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Iceland 2018
I ghiacciai dell’Islanda hanno sempre attirato l’attenzione di numerosi speleologi attratti da fenomeni legati al carsismo glaciale. Nonostante La Venta non abbia mai organizzato una vera e propria spedizione in terre islandesi, numerose sono state le occasioni per diversi soci di partecipare a progetti e spedizioni organizzati da speleologi italiani e non. Nel 2018 una nuova spedizione organizzata da speleologi provenienti da diverse regioni del nostro paese ha permesso a La Venta di prendere parte al progetto esplorativo “Iceland 2018”. La nostra meta principale è stato il Breiðamerkurjökull, lingua glaciale di sbocco del Vatnajökull, situato nella porzione sud-est dell’isola. La lingua ha una larghezza di 12 km e una lunghezza di circa 23 km. Obiettivi principali della spedizione erano: capire come si sviluppa il carsismo glaciale, raccogliendo informazioni e dati quanto più possibile (attraverso il posizionamento degli ingressi con GPS, il rilievo e la documentazione fotografica dei mulini esplorati), e valutare le variazioni morfologiche e topografiche di questa lingua del ghiacciaio più esteso d’Europa. Con l’aiuto di Niccolò, guida italiana che vive da diversi anni tra Groenlandia e Islanda e vecchia conoscenza
di alcuni di noi, abbiamo pianificato la logistica e organizzato il trasporto sul ghiacciaio, che avviene grazie ai fuoristrada messi a disposizione da alcune guide locali. Con molto stupore scopriremo poi che questi mezzi sono addirittura in grado di andare ben oltre la fronte del ghiacciaio (dove siamo stati lasciati con il materiale da trasportare a mano), una cosa da tenere in considerazione in futuro per spedizioni più corpose. Appena messo piede, anzi rampone, sul ghiaccio capiamo che la sua consistenza è ben diversa da quella del ghiaccio alpino: questo è molto più duro, compatto; la pendenza è piuttosto minima ed è quasi levigato, cosa non comune sui nostri ghiacciai. Tutto ciò agevola molto la progressione, soprattutto con i nostri pesanti zaini. Allestiamo il campo sopra una morena in un punto strategico a pochi chilometri dalla fronte del ghiacciaio e abbastanza vicino alle aree identificate per le nostre esplorazioni. Purtroppo, però, nei giorni successivi impariamo presto che è difficile fare i conti con il vento e la pioggia islandesi, che dopo solo quattro notti trascorse al campo ci costringono a rientrare a causa della rottura di alcune tende e dell’impossibilità di svolgere qualsiasi tipo di attività. Nel poco tempo a disposizione riusciamo comunque a dividerci in diverse squadre ed effettuare ricognizioni che portano subito a buoni risultati. L’area è sicuramente interessante e meriterà ulteriori approfondimenti in futuro. Dopo questa prima parte della spedizione il gruppo si divide e alcuni rientrano in Italia mentre altri si spostano su altre lingue del ghiacciaio. Nella seconda fase della spedizione sono state condotte ricerche anche sul Sólheimajökull (una lingua del Mýrdalsjökull, il quarto ghiacciaio dell’isola) ed è parso subito chiaro che anche qui il carsismo glaciale è ben sviluppato. In generale possiamo quindi dire che le ricerche svolte in diverse aree del ghiacciaio Vatnajökull hanno portato notevoli risultati, nonostante i problemi causati dal meteo. In totale sono stati esplorati e documentati 28 mulini glaciali, il più importante dei quali è stato disceso fino ad una profondità di -130 metri e si sviluppa in gallerie e meandri; purtroppo non è stato possibile concludere l’esplorazione a causa della quantità di acqua nebulizzata proveniente dall’imponente cascata.
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Questa spedizione è stata patrocinata da: Club Alpino Italiano, La Venta Esplorazioni Geografiche e Progetto Speleologia Glaciale. Un ringraziamento particolare è rivolto a Tiberino per averci fornito gli alimenti caldi utilissimi durante le giornate di tempesta trascorse nelle tende, ad Enervit e Grivel per il supporto di alimenti energetici e alcune attrezzature, e infine a Niccolò Segreto e alle guide locali islandesi per il prezioso supporto logistico.