Numero 20 > Anno III° > Marzo 2013 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG
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PERIODICO D’INFORMAZIONE CULTURALE SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI
Marzo
Potere alla femminilità di Alice Motti Che cos’è la femminilità? La capacità di sentire, l’accoglienza, la morbidezza, il calore? La femminilità può essere tante di quelle cose che niente è giusto e nulla è sbagliato. Come definire allora la femminilità? Se dovessimo scegliere un solo significato da attribuire a questa parola probabilmente cadremmo in qualche stereotipo. Al giorno d’oggi infatti siamo bombardati da modelli imposti che ci forniscono significati belli e pronti. Raramente però questi corrispondono alla verità di quello che siamo, soprattutto perché la maggior parte delle immagini legate al concetto di femminilità provengono da un universo maschile. Il bisogno di plasmarci a un’immagine esterna che non riflette la vera natura della persona, per le donne avviene fin dall’infanzia. Fiabe e cartoni animati trasmettono un’immagine del mondo femminile diviso tra principesse da salvare o streghe cattive da uccidere. Modelli talmente radicati nella società che
L’altra metà del cielo
segue a pagina 2 Eco dalla Regione
Ecologie & Imprese
Salute & Benessere
Elezioni 2013
Dalla natura Il peso alle cose ideale
Tutti i bergamaschi eletti in Regione e in Parlamento
Ad Almenno San Bartolomeo una mostra per scoprire i segreti del legno
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Con un sorriso smagliante... i centimetri che fanno la differenza Pagina 46
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Editoriale
Segue dalla prima pagina sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo delle donne stesse, molte delle quali hanno aderito a questi schemi tanto da perdere il contatto con il proprio corpo e la propria femminilità. Ma quando questo accade la donna perde la sua creatività e non mi riferisco solamente all’aspetto artistico della vita: penso ad ogni singolo momento dell’esistenza, a quella forza che ci dà vita e sostegno e che ci permette di non lasciarci imprigionare nelle gabbie mentali delle convenzioni sociali e in quelle fisiche delle “quattro mura domestiche”. Perché è la paura di non essere “abbastanza” - bella, brava, intelligente e via dicendo - che lascia spazio a quelle voci che ci fanno
“Eppure se guardiamo i tanti esempi di donne che hanno fatto il passo di andare oltre il mondo come veniva loro imposto, quel mondo si è aperto a loro e le ha lasciate passare” dubitare del nostro potere. Ma è la passione che ci fa essere responsabili della nostra esistenza e quando questa viene schiacciata perdiamo la consapevolezza del nostro ruolo nel mondo. È in quel momento che le rinunce, le difficoltà e i problemi della vita cadono addosso come macigni, alimentando vittimismo e stereotipi di genere. Eppure se guardiamo i tanti esempi di donne che hanno fatto il passo di andare oltre il mondo come veniva loro imposto, quel mondo si è aperto a loro e le ha lasciate passare. Brecce in
“La donna ha perso la sua creatività e non mi riferisco solamente all’aspetto artistico della vita: penso ad ogni singolo momento dell’esistenza”
un passato di schiavitù e sottomissione lungo millenni, potrebbe obbiettare qualcuno. Eppure non è sempre stato così: le prime grandi civiltà della storia erano di tipo matriarcale e la donna era considerata sacra, perché portatrice di vita e in profonda connessione con la Madre Terra. E forse è recuperando questa forza che si potrebbe davvero cambiare l’intero pianeta, come sembra proporre la campagna di Greenpeace che ha messo a nudo una delle icone del cinema italiano, Valeria Golino, il cui corpo è tornato ad essere metafora della terra da amare. Ma recuperare la potenza del proprio femminile vuol dire anche dire no
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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 4 Marzo 2013
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ai soprusi, pretendere il rispetto e la dignità di cui ogni essere umano ha diritto. Concetto non in linea con il tasso dei femminicidi in continua crescita: in Italia ogni due giorni viene uccisa una donna e la cronaca continua a riportare casi di violenze e abusi, spesso non denunciati. La manifestazione One Billion Rising, di cui parliamo nello Speciale Donne, ha squarciato il velo dell’omertà nel giorno tradizionalmente destinato agli innamorati, invitando tutte le donne del mondo a unirsi e sprigionare la loro forza, danzando alla libertà di espressione e di vita. Basta questo per ottenere rispetto? No, certamente. Servirebbe, soprat-
tutto nel nostro Paese, una solida tutela giuridica e civile per casi di stalking o mobbing, ad esempio. Servirebbero delle politiche sociali che affrontassero una volta per tutte l’annoso problema della bassa occupazione femminile e della difficoltà per le donne italiane di conciliare famiglia e lavoro, perché la valorizzazione del lavoro femminile è una grande risorsa per uscire dalla crisi. Ma ad oggi, non solo non è ancora stato sfondato il famoso “tetto di cristallo” che vede le donne a parità di posizione guadagnare meno degli uomini, ma in un momento di profonda recessione il contributo delle donne al PIL nazionale rasenta i minimi storici.
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E se qualcuno pensa che questa sia una scelta dettata da un ritorno di fiamma ai vecchi ruoli sociali che vede la donna madre e moglie rimarrà molto deluso: il tasso di natalità italiano, circa 1,4 figli per donna, è di gran lunga più basso rispetto a quei paesi dove molte più donne lavorano. Se la politica è lo specchio della società, le somme sono presto tirate: in queste ultime elezioni le donne candidate come leader erano pochissime e sempre relegate a liste minori. Una questione, quella delle elezioni, che riapre il dibattito sulle quote rosa. “Per cervelli rosa?”, viene spontaneo domandarsi. Eppure in alcune parti del mondo come Argentina, Stati Uniti, Germania e Islanda le donne, quando non governano, rivestono comunque ruoli chiave nella politica internazionale, senza che questo sia un diritto tutelato da una legge ad hoc. L’evoluzione dell’essere umano è un cammino che coinvolge fisico, mente ed emozioni. Se qualcuno di questi fattori non ha modo di esprimersi, si blocca quella scintilla interiore in grado di cambiare il mondo. E le mappe tracciate dall’esterno sono spesso strade che ci allontanano dalla meta. E la meta, qualunque essa sia, è nostra e di nessun altro. Buon viaggio donne. Alice Motti
Hanno collaborato a questo numero: Alice Motti - Giornalista Alessandra Loche - Giornalista Valeria Annovazzi - Giurista ambientale Giorgio Moratti - Scienze della Comunicazione Alessandro Sonzogni - Scienze della Comunicazione Marta Morarelli - Scienze della Comunicazione Alessandro Fortis - Scienze dell’Educazione Rossana Madaschi - Nutrizionista Luciano Valle - CEA Andreoli Vania - CEA Arianna Corti - Giornalista Enrico Ubiali - Scienze Economiche Erica Balduzzi - Lingue e Letterature Straniere Maria Imparato - Giornalista Elisa Troiani - Lingue e Letterature Straniere Roberta Spinelli - Certificazioni Ambientali Daniele Pinotti - Studente Onofrio Oscar Zirafi - Scienze della Comunicazione
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Sommario Attualità Eco dalla Regione 4. Dalle urne una nazione profondamente divisa 5. Un’esperienza diretta: Da Ponte San Pietro al Viminale Eco dalla Provincia 6. Inaugurazione del 44° Anno Accademico dell’Università di Bergamo 7. Itinerari turistici sostenibili e socialmente responsabili 8. “L’altro Vissani” incontra Bergamo 10. Cambiare il mondo? Facile, basta comprare il pane Eco dal Comune 12. In città le scuole diventano “isole ecologiche” / Timbro digitale in comune 13. Qualità dell’aria in città Comuni Virtuosi 14. Il casaro ti vuol far sapere… com’è buono il formaggio del suo podere 15. La biblioteca del futuro? A Seriate è una realtà Vivi Bergamo 16. Festival dell’Ambiente 2013. La Bergamo “bene” é una Bergamo “verde” Società 18. Terremoto in Emilia: da Bergamo in favore del progetto Cl@ssi 2.0 19. Fa’ la cosa giusta! Compie 10 anni 20. EcoRace 2013. Gli atleti tornano in gara per l’ambiente 21. Velomobile, nuovo mezzo di trasporto alternativo 22. Aggregazione sociale ed educazione ambientale 23. Il sonno della ragione genera (eco)mostri
Green Economy Ecologia & Imprese 24. Il legno. Dalla natura alle cose 25. L’Europa in difesa delle foreste 26. A Londra il supermercato dove non si butta via niente 27. A Martinengo il Punto Simply allestisce lo spazio “Bio”
Stili di vita e d’impresa SPECIALE DONNE 28. (In)sostenibilmente donna 30. Quote rosa SI / Quote rosa NO 31. Valeria Golino nuda per Greenpeace 32. One Billion Rising: svegliati, balla, partecipa 33. Donne in azione. Dal femminismo al caso Pussy Riot 34. Irena Sendler. Un coraggioso cuore polacco nel ghetto di Varsavia 35. Irena Sendler raccontata da chi ha riportato alla luce la sua vicenda 36. Clara Gaymard, donna europea d’eccellenza ospite nella città di Bergamo 37. Natura Donna Impresa 2013 38. La salute delle donne fiore all’occhiello dell’Asl di Bergamo Musica 40. Nagaila voce travolgente e tanta passione Ambiente 42. Pinguini antartici. Genitori moderni 43. Earth Hour 2013 Eco dal Mondo 44. Hong Kong, Il traffico diventa verde 45. ZCB, primo edificio carbon neutral Salute & Benessere 46. Calcola il tuo peso ideale 48. Avere l’amaro in bocca? Una cosa salutare! 49. Grest in Fattoria didattica Alimentazione 50. Il Kiwi frutto orientale 50. La Cicoria amica del fegato 51. Mousse fresca di kiwi / Riso rosso con dadolata di cicoria (torsolo), ceci e curcuma Storia & Personaggi 52. Rosemary Radford Ruether 53. Il Centro di Etica Ambientale di Bergamo alla scoperta del Nuovissimo Continente Calendario appuntamenti
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ENERGY MANAGEMENT L’obiettivo è di ottimizzare i costi energetici, presentati tramite un dettagliato business plan, partendo da un’analisi preliminare dello stato di fatto. In seguito sono individuate soluzioni impiantistiche e di riqualificazione dell’edificio. L’attività di Energy Management deve tenere conto degli aspetti tecnici, energetici, normativi, autorizzativi sfruttando al meglio gli incentivi e le agevolazioni.
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Eco dalla Regione
Dalle urne una nazione profondamente divisa «Italia est omnis divisa in partes tres» Alle Politiche vittoria spuntata del Pd, boom del Movimento 5 Stelle Il Carroccio alla guida del Pirellone Il popolo ha deciso: l’Italia è ingovernabile. Se alla Regione Lombardia prevale il leader della Lega Roberto Maroni, che sale alla guida del Pirellone in alleanza con il Pdl, per le politiche nazionali la vittoria di misura del centrosinistra non consente al Pd né di festeggiare, né di governare. Il Senato risulta infatti spaccato in tre poli, grazie al boom del Movimento 5 stelle, che si accredita ormai come una forza parlamentare, alla stregua di Pd e Pdl. Chi era stanco delle tradizionali formule del bipolarismo, ora ha di che divertirsi. Parafrasando il “De Bello Gallico” di Giulio Cesare: l’Italia è divisa in tre parti. Il triangolo no, non l’avevamo considerato?
I parlamentari bergamaschi Sono undici i bergamaschi -ai quali potrebbero aggiungersi altri quattro nomi nei prossimi giorni - che si preparano a “volare” a Roma. Tra i democratici, confermati i Deputati Antonio Misiani e Giovanni Sanga, a cui si affiancano Elena Carnevali, Giuseppe Guerini e Pia Locatelli, europarlamentare dal 2004 al 2009. Per la Lista Monti entra a Montecitorio Alberto Bombassei. Nella coalizione del centro-
destra, Gregorio Fontana (PDL) resta saldo a Roma e, per la prima volta, entra in Parlamento anche Cristian Invernizzi della Lega Nord. Anche al Senato prendono posto tre esponenti del Carroccio: Roberto Calderoli, Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio.
Gli eletti in Regione Nel Consiglio regionale lombardo prenderanno posto nove bergamaschi. Tra i banchi della maggioranza, due scranni saranno occupati da altrettanti sindaci della provincia: Roberto Anelli e Silvana Santisi Saita. Poco distante, l’esponente della Lista Maroni: l’ex campionessa di sci Lara Magoni. Sempre per il centrodestra, entrano i pidiellini Angelo Capelli e Alessandro Sorte. L’unico consigliere uscente riconfermato fa parte delle fila dell’opposizione: Maurizio Martina (PD), dal 2007 Segretario regionale del partito. Sotto lo stesso simbolo siederà Jacopo Scandella che, a soli 25 anni, diventa il più giovane consigliere regionale bergamasco. Conquista il Pirellone anche l’ex Sindaco di Bergamo Roberto Bruni, in corsa con la lista “Ambrosoli Presidente”. E infine entra il giovane esponente del Movimento 5 Stelle, Dario Violi.
Undici onorevoli bergamaschi prenderanno posto in Parlamento CAMERA Antonio Misiani Giovanni Sanga Elena Carnevali Giuseppe Guerini Pia Locatelli Alberto Bombassei Cristian Invernizzi Gregorio Fontana
PD PD PD PD PD LISTA MONTI LEGA PDL
SENATO Roberto Calderoli Giacomo Stucchi Nunziante Consiglio
LEGA LEGA LEGA
Nove bergamaschi conquistano un seggio in Consiglio regionale
CONSIGLIO REGIONALE BERGAMASCHI Roberto Anelli Silvana Santisi Saita Lara Magoni Angelo Capelli Alessandro Sorte Roberto Bruni Maurizio Martina Jacopo Scandella Dario Violi
LEGA LEGA MARONI PRESIDENTE PDL PDL PATTO CIVICO Ambrosoli presidente PD PD MOVIMENTO 5 STELLE
CONSIGLIO REGIONALE AL COMPLETO Presidente: Roberto Maroni Dario Bianchi LEGA Francesca Attila Brianza LEGA Fabrizio Cecchetti LEGA Angelo Ciocca LEGA Jari Colla LEGA Antonello Formenti LEGA Pietro Foroni LEGA Federico Lena LEGA Donatella Martinazzoli LEGA Ugo Parolo LEGA Fabio Rizzi LEGA Fabio Rolfi LEGA Massimiliano Romeo LEGA Maria Tesera Baldini MARONI PRESIDENTE Fabio Angelo Fanetti MARONI PRESIDENTE Luca Daniel Ferrazzi MARONI PRESIDENTE Lino Fossati MARONI PRESIDENTE Stefano Bruno Galli MARONI PRESIDENTE Maria Daniela Maroni MARONI PRESIDENTE Antonio Saggese MARONI PRESIDENTE Alessandro Sala MARONI PRESIDENTE Marzo Tizzoni MARONI PRESIDENTE Carolina Toia MARONI PRESIDENTE Fabio Altitonante PDL Anna Lisa Baroni PDL Stefano Carugo PDL Raffaele Cattaneo PDL Alberto Cavalli PDL Alessandro Colucci PDL Luca Del Gobbo PDL Alessandro Fermi PDL Giulio Gallera PDL Salvatore Carlo Malvezzi PDL Mario Mantovani
Luca Marsico Mario Giovanni Melazzini Mauro Parolini Claudio Pedrazzini Mauro Piazza Fabrizio Sala Riccardo De Corato Francesco Dotti Elisabetta Fatuzzo Alessandro Alfieri Agostino Alloni Laura Barzaghi Carlo Borghetti Enrico Brambilla Marco Carra Rocco Massimo D’Avolio Luca Gaffuri Gian Antonio Girelli Fabio Pizzul Onorio Rosati Raffaele Straniero Corrado Tomasi Sara Valmaggi Giuseppe Villani Busi Michele Lucia Castellano Paolo Giovanni Micheli Buffagni Stefano Silvana Carcano Eugenio Casalino Gianmarco Corbetta Andrea Fiasconaro Giampietro Maccabiani Paola Macchi Iolanda Nanni
PDL PDL PDL PDL PDL PDL FRATELLI D’ITALIA FRATELLI D’ITALIA PARTITO DEI PENSIONATI PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PATTO CIVICO Ambrosoli presidente PATTO CIVICO Ambrosoli presidente PATTO CIVICO Ambrosoli presidente MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE
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Un’esperienza diretta Da Ponte San Pietro al Viminale Il filo diretto con gli esiti elettorali nelle sale del Ministero raccontato da un giovane collaboratore di Bergamo SOStenibile Per un giovane ventenne il mondo giornalistico riserva moltissime esperienze, idee e scoperte che segnano in modo indelebile la vita e la crescita umana e professionale di chi si accinge a portare avanti seriamente questo mestiere. Il giornalismo risulta essere una fucina di emozioni interminabili e ti fa aprire gli occhi sulla serietà e sull’importanza che il mondo dell’informazione riveste sia nella vita di tutti i giorni che negli episodi che segnano la storia di uno Stato. É proprio con questo spirito che scrivo questo articolo-testimonianza, che evade dalle sintetiche “5w” per far emergere tutto l’entusiasmo vissuto in questi due giorni, lunedì 25 e martedì 26 febbraio, presso la sala stampa del Ministero dell’Interno, sotto i riflettori di tutto il mondo per
“Ho deciso immediatamente di scrivere questo pezzo per trasmettere a tutti i giovani quanto sia coinvolgente e formativa la professione di giornalista” la trasmissione degli esiti elettorali, nazionali prima e regionali poi. L’idea di cimentarmi in questa esperienza mi è balzata alla mente trovandomi in trasferta a Roma proprio in concomitanza delle elezioni e dell’ultima udienza di Papa Benedetto XVI. Pur sapendo che questa “avventura” avrebbe assorbito buona parte del mio soggiorno romano, ho provveduto ad accreditarmi presso il Ministero dell’Interno, sede in cui confluiscono i dati elettorali in tempo reale. L’attesa trepidante di una conferma telefonica fu abbastanza breve: un numero di Roma illuminò il display del mio telefono, risposi e ricevetti la notizia che tanto aspettavo...e l’entusiasmo salì alle stelle. Il 25 febbraio, munito di notebook, quaderno appunti,
macchina fotografica Reflex e moltissima motivazione, mi recai al Viminale. La piazza antistante era gremita di giornalisti con addetti camera e trasmissione tv al seguito per i collegamenti in diretta. Varcata la soglia del Ministero seguii la prassi dell’accreditamento e dei controlli di sicurezza antiterrorismo, per essere poi condotto da un agente, insieme ad alcuni colleghi di altre testate, presso la Sala Stampa. Ero entrato proprio nella sala da cui sono trasmesse tutte le dirette tv. Mi accomodai presso uno dei tanti computer a disposizione della stampa: un
software sofisticatissimo, in dotazione al “cervellone” del ministero dell’Interno, forniva ogni sorta d’informazione. Consultai in tempo reale tutti i dati interessanti, a partire dall’affluenza alle urne che fu il primo dato certo. Seguii via via il delinearsi della situazione elettorale nella sua estrema complessità anche se, del risultato politico, non voglio occuparmi in questo articolo perché esula da questa testimonianza personale. Seppur in un contesto di così grande importanza per l’intera nazione e, di riflesso, per il panorama internazionale, mi piaceva sottolineare
la possibilità di mantenere un filo diretto con il mio paese natale. Attraverso il portale a mia disposizione, infatti, mi è stato possibile analizzare l’andamento, minuto per minuto, degli spogli elettorali nella mia cittadina bergamasca, anche a distanza di 700km dalle sue strade innevate. Non bisogna poi dimenticare che, trattandosi della Sala Stampa ufficiale del Viminale, proprio da lì il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha diramato diversi comunicati inerenti il suo parere tecnico sull’esito delle procedure elettorali, “dribblando” le domande che tentavano
di estorcerle commenti politici. Resteranno impresse nella mia mente la distesa di cameraman e fotografi pronti ad immortalare ogni minuto di un così importante momento istituzionale. Numeri, statistiche ed elaborazioni grafiche delinearono un panorama in continuo aggiornamento per tutta la lunga giornata post-elezioni mentre altri colleghi giornalisti diedero inizio ai collegamenti speciali: i primi mormorii per il futuro dell’Italia si fecero strada tra i commenti degli entusiasti, dei delusi e dei preoccupati per una situazione che si stava paventando colma di interrogativi su svariati fronti. Un copione analogo si è ripetuto il giorno seguente con l’esito delle elezioni regionali, anche se vissuto da parte mia con un’attenzione ancora maggiore. Nella tarda serata di martedì ho depositato il mio badge presso la portineria del Viminale avendo concluso il mio compito. Da subito ho iniziato a pensare a come raccontare questa mia personale esperienza. Ho deciso immediatamente di scrivere questo pezzo con un taglio inusuale proprio per trasmettere a tutti i giovani, appassionati o semplici interessati, quanto sia coinvolgente e formativa questa professione. Si impara a capire il ruolo determinante di un’informazione oggettiva, capace di trasmettere in tempo reale i dati che segneranno, nel bene o nel male, la storia della nostra nazione. Si comprende tutto lo sforzo e la perizia che stanno dietro alla macchina organizzativa, permettendo di portare a termine il complesso e talvolta farraginoso funzionamento della procedura elettorale. Indipendentemente dall’opinione di ciascuno, si torna a casa arricchiti dell’importanza e della bellezza della democrazia: la più alta manifestazione della voce del popolo che esprime i suoi giudizi e le sue sentenze ma, soprattutto, le speranze per il proprio futuro e per quello dei propri figli. Enrico Ubiali
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Eco dalla Provincia
Inaugurazione del 44° Anno Accademico dell’Università di Bergamo La forza di sfidare le difficoltà del mondo d’oggi aprendo una finestra sul futuro La splendida cornice del Teatro Sociale di Bergamo Alta ha ospitato un appuntamento culturale che ha coinvolto le più importanti personalità del mondo dell’Università, delle istituzioni locali e internazionali: l’inaugurazione del 44° anno accademico del nostro Ateneo. Sin dal primo pomeriggio le forze dell’ordine erano stanziate per garantire la sicurezza e agevolare i preparativi. Uomini d’affari, industriali, docenti e semplici studenti hanno iniziato da subito ad accalcarsi presso l’ingresso muniti del proprio invito personale: merce rara e preziosa, vista l’esigua disponibilità di posti rispetto alle innumerevoli richieste di partecipazione.
“La vera sfida per il domani è di non fossilizzare lo status quo ma far ripartire le prospettive di potenziali ascese sociali per chi ne ha i meriti, rifuggendo dalla logica delle lobby e delle rendite improduttive” Accomodatisi tutti, nel tardo pomeriggio di giovedì 14 febbraio è iniziata la tanto attesa cerimonia: numerosi sono stati gli interventi di saluto di notevole prestigio. A partire dal ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, passando per il Prefetto, per arrivare al sindaco di Bergamo, si è voluto sottolineare il vanto e il ruolo strategico dell’Università come fucina di idee funzionali al progresso industriale, sociale e umano. Denominatore comune per ogni auspicio futuro è l’utilizzo del suo potenziale culturale, in primis per vincere la crisi. Il dovere di cronaca non può farci dimenticare i saluti del personale amministrativo e delle rappresentanze studentesche che hanno evidenziato, anche con suggestivi paragoni medioevali, l’orgoglio di appartenere all’Ateneo bergamasco: un monito per affrontare tutte le difficoltà che devono essere superate, lavorando insieme per una rinascita
nazionale. Da non dimenticare inoltre il conferimento del titolo di Professore emerito agli ex Rettori, Professore Enrico Ferri e Professore Alberto Castoldi, che hanno dato lustro al nostro Ateneo negli anni passati. È seguito poi un imponente discorso del Magnifico Rettore Paleari Professore Stefano e, in conclusione, una “Lectio Magistralis” del famoso antropologo di Harvard Professore Michael Herzfeld. Ritengo opportuno soffermarci sul discorso del Rettore, in quanto racchiude innumerevoli spunti di riflessione: un quadro completo della situazione universitaria globale, della situazione economica dell’istituzione accademica bergamasca e nazionale, insieme agli auspici per il futuro della società, oggi in balia del rischio di incorrere in quella che viene chiamata deriva duale.
Le cordialità dei saluti iniziali ai numerosi ospiti e agli altri Rettori presenti, tra cui quelli di Mosca e de Il Cairo, hanno fatto subito spazio a parole dure nei confronti dei tagli verso l’Università, per quanto concerne il finanziamento pubblico. Tagli unilaterali di oltre l’11% hanno corrisposto -paradossalmente- a maggiori richieste e sforzi dell’ente nel campo sociale. Sottolinea Paleari: «Se altri comparti della spesa pubblica o della spesa amministrativa avessero percorso lo stesso cammino, l’Italia sarebbe oggi da tempo oltre il pareggio di bilancio». Nonostante tutto, l’Università non si è sottratta dal garantire l’adempimento dei suoi obblighi nei confronti degli studenti, della società e delle opportunità legate all’internazionalizzazione, ultimo baluardo di modernità.
Oggi il ridimensionamento dei fondi ha raggiunto il limite: si rischia di togliere linfa vitale a progetti fino ad oggi garantiti in tutti i casi in cui fosse superata la soglia di eccellenza. È un monito, quasi un grido di aiuto, che chiede fermamente coerenza e semplicità, prendendo a mò di esempio alcuni format europei. L’Italia ha un potenziale immenso in campo universitario; potrebbe essere la culla di tutti gli atenei europei, vantando tanto storie epiche, imperiali e umanistiche quanto traguardi nella modernità ingegneristica ed economica. Se ci si trova in periodo di guerra, Paleari afferma che è giunto il tempo delle scelte perché «il non fare, abbarbicandosi a un esistente sempre più difficile, è una resa non dichiarata». Bisogna allontanare il rischio di incorrere nella Società Duale
composta «Dai pochi che possono e dai tanti che non possono». La vera sfida per il domani è di non fossilizzare lo status quo ma far ripartire le prospettive di potenziali ascese sociali per chi ne ha i meriti, rifuggendo dalla logica delle lobby e delle rendite improduttive. Senza mai scendere a logiche egualitarie, si deve far sempre riferimento a criteri esclusivamente meritocratici. Non ci si può nascondere dietro la scusa della globalizzazione, accettando la fuga del patrimonio umano verso l’estero. Bisogna consentire ai “cervelli nati e sviluppatisi in Italia” di poter concorrere al progresso di una nazione che, demograficamente, sta tristemente invecchiando, evitando il germoglio di dualismi, anche generazionali. Rivendicando eccellenze locali come il Point della Camera di Commercio, il Kilometro Rosso, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, l’Ilab di Italcementi e la stessa Università, il Rettore parla di “comunanza di destini” tra territorio, città ed Ateneo. A livello nazionale, il Rettore non esita ad auspicare, per il sistema universitario italiano, di giungere a una sorta di “accordo di Maastricht tra le università”, che impegni gli Stati -non solo a parole- al rispetto di regole e condizioni di lavoro comuni, rivendicando però margini di autonomia dettati da radici territoriali e culturali, affiancati dalla responsabilità dell’Istituzione stessa. Secondo Paleari, siamo in un’epoca come quella antecedente l’Illuminismo: pareva che tutto stesse franando, quando si assistette alla rinascita della cultura e della società. Citando illustri esponenti del passato, il Magnifico Rettore ha concluso il suo incisivo discorso con parole imbevute tanto di monito quanto di speranza: «l’università deve avere un’anima che la faccia vivere: e la sua anima deve essere fatta di scienza, di sapienza e di amore». Così è stato dichiarato ufficialmente aperto il 44° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Bergamo: una finestra sul futuro. Enrico Ubiali
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Itinerari turistici sostenibili e socialmente responsabili Nel mese di aprile inizia il terzo laboratorio dedicato agli studenti del corso di laurea magistrale in “Progettazione e gestione dei sistemi turistici” “Come nasce un itinerario turistico? Creazione e pianificazione di itinerari turistici sostenibili e socialmente responsabili”. È questo il titolo del terzo laboratorio - per l’anno accademico 2012/2013 indirizzato agli studenti del corso di laurea Magistrale in “Progettazione e gestione dei sistemi turistici”, attivato dall’Università di Bergamo. Quello che inizia nel mese di aprile (la durata è di 30 ore e termina a giugno) sarà il terzo appuntamento di “un ciclo di laboratori didattici sulla relazione tra patrimonio ed eventi culturali e turismo - precisa in una nota il professor Lorenzo Canova - e pone al centro degli incontri teorici e operativi la pianificazione e la gestione di processi funzionali alla creazione di servizi turistici”. Gli studenti che parteciperanno al laboratorio seguiranno sia lezioni teoriche che attività pratiche, come la progettazione e la realizzazione degli itinerari. Inoltre, sempre per quanto riguarda le attività pratiche, è previsto che gli studenti “predispongano dei questionari da somministrare
agli operatori e alle imprese della rete Cittadinanza Sostenibile a partire dalla mappa di Bergamo Solidale e predispongano delle griglie di rilevazione per evidenziare le attrazioni culturali presenti sul territorio con relativa rilevazione sul territorio”. E ancora, ci saranno degli incontri con le guide turistiche “per presentare i risultati delle rileva-
“Promuovere la competenza e conoscenza che le guide turistiche hanno del mercato” zioni e verificare l’interesse per la costruzione e promozione di un itinerario turistico, oltre che presentare le proprie ipotesi di tracciati per la realizzazione di nuovi itinerari”. Durante il laboratorio si potranno approfondire temi di particolare rilevanza per gli studenti: in primis la ricerca, e poi la questione dell’itinerario turistico che “è un argomento
entrato di recente nell’agenda delle politiche pubbliche”, rileva Canova ricordando come siano sempre più numerosi i bandi e i finanziamenti per la loro realizzazione e gestione. Nello specifico, con il laboratorio si vuole analizzare se “le imprese produttive e commerciali che aderiscono all’iniziativa Bergamo Solidale, promossa da Cittadinanza sostenibile, di cui l’Università è membro, sono interessate ad aderire a un itinerario turistico e offrono servizi, prodotti ed esperienze che possono legarsi con la creazione di nuove situazioni di esperienza turistica”. E ancora, se “le attrazioni culturali e naturali, materiali e immateriali possono essere collegate alla rete di Bergamo Solidale” e se “il mercato è interessato a itinerari che mettono in connessione le attrazioni culturali presenti e il capitale sociale costituito dalla rete Bergamo Solidale-Cittadinanza sostenibile. Nel laboratorio la pratica che si intende promuovere è una rilevazione attraverso la competenza e conoscenza
Un Master per “Esperto in non profit per lo sviluppo del territorio” Al via il Master promosso dall’Università di Bergamo dal titolo “Esperto in non profit per lo sviluppo del territorio”, presso la sede di Treviglio. Chiuso il bando il 25 febbraio, il corso ha lo scopo di valorizzare e promuovere una figura di esperto in grado di elaborare linguaggi comuni, promuovere una migliore democrazia sociale, introdurre una riflessione sulle nuove politiche locali, nazionali e comunitarie in tema di non-profit. Il Master -per cui sono state messe a disposizione, da parte della Bcc Cassa Rurale di Treviglio, cinque borse di studio (del valore di 2.700 euro)- punta alla formazione di “esperti nella gestione delle organizzazioni non-profit, capaci di leggere le dinamiche del territorio in cui si troveranno ad operare, le politiche sociali e di welfare adottate, per poter individuare utili sinergie tra i diversi attori coinvolti”. che le guide turistiche hanno del mercato”. Il primo laboratorio del ciclo si è svolto nell’anno accademico 2010/2012 ed è stato incentrato sul tema “Fare ricerca nel turismo”. Il secondo, dal
titolo “Progettazione di iniziative culturali e loro impatto turistico” si è svolto nell’anno accademico successivo ed è stato caratterizzato sia dallo studio teorico che da attività di lavoro comune.
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Eco dalla Provincia
“L’altro Vissani” incontra Bergamo Lo chef presenta l’eccellenza della cucina tradizionale italiana in tre volumi da collezione La cucina italiana è una delle eccellenze della cultura del nostro Paese. In tutto il mondo l’Italia viene apprezzata per la tradizione enogastronomica, nella sua ricca declinazione delle svariate realtà regionali, considerata tra le più sane per i requisiti di completezza e ricchezza dei nutrienti adoperati. Nello spazio Viterbi del palazzo della Provincia di Bergamo, il 21 febbraio scorso, la nostra città ha accolto lo chef e scrittore Gianfranco Vissani, cogliendo l’occasione per fare il punto sulle iniziative in vista di Expo 2015. Ad introdurre le tematiche l’assessore alle grandi infrastrutture, pianificazione territoriale ed Expo per la provincia di Bergamo, Silvia Lanzani che ha sottolineato come lo slogan “Nutrire il pianeta energia per la vita” vuol dire iniziare a capire il reale va-
enogastronomici riunendo numerosi Comuni dell’Alta Valbrembana.
“L’altro Vissani” «Ho avuto successo con la cucina d’autore, ora ho sentito il bisogno di tornare alla tradizione» esordisce lo chef Gianfranco Vissani introducendo la sua raccolta di tre volumi, un interessante scrigno corredato da squisite fotografie tutte da gustare e più di 600 ricette di primi, secondi e dolci, dal titolo “L’altro Vissani”. Lo chef, forte dell’esperienza professionale ed internazionale, fatta nei lunghi anni della sua carriera, sottolinea la bontà degli sforzi nel campo della qualità dell’agroalimentare e nel riscoprire la tradizione culinaria di cibi ed ingredienti addirittura considerati salvavita, in quanto genu-
“Ho sentito che era il momento di ritornare a casa, alle ricette di famiglia, alla cucina della tradizione italiana fatta di gesti antichi e sapori semplici”. Gianfranco Vissani lore della storia dei nostri cibi, della nostra tradizione. Sulla scia della nuova opera di Vissani, vale la pena di ricordare che solo riscoprendo questi piccoli segreti della cultura gastronomica povera, fino a non molto tempo fa relegati alle realtà locali e a palati tradizionalisti, le aree rurali ed agricole delle alpi orobiche e le bucoliche pianure della bassa valle possono essere valorizzate ed aperte ad un turismo consapevole e responsabile. L’esposizione universale prevista a Milano, punta alla presenza di 120 Paesi e sarà un evento planetario centrato sulle tematiche concernenti disponibilità ambientale, sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare ed accesso a cibo e cultura. Tradizione, biodiversità e sostenibilità della filiera agroalimentare. Un esempio concreto è il caso dell’associazione Altobrembo, nata per promuovere turismo e percorsi
ini e sicuri; sempre più i mercati globali e le politiche di dazi obbligano a scelte di produzione con standardizzazione di qualità e manipolazione dei mercati. Ricordando alcune delle sue ricette preferite Vissani aggiunge: «Dobbiamo lavorare a fondo sulla filiera dell’agroalimentare, dalla produzione alla ristora-
zione, aumentando la qualità e valorizzando ciò che davvero merita delle identità territoriali, ma tradizione non significa necessariamente tornare indietro. Dobbiamo ammettere che ormai non sappiamo più cosa stiamo mangiando e gli ultimi scandali dell’agroalimentare lo dimostrano, dai difetti della tracciabilità
dei prodotti, agli scandali a base di carne di cavallo, esiste un’intera economia della filiera alimentare che andrebbe verificata e resa più attenta al consumatore in termini di gusto e varietà, oltre che alle esigenze della grossa distribuzione e della produzione massificata. Dove è l’Università agroalimentare di Parma? Chi
è che dovrebbe tutelare e difendere la nostra biodiversità e i nostri valori? -continua Vissani - In giro per il mondo, l’80% del prodotti italiani agroalimentari venduti sono contraffatti, dal parmisan ai vini, dai formaggi alla pasta. Siamo la cultura italiana e siamo detentori del genio e della forza d’animo che ci ha contraddistinti nei secoli. Gli chef italiani sono tra i più apprezzati per originalità e creatività, sempre fedeli alle tradizioni del territorio. Occorre unire gli sforzi di tutto il sistema per far capire che la qualità alimentare è importante e che per l’Italia questa cultura tradizionale può essere la fonte di un progressivo sviluppo, sostenibile ed equilibrato».
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Eco dalla Provincia
Cambiare il mondo? Facile, basta comprare il pane Richiedete al vostro panificio il pane bergamasco a km zero L’economia globale comincia nel negozio sotto casa Ci diciamo spesso che sono i consumatori -e quindi tutti noiad avere un grande potere capace di condizionare la società, di influire sull’economia e sulle politiche di sviluppo. Siamo tutti d’accordo nel dire che il sistema attuale incarna un’economia troppo ingiusta, un progresso troppo impattante per l’ambiente e il pianeta e attribuiamo la colpa al mondo globalizzato, alla finanza speculativa, a poche potenti multinazionali che possono condizionare i destini di milioni di persone. La sfida reale è però quella di tradurre in azioni concrete e quotidiane non tanto la critica, bensì la possibilità di far valere il nostro apporto alla società e al sistema economico di cui siamo parte. Un apporto che è piccolo solo se limitato dal nostro “piccolo” punto di vista, perché i consumi di massa sono sempre la somma dei singoli consumi individuali.
“Il progetto “Bergamo, la mia terra, il suo pane” promosso da Aspan mira a ridurre la dipendenza dalle importazioni di grano dall’estero, valorizzando il lavoro e la qualità della nostra agricoltura” Un’ovvietà, si dirà. Ma allora quanti di noi hanno chiesto al panettiere sotto casa se è possibile avere il pane bergamasco a km zero? Quanti di noi sono informati del progetto dell’Aspan che favorisce la coltivazione del grano su terreni bergamaschi e la produzione di pane, garantendo un giusto compenso a tutti gli attori della filiera (dal contadino al panettiere) ed evitando di importare da Paesi esteri quantità immense di grano, con il loro impatto negativo su inquinamento da trasporto e sulla disoccupa-
zione locale? Beh, se avete letto fino a qui, la scusante del “non lo sapevo” ora non l’avete più, anche se informarsi dovrebbe essere il primo passo per il cittadino critico. Questo progetto si chiama “Bergamo, la mia terra, il suo pane” ed è promosso da Aspan, l’Associazione provinciale panificatori bergamaschi, insieme ad una rete di istituzioni, aziende e associazioni che hanno condiviso gli sforzi per un unico obiettivo: riuscire a coprire una percentuale sempre maggiore di fabbisogno alimentare basandosi su coltivazioni di terreni della nostra provincia. In pratica, pane bergamasco fatto con grano (e lavoro) bergamasco. Non tanto per vana autarchia ma per il recupero di una filosofia economica di vicinanza e sostegno alle produzioni locali, che va oltre al sem-
plice consumo a km zero. In Italia circa l’80% del grano per la panificazione viene importato dall’estero, soprattutto da Russia, Australia, Nuova Zelanda, Canada, ma anche dai paesi dell’Est europeo, oltre che da Germania e Francia. Ciò porta inevitabilmente la nostra nazione ad una sovraesposizione economica determinando, tra l’altro, un altissimo impatto ambientale a causa del trasporto. Senza contare l’aspetto di sudditanza
alimentare che ne consegue. Per reagire a questa situazione, grazie a questo progetto nel giugno del 2012, 11 aziende agricole bergamasche hanno coltivato e raccolto 17.200 quintali di grano tenero, che equivalgono a 13.000 quintali di farina da cui è possibile ottenere 14.900 quintali di pane, naturalmente di elevata qualità. Le potenzialità di espandere questa filiera del pane bergamasco, col beneficio sia delle aziende agricole locali che dei consumatori, sono an-
Guarda quali panifici a Bergamo e provincia aderiscono già all'iniziativa:
vai su www.aspan.it
oppure chiedi informazioni al tuo panettiere di fiducia
cora notevoli. E qui si torna al discorso iniziale: per innescare la spirale positiva del cambiamento di un sistema economico squilibrato, la parola passa a noi cittadini. Occorre informarsi in quali panifici è possibile trovare il pane a km zero (su www.aspan. it) oppure occorre chiedere al proprio panificio di aderire all’iniziativa. Anche solo la semplice richiesta o l’interessamento è un passaggio fondamentale per promuovere e sensibilizzare l’intera società verso una filosofia economica e alimentare più sostenibile. Il potere che noi consumatori abbiamo sul sistema economico globale è in realtà enorme, occorre però farlo valere in modo sensato e organizzato. Se non passiamo dalle parole ai fatti (e al pane) tutti i ragionamenti che facciamo attorno alla sostenibilità, tutti i progetti attivati in vista dell’Expo 2015 e tutte le critiche che ciascuno di noi indirizza al sistema economico e alla globalizzazione, rimarranno solo interessanti ragionamenti senza conseguenza, grandi progetti senza sostanza, gustose parole senza il sapore del nostro pane. Diego Moratti
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Eco dal Comune
In città le scuole diventano “isole ecologiche” Due scuole pilota testeranno la raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) Il 6 febbraio scorso ha preso il via ha assegnato alla cooperativa un progetto pilota per le scuole sociale Ruah la gestione operadi Bergamo: la raccolta in via tiva degli svuotamenti periodici sperimentale dei rifiuti elettrici ed dei contenitori. elettronici di piccole dimensioni. Il progetto viene attivato per il L’iniziativa riguarda la scuola se- momento in via sperimentale in condaria Corridoni di via Monte due scuole della città, al fine di Cornagera e la scuola primaria testarne la funzionalità e l’efficaDe Amicis di via Delle Tofane, cia. dove sono state predisposte “L’iniziativa riguarda una tipolodue mini isole ecologiche speci- gia di rifiuti che, se pur in quanficamente dedicate alla raccolta tità limitate, hanno un grande di questo tipo di rifiuti. impatto ambientale -sottolinea In queste aree sono stati inse- l’assessore all’Ambiente Masriti un contenitore per il conferi- simo Bandera- perché contenmento dei toner, un raccoglitore gono sostanze pericolose che, per le pile esauste e un casso- se non correttamente trattate ne per il conferimento dei più e smaltite, possono provocare comuni rifiuti classificati come danni molto rilevanti. Raee: asciugacapelli, calcolatrici, cellulari, computer, ferri da stiro, frullatori, giocattoli elettrici, rasoi, stampanti, sveglie, videocamere e molti altri oggetti che fanno parte integrante della nostra quotidianità. Per sensibilizzare ed informare il corpo docenti e gli studenti sul nuovo servizio introdotto e sulle corrette modalità di conferimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, Aprica ha progettato interventi diretti nelle classi interessate dall’iniziativa. L’iniziativa, su indicazione dell’assessorato all’Ambiente, è stata preparata in collaborazione con il consorzio Karma. Il coordinamento generale sarà curato dalla società Ecosviluppo Inserzione Fotovoltaico 139x82 orizz:Layout 1 14/01/13 09:27 Pagina 1 Cooperativa Sociale Onlus, che
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Timbro digitale in comune Comunicazioni e certificati a km zero e con risparmio di carta Il Comune di Bergamo ha attivato il timbro digitale, uno strumento innovativo che consente ai cittadini di ottenere on line i certificati di anagrafe e di stato civile di cui necessitano, da casa senza file, senza costi, senza attesa ma soprattutto senza doversi muovere. Inoltre sempre grazie al timbro digitale, per la prima volta
in Italia, anche le comunicazioni del Servizio Ambiente sugli esiti del controllo degli impianti termici potranno avvenire on line. Attraverso l’utilizzo del geoportale presente nel sito web del Comune, i cittadini che hanno in corso procedimenti riguardanti gli impianti di riscaldamento potranno anche visionare lo stato
delle proprie pratiche. Entrambi i procedimenti rientrano in un progetto più ampio avviato dall’Amministrazione Comunale volto a snellire la burocrazie a ridurre le tonnellate di carta impiegata. A tal riguardo dal 2010 al 2012 l’utilizzo della carta all’interno della macchina comunale si è ridotta del 50% passando da 5 milioni di fogli a 2,5 milioni. Per ottenere i certificati di anagrafe e stato civile il cittadino deve: entrare nel sito web del comune, selezionare “servizi on line” selezionare “certificati on line”, scegliere sotto “anagrafe e stato civile” il servizio desidera-
to (cliccando sulla lettera “i” si accede alle faq) autenticarsi attraverso la carta regionale dei servizi o con user-id e password, seguendo le istruzioni che sono state pubblicate sullo stesso sito, unitamente alle FAQ. Possono essere richiesti i certificati di residenza, di stato di famiglia, di nascita, di morte e di matrimonio. Un operatore virtuale verifica l’emettibilità del certificato, genera il certificato richiesto in formato pdf, con firma digitale dell’ufficiale di anagrafe o di stato civile e lo invia automaticamente sul computer del richiedente. Il certificato può essere visualizzato, stampato e anche salvato sul personal computer. L’emissione è del tutto gratuita. Il Comune ha deciso, infatti, di sopprimere i diritti di segreteria per il rilascio dei suddetti certificati, al fine di incentivarne l’uso e considerando tra le altre cose i benefici che derivano dalla diminuzione dei carichi di lavoro per il minore afflusso di utenti agli sportelli. Il servizio è attualmente riservato ai residenti a Bergamo e agli iscritti all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero), che possono ottenerlo per sé e per i componenti della famiglia. Il timbro digitale è rappresentato da un codice ben visibile che viene riprodotto su ogni certificato e si presenta come un rettangolo a puntini bianchi e neri, simile a quello che si trova sui biglietti aerei o ferroviari. Nel caso in cui la legge richieda che il certificato debba essere emesso in bollo, il cittadino dovrà apporvi la relativa marca e annullarla. In caso contrario il certificato non può essere utilizzato, con il rischio concreto, per il cittadino, di non vederselo accettato dai soggetti privati, ai quali va presentato.
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Qualità dell’aria in città Le condizioni meteo sono sempre il fattore più influente ma la tendenza generale degli ultimi dieci anni lascia ben sperare I primi due mesi dell’anno segnano un significativo miglioramento della qualità dell’aria in città e non solo. “Da quando esistono le centraline che misurano i valori della qualità dell’aria -afferma l’assessore all’Ambiente Massimo Bandera- non si so-
“Dall’inizio dell’anno fino a fine febbraio le due stazioni di Bergamo, Meucci e Garibaldi, hanno rilevato 22 e 24 giorni in cui il limite di 50 ug/m3 delle polveri sottili è stato superato” no mai registrati valori cosi bassi per tutti i parametri, in particolare per quanto riguarda le polveri sottili. Merito sicuramente del clima, ma anche di anni di politiche avviate soprattutto a livello regionale, a cui si aggiungono quelle su scala comunale”. Se da un lato si conferma quindi in generale un trend positivo nel corso di questi ultimi dieci anni di rilevazione, questo trend è ancora fortemente altalenante, a
conferma del fatto che sono le condizioni meteorologiche il fattore predominate per la qualità dell’aria. Dall’inizio dell’anno fino a fine febbraio le due stazioni di Bergamo, Meucci e Garibaldi, hanno rilevato rispettivamente 22 e 24 giorni di supero del limite di 50 ug/m3 delle polveri sottili che per legge non può essere superato per più di 35 giorni all’anno. Nello stesso periodo lo
scorso anno era rispettivamente 34 e 42 giorni di supero mentre nel 2011 sono stati 36 e 41. Inoltre se consideriamo le concentrazioni medie sempre per quanto riguarda le polveri sottili (PM10) i valori registrati sono ancora più significativi; 45,7 ug/m3 per Meucci e 49,3 per Garibaldi contro i 63,1 ug/m3 di Meucci e 80,5 ug/m3 di Garibaldi rilevati lo scorso anno. A conferma che
il trend negli ultimi anni volga al positivo, l’assessore fa notare che dall’analisi dei dati emerge che nei primi due mesi dell’anno 2004 per la centralina di Meucci (unica attiva allora) i giorni di supero sono stati ben 50 con una media di 78,1 ug/m3. Nei prossimi anni le misure delle PM10 cioè delle polveri di diametro equivalente a 10 ug verranno sostituite dalle polveri
ultrasottili, le cosiddette PM2,5, più pericolose perché talmente sottili da essere assorbite a livello polmonare. Anche in questo caso i valori di concentrazione delle PM2,5 in corso di misurazione a partire dal 2009 segnano una progressiva riduzione, tanto da far ben sperare che a partire dal 2015, anno in cui verranno imposti i limiti, essi saranno rispettati da subito.
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Comuni Virtuosi
Il casaro ti vuol far sapere… com’è buono il formaggio del suo podere AltoBrembo: i comuni dell’Alta Val Brembana uniti per la promozione turistica ed enogastronomica Sono molteplici le attività e gli appuntamenti organizzati dall’Associazione di promozione del territorio denominata “AltoBrembo” e guidata da Andrea Paleni in rappresentanza dei Comuni di Averara, Cassiglio, Cusio, Mezzoldo, Olmo al Brembo, Ornica, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Santa Brigida e Valtorta. L’Associazione, nata dal progetto di collaborazione tra le amministrazioni comunali, gli operatori commerciali delle aree convenzionate -hotel, aziende agricole, attività commerciali e di ristorazione- e altre associazioni del territorio, si prefigge lo scopo di promuovere l’identità culturale e le tradizioni locali, forse troppo spesso trascurate per fare spazio alla moderna vita frenetica. Perseguire, ad esempio, uno sviluppo turistico sostenibile del territorio in ambienti così particolari, come gli alpeggi o le comunità montane, richiede una pianificazione e un dialogo costante per svolgere attività di supporto e coordinamento per i diversi progetti e per valorizzare nel tempo gli obiettivi raggiunti. Perché la sostenibilità possa essere veramente un valore, è indispensabile che cresca la consapevolezza e la voglia di costruire un percorso nuovo, fatto
zione seguano la ciclicità stagionale, fornendo spunti anche a livello culinario, con prodotti a chilometro zero e tipici della cucina tradizionale, spesso povera ma mai banale, che forte della tradizione alpina e venatoria orobica, tra un boccone e l’altro ci racconta di leggende e storie antiche che ormai solo qualche nonna conosce e tramanda.
I prossimi appuntamenti
“Proposte uniche per informare, incuriosire e incentivare il turista a visitare gli angoli più tipici della nostra splendida valle e scoprire i suoi sapori” di rispetto delle risorse naturali, sicurezza alimentare, cultura e sviluppo responsabile, tutti temi estremamente attuali anche in vista di Expo 2015.
Consiglio direttivo Altobrembo
La proposta di AltoBrembo Tutti gli appuntamenti proposti dall’associazione, dai percorsi enogastronomici, alle mostre fino ai mercatini nascono dall’esigenza della Valle di comunicare se stessa e farsi conoscere: esigenza che fu da stimolo già nel XIX secolo per la costruzione della Via Mercatorum che collegava Bergamo con l’Alta Val Brembana e che ne favorì lo sviluppo commerciale. Dopo il successo ottenuto dalle ultime edizioni estive di Erbe del Casaro e Fungolandia -durante le quali i partecipanti hanno potuto conoscere
e apprezzare le tipicità offerte dalla Valle- le proposte e l’entusiasmo di questa Associazione si sono ulteriormente diversificate, adeguandosi al rigore del periodo invernale. Ecco quindi che è nata Ciaspolando con Gusto, il perfetto connubio tra benessere sportivo e il piacere della buona tavola: una modalità unica per informare, incuriosire e incentivare i turisti a visitare gli angoli più tipici delle nostre splendide valli e svelare ai più entusiasti come gli ingredienti locali siano determinanti per mantenere i sapori tradizionali così unici e incredibili. Molto interessante osservare come le proposte dell’Associa-
Nel ricco calendario di appuntamenti sono sicuramente da segnalare -a partire dal 25 maggio e fino al 9 giugno 2013– i tre eventi proposti dal programma di Erbe del Casaro: dal 25 al 26 maggio si terrà “Erbolandia e la Mostra delle erbe e delle piante spontanee brembane”, realizzata in collaborazione con l’orto botanico Lorenzo Rota di Bergamo: un percorso nel mondo delle erbe officinali e negli usi tradizionali che storicamente le popolazioni locali hanno tramandato, compreso il loro utilizzo nella tradizione casearia locale e nella preparazione di distillati. Nel primo fine settimana di giugno -sabato 1 e domenica 2- è in programma “Quando il legno diventa arte”: due giorni con gli artigiani brembani che mettono in mostra la propria passione e abilità in un percorso all’insegna della riscoperta dell’arte lignea e delle tradizionali tecniche di lavorazione del legno. Immancabile, poi, l’appuntamento con il “Salone dei formaggi brembani e dei vini della bergamasca” che l’8 e il 9 giugno offrirà un importante palco per aziende, consorzi e associazioni casearie locali, che proporranno i prodotti stagionati durante l’inverno in abbinamento ai vini della bergamasca, grazie alla collaborazione con i consorzi di tutela del Valcalepio e del Moscato di Scanzo. SdM
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La biblioteca del futuro? A Seriate è una realtà Introdotto il primo sistema di prestito automatizzato Modello apripista per tutta la provincia La Biblioteca Civica Giacinto Gambirasio di Seriate è la prima nella bergamasca a dotarsi di un sistema di prestito automatizzato. Un ulteriore passo in avanti sulla strada del progresso tecnologico al servizio degli utenti, che nell’impianto seriatese possono già usufruire della connessione wi-fi gratuita, del prestito interbibliotecario nel sistema B-Evolution e dell’accesso a Medialibrary, che consente di sfogliare giornali in digitale, scaricare musica, e-book e molto altro. Inaugurate ufficialmente il 16 febbraio alla presenza delle autorità comunali e non solo, le quattro stazioni o totem di “auto-prestito” - due nel reparto adulti ed altrettante nella sezione bambini e ragazzi, queste ultime
“Grazie al funzionamento semplice ed intuitivo soltanto nella prima settimana di attivazione i nuovi totem hanno assolto al 60% delle richieste di prestito” arricchite da una grafica dedicata - renderanno più semplice e agevole il prestito e la restituzione dei volumi. Alla base di questi dispositivi vi è un sistema di radio frequenza (RFID) in grado di dialogare con le speciali etichette dotate di microchip applicate su tutto il patrimonio librario: circa 73 mila pezzi tra libri, cd e dvd. «Lo scopo primario è quello di alleggerire il lavoro dei nostri addetti da operazioni puramente ripetitive: così facendo il servizio potrà aderire maggiormente alle esigenze dei nostri utenti, privilegiando -laddove richiestoil rapporto “umano”». Queste le considerazioni del responsabile della biblioteca, Marco Azzerboni, che spiega: «Dopo qualche comprensibile titubanza iniziale i visitatori della biblioteca hanno imparato ad apprezzare l’iniziativa e la presenza di questi dispositivi, dotati peraltro di un
Totem auto-prestito adulti
Totem auto-prestito nella sala ragazzi
funzionamento semplice e intuitivo: basti pensare che soltanto nella prima settimana di attivazione i totem hanno assolto al
60% delle richieste di prestito. Non dimentichiamo, infine, che questo meccanismo di autoprestito tutela pienamente la privacy, un ambito sempre delicato e di stretta attualità. Ovviamente la situazione ottimale -continua Azzerboni- consisterebbe nel dotare tutte le biblioteche bergamasche di queste postazioni e nell’applicare a tutto il patrimonio librario provinciale queste speciali etichette. Ma le condizioni economiche generali non sono chiaramente delle più favorevoli: in questo scenario il Comune di Seriate si è dimostrato lungimirante in-
vestendo in tecnologia, e siamo orgogliosi di essere i capofila del progetto». La Provincia di Bergamo è la prima in Italia ad aver rinnovato tecnologicamente tre sistemi bibliotecari allo stesso tempo: per questo progetto è stato infatti bandito un unico appalto dai sistemi Seriate Laghi, Val Seriana e Bassa Pianura, coinvolgendo i Comuni di Seriate, Albino, Alzano Lombardo, Cenate Sotto, Dalmine, Mornico al Serio e Treviglio. L’appalto è stato vinto da Bibliotheca RFID di San Bonifacio (VR), fornitrice di etichette adesive, postazioni assistite dallo staff per prestito/
restituzione, lettori digitali per le operazioni di inventario e postazioni totem di auto-prestito che leggono il codice a barre stampato sulle tessere degli utenti e le tessere RFID apposte sul materiale librario. Per farsi un’idea delle cifre del traffico librario basti pensare che soltanto la biblioteca di Seriate vanta attualmente circa 7mila utenti attivi -ovvero persone che hanno preso in prestito almeno un libro nel 2012- in grado di movimentare 118mila volumi provenienti da tutta la Provincia. Onofrio Oscar Zirafi
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Vivi Bergamo
Festival dell’Ambiente 2013 La Bergamo “bene” é una Bergamo “verde” Dal 24 al 26 maggio il centro di Bergamo apre a esposizioni, mostre e convegni all’insegna della sostenibilità Dopo il successo della prima edizione torna a Bergamo il Festival dell’Ambiente: dal 24 al 26 maggio la zona del centro città compresa tra Palazzo Frizzoni, Sentierone, Piazza Dante e Parco Caprotti, ospiterà esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, musica e cibo, tutto all’insegna della sostenibilità. Sono numerose le aziende, le cooperative e le realtà associative presenti sul nostro territorio che in questi ultimi anni hanno fatto proprie scelte e filosofie del “fare” sempre più compatibili con lo spazio ambientale e sociale in cui viviamo. Bergamo è la provincia italiana che vanta il maggior numero di Comuni (oltre 200 su un totale di 244) aderenti al Patto dei Sindaci che attua il
“Non mancheranno momenti di intrattenimento teatrale e musicale nelle ore serali con originali performance “sostenibili” e ancora mostre d’arte ed esposizioni fotografiche” Protocollo di Kyoto su scala locale. Il Festival dell’ambiente, organizzato dall’omonima Associazione e dall’ Assessorato all’Ambiente del Comune di Bergamo, è un momento di incontro tra persone, idee ed esigenze per raccontare e portare alla luce nuove strade percorribili e buone pratiche già percorse in ambito
di sostenibilità: dall’ agricoltura biologica alle energie rinnovabili, dalla bioedilizia alla mobilità. Aria, Terra, Acqua e Fuoco sono i quattro elementi naturali simbolo del festival e rappresentano gli spazi semantici di riflessione tra stili di vita e di impresa “green”. Durante la tre giorni saranno allestiti spazi ludici per i più piccoli e laboratori dedicati al riciclo e all’autoproduzione a cura di alcune importanti cooperative della nostra città (Alchimia, Biplano, Linus e Comunità Ruah). Degustazioni e incontri racconteranno di cibo e buona alimentazione: dalla produzione a Km 0 ai prodotti della tradizione Bergamasca, con il sostengo e la partecipazione, anche quest’anno, del presidio Slow Food. Aree espositive dedicate alle imprese bergamasche che operano in ambito di energie rinnovabili, efficienza energetica,
Sostieni un’associazione Sei un’associazione o un’organizzazione no profit? Vuoi partecipare al festival e proporre le tue attività? Associazione Festival dell’Ambiente presenta “SOStieni un’Associazione”: saranno le imprese del territorio ad appoggiare la tua partecipazione al Festival! Per maggiori informazioni contattaci all’indirizzo info@associazionefestivaldellambiete.it
prodotti e soluzioni per l’edilizia sostenibile e ancora car sharing, trasporti pubblici e spazi dedicati alla salute e al benessere. Non mancheranno momenti di intrattenimento teatrale e musicale nelle ore serali con originali performance “sostenibili” e ancora mostre d’arte ed esposizioni fotografiche, tra le quali alcune testimonianze a cura di Cesvi e di importanti organizzazioni territoriali. Diversi saranno i momenti dedicati a convegni e dibattiti con le istituzioni: nell’Anno Europeo della Qualità dell’Aria uno momento di rilievo sarà
ExpoScuolambiente XX° edizione, ventennale manifestazione promossa da Regione Lombardia, Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e Fondazione Lombardia per l’Ambiente che si terrà presso il Museo Civico di Scienze Naturali “E.Caffi”, che si svolge negli stessi giorni del festival. Molte inoltre le attività rivolte alle scuole di ogni ordine e grado e alle famiglie: incontri, esposizioni e un nuovissimo concorso letterario dedicato al tema dell’Aria, un’occasione per condividere i valori della creatività, della responsabilità e del-
la consapevolezza ambientale. Sarà poi allestita la mostra «Uno sguardo sull’aria» dedicata alle buone pratiche che possono essere messe in atto per contribuire a migliorarne la qualità. Da segnalare sabato 25 maggio un importante appuntamento con la «Tavola rotonda sul Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria (PRIA): soluzioni e buone pratiche per la tutela della salute e dell’ambiente», tavola rotonda aperta al confronto tra cittadini e rappresentanti delle Istituzioni, tra Ordini professionali e Associazioni.
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Festival dell’Ambiente S e n t i e r o ne, PIazza Vittorio Veneto, Piazza Dante
Bergamo
24-26 maggio 2013
CONVEGNI, MOSTRE
aria
Mobilità sostenibile Auto, moto, bici Car sharing Car pooling Trasporto pubblico
DEGUSTAZIONI, MUSICA Alimenti a Km zero e bio Prodotti della tradizione bergamasca Turismo a Km zero Salute e benessere
terra LABORATORI, SPETTACOLI
acqua
Pubbliche Amministrazioni Istituzioni Scuole e istituti Associazioni Cooperative
ESPOSIZIONI, INCONTRI
fuoco
Energie rinnovabili Efficienza energetica Prodotti e soluzioni per l’edilizia sostenibile Imprese edili e immobiliari
In collaborazione con
Organizzazione generale
Associazione Festival dell’Ambiente info@associazionefestivaldellambiente.it espositori@associazionefestivaldellambiente.it
www.associazionefestivaldellambiente.it
Assessorato allʼAmbiente
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Società
Terremoto in Emilia: da Bergamo in favore del progetto Cl@ssi 2.0 Il Rotary Club Orobico dona alla scuola di Mirandola (MN) 32 tablet e attrezzature informatiche d’avanguardia Il Rotary Club a Bergamo e nel mondo
Nella primavera dello scorso anno, precisamente il 20 e il 29 maggio 2012, due forti scosse di terremoto di magnitudo 5,9 e 5,8 scatenano il panico in Emilia e nella vicina provincia lombarda di Mantova. Una tragedia che sconvolge in breve tempo tutta l’Italia e non solo. Interi paesi devastati, centri storici e aziende impraticabili. Tra questi paesi anche Mirandola, in provincia di Mantova, che si trovava proprio vicino all’epicentro delle due forti scosse. Molti sono stati gli aiuti provenienti da tutta la nazione e si sono moltiplicate le iniziative e i concerti per promuovere la raccolta di fondi destinati a ripristinare la vita e l’e-
conomia locale. Anche i Rotary Club Orobici, nove club sparsi in tutta la provincia di Bergamo, in virtù della mission “Servire al di sopra di ogni interesse personale”, hanno contribuito con un progetto di sostegno alle scuole del paese colpito. Lo scorso 18 febbraio una delegazione dell’Associazione capeggiata dall’assistente del Governatore, Pietro Giannini, si è recata alla Scuola Secondaria di Secondo Grado IIS G. Luosi di Mirandola per la consegna delle attrezzature informatiche. Ad accoglierli il Dirigente scolastico Giorgio Siena, l’assessore ai Servizi alla Persona Maria Lara Cavicchioli e la dottoressa Carla Farina, Ca-
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PER INFORMAZIONI Cell. 335 362.358 info@greensolution.it
“Durante l’incontro la consegna ufficiale alla scuola di 32 tablets e 15 lavagne interattive multimediali necessari al progetto scolastico Verso la scuola del futuro: cl@ssi 2.0” po Servizio Pubblica Istruzione, entrambe del Comune di Mirandola, con i residenti e alcuni soci dei Rotary Club di Bologna e del territorio. Durante l’incontro è avvenuta la consegna ufficiale alla scuola delle attrezzature informatiche d’avanguardia -32 tablets e 15 lavagne interattive multimediali- che rientrano nelle linee guida del progetto scolastico “Verso la scuola del futuro: cl@ssi 2.0”. Tale gesto è stato reso possibile grazie alla generosa donazione di oltre 60 mila euro da parte dei soci dei nove Rotary Club Orobici: Bergamo, Bergamo Città Alta, Bergamo Nord, Bergamo Ovest, Bergamo Sud, Dalmine Centenario, Romano di Lombardia, Sarnico e Valle Cavallina, Treviglio e della Pianura Bergamasca. Pietro Giannini, che ha guidato la delegazione dei rotariani bergamaschi a Mirandola, riferisce che «è stata una visita importante, dove oltre all’incontro con le autorità loca-
“Cosa serve per cambiare il mondo? Secondo oltre un milione di Rotariani, si comincia con l’impegno per Servire al di sopra di ogni interesse personale”. Il Rotary è un’organizzazione mondiale i cui soci sono uomini e donne provenienti dal mondo degli affari, professionisti, leader comunitari, dirigenti, i quali forniscono servizi umanitari, incoraggiano a rispettare rigorosi principi etici in tutti gli ambiti professionali, contribuiscono a diffondere il messaggio di pace e buona volontà tra i popoli della Terra a livello locale e internazionale, attraverso il miglioramento della salute, il sostegno all’istruzione e l’alleviamento della povertà. È un’Associazione senza fini di lucro che viene sostenuta esclusivamente dai contributi volontari di rotariani e amici del Rotary, che condividono la stessa visione per un mondo migliore. Tutti i Rotary Club, oltre 34.000 in 200 paesi e aree geografiche in tutto il mondo, fanno parte dell’Associazione globale denominata Rotary International, che fa capo a un Presidente RI e ad un Consiglio centrale. Nella provincia di Bergamo, il Rotary Club Orobico è composto dai Rotary di nove paesi della bergamasca: Bergamo, Bergamo Città Alta, Bergamo Nord, Bergamo Ovest, Bergamo Sud, Dalmine Centenario, Romano di Lombardia, Sarnico e Valle Cavallina, Treviglio e della Pianura Bergamasca.
li abbiamo potuto intrattenerci a scuola con gli studenti di vari gradi scolastici e se i più grandi erano entusiasti delle attrezzature, i più piccoli alunni della scuola primaria ci hanno emozionato con i loro cori di ringraziamento». Questa iniziativa rappresenta l’ultima tappa di un percorso di collaborazione iniziato a Bergamo lo scorso ottobre in occasio-
ne della X edizione di Bergamo Scienza. Una cinquantina di alunni delle classi quinte della scuola primaria Dante Alighieri di Mirandola, accompagnati da tre insegnanti, sono stati ospiti dei Rotary Club del gruppo orobico allo Space Day, giornata dedicata allo spazio tenutasi nel Chiostro di San Francesco in Città Alta.
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Fa’ la cosa giusta! Compie 10 anni Dal 15 al 17 marzo a Fieramilanocity molte le realtà bergamasche Anche BergamoSOStenibile… Fa’ la cosa giusta! Torna anche quest’anno uno degli appuntamenti sostenibili più completi e partecipati della Lombardia. “Terre di mezzo Eventi” e “Insieme nelle Terre di mezzo Onlus” si preparano a ospitare le realtà nazionali e internazionali più attive sul tema della sostenibilità, in tutti i suoi aspetti. Dal 15 al 17 marzo Fieramilanocity si apre ai grandi temi per la salvaguardia della terra e della vita di tutti all’insegna dell’impegno sociale. Molti saranno gli ambiti affrontati: le sezioni infatti spaziano dal commercio equo e solidale al turismo consapevole -con un occhio di riguardo all’aspetto alimentare e alla salvaguardia della produzione bio- dalla cosmesi naturale alla moda critica, senza dimenticare la sessione dedicata all’editoria e quella che racchiude tutte le soluzioni per una casa green. La novità del 2013 è l’introduzione della sessione speciale “Mobilità sostenibile”, perché le scelte che quotidianamente facciamo per i nostri piccoli o grandi spostamenti hanno una rilevanza molto spesso sottovalutata e rappresentano una possibilità concreta di fare davvero la differenza in termini di
impatto sull’ambiente. Per questo sarà allestito uno speciale padiglione, “Elettrocity”, la cittadella della mobilità elettrica con centinaia di veicoli a due, tre o quattro ruote completamente silenziosi e a impatto ridotto: auto, micro car, biciclette elettriche e tradizionali, tutte da provare su circuito o su strada. Notevole sarà la partecipazione delle realtà bergamasche per questa decima edizione: per la prima volta anche il nostro giornale BergamoSOStenibile parteciperà con un suo stand espositivo per presentarsi ai visitatori e testimoniare l’importanza dei canali mediatici che veicolano e divulgano tutte le idee e le attività sostenibili. La Night and Day
di Brembate Sotto presenterà i suoi prodotti, materassi e doghe, realizzati con materiali pregiati e trattati in modo naturale all’interno della sessione “Abitare green”, mentre la Cooperativa Ruah e il Comune di Bergamo rappresenteranno le varie realtà bergamasche che hanno promosso il progetto di integrazione socioeconomica “Artigiani di se stessi: integrazione e autonomia”. Dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, in particolare donne, si occupa anche la Cooperativa Sociale La Magnolia di Treviolo, presente all’interno dello spazio dedicato allo street food, che offre servizi di catering e ristorazione con piatti della tradizione regionale italiana
o multietnici. Nella sezione “Turismo Consapevole”, dove vengono presentate tutte le possibilità per vivere i viaggi in modo sostenibile, si potrà trovare l’Albergo Diffuso Ornica, il primo albergo diffuso della Lombardia gestito da una cooperativa di sedici donne di Ornica, che promuove il territorio dell’Alta Valle Brembana e la rivalutazione dell’antico borgo, facendo riscoprire ai visitatori le vecchie tradizioni e la cucina contadina. La Cooperativa Sociale Il Varco di Brembilla dedicherà un’attenzione particolare ai piccoli visitatori con un laboratorio per imparare a costruire giocattoli utilizzando materiali di recupero come carta, plastica e legno. I piccoli par-
“Novità 2013 è Mobilità sostenibile, perché le scelte per i nostri spostamenti fanno la differenza” tecipanti di Rifiamo: giochi fai da te! saranno, quindi, sensibilizzati ad una cultura del riciclo e allo stesso tempo potranno liberare tutta la loro creatività dando vita a giocattoli e composizioni creative. La Cooperativa fa parte del Gruppo Aeper che riunisce alcune realtà attive nel sociale a Bergamo e provincia e che sarà presente con uno stand nella sezione “Servizi per la Sostenibilità”.
10ª fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili Tre giorni di incontri, degustazioni, laboratori per bambini, spettacoli. Centinaia di espositori e 11 sezioni tematiche per scegliere il cibo migliore, la vacanza giusta, i vestiti “puliti”, il mezzo di trasporto più ecologico. E costruire insieme il mondo che vogliamo. Organizzato da
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EcoRace 2013 Gli atleti tornano in gara per l’ambiente Al via il circuito di eventi sportivi all’insegna della sostenibilità Le sfide della nuova stagione: si parte il 24 marzo a Romano Al via la nuova stagione del primo Circuito che vede gli atleti come protagonisti dello “sport per l’ambiente”: EcoRace 2013. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, stiamo parlando del tour di gare Triathlon e Duathlon dedicate ad esplorare, con un originale approccio, il rapporto fra evento sportivo e habitat naturale: EcoRace si fonda sull’organizzazione di gare per atleti, contornate da eventi di sensibilità ambientale e divertimento. Una nuova concezione che non solo utilizza gli eventi sportivi per promuovere la sostenibilità e la solidarietà, ma ne fa propri i criteri, organizzando eventi e manifestazioni sportive attente all’impatto ecologico. Un format innovativo che sta riscuotendo successo ben oltre i confini regionali, con richieste provenienti da società sportive di tutta Italia per fare di EcoRace il loro braccio operativo nell’organizzazione di eventi sportivi e sostenibili, naturalmente rispettando i valori di fondo, sia in termini ambientali sia in termini di attenzione rivolta all’atleta, quanto a sicurezza e qualità dell’evento. La paternità, lo si ricorda, è dovuta ad un gruppo di amici (Matteo Annovazzi, Roberto Civera, Luca Lamera, Gianfranco Mione, Alberto e Raffaele Volpi) che anche quest’anno, dopo il successo del primo Circuito EcoRace nel 2012, ripropone un programma di 4 importanti gare, alle quali si stanno già aggiungendo ulteriori appuntamenti ancora in via di definizione. Con alcune novità: il Circuito EcoRace sarà infatti ancor più variegato e prestigioso poichè verranno incluse nuove discipline sportive come ad esempio l’atletica, con l’introduzione la mezza maratona di Bergamo in programma domenica 29 settembre 2013 con partenza dalla Fara in Città Alta. La prima gara di quest’anno sarà domenica 24 marzo 2013, Campionato Italiano sprint assoluto di Duathlon a Romano di Lombardia (3° evento per importanza per la Federazione Italiana Triathlon). Sabato 13 luglio 2013 sarà la volta del Triathlon olimpico no draft,
Gli appuntamenti 2013
Campionato Italiano Age Group a Iseo Franciacorta (BS), mentre dopo l’appuntamento con la mezza maratona di settembre il circuito si chiuderà domenica 20 ottobre 2013 con il 4° Duathlon sprint, Campionato regionale e gara di rank a Isso (BG). Altra novità di questa edizione sarà la preziosa presenza di Neurothon Onlus (Associazione per la Ricerca sulle Malattie Neurodegenerative), accanto alle già confermate associazioni di volontariato ADMO e Amici del Sorriso. EcoRace è orgogliosa di sostenere questi enti e i loro sforzi nella raccolta fondi, orientandosi verso la predisposizione di un vero e proprio charity program. Non mancheranno, come sempre, eventi collaterali per far sì che la gara non sia imposta,
ma “vissuta” da atleti, accompagnatori e quindi dallo stesso territorio e dalle amministrazioni comunali che appoggeranno l’iniziativa. Continua poi lo sforzo di EcoRace sul fronte della sostenibilità anche per quanto riguarda il positivo “contagio” verso chiunque graviti attorno agli eventi, compresi i propri partner e sponsor, ai quali saranno rivolti alcuni suggerimenti per rafforzare la cultura sostenibile. Piccoli gesti, ma come lo sport insegna, ciascuno di questi è fondamentale per raggiungere il traguardo finale di una cultura sempre più green. E vincere così la vera sfida. Per info e approfondimenti: www. ecorace.org Valeria Annovazzi v.annovazzi@legalfirm.it
Domenica 24.3.2013 2° Duathlon Romano Campionato Italiano sprint assoluto Romano di Lombardia (BG) Sabato 13.7.2013 Triathlon olimpico no draft Campionato Italiano Age Group Iseo Franciacorta (BS) Domenica 29.9.2013 Mezza maratona di Bergamo (partenza dalla Fara in Città Alta) Bergamo Domenica 20.10.2013 4° Duathlon sprint Campionato regionale e gara di rank Isso (BG)
ECORACE 2012 CLASSIFICA FINALE (sulla base dei punti acquisiti dagli atleti sull’intero circuito)
MASCHILE
FEMMINILE
1° Lavelli Massimo 2° Civera Fabio 3° Ciscato Paolo
1° Dossena Sara 2° Ravarotto Francesca 3° Beretta Cristina
I NUMERI 1700 pettorali assegnati 200 volontari 19 comuni interessati 2000 litri di acqua 300 …kg di pasta!
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Velomobile nuovo mezzo di trasporto alternativo Pratica, comoda, sicura e a basso impatto ambientale
Come suggerito da un nostro lettore, un importante mezzo di movimento che si sta diffondendo sempre di più, in particolar modo in Germania e Olanda, ma lentamente anche negli USA, è la velomobile, un veicolo solitamente a tre ruote, azionato da pedali e carenato in maniera tale da aumentarne l’efficienza aerodinamica. La velomobile è molto pratica, e permette un minor dispendio di energia. Tale rendimento nell’uso quotidiano è garantito dalla posizione reclinata, comoda ed efficace, e dalla protezione dagli agenti atmosferici. Nella sua costruzione, infatti, si parte da un triciclo esistente e si progetta e si realizza uno scafo che vi calzi a puntino; in questo modo si contengono i costi e si può contare oltretutto su due veicoli in uno, da scegliere secondo le esigenze e le stagioni. Lo scopo è quello di poter disporre di un veicolo adatto a tutte le condizioni meteo e per tutti i tipi di strade. Le velomobili, oltre ad essere capaci di grandi velocità sul piano, possono affrontare qualsiasi salita; per chi vive in zone collinari o montane c’è la possibilità di dotare la velomobile della “pedalata assistita elettricamente” e, pur restando un veicolo a bassissimo impatto ambientale, diventa utilizzabile con grande profitto anche in quei percorsi dove non c’è modo di sfruttare le
Specialisti del risparmio energetico
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Via Paolo Boselli, 36/A 24015 San Giovanni Bianco (BG) Tel: +39 0345 21501 - Fax: +39 0345 21573 info@fmsimpianti.it qualità aerodinamiche: le salite e gli stop-and-go dovuti al traffico. In generale va detto che le velomobili sono però molto altro e molto di più che semplici trike racchiusi da una carena. La loro progettazione costituisce una sfida continua: nelle velomobili pur non dovendo progettare il motore, è necessario per i designer e i costruttori essere molto attenti nel riuscire a contenere i pesi, a fronte di una struttura che trasmetta nella maniera
più efficace possibile la forza muscolare, garantisca una posizione comoda e sicura per il pilota, il tutto limitando il budget per il futuro acquirente. L’aspetto del costo finale è fondamentale, soprattutto per un veicolo che voglia dare delle risposte a una richiesta di mobilità a basso dispendio energetico ma che, contestualmente, sia accessibile al maggior numero di persone.
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Aggregazione sociale ed educazione ambientale Da una tesi il progetto di un centro polifunzionale “Minori e anziani distanti solo cronologicamente” Ecco l’intuizione di una giovane neo-laureata Francesca Osio dell’Università degli Studi di Bergamo, che in occasione della propria tesi ha plasmato il concetto di Educazione ambientale adattandolo a un progetto concreto rivolto a bambini e anziani. “Il mio progetto - spiega Francesca - è ispirato ad un personale interesse nei settori dell’educazione ambientale e dell’edilizia sostenibile. Mi ha sorriso l’idea di un intervento che diventi momento educativo… non solo con indicazioni astratte, ma concretamente con il progetto di un Centro Polifunzionale di Aggregazione Sociale. Una risposta alle molte domande che il territorio rivolge alle istituzioni affinché ci sia una maggiore attenzione a quelle fasce della popolazione che non hanno voce nel mondo produttivo, identificabili nei minori e negli anziani”. Grazie al Professor Mario Salomone, docente dell’Università di Bergamo e suo mentore, questa giovane promessa ha inteso co-
sa realmente sia l’educazione ambientale, l’ha interiorizzata e l’ha modellata e reinterpretata a modo suo, applicandola a un sistema complesso che ricomprenda per l’appunto minori e
“Occorre pensare ad un futuro in cui sia possibile garantire a tutti un tenore di vita decoroso, in un ambiente accogliente. E’ evidente che ciò può avvenire solo qualora si sia sviluppato un forte senso di tutela della natura e si sia arrivati a concepire un progetto di sviluppo sostenibile” anziani, ben consapevole che “è facile dividere, mentre più difficile è aggregare”. Con la coabitazione e la cooperazione, queste due realtà così distanti dal punto di vista cronologico possono
essere di supporto e di aiuto l’una all’altra. E per far ciò, Francesca ha individuato tre ingredienti principali: edificio (che permetta di raggruppare più servizi in un’unica struttura), ubicazione (individuata dall’autrice in un paese della bassa lombarda) e realizzazione della struttura tra sensibilità, creatività e sostenibilità (ad esempio riqualificazione di vecchi edifici, green roof o tetti verdi). Il resto vien da sé, grazie alla disponibilità e all’esperienza di vita delle persone cui il Centro stesso è rivolto. Tutto ciò per cercare di far sì che l’educazione ambientale non si limiti a mera educazione mentale, destinata per lo più ai piccoli studenti delle scuole dell’obbligo, ma si muova verso il rispetto delle persone, di tutte le età e le estrazioni sociali, e grazie all’integrazione di forze si mostri per quello che è: “educazione alla vita e al gioco”. “Ciò comporta tutto un lavoro di educazione, in quanto si tratta di una mentalità che deve investire la vita in tutti i suoi aspetti: la fi-
nanza, l’economia, la società… In questo contesto diventano un imperativo categorico la sensibilizzazione ecologica, il ricorso a tutti gli strumenti che la scienza e la tecnologia hanno messo a disposizione per risparmiare energia, il riciclaggio di quanto si scarta, lo sfruttamento di tutto ciò che la natura ci offre gratuitamente”. Infatti, “occorre pensare a un futuro in cui sia possibile garantire a tutti un tenore di vita decoroso, in un ambiente accogliente. E’ evidente che ciò può avvenire solo qualora si sia sviluppato un forte senso di tutela della natura e si sia arrivati a concepire un progetto di sviluppo sostenibile”. Da qui nasce il Centro, concepito con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’intervento, mediante l’utilizzo delle “tecnologie verdi”. Consapevole delle difficoltà anche economiche che gravano sull’idea di base, Francesca è andata oltre e si è impegnata nella ricerca di possibili finanziamenti e nello studio di strutture
analoghe sviluppate sul territorio nazionale (come L’Aquila, Camarda, Cagliari, Roma, Padova) per concedere una buona dose di concretezza e credibilità a questo interessante progetto che, di primo acchito, potrebbe erroneamente apparire utopistico. “Credo che la crescita e lo sviluppo dipendano anche dagli investimenti, sia economici sia creativi, in infrastrutture destinate all’innovazione, all’educazione, alla cultura e alla loro valorizzazione”, dichiara Francesca che argomenta così la sua affermazione: “Più i progetti, e in seguito le realizzazioni, sono improntati alla condivisione sociale e alla sostenibilità ambientale, più credo ci possa essere una forte risposta della comunità e perché no, anche una ricaduta economica per il territorio che li ospita”. Per info e approfondimenti: francyosio@alice.it Valeria Annovazzi v.annovazzi@legalfirm.it
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Il sonno della ragione genera (eco)mostri Docufilm di Legambiente al Mercato agricolo e non solo organizzato da Cittadinanza Sostenibile ogni quarto sabato del mese Conoscere i prodotti del proprio territorio e riflettere sulla sua tutela per il futuro. È con questo obiettivo che si rinnova ogni mese l’appuntamento cittadino con il Mercato agricolo e non solo. In concomitanza di ogni Mercato con i produttori locali, le realtà che compongono la rete di Cittadinanza Sostenibile organizzano incontri che fanno da cornice tematica al mercato stesso, affrontando il tema della sostenibilità sotto tutti gli aspetti possibili. Durante l’appuntamento di febbraio, tenutosi venerdì 22 presso l’Urban Center di Bergamo, Legambiente ha presentato il film documentario L’età del cemento, ideato e realizzato da Mario Petitto. Un viaggio attraverso la Lombardia invasa dal cemento:
scere il mercato locale e i principi dell’alimentazione consapevole. Dalle 9.30, sempre all’interno dell’Urban Center, proprio accanto al mercato, si è svolto un laboratorio curato da SlowFood e TerraMadre. I bambini, attraverso un lavoro di gruppo, sono dapprima arrivati a distinguere il significato e la differenza tra il
“Per arrivare a toccare con mano quello che una produzione a filiera corta può offrire con una degustazione guidata di prodotti a km zero, attentamente preparata da Slow Food”
“La necessità è concentrare le energie attorno a due punti principali per rispondere a quest’emergenza: la riqualifica del suolo e delle costruzioni esistenti e la stesura di un attento e preciso programma nazionale ed europeo sulla costruzione di infrastrutture” un angolo d’Italia in cui, da troppo tempo ormai, la terra non gode più di alcuna tutela. Dopo la visione si è animato un dibattito -istruttivo e allarmante al tempo stesso- a proposito dei dati tutt’altro che confortanti, raccolti e presentati nel documentario: pare infatti che negli ultimi 7 anni siano stati cementificati in tutta la regione circa 90 km² all’anno, un’estensione pari a quasi 7 volte la città di Brescia! Il film analizza poi anche l’effettiva utilità di tutto questo cemento e gli eventuali abusi edilizi che ne scaturiscono. A partire dall’analisi dello scenario raccontato dal film, i tre relatori presenti, Damiano di Simine - Presidente di Le-
“Negli ultimi 7 anni cementificati in tutta la regione circa 90 km² all’anno, un’estensione pari a quasi 7 volte la città di Brescia” gambiente Lombardia - Ottorino Bettineschi - Ance Bergamo - e Angelo Chiari di Fillea Cgil Bergamo, insieme al regista, hanno concordato sulla necessità di concentrare le energie attor-
no a due punti principali per rispondere a questa emergenza: la riqualifica del suolo e delle costruzioni esistenti e la stesura di un attento e preciso programma nazionale ed europeo sulla costruzione di infrastrutture.
Il mercato agricolo e non solo La mattina seguente, sabato 23 febbraio, si è svolto invece il mercato vero e proprio, organizzato dal “braccio operativo” della rete, Mercato&Cittadinanza, che
già gestisce esperienze analoghe ad Albino e Corna Imagna. Formaggi, vini, frutta e verdura, miele delle aziende agricole del territorio insieme a cacao, cioccolato, caffè, tè e riso importati dalle botteghe del commercio equo e solidale: tutti prodotti non solo “a filiera corta” ma realizzati nel rispetto dei diritti del lavoro e dell’ambiente. Un’ottima offerta per il consumatore più attento. Lo stesso giorno protagonisti della giornata sono stati i giovani alunni dell’Istituto Compresivo Diaz che hanno potuto cono-
consumo di massa caratterizzato dall’alimentazione fast e la coltivazione biologica abbinata a un’idea della nutrizione di tipo slow, per arrivare poi a toccare con mano quello che una produzione a filiera corta può offrire. È stata infatti offerta loro anche una degustazione guidata di prodotti a km zero, attentamente preparata da Slow Food. Il Mercato Agricolo e non solo è diventato ormai un appuntamento mensile fisso che di volta in volta offre alla clientela una varietà di prodotti che cambiano in continuazione, come natura vuole. Oltre ai prodotti è possibile trovare anche la mappa di Bergamo eco-solidale che presenta ben 91 punti d’interesse per il consumatore critico, rigorosamente selezionati secondo precisi requisiti di sostenibilità. La “sostenibilità” che non passa attraverso l’economia rimane una parola bella ma piuttosto vuota, per questo è importante sostenere con gli acquisti quotidiani quelle pratiche produttive considerate virtuose per il rispetto del nostro territorio. Un consumo che diventa più attento e critico può essere davvero un importante motore del cambiamento. Elisa Troiani
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Ecologia & Imprese
Il legno Dalla natura alle cose Sabato 26 gennaio ad Almenno S.B. è stata inaugurata la mostra evento ambientata nello splendido scenario del Museo del Falegname Tino Sana I prossimi eventi 6 marzo 2013, ore 20.30 Le energie rinnovabili: esempi virtuosi sul nostro territorio a cura di Marco Donadoni 13 marzo 2013, ore 20.30 La casa in legno: moderne tecnologie per nuovi comfort ed elevati stan-dard abitativi a cura di Gianluca Pesenti 20 marzo 2013, ore 20.30 I pavimenti in legno: come scegliere il proprio e come eseguire la giusta manutenzione per preservarlo a cura di Cristina Losa e Marco Bassis 27 marzo 2013, ore 20.30 Riutilizzo del legno: l’arte del recupero a cura di Federico Mecca 03 aprile 2013, ore 20.30 - Strumenti musicali in legno: una passione senza fine a cura di Marco Gambirasio
Eventi trascorsi Una mostra evento che rimarrà aperta fino al prossimo 6 maggio 2013, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza del legno quale unica materia prima esistente in natura, completamente rinnovabile ed eco-sostenibile attraverso la rappresentazione delle produzioni eccellenti delle imprese bergamasche che operano in questo settore. L’idea nasce dalla volontà del Gruppo Legno di Confindustria Bergamo, in collaborazione con Federlegnoarredo, Associazione Forestale Italiana e il Museo del Falegname Tino Sana, di trovare un modo per valorizzare il legno come materia prima. Attraverso un emozionante percorso tra filmati, illustrazioni e l’esposizione di manufatti in legno - prodotti da 32 realtà bergamasche che operano nel comparto- si potrà conoscere e apprezzare questo materiale straordinario che, grazie a tutte le sue caratteristiche di ecosostenibilità, inesauribilità, economicità, naturalezza e alla sua capacità di assorbire CO2, si presenta come prezioso alleato per la lotta contro il cambiamento climatico. A questo proposito, è fondamentale chiarire una volta per tutte che il disboscamento irrazionale è illegale, mentre la
gestione sostenibile delle nostre foreste porta, in Europa, a un aumento della superficie boschiva di circa 5.000 km2 ogni anno. Esattamente il contrario di una mentalità purtroppo ancora fortemente radicata che crede che l’utilizzo di materiali come il legno significhi semplicemente taglio degli alberi. Il legno è una risorsa invece che si rigenera in modo del tutto naturale ed anzi la nascita e crescita di nuovi alberi (in conseguenza della gestione sostenibile delle foreste che fan-
“La gestione sostenibile delle nostre foreste porta, in Europa, a un aumento della superficie boschiva di circa 5.000 km2 ogni anno” no sempre seguire al taglio delle piante la ricrescita delle stesse) è addirittura più benefica del semplice mantenimento di una foresta, in quanto un albero che nasce ex novo “consuma” molta più anidride carbonica che un albero già completamente cresciuto. Per contribuire alla conoscenza di problematiche complesse, gli organizzatori si
avvarranno dell’ausilio di filmati, immagini e documentazione illustrativa che, trasmessi con linguaggio semplice e facilmente comprensibile, consentiranno ai visitatori di calarsi con cognizione nell’ambito di un settore produttivo di cui si conoscono solo alcuni aspetti. Nel contempo, verranno anche comunicate le possibili soluzioni ai problemi enunciati, analizzati da un diverso punto di vista originale e scientificamente supportato. La mostra si sviluppa su tre piani: al piano inferiore trovano spazio le aziende che si occupano della prima lavorazione della materia prima legno (segherie, produttori di tetti e case in legno e serramentisti), al secondo i produttori di mobili e infine al terzo i produttori di oggettistica. La manifestazione si completa con una serie di eventi pensati per avvicinare le famiglie all’uso e riuso del legno nella vita quotidiana. Questo articolato progetto, che verrà divulgato capillarmente anche agli Istituti scolastici della nostra provincia, mira proprio ad attivare un processo culturale di stimolo, per lo sviluppo di una diversa sensibilità responsabile e informata, grazie alla conoscenza diretta delle attività
27 febbraio 2013, ore 20.30 Il bosco: una risorsa fuori casa da rivalorizzare a cura di Andrea Sar-tirani 20 febbraio 2013, ore 20.30 Osserviamo il passato per renderlo contemporaneo: economia dome-stica a cura di Davide Facheris e Roberto Gandolfi 13 febbraio 2013, ore 20.30 L’armonia nel nostro giardino: valorizzazione del verde domestico come e perché averne cura a cura di Armando Battaglia 6 febbraio 2013, ore 20.30 Decoriamo con il nostro verde: il punto d’incontro tra ecologia ed este-tica a cura di Rosalba Piccinini
che operano nell’ambito delle lavorazioni e delle trasformazioni, per le quali è necessaria la sostituzione del legno, nelle diverse forme, in quanto materia prima rinnovabile ed eco-sostenibile, unica in natura. Conoscere, dunque, per evitare il rischio di
cadere nelle fin troppo facili strumentalizzazioni che nel tempo hanno gravato pesantemente sulla crescita e lo sviluppo di un’intera filiera nella quale molte delle nostre imprese sono leader mondiali. Info su www.tinosana.com
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L’Europa in difesa delle foreste Contro il fenomeno del taglio illegale di legno in vigore un nuovo regolamento per importatori e commercianti Iniziamo da alcuni dati. Secondo il FAO (2012), il 31% della terra ferma è coperto da superficie forestale, pari a circa 4 miliardi di ettari. Solo il 10% (422 milioni di ettari) delle foreste risultano ad oggi certificate, secondo gli standard più noti a livello internazionale FSC e PEFC. La quota stimata di deforestazione illegale nella produzione globale di legname si attesta intorno al 20%. L’Italia dipende per oltre l’80% del fabbisogno nazionale di legname dall’estero, quindi può essere facilmente esposta al rischio di immettere internamente materiale di provenienza illegale. Il nostro paese infatti è il 6° importatore mondiale di legno e il 2° europeo. Quantitativamente parlando il 7-10% del legno importato complessivamente in Italia è di origine illegale per un valore tra 1,3-2,8 miliardi di euro. Dal punto di vista economico in Europa l’effetto netto è una perdita di valore stimata in circa 10 miliardi di euro per anno. Il legno illegale infatti viene venduto ad un prezzo di vendita minore rispetto al legno legale, in quanto non prevede costi di rimboschimento, nessuna tassa o eventuali altre impo-
ste. Per questo motivo l’Unione Europea ha adottato il nuovo Regolamento (EU) 995/2010, meglio noto come EU Timber Regulation (EUTR), che proibisce “l’immissione sul mercato di legname tagliato illegalmente o di prodotti legnosi derivanti da tale legname” dal 3 marzo 2013. Esso obbliga gli “operatori” (primi “immettitori” nel mercato europeo di legname o di prodotti da esso derivati) a lavorare con un sistema di “dovuta diligenza” (Due Diligence System o DDS) per minimizzare il rischio di introdurre legname illegale o prodotti da esso derivati nel mercato. Il DDS consiste in tre elementi: informazioni sull’approvvigionamento, valutazione del rischio e riduzione del rischio. Gli operatori possono gestire un proprio DDS o affidarsi a degli “Organismi di Controllo” (comparabili agli Enti di Certificazione) che glielo forniscano. Le Organizzazioni di Controllo devono essere riconosciute dalla Commissione Europea e controllate dalle Autorità Competenti nazionali. Le aziende “a valle” della catena di trasformazione o commercializzazione del prodotto legnoso sono definite “commercianti”: il
loro unico obbligo è di registrare da chi comprano e a chi vendono. Prodotti con licenze FLEGT o CITES vengono considerati conformi al Regolamento per definizione (la cosiddetta green lane, “corridoio verde”), mentre la certificazione di catena di custodia FSC invece non è accettata come prova automatica di conformità alla EUTR, anche se può essere la base per un DDS.
“L’Italia importa oltre l’80% del fabbisogno nazionale di legname ed è il 6° importatore mondiale di legno (2° in Europa). Si stima che il 7-10% del legno importato sia di origine illegale per un valore tra 1,3-2,8 miliardi di euro” Per quanto riguarda le informazioni sull’approvvigionamento richieste dal DDS il sistema FSC ad ora non garantisce automaticamente queste informazioni ad un “operatore” che acquista prodotti certificati FSC. Riguardo agli altri due elementi (la valu-
tazione e la riduzione del rischio) lo schema FSC è invece molto utile. Qualora le informazioni raccolte sull’approvvigionamento facessero emergere un sostanziale rischio di illegalità del legname, la certificazione FSC fornisce sufficiente certezza che il rischio per questo particolare legname o prodotto derivato è “trascurabile”. Quando un operatore lavora con legname non certificato e con un sostanziale rischio di illegalità, la riduzione
del rischio può essere implementata da operatori Certificati FSC includendo un Programma di Verifica FSC sul Legno Controllato (come già descritto nello standard FSC-STD-40-005) incluso nello scopo del loro certificato CoC e valutando tutto il materiale con tale metodologia, oppure passando direttamente al rifornimento di legno o di prodotti certificati FSC. Roberta Spinelli
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Ecologia & Imprese
A Londra il supermercato dove non si butta via niente L’eco-chef e nipote di Mick Jagger, Potts Dawson propone una nuova forma commerciale alternativa che ricicla risparmia e sostiene l’agricoltura locale È a Londra il primo esperimento di supermercato sociale. Nuovo modello di distribuzione alimentare, The People’s Supermarket, è la prima “cooperativa verde” che si batte attivamente contro gli sprechi, riciclando prodotti alimentari attraverso la realizzazione di piatti sempre nuovi. Gli avanzi non si buttano, ma si cucinano. L’obiettivo è tanto semplice, quanto vincente: evitare le perdite riciclando tutto, distribuendo prodotti locali e salutari a prezzi ragionevoli. In questo modo si genera profitto semplicemente riducendo
“Una «cooperativa verde» in cui sono i clienti che aggregandosi utilizzano e incrementano a proprio vantaggio il potere d’acquisto” al minimo gli scarti prodotti dalla grande distribuzione, proteggendo l’ambiente e prolungando la vita degli alimenti. Particolare attenzione è posta nella scelta di vendere principalmente prodotti locali, a basso impatto ambientale e provenien-
ti da coltivazioni biologiche inglesi. Si sviluppa così una rete alternativa per l’acquisto di beni alimentari, che relaziona le comunità urbane con il mondo agricolo locale. Situato nel cuore di Londra, nel quartiere di Holborn, The People’s Supermarket è un modesto supermercato che nasce come un’impresa sociale, commercialmente sostenibile, da un’idea di Sir Arthur Potts Dawson. Ecochef, nipote di Mick Jagger col pallino della sostenibilità, Potts Dawson e il suo supermercato propongono una nuova forma commerciale alternativa, in cui sono i clienti che aggregandosi utilizzano e incrementano a proprio vantaggio il potere d’acquisto. “Esistono abbastanza
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“Chiunque può diventare socio della cooperativa versando una quota annuale di 25 sterline e offrendo quattro ore al mese di «lavoro volontario» all’interno del punto vendita” supermercati al top della catena di distribuzione e mai nessun cliente ha mai avuto la sensazione di trarre beneficio dal proprio potere d’acquisto” afferma Potts Dawson. Ed è con questa osservazione che si sviluppa il successo di The People’s Supermarket, con la convinzione che la riduzione dei prezzi si può facilmente ottenere con elevati standard di qualità semplicemente abbattendo costi e sprechi.
I soci e il lavoro volontario L’idea di fondo è altrettanto lineare e ambiziosa: chiunque può diventare socio della cooperativa versando una quota annuale di 25 sterline e offrendo quattro ore al mese di “lavoro volontario” all’interno del punto vendita. In cambio, ne ricava uno sconto del 10% sulla propria spesa. I prodotti dell’assortimento sono votati dai soci della cooperativa e il prezzo è bloccato su una serie di prodotti locali di alta quali-
tà. Il “lavoro volontario” consiste in lavori di pulizia e sistemazione, oppure alla cassa: “Dicci cosa sai fare e saremo certi che ci potrai aiutare”, questo il motto del supermercato londinese. Inoltre, grazie alla cucina interna, The People’s Kitchen, gli alimenti imperfetti, quelli prossimi alla scadenza o non più adeguati alla
“Ogni settimana vengono riciclati all’incirca 100 kg di prodotti che, altrimenti, finirebbero nella spazzatura” messa in vendita e destinati a diventare rifiuti, vengono recuperati e cucinati. Frutta e verdura, in particolare, ma anche prodotti di altro genere, magari facilmente deperibili, diventano così gli ingredienti alla base dei piatti sani che i clienti potranno comprare e consumare a casa. Se la pietanza non viene venduta in giornata,
viene data in beneficenza e se, per qualsiasi motivo, non si può più mangiare, viene utilizzata come concime per la terra dove si coltivano fiori e piante in vendita all’interno del supermercato. Così facendo ogni settimana vengono riciclati all’incirca 100 kg di prodotti che, altrimenti, finirebbero nella spazzatura. “L’industria dell’alimentazione è stata comprata dalle grandi catene, cerchiamo di mostrare cosa succede quando si ridà alla gente diritto di voto” afferma Potts Dawson. Dopo 15 mesi di attività e 1,5 milioni di sterline di fatturato, Sir Arthur Potts Dawson sta già progettando il secondo People’s Supermarket: entro Pasqua dovrebbe infatti aprire anche un nuovo “supermercato sociale” ad Hackney, quartiere a nord della capitale. The People’s Supermarket si presenta come un nuovo modo di fare la spesa dove i bisogni del consumatore incontrano la sostenibilità. Marta Morarelli
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A Martinengo il Punto Simply allestisce lo spazio “Bio” Il supermercato di via Allegreni offre ai clienti un angolo con prodotti biologici e diviene punto di distribuzione del mensile BergamoSOStenibile
Che la sostenibilità sia contagiosa e la svolta verso la green economy sia un passaggio inevitabile per tutte le imprese è oggi più che mai un dato di fatto, non più solo un auspicio. A testimoniarlo sono i sempre più numerosi negozi e attività che guardano con interesse a questo ambito, suscitando a loro volta attenzione verso tutto ciò che concerne il mondo dell’ecologia, dei prodotti biologici e di stili di vita più a misura d’uomo. A fare la differenza però sono sempre le persone: sicuramente in quanto consumatori, i quali se attenti e consapevoli possono fare scelte di acquisto capaci di influenzare l’economia locale e globale. Ma la differenza la fanno anche le persone che siedono – per così dire- dall’altro lato del bancone: negozianti e gestori sensibili a certe tematiche hanno infatti un potenziale enorme nel contribuire a diffondere la cultura della sostenibilità. Ciascuno, nel proprio piccolo o grande negozio, nella propria piccola o grande attività commerciale, artigianale o industriale, può divenire un positivo elemento di contagio quotidiano perché a contatto diretto con le azioni di tutti i giorni. Da tanti anni attento al mon-
subito all’ingresso, si possono infatti trovare marmellate, miele, birra, uova, gallette e nell’area Fresco si trovano yogurt, insalate, olio e piatti pronti, solo per citare alcuni esempi. Nell’angolo Bio anche prodotti per la persona e creme per il corpo, mentre un’altra area è dedicata ai prodotti senza glutine, adatti per i celiaci: dai cracker alle patatine, dai formaggi alla pasta. Insomma tutto l’occorrente per offrire -a chi lo desidera- la più vasta gamma di scelta, unita anche alla possibilità del servizio gratuito di consegna a domicilio della spesa (informazioni al numero 0363 947077). Un modo semplice per evitare a numerose signore o famiglie, che si spostano a piedi o in bici nel centro storico del paese, di dover usare l’auto, con tutte le conseguenze di perdita di tempo per trovare parcheggio, inquinamento prodotto e costo della benzina. Per
completare l’opera di attenzione e sensibilizzazione, il supermercato Simply di Martinengo è diventato ora anche punto di distribuzione del giornale Bergamosostenibile. Dopo aver sottoscritto uno dei primi abbonamenti al nostro mensile (ricordiamo che si può ricevere a casa o in ufficio Bergamosostenibile per tutto l’anno a soli 25 euro), il Punto Simply di via Allegreni distribuirà ogni mese il giornale alla propria clientela, omaggiandola così di 60 pagine di contenuti inerenti la sostenibilità a Bergamo e nel mondo. Attraverso un pratico espositore posto vicino alle casse, i clienti potranno ritirare una copia e rimanere informati e aggiornati su mondo green, alimentazione consapevole, pratiche messe in atto da comuni, associazioni e aziende virtuose, con numerose curiosità o appuntamenti sostenibili nella nostra provincia.
Vuoi distribuire do bio e all’impatto ambientale delle attività umane, Piergiorgio Cornali, gestore del nuovo Punto Simply di Martinengo, in via Allegreni 38, ha allestito all’interno del supermercato un apposito spazio “Bio” già presente anche in precedenza, ma ora ampliato nell’assortimento e reso ben visibile per la clientela: “Ho sempre avuto questa attenzione al bio e
mi sono sempre interessato per approfondire questi temi –spiega Cornali-. Con l’occasione del rinnovamento dei locali a inizio anno ho finalmente concretizzato questo progetto di dare maggiore spazio ed evidenza ai prodotti biologici presenti nel supermercato, attraverso indicazioni precise e stopper di richiamo”. Nell’angolo Bio, posto
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(In)sostenibilmente donna
Piccole Ariel crescono: l’evoluzione del modello femminile raccontato dalle f
La Curiosità è donna: Ariel de La Sirenetta è la prima di una nuova generazione di eroine assetate di sapere
Il mese di marzo è arrivato: i colori cambiano e l’aria si fa frizzantina. Solleticati da questo risveglio sensoriale ci troviamo ancora a parlare di donne, nel mese a loro dedicato. Certo non serve aspettare marzo, di loro infatti non si finisce mai di parlare: lodate, disprezzate, decantate e criticate. Tanto si è parlato ma ben poco si è detto, perché da tutto questo parlare non emerge altro che un’avvilente verità: la donna è priva di un’identità propria. C’è sempre un modello al quale appartenere, un ruolo da interpretare, musa o demonio, devota o ribelle, sempre a confronto... sempre e solo la “dannata” costola di Adamo! Da tempo immemore la donna lotta e combatte per affermare la propria identità. Eppure oggi il frutto di tante lotte e rivendicazioni, la Festa della Donna, è priva d’identità. L’interpretazione più diffusa sulla nascita di tale ricorrenza riporta al grave incendio della camiceria di New York nel 1908, altre si rifanno agli scioperi e alle manifestazioni avvenute in
Cenerentola canta felice pur essendo schiava in casa propria
quel particolare mese di marzo. Ma si festeggia la memoria delle operaie morte a New York o delle femministe che hanno combattuto per quei diritti che ancora oggi appaiono privilegi? O per le donne che quotidianamente lottano per dimostrare quanto valgono? Questi sono tutti validissimi motivi ma la realtà è che non vogliamo una giornata per
complimentarci tra noi: la Festa della Donna dovrebbe ricordare che nonostante tutti i cliché, le poesie e le canzoni scontate, le donne lottano, lavorano e muoiono come gli uomini e vogliono solo che venga loro riconosciuta la dignità di donna in quanto essere umano, diverso dall’uomo ma non per questo migliore o peggiore.
Siamo tutte principesse? La grande fatica dell’essere donna infatti è lo smarcarsi dai modelli imposti: il problema è che ormai sono talmente insiti nella società che andrebbero rivisti persino nelle loro forme più innocenti. Pensiamo per esempio alle fiabe, che sono i primi modelli
di organizzazione sociale con i quali ci confrontiamo, e nello specifico a quelle proposte in tv: i cartoni animati. La prima cosa che ogni fiaba insegna è che il principe azzurro prima o poi arriverà a salvare la sua principessa, la porterà all’altare e “vissero tutti felici e contenti”. Fondamentale è che la principessa in questione sia bellissima, educata e senza
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fiabe e dai cartoni animati “Nelle prime immagini di donna i caratteri generali sono comuni a tutte: non vi è curiosità in loro, nessuna aspirazione, nessuno stimolo a pensare che forse può esserci di più, l’unico sogno è l’amore di un principe coraggioso che le porti via con sé” “La Festa della Donna ce la meritiamo per il coraggio e la pazienza con la quale ogni giorno cerchiamo di vivere senza assomigliare in alcun modo agli uomini” Biancaneve accetta la mela avvelenata per non essere scortese
“Dopo tutte le lotte fatte scopriamo che ogni conquista non fa altro che allargare il nostro ghetto, migliorarlo, renderlo più abitabile forse, ma sempre ai margini, sempre parte e mai partecipi”
La bella addormentata nel bosco aspetta il bacio del principe per svegliarsi
pretese; si è mai vista una Cenerentola grassa? Una Raperonzolo nevrotica? Una Biancaneve che vuole andare a lavorare? Impensabile! Ecco quindi il primo grande valore: l’estetica. Per analizzare il tema più a fondo sarà utile tracciare un profilo dettagliato, partendo da Biancaneve, il primo lungometraggio animato della storia. Biancaneve è una
fanciulla che non ha la minima coscienza dell’ingiustizia in cui vive: il ricco padre è morto e lei -la legittima ereditiera- si trova a fare la serva per la perfida matrigna, un’ambiziosa donna avida di potere e invidiosa della giovane bellezza di Biancaneve; ed è la bellezza la sua unica forza. Per tutta la durata della storia non c’è una sola volta in cui la bella prin-
cipessa intervenga per se stessa: il cacciatore non le strappa il cuore perché incantato dalla sua innocenza -lei mica se n’era accorta, intenta com’era a cogliere i fiorellini; riesce a nascondersi perché i nani, trovandola così gentile e graziosa, la ospitano nella loro casa; viene poi risvegliata dall’incantesimo perché il principe prova l’irrefrenabile istinto di baciarla. La nostra eroina è pura, ma di una purezza che rasenta l’idiozia. La scena della mela ne è l’esempio più lampante: persino gli animali del bosco avevano capito le intenzioni della vecchina, ma per Biancaneve l’educazione prima di tutto e così -in barba
alle raccomandazioni dei nani che non conoscono il bon tonapre la porta e, dato che rifiutare è da maleducati, mangia la mela avvelenata. Biancaneve è il primo modello, ma nemmeno le successive Cenerentola e Bella Addormentata brillano per arguzia o intraprendenza. Nelle prime immagini di donna, infatti, i caratteri generali sono comuni a tutte: non vi è curiosità in loro, nessuna aspirazione, nessuno stimolo a pensare che forse può esserci di più, l’unico sogno è l’amore di un principe coraggioso che le porti via con sé, ed è interessante osservare come nemmeno il principe venga scelto: il primo che incontrano è sempre perfetto. Sono così le donne? Così si vive per sempre felici e contente? I personaggi femminili astuti, che vogliono solo il meglio per sé e lottano per averlo, invece, appartengono al modello strega cattiva che pagherà caro per aver provato a costruirsi un futuro migliore. Pensando agli anni in cui questi cartoni sono stati diffusi notiamo come non facciano altro che fotografare la società: diverse infatti sono le eroine venute dopo gli anni ‘70 e le lotte femministe. La prima di queste è La Sirenetta, che fin dai primi minuti appare una ragazza estremamente curiosa, convinta che il mondo non finisca sotto il mare come il padre impone, ribelle e quasi ossessionata dalla voglia di scoprire nuovi luoghi e culture. Certo sarà questa sua sete di conoscenza a metterla nei guai ma, a differenza delle antenate, Ariel si scontra e confronta con la tradizione - interpretata dal padre - e alla fine trova la sua strada con la benevolenza di quest’ultimo. Ariel insegna a seguire i propri sogni rispettando i valori come la
famiglia e l’amicizia. Anche il principe azzurro assume nuovi tratti: non più intrepido condottiero ma ragazzo ingenuo e un po’ succube dei giochi femminili tra Ariel e Ursula. Quest’analisi estesa ad altri campi aumenta molto l’intensità del messaggio: possiamo quindi supporre che con un tale martellamento di stereotipi l’immaginario collettivo venga leggermente pilotato. Con dei modelli del genere, come può la donna non sentirsi naturalmente succube? E come può l’uomo non considerarla una creatura indifesa da proteggere o da punire, se necessario?
Nuove fiabe per un futuro al femminile Fortunatamente i modelli si sono evoluti e con essi anche l’immagine della donna: è facile presumere che le future donne avranno -come Ariel- una maggiore consapevolezza di se stesse e delle proprie possibilità. E chissà quale sarà l’impatto sulla società. Appurato però che tv e società viaggiano di pari passo, riflettendosi l’una nell’altra, e molte sono le conquiste già fatte, perché il ruolo femminile in televisione continua a basarsi principalmente sull’apparire? E perché nella nostra società abbiamo bisogno di ritagliare spazi alle donne? Il fatto stesso di apprezzare che anche noi possiamo votare o che siamo in grado di ricoprire ruoli maschili sul lavoro ci pone su un gradino inferiore. Dopo tutte le lotte fatte scopriamo che ogni conquista non fa altro che allargare il nostro ghetto, migliorarlo, renderlo più abitabile forse, ma sempre ai margini, sempre parte e mai partecipi. La strada è lunga e ci vorrà tempo ma un cosa è certa: la Festa della Donna è legittima e sacrosanta, non perché ne abbiamo bisogno ma perché ce la meritiamo per il coraggio e la pazienza con la quale ogni giorno cerchiamo di vivere senza assomigliare in alcun modo agli uomini, perché la vera forza sta nella complementarità di due esseri diversi che, cooperando, traggono solo il meglio l’uno dall’altra. Elisa Troiani
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Quote rosa SI
Quote rosa NO
Visto che nulla è destinato a cambiare davvero in Italia, visto che certi stili comportamentali sono ormai ancestralmente radicati nella mentalità comune, perché tacciare di “sessismo” la teoria delle “quote rosa”?
Le donne non sono “uomini imperfetti” Pari opportunità non fa rima con percorsi protetti: ancora oggi si considera l’universo femminile incapace di competere con quello maschile
Partiamo dalle cifre: allo stato attuale, le donne militanti in politica occupano, in Italia, solo l’11% dei seggi alla Camera e l’8% al Senato, collocandosi agli ultimi posti nella classifica europea. L’occupazione femminile in Italia è ferma al 46%. Le dirigenti donne sono calate del 10%, fanalino di coda in Europa. Il contributo femminile alla crescita del Prodotto Interno Lordo risulta attualmente pari al 22%, media tra le più basse in Europa nel settore dell’occupazione femminile. Bastano queste cifre, semplicemente drammatiche, a indicare l’incredibile spreco di talenti femminili in Italia, e non solo in campo politico. Perfino Mario Draghi, nelle sue ultime considerazioni da governatore della Banca d’Italia, ha parlato apertamente della questione femminile che caratterizza, in modo paradigmatico, il nostro Paese. «La scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro è un fattore cruciale di debolezza del sistema» ha dichiarato Draghi, ricordando come le donne si laureino di più e meglio degli uomini, e da tempo non più solo nelle discipline umanistico-letterarie. Per non parlare delle immense, a volte insormontabili, difficoltà che le donne lavoratrici italiane devono affrontare, nel disperato tentativo di conciliare professione e famiglia. Dunque, visto che nulla è destinato a cambiare davvero in Italia -secondo l’antica legge del “gattopardismo”- visto che certi stili comportamentali sono ormai ancestralmente radicati nella mentalità comune -si veda anche la recente campagna elettorale, in cui lo spazio destinato alle donne è risultato davvero esiguovista la pesante eredità che la politica di questi anni ci ha lasciato a proposito di una certa immagine della donna, perché allora tacciare di “sessismo” la teoria delle quote rosa?
Quando si parla di “quote rosa” o “doppia preferenza di genere”, l’idea che passa è quella di una categoria femminile formata da esseri deboli, che necessitano di tutela. E che, senza questa tutela, le donne non siano in grado di riuscire a scalare la vetta. La cosa peggiore è sentire che senza l’istituzione di percorsi paralleli, in cui correre protette, non possano raggiungere l’obiettivo prima o meglio degli uomini. Quindi, cestinando i facili idealismi del “siamo tutti uguali” -fatto in cui non credo e, come donna, rivendico il mio essere diversa dagli uomini- ritengo che oggi ci si accanisca per cercare di cambiare l’effetto manifesto di una cultura che ci trasciniamo da millenni. È sulla causa -ovvero la cultura- che bisogna agire trasformando l’idea di fondo che vede le donne come fossero uomini mancati -su questo, un ringraziamento va anche a Freud. Come? Magari iniziando a non far sentire ai bambini e alle bambine i discorsi che accomunano le donne al panda del WWF e che tanto circolano in questo periodo. Devono essere per prime le donne a rinnegare l’idea che il proprio diritto all’autorealizzazione passi per la concessione di “oasi” a loro dedicate. E a chi storce il naso davanti a queste parole, pensando che la realtà sia ben lontana da questa
Ben venga, almeno in fase iniziale, per sbloccare questa condizione così radicata, l’imposizione giuridica delle “quote rosa”, per sviluppare fra le donne e gli uomini di questo Paese una diversa sensibilità culturale, che possa nel tempo cambiare radicalmente la forma mentale dominante e consentire alle donne di legiferare, in prima persona, su questioni che condizionano profondamente la loro vita e le loro scelte in campo politico, sociale e professionale. Maria Imparato
We Can Do It!
“utopia”, ricordo che la prova concreta del potenziale in rosa si può vedere in numerosi settori. Le donne non sono più relegate nel regno che passa dalla camera da letto alla cucina: sono medici, avvocati, giornalisti. E non mi pare proprio che ci siano delle quote rosa per queste professioni. Qualcuno dirà: “Ma in politica le donne sono mosche bianche”. Non nego che la percentuale sia nettamente inferiore rispetto a quella maschile, però la soluzione non manca: passa dalla modifica di una legge elettorale che impedisce all’elettore di indicare una preferenza per un candidato o una candidata. Cambiata quella, le “pari opportunità” saranno più che rispettate. Poi su quante saranno elette, la parola passa al popolo. Certo che se si continuano a inserire in lista la bellona di turno, la starlette, la presentatrice televisiva che di politica sa al massimo che si alza la mano a un cenno del capogruppo, allora spero proprio che le donne non votino le donne. Lo spero, perché conosco donne che invece meritano -e per fortuna, in alcuni casi, sono già presenti- di essere candidate, che non solo conoscono la politica, ma conoscono anche il mondo reale in cui incidono le scelte fatte nelle stanze del potere, che hanno passione e voglia di fare. Che non si riempiono solo la bocca invocando più diritti in rosa o piagnucolando per le opportunità da cui si sentono escluse in quanto donne. No. Ci sono donne forti, capaci, in gamba, che non si fanno strada armate di push up o, che forse è peggio, scimmiottando gli uomini. Già, scimmiottando gli uomini. Perché talvolta, purtroppo, capita che quando una donna raggiunge una posizione “ai vertici” si trasformi nella brutta copia di un uomo. Come se i posti di comando fossero per natura destinati agli uomini e solo abbandonando le proprie specifiche peculiarità femminili si abbia il diritto di occupare la poltrona. Eppure anche questo è un retaggio culturale vecchio, che soffoca la vera ricchezza che nasce proprio dalla diversità tra uomini e donne. Come disse qualcuno “un pesco non può fiorire come un crisantemo”. E le donne non sono uomini a metà. Alessandra Loche
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Valeria Golino nuda per Greenpeace “The Fashion Duel”, la nuova campagna dell’associazione ambientalista, sfida i grandi nomi della moda Il corpo femminile: oggetto di mercificazione o arma di liberazione?
Ha i piedi sporchi, la pelle imputridita, le mani e il viso coperti di cenere. È il ritratto umano di una terra ferita: Valeria Golino, celebre attrice italiana, presta il suo corpo e il suo volto a “The Fashion Duel”, la nuova campagna lanciata da Greenpeace per chiedere una moda più pulita e rispettosa del pianeta, e si fa testimonial d’eccezione di una sfida che chiama in causa le case d’alta moda internazionali. “The Fashion Duel” è stata lanciata da Greenpeace lo scorso 7 febbraio. Obiettivo: spingere le più grandi case di moda globali a prendersi un impegno decisivo nella protezione del pianeta ed evitare le sostanze tossiche, i coloranti dannosi per l’ambiente e prassi di produzione che portino all’abbattimento delle ultime grandi foreste della Terra. È insomma una presa di coscienza quella che l’organizzazione ecologista ha chiesto ai principali rappresentanti del settore moda, una presa di coscienza che non è più possibile relegare in un angolo e che richiede invece strategie immediate, attente e soprattutto ecosostenibili. A fare da testimonial alla campa-
Il corpo femminile come arma: sia che serva per vendere prodotti che per attirare l’attenzione su tematiche sociali, civili e ambientali, tutti i veli ormai sono caduti. E accanto a chi vede nell’utilizzo indiscriminato di seni e gambe una costante conferma della mercificazione a cui è sottoposto il corpo femminile, cresce il fronte dell’autodeterminazione libera e consapevole della propria nudità, messa sempre più spesso a servizio di problematiche attuali. La questione era già emersa lo scorso 13 gennaio, quando quattro attiviste ucraine -le cosiddette Femen- durante l’Angelus del Papa si erano levate le magliette per promuovere i diritti per gli omosessuali. Un episodio, quest’ultimo, che aveva riportato in auge l’eterno dibattito tra donna-libera (anche di usare la propria nudità a suo piacimento) e donna-oggetto, vittima passiva e accondiscendente di un laido maschilismo. In un periodo in cui “femminicidio” è diventata una parola tanto tristemente nota da non fare quasi più notizia, in cui dal palco dell’Ariston alla presentatrice trema la voce nel ricordare le violenze che ancora le donne subiscono, in cui neanche il virtuosismo sportivo riesce a formare campioni capaci di non considerare la propria compagna una proprietà, forse la domanda da porsi è un’altra: non è il caso di ricominciare ad ascoltare le parole, anziché creare dibattiti e polemiche solo attorno al corpo?
“Marchi come Chanel, Prada e Dolce&Gabbana sono nomi riconosciuti a livello mondiale e da oggi hanno l’opportunità di dettare il vero nuovo trend del settore” gna è Valeria Golino con la sua dirompente fisicità, lo sguardo intenso, l’inconfondibile voce roca e vibrante, quasi commossa: il video diretto da Anna Negri la immortala nuda e sporca e la innalza a simbolo di quel pianeta martoriato al centro delle innumerevoli battaglie di Greenpeace. «La moda promette sogni, ma così è un incubo - è lo slogan recitato dalla bella attrice - Noi siamo qui per sfidarla. Lancia anche tu il tuo guanto di sfida per una moda più pulita». Ed è proprio un guanto verde -correlato da un questionario con 25
domande “scomode” sul rapporto tra i processi produttivi, la deforestazione e l’inquinamento delle risorse idriche del pianeta- quello che 15 case di moda italiane e francesi si sono viste recapitare e che ha permesso poi all’organizzazione di stilare una classifica tra le case di moda, più o meno virtuose. Le domande si sono concentrare in particolare sulle politiche per gli acquisti della pelle, della carta e sulla produzione tessile: attività che, se portate avanti in maniera sconsiderata, incidono fortemente sulla deforestazione
e sull’inquinamento delle risorse idriche globali. La valutazione di Greenpeace ha compreso anche l’impegno futuro che le diverse case hanno scelto di (non) assumersi a riguardo. Al primo posto si è classificato soltanto il brand Valentino Fashion Group, mentre gli altri gruppi -Armani, Luis Vuitton e Versace, solo per citarne alcuni- hanno ottenuto una valutazione molto negativa. «Marchi come Chanel, Prada e Dolce&Gabbana sono nomi riconosciuti a livello mondiale e da oggi hanno l’opportunità di dettare il vero nuovo trend del settore: tutelare il nostro Pianeta
-ha affermato Chiara Campione, responsabile di “The Fashion Duel” di Greenpeace Italia-. A questi brand chiediamo di impegnarsi da subito per eliminare le sostanze chimiche pericolose dalla loro filiera produttiva e mettere in atto delle misure concrete per evitare il rischio di contaminazione da fenomeni come la deforestazione. Se uno dei leader dell’Alta moda come Valentino l’ha fatto, dagli altri non ci aspettiamo di meno». Non è la prima volta che Greenpeace chiede al mondo della moda una presa di posizione: nel 2011 aveva infatti lanciato “Detox”, campagna a cui hanno aderito già 15 tra i più popolari marchi di abbigliamento mondiali (Levi’s, Esprit e Mango, ad esempio) impegnandosi a eliminare ogni rilascio di sostanze chimiche pericolose per l’intera catena di produzione entro il 2020. Erica Balduzzi
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One Billion Rising: svegliati, balla, pa La più grande azione globale nella storia dell’umanità per mettere fine alla violenza sulle donne
Un conteggio ufficiale delle donne che hanno manifestato in tutto il mondo nel giorno di San Valentino è praticamente impossibile. Quello che è certo è che sono state tante, ovunque, durante il Flash Mob mondiale contro la violenza sulle donne. Quest’anno, per festeggiare il 15° V-Day, dove V sta per Valentino, Vittoria e Vagina, ideato nel 1998 dalla drammaturga e sce-
“Un miliardo di donne violate nel mondo è un’atrocità. Ma un miliardo di donne che danzano è una rivoluzione” neggiatrice Eve Ensler, nota al grande pubblico per i suoi Monologhi della Vagina, si è scelto infatti di utilizzare lo strumento del Flash Mob. In tutto il mondo migliaia di donne, ma anche di uomini, hanno studiato la coreografia e si sono date appuntamento nel giorno di San Valentino per mettere in scena il balletto sulle note di Break the Chain, Rompi la Catena. Non si può più restare indifferenti al fatto che un miliardo di donne,
una su tre in tutto il mondo, è stata vittima di violenza almeno una volta nella vita. «Un miliardo di donne violate nel mondo è un’atrocità. Ma un miliardo di donne che danzano per strada è una rivoluzione» sostiene la Ensler, promotrice dell’evento. E a chi critica il ballo come strumento di denuncia della violenza sulle donne, la risposta della Ensler è netta: «Il ballo è il modo più diretto per dire che quel corpo che gli uomini vogliono ferire non si piega». Ma, anzi, si alza, partecipa, balla e, ballando, rivendica la propria autonomia e la propria femminilità. Perché se il silenzio e l’impunità annientano le donne vittime di violenza, la musica e il ballo vogliono essere un grido di denuncia.
Più di 200 le città italiane coinvolte. Due gli eventi a Bergamo Secondo il sito ufficiale dell’evento (www.obritalia.livejournal. com) sono migliaia le associazioni e i singoli cittadini che hanno aderito all’iniziativa in 202 paesi del mondo. Solo in Italia sono più di 200 le città che hanno partecipato attivamente.
Due gli eventi organizzati a Bergamo: un Flash Mob allo Spazio Giovani Edoné, dove centinaia di persone hanno puntato il dito verso l’alto e fatto volare lanterne cinesi, e un Flash Mob, preceduto da una tavola rotonda, presso la piazza centrale del
“Viviamo in un contesto culturale maschilista in cui la violenza in casa non è sempre percepita come un crimine, in cui le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della violenza e non si ha fiducia nelle risposte dello Stato” Centro Commerciale Le Due Torri di Stezzano. Alla tavola rotonda organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica al tema della violenza sulle donne sono stati ospiti il Pm Carmen Pugliese, il sindaco di Stezzano Elena Poma, don Andrea Pedretti, curato di Martinengo e per l’associazione Aiuto Donna
il Presidente Oliana Maccarini e la psicoterapeuta Serena Cerri. In preparazione dell’evento, reso possibile grazie anche all’impegno e alla capacità organizzativa di Vera Vavassori e Alessandra Riva, convinte sostenitrici dell’iniziativa, nel fine settimana del 9 e 10 febbraio presso il Centro Commerciale Le Due Torri, la scuola di danza “Open Game”, insieme a Licia Ghidotti e alle attrici della “Residenza Teatrale Qui ed Ora”, ha insegnato i passi del Flash Mob a donne e bambini. La proposta di organizzare a Bergamo l’evento è arrivata direttamente da “Residenza Teatrale Qui e Ora”, coinvolgendo le allieve del corso di teatro sociale, donne dai 30 ai 70 anni che hanno trovato proprio nella danza un segnale dirompente.
Adesso è il momento di pretendere il cambiamento Ora però bisogna proseguire. Il One Billion Rising non deve trasformarsi in una ricorrenza annuale. É adesso il momento di incanalare la forza sprigionata da miliardi di donne per pretendere il cambiamento. Il Rappor-
to ONU sulla violenza contro le donne, elaborato da Rashida Manjoo e presentato la scorsa estate a Ginevra, dimostra come troppo spesso nel nostro Paese le leggi a tutela delle donne vittime di violenza non siano adeguatamente applicate. La violenza domestica è la forma più diffusa di abuso e riflette il crescente numero di vittime di femmicidio da parte di partner, mariti, ex fidanzati. Nel 2011 sono state 127 le donne uccise in Italia. Senza contare che la maggioranza degli abusi non sono denunciati perché viviamo in un contesto culturale maschilista in cui la violenza in casa non è sempre percepita come un crimine, in cui le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della violenza e non si ha fiducia nelle risposte dello Stato. L’incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne rende il femminicidio crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni. Con One Billion Rising si è quindi voluto lanciare un segnale forte e chiaro: basta scuse, basta abusi. Priorità del movimento OBR italiano, ora, sarà chiedere al prossimo Governo la ratifica della Convenzione di Istanbul,
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Donne in azione Dal femminismo al caso Pussy Riot Riot Grrrl, Sextremism, Slutwalk il femminismo che cambia Era il febbraio 2012 quando Maria Alyokhina, 25 anni, Yekaterina Samutsevich, 30 anni e Nadezhda Tolokonnikova, 24 anni, le tre Riot Grrrl russe meglio note alle cronache come Pussy Riot si esibirono con una “preghiera punk” contro Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Arrestate con l’accusa di teppismo e istigazione all’odio religioso, lo scorso agosto sono state condannate a due anni di carcere. In tanti hanno giudicato la sentenza troppo dura e il processo una farsa, manifestando sostegno e vicinanza alle tre ragazze, due delle quali sono tutt’ora agli arresti. A sostegno delle Pussy Riot, il 17 agosto 2012, due attiviste del movimento femminista ucraino FEMEN, hanno segato un monumento religioso, memoriale delle vittime dello stalinismo, posto nel centro di Kiev suscitando ancora una volta grandi polemiche. Ma le Femen, che si autodefiniscono “sextremist”, non sono nuove ad azioni, e reazioni, di questo tipo: manifestare a seno nudo per raggiungere un obiettivo è infatti la loro “firma” distintiva. Quest’anno le abbiamo viste manifestare in topless
la convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, definite “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione comprendente tutti gli atti di violenza che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella vita privata”…Aspettando l’8 marzo! Arianna Corti
contro il turismo sessuale durante gli Europei di Calcio in Polonia e Ucraina e a sostegno dei diritti gay in Vaticano. Attivo dal 2008 il movimento femminista è nato a Kiev per combattere la prostituzione e il turismo sessuale, risvegliando nelle donne la consapevolezza del proprio valore e dei propri diritti. Manifestare in topless è stato solo un mezzo per guadagnarsi l’attenzione dei media ma anche della popola-
“Un femminismo che cambia, si alza, danza e qualche volta si spoglia. Ma le rivendicazioni restano sempre le stesse” zione e, così, delle altre donne. Un’attenzione che le ha portate a diffondersi in tutto il mondo in meno di 5 anni. Ma sul modo di manifestare e, più in generale, di vestirsi delle donne se ne sono dette tante. Di soli pochi mesi fa è la notizia del Parroco di Lerici (La Spezia) che con un volantino affisso sulle porte della Chiesa invitava le donne a fare qualche riflessione: Donne e il femmini-
cidio facciano sana autocritica. Quante volte provocano? Un’affermazione simile, se non altro di contenuto, diede origine, due anni fa, alla prima Slut Walk, letteralmente la “marcia delle zoccole”. Quello che si sarebbe poi trasformato e diffuso in tutto il mondo come movimento femminista e di protesta nacque infatti in seguito alle dichiarazioni di un ufficiale della polizia di Toronto che suggeriva alle donne, per essere al sicuro, di “evitare di vestirsi come zoccole”. Non dite a noi come vestirci. Dite agli uomini di non stuprarci è, non a caso, uno degli slogan della marcia. Un femminismo che cambia, si alza, danza e qualche volta si spoglia. Le rivendicazioni restano le stesse: la libertà della donna, la non mercificazione del corpo femminile ma, anzi, la sua riappropriazione e la libera espressione della sua sessualità fuori dagli stereotipi dettati da una società prevalentemente maschilista, la parità dei diritti, la parità di stipendio, la stessa libertà degli uomini di poter girare la sera anche da sole, senza paura. E se i movimenti femministi, almeno in occidente, hanno fatto fino ad ora molto per la condizione della donna, forse è arrivato il momento per tutto il genere femminile di unirsi per rivendicare la libertà di essere donna, di poterlo esprimere e di potersi autodeterminare come esseri umani. Come previsto, in fondo, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, secondo la quale ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. A. C.
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Irena Sendler Un coraggioso cuore polacco nel ghetto di Varsavia La storia di una donna che ha combattuto con eroismo la follia dell’Olocausto presentata all’incontro organizzato dal Consiglio delle donne Quella che vi raccontiamo è una storia di straordinario eroismo, di una non comune sensibilità per il prossimo, la storia tutta al femminile di una grande attivista sociale, proclamata “Giusta tra le Nazioni” dall’Istituto di Yad Vashem nel 1965, proposta per il Premio Nobel per la Pace nel 2007. Nel 1991 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Israele per aver salvato dalla morte 2.500 bambini ebrei, facendoli uscire segretamente dal ghetto di Varsavia -tra l’inverno del 1940 e il16 maggio 1943- a rischio della vita, fornendo loro falsi documenti e ricoverandoli in case private fuori dal ghetto o in istituti religiosi cattolici. È stata poi dimenticata
“Al termine del conflitto, la sua lista, consegnata ai leader della comunità ebraica, permise ai sopravvissuti di scoprire le proprie origini e di ritrovare, in alcuni casi, le famiglie d’origine, in gran parte assassinate nei campi di sterminio nazisti” per oltre mezzo secolo, soffocata dalla cappa grigia del comunismo sovietico in Polonia. Stiamo parlando di Irena Sendler, da nubile Irena Krzyzanowska, polacca di origine, vissuta a Varsavia, nata nel 1910 e scomparsa nel 2008, della cui incredibile biografia poco o nulla si conosce. Ad onorare la memoria di questa eroina del ‘900 è stata la conferenza della dottoressa Domenica Pittarelli, specialista in Relazioni Internazionali, membro della Comunità Polacca di Torino e relatrice all’incontro intitolato “Un coraggioso cuore polacco nel ghetto: Irena Sendler”, nella Giornata della Memoria
2013. Un evento importante, che si è svolto lo scorso 26 gennaio nella splendida cornice della Sala Consiliare di Palazzo Frizzoni, alla presenza di una numerosa scolaresca dell’Istituto Secco Suardo di Bergamo, organizzato dal Consiglio delle Donne -presieduto dalla dottoressa Luisa Pecce- e dall’assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Bergamo, con la collaborazione dell’Associazione Infanzia&Città.
Il Ghetto di Varsavia La storia della Sendler è decisamente fuori dal comune. Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, Irena Sendler ha 29 anni e lavora come assistente sociale per l’amministrazione comunale di Varsavia, dove, con il supporto del direttore del dipartimento -che per questo verrà deportato ad Auschwitz-, soccorre gli ebrei chiusi nel ghetto. Nell’autunno del 1940, infatti, viene recintato il ghetto di Varsavia e quasi 400.000 ebrei sono trasferiti al suo interno, in condizioni igieniche precarie, aggravate dalla mancanza di cibo e medicine: si moltiplicano le epidemie, il tifo in particolare, e il tasso di mortalità risulta elevatissimo. In veste di infermiera, Irena riesce ad ottenere un lasciapassare: ufficialmente entra nel ghetto per la disinfestazione, in realtà organizza una capillare rete di soccorso procurando cibo, generi di conforto, vestiti. Nel ghetto porta la stella di David, non solo per confondersi fra la folla, ma anche in segno di solidarietà. Nel 1942 nasce l’organizzazione segreta “Consiglio per l’aiuto agli ebrei - Konrad Zegota” e Irena ne diventa attivista, come responsabile del dipartimento infantile con il nome in codice di Jolanta. Venuta a conoscenza della decisione dei nazisti di distruggere
il ghetto, Irena inizia a trasferire i bambini, in veste di infermiera, utilizzando strategie accuratissime, diverse da caso a caso: nascondendoli nelle ambulanze, o nel tramvai che attraversava il ghetto, nelle cassette da lavoro dei suoi fedelissimi collaboratori, piuttosto che servendosi dell’uscita dal ghetto attraverso l’Istituto del Tribunale, presieduto dai nazisti. Spesso i piccoli venivano addormentati con sonniferi e rinchiusi in un sacco o in una cassa
per passare nella parte ariana, facendo credere agli uomini della Gestapo che si trattava di morti per tifo. Dopo la fuga, i bambini venivano raccolti in centri di assistenza, dove imparavano ad adattarsi al nuovo ambiente, per poi essere assegnati a famiglie, orfanotrofi o conventi cattolici. Nel dicembre del 1942 Irena viene scoperta dai nazisti: arrestata e torturata brutalmente per tre mesi, senza riuscire a farla parlare, è condannata a morte e portata nel carcere di Pawiak. L’organizzazione “Zegota” riesce, all’ultimo momento, a corrompere un generale nazista con una grossa somma di denaro, salvando Irena, già condannata alla fucilazione. Da quel momento la sua vita cambia: non può più entrare nel ghetto, deve vivere in clandestinità, con il nome di Klara Dabrowska. Questo non le impedisce di continuare a colla-
borare con “Zegota” e aiutare gli ebrei, coordinando il salvataggio di molti bambini: saranno in totale 2.500 i bambini salvati da Irena Sendler, pari al doppio degli ebrei della famosa Schindler’s List.
Il Dopoguerra Durante l’Insurrezione di Varsavia, Irena lavora come infermiera nel Punto Sanitario e, dopo la guerra, entra nel Centro di Aiuto Sociale della capitale. Contribuisce a creare orfanotrofi, un Centro di Assistenza per le madri e i bambini in difficoltà, alcune istituzioni a sostegno delle famiglie disoccupate. Viene perseguitata anche dai Servizi di Sicurezza comunisti: nel 1949, è arrestata e brutalmente interrogata, perché sospettata di nascondere membri dell’Esercito Partigiano (AK). In carcere perde un bambino, nato prematuramente. Dal 1948 al 1968 è iscritta al Partito
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Irena Sendler raccontata da chi ha riportato alla luce la sua vicenda Intervista alla dottoressa Domenica Pittarelli, specialista in Relazioni Internazionali, membro della Comunita Polacca di Torino e relatrice all’incontro su Irena Sendler nella Giornata della Memoria 2013 Operaio Unificato Polacco, da cui esce, dopo il 1968, in segno di protesta per le repressioni contro studenti e intellettuali, e per la campagna antisemita lanciata dal governo. Nel 1980 aderisce a “Solidarnosc”, il Sindacato Autonomo dei Lavoratori “Solidarietà”. Nel 1999, un insegnante americano, Norman Conard, colpito dalla sua storia, fa mettere in scena dalle sue giovani allieve del Kansas un’opera teatrale, intitolata Life in a Jar - La vita in un barattolo. Il titolo si riferisce al modo con cui Irena Sendler aveva conservato i nomi dei bambini ebrei salvati, ovvero scritti su un rotolo di carta velina sul quale erano riportati anche i dati dei veri genitori e di quelli adottivi con linguaggio cifrato, contenuto in un barattolo di vetro, appunto, interrato sotto un melo del giardino di casa, insieme ad alcuni effetti personali. Al termine del conflitto, la sua lista, consegnata ai leader della comunità ebraica, permise ai sopravvissuti di scoprire le proprie origini e di ritrovare, in alcuni casi, le famiglie d’origine, in gran parte assassinate nei campi di sterminio nazisti. Maria Imparato
Come ha realizzato le sue ricerche su Irena Sendler? Perchè si è interessata a questo “caso”?
Dottoressa Pittarelli, quali sono le sue qualifiche professionali? Ho conseguito la doppia laurea specialistica in Scienze Politiche, presso le Università di Torino e Lione. I miei studi sono stati caratterizzati da un forte interesse per le Relazioni Internazionali e la Storia della Polonia, tanto da redigere le mie tesi sull’Insurrezione di Varsavia del 1944 e sull’analisi del processo di transizione. Da sempre, il mio desiderio è coltivare queste passioni, approfondire le mie ricerche e diffondere tematiche poco conosciute, specialmente in Italia.
Mi sono interessata al caso di Irena Sendler perché sono tanto polacca quanto italiana. Conosco e studio la storia martoriata della Polonia. Mia mamma è polacca, mio papà è italiano; io sono nata a Torino, sono bilingue e ho doppia cittadinanza. Per questo, come dicevo, mi sento tanto italiana, quanto polacca e sono una grande appassionata della storia della Polonia. Purtroppo, ho scoperto che qui in Italia sono poco conosciuti, anzi spesso misconosciuti, i dolorosi avvenimenti che hanno visto come protagonista il popolo polacco. É questa passione che ha guidato il mio intervento su Irena Sendler. É per me un grande onore, e un dovere morale, raccontare e far conoscere la sua vicenda, benché non l’abbia conosciuta di persona. Ho letto e sentito parlare di Irena Sendler proprio in Polonia -la sua e la mia patriaqualche anno fa. L’anno scorso, una professoressa della Comunità Ebraica di Torino, mi ha chiesto di dedicare a Irena Sendler
“Ricordare, dunque, per essere protagonisti attivi nella società contemporanea, multiculturale e globale, nel nostro quotidiano” una serata in occasione della Giornata della Memoria. Le mie ricerche si basano dunque su fonti in lingua originale polacca e su studi che sono stati realizzati recentemente negli Stati Uniti.
Quali sono i fatti più significativi della straordinaria biografia della Sendler? Irena è una giovane donna polacca -infermiera e attivista sociale- che con il suo coraggio e con le sue doti organizzative è riuscita a salvare 2.500 vite di persone ebree, principalmente bambini, ma anche adulti, dal ghetto di Varsavia. É straordinaria per il suo coraggio, per la sua giovane età ma anche per la grande umiltà e la capacità di sorridere che ha sempre donato a tutti, durante la sua lunga e difficile vita. Una figura volutamente “cancellata” dal regime comuni-
sta, riconosciuta “Giusta tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, che io sento il dovere di far conoscere e divulgare.
Esiste una bibliografia già costruita sulla vicenda della Sendler? In lingua italiana, le notizie su Irena Sendler sono pochissime e frammentarie. Nel libro Nome in codice Jolanta, pubblicato nel 2009, Anna Mieszkowska presenta un’intervista fiume che Irena ha rilasciato poco prima di morire, nel 2008.
Perché è importante ricordare, a suo parere? Ricordare, a mio parere, significa “conoscere per non dimenticare”. Abbiamo tutti bisogno, specialmente noi giovani, di costruire una coscienza civile e critica. Ricordare, dunque, per essere protagonisti attivi nella società contemporanea, multiculturale e globale, nel nostro quotidiano. Ricordare, infine, per non ripetere i terribili errori del passato: comprendere che il “diverso” è nostro fratello. Maria Imparato
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Clara Gaymard Donna europea d’eccellenza ospite nella città di Bergamo Il teatro sociale srotola il tappeto rosa a una visione europea al femminile Lunedì 25 febbraio il palcoscenico del teatro sociale di città alta si trasforma in un salotto simile a quelli di casa. E’ Verba Manent, rassegna di incontri con personaggi di spessore provenienti da diverse realtà, che apre le porte e ospita Clara Gaymard, donna europea d’eccellenza i cui argomenti hanno una profondità e un’importanza fuori dall’ordinario. Clara è una donna di successo, a partire dalla sua educazione all’ENA (École Nationale d’Admi-
“ Clara non sa come sarà il mondo di domani. Quello che però sa con certezza è che sarà degli ottimisti di oggi” nistration) di Parigi, laboratorio di intelligenze francesi, che vanta un brillante cursus honorum tra impegni istituzionali, consigli di amministrazione di grandi multinazionali e battaglie civili spesso orientate alla parità dei sessi. Attualmente è presidente e Ceo di General Electric France e vice-presidente di General Electric International. Figlia del grande genetista Jérôme Lejeune, scopritore della causa della
Sindrome di Down, è scrittrice e membro fondatore della Fondazione Jérôme Lejeune, che persegue l’opera alla quale il padre ha dedicato tutta la sua vita. Padre che ha portato con sé non solo un nuovo modo di vedere le cose ma un autentico cambio di paradigma. Ma non l’ha fatto senza incontrare resistenze e ostilità. Jérôme era un uomo di coraggio che combat-
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teva per quello in cui credeva e, se è vero che una mela non cade mai lontana dal suo albero, non risulta difficile capire da dove derivi in parte la sofisticatezza, la gentilezza e il coraggio di questa donna. Clara si presenta al pubblico come una persona molto raffinata e forte alla quale non manca però il senso dell’ironia e la capacità di sdrammatizzare quella che ad oggi è la situazione Europea. La crisi che attanaglia e demoralizza gli animi e i mercati, ormai sempre più descritta attraverso considerazioni catastrofiche e negative, trova nelle parole di Clara un respiro di freschezza, un nuovo sguardo dove la parola crisi cede il posto a quella del cambiamento. L’immagine che ci regala non è quella del tracollo ma di un forte periodo di trasformazione, un medioevo che scorge con fatica la speranza in una nuova alba, un rinascimento economico e culturale che, se agiremo con coraggio, amore e creatività, non tarderà a dare nuova luce alle cose. La globalizzazione raccontata da Clara è un treno
“Bisogna capire cosa si ama veramente e farlo nel migliore dei modi. Senza paura di sbagliare. Questa è la mia filosofia”
ad alta velocità che nel corso di una sola generazione ha ristrutturato le regole che governano il pianeta. Cambiamento che non poteva non portare difficoltà e momenti di tensione. Clara non sa come sarà il mondo di domani. Quello che però sa con certezza è che sarà degli ottimisti di oggi. Essere una donna europea per la Gaymard significa poter studiare, appassionarsi, creare nuove realtà con l’obiettivo di una carriera soddisfacente senza però rinunciare al piacere e all’amore di una famiglia, che nel suo caso vanta addirittura
nove figli. Il suo è un messaggio di rispetto e di pace. Per questo persegue battaglie per liberare dal nostro vocabolario violenza, integralismo e ingiustizie. Clara combatte per i diritti delle donne, dei bambini e della vita in generale; le sue parole esortano a non pensare cosa possa fare il proprio paese per noi ma cosa possiamo fare noi per il nostro paese. Quando poi le si chiede la ricetta del suo successo, la risposta non è tecnica ne tantomeno ordinaria: “Bisogna capire cosa si ama veramente e farlo nel migliore dei modi. Senza paura di sbagliare. Questa è la mia filosofia” e visti i risultati risulta difficile non crederle. Alessandro Fortis
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Natura Donna Impresa 2013 Creatività e passione. Studio e professionalità per un simposio creativo tutto “in rosa” che guarda a Expo 2015 Mentre a Milano si svolgeva la Fashion Week più celebre e prestigiosa al mondo, era in corso un altro evento, più adatto alla filosofia di pensiero green: Natura Donna Impresa Verso Expo 2015. Tre giorni dedicati all’ecoimprenditoria femminile, durante i quali 25 designer donne hanno presentato nelle tre giornate di shopping eco chic le nuove collezioni, dall’ecodesign al critical fashion. Accessori e capi d’abbigliamento unici e preziosi, simbolo di pregiate eccellenze italiane. Dal gioiello realizzato con materiale di recupero all’abito con stoffe riciclate da avanzi di produzione industriale. L’evento, alla seconda edizione, ha acceso i riflettori su un diverso modo di fare e proporre moda, dando spazio a fashion designer emergenti che fanno dell’etica l’essenza del proprio brand. Ispirandosi alla frase della stilista francese Coco Chanel che affermava “La moda passa, lo stile resta”, lo slogan di Natura Donna Impresa 2013 è stato rivisitato in un’ottica sostenibile: “La moda passa… Il critical fashion semina!”. La moda è un concetto che si spiega da sé e deve essere per natura al passo con i tempi (se non avanti). Si sente dire sempre più spesso, anche con accezione critica, che ormai tutto ciò che è green va di moda ma la moda, quella dei vestiti, dei gioielli e del design, dove sta andando? Natura Donna Impresa permette allo stile di vita sostenibile di sfondare anche le barriere del fashion, inserendo nel raggio della moda anche le opere artigianali ottenute da materiali generalmente considerati di basso profilo e trasformati in invidiabili vestiti e accessori di design. La moda detta i tempi e ora è il tempo della sostenibilità.
SfilataNONsfilata in omaggio all’artista Pippa Bacca Quest’anno l’evento ha voluto ricordare l’artista Pippa Bacca, scomparsa nel 2008 mentre compiva la sua ultima performance “Spose in viaggio”: un viaggio in autostop vestita da sposa attraverso 11 paesi in
jazz. Ama muoversi in metropolitana e stare nel caos”.
Ri-definire il gioiello
“La moda passa, lo stile resta” Coco Chanel “La moda passa… Il critical fashion semina!” Natura Donna Impresa guerra. Pippa Bacca, pseudonimo di Giuseppina Pasqualino di Marineo, era partita da Milano l’ 8 marzo 2008 e dopo aver attraversato Slovenia, Croazia, Bosnia e Bulgaria, il suo viaggio è terminato in Turchia dove è stata violentata e uccisa da un uomo che le aveva dato un passaggio. La sua performance itinerante non è stata portata a termine, ma il messaggio di pace che voleva portare non si è perso. Il giorno dell’inaugurazione di Natura Donna Impresa, 10 donne vestite da sposa hanno attraversato la città con una fotografia in memoria dell’artista partendo da una sfilataNONsfilata sulla sca-
linata del Duomo, “diventando lei” per un giorno e continuando il suo viaggio di speranza.
Valentina di Guido Crepax C’è spazio anche per un omaggio alla mitica Valentina di Guido Crepax scelta come icona di una femminilità al di sopra delle righe, indipendente, imprenditrice di se stessa, amante del bello. Hanno preso parte all’iniziativa i figli del fumettista, ma per spiegare il motivo di questa scelta bastano le parole del suo ideatore, Guido Crepax: “Il fatto che Valentina fosse una ragazza che
lavorava era per me estremamente importante. Tutti i fumetti precedenti erano molto maschilisti. Le figure femminili erano importanti in quanto donne del protagonista, amanti, fidanzate. L’unico caso di donna protagonista che l’ha preceduta è stato quello di Barbarella. Ma, a differenza dell’eroina di JeanClaude Forest, Valentina ha una vita reale, è una donna emancipata, impegnata politicamente, che convive con un uomo, sempre lo stesso, nonostante alcune scappatelle. Una donna che ama la città e le sue mille sollecitazioni. Le piace andare al cinema, ascoltare musica classica o
Durante la giornata di sabato è stato presentato il bando di “Ridefinire il gioiello”, il concorso finalizzato alla valorizzazione e alla diffusione di una nuova estetica del gioiello contemporaneo secondo un’ottica di economia sostenibile. Artigianato, ricerca dei materiali e design, coinvolti in un processo creativo a metà strada tra innovazione e sostenibilità. Il progetto curato da Sonia Patrizia Catena è nato nel 2010 e promuove una nuova visione del gioiello, impreziosito ulteriormente dalla sua natura eco. Eco-gioielli che incrociano le arti applicate, la scultura, il tessile e il design e che propongono indirizzi alternativi con il fine di ridefinirne lo statuto. É anche questo il design: rivitalizzare i materiali, dargli nuova linfa vitale per esprimersi in rinnovate forme e stili, adornando il corpo con cui entrano in relazione. I designer sono in grado di spingere la loro ricerca al di là dei confini usuali, dimostrando come il valore di un materiale stia nella capacità di trasfigurare un’idea, nel renderla “indossabile”. Il bando è aperto fino al 15 aprile e la mostra itinerante avrà inizio a settembre. Per ogni informazione www.ridefinireilgioiello.com Giorgio Sappilo
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La salute delle donne fiore all’occhiello dell’Asl di Bergamo Servizi all’avanguardia e differenziati per un’assistenza a 360 gradi La salute e il benessere sono da sempre al centro delle azioni avanzate dall’Asl di Bergamo. Attiva a tutto campo, e su molteplici settori interdisciplinari, con interventi non solo mirati ad aumentare la qualità della salute e il benessere percepito dalle donne bergamasche, ma anche la consapevolezza delle stesse sensibilizzandole verso tematiche delicate e spesso poco co-
“Variegata e diffusa l’area degli interventi messi in campo, accomunati da una matrice socio-sanitaria in cui alle tradizionali attività di prevenzione si affiancano parallelamente azioni innovative di promozione della salute” nosciute. Gli interventi, dedicati alle donne di tutte le fasce d’età, sono attuati grazie a una molteplicità di professionalità quotidianamente operative presso i consultori: dall’ostetrica al ginecologo, dall’infermiere, all’assistente sociale. Ogni giorno del personale qualificato mantiene alta l’attenzione verso le più importanti tematiche socio-sanitarie. Variegata e diffusa l’area
degli interventi messi in campo, accomunati da una matrice socio-sanitaria, che si diffondono a 360 gradi in uno scenario articolato in cui alle tradizionali attività di prevenzione si affiancano parallelamente azioni innovative di promozione della salute. Dallo screening mammografico al Pap Test -che permette l’individuazione delle donne a rischio di sviluppare un tumore del collo uterino- alla consulenza preconcezionale a quella inerente problematiche legate alla fertilità: tutti gli interventi sono guidati da un progetto di salute sinergico e costante. Molte le attività intraprese dai 18 consultori Asl, vere e proprie “braccia operative” sul territorio: «Diffusi sull’intera provincia -sottolinea la dottoressa Fiorenza Cartellà, ginecologa e coordinatore ostetrico-ginecologico dei Consultori dell’Asl di Bergamo- i consultori sono un punto di riferimento centrale nei momenti di transizione, mutamento e
criticità nella vita di una donna, garantendo un servizio orientato alla promozione della salute e del benessere della persona in senso globale. Proprio per questo l’Azienda intende ampliare e qualificare progressivamente gli interventi avviati sul territorio garantendo a tutte le donne attività di prevenzione, diagnosi e terapia adeguate per mezzo di supporti, innovazioni tecniche e strumentali».
Le azioni promosse si suddividono principalmente in tre aree d’intervento: la promozione della salute della donna e della coppia, il percorso nascita, il benessere della persona e della famiglia. Oggi il Consultorio offre un servizio articolato: alle azioni più tradizionali
innovative come la consulenza preconcezionale, ossia prima della gravidanza e la consulenza per verificare la sterilità di coppia e l’infertilità, con visite ginecologiche volte a offrire informazioni, risposte e accertamenti di primo livello per individuare eventuali patologie. Infine, un servizio di consulenza genetica utile nel periodo preconcezionale, durante la gravidanza o nell’ambito di un percorso di procreazione assistita, per effettuare approfondimenti in merito alla causa o alla trasmissibiltà di alcune patologie. In tutto questo scenario operativo anche la comunicazione assume un ruo-
come la consulenza contraccettiva, quella ginecologica e il percorso inerente l’attuazione della Legge 194/78 -relativo alla richiesta di interruzione volontaria di gravidanza- si sono affiancate negli ultimi anni attività più
lo fondamentale: in presenza di una crescente componente multietnica, diviene essenziale favorire e migliorare la comprensione linguistica anche per mezzo di servizi di mediazione culturale dedicati.
LISTA DEI CONSULTORI • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Alzano Lombardo Bergamo Calusco D’adda Clusone Dalmine Gazzaniga Grumello Del Monte Lovere Ponte San Pietro Romano Di Lombardia Sant’omobono Terme Sarnico Seriate Trescore Treviglio Villa D’almè Vilminore Zanica
Via Ribolla, 1 Via Borgo Palazzo, 130 Via Locatelli, 265 Via Matteotti, 11 Viale Betelli, 2 Via Manzoni, 98 Via Nembrini, 1 P.le Bonomelli, 8 Via Caironi 7 Via Mario Cavagnari, 5 Via Vittorio Veneto, 131/A Via Libertà 37 Via Paderno, 40 Via Mazzini 13 Viale Piave, 43 Via F.lli Calvi Via Polini, 7 via Serio, 1/A
Tel.035 4285211 Tel. 035 2270641 Tel.035 4389418 - 035 603319 Tel.0346 89033 Tel. 035 378120-140 Tel.035 721216 Tel. 035 8356340 - 337-338 Tel.035 4349607-628-611 Tel.035 603319-251-252 Tel.0363 919226-244 Tel.035 8510152 - 035 634634 Tel. 035 911038 - 035 910222 Tel. 035 3235061-056 Tel. 035 955420-424-438 Tel. 0363 44382 - 0363 419602 Tel. 035 636237 035 634634 Tel. 0346 51018 Tel. 035 4245538-537
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Musica
Nagaila Voce travolgente e tanta passione La cantautrice bergamasca e il suo “post-pop lunare” L’8 marzo al centro “La Proposta” di Ponte San Pietro
“Una grande cantautrice che accarezza con la dolcezza della sua voce ma pizzica con le parole e le sonorità dando vita a un insieme a dir poco particolare” Nagaila Calori, per amici e fan soltanto Nagaila, oltre a essere una delle voci più preziose della scena musicale italiana, è una ragazza di Seriate che dopo anni di carriera continua ad avere una sfrenata passione per la musica. Questa è l’idea che mi sono fatto dopo averla incontrata, dopo aver sentito le sue canzoni e, soprattutto, dopo aver visto i video dei suoi live, da cui non si può che rimanere coinvolti. La storia
discografica di Nagaila comincia nel ’96 con il primo album intitolato “Silenzi miei”, prodotto da Francesco Renga e Maurizio Zappatini: un punto di partenza di prestigio da cui sono nate altre eccellenti collaborazioni, con nomi del calibro di Claudio Baglioni e Verdena. La partecipazione all’EP Elefante della band bergamasca più affermata nel panorama internazionale, nasce dall’amicizia, instaurata
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anni prima, con Fidel Fogaroli, componente dei Verdena dal 2002 al 2006. Fidel Fogaroli -piano Rhodes- fa tuttora parte della band di Nagaila insieme a Matteo Milesi -batteria- e Marco Galbiati, fonico. Per continuare l’excursus nella discografia della cantautrice bergamasca bisogna fare un salto lungo 11 anni arrivando al 2007 quando nasce “Luce negli occhi”, album che si avvale della collaborazione con la Real World, nientemeno che l’etichetta discografica inglese di Peter Gabriel, uno degli artisti internazionali preferiti da Nagaila e riferimento musicale per l’intera band. La voce di Nagaila ricorda in alcuni punti la teatralità di Björk ma le fonti d’ispirazione sono svariate e toccano artisti e generi molto diversi fra loro come U2, Alanis Morissette ed Enzo Jannacci. La “luce” che dà il nome al disco arriva dritta negli occhi abbagliando con acuti affilatissimi e cullando come le ombre che traspaiono quando si tengono gli occhi chiusi rivolti verso il sole. Si sente odore di polvere: l’odore di una vecchia stanza
chiusa che dopo anni prova di nuovo la sensazione di sentire il vento soffiare e la luce colorare il legno dei suoi mobili. Disordine, polvere, rumori e ricordi che riaffiorano dopo aver respirato odori familiari. Il 2008 è l’anno di Live 08 mentre l’ultimo album Viaggio di ritorno, risale all’anno scorso e ha un taglio completamente diverso dal precedente. Nel viaggio di ritorno Nagaila porta con sé serenità, lasciandosi alle spalle le ombre protagoniste degli ultimi testi. Il carillon impolverato e un po’ tetro sembra ritrovare l’antico splendore e sul volto della ballerina che danza su di esso torna il sorriso. È difficile dare un nome al genere musicale di Nagaila: spazia dal rock psichedelico degli anni ‘70 all’elettronica degli ’80‘90, portando con sé la storia cantautorale italiana. “Post-pop lunare”, questo è il nome del genere musicale coniato ad hoc dalla band stessa: come la luna fredda ma luminosa, come un’ustione provocata dal ghiaccio. Lo scorso autunno Nagaila ha vinto il primo premio al pre-
stigioso “Biella Festival Autori e Cantautori” con il brano Terra da scoprire, il punto di partenza da cui sta prendendo forma il nuovo disco che uscirà nel corso del 2013 e avrà come filo conduttore i quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. Ma la discografia, le collaborazioni con nomi di spicco della musica italiana, la vittoria a diversi concorsi non bastano per comprendere il vero valore di questa cantautrice che accarezza con la dolcezza della sua voce, ma “pizzica” con le parole e con le sonorità, dando vita ad un insieme del tutto originale. La forza di Nagaila sta nel non accontentarsi di sfoggiare una voce che da sé basterebbe per far breccia nelle orecchie di chi l’ascolta. La voce è soltanto una delle componenti della sua musica che si avvale di altrettante preziose sonorità rese possibili dal Rhodes di Fidel Fogaroli, impreziosite dal saggio accompagnamento della batteria che regala tocchi sempre attenti a non invadere la scena dei protagonisti. Il prossimo appuntamento è per venerdì 8 marzo quando Nagaila e la sua band si esibiranno al Centro “La Proposta” di Ponte San Pietro. Proprio nel giorno della Festa delle Donne Nagaila ci regalerà il piacere della sua stupenda voce, omaggiando una delle doti femminili che da sempre è motivo di ammirazione e attrazione. Giorgio Sappilo
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parte più alta del torace. Il becco è pronunciato e curvo verso il basso e i piedi rimangono quasi completamente coperti dall’addome molto voluminoso. Comunica emettendo vocalizzi per il riconoscimento fra maschio, femmina e piccolo, utilizzando frequenze diverse a seconda delle necessità. Si ciba di piccoli pesci, cefalopodi, calamari e crostacei. La stagione dell’alimentazione comincia ad aprile, una volta che si sono formate le piattaforme di ghiaccio, e continua fino a dicembre. I maschi
possono digiunare anche per 4 mesi mentre incubano le uova aspettando che le femmine tornino con il cibo. Dopo aver mangiato, gli adulti si preparano per l’inverno successivo. Il pinguino di Adelia (Pygoscelis adeliae) da adulto può misurare tra i 45 e i 60 cm di altezza, raggiungendo un peso di 4-6 kg. Ha un anello bianco attorno all’occhio, piume che coprono per metà il suo becco rosso e una coda più lunga rispetto a quella delle altre specie. Al contrario del pinguino imperatore, predilige
Ambiente
Pinguini antartici Genitori moderni
Nelle specie del pinguino imperatore e del pinguino di Adelia sono i papà a covare le uova mentre le mamme cercano il cibo
Il pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) è il più grande di tutta la famiglia; incapace di volare è però un abilissimo nuotatore: raggiunge i 12 chilometri orari, può nuotare in apnea fino a 20 minuti e arrivare a 300 metri di profondità. È l’unico uccello che nidifica durante l’inverno antartico; generalmente si riunisce in colonie formate da 200 a 50 mila coppie sul ghiaccio: di 40 colonie note, solo 2 sono sulla terra ferma. A maggio-giugno le femmine depongono un solo uovo di grandi dimensioni che il maschio
“In Antartide, durante il lungo e gelido inverno, la temperatura può arrivare a -60°C.” coverà per 65 giorni tenendo al caldo, fra le sue zampe, in una speciale sacca addominale. Appena nato il pinguino imperatore pesa appena 150 grammi ed è alto solo 15 centimetri, mentre da adulto raggiunge l’altezza di 115 centimetri e 30 kg di peso, aumentando nel periodo inver-
nale per proteggersi meglio dalle basse temperature. È “ghiacciaio dipendente”, vive cioè sulla banchisa per buona parte dell’anno. Se questa dovesse sparire per il pinguino imperatore sarebbero guai seri perché abituato a temperature freddissime: in Antartide, durante il lungo e gelido inverno, la temperatura può arrivare a -60°C. Il dorso scuro, di colore grigioblu, e la parte frontale bianca, il capo è nero ma con due caratteristiche chiazze giallo-arancione sui lati, unite anteriormente nella
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Earth Hour 2013
SOS Pinguini antartici Aumento della temperatura e scioglimento dei ghiacci ridurranno le colonie di pinguino imperatore del 50% e quelle del pinguino di Adelia del 75%. Emettere meno gas serra in atmosfera è il solo modo per mitigare in maniera significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici sul Pianeta, in particolare in Antartide. Il WWF si rivolge ai governi di tutto il mondo chiedendo interventi concreti per affrontare il problema. Un impegno che prevede, per gli stati più sviluppati, l’obbligo di tagliare entro il 2020 tra il 25 e il 40% le loro emissioni, percentuale che sale all’80-90% entro il 2050. Il WWF propone anche la realizzazione di una rete di aree marine protette per ridurre la pressione sulle specie e l’aumento di misure preventive di gestione per assicurare il futuro del krill, dei pesci e di tutte le specie dell’Oceano Antartico - inclusi i pinguini che dipendono da questi per la loro sopravvivenza. Per saperne di più: wwf.it/adozioni.
nidificare in zone costiere libere dal ghiaccio e dalla neve, riproducendosi durante la stagione estiva in numerose colonie. È il maschio l’addetto alla costruzione del nido, fatto di ciottoli sovrapposti l’uno sull’altro. Fuori dall’acqua il pinguino di Adelia è eccezionalmente agile ed è capace anche di scalare piccole scogliere e alture. Un esemplare maschio adulto è in grado di rimanere a digiuno completo anche per 6 settimane, mentre si dedica alla cova. La femmina, intanto, va in cerca di cibo in mare,
prima di dargli il cambio. Questa specie di pinguino trascorre la maggior parte della stagione invernale nell’estremo nord della piattaforma di ghiaccio dove si trovano acque aperte e molta luce, necessarie per la sua alimentazione. Si nutre principalmente di krill antartico ma occasionalmente anche di pesci pelagici e calamari glaciali. È molto socievole, in costante interazione con gli altri del gruppo o della colonia. I pinguini di questa specie viaggiano insieme per trovare un luogo di nidifica-
zione adatto durante la stagione riproduttiva. Sono anche cacciatori collaborativi, stanno generalmente in gruppo per aumentare la possibilità di trovare cibo e per evitare gli attacchi dei predatori. Possono anche saltare fuori dall’acqua per pochi metri, il tempo di riprendere aria e rituffarsi. A terra possono muoversi in diversi modi: camminare a piedi con la loro solita andatura “traballante”, saltare a piedi uniti o scivolare sulla neve usando il ventre come uno slittino.
Il 23 marzo spegni la luce sostieni il pianeta
Il 23 marzo dalle 20:30 alle 21:30 torna la più grande mobilitazione globale dei cittadini e delle comunità del mondo per la lotta ai cambiamenti climatici. Partecipare è semplice, basta spegnere una luce di un edificio, un monumento, l’illuminazione di una strada o di un’intera città per un’ora. Nel 2012 hanno partecipato oltre 2 miliardi di persone in 152 Paesi ed in oltre 7000 città in tutto il mondo, confermando la forte valenza simbolica dell’evento: un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti in una sfida globale, che nessuno può pensare di vincere da solo. Le città e le province impegnate nello sviluppo di piani innovativi ed efficienti per combattere i cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas che alterano il clima, nell’ottica di una società decarbonizzata, posso-
no partecipare all’Earth Hour City Challenge, inventario delle buone pratiche di sostenibilità ambientale presenti sul nostro territorio. Una Commissione internazionale sta valutando i piani inseriti nella piattaforma Carbon Cities Climate Registry, per individuare le cinque città finaliste e la Capitale di Earth Hour City Challenge. Quest’anno la piattaforma creativa I will if you will - “Io farò se tu farai” - invita tutti a “sfidare” amici, colleghi e followers di tutto il mondo nel compiere azioni concrete verso la sostenibilità. Il pianista Christian Calcatelli, primo italiano a lanciare la sua sfida, ha promesso che suonerà per 8 ore di fila in diretta su Youtube se 5.000 persone accetteranno di fare la raccolta differenziata. Per saperne di più e partecipare: Earth Hour 2013 wwf.it.
Pagine a cura di WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile
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Eco dal Mondo
Hong Kong Il traffico diventa verde Nella metropoli asiatica un progetto per combattere il traffico intenso attraverso i “Forest Corridor” con l’uso di barriere vegetali lungo le autostrade
Le metropoli asiatiche stanno crescendo in modo abnorme sul territorio, spesso con conseguenze insostenibili per l’ambiente e i loro abitanti. Una delle maggiori preoccupazioni è il traffico intenso in aree densamente popolate. È per questo motivo che il Governo di Hong Kong ha indetto nel 2009 un concorso internazionale per la progettazione di barriere da impiegare lungo le autostrade in ambiente urbano, per mitigarne l’impatto sia acustico che visivo. Tra quelli in concorso vi è il progetto Forest Corridor, presentato dallo studio londinese Bread, specializzato in ciò che loro stessi definiscono “bioarchitettura parametrica ad alte prestazioni”. Questo innovativo progetto considera tre aspetti principali: la vista dagli edifici circostanti, preservata con piante rampicanti che mitigano i rumori e le luci
“Miglioramento della vegetazione, fonti rinnovabili e materiali ecofriendly: molti sono i punti di forza di questo progetto” provenienti dalle automobili; la vista dal parco sottostante, protetta da piante pendenti che nascondono il cemento al di sotto della strada; la vista dalla strada,
resa piacevole per gli automobilisti con piante che attraversano la barriera e riducono la sensazione di trovarsi in un tunnel.
I punti di forza del progetto Le soluzioni proposte sono affascinanti e si basano su alcuni princìpi che rappresentano le linee guida del progetto. Miglioramento della vegetazione: dal momento che i pannelli vegetali verticali si sono dimo-
strati nel tempo non troppo efficienti, vista la scarsa quantità di terra su cui sistemare le piante e la difficoltà di irrigazione, il progetto prevede che le piante siano coltivate in alloggiamenti al di sotto del piano stradale lungo corridoi accessibili, per facilitarne la manutenzione. Alimentazione energetica da fonti rinnovabili: l’impianto è alimentato dal sistema a pendolo Gravity Assisted Power, che genera elettricità attraverso il vento e le turbolenze prodotte dal
traffico. Si è preferito questo sistema al fotovoltaico per ragioni estetiche e di sicurezza, oltre al fatto che in questo modo si permette di coniugare l’approccio olistico con il design, rendendo il sistema indipendente dalle condizioni meteorologiche. Materiali e strategie ecofriendly: i pilastri che reggono i pannelli sono realizzati in un materiale plastico ottenuto dal riciclo di bottiglie di latte e shampoo che raggiunge una densità capace di sopportare un peso di 15 ton-
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ZCB, primo edificio carbon neutral Utilizzo di un sistema di trigenerazione a biodiesel, ventilazione naturale e un involucro a tenuta termica Una progettazione “green” a 360° Si chiama ZCB - acronimo di Zero Carbon Building - il primo edificio a zero emissioni inquinanti di Hong Kong. Sviluppato su tre piani e situato nel cuore della metropoli asiatica, ZCB nasce da un’idea dello studio Ronald Lu & Partners, come esperimento di progettazione passiva. L’edificio incorpora alcune delle principali tecnologie rinnovabili, a partire dall’impianto fotovoltaico che riveste l’intero tetto con una curvatura di 21 gradi, la stessa della latitudine di Hong Kong, per consentire ai pannelnellate e una durevolezza garantita per 50 anni. L’acqua piovana dalle barriere e dalla superficie stradale è raccolta, filtrata e riutilizzata per l’irrigazione. Costruzione semplice ed economica: tutti gli elementi che costituiscono il sistema Forest Corridor sono modulari e facilmente assemblabili, quindi economici. La divisione dei moduli destinati alla piantumazione della vegetazione permette un design visivamente più leggero e una manutenzione notevolmente più sicura. Insomma, un’idea e un progetto verde, ecosostenibile e innovativo, in cui le piante rampicanti nascondono il cemento grigio e cupo della strada, i suoni sono attutiti da pannelli ecologici e le luci dei fanali sono mitigate dalla vegetazione. Alessandro Sonzogni
rifiuti inquinanti. Oltre all’utilizzo di materiali da costruzione reperiti localmente, dunque a basso impatto ambientale, l’edificio è stato dotato di frangisole e vari sistemi di ombreggiamento per combattere le alte temperature tipiche delle estati di Hong Kong. Un sistema di ventilazione naturale garantisce, inoltre, raffreddamento passivo in estate e
verde studiata per ridurre al minimo i rumori del traffico e l’effetto “isola di calore”, un problema fortemente percepito in città. L’acqua piovana e le acque grigie vengono raccolte e trattate in letti di canne, mentre un sistema domotico supervisiona e gestisce tutti gli impianti, garantendo un utilizzo efficiente dell’energia. Così concepito, l’edificio arriva
metterà una riduzione di circa 7.100 tonnellate di sostanze nocive in atmosfera. Le tecnologie e le applicazioni all’avanguardia utilizzate per la realizzazione di ZCB sono oltre 90, un bagaglio di grande valore per proiettarsi verso una progettazione green a 360°. Oltre ad utilizzare materiali e sistemi di costruzione assolutamente innovativi, ZCB servi-
riscaldamento naturale durante i mesi più freddi, mentre l’involucro a tenuta termica può essere raffreddato o riscaldato meccanicamente e, in caso di condizioni meteo favorevoli, può essere aperto in molti dei suoi punti. La progettazione passiva riguarda anche l’esterno dell’edificio. ZCB risulta immerso in un’area
a generare un surplus energetico capace di assicurare il ritorno economico dell’investimento iniziale, garantendo il 45% in più di efficienza energetica rispetto a strutture simili per dimensione e destinazione d’uso: una percentuale molto importante che, se rapportata alle emissioni di CO2 emesse annualmente, per-
rà da piattaforma di riferimento per perfezionare i parametri di sostenibilità a basso impatto ambientale, esortando la cittadinanza e le autorità a investire e migliorare l’efficienza energetica delle strutture edilizie sia nuove che già costruite.
“L’edificio arriva a generare un surplus energetico capace di assicurare il ritorno economico dell’investimento iniziale, garantendo il 45% in più di efficienza energetica” li di massimizzare lo stoccaggio di energia solare. ZCB riutilizza, inoltre, gli oli esausti destinati alla discarica come combustibile per l’alimentazione degli interni, attraverso un processo di trigenerazione a biodiesel altamente efficiente. L’utilizzo di questo procedimento permetterà, quindi, di risparmiare su più fronti producendo energia pulita e agendo contestualmente da strumento per la riduzione dei
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Salute & Benessere
Calcola il tuo peso ideale Le matematica ci aiuta a scoprire il peso ideale ma attenzione: sono solo valori indicativi Per calcolare il nostro peso corporeo teorico (più comunemente conosciuto come peso ideale o desiderabile), che secondo i fisiologici si raggiunge all’età di 18-20 anni, esistono differenti formule matematiche di diversi autori. Le formule che troverete sono alcune delle più utilizzate e di facile applicazione, differenziate per donne e uomini, tra cui la formula di Broca, formula di Lorenz, il calcolo del peso teorico secondo la struttura corporea (Indice di Grant), l’Indice di Mas-
“La definizione del peso ideale è alquanto complessa perché dipende da molteplici fattori” sa Corporea (I.M.C o B. M. I. Body Mass Index). Vi consiglio di provare ad applicare le varie formule con i vostri dati personali, in modo da verificare la diversità del risultato tra una formula e l’altra. Per guidarvi nei vari calcoli troverete sotto ogni formula un esempio di un soggetto di sesso femminile, con un’altezza di 160 cm e con un peso attuale di 50 kg.
Formula di Broca Questa formula per il calcolo del peso ideale è una tra le più semplici anche se risulta imprecisa poiché considera solo l’altezza ma, probabilmente, soddisferà alcune aspettative. La formula di
Broca prevede di sottrarre all’altezza, espressa in cm, un valore fisso pari a 104. Nel caso preso in esame come esempio, bisognerà fare: 160 cm. - 104 = 56 kg.
consiste nel sottrarre all’altezza, espressa in cm, un valore fisso pari a 150 diviso due al cui risultato sottrarre ancora 100. Ad esempio: 160 cm. - 100 - (160 150 / 2) = 60 - 5 = 55 kg.
Formula di Lorenz
Peso teorico secondo la struttura corporea (Indice di Grant)
É una delle formule più utilizzate, ma non tiene conto né dell’età né della nostra costituzione e
L’Indice di Grant (IG) è un parametro che consente di stabilire la costituzione in base all’altezza e alla circonferenza del polso. Questa formula tiene conto quindi anche della pesantezza delle nostre ossa e consente anche di stabilire un “range” (campo di variazione) di peso e non un valore rigido. Per essere applicata richiede un calcolo più specifico. Munitevi di un metro da sarta e misurate il vostro polso, otterrete un numero che vi indicherà a quali delle 3 differenti tipologie di costituzione appartenete: longitipo, se avete un’ossatura piccola o leggera, normotipo per un’ossatura media, e brachitipo se la vostra ossatura è grossa o pesante. Appreso quindi a quale
tipologia di costituzione appartenete, ricercate ora la vostra altezza nella tabella n. 2 (differenziata in maschi e femmine) e leggete i valori corrispondenti alla vostramorfologiaprecedentemente calcolata come longitipo, normotipo o brachitipo: l’altezza, espressa in cm diviso la circonferenza del polso determina il peso minimo e massimo che dovreste avere. Immaginiamo che la donna presa in esame abbia una circonferenza polso di 14 cm., quindi applichiamo la formula morfologica indicata nella tabella n. 1. Calcolo quindi 160 cm. / 14 = 11,4. Nella tabella n.1 il valore ottenuto (11,4) classificherà longitipo la morfologia della donna presa in considerazione (quindi con ossatura piccola o leggera). A questo punto sarà sufficiente consultare la tabella n. 2 cercando l’altezza corrispondente a quella della donna (160 cm),
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IMC
STATURA
PESO
1,20 1,30
DONNE
UOMINI
1,35 1,40
110
Obesità di alto grado
1,45 1,50
Obesità di medio grado
1,55 1,60 1,65
Sovrappeso NORMALE
1,70
1,85
I.M.C. Indice di Massa Corporea (o B. M. I. Body Mass Index) L’ultima formula è molto utile per scoprire se siamo sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesi di medio o alto grado. Provate quindi a eseguire il calcolo seguente dell’I. M. C. (o B. M. I. acronimo inglese) Che vi consentirà di interpretare con facilità la classificazione dell’Indice di Massa Corporea riportata nella tabella gialla (suddivisa in femmine e maschi), catalogandovi in una delle 5 classificazioni: sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesità di medio grado oppure obesità di alto grado. La formula prevede il rapporto tra il peso espresso in kg e l’altezza espressa in metri al quadrato. Nell’esempio prima citato risulterà quindi: kg 50 / (1,60 * 1,60) = kg 50 / 2,56 = 19,5. Il valore ottenuto
55
Sottopeso
45 40 35
1,95 2,00
30
classifica la donna come normopeso, poiché 19,5 è compreso tra 18,7 e 23,8, come indicato dalla tabella gialla. Lo stesso risultato si ottiene congiungendo la vostra statura, posizionata sulla colonna a sinistra della tabella 3, al vostro peso, indicato dalla colonna di destra. La retta andrà a intersecarsi con un colore dei vari riquadri (differenziato per donne ed uomini) e vi indicherà la vostra classificazione in modo immediato. Nel nostro esempio, congiungendo la statura della donna (1,60 m. colonna a sinistra) al suo peso (kg 50 colonna a destra), la retta tracciata si interseca nel riquadro verde quindi, secondo l’I.M.C., il peso attuale della donna è classificato come normale.
Una riflessione... Come avrete potuto verificare negli esempi illustrati, applicando le varie formule proposte abbiamo ottenuto differenti risultati: la formula di Broca segnalava 56 kg, quella di Lorenz 55 e l’indice di Grant posizionava il peso ideale
DONNE h-100
(h-150) 2
=
FORMULA DI BROCA MISURE ESPRESSE IN CM
UOMINI h - 100 =
DONNE h - 104 =
Indice di MASSA CORPOREA MISURE ESPRESSE IN METRI
Calcolo dell’I.M.C.
I.M.C. :
Kg (h)2
=
Indice di GRANT MISURE ESPRESSE IN CM
1,90
2,05 2,10
osservare la colonna longitipo e verificare il peso consigliato che in questo caso è compreso tra 47,1 kg e 50,7 kg, range di peso corporeo ideale.
100 95 90 85 80 75 70 65 60
MISURE ESPRESSE IN CM
UOMINI (h-150) h-100 = 4
50
1,75 1,80
160 140 130 120
FORMULA DI LORENZ
25
tra i 47,1 kg e i 50,7 kg. Quale delle tre formule quindi è la più corretta? Sicuramente il calcolo del peso teorico secondo la struttura corporea (indice di Grant) perché, oltre a considerare l’altezza, valuta anche la costituzione. Tuttavia la definizione del peso ideale è alquanto complessa perché dipende da altri molteplici fattori, taluni presi in considerazione anche dagli autori delle formule proposte. Gli elementi basilari che dovrebbero essere attentamente valutati per il calcolo del peso ideale sono l’altezza, la costituzione (longitipo, normotipo, brevitipo), il sesso, l’età, la struttura scheletrica, lo sviluppo della massa muscolare, le condizioni patologiche, le situazioni fisiologiche particolari e altro ancora. Da tutto ciò si deduce che non essendo contemplati tutti questi fattori nelle varie formule che abbiamo esaminato (e attualmente formule così complete non esistono), i dati ricavati presentano dei limiti e vanno considerati solo come valori indicativi. Rossana Madaschi
Tipologie di costituzione Morfologia:
Statura (cm) Circonferenza del peso (cm)
=
Rossana Madaschi Rossana Madaschi è dietista e docente di Scienze dell’Alimentazione presso alcuni istituti alberghieri di Bergamo e provincia, tiene corsi di cucina naturale ed è ospite presso numerosi programmi televisivi e radiofonici. Dietista e Docente di Scienza dell’Alimentazione. www.nutrirsidisalute.it
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Salute & Benessere
Avere l’amaro in bocca? Una cosa salutare! L’odontoiatra bergamasco Giovanni Macrì brevetta il Dietifricio Un dentifricio tutto naturale che inibisce il senso di appetito Lavarsi i denti dopo aver mangiato, si sa, è un’ottima abitudine per la nostra igiene orale. Ma chi mai avrebbe detto che lavarseli prima di pranzo potesse portare beneficio non solo ai denti, ma soprattutto alla linea? Basta utilizzare per i risciacqui pre-pasto il Dietifricio, il più recente frutto dell’ingegno nostrano, essendo un prodotto ideato dal noto odontoiatra bergamasco Giovanni Macrì. “Mr Sorriso”, com’è soprannominato l’inventore, è
grire! C’è un nuovo prodotto, a base di erbe, che oltre a provvedere alla tua igiene orale, ti aiuta a evitare gli eccessi a tavola e ad assumere solo la quantità di cibo che serve al tuo corpo per restare in forma”: così lo showman valdostano reclamizza il prodotto. Macrì, da sempre studioso del
quindi diminuire il consumo di zuccheri, convinto che la prevenzione dell’aumento di peso sia un obiettivo raggiungibile anche lavando i denti. Come? Il Dietifricio produce un retrogusto amaro in bocca che, è dimostrato, affievolisce il senso dell’appetito, provocando una scarsa propensione all’assunzione di
“Il Dietifricio produce un retrogusto amaro in bocca che, è dimostrato, affievolisce il senso dell’appetito, provocando una scarsa propensione all’assunzione di cibo e/o di bevande molto ricche di zuccheri” conosciuto per essere colui che ha rifatto la dentatura a molti personaggi dello spettacolo come Fabio Fazio, Maddalena Corvaglia, Pippo Baudo e Piero Chiambretti, quest’ultimo testimonial d’eccezione per il lancio del nuovo particolare prodotto: “C’è un’operazione che fai ogni giorno: lavarti i denti. E se questa semplice operazione ti servisse anche a....dimagrire? Si, dima-
diete, pertanto non si tratta di un prodotto dietetico ma di un cosmetico “testato, approvato e certificato”, completamente anallergico e utilizzabile dalle donne in gravidanza come dai più piccoli. Le modalità d’utilizzo sono semplicissime: il sito ufficiale del prodotto suggerisce di effettuare una prima applicazione mediante classico lavaggio, utilizzando il prodotto come un normale dentifricio e di procedere poi con un secondo lavaggio senza risciacquare troppo. L’effetto è garantito non solo se il lavaggio è effettuato prima del pasto: può essere infatti utilizzato anche dopo colazione, diminuendo il senso di fame nella mattinata, oppure durante il pasto, dopo
essersi sufficientemente nutriti. In quest’ultimo caso interviene anche il fattore psicologico: gioca infatti un ruolo fondamentale l’idea “non mangio più perché ho i denti puliti”. Il prodotto sarà venduto nelle farmacie a un costo variabile dai 4 ai 6 euro e nei negozi della catena “Essere Benessere”, concept store di farmaci e parafarmaci. Macrì non promette miracoli: tuttavia un utilizzo regolare del prodotto può portare a una perdita di 1-1,5 chili a settimana, considerato inoltre che la completa naturalità degli ingredienti permette di lavarsi i denti ogniqualvolta lo si desideri. La novità del Dietifricio ha colpito tutti: la diffusione del prodotto all’estero è prossima e in alcuni blog il “dentifricio miracoloso” incuriosisce gli internauti, alcuni addirittura già disposti a “comprarne vagonate”. Daniele Pinotti
legame negativo tra eccesso di alimentazione e salute, ha sfruttato le sue conoscenze per realizzare un dentifricio che, oltre a svolgere la sua funzione di pulizia, possa inibire il senso di fame e
cibo e/o di bevande molto ricche di zuccheri. La composizione del prodotto è al 100% naturale, un mix di salvia, aloe ed essenze di agrumi, per la cui realizzazione l’odontoiatra bergamasco ha speso ben tre anni di ricerche, avvalendosi anche della collaborazione di una biologa. Notevole il benessere dentale dato dalla salvia, pianta tradizionalmente legata alla cura dell’igiene orale in quanto ottimo agente sbiancante ed efficace contro l’alitosi, oltre all’aloe vera, dall’azione lenitiva particolarmente indicata in caso di gengive sensibili e facilmente irritabili. Studi inglesi avvalorano la tesi del dottor Giovanni Macrì, dimostrando come solo i dentifrici preparati con sbiancanti naturali non comportino abrasione per i denti. Ovviamente il Dietifricio non è che un ausilio completamente naturale alle normali
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Grest in Fattoria didattica All’azienda agricola Biofarm aperte le iscrizioni sia per le vacanze di Pasqua che per il periodo estivo Torna il Grest in Fattoria didattica: dopo il successo dello scorso anno sia per le vacanze di Pasqua sia per il periodo estivo, riparte l’iniziativa che ha riscosso un diffuso apprezzamento tra molte famiglie e soprattutto tra molti bambini che hanno usufruito del servizio. E come non apprezzare uno spazio immerso nella natura appositamente attrezzato per accogliere bambini e ragazzi: l’azienda agricola Biofarm Spineto a Martinengo è dotata difatti di un’ampia aula didattica e spazi per laboratori, sia al coperto che all’aria aperta. Essendo una Fattoria didattica ufficialmente riconosciuta, l’azienda ha al proprio interno le competenze necessarie per mostrare ai ragazzi le varie fasi della vita in fattoria, dalla coltivazione ai ragazzi non solo di pasti e di campi e serre alla cura degli merende con i prodotti biologici animali, fino alla produzione dei dell’azienda, ma anche la preprodotti finali che sono disponi- parazione della tavola e di come bili all’interno del punto vendita apparecchiare e sparecchiare, aziendale: marmellate, pasta, con l’aiuto di uno chef profesgelato, frutta e verdura di ogni sionista. Durante la giornata si tipo e molto altro ancora, con il potranno eseguire i compiti delle piacere di far degustare ai propri vacanze e giocare con la lavapiccoli ospiti una sana meren- gna interattiva, oltre ad una varia da ogni giorno. Una peculiarità gamma di attività ludico educadel Grest in Fattoria didattica è tive nel verde. Le iscrizioni sono inoltre la preparazione insieme attualmente a bambini e pubb_BG SOSTENIBILE_Layout 1 06/03/12 09.22 Paginaaperte 1
vizio vanno dal lunedi al venerdi dalle 14.30 alle 18 e il sabato mattina dalle 8 alle 12. Il sabato mattina il servizio è offerto anche alla fascia di età dai 6 ai 10 anni. La possibilità del Baby parking è un’iniziativa che va incontro sia
Ricerca di personale Biofarm Spineto ricerca una educatrice con esperienza per nido d’infanzia. Inviare il CV con foto a posta@biofarmspineto.com ragazzi dai 6 ai 13 anni, sia per il periodo di Pasqua che per l’estate. Il Grest in Fattoria didattica si terrà infatti nella settimana di vacanze pasquali dal 2 al 5 aprile 2013, dal lunedi al venerdi dalle 8 alle 17.30. Per l’estate il periodo di apertura va dal 10 giugno al 6 settembre 2013 con l’eccezione della settimana di Ferragosto in cui l’azienda resta chiusa. Per ogni turno (settimanale) saranno accettate iscrizioni per un mini-
mo di 10 ragazzi e un massimo di 25. Saranno sempre presenti 2 operatori fino a 13 bambini, 3 operatori dai 13 ai 25 bambini. Il costo settimanale è di 90 euro a bambino, comprensivo dei pasti. Oltre all’attività del Grest, l’azienda Biofarm Spineto, ha attivato anche la possibilità di un servizio di Baby parking attivo tutto l’anno, dedicato a bambini dai 4 ai 6 anni, fino ad un massimo di 10 bambini: gli orari di questo ser-
ai genitori che hanno necessità di lasciare i figli per brevi periodi in un luogo accogliente e sicuro, sia a quelle famiglie che, pur non avendo la necessità di affidare i bambini ai classici servizi per l’infanzia, sono consapevoli dell’importanza della socializzazione e della condivisione in questa fascia di età. Per informazioni, costi e iscrizioni www.biofarmspineto.com
La nostra produzione comprende:
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H F
• Il punto vendita aziendale
il martedì pomeriggio dalle 15 alle 17, il venerdì pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30, il sabato mattina dalle 8.30 alle 12.
• Il mercato di Martinengo al martedì.
• Il mercato di Romano di Lombardia il giovedì.
Soc. Agr. BIO - FARM SPINETO s.s. Via Delle Seradine, 103 Loc. Cortenuova Sopra 24057 MARTINENGO (Bg) Tel. 0363.908864 - 329.21.94.437 posta@biofarmspineto.com Maggiori informazioni sul sito: www.biofarmspineto.com
• Ortaggi e frutta di stagione; • Miele di acacia, millefiori e castagno, polline; • Confetture di lamponi rossi e gialli, more, fragole, ribes nero e rosso, mirabolano, cachi, castagne, mirtilli, pere, ciliegie, albicocche, pesche; • Succhi di frutta, purea di frutta; • Mele a fette essiccate; • Pasta corta (maccheroni e fusilli) e lunga (tagliatelle) di semola, di farro e di kamut, estrusa in trafila in bronzo in confezione da 500 gr o superiore; • Ravioli freschi confezionati; • Pane anche senza sale • Torte, crostate e biscotti (di frumento, di farro e di kamut); • Gelato artigianale • Spumiglie; • Farine specifiche per crostate, per sfoglia, per pizza; • Detersivi bio alla spina ed in polvere con sistema riuso della confezione; • E molto altro... Vendita anche a mezzo corriere convenzionato.
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Alimentazione
La rubrica che vi invita a conoscere e gustare i frutti che la natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e minor impatto ambientale
Il Kiwi frutto orientale
La Cicoria amica del fegato
Ricco di vitamina C più degli agrumi ma attenzione alle calorie
Un ortaggio che possiede virtù medicinali
Il kiwi -Actinidia chinensis- è una pianta originaria della Cina continentale e orientale, regioni caratterizzate da inverni freddi ed estati calde, nuvolose, piovose e umide. Nel 1904 alcuni cloni della pianta cinese arrivarono in Nuova Zelanda, dove vennero selezionate alcune varietà che presero la denominazione di Kiwi, dal nome dell’uccello simbolo della nazione. Dalla Nuova Zelanda ebbe inizio la coltivazione intensiva della pianta che poi si è
“Attualmente è l’Italia il maggior produttore mondiale di kiwi” diffusa in molte altre nazioni. Attualmente è l’Italia il maggior produttore mondiale di kiwi. La pianta del kiwi è di tipo rampicante a foglie caduche di notevoli dimensioni, in grado di arrivare a 10 m di altezza. È inoltre una pianta dioica: può essere dunque di sesso maschile o di sesso femminile (pianta che produce i frutti). I suoi fiori sono a cinque o sei petali di color bianco
Frutta di stagione
Marzo
panna e pendenti su un picciolo peloso. Il frutto cresce sulle liane della pianta e può essere descritto come “bacca commestibile”. La varietà più diffusa del kiwi è la Hayward ed è quella che tutti conosciamo: frutto di media grandezza, a buccia robusta e pelosa con la polpa verde. Tale varietà costituisce il 95% delle coltivazioni e vanta una caratteristica di enorme importanza merceologica rispetto alle altre, ovvero può essere conservata in frigorifero per mesi senza subire danni. L’altra principale varietà di kiwi è la Gold, che presenta una forma allungata senza pelucchi sulla buccia e polpa gialla. Dal punto di vista nutrizionale il frutto presenta straordinarie qualità benefiche. Nel kiwi vi sono 85 mg di vitamina C ogni 100 g, quantità superiore rispetto a quella presente negli agrumi. É inoltre ricco di potassio -che aiuta a diminuire il rischio di crampi- di vitamina E, rame, ferro e fibre: tutti elementi che giovano alla salute di occhi, gengive, denti e aiutano, come le verdure e le prugne, l’intestino nei problemi di digestione. Attenzione però alle calorie che, a seconda della varietà, vanno da 44 a 61 per 100 g. I kiwi solitamente si vendono un po’ acerbi, per una migliore conservazione, per cui prima di consumarli freschi o prima di utilizzarli per marmellate, macedonie e altre conserve, è meglio attendere qualche giorno per farli maturare.
Arance, banane, limoni, mandarini, mele, pere
La cicoria selvatica, antenata di tutte le cicorie oggi coltivate, ha origini molto antiche ed è da sempre considerata amica del fegato, per le sue proprietà benefiche: già gli antichi egizi infatti la ritenevano una “pianta magica”, in grado di regolarizzare tutti i processi del metabolismo. Oggi siamo abituati a pensare alla cicoria come un semplice ortaggio, dimenticandoci che può essere utilizzata anche come pianta medicinale sotto forma di
“Le sue sostanze aiutano a stimolare la digestione, depurare il sangue, hanno un’azione disintossicante e benefica contro reumatismi e artriti, e aiutano il fegato curando epatiti e insufficienze biliari” infusi, decotti o tinture. La cicoria comune -Cichorium intybus appartenente alla famiglia delle Asteracee, è una pianta erbacea di dimensioni umili che arriva ad un massimo di 20 cm di altezza e ha un ciclo biologico che può essere perenne, annuale o biennale. Oggi è ampiamente diffusa anche allo
Verdura di stagione
Marzo
stato selvatico e la si può trovare facilmente lungo i sentieri di campagna, nei prati, nei campi incolti, dove è possibile riconoscerla grazie ai suoi fiori di color azzurro. Le foglie, poste in basso, hanno una forma variabile e seccano nel periodo della fioritura, che avviene in estate. Una principale distinzione della cicoria può essere fatta tra la cicoria verde e quella rossa, quest’ultima più comunemente chiamata “radicchio”. Ma ne esistono diverse varietà: la cicoria di Witloof -o cicoria belga- che viene generalmente consumata come insalata o come ingrediente per i primi piatti, la cicoria asparago, il radicchio rosso e la cicoria radice -caratterizzata da un sapore amarognolo- che, se tostata, può diventare un surrogato del caffè. La cicoria viene utilizzata anche in fitoterapia, ossia per la cura delle malattie o il mantenimento del benessere attraverso le piante e i loro estratti: contiene numerose sostanze tra cui la cicorina, l’inulina, sali minerali, vitamine e altri ancora, che aiutano a stimolare la digestione, depurano il sangue, hanno un’azione disintossicante e benefica contro reumatismi e artriti, e aiutano il fegato curando epatiti e insufficienze biliari.
Asparagi, bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolfiori
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La ricetta biologica del Villino di Erica
La ricetta di Lisa Casali
Mousse fresca di kiwi
Riso rosso con dadolata di cicoria (torsolo), ceci e curcuma
Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore.
PREPARAZIONE Tagliate i kiwi a pezzetti, bagnateli con il succo di limone, riponeteli in una teglia larga e lasciate raffreddare in frigo. In un pentolino unire al succo di mela l’agar agar, la vaniglia e il sale, mescolare con un frustino e mettere sul fuoco. Dopo qualche minuto unire il malto (oppure qualche cucchiaio di zucchero di canna a piacere) e la crema di mandorle; portate a bollore e fate sobbollire lentamente per circa 5 minuti, continuando a girare con la frusta. Spegnete il fuoco e aggiungete la scorza del limone. Versate il tutto nella teglia sopra alla frutta, attendete un’ora a temperatura ambiente e poi riponete la teglia un’altra ora in frigorifero. Quindi frullate nel mixer molto bene il
composto gelatinoso che si sarà formato. Servite nelle coppette guarnendo con alcune fragole e foglioline di menta. INGREDIENTI per 4 persone • 350 gr di kiwi ben maturi, lavati e sbucciati • 650 gr di succo di mela (senza zucchero) • 3-4 cucchiai di malto di riso • 2,5 cucchiaini da caffè di agar-agar in polvere (alga gelatinizzante) • 1 cucchiaio di crema di mandorle bianca • 1 pizzico di sale e di vaniglia in polvere • Succo e scorza grattugiata di 1 limone
PREPARAZIONE La sera prima mettete in ammollo i ceci in acqua fredda. Il giorno dopo in pentola a pressione portate a ebollizione 1,5 litri d’acqua, quindi cuocetevi riso rosso e ceci insieme. Chiudete il coperchio e fate cuocere per 15 minuti. Trascorso questo tempo sfiatate la pentola, unite un cucchiaino di sale e mescolate. Nel frattempo tagliate finemente la parte verde del cipollotto e a cubetti il torsolo della cicoria. In una padella scaldate un cucchiaio di olio e fate rosolare il cipollotto a fiamma bassa; unite quindi i cubetti, la curcuma, l’uvetta, il sesamo, sale e peperoncino e fate saltare per 10 minuti. Scolate quindi il riso e i ceci e unite un bicchiere d’acqua di cottura alle verdure. Lasciate restringere a fiamma alta quindi unite riso e ceci e fate saltare. Spegnete il fuoco e disponete il
tutto in un contenitore pratico per essere portato in ufficio. Buono, sano, a basso impatto ambientale, super economico, 100% vegetale e da gustare anche freddo, questo piatto vi lascerà leggeri per il pomeriggio. INGREDIENTI per 1 persona • 200 gr di torsolo di puntarelle o cicoria cimata • 50 gr di riso rosso integrale biologico • 25 gr di ceci • La parte verde di un cipollotto • Qualche uvetta e qualche seme di sesamo • 1 cucchiaio di curcuma • 1 cucchiaio di olio • Sale e peperoncino in polvere
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Storia & Personaggi
Rosemary Radford Ruether La saggezza ecologica incontra l’ecofemminismo
Storia & personaggi: La rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustri- la nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”. A cura del Centro di Etica Ambientale www.centroeticaambientale.com
Una delle più originali riflessioni che rientrano nei percorsi di saggezza ecologica negli ultimi anni è presente nel testo Gaia e Dio di Rosemary Radford Ruether, pubblicato nel 1992 negli Stati Uniti. In questo testo, divenuto uno dei manifesti della teologia ecofemminista, oltre alla tradizionale critica al dualismo e al meccanicismo, la Ruether propone una sintesi dialettica tra le due tradizioni etiche e cosmologiche che hanno caratterizzato la cultura cristiana: la tradizione
del Patto tra Dio e uomo; la tradizione sacramentale del rapporto tra Dio e natura che custodisce il senso estatico ed estetico della dimora del divino nel cosmo. È un tentativo nuovo, autentico e rivoluzionario sul piano della teologia della creazione: la Ruether ripensa il messaggio del creato vedendone già il limite, la caducità della creazione nella situazione che precede il peccato dell’uomo e la sua caduta. E perciò è, ancora una volta, tensione dialettica: tra la forma di Gaia,
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l’ecologia scientifica, che conosce la complessità interdipendente ed evolutiva dei processi di vita del Pianeta, e la forma del Cristo/Orfeo, che ama e vuole salvare tutte le creature. In sostanza, per la Ruether si tratta di recuperare il senso di unità cosmologica tra Divino, cosmo e umano, tra materia/Natura e spirito:“La coscienza umana […] è […] là dove questa danza dell’energia si organizza in modi sempre più unificati, finché riflette di nuovo su se stessa nell’auto-coscienza. La coscienza è e deve essere là dove riconosciamo la nostra affinità con tutti gli
“Un’unità cosmologica che, in termini ecologici, si traduce in biocentrismo, in atteggiamento di rispetto verso la comunità biotica (gli organismi animali e vegetali dell’ambiente)” altri esseri”. Un’unità cosmologica che, in termini ecologici, si traduce in biocentrismo, in atteggiamento di rispetto verso la comunità biotica (gli organismi animali e vegetali dell’ambiente)
vissuta, con Buber, come “tu”. Ma anche biocentrismo che, a differenza di alcune posizioni dell’ecologia profonda, arriva a riconoscere tutto il ruolo spirituale della personale identità umana, “ad affermare l’integrità del nostro personale centro di esistenza”. È la persona umana, infatti, che nella sua spiritualità ecologica può arrivare come Francesco d’Assisi a dare del “tu” a tutte le creature. Così la nuova etica ecofemminista della Ruether, arriva a tradursi in atteggiamenti pratici di moderato vegetarianismo, in cui emergono aspetti dell’infinita affinità con le creature della terra, l’intera Gaia vivente. Abbiamo bisogno di nuovi salmi e di una nuova riflessione per rendere viva questa affinità nella nostra meditazione personale e comunitaria. La compassione per tutte le cose viventi riempie il nostro spirito, spezzando l’inganno dell’alterità: in questi momenti possiamo incontrare la matrice dell’energia dell’universo che sostiene la dissoluzione e la ricomposizione della materia. A cura di Luciano Valle Direttore Scientifico del CEA
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Il Centro di Etica Ambientale di Bergamo alla scoperta del Nuovissimo Continente Prima tappa dal diario di bordo del CEA durante l’esperienza di soggiorno in Australia Dal punto di vista ambientale l’Australia è la terra dei mille contrasti e delle innumerevoli contraddizioni: caratterizzata dalla presenza di ogni genere di paesaggio naturale mozzafiato, ospita uno dei più grandi patrimoni naturalistici al mondo e, allo stesso tempo, è una terra fragile, minacciata dalla siccità e dai cambiamenti climatici, di cui gli incendi indomabili e le forti alluvioni delle ultime settimane di febbraio sono manifestazioni palesi. Sono arrivata in Australia proprio qualche settimana fa, quando sono iniziati gli incendi e le inondazioni. Sono partita munita di un po’ di coraggio, tanto spirito di avventura e curiosità, diretta verso questo paese così affascinate. Tutto ciò, in compagnia di una “Working Holiday Visa”, che mi permetterà di lavorare regolarmente per un anno, mentre mi inoltro alla scoperta di questa terra meravigliosa. La prima tappa del mio viaggio è Sydney. Dal luogo in cui mi trovo in questo momento, una panchina del Royal Botanic Garden, i
pensieri che affiorano alla mente hanno tutti a che fare con la nostra straordinaria Natura. La prima impressione, è che qui
e sull’economia. Lo stile di vita australiano, rilassato e disteso, attribuisce notevole valore al tempo trascorso all’aria aperta e
zazione delle ricchezze locali. In altre parole, qui a Sydney, occupare le giornate immersi “nel verde” è parte integrante della
“Da ogni parte della metropoli si possono trovare aree verdi e immensi parchi” in Australia il paesaggio naturale abbia il suo spazio autentico, dove tutto procede in armonia con il proprio corso, anche se al centro della città più popolosa del paese. Da ogni parte della metropoli si possono trovare aree verdi e immensi parchi e appena fuori si scorgono le spiagge mozzafiato di Bondi e Manly, raggiungibili in qualche decina di minuti con un mezzo pubblico, nonché le Blue Mountains, patrimonio naturale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Gli australiani sono perfettamente consapevoli dell’importanza svolta dall’ambiente naturale sulle loro vite, sulla loro cultura
terra che ritroviamo l’inscindibile legame tra uomo e natura: per migliaia di anni, infatti, la vita e la cultura indigena hanno sug-
“Qui a Sydney, occupare le giornate immersi «nel verde» è parte integrante della cultura individuale e del benessere collettivo”
all’attività fisica in genere, quale presupposto essenziale per la tutela dell’ambiente e la valoriz-
cultura individuale e del benessere collettivo. Allo stesso modo, è nella storia originaria di questa
gellato un rapporto indissolubile con la terra, la flora e la fauna. Ancora oggi, anche se in maniera differente, l’identità dei “nuovi” australiani testimonia questa armonia dal valore inestimabile. E chi, come me, sta percorrendo questa meravigliosa avventura in una terra così multiforme, non può che restare affascinato e contagiato da questo speciale rapporto uomo-natura-polis. E il mio viaggio continua, nel paese dove la rivoluzione ecologica è un sogno che sa di realtà. Andreoli Vania
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Calendario appuntamenti
Appuntamenti sostenibili Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altro per comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili Data
Orario
Evento
Tipologia
Luogo svolgimento
Contatti
5 Mar 6 Mar 6 Mar 6 Mar 7 Mar 7 Mar 8/29 Mar 8 Mar 8 Mar
20.00 17.30 20.30 20.30 8.00 - 12.30 20.45
Sul sentiero dell’amore - Strade che portano lontano Nell’ambito di Futuro.BG - Dal Grand Tour al Low Cost Censimento e rimozione dell’aminato Le enrgie rinnovabili: esempi virtuosi sul nostro territorio Farmers market Campagna Amica L’ABITARE LEGGERO. L’impronta ambientale della residenza Mostra Multimediale “Milano Senzatomica” Farmers market Campagna Amica Il Museo delle donne. La figura femminile attraverso i reperti del Museo Archeologico Concerto Live “Nagaila” NeveDiversa 2013: “Una montagna di energia (pulita)”
Corso di filosofia Convegno Incontro Mostra/Evento Mercato Agricolo Corso di base Mostra Multimediale Mercato Agricolo Visita Guidata
Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Bergamo c/o ATENEO Paladina, Via Marie Curie, 2 Almenno S. B. (BG) Via F.lli Roncelli, 5 c/o Museo del Falegname Seriate, piazza Alebadri Bergamo,Viale Papa Giovanni XXIII, 30 c/o L’Associazione La Porta Milano, Rotonda della Besana c/o MUBA (Museo dei Bambini) Bergamo, piazza Pontida Bergamo, piazza Cittadella c/o Museo Archeologico
8.00 - 12.30 16.00
8 Mar 9/10 Mar
21.00
9 Maz 9 Mar 9 Mar 12 Mar 12 Mar 13 Mar
8.30 - 12.30 9.00 - 12.00 19.30 - 20.00 8.00 - 12.30 20.00 20.30
Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Serata di degustazione Birre, con assaggi Farmers market Campagna Amica Il destino del pensiero - Strade che portano lontano La casa in legno: moderne tecnologie per nuovi comfort ed elevati standard abitativi 14 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 14 Mar 20.45 L’ABITARE LEGGERO. L’impronta ambientale della residenza 15/17 Mar Fà la cosa giusta 15 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 15 Mar 20.30 Sette appuntamenti di… vini alla Polisena “I principi altoatesini” 16 Mar 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali 16 Mar 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 16 Mar 15.00 - 18.00 Prevenire le malattie con le spezie 17 Mar 9,00 - 13,00 Mercato agricolo dei produttori locali 19 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 15 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 19 Mar 20.00 Sentieri nascosti: Verità dell’Utopia - Strade che portano lontano 20 Mar 20.30 I pavimenti in legno: come scegliere il proprio e come eseguire la giusta manutenzione per preservarlo 21 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 21 Mar 20.45 L’ABITARE LEGGERO. Gli interventi che contano 22 Mar Giornata mondiale dell’acqua 22 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 23 Mar 8.30 - 12.00 Mercato agricolo dei produttori locali 23 Mar 9.00 - 13.00 Mercato agricolo e non solo 23 Mar 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 23 Mar 20.30 - 21.30 “L’ora della Terra” 24 Mar Campionato Italiano Duathlon 24 Mar 19.30 Concerto di Nagaila 26 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 26 Mar 20.00 Vivere è un’arte - Strade che portano lontano 27 Mar Corso Base “La casa in legno - la costruzione intelligente e sostenibile” 27 Mar 20.30 Riutilizzo del legno: l’arte del recupero 29 Mar 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 29 Mar 8.00-12.30 Farmers market Campagna Amica 30 Mar 9.00 - 12.00 Mercato “Briologico” 2 Apr 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 2 Apr 20.00 La strada del ritorno - Strade che portano lontano 3 Apr 20.30 Strumenti musicali in legno: una passione senza fine 4 Apr 8.00 - 12.30 Farmers market Campagna Amica 4/7 Apr 10.00 - 19.00 Edil 2013 - Fiera delle costruzioni
Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Degustazione e Visita Mercato Agricolo Corso di filosofia Mostra/Evento
Albino (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Comun Nuovo, Via Autieri d’Italia (via Europa) Bergamo, piazza S. Spirito Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Almenno S.B. (BG) Via F.lli Roncelli, 5 c/o Museo del Falegname
www.noesis-bg.it Per info: ortobotanico@comune.bg.it - Tel. 035.286060 info@sottoilmontesolare.org - Tel. 035.6313006 Ingresso Libero - museo@tinosana.com Coldiretti Tel. 035.4524125 info@laportabergamo.it - Tel. 035219230 - www.laportabergamo.it Tel. 02.49680522 - www.senzatomica.it milano@senzatomica.it Coldiretti Tel. 035.4524125 archeodidattica@comune.bg.it - www.museoarcheologicobergamo.it Tel. 035.242839 Ingresso libero Circoli Legambiente: Daniele Pezzotta 349.4449831 area.edu@legambientebergamo.it mc@cittadinanzasostenibile.it - www.cittadinanzasostenibile.it gasp@googlegroops.com Tel. 035.334206 - www.elavbrewery.com Coldiretti Tel. 035.4524125 www.noesis-bg.it Ingresso Libero - museo@tinosana.com
Mercato Agricolo Corso di base Fiera Mercato Agricolo Cena con degustazione Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Corso Mercato Agricolo Mercato Agricolo Mercato Agricolo Corso di filosofia Mostra/Evento
Seriate, piazza Alebadri Bergamo, Viale Papa Giovanni XXIII, 30 c/o L’Associazione La Porta Fiera Milano City Bergamo, piazza Pontida Agriturismo Polisena - Pontida Località Riviera Zanica (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, Viale Papa Giovanni IIXX, 112 c/o Hotel Cappello d’Oro Corna Imagna (Bg) Bergamo, piazza S. Spirito Bergamo, piazza Pontida Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Almenno S.B. (BG) Via F.lli Roncelli, 5 c/o Museo del Falegname
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Mercato Agricolo Corso di base Giornata mondiale Mercato Agricolo Mercato Agricolo Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Iniziativa mondiale Evento sportivo Concerto Mercato Agricolo Corso di filosofia Corso Tecnico 8 ore
Seriate, piazza Alebadri Bergamo,Viale Papa Giovanni XXIII, 30 c/o L’Associazione La Porta mondo Bergamo, piazza Pontida Madone (Bg) Bergamo, piazzale Alpini Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta mondo Romano di Lombardia l Barbai, Piazza Vescovo C. Pellegrini 3, Pisogne Bergamo, piazza S. Spirito Bergamo, Liceo scientifico L. Mascheroni Bergamo
Coldiretti Tel. 035.4524125 info@laportabergamo.it - Tel. 035219230 - www.laportabergamo.it
Mostra/Evento Mercato Agricolo Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Corso di filosofia Mostra/Evento Mercato Agricolo Fiera
Almenno S.B. (BG) Via F.lli Roncelli, 5 c/o Museo del Falegname Seriate, piazza Alebadri Bergamo, piazza Pontida Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, piazza S. Spirito Bergamo, Istituto Tecnico Vittorio Emanuele II Almenno S.B. (BG) Via F.lli Roncelli, 5 c/o Museo del Falegname Seriate, piazza Alebadri Fiera Bergamo - Via Lunga
Ingresso Libero - museo@tinosana.com Coldiretti Tel. 035.4524125 Coldiretti Tel. 035.4524125 gasp@googlegroops.com Coldiretti Tel. 035.4524125 www.noesis-bg.it Ingresso Libero - museo@tinosana.com Coldiretti Tel. 035.4524125 www.fieraedile.it
Concerto Ponte San Pietro, loc. Briolo c/o Centro la Proposta Eventi, incontri e dibattiti Comune di Ornica (Bg)
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