle nuvole questi strani personaggi, oggi li ho ritrovati negli sguardi dei bambini che rincorrono aquiloni e che volano tra le pagine di un libro, sulle ali di farfalle colorate. Gilda Ricci
NADÌ SENZA PAURA
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C’è un posto nel mondo e c’era anche prima, ci sarà anche tra milioni di anni, dove monti, fiori e valli sono nel punto magico e ideale per far vivere e sopravvivere
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anche pi첫 di un solo giorno una famiglia molto speciale:
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Si tratta di strane creature variopinte, che nascono mostriciattoli e diventano meravigliosi arcobaleni volanti. Un po’ come la
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storia del brutto anatroccolo, che forse, tu già conosci, nato un po’ bruttarello e diventato poi uno splendido cigno da giovanotto o signorina.
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Nel paese della famiglia Farfallons, viveva
un bambino che non usciva mai di casa,
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perchÊ aveva paura di tutto: dei mostri, delle malattie, dei fuochi d’artificio, del terremoto, dell’acqua, del buio e anche delle maestre.
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Hai capito bene delle maestre! Quindi non andava a scuola! Ogni mattina faceva capricci per lavarsi, vestirsi e per andare a scuola.
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Ormai aveva compiuto sei anni e poteva andare a scuola, quella dei grandi, e poi alla scuola dei pi첫 grandi e poi dei pi첫 grandi ancora.
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Niente e nessuno riusciva a convincerlo che doveva uscire di casa per poter imparare tante cose anche all’aperto, immerso nella natura delle
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vallate del suo paese, tra i boschi e i fiumi. Un giorno freddissimo, di un inverno quasi glaciale,
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– Non chiamate il dottore, ho paura del dottore, AIUTO! Sto male, AIUTO!!!!!!!! – Senti Nadì – lo rassicurava la mamma – devi stare tranquillo,
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il dottore è bravissimo, non ti farà del male, ti curerà e ti farà passare questa brutta febbre. Così finalmente potrai uscire e andare
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a scuola con gli altri bambini – – NOOOOOOO! – urlava Nadì – io a scuola non voglio andare! – – Va bene – interviene il papà
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– ora dormi e riposa, ne parleremo domani – Il papà e la mamma di Nadì erano molto preoccupati per il figlioletto. Non tanto per la febbre,
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quanto per le paure che portava dentro il suo cuoricino. Ma la notte porta consiglio, cosÏ dicono gli anziani del paese, ed infatti Sognò di dormire sotto
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una grande quercia in un immenso prato fiorito e di sentire improvvisamente una vocina nel suo orecchio sinistro che gli sussurrava:
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– Tu sei Nadì vero? – Spaventatissimo Nadì disse: – Come fai a sapere il mio nome? Chi sei? Dove sei? – – Non mi vedi? Sono sulla tua spalla, proprio
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qui vicino a te! – Il piccolo Nadì si voltò e vide svolazzargli sul naso
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– Come mai non hai paura di me, tu che sei un fifone! – – Ma come fai a sapere tutti i fatti miei? Sei una streghetta? – – Forse, chissà! Ma
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so tante cose di te che tu non sai – – Per esempio, cosa sai di me ancora????????? – – So che quando hai la febbre non vuoi farti curare, non
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vuoi andare a scuola; so che a Capodanno ti tappi le orecchie perché sei terrorizzato dai fuochi d’artificio perché ti sembrano bombe atomiche e colpi
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di mitragliatore – – E sì, ho capito sai proprio tutto di me. Non ci posso fare niente, sono pauroso e basta! – – Ma non è vero che
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non puoi far nulla, vedi che di me non hai paura! E sai perchè? PerchÊ con me ora, in questo preciso momento stai parlando. Io sono una Farfalla,
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le farfalle parlano? Io parlo, sono una po’ speciale, come te! – – Io sono speciale? Sono un fifone, lo hai detto tu! – – Sì è così, ma potrai
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vincere le tue paure se verrai con me – – Dove???????? – – Fidati, io sono Frafalliel, ma chiamami Liel –
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Nadì era un po’ preoccupato ma nei sogni tutto può succedere, anche di volare. Infatti, quello strano animaletto colorato lo portò in
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una valle infinita dove scorreva un fiume lunghissimo. – Vieni e guardati intorno, qui vive la mia famiglia, la famiglia Farfallons, siamo tutte
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farfalle. Lei è mia sorella Farfalleden, diminutivo Eden. Ognuno di noi ha un compito preciso e possiamo anche sciogliere incantesimi.
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Tu sei vittima di un incantesimo perciò hai tutte queste paure Noi ti aiuteremo ma solo se tu lo vorrai – NadÏ era molto perplesso e
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frastornato ma si sentiva leggero e sereno, una tranquillitĂ che chiuso nelle mura della sua casa, sempre davanti a quella rumorosa
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scatola della sua TV satellitare non aveva mai provato. Trascorreva ore e ore sempre a vedere e ad ascoltare brutte notizie dal mondo, ma
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qui ora vedeva tutto diversamente e con una luce particolare. E quando scendeva il BUIO, che cosa succedeva. Ecco di nuovo la paura.
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scuro e tortuoso. in cui c’erano tante piccole scale e, in cima, un Farfallone gigante, tutto color caffè.
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– Senti piccola farfalla Liel – disse Nadì – io mi sono fidato di te e ti ho seguito anche in questo albero buio e stranamente non sto tremando,
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ma questo chi è? – E’ Farfallons della notte, lui deve stare sempre al buio altrimenti muore. – Ma che dici! Allora è un po’ stupido.
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– E tu allora che stai sempre chiuso in casa tua, sei stupido? – Forse sì, hai ragione sono un po’ tonto. Ora che ho visto tanta luce e tanti
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colori e ho respirato a pieni polmoni mi sento un altro. Ma tu mi hai stregato! – Ma no ti sto facendo conoscere il mio mondo, tutto qui.
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Ora andiamo ad una festa! è il nostro appuntamento annuale di tutte le famiglie di farfalle – – Ma dove? – Vedrai, faremo un
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bel bagno nell’acqua fresca del fiume – – Ma cosa dici?!? io ho paura dell’acqua, non posso fare il bagno e poi in un fiume, tu sei folle,
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non ci pensare proprio! – – Va bene allora. Guarda noi, ti divertirai lo stesso – Così Nadì seguì la sua farfalla, arrivò
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quasi volando come lei, senza pi첫 sentire il peso delle scarpe e delle gambe. Giunsero insieme in questo posto fantastico: migliaia di farfalle
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coloratissime che svolazzavano ovunque. Fiori enormi con una scritta luminosa sugli steli “BAR�;
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festoni e ghirlande, quasi fossero fuochi d’artificio. Che meraviglia!!!!!!!! Nadì rimase a bocca aperta per un bel po’. Si posarono sulle sue
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spalle, sulle gambe, sul naso tantissime farfalle dispettose che cominciarono a spruzzargli acqua dappertutto. – AIUTO!!! AFFOGO!!!!!
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AIUTO!!! Eden!!! Liel!!!! – – Nadì, Nadì, Nadì che ti succede?????????? – – Mamma, mamma... sei tu! Scusami, ho fatto un sogno… bellissimo! –
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La mamma stava tentando con un antico rimedio di fargli scendere la febbre con panni bagnati sulla fronte, ma improvvisamente NadĂŹ
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si alzò e disse alla mamma di voler fare una bella doccia. La mamma sconvolta pensò stesse delirando. Invece, senza fare alcun capriccio,
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Si vestĂŹ da solo, senza fare storie e disse alla mamma di voler andare a scuola, di voler raccontare ai bambini come lui i suoi sogni, di voler correre nei
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campi. La mamma chiamò il papà preoccupata: – Andiamo, forza, veloce, Nadì è impazzito, si è lavato da solo, si è vestito e vuole andare a scuola! –
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– Andiamo! Sbrigati dobbiamo accompagnarlo!!! – – Ma che cosa avrà mai sognato questo bambino!? Prima urla di
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paura e poi di gioia infinita! Bah! – – Sì papà, è proprio così avevo tanta paura perché non sognavo ad occhi aperti, non mi guardavo intorno.
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Il mondo è meraviglioso! Voglio scoprirlo e conoscerlo, con voi, con i miei compagni di scuola e anche un po’ da solo.
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per tutti gli anni della sua infanzia e della sua adolescenza, spesso a piedi o in bicicletta, correndo nel vento, anche sotto la pioggia incalzante
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e se aveva la febbre piangeva disperato perchÊ voleva andare a scuola lo stesso. Sulla sua spalla c’era sempre però una piccola farfalla verde
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e blĂš che svolazzava intorno al suo cammino.
che lo aiutò sempre ad affrontare e a vincere le sue paure.
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NadÏ non aveva piÚ paura del mondo, ma grazie alla sua famiglia, ai suoi amici e alla Famiglia Farfallons, imparò a riconoscere i pericoli,
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i sentieri senza uscita, i valori importanti della vita, il bene e il male. Quell’anno nel suo paese il sindaco organizzò il Capodanno in piazza e
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allo scoccare della mezzanotte illuminò le case della valle con variopinti fuochi d’artificio, che formavano nel buio della notte immense
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farfalle nel cielo. Indovina chi era il fuochista artificiere che li aveva ideati? SĂŹ era proprio lui: NadĂŹ.