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Numero 14 Anno III - Luglio/Agosto 2012 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BG

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

Luglio/Agosto 2012

Rio+20 The future we want ? In Brasile la conferenza sulla salute del pianeta Qualche passo avanti ma mancano scelte coraggiose

La terra trema di Alice Motti L’Italia trema e non solo per il terremoto. Trema, di paura e di incertezza, trema di rabbia e di sconforto. Allagata dalle alluvioni della Lunigiana e del Levante Ligure l’autunno scorso, divorata dagli ecomostri che deturpano il paesaggio, consumata dalle discariche abusive. Le macerie che hanno ricoperto l’Emilia sembrano il simbolo di una decadenza a cui il Belpaese si è abbandonato da tempo. Annichilito, deturpato e abbruttito dalla miseria materiale e moSalomone a Pagina 4

segue a pagina 2

Eco dalla Provincia

Olimpiadi 2.0 Social network e sostenibilità Regine dei Giochi Olimpici del terzo millennio

Pagina 6

Edilizia

L’edilizia che resiste

Green Economy

da Pagina 48

da Pagina 43

Agricoltura

Pane a km zero Pecoranera

Oscar green

Aspan promuove il grano bergamasco

Un grande fratello per 60 caprette

Pagina 12

Eco dal Comune

Incentivi e Maestri del agevolazioni Paesaggio

Sistemi costruttivi Dal decreto sostenibili e a sviluppo nuove prova di sisma opportunità

Libri

Torna il meeting internazionale e il giardino incantato Pagina 8

Vivere con 200 euro al mese Pagina 34

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Editoriale

Segue dalla prima pagina rale che ha scosso tutti coloro che italiani lo sono di nascita o per vocazione. In momenti come questi, sconquassati da catastrofi naturali ed economiche, in una situazione in cui i giovani faticano a immaginare un futuro e i vecchi a ricordare il passato, non riesco a non vedere l’Italia per quel Paese che più volte ha dimostrato di essere. Una terra che, pur con i suoi contrasti e le sue vili menzogne, ha partorito il genio, la bellezza, la gioia di vivere. Ed è proprio da qui che si

“È il momento in cui professionalità, meritocrazia, onestà e competenza devono essere impiegate tanto nella ricostruzione fisica, quanto nella sfera di valori attraverso cui scrivere la storia” dovrebbe ripartire per ricostruire la speranza. Eredi dell’homo faber rinascimentale, popolo di ingegneri, restauratori, artisti, partigiani di una cultura che affonda le radici del suo sapere in una civiltà che ha dato le origini all’Europa, noi italiani dobbiamo ritrovare quella lungimiranza che ci ha assistito nel passato, per progettare un futuro che poggi su basi solide e durevoli. L’Italia trema e continuerà a farlo per molti anni ancora. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) è stato chiaro: la placca adriatica, che costituisce la punta più settentrionale di quella africana (una sorta di lingua che comprende la costa orientale dell’Italia e l’Adria-

tico) sta spingendo verso nord, contro la placca eurasiatica, e in questo movimento la placca adriatica sta scendendo sotto le Alpi. “È l’Italia che si riorganizza, o meglio, sono i pezzi di crosta terrestre sotto i nostri piedi che ora cercano di trovare un nuovo equilibrio seppur temporaneo”, ha spiegato Giovanni Gregori, geofisico del Cnr. Impossibile far previsioni sui tempi e le conseguenze che questo som-

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 2 Luglio 2012

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movimento provocherà. L’unica certezza è che la terra sotto i nostri piedi continuerà a scuoterci e questo vuol dire che è tempo di riorganizzarsi, di trovare anche noi, italiani, un nuovo equilibrio. È tempo di ricostruire il presente guardando al futuro, sganciandosi da quei meccanismi che hanno portato l’Italia a un cumulo di macerie. È il momento in cui professionalità, meritocrazia, onestà e competenza devo-

no essere impiegate tanto nella ricostruzione fisica, quanto nella sfera di valori attraverso cui scrivere la storia. Una lezione che gli emiliani stanno dando a tutta Italia. Uniti dalla stessa sorte e dalla medesima volontà di riprendere subito il cammino, di risollevarsi, di rimboccarsi le maniche. Si sono rialzati, con la dignità di chi è conscio di aver perso tutto ma non la vita, di chi ha provato sulla propria pelle che se in quel mo-

> Editore Studio Green Solution S.r.l. > Direttore Editoriale Marco Rossi direzione@bergamosostenibile.com > Direttore Responsabile Diego Moratti direttore@bergamosostenibile.com > Segreteria organizzativa Francesca Togni - redazione@greensolution.it Roberta Spinelli - redazione@bergamosostenibile.com > Progetto Grafico ed impaginazione Layout Studio Service Srl - Bergamo www.layoutstudio.it > Stampa CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.it > Pubblicità Studio Green Solution S.r.l. - info@greensolution.it Tel 335.362358 - Via Privata Legler, 14 - Brembate Sopra

mento le cose vanno male, si ha il dovere di restare sul posto, di difendere con coerenza le proprie idee, la propria casa, la propria esistenza. Ma soprattutto la certezza di non poter mollare, se si vogliono ricostruire le solide basi per costruire un futuro sostenibile. Perché i veri pilastri di questa terra siamo noi, cittadini.

Hanno collaborato a questo numero: Mario Salomone - Docente Università di Bergamo Valeria Annovazzi - Giurista ambientale Michela Offredi - Giornalista Giorgio Moratti - Scienze della Comunicazione Alice Motti - Giornalista Luciano Valle - Filosofo ambientalista Claudia Proserpio - Psicologa clinica Patrizia Mantoessi - CFL Raffaele Avagliano - Giornalista Duccio Colombo - Biofarm Erica Bettinelli - Il Villino di Erica Lisa Casali - Ecocucina Livia Salvi - Moda e Storia dell’Arte Alessandro Sonzogni - Scienze della Comunicazione Marta Pettena - Consulente ambientale Giuseppe Gandolfi - Giornalista Lara Abrati - Food Writer

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Alice Motti


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Sommario Attualità In primo piano 4. Rio: più o meno 20? Sport 6. Olimpiadi 2012. Ecologia, tecnologia e social network Eco dal Comune 8. Arrivano “I Maestri del Paesaggio”. Città Alta diventa un incantevole orto-giardino 10. Rifiuti. Da problema a risorsa 11. Pipistrelli sugli alberi e fra i banchi di scuola Eco dalla Provincia 12. Grano bergamasco per pane made in Bergamo Comuni virtuosi 14. Voglio un futuro migliore, dunque agisco 15. Barzana, scuola e Comune giocano in squadra Eco dal mondo 16. Una passeggiata tra gli alberi solari di Singapore

Stili di vita e d’impresa Ambiente 18. WWF > SOS cetacei 19. Gocce di sostenibilità / I cetacei in Città Alta 20. Primo Festival dell’Ambiente. Un successo di adesioni e di visitatori 22. Fare della propria passione… un negozio. A Bolgare il biologico compie un anno! 23. Puff puff. Chi non si Risiede è perduto Vivi Bergamo 24. Greenpeace, anche a Bergamo un gruppo locale 25. Green Rock and Peace Music 26. All’aria aperta “Ci sto dentro!” 26. Arte a cielo aperto alla Trucca. Per tutta l’estate un museo open air 30. Sere di mezza estate 31. Cucito creativo a km zero. Nei negozi Filomania spago alla creatività 32. E...state nello sport, a ruota libera Agricoltura 34. Lo chiamavano “Pecoranera” 35. Quattro telecamere e uno smartphone per controllare le 60 caprette 24 ore su 24 Storia & Personaggi 36. Gregory Bateson tra “ecologia della mente” ed “epistemologia del cuore” 37. Diario di bordo. Tappa al Centro di Etica Ambientale Alimentazione 38. Fichi e Peperoni 39. Marmellata di fichi al malto di riso / Snack di bucce di fichi Salute & Benessere 40. Talassoterapia, salute e benessere dal mare

Green Economy Green job 42. Green job, pronti per le sfide del futuro 43. Agevolazioni e sgravi fiscali. Per le imprese che investono …Meglio approfittare! Ecologia & imprese 44. Piccoli gesti per grandi risparmi: la sfida dell’acqua, ogni goccia conta 45. Riciclare piatti e bicchieri di plastica. New entry della raccolta differenziata Ecologia & imprese 46. Incentivi alla green economy per pilotare l’Italia fuori dalla crisi 47. Energia motore di sviluppo Edilizia 48. Costruire in sicurezza sismica con il sistema a secco 50. Greeneagle team. Innovazione, tecnologia e tradizione 51. Riusindustriali 2012 Energia 52. Energy management system. Consumi sotto controllo 53. Cina da record. Tianjin sarà la città verde più grande del mondo Calendario appuntamenti

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ENERGY MANAGEMENT L’obiettivo è di ottimizzare i costi energetici, presentati tramite un dettagliato business plan, partendo da un’analisi preliminare dello stato di fatto. In seguito sono individuate soluzioni impiantistiche e di riqualificazione dell’edificio. L’attività di Energy Management deve tenere conto degli aspetti tecnici, energetici, normativi, autorizzativi sfruttando al meglio gli incentivi e le agevolazioni.

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In primo piano

Rio: più o meno 20?

I risultati della conferenza di Rio de Janeiro sulla “green economy” Inadeguati rispetto alla gravità della situazione e all’urgenza di fare scelte c Poteva andare peggio, se non fosse stato per la benemerita mediazione in cui si sono impegnati il governo italiano (a Rio era presente il ministro Clini) e quello brasiliano. Alla fine, la conferenza delle Nazioni Unite che si è svolta a Rio de Janeiro dal 13 al 22 giugno, ha prodotto più di settecento “impegni volontari”, che nel corso dei prossimi anni mobiliteranno più di 500 miliardi di dollari, un impegno degli Usa a finanziare con due miliardi di dollari le energie rinnovabili nei paesi in via di sviluppo e un documento di cinquantatre pagine

“Imponenti i numeri della conferenza: più di 45.000 partecipanti da 188 paesi, tra cui 100 capi di stato e di governo (ma tra i «grandi» paesi occidentali solo il presidente francese Hollande è andato a Rio) e circa 10.000 rappresentanti della società civile” (“The future we want”, “Il futuro che vogliamo”, vedi articolo a fianco) frutto di mesi e mesi di faticosi negoziati e che fa appello alla buona volontà di governi e società civile per intensificare gli sforzi per la sostenibilità. Imponenti i “numeri” della conferenza: più di 45.000 partecipanti

da 188 paesi, tra cui cento capi di stato e di governo (ma tra i “grandi” paesi occidentali solo il presidente francese Hollande è andato a Rio) e circa 10.000 rappresentanti della società civile. Scontenti, invece, quasi tutti i “major groups”, cioè le nove categorie in cui le Nazioni Unite dividono la società civile, che hanno uno status di osservatori e possono presentare ufficialmente le proprie osservazioni.“Nel documento non c’è nulla di quanto chiedevamo”, hanno lamentato ad esempio i rappresentanti di bambini e giovani. Le associazioni, da parte loro, hanno dichiarato di non riconoscersi nel documento finale della conferenza e hanno lanciato un appello (“The Future We Don’t Want”, “Il futuro che non vogliamo”) che ha subito raccolto mille firme (la petizione si può firmare online). Le organizzazioni delle donne hanno definito il documento finale della conferenza “una vergogna”. Tra gli italiani, Legambiente ha parlato di “flop” e Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, ha proposto di ribattezzare “insipiens” il genere umano (nome scientifico: Homo sapiens), così come anni fa il politologo Giovanni Sartori aveva proposto di chiamarlo “Homo stupidus stupidus”. Le critiche sono espressione di una società civile che comunque in tutto il mondo è attiva e “inventa” il futuro giorno per giorno, anche se le politiche tardano ad accorgersene. La ragione

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della insoddisfazione sta nella vaghezza del documento finale: mancano priorità, impegni vincolanti, obiettivi quantificabili, date certe. Le organizzazioni rappresentative dei giovani chiedevano un “garante” mondiale delle future generazioni (che non essendo ancora nate non hanno nessuno che le rappresenti): non lo hanno avuto. E tutti i critici hanno rilevato come manchino il richiamo alla necessità di “agire ora”, perché i prossimi cinquedieci anni saranno decisivi, così come tutti hanno fatto presente il senso della gravità della situazione, la scelta di indicatori misurabili e il riconoscimento che i confini del pianeta sono stati superati e che entro tali confini dobbiamo rientrare. Si tratta, ha avvertito la comunità scientifica e tecnologica mondiale, di riconoscere che viviamo nell’Antropocene, cioè in un’era in cui l’attività umana domina il pianeta provocando cambiamento climatico, perdita di bio-

300 proiettori LED energeticamente efficienti di Osram (Gruppo Siemens) illuminano la statua del Cristo Redentore per l’Heart Summit 2012

diversità e inquinamento con il rischio di crisi irreversibili se i leader politici non agiranno subito. In qualche modo, infatti, a Rio+20 si è avuta la controprova dell’inadeguatezza culturale ed etica della comunità internazionale e di gran parte della classe politica mondiale. Mancano figure coraggiose di grandi statisti e di leader generosi e lungimiranti, mentre gli interessi sacrificano le speranze del 99 per cento degli esseri umani, alle prese con con-

flitti, disagio sociale, mancanza di acqua, problemi di lavoro e di salute. Quell’1 per cento vede l’ambiente solo come una nuova occasione di “business” e il capitale naturale residuo sul pianeta qualcosa da trasformare in merce, in capitale “vero”. E anche questo, purtroppo, si è visto a Rio, per opera di lobby ben organizzate e con il portafoglio ovviamente pieno. Mario Salomone


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coraggiose. Ma nella società civile i cambiamenti vanno avanti Il documento finale della conferenza di Rio: “The future we want” La “Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile” è stata chiamata Rio+20 perché si è tenuta venti anni dopo lo storico summit di Rio de Janeiro del 1992. A differenza di allora, però, se da un lato la situazione è molto peggiorata e richiederebbe una svolta netta del modello di produzione e consumo (visto il fallimento di quello attuale) dall’altro lato la visione dei governanti si è fatta più ristretta. La conferenza era stata convocata per discutere il rapporto tra ambiente ed economia in nome di un approccio “olistico, equo e lungimirante” sottolineando la centralità dell’equità “intragenerazionale e intergenerazionale”. Il documento richiama e rinnova tutte le analisi e le linee guida emerse nelle precedenti conferenze, da quella del 1972 a Stoccolma in poi, invoca pace, libertà, sicurezza, rispetto dei diritti umani, parità di genere, attenzione per i più poveri, indica in una ampia alleanza di popoli, governi, società civile e settore privato il mezzo per garantire un futuro. Riconosce la Terra (anzi, la “Madre Terra”) e i suoi ecosistemi come la nostra casa e afferma che approcci olistici e integrati allo sviluppo sostenibile dovranno promuovere una vita in armonia

con la natura. L’invito ai governi è a sviluppare politiche a favore della green economy, creando posti di lavoro in particolare per donne, giovani e poveri, e a combattere gli insostenibili schemi di produzione e consumo. Il documento affronta anche il secondo tema all’ordine del giorno di Rio+20: la governance del sistema Onu. Dovrebbe essere rafforzato il ruolo del Consiglio Economico e Sociale della Nazioni Unite, mentre un “forum” politico di alto livello andrà a sostituire la Commissione sullo Sviluppo sostenibile. L’Unep, organismo Onu istituito nel 1972 e incaricato di presidiare il pilastro ambientale del sistema, mantiene lo status di “programma” invece di trasformarsi in una più autorevole “organizzazione”, ma sarà rafforzato, dotandolo di maggiori risorse per adempiere meglio al suo ruolo di autorità mondiale di riferimento in campo ambientale. Conclude il documento una lunga lista di raccomandazioni (in tutto “Il futuro che vogliamo” ha ben 283 commi) che toccano un po’ tutti i temi sociali e ambientali, come l’agricoltura sostenibile, l’acqua, l’energia, il turismo, i trasporti, le città, la salute, la dignità del lavoro, i mari e gli oceani, il

cambiamento climatico, le foreste, la biodiversità, la desertificazione, le montagne, i prodotti chimici, i rifiuti e molti altri. Come tradurre in realtà tante raccomandazioni? Gli strumenti indicati sono principalmente (in ordine decrescente di commi dedicati) finanziari (in un mondo sempre più dominato dalla finanza), tecnologici, di “capacity building”, commerciali e volontari. Indicazioni forse vaghe, ma se servissero da base per discutere seriamente, paese per paese, come passare ad atti concreti e conseguenti, sarebbe un enorme passo avanti.


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Sport

Olimpiadi 2012. Ecologia, tecnologia e

Londra 2012: da Facebook e Twitter ai canali HD e 3D. Green e Web, un bino È arrivato il momento delle Olimpiadi di Londra 2012, in programma dal 27 luglio al 12 agosto, e -come ampiamente annunciato, saranno Olimpiadi “green”. A poco più di un mese dall’inizio dei giochi si rincorrono le voci di gossip sugli atleti e non mancano le polemiche sull’organizzazione e le aspettative dell’evento. Ma la vera notizia è che il grande evento sportivo sarà per la prima volta sostenibile, attento alla natura e capace di attenersi agli obiettivi ambientali fissati in fase di progettazione: l’impatto ambientale, sarà limitato o compensato. Londra 2012 peserà sull’ambiente con ben 326.000

“È nato The Olympics Athletics Hub, uno spazio virtuale dove i fan possono raggiungere gli atleti per chattare direttamente con il villaggio olimpico, seguire gli atleti, vedere foto e video speciali” tonnellate di anidride carbonica, ma l’effetto negativo verrà controbilanciato con altre azioni. Il 10-15% dell’energia sarà prodotta grazie a fonti rinnovabili, sfruttando soprattutto l’eolico e il solare e verrà data grande attenzione al riciclo, al consumo consapevole di acqua e anche la costruzione degli edifici olimpici sarà eco-compatibile ed ecosufficiente, i trasporti “oil-free” e per i numerosi turisti attesi nella capitale verrà incentivata la mo-

bilità verde. Il quadro finora tracciato è ottimistico: pare proprio che Londra e i suoi organizzatori daranno una lezione di stile e di concretezza nel realizzare quanto promesso.

I primi Giochi Olimpici “social” I Giochi Olimpici si trasformeranno anche in un evento “social” senza precedenti, che troverà ampio seguito sul web. Le Olimpiadi di quest’anno sono già state etichettate dagli stessi organizzatori come i “primi giochi olimpici sociali” e non è difficile capirne il motivo. Il Comitato Olimpico Internazionale ha creato una specie di quartier generale degli atleti online, progettato per fungere da piattaforma di social media in grado di migliorare il collegamento digitale tra fan e concorrenti. È così è nato The Olympics Athletics Hub, uno spazio virtuale dove i fan possono raggiungere gli atleti per chattare direttamente con loro nel villaggio olimpico. E dove ovviamente possono seguire i loro beniamini, guardare le loro foto e video speciali. “Con questa operazione stiamo riscrivendo il paradigma della comunicazione dei Giochi Olimpici”, ha spiegato Alex Huot, responsabile della divisione social media del Co-

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mitato Olimpico Internazionale, nei cui progetti l’Hub è uno strumento per amplificare la voce degli atleti, mettendoli in diretto collegamento con i propri follower che sono stimolati così a collegarsi. Gli atleti saranno contenti di poter aumentare il numero dei propri fan, valorizzando ancora di più il proprio personal brand. Per iscriversi all’Hub è necessario usare Facebook o Twitter. Più atleti si seguono, più si sbloccano premi, che consi-

stono nella visione di contenuti speciali, come video con consigli per allenarsi al meglio. Un’iniziativa che ha ben presente il numero di utenti che popolano i social network: quando furono organizzate le Olimpiadi nel 2008, Facebook era un lontano parente di quello attuale e annoverava nel mondo “solo” 100 milioni di utenti. Quando i Giochi del 2012 prenderanno il via, l’impero di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, potrà vantare

più di 845 milioni di iscritti. Allo stesso modo, Twitter, che contava 6 milioni di utenti nel 2008, oggi viene considerato venti volte più grande, con 140 milioni di utenti.

Alta definizione, 3D ed interattività Ma i Giochi della 30° Olimpiade saranno anche la prima manifestazione a cinque cerchi ad aprire le porte alle immagini in 3D.


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e social network

omio sempre più imprescindibile Le discipline olimpiche Atletica Badminton Beach Volley Calcio Canoa Canotaggio Ciclismo Ginnastica Hockey Judo Lotta Nuoto Nuoto di Fondo Nuoto Sincronizzato Pallacanestro Pallamano Pallanuoto Pallavolo Pentathlon Pesi Pugilato Scherma Sport Equestri Taekwondo Tennis Tennistavolo Tiro a Segno Tiro a Volo Tiro con l’Arco Triathlon Tuffi Vela

Casa Italia La location scelta per Casa Italia è il The Queen Elizabeth II Conference Centre, una struttura di oltre 6 mila metri quadrati, collocata in pieno centro, tra i monumenti storici di Londra: Westminster Abbey, il Big Ben ed il Parlamento. Si sviluppa su 6 piani, caratterizzati da ampie vetrate e garantisce standard tecnologici di altissimo livello. La posizione turistica offre alla location un’elevata visibilità, oltre alla possibilità di utilizzare l’area verde esterna Un’ottima notizia tanto per gli amanti dello sport “da salotto” quanto per quelli dell’hi-tech che avranno così l’opportunità di gustarsi le gesta degli atleti migliori del mondo da una prospettiva decisamente privilegiata, una vera e propria copertura totale che non ha precedenti nella storia della tv italiana. Uno spiega-

mento di forze incredibile che, rispetto alle condizioni con cui furono messe in onda le ultime Olimpiadi di Pechino, comporta un aumento della copertura del 700%. Tra le novità dell’offerta televisiva dell’evento, Sky ha chiarito che alimenterà i propri encoder non con il classico feed MPEG delle produzioni interna-

zionali, ma con un più qualitativo JPEG2000, in grado di garantire il massimo del dettaglio anche per immagini in movimento. Una delle principali novità riguarda il mosaico interattivo, con una serie di elementi grafici che faranno capire chiaramente quando c’è un italiano in gara e quando è in palio una medaglia; inoltre, un po’ come accadeva negli anni ’70 con il vecchio “triangolo”, un popup informerà gli spettatori degli eventi che stanno iniziando sugli altri canali evitando di dover cambiare canale per non perdere la gara più attesa. Alessandro Sonzogni


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Eco dal Comune

Arrivano “I Maestri del Paesaggio” Città Alta diventa un incantevole orto-giardino

Dal 30 agosto al 16 settembre torna l’evento internazionale organizzato dall’ In programma anche meeting e workshop per professionisti e cittadini Chi ha avuto l’opportunità di passare per Città Alta nel settembre dell’anno scorso, sicuramente non si sarà dimenticato della meravigliosa veste con cui Piazza Vecchia si presentava agli occhi dei turisti incantati e dei cittadini bergamaschi felicemente sorpresi. Anche quest’anno l’associazione culturale Arketipos ci regalerà il medesimo stupore trasformando la piazza bergamasca in un affascinante e rigoglioso orto-giardino di piante e fiori da vivere, che cambieranno il volto di una delle piazze più suggestive e antiche d’Italia, creando uno scenario inedito di grande effetto e,

Peter Walker, che ha co-progettato il National September 11th Memorial, l’area che ha preso il posto delle Torri Gemelle dopo l’attentato dell’11 settembre, e l’italiano Marco Pozzoli, vincitore del concorso internazionale di progettista del paesaggio per l’inserimento ambientale nel nuovo polo ospedaliero di Bergamo. Dal 30 agosto al 16 settembre Maestri del Paesaggio, oltre ad allietare gli occhi dei visitatori di Città Alta, ospiterà meeting, workshop e lezioni di svariata caratura. Alcuni seminari professionali, in programma per giovedi 3 e venerdì 31 agosto e completamente gratuiti, saranno dedicati agli esperti del mestiere mentre gli incontri in programma per sabato 1 e domenica 2 settembre, chiamati “Cicli Verdi”, anch’essi gratuiti, saranno rivolti soprattutto ai curiosi e agli amanti del verde, anche se confinato a quello del proprio giardino, con consigli pratici e nuovi spunti per la sua manutenzione.

“Sono aperte le iscrizioni per seminari e workshop rivolti ai cittadini e ai professionisti che coinvolgeranno giardinaggio, sostenibilità e arte. I partecipanti avranno Meeting, seminari l’opportunità di avere un e workshop su iscrizione ruolo attivo nella 17 professionisti di fama inprogettazione degli ternazionale presenteranno la spazi della città” propria esperienza e la propria soprattutto, lanciando un chiaro messaggio di sostenibilità: un armonico accostamento di verde, architettura, arte e territorio. “I Maestri del Paesaggio - International Meeting of the Landscape and Garden” è l’evento principe organizzato dall’associazione Arketipos e la città di Bergamo ha l’onore di ospitare un avvenimento di prestigio che coinvolge i migliori paesaggisti del mondo e attira pubblico proveniente da tutta Europa. Tra gli eminenti ospiti ci sarà il tedesco Christian Dobrick, mente del polmone verde del centro di Madrid, il RIO, e del Parco Santa Giulia di Milano; l’americano

filosofia di lavoro durante il Meeting, cuore dell’evento, che si svolgerà sabato 1 e domenica 2 settembre al Teatro Sociale di Bergamo Alta. Ai relatori della passata edizione sarà invece affidato il compito di tenere delle lezioni di altissimo valore tecnico, nel corso dei 9 workshop in programma nei palazzi storici di Bergamo, durante i quali condurranno esercizi di composizione, illustreranno metodi e soluzioni per la progettazione del paesaggio. Da segnalare i due workshop che lavoreranno su casi concreti per la città di Bergamo: Il Parco della Malpensata e Viale Papa Giovanni, che collega la stazione

di Bergamo a Viale Vittorio Emanuele. All’incontro riguardante il parco della Malpensata, la cittadinanza (iscrizioni a numero limitato) avrà l’opportunità di avere un ruolo attivo nella progettazione dello spazio della città in fase di sviluppo, alla presenza di esponenti comunali e del comitato di quartiere. “Grazie alla presenza dei migliori paesaggisti del mondo, che richiameranno a Bergamo professionisti e appassionati da tutta Italia -ha sottolineato Massimo Bandera, assessore all’ambiente del Comune di Bergamo- l’evento sarà l’occasione per trovare interessanti spunti per un innovativo e armonioso sviluppo della nostra città”. “Siamo particolarmente onorati

come Comune di Bergamo di ospitare nei nostri edifici storici e nei luoghi simbolo della città questa iniziativa, che per il secondo anno consecutivo intende celebrare il patrimonio storico e artistico di Bergamo, esaltando il ruolo svolto dal verde nel nostro territorio e in generale nei centri urbani” ha aggiunto Claudia Sartirani, assessore alla cultura del Comune di Bergamo.

Verde, arte e fotografia La manifestazione “I Maestri del Paesaggio” prevede una serie di incontri ed eventi che presentano il comun denominatore della valorizzazione del verde, integrato con la bellezza estetica e

“La professione del paesaggista va oltre l’architettura dei paesaggi, entrando in stretto contatto anche con altre forme d’arte, comprese la letteratura e la pittura, ambiti nei quali sono nati i primi maestri di questa arte, come Ungaretti, Petrarca e Canaletto” Maurizio Vegini presidente di Arketipos l’arte. Sono infatti in programma anche curiose visite guidate ai luoghi più suggestivi di Berga-


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’associazione Arketipos

per gli appassionati di fotografia, a dimostrazione di come il lavoro del paesaggista possa spaziare tra diverse forme d’arte, dalla fotografia all’architettura. Il workshop si concentra sulla fotografia del paesaggio ma fornirà anche ottimi consigli per immaginare la fotografia prima di scattarla, sfruttare al meglio la luce e tutte le opportunità offerte dalla nuova tecnologia digitale. Maurizio Vegini, presidente di Arketipos spiega: “La professione del paesaggista va oltre l’architettura dei paesaggi, entrando in stretto contatto anche con altre forme d’arte, comprese la letteratura e la pittura, ambiti nei quali sono nati i primi maestri di questa arte, come Ungaretti, Petrarca e Canaletto. Il valore di questa manifestazione sta proprio nel proporre un accattivante e inedito panorama sulle mille affascinanti sfaccettature di questa professione”.

“Tra gli ospiti ci sarà Christian Dobrick, mente del polmone verde del centro di Madrid e del Parco Santa Giulia di Milano; presenti Peter Walker, che ha co-progettato il National September 11th Memorial, l’area che ha preso il posto delle Torri Gemelle e Marco Pozzoli, progettista del paesaggio ambientale nel nuovo ospedale di Bergamo”

mo Alta e la prima tappa italiana della Mostra Internazionale di Fotografia dei Giardini, che raggrupperà i lavori dei finalisti dell’International Garden Photographer of the Year competition 2012 (IGPOTY), il concorso fotografico più importante del mondo nel settore delle piante e giardini che attira ogni anno più di 20 mila iscritti da circa 30 paesi. Le opere del concorso potranno essere ammirate nell’esclusiva Aula Picta, edificio storico che sorge accanto alla maestosa facciata della basilica di Santa Maria Maggiore. Tra gli ospiti d’eccezione che approderanno in terra bergamasca ci sarà anche il coordinatore di IGPOTY, il fotografo Philip Smith, che terrà anche un workshop

Due serate con cena certificata Slow Food Durante l’evento non mancheranno momenti meno tecnici e più conviviali come la Serata di Gala di sabato 1 settembre in Piazza Vecchia, sotto i portici del Palazzo della Ragione, alla quale prenderanno parte tutti i paesaggisti invitati, numerosi ospiti, giornalisti, rappresentanti delle aziende partner e gli iscritti a meeting e workshop che vorranno partecipare. La serata prevede anche una cena a buffet certificata Slow Food. Un altro evento da non perdere per chi si iscriverà a meeting e workshop previsti nel programma delle giornate, è lo “Special i.land Event - nuove ter-

re antichi sapori”, in programma venerdì 31 agosto nei nuovi laboratori di ricerca di Italcementi al Kilometro Rosso, il prestigioso polo scientifico e tecnologico di Bergamo. Nel corso della serata verrà inaugurato i.land, il parco agricolo ornamentale di i.lab, il nuovo Centro Ricerca e Innovazione del Gruppo Italcementi. Progettato dallo Studio GPT - Giardini Paesaggio Territorio. i.land nasce dal desiderio di coniugare l’architettura di i.lab, concepita dall’architetto americano Richard Meier, con la cultura e la geografia del luogo, l’innovazione con la tradizione autentica della terra bergamasca, che in termini moderni diventa sostenibilità, biodiversità e chilometro zero. Una filosofia che verrà celebrata con uno Special i.land din-

ner, una cena a buffet certificata Slow Food, per assaporare, nella cornice del nuovo parco agricolo i.land, i sapori più antichi dell’agricoltura bergamasca rivisitati in chiave contemporanea. “I Maestri del Paesaggio” ha stupito tutti durante la prima edizione del 2011, ma non mancano le novità per il prossimo settembre: la sostenibilità ambientale diverrà vera co-protagonista dell’evento insieme ad arte e architettura. L’opera dei paesaggisti si sposerà con il territorio bergamasco, l’innovazione con la tradizione, le idee dei cittadini con i progetti in fase di sviluppo, in una cornice di respiro internazionale. Per informazioni e iscrizioni www.arketipos.org Giorgio Sappilo


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Eco dal Comune

Rifiuti Da problema a risorsa Raccolta differenziata (da novembre la plastica!), riciclo e recupero, ma anche teleriscaldamento. Bergamo pensa ai rifiuti come opportunità C’è qualcuno che investe nei rifiuti, che prova a fare di necessità virtù. In un recente convegno internazionale svoltosi a Bergamo, i rifiuti sono stati descritti addirittura come “miniere urbane”. La logica è semplice: trasformare il rifiuto da problema in risorsa preziosa. È un pensiero caro anche all’Amministrazione comunale di Bergamo. “Da diversi mesi come Comune ci stiamo muovendo con azioni che vadano in questa direzione -spiega Massimo Bandera, assessore all’Ambiente, Energia e Opere del verde -. Una società funzionale e sostenibile deve imparare a gestire, a diversi livelli, la questione degli scarti, così da chiudere il ciclo della loro vita senza essere dannosa per l’ambiente”. Negli ultimi anni la raccolta differenziata è aumentata e oggi la percentuale totale supera il 53%. Nel 2005 era ferma a 28.104 tonnellate, mentre a fine 2011 ne sono state registrate 33.354. Il porta a porta ritira già carta, vetro, barattolame e umido; per quest’ultimo rimangono scoperti solo il centro e la zona di Città Alta per problemi di decoro e di igiene. “In verità anche in queste aree sono stati fatti dei progressi. Da novembre 2010 è stato firmato un accordo con i grandi produttori, quali negozi alimentari, bar e ristoranti, per il ritiro dell’umido anche nel centro cittadino. La stessa cosa ha riguardato le attività di Città Alta che hanno

notevolmente apprezzato questo potenziamento”, aggiunge l’assessore. Da alcune settimane è stato inoltre avviato il porta a porta per l’umido per la zona dei Colli di Bergamo (che ne era ancora sprovvista) e a novembre 2012 dovrebbe iniziare la raccolta della plastica per metà della città. “Sono scelte necessarie e oggi più che mai obbligate. Non potrebbe essere diversa-

mente, anche se gestire il ciclo dei rifiuti in una città è sicuramente più complesso e delicato che in un paese. Penso che Bergamo sia una delle città capoluogo più virtuose in fatto di raccolta differenziata, soprattutto se si considera il rapporto costi/benefici”. E quello che non si riesce a riciclare può essere recuperato e magari diventare calore ed energia per la città. “A maggio sono partiti i lavori di adeguamento all’impianto di termovalorizzazione di via Goltara, che consentirà anche di sfruttare l’energia termica prodotta dalla combustione

dei rifiuti non differenziati per scaldare le abitazioni -aggiunge Bandera-. La rete di teleriscaldamento è al momento di 8 km e raggiungerà a breve i 12. L’allacciamento delle singole utenze sarà a emissione zero. Se consideriamo che la nostra città non ha risorse fossili o altro, è affascinante pensare che la fonte di energia prodotta in città possa arrivare proprio dai rifiuti”. Infine, è risaputo, per avere meno rifiuti è necessario sprecare meno. E chi meglio dei bambini può imparare? Per questo, da due anni, sono attivi progetti di sensibilizzazione ed educazione, che coinvolgono le scuole. Sono stati più di 800 gli alunni che hanno partecipato a “Riciclart. Con i rifiuti riciclati, la fantasia torna utile”, il progetto didattico di Comune e Aprica volto a promuovere la riduzione di rifiuti e rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Il premio finale ha reso omaggio alla fantasia e

“Negli ultimi anni la raccolta differenziata è aumentata e oggi la percentuale totale supera il 53%. Nel 2005 era a 28.104 tonnellate, a fine 2011 ne sono state registrate 33.354” alla creatività dei più piccoli. I bambini di Bergamo sono sempre più sensibili a queste tematiche. Lo dimostra la partecipazione di alcune scuole bergamasche al progetto “Pile e batterie: la sfida è aperta!” promosso da WWF ed ERP a livello nazionale. L’obiettivo era informare piccoli e grandi riguardo ai possibili effetti, sull’ambiente e sulla salute umana, delle sostan-

ze utilizzate nelle pile e negli accumulatori, oltre che far comprendere che è necessario smaltirli in modo separato. Il percorso si è concluso con una festa finale nel corso della quale sono stati donati caricatori fotovoltaici e altri premi ecologici a seguito dell’importante lavoro di raccolta (le scuole bergamasche si sono rivelate tra le più virtuose). “Ho partecipato a questa premiazione perché credo sia importate sensibilizzare le giovani generazioni, che saranno i cittadini del futuro. L’Amministrazione comunale è impegnata su vari fronti per promuovere la riduzione dei rifiuti -conclude l’assessore-. Favoriamo il compostaggio domestico, cresciuto anche grazie a un costo irrisorio del compost applicato da Aprica, e abbiamo attivato un dialogo con i commercianti per promuovere la vendita alla spina di prodotti alimentari e per la casa. A questo si aggiunge un lavoro con Uniacque per favorire l’installazione di casette dell’acqua”. E in autunno tornerà la Settimana europea per la Riduzione dei Rifiuti con tante iniziative e proposte.


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Pipistrelli sugli alberi e fra i banchi di scuola Al via il progetto del Parco delle Orobie con le scuole. Obiettivi: sfatare i falsi miti e ripristinare i rifugi C’era la bat mobile e ora c’è la bat box. Un termine che, complice l’Anno internazionale del Pipistrello 2011-2012, si sente nominare sempre più spesso. Si tratta di piccole scatole appositamente studiate per accogliere questi animali che, dopo secoli di brividi e vampiri, cominciano

dei chirotteri, specialmente dopo il periodo del letargo. Possono essere appese ad un albero o alla parete di un edificio. Qui trovano un rifugio protetto e le femmine possono partorire e allevare i loro piccoli”, spiega Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie Bergamasche. Già

feri, la cui presenza nella Bergamasca, negli ultimi decenni, è notevolmente diminuita a causa dell’attività umana che ha ridotto la vegetazione e la disponibilità di luoghi naturali come grotte e alberi cavi. L’attività di sensibilizzazione, avviata lo scorso anno, prosegue ora con le scuole del

“La presenza in Bergamasca di questi antichissimi mammiferi, negli ultimi decenni, è notevolmente diminuita a causa dell’attività umana che ha ridotto la vegetazione e la disponibilità di luoghi naturali” finalmente a suscitare simpatia. Il consiglio è di collocarle a 4 metri dal terreno; qui saranno al sicuro da predatori, riparate dalle intemperie e lontane dalle fonti di luce. “Le bat box costituiscono un aiuto concreto alla protezione

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lo scorso anno ne sono state distribuire 200 ai cittadini. L’obiettivo? Aumentare il numero di rifugi per questi antichissimi mammi-

Parco. “Diffondere questi semplici oggetti sul territorio ci aiuta a compensare la distruzione operata dall’uomo nei confronti degli

Pipistrelli sotto la lente Animali pericolosi o al contrario semplici “strumenti” per eliminare le zanzare. Ma i pipistrelli, animali affascinanti e complessi, sono molto di più. Per portare alla luce tutte queste caratteristiche l’assessorato all’Ambiente, Energia e Opere del verde del Comune di Bergamo in collaborazione con le Guardie ecologiche volontarie, la Riserva naturale Oasi WWF e SIC di Valpredina e il Museo civico di Scienze Naturali “E. Caffi” hanno avviato un’indagine conoscitiva dei pipistrelli presenti nel territorio comunale. Il progetto avrà una durata triennale. Fra gli obiettivi dello studio vi sono la stesura della check-list delle specie di chirotteri, l’individuazione delle aree meglio vocate (per potere collocare circa 60 bat box) e l’avvio di una prima indagine sulla localizzazione delle colonie riproduttive e di svernamento. “È prevista anche la partecipazione attiva dei cittadini che possono diventare collaboratori attivi, dedicando alcuni minuti alla compilazione di due formulari pubblicati sul sito della Riserva naturale di Valpredina -spiega l’assessore Massimo Bandera-. È importante salvaguardare la biodiversità del territorio e promuovere la sua conoscenza”. habitat naturali delle 3 famiglie e delle 11 specie di pipistrelli che abitano la nostra provincia”, aggiunge Caccia. Nel corso di questi mesi Chiara Crotti, faunista del Parco, si è recata in alcune classi del territorio per spiegare nozioni di base sulla biologia e l’ecologia dei chirotteri, animali ciechi ma dotati di un grandissimo senso dell’orientamento. La distribuzione gratuita ha avuto inizio nel mese di maggio a Gromo. Volendo però c’è ancora tempo per candidarsi; le scuole interessate al progetto possono scrivere a settore. faunistico@parcorobie.it o contattare direttamente il Parco al numero 035/224249. “Lo scopo è soprattutto quello di scaccia-

re dalla mente dei bambini l’idea che i pipistrelli sono animali pericolosi, che si intrufolano tra i capelli e che succhiano il sangue -ha spiegato Chiara Crotti-. Le specie che abitano in Bergamasca sono totalmente innocue per l’uomo: si cibano di insetti, comprese le zanzare. Riescono ad ingoiare anche 2000 esemplari a notte e altri insetti dannosi per l’agricoltura”. Detto diversamente, sono preziosi alleati dell’uomo e dell’attività agricola, oltre che espressione della straordinaria biodiversità che caratterizza il nostro territorio. Alla faccia di un immaginario collettivo che fa venire i brividi e pensare ai vampiri! M.O.


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Eco dalla Provincia

Grano bergamasco per pane made in Bergamo “Bergamo, la mia terra, il suo pane”: con l’Aspan l’iniziativa per accorciare la filiera produttiva e valorizzare il territorio Una scelta per valorizzare il territorio e gestire le risorse agricole in modo più sostenibile ed economicamente vantaggioso per la provincia di Bergamo: questi i presupposti che hanno spinto Aspan, l’Associazione Panificatori Bergamaschi, a promuovere il progetto “Bergamo, la mia terra, il suo pane” con il sostegno e contributo della Banca Popolare di Bergamo e la collaborazione delle istituzioni provinciali quali Provincia di Bergamo, Camera di Commercio, Coldiretti, Confagricoltura, Fogalco (ente di garanzia fideiussoria per il progetto), Slow Food e l’organizzazione umanitaria Cesvi. “L’obiettivo - afferma Roberto Capello, presidente Aspan Bergamo - era dimostrare la possibilità di coltivare in Italia il grano per la farina panificabile, in modo economicamente sostenibile: in questo modo i costi di trasporto sono stati azzerati

“Un’iniziativa fondamentale in vista dell’Expo 2015 che vede Bergamo impegnata nella valorizzazione delle tipicità locali, recupero del paesaggio, sostegno delle attività agricole con l’obiettivo di produrre ricchezza sul territorio e per il territorio, riducendo i costi ambientali, valorizzando il paesaggio e creando solidi legami territoriali fra produttori e trasformatori locali”

rispetto all’utilizzo di grano importato e il risultato finale non ha portato aggravi di spesa per il consumatore finale, prevedendo addirittura un maggiore introito per i coltivatori bergamaschi”. In Italia infatti l’80% del grano per fare il pane viene importato dall’estero: Germania Francia, Russia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada e Sudamerica. Il progetto “Bergamo, la mia terra, il suo pane” mira invece a incentivare la produzione di grano sul territorio affinché la filiera sia a km zero. Ad oggi sono coltivati ben 329,5 ettari di terreno da cui è possibile ricavare 60 quintali di grano raccolto per ettaro, per un totale di circa 20.000 quintali di grano da cui ottenere 15.000 quintali di farina, una quantità che copre il fabbisogno di pane dei bergamaschi “solo” per circa 13 giorni e mezzo. Ma questo è “solo” l’inizio: per l’anno prossimo gli agricoltori interessati ad aderire al progetto sono già ben 29 rispetto ai 9 di quest’anno. Il frutto di questo processo che accorcia la filiera a favore di un utilizzo più sostenibile delle risorse rispetta i tempi della natura e premia la qualità. «Agli agricoltori - spiega Capello - andranno 280 euro per ogni tonnellata di grano di alta qualità adatto alla panificazione”. Il gra-

no coltivato in precedenza, da cui non era possibile fare il pane, rendeva invece 140 euro alla tonnellata. Un buon investimento dunque, soprattutto se si pensa che, rispetto ai valori di mercato, agli agricoltori che aderiscono all’iniziativa e riconvertono la produzione in grano panificabile spetta un guadagno maggiorato di 40 euro a tonnellata: il mercato quota infatti il costo del grano 240 euro a tonnellata rispetto ai 280 riconosciuti da Aspan. E perché allora pagare di più i coltivatori bergamaschi quando si può avere a meno? Perché la qualità, soprattutto quando è made in Italy, va premiata. Inoltre la produzione in loco consente un margine di risparmio sul costo dei trasporti dovuti alle importazioni che favorisce tale scelta e quindi questo maggiore compenso agli agricoltori non si traduce in un maggior prezzo del pane. “Un progetto dove si eleva la professionalità ai massimi livelli, con un forte aspetto anche emozionale”, ha dichiarato Silvia Lanzani, assessore provinciale all’Expo e alle grandi opere. Un incentivo a collaborare all’interno della filiera e un esempio da imitare, come ha sottolineato Giuseppe Masnaga, direttore generale di Banca Popolare di Bergamo: “Mi auguro che questo progetto, capace di ridare significato alle azioni che fac-

ciamo ogni giorno come il semplice mangiare il pane, venga imitato in altre città e anche in

diversi settori produttivi”. Un passo importante che, come ha sottolineato il funzionario della Camera di Commercio Andrea Locati, “innova con il prodotto per eccellenza che ha contraddistinto nei secoli la cultura mediterranea e crea responsabilità sociale d’impresa”. Responsabilità sociale che fa rima con solidarietà: Aspan in collaborazione con l’organizzazione umanitaria Cesvi ha deciso di devolvere un centesimo per ogni quintale di farina raccolto (quindi un totale di 15.000 euro), da destinare a un programma di sviluppo agricolo nel nord dell’Uganda. Un circolo virtuoso che incentiva sviluppo, crescita, salute e benessere. Buono, come il pane. Alice Motti

Architettura e Cinema dal 3 al 6 luglio Bergamo verso l’Expo Al via a inizio luglio la manifestazione culturale internazionale “La Provincia di Bergamo verso l’Expo” (BvE), che propone una serie di eventi in vista di Expo 2015, incentrati sui temi dell’alimentazione sostenibile e degli stili di vita. Gli eventi animeranno vari comuni sparsi nella provincia di Bergamo. Il 3 luglio la serata di inaugurazione presso il Teatro Sociale di Bergamo aprirà l’iniziativa ANTEPRIMA 2012 che dal 4 all‘8 Luglio vedrà coinvolti i Comuni di Bergamo, Clusone, Lovere, e Brignano Gera d’Adda. Una rassegna cinematografica di film per la famiglia con un focus su “Architettura e Cinema”, nell’ottica della promozione dei beni monumentali dell’Italia nel mondo, e il lancio della seconda Edizione del Concorso Internazionale di Sceneggiature Cinematografiche “family and italian style” che avrà come soggetto “Cibo e Cinema”. A Clusone il 6 e 7 Luglio un convegno e workshop su “Cibo e Salute” con la presenza di autorità istituzionali ed esponenti del mondo scientifico. Dal 4 al 6 luglio, verranno inoltre effettuati i corsi di orientamento alla Summer School dal titolo “Fare cinema oggi”: una serie di incontri didattici intensivi collegati al mondo del cinema e sviluppati con approccio interdisciplinare e internazionale, rivolti a giovani di varie fasce d’età. BvE è organizzata dal WYLFORD Consortium di Milano, in main partnership con la Provincia di Bergamo, l’Associazione Effe 3, l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles (IICLA) e l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Per info: www.bergamoversoexpo.it



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Comuni virtuosi

Voglio un futuro migliore, dunque agisco Premiate le scuole più virtuose del progetto “Energia: capacità di agire” Per dimostrare che si può essere concreti e amici dell’ambiente I grandi si ritrovano a Rio de Janeiro, firmano trattati e sorridono davanti ai flash. Ma noi, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare? La risposta è semplice e arriva pronta, con la purezza e l’ingenuità che solo i bambini sanno avere: “Agire!”. E così hanno fatto gli studenti di alcune scuole del territorio che, stanchi delle parole degli adulti, si sono messi all’opera. A incoraggiare la loro entrata in campo è stato il progetto “Energia: capacità di agire”, promosso dalle cooperative Alchimia e L.I.N.U.S. in collaborazione con il Comune di Bergamo, con il patrocino di Legambiente e il contributo di Fondazione Cariplo. “Le questioni ambientali sono sempre più al centro della vita quotidiana e delle scelte politiche ad ogni livello -spiega Elena Malgrati, responsabile dell’area Ambiente in Alchimia-. Come imprese sociali siamo veicoli per la diffusione di pratiche ecocompatibili poiché siamo in grado di accostare aspetti scientifici con modalità educative e adeguate al coinvolgimento delle comunità locali.

Non è sufficiente informare, ma occorre motivare e accompagnare le Amministrazioni comunali, le scuole e i cittadini verso nuovi stili di vita”. A queste categorie fa appello il percorso che mira a promuovere il buon uso

e contatori. E, una volta trovati difetti e soluzioni, non hanno perso tempo e hanno proposto semplici azioni: chiudere l’acqua mentre si insaponano le mani o le finestre quando il riscaldamento è acceso. La scuola di Zanica si

cifico percorso, ma in tutti i casi alunni e amministratori sono entrati in contatto. Gli studenti hanno proposto azioni concrete per migliorare gli edifici scolastici dal punto di vista della sostenibilità -aggiunge la responsabi-

“Gli studenti hanno proposto azioni concrete per migliorare gli edifici scolastici dal punto di vista della sostenibilità” dell’energia e delle fonti rinnovabili. L’attenzione è rivolta a tutta la cittadinanza ma, si sa, i bambini fanno sempre la differenza. “La parte dedicata alle scuole ha coinvolto numerose classi della primaria e secondaria di primo grado con le loro famiglie -prosegue Malgrati-. Sono stati organizzati incontri a tema in classe. I bambini, sostenuti dagli educatori, hanno pensato cosa migliorare nella loro scuola”. Hanno esplorato corridoi e mense, passato in rassegna finestre e termosifoni, studiato bollette

Un momento della premiazione

è persino inventata un “Lucifero” che - senza destare allarmismi o preoccupazioni - è un bambino incaricato di spegnere le luci accese inutilmente. Ma non si sono fermati a questo. Hanno girato video e scattato fotografie, organizzato incontri, preso carta e penna per scrivere ai grandi: al dirigente scolastico, al sindaco e ai concittadini in generale. “Ognuno ha impostato uno spe-

le-. Qualcuno ha fatto mettere i riduttori di flusso ai rubinetti e le valvole termostatiche ai caloriferi, qualcuno ha chiesto di abbassare la temperatura e di sostituire l’acqua in bottiglia con quella sfusa. E soprattutto hanno convinto compagni, insegnanti, personale ATA e famiglie a cambiare qualcosa nelle abitudini quotidiane, perché tutti possono e devono fare la loro parte”.

Le richieste in molti casi sono state accolte e nei mesi porteranno frutto. Nel frattempo però è arrivato il premio. Allenate da mesi di risparmio e buone pratiche, le quattordici scuole che hanno portato a termine il progetto (Barzana, Bonate Sopra, Calusco, Caprino Bergamasco, Carvico, Cologno al Serio, Comun Nuovo, Lallio, Presezzo, Sarnico, Sorisole, Sotto il Monte, Torre Boldone e Zanica) si sono contese il titolo di quella più virtuosa. Sul podio sono arrivate in tre, Comun Nuovo, Zanica e Barzana, ma solo l’ultima si è aggiudicata il primo premio: una fornitura di carta riciclata, chiavette usb (entrambe offerte da BCC Treviglio) e il kit “Scuole sostenibili” di Legambiente. La premiazione si è svolta prima delle vacanze in Ca’ Matta, nel Parco dei Colli di Bergamo. I grandi stringono mani e parlano alle telecamere, ma i ragazzi agiscono… e gettano le basi per un futuro migliore. Per loro, ma anche per noi. Michela Offredi


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Barzana, scuola e Comune giocano in squadra Amministratori e alunni si impegnano, su vari fronti, per il paese di domani “Accendi il cervello, spegni la luce!”: a suon di slogan gli alunni della classe 5ª della scuola primaria “G. Rodari” di Barzana hanno vinto il concorso del progetto “Energia: capacità d’agire”. E a suon di energia hanno contagiato l’intero paese. Son partiti promettendo di spegnere le luci quando non necessarie e sono arrivati ai genitori, con i quali hanno inscenato una rappresentazione teatrale il cui titolo suona da monito: “Ecosostenibili si può diventare”. Infine hanno scritto al sindaco per richiedere il doppio pulsante agli sciacquoni del bagno e l’acqua sfusa in mensa (la lettera era indirizzata anche al gestore di quest’ultima). L’Amministrazione comunale ha accolto queste richieste e, a sua volta, si è rivolta ai cittadini per valorizzare l’impegno degli studenti e invitare le famiglie a compilare l’Energy-Test, un questionario per scoprire se il proprio stile di vita è energivoro o ecosostenibile. “Ringraziamo i ragazzi e gli insegnanti per questo prezioso lavoro. Il loro impegno è modello affinché il rispetto per l’ambiente, attraverso l’abbattimento dei consumi energetici, si estenda e cresca in tutta la comunità di Barzana -queste le parole dell’assessore all’Ecologia e Ambiente, Angelo Centurelli-. La nascente consapevolezza delle nuove generazioni necessita del sostegno e dell’incoraggiamento delle istituzioni, ma ancor più delle famiglie, in uno sforzo comune per una società più sostenibile”. In verità, in quanto a buone pratiche e a comportamenti virtuosi, il Comune di Barzana, non è nuovo. Già nel 2010 sono stati installati sei impianti fotovoltaici sulla palestra, il municipio, la scuola primaria, il centro civico, il centro socio culturale e gli spogliatoi del campo da calcio. “Fu una scelta compiuta guardando al futuro -spiega l’assessore Centurelli-. Questi impianti permettono alla comunità di contenere i costi

del consumo di energia elettrica attraverso lo scambio in loco. L’energia generata è in parte usata immediatamente; quella eccedente è messa in rete e va in compensazione con i consumi che si hanno di notte o quando non c’è il sole”. Attualmente la potenza prodotta consente di coprire i consumi totali degli edifici comunali. Un bel tornaconto in tempi in cui i Comuni sfruttano anche l’ultimo centesimo,

“Gli alunni hanno scritto al sindaco e al gestore della mensa per avere l’acqua sfusa anziché quella delle bottiglie di plastica”

riscaldamento? “Negli ultimi anni si è cercato di ottimizzare l’accensione e lo spegnimento delle varie utenze per limitare al massimo lo spreco. L’abbassamento delle temperature negli uffici e nelle aule consente un risparmio di circa il 7-8% sulla bolletta -puntualizza il sindaco Teodoro Merati-. A scuola sono state inserite delle sonde ambiente che, con rilevatori esterni e valvole modulanti regolate da una centralina specifica, permettono di avere una temperatura costante, anche sui diversi lati dell’edificio”. E sulla carta ci sono altri traguardi. “Stiamo terminando la progettazione di un intervento per sostituire nella centrale termica tutte le apparecchiature di comando per fare sì che siano

Il municipio di Barzana

un gruzzoletto al quale attingere per fare investimenti. “Nostra intenzione è quella di utilizzare questi risparmi per progetti di risparmio energetico e per la riqualificazione degli impianti elettrici e di pubblica illuminazione. Andremo a sostituire gli impianti più obsoleti magari con corpi illuminanti a Led”, prosegue sempre Centurelli. E sul fronte del

controllabili tramite teleassistenza -prosegue il primo cittadino. Avremo allora la possibilità di agire sui singoli dispositivi direttamente da un computer e la capacità di ricevere informazioni sui consumi delle singole utenze, così da poter monitorare sprechi e difetti”. M.O.


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Eco dal mondo

Una passeggiata tra gli alberi solari di

La “città tropicale perfetta”: architettura, natura e tecnologia al Giardino bot Siete pronti a volgere il vostro sguardo verso un futuro pulito, green ed innovativo? E’ quello che potrebbe capitare osservando il panorama di Singapore, in direzione di Marina South, dove la vista verrebbe immediatamente catturata da alcuni altissimi alberi che, anche a distanza, ricorderebbero dei giganteschi alberi tropicali. Si tratta del cuore pulsante dell’ambizioso progetto “Gardens by the Bay ”, avviato nel 2006 per riprogettare la baia e per restituire alla città, rivisitata, la sua anima tropicale. Si è pensato così a un’architettura capace di produrre sostenibilità ed energia, grazie alla fusione di natura e tecnologia. Una pianificazione sociobiologica, cominciata nel 1965 con la costruzione di questo micro stato, ha portato ormai Singapore ad essere una “città tropicale perfetta”. I due studi britannici (Grant Associates e Gustafson Porter) che nel 2006 si sono aggiudicati il progetto, tra 170 aspiranti di tutto il mondo, hanno immaginato linee e tecnologie totalmente al servizio della natura, utilizzando materiali come vetro e acciaio in grado di esaltare e proteggere serre e vegetazioni altamente scenografiche. Un parco che supera l’architettura stessa, progettato con tecnologie ecosostenibili di ultima generazione, con pannelli solari che forniscono elettricità e serbatoi che raccolgono l’acqua piovana da riutilizzare per le fontane e l’irrigazione dei giardini. Giardini che occupano un’area totale di 101 ettari, con una superficie coperta pari a 16.500 mq, prevalentemente riservata a due gigantesche serre, pronte a divenire le strutture climatizzate più grandi del mondo, alimentate da fonti rinnovabili e con un sistema a basso consumo energetico. La sostenibilità, infatti, è un fattore chiave per la progettazione dei “Giardini by the Bay di Singapore”. Il messaggio che i committenti volevano trasmettere è stato perfettamente soddisfatto dal team dei vincitori che hanno volutamente racchiuso in un unico macro sistema le infinite sfaccettature climatiche e vegetali del nostro pianeta, esprimendole attraverso l’applicazione delle più moderne tecnologie rinnovabili. Come di-

“Un parco progettato con tecnologie ecosostenibili di ultima generazione: pannelli solari per fornire elettricità e serbatoi per raccogliere l’acqua piovana da riutilizzare per le fontane e l’irrigazione dei giardini” venterebbe il mondo se il surriscaldamento globale avesse la meglio arrivando a modificare le diverse aree bioclimatiche? Percorrendo i sentieri interni alle due grandi serre, è possibile esplorare dal vivo, ma senza conseguenze, gli esiti di queste catastrofiche previsioni, osservando da vicino gli habitat più a rischio. La struttura che permette tutto questo è abbastanza semplice pur nella complessità delle sue potenzialità. Garantire il massimo guadagno solare era il primo obiettivo, indispensabile alle specie vegetali che abitano l’interno della serra. La struttura che meglio si prestava a questo tipo di considerazioni era la più tradizionale, nonché più efficace: uno scheletro di archi in acciaio integrato ad una superficie totalmente vetrata ad alta efficienza. Il primo dei tre parchi, Bay East, è stato inaugurato lo scorso novembre, mentre Bay Central sarà l’ultimo a essere realizzato. In mezzo, il più grande,

il Bay South aperto a fine giugno: 54 ettari, due serre e soprattutto 18 Supertree, strutture molto alte a forma di albero.

I Gardens

I Gardens, i giardini botanici che si trovano all’interno di una riserva in parte recuperata dal mare, incorporano due serre, tra le più grandi strutture in vetro del mondo. In una, la “Flower Done”,

vengono riprodotte le condizioni climatiche mediterranee e quelle delle regioni tropicali, mentre nell’altra, la “Cloud Forest”, le regioni tropicali della giungla. Per poter ospitare alcuni tipi di vegetali, era necessario ottimizzare al massimo le radiazioni solari: la soluzione ideale è stata una superficie totalmente vetrata ad alta efficienza, che consentisse il passaggio del 65% delle ra-

diazioni e contemporaneamente moderasse il passaggio del calore, riducendolo del 35%; il tutto integrato ad un sistema di ombreggiamento costituito da vele triangolari regolabili con un sistema automatizzato secondo le esigenze dell’utenza. Per adattare la temperatura interna in tutto il corso dell’anno, sarà quindi sufficiente aprire le finestre posizionate nella parte più


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i Singapore

tanico di Singapore producono sostenibilità ed energia climi tropicali. Non viene trascurato l’aspetto estetico e cromatico risultante dalla composizione dei colori nel susseguirsi delle stagioni. I Supertree risultano una perfetta fusione di natura, arte, ingegneria e tecnologia, essendo pensati per garantire alla struttura livelli energetici esclusi-

Singapore Dati amministrativi

Lingue ufficiali: inglese, cinese mandarino, malese, tamil Capitale: Singapore è una città-stato

Politica

Forma di governo: Repubblica parlamentare Indipendenza: dalla Malesia, 9 agosto 1965 Ingresso nell’ONU: 21 settembre 1956

Superficie

Totale 641 km² (175º)

Popolazione

“I Supertree risultano una perfetta fusione di natura, arte, ingegneria e tecnologia, essendo indispensabili per garantire alla struttura livelli energetici esclusivamente basati su fonti rinnovabili”

alta della copertura vetrata così da favorire una naturale fuoriuscita dell’aria calda e rendere la struttura completamente carbon neutral.

I Supertree

Protagonisti dei “Gardens by the Bay” sono però i diciotto Supertree, alberi alti da 25 a 50 metri, undici dei quali realizzati esclusivamente con materiali ecoso-

stenibili e dotati dei più moderni sistemi di produzione di energia rinnovabile. La struttura di questi Super Alberi è costituita semplicemente da un nucleo in calcestruzzo forato al suo interno per consentire il deflusso dell’aria proveniente dall’impianto geotermico e una struttura esterna in acciaio, riempita con un totale di 162.900 piante di oltre 200 specie diverse provenienti da

vamente basati su fonti rinnovabili. Dove tradizionalmente troveremmo la chioma dell’albero, i Supertree ospitano pannelli fotovoltaici, collettori solari, condotti di ventilazione ed un serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana, che attraverso il nucleo interno, defluisce fino al bacino di raccolta sotterraneo, che a sua volta immette l’acqua riciclata nel sistema di irrigazione interno.

Le biomasse

Oltre all’apporto energetico fornito dai Supertree, i giardini bo-

tanici sono alimentati anche da un impianto che sfrutta le biomasse. In prossimità delle serre si trova il National Parks Board, un parco naturale che produce 5.000 tonnellate di legna, biomassa utilizzata per la produzione dell’energia necessaria all’impianto, alimentato da una caldaia. I fumi prodotti dalla combustione sono indirizzati al sistema di produzione elettrica e all’impianto di climatizzazione. Il calore prodotto consente una preventiva deumidificazione dell’aria esterna prima di essere raffreddata attraverso il sistema di climatizzazione: questo procedimento è indispensabile per ridurre i consumi elettrici, in quanto occorre un quantitativo minore di energia per rinfrescare

Totale: 5.076.700 abitanti (2010) (115º) Densità: 7.315 ab./km² l’aria secca rispetto a quella umida. Nulla viene sprecato, tanto che le ceneri prodotte dalla combustione vengono utilizzate come fertilizzante per le numerose specie vegetali. In questo modo i nuovi giardini botanici saranno completamente ecosostenibili e diventeranno uno dei principali punti di riferimento per l’applicazione delle energie rinnovabili a grandi strutture. Il grandioso ed ambizioso progetto “Gardens by the bay” non è solo l’ennesima attrazione di Singapore, ma la conferma delle enormi potenzialità di una tecnologia usata per favorire l’ambiente. Alessandro Sonzogni


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Ambiente

SOS cetacei Fra le specie più monitorate c’è il capodoglio (Physeter macrocephalus), il celebre protagonista di “Moby Dick”

I cetacei sono i mammiferi maggiormente adattati alla vita acquatica, tipicamente marina. Hanno un corpo perfettamente idrodinamico, pelle nuda, capo a profilo subconico e arti inferiori trasformatisi in pinne. Gli arti posteriori sono scomparsi, mentre è presente una robusta pinna caudale, disposta orizzontalmente, organo propulsore del nuoto. Il capodoglio, ad esempio, diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, è oggi, tra le specie regolari, una delle meno avvistate. Segno di un inevitabile declino? La scarsità degli avvistamenti e delle

informazioni disponibili inducono a pensare che le popolazioni di questa specie siano in pericolo di estinzione. Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è il protagonista di “Moby Dick”, il celebre romanzo di Herman Melville, dove appare e si eclissa come in un sogno. Ha il capo tozzo, squadrato e una corporatura tarchiata ed imponente. È di color grigio scuro con pinna caudale quasi inesistente, seguita da una serie di piccole gobbe. Batte ogni record d’immersione in apnea, per durata e profondità: raggiunge anche i 3.000 metri

“Nel Mediterraneo i gruppi avvistati di capodoglio in genere non superano le dieci unità. È molto raro osservarli aggregarsi con altre specie di cetacei” sul fondo marino. Il suo soffio è basso, denso e angolato verso sinistra; la lunghezza è compresa fra gli 11 ed i 18 metri, mentre il peso è di 57.000 Kg per i maschi, 24.000 kg per le

femmine. La sua alimentazione è costituita prevalentemente da calamari che cattura nel corso di lunghe immersioni. È il più grande predatore vivente. Non è ancora chiaro se nel Mediterraneo i capodogli siano residenti o appartengano alla popolazione del nord Atlantico. I gruppi sociali formati dai capodogli sono principalmente di due tipi: il gruppo familiare, composto da una ventina di individui e quello dei maschi, detti “scapoli”, al massimo formato da 40/50 esemplari. Nel Mediterraneo i gruppi avvistati, in genere, non superano le die-

ci unità. È molto raro osservare i capodogli aggregarsi con altre specie di cetacei.

Cetacei sotto tiro

Per millenni hanno percorso indisturbati gli oceani del globo. Oggi invece i cetacei si trovano a fronteggiare gravi minacce in ogni parte del mondo. La pesca accidentale (bycatch), che li intrappola nelle reti da pesca, causa ogni anno nel mondo la morte di 250.000 tartarughe marine e 300.000 tra balene, delfini e focene; alla pesca si aggiungono poi la collisione con le navi, l’inquinamento delle


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Gocce di sostenibilità

I numeri 80

In vela con WWF Lombardia e YCBG

le specie di cetacei nel mondo

oltre 2000

le balene uccise ogni anno a dispetto della moratoria

300.000

balene e delfini vittime annualmente della pesca accidentale

2,5 Km

Il limite massimo consentito dall’Unione Europea per la lunghezza delle reti

90%

perdita dei grandi pesci predatori nel Mediterraneo, cetacei compresi, secondo dati recenti

Il tuo aiuto

Per dare un futuro ai giganti del mare serve l’aiuto di tutti. Tu puoi: Quando compri il pesce, assicurati che provenga da pesca certificata (il marchio MSC è garanzia di pesce pescato in modo sostenibile) Sostenere la campagna cetacei, che protegge queste specie in tutto il mondo, a cominciare dal Mediterraneo, e i progetti di conservazione con una donazione o un’adozione (wwf.it/adozioni, wwf.it/ cetacei) Visitare le Oasi marine del WWF o effettuare Whale Whatching (wwf.it)

acque, i cambiamenti climatici. Anche nei nostri mari la pesca accidentale, l’inquinamento e il traffico navale mettono a rischio le popolazioni di cetacei. Negli ultimi anni si è notata una diminuzione dei delfini comuni.

L’impegno del WWF

L’impegno del WWF è massiccio in tutti i mari del mondo per promuovere sistemi di pesca sostenibile, più rispettosi del mare e delle sue risorse, aiutare le specie in difficoltà e lottare contro la pesca accidentale e quella illegale. Vengono inoltre predisposte azioni per aumen-

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tare il numero e l’estensione delle aree marine protette e i santuari dei cetacei. WWF si batte contro l’inquinamento, la distruzione delle coste e l’edilizia selvaggia. Ha ottenuto che le reti “killer”, che ogni anno uccidono moltissimi cetacei tra balene e delfini, fossero dichiarate fuorilegge. Sostiene il progetto “RECEPT”, una grande rete informatica che permetterà alle navi di localizzare, in tempo reale, la posizione di balenottere e capodogli in mare, riducendo così i rischi di pericolose collisioni e salvando la vita di molte balene.

Anche una crociera in barca a vela, se non si seguono alcune regole di comportamento, può lasciare un’impronta in mare. Il WWF Lombardia sta sviluppando, in collaborazione con lo YCBG, associazione sportiva dilettantistica attiva da oltre un decennio sul territorio bergamasco, un percorso di sensibilizzazione volto alla diffusione del rispetto ambientale e del turismo sostenibile in mare e sui laghi. Questa collaborazione ha portato alla definizione di un decalogo dello skipper sostenibile (www. ycbg.it) che verrà applicato da tutti gli skipper YCBG.

Le regole di comportamento puntano a sviluppare una maggiore consapevolezza ambientale e ad indicare ai velisti comportamenti socio-ambientali corretti. Molte sono piccole azioni… ma tante piccole gocce di sostenibilità diventano un mare! Il decalogo è stato presentato il 21 giugno 2012 presso la Casa del Mare, sede dello YCBG (via Lazzaretto 6, Bergamo), in una serata aperta a soci, appassionati e amici, organizzata in collaborazione con il WWF Lombardia che ha presentato “Il Turismo Sostenibile e le Oasi,

il Progetto Mare”. Questa “contaminazione” ha permesso allo YCBG di aggiungere alle sue offerte per la stagione 2012 una “crociera naturalistica” un po’ speciale. Infatti tra il 6-9 settembre, veleggiando nell’Argentario, la flotta YCBG raggiungerà l’Oasi WWF del lago di Burano, una delle oltre 100 Oasi del WWF, dove sarà possibile visitare una natura affascinante e incontaminata e l’isola del Giglio, con una guida naturalistica di eccezione, con la quale si affronterà il problema ambientale del naufragio della Concordia. Per informazioni: www.ycbg.it

I cetacei in Città Alta Presto al Museo di Scienze Naturali una sala dedicata a cetacei e a mammiferi marini A Bergamo è in arrivo un bastimento carico di cetacei e mammiferi marini. “Il progetto nasce qualche anno fa -spiega Marco Valle, direttore del Museo di Scienze Naturali di Bergamo -quando, nei pressi di Piombino, una giovane femmina di capodoglio venne trovata morta. Il museo era da tempo interessato all’acquisizione di un grosso cetaceo che potesse colmare una grave lacuna espositiva”. I cetacei rappresentano infatti una monumentale (non solo per dimensioni!) testimonianza dell’evoluzione della vita sulla terra. Si trattava effettivamente di un progetto grande: l’esemplare per quanto giovane era lungo quasi 10 metri e pesava oltre 11 tonnellate. L’idea prese subito forma e, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Siena (che ha realizzato le prime rilevazioni sull’esemplare), l’istituto di Medicina Veterinaria di Padova (che ha eseguito gli esami necroscopici per valutare le cause della morte e la presenza di sostanze tossiche nei tessuti) e l’associazione “Amici del Museo” (che ha da subito sostenuto finanziariamente il progetto), è sta-

to possibile recuperare le parti scheletriche dell’esemplare. Da allora è iniziata a opera del personale del museo una lunga operazione di pulitura, sgrassamento e sbiancamento che attualmente si è conclusa. Inizia ora la fase più delicata: il consolidamento della struttura ossea tramite impregnazione con re-

sine e, finalmente, il montaggio dell’esemplare che potrà iniziare solo tra qualche mese. Prosegue Valle: “Nel frattempo il progetto espositivo si è ampliato. La nuova sala, oltre al capodoglio ed ai cetacei, illustrerà anche gli altri ordini di mammiferi marini: pinnipedi e sirenidi, tutti accomunati dal triste destino di essere specie seriamente minacciate”. Tra i reperti esposti vi è la ricostruzione della Ritina di Steller, un animale certamente da record; si tratta infatti di un parente stretto di dugongo e lamantino dalle dimensioni veramente eccezionali, oltre 8 metri. Ma il record certamente meno invidiabile è quello riferito alla sua scomparsa. Scoperto nel 1741 durante l’esplorazione dello stretto di Bering, si estinse solo dopo 27 anni. “Questo esempio è certamente emblematico per esprimere la fragilità dei mammiferi marini, un aspetto che i musei di scienze naturali evidenziano e portano a conoscenza del pubblico”, conclude il direttore.

Pagine a cura di WWF Lombardia e Bergamo SOStenibile


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Primo Festival dell’Ambiente Un successo di adesioni e di visitatori Cinquanta stand di associazioni, cooperative, imprese e tanto pubblico Sul Sentierone la fiera a cielo aperto: incontro fra mondo profit e no profit Altro traguardo per Bergamo nel campo della sostenibilità: la città orobica è infatti una delle prime in Italia ad ospitare un Festival dell’Ambiente e - stando a vedere l’esito della prima edizione - la manifestazione sarà di quelle che caratterizzeranno il calendario degli appuntamenti cittadini dei prossimi anni. Dal 1 al 3 giugno sul Sentierone, il salotto all’aria aperta di Ber-

“Il connubio tra Profit e No Profit ha avvicinato due mondi che spesso non interloquiscono fra loro ma che sono entrambi essenziali per portare questa nostra società e questa nostra economia verso un concetto di sviluppo più equilibrato e a misura d’uomo” gamo, l’associazione Festival dell’Ambiente in collaborazione con il Comune - Assessorato all’Ambiente, ha organizzato una 3 giorni dedicata al mondo “green” che ha coinvolto parecchie migliaia di visitatori e 50 stand di associazioni, cooperative e aziende che lavorano nei settori della green economy, in aggiunta a momenti di approfondimento, incontri e attività ludico formative per famiglie e bambini. Una grande vetrina che ha raccolto realtà anche molto diverse fra loro, attorno ad un unico obiettivo: dare visibilità a chi opera in questo settore e sensibilizzare il grande pubblico alle tematiche del rispetto dell’ambiente e del pianeta, favorendo un’economia fondata su di un uso intelligente delle risorse disponibili ed un minor consumo di energia. La caratteristica del Festival vuole essere proprio quella di una fiera a cielo aperto che raduni quanti durante l’anno lavorano in questi ambiti, creando contatti e collaborazioni e dando vita ad un gioco a somma positiva,

Le aziende profit sostenitrici e i No Profit sostenuti

nell’interesse di tutti, perché il traguardo è di tutti. Positive in questo senso le due sfide affrontate in questa prima edizione: il connubio tra Profit e No Profit ha avvicinato due mondi che spesso non interloquiscono fra loro ma che al contrario, pur partendo da due presupposti diversi, sono entrambi essenziali per portare questa nostra società e questa nostra economia verso un concetto di sviluppo più equilibrato e a misura d’uomo. A questo proposito, grazie al progetto “sostieni un’associazione”, 12 gruppi no

profit e di volontariato sono stati sostenuti da altrettante aziende profit, che hanno pagato i costi dello stand per queste associazioni. Positiva anche la seconda sfida, che ha lasciato soddisfatti tutti gli espositori partecipanti: in un bel clima di festa e di marcata sensibilità ambientale, l’indotto generato dai contatti e dall’interesse per le attività presentate lascia ben sperare per le prossime edizioni del Festival e speriamo per la crescita dell’attività economica delle aziende partecipanti, ricordando che la

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L’Associazione ARIBI con il sostegno di PEDRETTI SERRAMENTI L’Associazione EV-NOW FONDATION con il sostegno di KENNEW L’Associazione JUNGO con il sostegno di DUESSE L’Associazione RAGGIO VERDE con il sostegno di ITALIAN STYLE BICYCLES L’Associazione AEPER con il sostegno di REVOLUTION ENERGY L’Associazione ANGELMAN con il sostegno di BANCA POPOLARE DI VICENZA Lo Sportello GREEN JOB con il sostegno di QUANTA IL CENTRO DI ETICA AMBIENTALE con il sostegno di MONTELLO L’Associazione SLOW FOOD con il sostegno di MONTELLO Il WWF con il sostegno di ABENERGIE Il PARCO AGRICOLO ECOLOGICO ed il Circolo di Bergamo del MOVIMENTO PER LA DECRESCITA FELICE con il sostegno di SMA ELEVATORI e GRAFICA MONTI


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sostenibilità ambientale deve poggiare anche sulla sostenibilità economica. Volere un mondo “green” non significa fare beneficenza, ma significa lavorare (e guadagnare) attraverso però un utilizzo più razionale e rispettoso delle risorse del pianeta, nel segno di una nuova economia che, se da un lato deve avere imprese che aderiscano a questi nuovi criteri, dall’altro lato deve avere consumatori attenti e intelligenti. Per questo il target del Festival è stato il cittadino comune che, passeggiando per il Sentierone, si è così imbattuto in innumerevoli stand e occasioni di approfondimento che magari non avrebbe mai incontrato. A cominciare dalle famiglie e dai più piccoli, che in piazza Vittorio Veneto hanno trovato una serie di laboratori e attività ludiche e didattiche, riguardanti giochi nella natura, manualità creativa, conoscenza del mondo degli

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animali, test sui propri stili di vita e sui propri consumi energetici. Sparse tra la piazza e il quadriportico erano allestite mostre e vignette d’autore per stimolare la riflessione sui temi della tutela ambientale mentre tra le attività proposte non sono mancate tappe o esibizioni di sport legati all’ambiente naturale. Soddisfatti anche gli amanti della spesa a chilometro zero con i laboratori del gusto di Slow Food e la presenza di aziende agricole con vendita diretta dal produttore al consumatore, il tutto accompagnato anche da un incontro-dibattito con la rete Cittadinanza Sostenibile ed esperti di alimentazione sul tema: “Stili di vita sostenibili e consumo critico nella Bergamasca”. Un secondo incontro pubblico è stato invece dedicato al mondo dell’architettura e dell’edilizia che ha visto presenti il network CasaClima, Legambiente e la Fimaa di Ber-

gamo che hanno ragionato attorno al tema “Quali immobili per una Bergamo e un futuro sostenibile?”. Tra uno stand e l’altro si potevano toccare con mano tutti gli ambiti della green economy, dall’edilizia al fotovoltaico, dalle energie rinnovabili alla mobilità sostenibile e, complice tre giornate calde e assolate, al termine della passeggiata i visitatori si sono potuti liberamente dissetare alla casetta dell’acqua installata da Uniacque e Siad. La casetta ha riscosso un notevole successo, basti considerare che durante i 3 giorni dell’evento sono stati erogati circa 3 mila litri di sola acqua gasata. Marco Rossi e Roberto Gualdi Presidenti dell’Associazione Festival dell’Ambiente si dicono pienamente soddisfatti della buona riuscita dell’evento: “La manifestazione si proponeva l’obiettivo di informare e sensibilizzare il cittadino ai temi del rispetto e della tutela dell’ambiente, anche urbano, in tutte le sue sfumature. La gente si è dimostrata curiosa, attenta e partecipe. Una prima edizione che ci sembra abbia premiato gli espositori e tutte le Associazioni che hanno creduto a questo progetto fin da subito. Da domani studieremo nuove proposte per rendere questo Festival sempre più coinvolgente!”. L’Assessore all’Ambiente del comune di Bergamo Massimo Bandera punta sul gioco di squadra che un tale evento ha messo in atto: “Lo sforzo profuso anche dall’Amministrazione comunale è stato considerevole, anche per l’intento di coinvolgere le numerose realtà che fortunatamente ci sono e operano attorno a questi temi. Siamo felici di questo grande successo di pubblico perché Bergamo ha dimostrato ancora una volta di essere una città sensibile a queste tematiche, una città virtuosa che vuole conoscere, vuole sapere ed imparare. Questa esperienza ci fa pensare con entusiasmo già fin da ora alla prossima edizione del Festival dell’Ambiente e l’Amministrazione Comunale, insieme agli organizzatori, si impegnerà ad introdurre sempre nuove idee e nuove esperienze in grado di formare e coinvolgere”. Diego Moratti

Gli espositori partecipanti e le aree espositive > Settore Aria

Motorama Bike Oberti

> Settore Fuoco

A2a Calore & Servizi Ab Energie Andreoli Costruzioni Associazione Network Casa Clima Bergamo Compere Contract Italia Kennew Pedretti Serramenti Pm Serramenti Ressolar Società Cooperativa Sociale Totem Onlus Roncelli Costruzioni Sma Elevatori Solarenet Vanoncini

> Settore Acqua

Banca Popolare Di Bergamo Bergamo Sviluppo Bergamo Sostenibile B-Life Comune Di Bergamo Grafinvest L-Tecnoimpianti Parco Delle Orobie Phi Informatica Rivista Terranuova Sistemi Per L’acqua Di Brignoli Remo 6 La Tv - Bergamo Magazine Uniacque

> Settore Terra

Natural Bio Ecomuseo Miniere Di Gorno Agriturismo Villa Delizia

Partner Ufficiali della manifestazione: RESS SOLAR, MONTELLO, AB ENERGIE, UBI - BANCA POPOLARE DI BERGAMO, DUESSE, SIAD Si ringrazia: Grafinvest, Self, Elle - erre, ATB e TEB, Bergamo Sostenibile, Bmag, Seilatv e Terra Nuova Organizzazione: Associazione Festival dell’Ambiente Via Dalmine 10 - 24035 Curno (BG) press@associazionefestivaldellambiente.it info@associazionefestivaldellambiente.it Consulenza: Studio Green Solution srl - Tel. 035 4158818 Relazioni esterne e ufficio stampa: Teamitalia srl - Tel. 035 237323


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Fare della propria passione… un negozio A Bolgare il biologico compie un anno! NaturalBio di Bolgare festeggia in piazza il suo primo compleanno con piatti creati con ingredienti scelti all’insegna della qualità nutrizionale

L’idea è venuta a Thomas Silva e alla moglie Simonetta Barcella: entrambi con un passato lavorativo in altri settori, lui nel comparto assicurativo e lei insegnante, da oltre 20 anni hanno sempre dedicato il proprio tempo libero alla costante ricerca di informazioni in relazione al comparto nutrizionale. Ad un certo punto la scelta è stata dettata soprattutto dalla volontà di realizzare un vero e proprio cambio di stile di vita. Thomas spiega che la decisione di abbandonare i propri lavori e dedicare la propria vita al commercio di alimenti biologici di qualità è nata dopo un lungo percorso formativo che li ha portati alla scelta decisiva: un anno fa, il 1 luglio 2011, ha aperto i battenti in piazza della Vita a Bolgare il loro punto vendita “NaturalBio”. E a distanza di un anno, sabato 16 Giugno dalle 11 alle 15 in

piazza, di fronte al loro negozio, hanno festeggiato con soddisfazione il primo compleanno della loro attività e del loro nuovo stile di vita, allestendo uno spazio con tavolini e offrendo a clienti, passanti e curiosi dei piatti sani cucinati da uno chef, in loco e in diretta: tra gli altri riso integrale con tofu in salsa di soia, pasta integrale con verdure di stagione, spiedini di frutta e molto altro ancora. L’evento ha visto la partecipazione di molte famiglie con un’ affluenza circa di un centinaio di persone. In questo primo anno, oltre alla vendita diretta di prodotti ricercati e selezionati tramite un’accurata valutazione degli ingredienti e dei processi produttivi (molte volte, racconta Thomas, in modo anti-commerciale), hanno svolto un importante e considerevole attività informativa e for-

“Simonetta, oltre ad aiutare il marito dietro al banco, non ha abbandonato totalmente l’ambito della formazione. Organizza e conduce infatti corsi di cucina utilizzando ingredienti e prodotti certificati biologici e di qualità” mativa su diversi fronti, oltre ad essere un punto di distribuzione del nostro mensile Bergamo SOStenibile. I due si avvalgono della collaborazione di una consulente, Silvia Moroni, che si occupa di ecologia nutrizionale, una disciplina che tramite lo studio dell’alimentazione e dello stile di vita dell’individuo aiuta nella ricerca di un equilibrio allo scopo di ottimizzare il consumo di risorse. Percorso che potrebbe aiutare le molte persone affette, ad esempio, da intolleranze alimentari o con problemi relativi al sovrappeso. L’attività di consulenza diretta ai clienti del negozio è a tutto campo, vengono fornite notizie in termini di nutrizione e benessere, consigli personalizzati in funzione del proprio fisico e del proprio stile di vita, informazioni sui prodotti alimentari acqui-

stabili in negozio e, addirittura, vengono spiegate le modalità di utilizzo e cottura di tali prodotti. Simonetta, oltre ad aiutare il marito dietro al banco, non ha abbandonato totalmente l’ambito della formazione. Organizza e conduce infatti corsi di cucina utilizzando ingredienti e prodotti certificati biologici e di qualità. I corsi si sono svolti a Bolgare, in un ambiente attrezzato dell’oratorio, e a Calcinate, nella scuola “Cucina da Amelia”. Ma trascorso un anno, lo sguardo viene ora rivolto al futuro, con alcune piccole ambizioni da sviluppare. Vista l’elevata attenzione all’ambito formativo e informativo, come mezzo per creare consapevolezza, e la difficoltà spesso di trovare luoghi per svolgere i corsi unitamente alle difficoltà orarie (le persone che in famiglia si occupano del-

la preparazione dei pasti molte volte la sera non possono partecipare ai corsi), l’idea sarebbe quella di organizzare incontri domestici e mirati. Un’altra idea, molto più complessa, è quella di aprire un punto ristoro multifunzionale, con la preparazione di pasti, soprattutto a mezzogiorno per le pause pranzo, seguendo la filosofia che li ha spinti a fare questo percorso, in modo che il cibo diventi un vero e proprio “spuntino” per la formazione. Però se dopo 20 anni è stato possibile dar seguito alle proprie passioni e migliorare il proprio stile di vita, nessuna idea è da scartare a priori. Anzi, il bello è proprio avere altri progetti, più o meno ambiziosi da realizzare. Ma per il momento, buon compleanno! Lara Abrati


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Puff puff Chi non si Risiede è perduto

Spopolano i nuovissimi puff, ecologici e colorati: “risiediamoci” è la parola d’ordine perché sedersi e riutilizzare in modo originale del materiale da scarto industriale che sarebbe finito in discarica è proprio una bella idea. E a quanto pare è piaciuta a molti. Presentati durante il Festival dell’Ambiente, sono andati subito a ruba: la quindicina di puff sparsi nei pressi del quadriportico del Sentierone, nei 3 giorni sono stati abbondantemente “seduti” da numerose persone incuriosite e attratte da queste invitanti sedute colorate. Chi per mangiare un gelato, chi per sedersi e fare 2 chiacchiere, chi per riposare le gambe dopo aver girovagato fra gli stand del Festival e chi, unendone due o tre, si è addirittura sdraiato. Disponibili in una varietà di colori invitanti e dal design accattivante, queste sedute sono create recuperando uno scarto industriale (il lattice di sfrido utilizzato nella produzione di calzature) che non avrebbe più altra funzione se non quella di diventare un rifiuto e finire in discarica. In questo modo si allunga la vita del prodotto trasformandolo in un ecologico, divertente, comodo e versatile puff da utilizzare in casa, in ufficio, per arredare le vetrine dei negozi o negli stand fieristici o in qualsiasi evento dove serva un piacevole e pratico punto per sedersi. Dal diametro di circa 50 cm e dal peso di 8 kg,

questi puff sono facilmente trasportabili e funzionali per diverse occasioni. La fantasia e la creatività con cui poter sfruttare questi simpatici puff è proporzionale alle potenzialità di tutto il comparto del riuso del materiali e del recupero dei rifiuti, al fine di diminuire sempre più l’utilizzo di nuova materia prima e nuova energia. E quello del riuso rappresenta uno dei comparti della Green Eco-

nomy che grazie all’inventiva e all’immaginazione può davvero contribuire a invertire la rotta attuale e fare del rifiuto una risorsa preziosa da valorizzare. Dal privato agli asili nido, dalle imprese ai negozianti: a volte per dare il proprio contributo all’ambiente basta liberare un pizzico di fantasia e di originalità. Provate anche voi a fermarvi e pensare… Naturalmente meglio se seduti sui Risiediamoci.


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Vivi Bergamo

Greenpeace Anche a Bergamo un gruppo locale Un anno di attività, tra campagne nazionali e azioni sul territorio Da poco più di un anno il gruppo locale di Greenpeace ha ripreso la sua attività. L’avventura è iniziata nel maggio dello scorso anno, quando una decina di volontari ha deciso di aderire alle iniziative di Greenpeace, sia partecipando alle campagne nazionali che organizzando azioni sul territorio, in città e provincia. Da

“L’avventura è ripresa nel maggio dello scorso anno, quando una decina di volontari ha deciso di aderire alle attività di Greenpeace” allora non si sono mai fermati: hanno allestito diversi banchetti di informazione durante feste ed eventi, fatto interventi nelle scuole medie e aderito ad alcune delle campagne coordinate dalla sede nazionale di Roma. Francesca Regazzoni, insieme a Gabriele Pezzotta, si è occupata del coordinamento del gruppo durante questo primo anno di attività. Francesca ci ha spie-

gato quali sono le campagne nazionali alle quali il gruppo locale ha partecipato: “Lo scorso novembre c’è stata la campagna «I segreti del tonno. Cosa si nasconde in una scatoletta?». Scopo della campagna era il censimento delle scatolette di tonno vendute al supermercato al fine di verificare la trasparenza delle etichette. Le indagini di Greenpeace hanno evidenziato una situazione gravissima: in commercio non esiste alcun tonno pescato nel rispetto dell’ecosistema marino”. Il gruppo, recentemente, ha aderito ad un’altra iniziativa nazionale: “Nei mesi di maggio e giugno ci siamo occupati della campagna «Facciamo luce su Enel», avente come obiettivo la denuncia della politica energetica di Enel in Italia, ritenuta superata e altamente pericolosa sia per l’ambiente sia per la salute”.

Greenpeace: da oltre quarant’anni attivi nella salvaguardia dell’ambiente Greenpeace è la più grande associazione indipendente al mondo che si occupa di azioni dirette rivolte alla salvaguardia dell’ambiente. Il suo obiettivo è “assicurare alla Terra la capacità di proteggere la vita in tutta la sua diversità”. La storia di Greenpeace inizia nel 1971 quando un piccolo gruppo di attivisti, accompagnato da alcuni giornalisti, salpa da Vancouver a bordo di un vecchio peschereccio per dirigersi all’isola di Amchitka, al largo dell’Alaska. Il fine della missione era una protesta non violenta contro pericolosi esperimenti nucleari che si stavano svolgendo in quelle zone, che, oltre ad essere ad alto rischio sismico, erano dimora di molte specie di animali a rischio di estinzione. L’evento fu oggetto di grande interesse da parte dei media e dell’opinione pubblica, tanto che quello stesso anno gli esperimenti ad Amchitka vennero fermati, e l’isola trasformata in riserva naturale. Da oltre quarant’anni Greenpeace organizza numerose campagne caratterizzate da un approccio creativo, volto a tenere alta l’attenzione mondiale su temi importanti quali oceani, foreste, energia e clima, agricoltura sostenibile, inquinamento e disarmo. I suoi principi sono non-violenza, confronto creativo, indipendenza (Greenepeace non accetta fondi provenienti da partiti politici, governi o aziende), partecipazione e coinvolgimento. Dal 1986 è presente in Italia con un ufficio centrale a Roma e diversi gruppi locali distribuiti in oltre trenta città italiane.

“L’informazione e la consapevolezza dei più giovani sono fondamentali per la diffusione di una coscienza verde” Durante questo primo anno di attività non sono mancate le attività sul territorio, prima fra tutte l’organizzazione di incontri formativi in alcune scuole: “Riteniamo che l’informazione e la consapevolezza dei più giovani

La rete dei gruppi locali Greepeace conta più di 30 città sul territorio nazionale

sia fondamentale per la diffusione di una «coscienza verde». Lo scopo principale di questi interventi è quello di fornire ai partecipanti le informazioni necessarie per iniziare a diventare consumatori critici e consapevoli, e per diffondere queste conoscenze anche ai familiari, i diretti responsabili degli acquisti”. Entrando a far parte del gruppo locale ogni volontario ha l’opportunità di approfondire temi ambientali e contribuire concretamente alle attività. Chiunque desideri ricevere maggiori informazioni, può scrivere all’indirizzo e-mail: gl.bergamo.it@ greenpeace.org, oppure contattare il gruppo tramite la pagina Facebook: Greenpeace gruppo locale di Bergamo.


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Green Rock and Peace Music

Un rocker a bordo Paul, l’aiuto cuoco Quando chiese di partecipare alla campagna contro le trivellazioni dei pozzi di petrolio nell’Artico a bordo dell’Esperanza, fu imbarcato come un semplice membro dell’equipaggio: Paul Simonon non avrebbe dovuto rivelare a nessuno il suo passato da icona della musica punk. Solo in questo modo avrebbe vissuto una reale esperienza di attivismo. Fu così che il bassista della band inglese The Clash, fu presentato agli altri membri dell’equipaggio come Paul, l’aiuto cuoco. La strategia fu decisamente efficace. I suoi compagni hanno scoperto la sua vera identità solo al rientro dalla missione, dopo aver condiviso con lui anche un periodo in prigione: tutti gli attivisti, aiuto cuoco incluso, furono arrestati nel novembre del 2011. Chissà come si sarà sentito quel suo compagno che, durante una jam session sulla nave, sentendolo suonare la chitarra gli aveva detto: “Hey, non sei male! Dovresti dedicarti di più alla musica!”.

Il ritmo dell’attivismo «They paved paradise to put up a parking lot They took all the trees, put ‘em in a tree museum And charged the people a dollar and a half just to see ‘em Don’t it always seem to go That you don’t know what you’ve got Till it’s gone» “Hanno asfaltato il paradiso per costruirci un parcheggio/Hanno tolto tutti gli alberi, li hanno messi in un museo dell’albero/E chiedono alla gente un dollaro e mezzo solo per vederli/Non ti sembra che vada sempre così, che non si sa quello che si ha finché non lo si è perso”. Era il 1970 e Joni Mitchell, scrivendo i versi della sua “Big Yellow Taxi”, componeva la prima canzone ambientalista della storia della musica folk. Lo stesso anno la cantautrice canadese, insieme a Phil Ochs e James Taylor, cantò in un concerto di beneficenza per finanziare la pri-

“Il cantautore Country Joe Mc Donald e Jerry Garcia, chitarrista dei Grateful Dead, composero un pezzo intitolato “Save the whales” dedicato alla campagna di Greenpeace contro la caccia alle balene” ma spedizione di Greenpeace, contro gli esperimenti nucleari nell’isola di Amchitka, in Alaska. I tre artisti, oltre a rinunciare all’intero compenso per una causa nella quale credevano, riuscirono a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’impresa degli attivisti di Vancouver. Il concerto fu organizzato da uno dei fondatori di Greenpeace, Irving Stowe, con l’aiuto della cantautrice Joan Baez. Pochi anni dopo, nel 1976, il cantautore Country Joe Mc Donald e Jerry Garcia, chitarrista dei Grateful Dead, dedicarono il loro brano “Save the whales” ad una nuova campagna contro la caccia alle balene. L’anno seguente Jerry

Jerry Garcia, concerto per Greenpeace, 1977, © Robert Minkin

Garcia aiutò nuovamente l’associazione. Una nave utilizzata per la caccia alle baleniere era ferma e senza carburante nel porto di San Francisco e non poteva proseguire la sua rotta. Il musicista si recò sul posto e improvvisò un concerto nel porto, proprio di fronte alla nave; in una serata raccolse 20.000 dollari e li donò tutti all’organizzazione. I fondatori di Greenpeace e i musicisti della scena rock di quel periodo condividevano lo stesso ottimismo: secondo loro un piccolo gruppo di persone, con passione, creatività e devozione, poteva rendere la Terra un posto migliore. La musica ha continuato a giocare un ruolo importante, artisti di varie nazionalità hanno aderito alle campagne, anche attraverso contribuiti economici. Ne è una testimonianza la compilation “Rainbow Warriors”, realizzata nel 1989 da Greenpeace grazie all’aiuto di numerosi gruppi musicali che hanno donato una loro hit. I brani della raccolta sono un documento della storia del rock degli anni Ottanta; al disco hanno partecipato artisti simbolo della scena musicale di quegli anni come U2, Eurythmics, Sting, Grateful

Paul Simonon, festival Eurockéennes, 2007, © Rama

Joni Mitchell, 1969, © Library and Archives Canada by Weekend Magazine

Dead, R.E.M., Talking Heads, Dire Straits, Lou Reed, Waterboys, Peter Gabriel, Bryan Adams. Ed è stato un successo. Nel giorno in cui il vinile è stato distribuito nei negozi, ne sono state vendute 500.000 copie. Livia Salvi


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All’aria aperta “Ci sto dentro!” Con l’estate si chiude un originale progetto contro la dispersione scolastica. Niente pagella ma risultati ottimi Si chiudono i cancelli, restano vuote aule e lavagne. Si saluta la scuola e le si dà appuntamento a settembre. Ma insieme ad astucci e quaderni, vengono riposti anche guanti, vanghe e rastrelli… pure questi in attesa dell’autunno. Accade all’interno di una scuola speciale, dove, una volta a settimana, al posto delle pareti c’è il cielo blu. E invece delle tabelline e delle capitali si impara a seminare, a tagliare un albero e a riparare un gioco. Nasce così, dalla collaborazione fra la cooperativa L.I.N.U.S di Almenno San Bartolomeo, le cooperative L’Albero e Lumaca di Almenno San Salvatore, e l’associazione L’Aquilone di Mapello, il progetto “Ci sto dentro”. Apprendere cose su sé e il mondo attraverso il fare”. Un nome che ricorda (al negativo!) la fatica di alcuni adolescenti a stare fra i banchi di scuola.

Arte a cielo aperto alla Trucca Per tutta l’estate un museo open air Nello splendido scenario del Parco della Trucca, la nuova installazione del medico artista Domenico Palumbo, “Arte per Tutti” trasforma fino al 12 settembre uno dei più affascinanti parchi di Bergamo in un museo a cielo aperto. 20 pannelli di grandi dimensioni dislocati lungo il parco rilanciano una visione del mondo libero dalla violenza, abitato pacificamente solo da acqua, piante, animali e insetti. Temi cari al fondatore di Comunitarte, movimento nato con l’obiettivo di svincolare l’arte da spazi poco fruibili e accessibili a pochi (http://www.comunitarte.com/), già rappresentati con successo nelle precedenti installazioni come quella esposta all’ingresso del centro commerciale Oriocenter. Massimo Bandera, Assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo, patrocinatore dell’iniziativa, ha sottolineato: “E’ un’occasione unica, dedicata soprattutto alla famiglia, per apprezzare l’arte in un contesto insolito e straordinario, qual è il Parco della Trucca”.

“Attraverso un percorso individuale e di gruppo, gli studenti acquisiscono una maggiore consapevolezza personale e sociale. Sperimentando contesti relazionali e di giudizio diversi da quelli scolastici, scoprono di avere abilità e competenze” “Ci sto dentro” nasce, due anni fa, come risposta alla dispersione scolastica, rivolgendosi a ragazzi che frequentano la secondaria di primo grado -spiega Manuela Zucchinali, psicologa e responsabile del progetto-. Attraverso un percorso individuale e di gruppo, gli studenti acquisiscono una maggiore consapevolezza personale e sociale. Sperimentando contesti relazionali e di giudizio diversi da quelli scolastici, scoprono di avere abilità e competenze”. Fra un sorriso e una carriola imparano a rispettare i compagni e si rivelano grandi lavoratori, pollici verdi e boscaioli provetti. Attività di florovivaismo, bonsaistica, compostaggio, giardinaggio e

Nelle foto: i ragazzi all’opera presso la cooperativa “L’Albero”

piccole manutenzioni: la scelta è ampia negli spazi della cooperativa l’Albero, che ospita fisicamente le “lezioni”. A queste proposte si aggiungono poi laboratori espressivi e relazionali, nonché incontri formativi sulle tematiche di attualità. “Il rispetto delle consegne e delle regole, il lavoro cooperativo e la messa alla prova delle proprie competenze sono aspetti educativi e formativi centrali in questa attività -prosegue Manuela-. Viene inoltre garantito un tutoraggio individuale attraverso

il quale partecipare a colloqui di counselling, orientamento scolastico e professionale. Insieme abbiamo visitato alcune scuole superiori e il risultato è stato che la maggior parte di loro ha deciso di proseguire il cammino scolastico”. Ad accompagnare questi studenti è presente un’intera squadra, composta da un educatore professionale, un formatore, un counsellor, uno psicologo e un giardiniere. E a fine anno la pagella non arriva, anche se i risultati sono ottimi. Nell’anno 2011/2012 sono stati

20 (2 ragazze e 18 ragazzi) i partecipanti, suddivisi nelle mattinate di martedì e giovedì. Anche il numero di istituti comprensivi e paesi coinvolti è risultato positivo. Se con i primi si raggiunge la sufficienza (sono sei), i secondi arrivano a dieci e sono rispettivamente Mapello, Carvico, Suisio, Bottanuco, Villa d’Adda, Sotto il Monte, Solza, Brembilla, Berbenno e Almè. “E’ fondamentale il rapporto diretto con il territorio. La rete consente la crescita del progetto e degli utenti che vi aderiscono -aggiunge Marco Zanchi, presidente dell’associazione L’Aquilone-. Il punto di forza è la collaborazione tra la scuola, la cooperazione sociale, l’associazionismo e i servizi comunali. La programmazione e il dialogo costante hanno costruito un percorso efficace e partecipato, anche per la comu-

nità di appartenenza. Si tratta di un modello innovativo che si sta sviluppando e sta ispirando altre realtà. In autunno attiveremo un’iniziativa simile anche nel Parco dei Colli”. La rete ha consentito inoltre di finanziare il progetto, sostenuto per il 2011-2012 dal contributo della fondazione Comunità bergamasca, da quello di scuole, Comuni, famiglie e iniziative quali la vendita di mele e patate (promossa dalla cooperativa Lumaca). Per chiudere in bellezza l’anno è stata organizzata una festa, alla quale sono stati invitati tutti i partecipanti, ma anche i genitori, gli insegnanti e i dirigenti scolastici. Ora è tempo di vacanza, ma a fine estate la campanella suonerà. E, fra i campi, si tornerà ad impugnare rastrelli e carriole. Michela Offredi





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Sere di mezza estate L’Antenna Europea del Romanico ha organizzato quattro serate per riflettere sull’ambiente naturale del Parco del Romanico, dal Medioevo ai nostri giorni Basta chiudere gli occhi e mettersi in ascolto. Il pioppo all’ingresso dell’ex convento muove le foglie e affida i suoi racconti al vento. Sono le storie dell’Agro passato e delle coltivazioni scomparse, di viandanti silenziosi e di fedeli con il capo chino nel Tempio di San Tomè. Così, fra le mani sapienti del Tempo, si incontrano natura e architettura, in un dialogo complice che attraversa i secoli. Ed

“Oggi come oggi è possibile costruire un paesaggio che sia spazio comune per l’uomo. È la sfida dei nostri giorni”

La chiesa di San Giorgio

è questo incontro il tema delle “Quattro sere d’estate nel segno del Romanico”, il ciclo di appuntamenti proposto, come ogni anno, dall’Antenna Europea del Romanico che veglia sulle perle romaniche di Almenno San Salvatore e San Bartolomeo (San Tomè, San Giorgio, San Nicola e Madonna del Castello). “Naturale o urbano che sia, l’ambiente è una componente fondamentale e complementare di tutta

l’architettura. Centro degli approfondimenti di quest’anno è l’approccio alla conoscenza dell’articolata problematica che ha governato e ancora governa i processi di trasformazione del territorio -spiega Adriana Spangaro Gotti, presidente dell’Antenna Europea del Romanico-. È un contributo alla conoscenza del contesto e agli atteggiamenti progettuali da assumere negli interventi che riguardano l’am-

Il Tempio di San Tomè

biente in generale e quello delle chiese immerse nella natura del Parco del Romanico”. Nel corso di quattro lunedì diversi relatori hanno affrontato l’argomento: Maria Mencaroni Zoppetti, presidente dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, Renato Ferlinghetti, docente dell’Università degli Studi di Bergamo e referente per gli aspetti ambientali del Centro Studi sul Territorio “Lelio Pagani”, Silvia Lanzani, architetto e assessore alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale ed Expo della Provincia di Bergamo, Roberto Nessi, responsabile dell’ufficio Vincoli della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di diverse province lombarde, gli architetti Bruno Cassinelli e Cesare Rota Nodari, e l’ingegnere Pierpaolo Rossi. Esperienze diverse per illustrare l’immenso tesoro di natura e cultura donatoci dalla storia, contributi illuminanti per comprendere che, solo se studiato nella sua complessità, potrà essere traghettato al futuro. “L’uomo da sempre modifica il territorio. Lo fa non solo con la costruzione di case e strade, ma anche con l’introduzione di nuove specie vegetali. Il paesaggio naturale, pur rimanendo tale, può essere frutto di un intervento umano. Questo ambiente artificiale, talvolta, si rivela comunque un bacino di biodiversità”. Ma per scoprire queste trasformazioni, che sono preziose quanto un capitello o una pala

d’altare, è necessario soffermarsi e imparare a riconoscerle. “Uno sguardo esperto può individuare un paesaggio minimo o una brughiera che è prossima alla scomparsa. Si può comprendere così la maestria che sottende un roccolo o il senso di un paese leggendo quello di una scarpata. È come entrare in una chiesa, assaporare il clima diverso dall’esterno, ammirare ciò che la compone e chiedersi come è arrivato lì. Questi elementi aspettano che qualcuno li veda e li riconosca come valore proprio”, ha spiegato Ferlinghetti. Solo leggendo i luoghi si possono riconoscere i segni e le mani che li hanno modellati. E solo così si possono progettare interventi nel rispetto dell’ambiente e

delle esigenze della popolazione. “Oggi come oggi è possibile costruire un paesaggio che sia spazio comune per l’uomo. È la sfida dei nostri giorni -ha concluso il docente-. Alcune esperienze in Bergamasca dimostrano come sia possibile creare una nuova urbanità che sappia fondere segni nuovi e vecchi. Mi riferisco agli interventi che sono stati fatti nel fondovalle seriano. Da luogo dell’emergenza è divenuto centro di incontro, svago e socialità. Solo così la trasformazione, che è inevitabile, diviene di qualità”. E offre piacevoli sorprese, regalando scenari che la natura, pioppo compreso, potrà raccontare ai posteri. Michela Offredi

Aperture estive per i gioielli del Romanico Nel periodo estivo, da maggio a ottobre, è prevista l’apertura straordinaria e gratuita delle chiese del Romanico. Questi gli orari: San Tomè sabato dalle 14.30 alle 18.00 domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00 San Giorgio sabato dalle 14.30 alle 18.00 domenica dalle 14.30 alle 18.00 San Nicola sabato dalle 14.30 alle 18.00 domenica dalle 14.30 alle 18.00 Per informazioni www.antennaeuropeadelromanico.it


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Cucito creativo a km zero Nei negozi Filomania spago alla creatività Da Alzano Lombardo la mania del fai-da-te che ha conquistato l’Italia Un luogo di incontro in cui il piacere di condividere tradizioni e saperi si fonde con la possibilità di imparare a fare qualcosa con le proprie mani. Questa la filosofia del primo negozio Filomania che presto si è rivelata una strategia vincente che ha entusiasmato molte donne sparse per la Penisola. Una tendenza, quella del fai-da-te, scritta nel nostro dna: gli italiani sono un popolo di artigiani, di makers, come piace dire agli americani, di gente che “sa fare le cose con le mani”. E in un periodo come questo, non è

“Nel 1995 due sorelle, Anna e Sara, decidono di aprire una merceria a Ranica. Non il solito negozio di passamanerie e bottoni, ma qualcosa di unico, un posto accogliente e rilassante, dove perdersi a scoprire le sfaccettate possibilità attraverso cui liberare la fantasia, rinnovare la biancheria, dare spago alla propria creatività” una dote da sottovalutare. Molti nostri illustri antenati e grandissimi geni come Leonardo Da Vinci o Pico della Mirandola hanno incarnato lo spirito rinascimentale dell’homo faber, ossia di colui che pensa, progetta, crea. Abilità che si sono concentrate e tramandate anche nel settore della piccola manifattura di qualità, come il tessile e la moda, che tutto il mondo ci invidia. La voglia di tornare a realizzare prodotti unici fai-da-te ha trovato un punto di riferimento nel brand Filomania che, al successo del primo punto vendita, ne ha aggiunto un secondo e poi un terzo. Oggi si contano ventuno punti vendita in tutta Italia: una formula che funziona anche in piena crisi, perché si è rivelata molto più di un semplice negozio dove comprare una zip o filo per cucire. Una moda “collaborativa” che recupera il concetto di arti-

Shop Center di Osio Sotto

Shop Center di Ranica

Shop Center di Trescore Balneario

gianato diffuso e connesso che ha da sempre caratterizzato la Penisola e lo incanala verso una passione sostenibile che spesso abbraccia l’arte del riciclo. E così vecchie cravatte del nonno, che prima sarebbero passate dal fondo del cassetto al fondo del cassonetto, oggi diventano ampie gonne a ruota e vecchi abiti o pantaloni lisi si trasformano in ottimi tessuti per una coperta patchwork. E un lenzuolo anonimo può essere ricamato per un evento importante, caricandosi di un valore inestimabile: l’amore di un pensiero fatto pensando a qualcuno di speciale. In tutti i negozi vengono inoltre organizzati corsi per apprendere le tecniche patchwork, appli-

qué, bargello, bisquit, cathedral window, curve creative, origami di stoffa, stella di Betlemme, square in a square, watercolor, punto croce retro perfetto. Molti di questi metodi provengono direttamente dall’America, dove è nata la tradizione patchwork e la passione di Sara per questa lavorazione. Una tecnica ideata dai pionieri americani che riciclavano le parti migliori dei capi ormai consunti per realizzare nuovi abiti o coperte. Ogni settimana, generalmente di sabato, sono organizzate delle dimostrazioni gratuite su tecniche e materiali, dove vengono fornite istruzioni per provare a cimentarsi in progetti di facile realizzazione. In estate sono poi

“Filomania è un centro di aggregazione per molte persone che condividono la stessa passione. In tutti i negozi vengono organizzati corsi e dimostrazioni gratuite, dal patchwork al cucito creativo, aperti anche a ragazzi e bambini” proposti percorsi specifici per bambini e ragazzi che desiderano avvicinarsi alla manualità e alla creatività per realizzare t-shirt, borse, copriquaderni, accessori

moda. Rendere partecipi i propri “clienti”, dando loro facoltà di decidere quanto vogliono essere attivi nella creazione del prodotto finale è un pilastro importante che accompagna la gestione dei negozi. Perché la qualità non è contenuta solo nell’oggetto in sé, ma risiede soprattutto nella rete di relazione e scambio che si mantiene e fiorisce prima e dopo l’esperienza. Condividere e mettere il proprio sapere al servizio degli altri per facilitare la produzione e la libera espressione: sembra essere ancora questo il segreto del successo della formula Filomania. Provare per credere. Alice Motti


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E...state nello sport A ruota libera

Orobie Stam-bike 2012 tra le vette in Valle di Scalve

Human Bike, quando la bici diventa una scelta culturale

Südtirol Sellaronda Hero 2012 71 i bikers bergamaschi

Imperdibile appuntamento per gli amanti delle due ruote: la prima edizione di Orobie Stam-Bike dal 26 al 29 luglio parte dalla Valle di Scalve. Quattro giorni in mountain bike per gli appassionati di natura, bici e montagna: dalla Presolana alla Diga di Gleno, dai laghi d’alta quota ai monumenti storici di Vilminore, dalle antiche miniere di Colere e della Manina alla pineta di Schilpario. Fra boschi, rifugi, borghi carichi di memorie e polenta fumante con cui rifocillarsi dopo una giornata di intensa attività fisica, questo tour rappresenta una grande occasione per recuperare spazi e tempi di distensione e di scoperta, a contatto con sé stessi e con la natura. La partenza è prevista il 26 luglio da Vilminore e da lì via per Schilpario, attraversando Campelli alla volta del Passo del Vivione, oltrepassando i Laghetti del Venerocolo per arrivare fino alla Cascata del Vò e finalmente al Rifugio Albani, prima di affrontare il Passo della Manina e giungere a Nona, poi a Vilminore e a Pianezza, per concludere il 29 alla Diga del Gleno. L’iniziativa non si rivolge ai professionisti della mountain bike, “ma certamente sarà utile avere nelle gambe un po’ di allenamento” come consiglia Marco Zanchi, uno degli organizzatori e socio di Shape di Bergamo, associazione sportiva che ha ideato e promosso il progetto con il patrocinio della Comunità Montana di Scalve e del CAI Valle di Scalve. Le iscrizioni sono aperte fino al 10 luglio per un totale di 20 partecipanti. Il costo di 280 € comprende vitto (dalla cena di giovedì 26 al pranzo di domenica 29), alloggio, trasporto in jeep di bici e bikers al Rifugio Albani (1939 msl), visita delle antiche miniere con guida, sala d’appoggio con spogliatoio e docce, assicurazione. E’ escluso il viaggio a/da Vilminore di Scalve (BG). Per informazioni: www.associazioneshape.it

Dall’1 al 3 giugno la sede di Temporary Black Space è stata convertita nell’headquarter del Progetto Human Bike, trasformando Bergamo in una grande pista ciclabile. Progetto indipendente ideato dal laboratorio di Temporary Black Space, il collettivo di artisti e curatori indipendenti attivo a Bergamo dal 2008, Human Bike ha aperto la città a momenti di talk informali, performances, partite di Bike-polo, sessioni di stampe serigrafiche, esposizioni e situazioni conviviali. Luogo di incontro e di sperimentazione, il progetto si è trasformato in un osservatorio temporaneo sulla città, costruito da chi “usa” la bici non solo come mezzo di trasporto sostenibile ma anche come scelta culturale e strumento consapevole di un nuovo stile di vita. Grazie al progetto Human Bike si possono scoprire una serie di itinerari ciclabili che si snodano tra i luoghi di Artdate, la manifestazione organizzata da Theblank, e aree alternative dove l’arte ha trovato spazio per mostrarsi, come l’Orto Botanico L. Rota e il Sentierone, dove è possibile ammirare un’installazione di TBS studiata per il primo Festival dell’Ambiente di Bergamo. Percorsi che è possibile fruire autonomamente o grazie a gruppi di ciclisti semi-organizzati: giovani “ciceroni” guidano alla scoperta della realtà urbana ridisegnata. Un “apparato aperto” composto da immagini, suoni, testi, parole e persone per creare relazioni e coinvolgere la cittadinanza ad aprirsi a suggestioni artistiche in sella ad una bicicletta.

La gara di mountain bike più dura d’Europa, la SÜDTIROL SELLARONDA HERO, il 23 giugno ha visto schierati sulla linea di partenza oltre duemila partecipanti pronti a sfidarsi lungo tracciati di 82 e 52 chilometri nel cuore delle Dolomiti. Bergamo era al quarto posto come numero di partecipanti, 29 dei quali hanno deciso di misurarsi nel percorso più lungo. Giovani e meno giovani (tra i concorrenti più di uno superava i settant’anni) hanno affrontato lunghe salite con anche 800 metri di dislivello in 4 chilometri, percorsi con pendenze che si avvicinano al 27% e con salite tanto ripide da costringere i ciclisti a scendere dalla bici e trasportarla a mano, come nell’ultimo tratto del passo Duron. L’arrivo dei primi concorrenti, quest’anno ha visto Leonardo Paez, trentenne colombiano del team TX Active Bianchi, segnare un tempo record di 4:33’16” per il tracciato di 82 chilometri (con 4.200 metri di dislivello). Sul fronte femminile l’eroina della giornata è stata Katrin Schwing: la tedesca del team Trek Domatec, al secondo successo consecutivo della gara che circumnaviga il gruppo del Sella, ha chiuso il percorso in 6:04’16’’. ll vincitore del percorso breve di 52 chilometri (con 2.700 metri di dislivello) è stato Daniel Jung di Naturno che ha chiuso il percorso in 3:21’19”, mentre per le donne a salire sul podio è stata Julia Innerhofer che ha chiuso in 4:21’27”.


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Toner e cartucce i migliori prezzi direttamente dal produttore

24° edizione Pinnata d’Adda 160 uomini, 49 donne e 1 cane Da 24 anni a Porto d’Adda l’ultima domenica di giugno è consacrata alla Pinnata dell’Adda, una competizione agonisticogogliardica che richiama oltre 200 nuotatori da tutta la Lombardia; armati di muta, maschera e pinne, si cimentano nel nuoto pinnato per i 5 chilometri che separano la centrale idroelettrica Esterle di Porto d’Adda dal laghetto di Trezzo. La Pinnata, nata come iniziativa

privata che coinvolgeva pochi istruttori e soci del Bergamo Diving Center, si è trasformata nel giro di poco tempo in una vera e propria manifestazione a cui possono partecipare tutti coloro che hanno superato i 14 anni. Per la discesa di un tratto del fiume Adda, i 210 iscritti alla gara si sono dati appuntamento alle 8.30 di domenica 24 giugno al ristorante “Pacialacc”, sulla strada sterrata che costeggia il

fiume. Consegnato il numero di gara i partecipanti si sono diretti al punto di partenza, presso la centrale idroelettrica Esterle. Un “botto” ha dato inizio alla discesa ed ecco che la corrente (che puntava verso valle) ha aiutato gli sportivi a scivolare con rapidità verso il traguardo… e il generoso buffet previsto alla fine della competizione. Tra i partecipanti: 160 uomini, 49 donne e 1 cane.

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Agricoltura

Lo chiamavano “Pecoranera” La storia di un ventenne e della sua scelta di vivere controcorrente, con 200 euro al mese “Si definisce pecora nera della famiglia o di un gruppo di conoscenti un individuo che ha imboccato una cattiva strada o che non soddisfa le aspettative degli altri componenti”. Così recita il dizionario e così inizia una storia particolare. Quella di un ventenne che, in un mondo di strade e uffici, ha scelto la Terra. L’auto è stata sostituita con le gambe, i corridoi del supermercato con i filari fra pomodori e patate. Devis Bonanni, classe 1984, nato e cresciuto in Carnia, inizia così il suo racconto. Da qualche metro di terra coltivata e da una e-mail mandata al capo nella quale confessa che “le sue aspettative di vita non aderiscono più alla missione aziendale”. Mollato il lavoro come tecnico informatico e un salario sicuro, si ritrova faccia a faccia con la natura: con il sole che scalda e la terra che profuma, il freddo pungente e la grandine che in pochi

“Fra le sue pagine si mischiano le citazioni di Thoureau e la saggezza dei montanari, quelli che fra la terra sono nati e morti” minuti distrugge il lavoro di un anno. “La vita contadina è un compromesso con i capricci del tempo”, realizza nei mesi Devis, e “per quanto il contadino possa essere esperto della sua terra c’è sempre qualcosa che sfugge alla comprensione umana. È il miracolo della vita, nel quale al-

cuni vedono la mano di Dio, altri l’abbraccio della Madre Terra”. Fra le pagine si mischiano le citazioni di Thoreau e la saggezza dei montanari, quelli che fra la terra sono nati e morti. Compagni ai quali pensare quando il clima castiga e i rimpianti bussano alla porta della casetta in legno, dove vive inizialmente questo bastiancontrario. Devis non demorde e, con le stagioni, arrivano i cereali, le melanzane, i peperoni e le zucchine.

per qualche giorno, a chi vuole sentirsi dire che è possibile vivere così, con 200 euro al mese. Perché in fondo la vita del contadino è dura, ma “la rabbia sfuma nei pomodori e nelle cure che si riservano loro” e a sera “sono i corpi sfiniti a condurre le persone al giaciglio, prima che non sia troppo buio”. Oggi il progetto “Pecoranera” mira a coinvolgere altre persone nella realizzazione di una rete comunitaria ecologica e solida-

Siamo così …senza trucco! La storia di 4 donne e un vino Sono donne senza trucco Dora Forsoni, Nicoletta Bocca, Elisabetta Foradoni e Arianna Occhipinti, donne che non hanno paura di mostrare rughe e mani sporche di mosto. E senza trucco è anche il loro vino, nato dalla passione di chi la terra la conosce bene e non ha bisogno della chimica per farla fiorire. “Senza trucco”, ma con tanta pazienza e amore. Nasce così il film-documentario della regista Giulia Graglia dedicato a quattro moschettiere del vino naturale, biologico o biodinamico. Le immagini seguono le stagioni e il ciclo di crescita, maturazione e vendemmia dell’uva. Nessuna casa cinematografica ha sostenuto questo film fatto di silenzi e gesti precisi: si è fatto strada da solo. Non c’erano i soldi per il montaggio e la produzione, così dopo le riprese è stata lanciata, tramite il blog, una campagna pre-acquisto per il dvd. E il denaro è arrivato, così come il successo: la pellicola sta facendo parlare di sé in Italia (è stato presentato a Torino durante Cinemambiente e ha partecipato al Festival Siciliambiente) e nel mondo. “Crediamo in una visione positiva della vita. Abbiamo deciso di raccontare una bella storia e di non soffermarci su drammi sociali o economici -scrivono sul blog le protagoniste-. Noi stesse siamo la prova che, quando si crede fermamente in un progetto, si riesce a diventare contagiosi e a creare un passaparola fatto di fortuna, sostegno psicologico e supporti pratici”. Per informazioni http://senzatrucco.wordpress.com/

Impara il piacere della rinuncia (“che per quanto non tutti siano d’accordo, dà le medesime soddisfazioni di appagare i propri desideri”) e a vivere d’agricoltura: mangia ciò che produce, vende ciò che avanza. E a scaldare mani e cuore ci pensano il fuoco e un bicchiere di vino, assaporati in compagnia di un amico o di un passante. Dopo qualche anno di solitudine l’esperienza di Bonanni si apre all’esterno: a chi vuole aiutare per un’estate o solo

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le (l’esperienza è sul blog www. progettopecoranera.it). I passi del suo ideatore hanno percorso l’intera Italia (fisicamente ma anche in rete), sono nati un documentario girato da MTV e un libro, per raccontare come si possa tornare indietro di qualche anno, riallacciare “il filo di qualcosa che si è interrotto per una generazione o poco più, quella

dei nostri genitori”. Un processo avvenuto in Carnia, ma anche in Bergamasca. La storia di Devis prosegue, mentre il libro si conclude con un invito: “Non pensate a niente se non a procurarvi pochi metri quadri di Terra, ovunque voi siate, che siano su un balcone o in mezzo ai rovi di una campagna dimenticata, da cui cominciare il

vostro cambiamento. Se saranno pomodori o peperoni, mele o albicocche, fave o fagioloni, cavolfiori o biete, saranno loro, le piante, a condurvi per mano, a spiegarvi come si fa”. Una raccomandazione semplice e allo stesso tempo miracolosa. Come la Terra. Michela Offredi


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Quattro telecamere e uno smartphone per controllare le 60 caprette 24 ore su 24 A Fabio Bonzi di San Giovanni Bianco Il premio della Coldiretti “Oscar Green 2012” per l’innovazione È il giovane bergamasco Fabio Bonzi ad aggiudicarsi l’Oscar Green 2012 per l’innovazione. La sua azienda agricola, infatti, è stata premiata nella categoria «stile e cultura d’impresa» del concorso promosso dai giovani della Coldiretti, teso a valorizzare le storie di idee e lavoro di coloro che scommettono sull’agricoltura. L’azienda di Fabio Bonzi (che porta il suo nome) è stata premiata per il connubio tra tecnologia e agricoltura. Il giovane ventinovenne di San Giovanni Bianco, essendo titolare e unico lavoratore della sua impresa, si è inventato un modo hi-tech per controllare 24 ore su 24 le sue caprette. Nella stalla ha installato quattro telecamere che, grazie al collegamento internet e ad uno smartphone, permettono all’allevatore di essere virtualmente sempre in stalla, anche quando è fisicamente lontano per altri impegni o commissioni. Un modo ingegnoso e tutto sommato a basso costo per poter portare avanti il proprio lavoro, conciliandolo con la vita quotidiana.

«È una bella soddisfazione ottenere questo riconoscimento, solo un anno dopo aver dato avvio a questa attività -commenta il giovane imprenditore-. L’utilizzo della tecnologia non sostituisce il lavoro, ma sicuramente mi aiuta. Se accade qualcosa e occorre subito un intervento in stalla, posso saperlo e provvedere».

Bonzi per anni ha coltivato il sogno di aprire un’attività agricola tutta sua. È partito con 10 caprette, ma era praticamente un hobby. Poi, l’anno scorso, la svolta. Ora ha 60 capre, da cui ricava il latte per trasformarlo in formaggi caprini. Produce, trasforma e vende tutto da solo (e ogni tanto con l’aiuto della ma-

dre, oltre che della tecnologia) nel raggio di pochi chilometri. Nel frattempo ha avuto l’occasione anche di inventarsi un nuovo formaggio. «Si chiama “capriele” perché unisce il latte caprino con il miele -racconta-. L’idea è nata in collaborazione con un’azienda di Asti ed è tutto rigorosamente a chilometro zero». E il “capriele” è la seconda motivazione per cui Bonzi è stato premiato. Per realizzare l’occhio elettronico che controlla le sue capre, l’investimento è stato di soli 1.200 euro. Una scelta che, però, ha permesso di facilitare molto la vita lavorativa del giovane di San Giovanni Bianco. Una scommessa vinta. «In realtà ho scommesso su me stesso, oltre che sull’agricoltura -dice Bonzi-. In questo periodo, per fortuna, ci sono tanti giovani che riscoprono e scommettono sul mondo agricolo». Grande soddisfazione per il successo dell’azienda bergamasca viene espresso anche dalla Coldiretti Bergamo. In effetti, Bonzi ha battuto una concor-

renza di 67 aziende lombarde partecipanti, di cui ben 10 dalla Bergamasca. «Questo premio -sostiene il presidente della Coldiretti bergamasca, Alberto Brivio- è il miglior esempio di quanto innovativo sia l’apporto che i giovani stanno dando al settore agricolo, il cui processo di rinnovamento travalica anche le situazioni di crisi, a dimostrazione che l’agricoltura deve essere oggi ancor più considerata il settore primario, non tanto nei termini quanto nel reale peso che ha, sia dal punto di vista produttivo sia occupazionale». «Siamo orgogliosi del fatto che questo premio prestigioso sia stato attribuito a un’azienda bergamasca -aggiunge il direttore della Coldiretti di Bergamo Lorenzo Cusimano-. È giusto dare un volto a tutte quelle imprese che contribuiscono con spirito innovativo alla costruzione di una filiera agricola tutta italiana, per rispondere alle esigenze dei consumatori ed essere sempre più competitive sul mercato». Raffaele Avagliano


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Storia & Personaggi

Gregory Bateson tra “ecologia della mente” ed “epistemologia del cuore” Il protagonista di un itinerario intellettuale tra i più affascinanti e suggestivi dell’ultimo secolo La comprensione complessiva del pensiero articolato e coinvolgente di Gregory Bateson richiede una ricostruzione per sommi capi, “a mo’ di indice ragionato”, del contesto storico epistemico della cultura americana degli anni Sessanta. Bateson si muove proprio in quell’arco temporale tra gli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo: “si muove” nel senso che diventa un punto di riferimento critico per i nodi epistemologici di un sapere e di una prassi non meccanicistica. Gregory Bateson è stato protagonista di un itinerario intellettuale senz’alcun dubbio tra i più affascinanti e suggestivi dell’ultimo secolo. Una figura interessante, capace di stare all’interno

Storia & personaggi: la rubrica che intende ripercorrere -attraverso fatti salienti e personalità illustri- la nascita e l’evoluzione del “pensiero ecologico”, dal suo avvio negli Stati Uniti degli anni ’60, fino ai giorni nostri. A cura del Centro di Etica Ambientale www.centroeticaambientale.com

“Gregory Bateson è stato capace di stare all’interno degli «specialismi» antropologia, cibernetica, psichiatria, etologia, biologia, ecologia, «religione» senza rimanerne intrappolato” degli “specialismi” - antropologia, cibernetica, psichiatria, etologia, biologia, ecologia, “religione” - senza rimanerne intrappolato. Sensibile alle esigenze della comunicazione tra i “linguaggi” e delle connessioni tra gli stessi, affascinato pensatore dell’ordine generale di senso, di verità della natura e dell’uomo. Antropologo per quasi un ventennio (1926-1945) e, dalla fine degli anni Quaranta, impegnato su due percorsi scientifici: da una parte, come promotore del programma di ricerca sulla “teoria dell’informazione”; dall’altra, quale esploratore di codici di comunicazione operanti tra gli schizofrenici. Risale a questo periodo la celebre teoria del “doppio vincolo”. Negli anni Sessanta, i percorsi di Bateson si ramificano ulteriormente nella direzione dell’etologia, con la decodificazione

dei linguaggi dei delfini e nella direzione della ri-epistemologizzazione della biologia. L’esito è la costituzione di una teoria dell’evoluzione che, rovesciando il deduttivismo teo-antropocentrico -da Dio, all’uomo, agli infusori- mostra il proprio carattere stocastico, determinato dalla cooperazione tra organismo e ambiente, all’interno di processi evolutivi di straordinaria coevoluzione. La biologia, a sua volta, si prepara ad accogliere l’itinerarium batesoniano: quello che per ragione di sintesi denominiamo “ecologia della mente”. Entro tale cornice epistemologica, la metafora che, secondo il pensiero di Bateson, meglio esprime l’unità in questo mondo

mento, dell’embriologia e della genetica”, ovvero “il più ampio conoscere integrato che tiene unita l’intera biosfera o creazione”. L’estetica è forma di conoscenza che s’appropria della “creatura”, della “bellezza” dinamica, complessa, come unità e conciliazione dei processi di creazione e distruzione. Un’estetica che si dilata, a sua volta, fino a diventare olografica, olonomica, in cui il particolare, così relativo nella complessa relazionalità del tutto, si rovescia in ostensorio, in epifania dello splendore divino. Con Blake, Gregory Bateson ripete: “Vedere il mondo in un granello di sabbia / e un Paradiso in un fiore selvatico / racchiudere l’infinito nella palmo della tua mano e l’eternità in un’ora”. complesso, dinamico, integrato, evolutivo è quella di “Mente”. “Mente” come l’unità della bio-

sfera, come relazione che lega i domini del “modo dell’evoluzione, del pensiero, dell’adatta-

A cura di Luciano Valle Direttore Scientifico del CEA


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Diario di bordo Tappa al Centro di Etica Ambientale Il racconto di un ragazzo sull’esperienza al Centro di Bergamo e la partecipazione al convegno in Sicilia “L’Etica ambientale fra bellezza e percorsi” Mi sembra ieri quando, appena diplomato, ero alla ricerca di un percorso universitario capace di far risaltare le mie capacità e che fosse davvero vicino alle mie passioni. Oggi mi sto avvicinando alla laurea triennale in “Comunicazione per la cooperazione internazionale, l’impresa e l’ambiente” presso la facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università degli studi di Bergamo. Una scelta che ha saputo aprirmi la mente, coltivando vecchie e nuove sensibilità riguar-

“È importante educare alla responsabilità ecologica e alla cittadinanza attiva, facendo leva sulla creatività che contraddistingue i giovani d’oggi” danti l’interculturalità e il binomio impresa-ambiente. Sensibilità e teorie che ho potuto tradurre in pratiche concrete durante il mio tirocinio al Centro di Etica Ambientale di Bergamo. Un’esperienza importante, in un gruppo di lavoro accogliente e preparato, che ha saputo accompagnarmi, istruirmi e formarmi nel mondo dell’etica ambientale, promuovendo idee concrete, ricerca e cultura.

Durante questa mia tappa, ho potuto toccare con mano l’organizzazione di eventi ed iniziative volti alla divulgazione dell’etica ambientale tra le giovani generazioni e in particolare tra gli studenti delle scuole superiori della Bergamasca (progetto Sorella Terra) e sento di aver meglio compreso le strategie di sensibilizzazione all’ambiente. Infine ho preso parte al progetto di nascita di una rete aperta di conoscenze e impegni condivisi anche al di fuori della provincia di Bergamo: il convegno del CEA

organizzato in Sicilia, a Piazza Armerina (Enna), sul tema “L’etica ambientale tra bellezza e percorsi”. Un’occasione preziosa di condivisione e di indiscutibile coinvolgimento, volta all’esame critico dei nuovi scenari filosofici, epistemologici e teologici che definiscono il “nuovo abitare” umano. Tra gli spunti di riflessione: la dottrina sociale della Chiesa nei confronti della salvaguardia del creato, l’impegno promosso dal “Patto dei Sindaci” e l’innovativo “Patto dei Parroci” a cura del CEA di Bergamo,

che mi auguro possa affermarsi in tutte le parrocchie italiane e comunitarie. Di grande interesse anche i temi di bioedilizia, la nuova sostenibilità dell’abitare, l’efficienza energetica nelle strutture architettoniche tutelate dai Beni culturali. Ed infine, l’educare alla responsabilità ecologica e alla cittadinanza attiva, facendo leva sulla spontaneità e la creatività che ben contraddistinguono i giovani d’oggi. Le basi per proseguire in quel cammino di impegni e azioni concrete da parte del Centro di

Etica Ambientale sono più che mai sincere e ben radicate, destinate a contagiare le altre regioni italiane. Non ci resta che continuare ad alimentare il dialogo, rinnovare e fortificare tutti quei legami tra l’uomo e la natura che la post modernità ha voluto dimenticare. Guardiamo alla crisi con spirito critico, morale ed etico. Costruiamo insieme un nuovo Umanesimo planetario. Andrea Sem Castelli Studente presso l’Università degli Studi di Bergamo


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Alimentazione La rubrica che vi invita a conoscere e gustare i frutti che la natura offre ad ogni stagione: più qualità nutrizionali, più freschezza e minor impatto ambientale a cura di Duccio Colombo

Fichi

Peperoni

Freschi o secchi, ma attenzione a non esagerare!

Piccante o dolce, fritto o alla griglia: a ognuno il suo!

I fichi, frutto di una pianta originaria del Medio Oriente (il Ficus Carica), sono noti fin dall’antichità. Greci e Romani ne erano ghiotti e la loro fama è proseguita nel corso della storia. Ne esistono moltissime varietà. I più comuni sono quelli verdi, seguiti da quelli neri. Alcune specie, chiamate bifere, maturano due volte l’anno, mentre le unifere fruttificano solo una volta. Quelli che maturano a maggio sono detti fioroni e sono in genere più grossi e

È una bacca cava e carnosa inizialmente verde ma che, a completa maturazione dei semi, assume una colorazione gialla o rossa. Nella polpa, nei semi tondi e schiacciati ma anche nella parte bianca all’interno si trova la “capsicina”, un alcaloide che conferisce il caratteristico sapore piccante a questo ortaggio. Cos’è? Avete indovinato! Stiamo parlando del peperone (Capsicum annum), un ortaggio della famiglia delle Solanacee, origi-

“La maggior parte delle piante è abbandonata a sé stessa, mentre i frutti vengono raccolti solo per il consumo locale o familiare” meno dolci di quelli che arrivano a luglio e agosto, detti fichi forniti, e in settembre, fichi tardivi. In genere sono frutti molto dolci e sono delle piccole “bombe caloriche”: 74 kcal per 100 g, comparabile cioè al contenuto calorico di uva e mandarini. Valori, questi, molto più alti rispetto a quelli indicati nelle tabelle nutrizionali italiane. Hanno un indice di sazietà medio, sono lassativi e fanno parte di quella categoria di alimenti che può causare allergie in soggetti predisposti.

I fichi freschi sono frutti molto delicati, aspetto che rende difficile il trasporto e la commercializzazione. Per questo motivo il consumo è piuttosto limitato e anche la coltivazione è ridotta. La maggior parte delle piante è abbandonata a sé stessa, mentre i frutti vengono raccolti solo per il consumo locale o addirittura familiare. In Italia la produzione dei fichi si ottiene con impianti arborei di vecchia costituzione, per lo più inseriti all’interno di uliveti o formati da piante sparse, e ubicati in terreni impervi in cui è difficile razionalizzare le operazioni colturali. Questa situazione rende ancora più complicata la raccolta dei fichi e la loro vendita. Per chi non ha la possibilità di coglierne direttamente dalla pianta, ci sono sempre i fichi secchi, prodotti facendo essiccare al sole (per circa una settimana) i frutti freschi; vengono poi sterilizzati in vari modi e commercializzati. Spesso sono conservati con anidride solforosa (come l’uva secca), quindi è bene leggere l’etichetta nutrizionale e scegliere quelli senza conservanti. Diffusi sono anche la marmellata di fichi al naturale o con varianti sul tema (al limone, al rhum, all’arancia) ma soprattutto i fichi canditi e caramellati; si possono consumare sul pane o meglio con formaggi piccanti e molto saporiti. Sempre senza esagerare… soprattutto in un periodo in cui la prova costume è d’obbligo!

“È decisamente poco calorico, poiché è costituito per oltre il 90% da acqua. È un alimento adatto nelle diete dimagranti”

nario dell’America del Sud. Si tratta di una pianta che produce tantissime varietà di frutti con caratteristiche molto diverse anche se, in linea di massima, si può distinguere tra peperoni piccanti (o peperoncini) e peperoni dolci, tra peperoni costoluti da tavola (dai frutti quadrati o rettangolari) e quelli dai frutti appuntiti, dalle forme coniche allungate o molto schiacciate come nei peperoni

Frutta di stagione

Luglio/Agosto

Angurie, lamponi, mirtilli, meloni, ribes

Verdura di stagione

Luglio/Agosto

pomodoro. Si possono conservare in frigorifero per 4-5 giorni nel cassetto delle verdure o, in alternativa, metterli sott’aceto o sott’olio. Se essiccate e macinate dei peperoncini piccanti potete, inoltre, conservarli in vasi di vetro, lontani da luce o fonti di calore. E in quanti modi potete gustarli? Tanti! Possono essere mangiati crudi nelle insalate, in pinzimonio o nella bagnacauda, tipico piatto piemontese a base di acciughe dove vengono intinte verdure ed altro ancora. Viene usato in preparazioni come la peperonata, arrostito sulla brace, ripieno, fritto con altri ortaggi (ottimi fritti con patate e melanzane) e nella caponata. Nel peperone le sostanze più indigeste sono contenute nella buccia, quindi, per chi non lo tollera, è consigliabile arrostirlo sulla griglia, eliminare totalmente la buccia e consumare la sola polpa condita con olio e sale. La caratteristica principale del peperone è la sua elevata presenza di vitamina C, anche se contiene pure vitamina A. È decisamente poco calorico, poiché è costituito per oltre il 90% da acqua, caratteristica che lo rende un alimento adatto nelle diete dimagranti. Le varietà dolci sono generalmente quelle preferite dai consumatori, per la migliore digeribilità e appetibilità; quelle piccanti sono più ricche di vitamine, tanto che raggiungono valori 300 volte maggiori degli altri ortaggi coltivati. Hanno un tenore medio di acido ascorbico altissimo, sono sconsigliati a chi soffre di ulcera o iperacidità gastrica e ai bambini. Tuttavia per la presenza di carotenoidi e sali minerali, hanno il pregio di stimolare la vitalità dei tessuti e il circolo venoso e capillare. Sono quindi validi alleati per combattere malattie vascolari.

Cetrioli, fagiolini, melanzane, pomodori, insalate


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La ricetta biologica del Villino di Erica

Marmellata di fichi al malto di riso

Preparazione Lavate e asciugate velocemente i fichi, spezzettateli grossolanamente e frullate. Mettete 400 g di fichi sul fuoco in un tegame, cuocendo a fuoco medio. Ai 100 gr. di fichi rimasti, aggiungete 3 cucchiai di malto e l’agar agar sciolto prima nel succo di limone; quindi mescolate accuratamente. Dopo 15 minuti, aggiungete questo composto ai fichi nella pentola, mescolate per non più di 2 minuti e poi versate nei vasi già sterilizzati e tiepidi. Chiudete i barattoli e capovolgeteli solo per 5 minuti: la

confettura sarà molto liquida ma l’agar si addensa raffreddando, quindi ricordatevi di rigirare i barattoli. Non muoveteli per 12 ore, trascorse le quali potrete conservarli in dispensa. Ingredienti • 500 gr. fichi • 3 cucchiai di malto di riso • 2 cucchiaini di agar agar in polvere • il succo di 1/2 limone

La ricetta di Lisa Casali

Snack di bucce di fichi

Ricetta tratta dal libro “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali, Gribaudo Editore

Preparazione I fichi sono uno dei miei frutti preferiti e pertanto questo è per me uno dei periodi più belli dell’anno. Durante la breve vacanza che ho appena fatto in Montenegro e Bosnia ne ho assaggiati (più che assaggiati “divorati”) di buonissimi. Questa ricetta è dedicata a chi li gusta senza buccia. Tenete le bucce da parte e conservatele per preparare questo snack che richiede poco lavoro e si conserva a lungo. Lavate bene i fichi e asciugateli prima di sbucciarli. Stendete lo zucchero su un vassoio e disponetevi le bucce. Premetele contro lo zucchero in modo che aderisca bene, quindi giratele e premete ancora. Conservate lo zucchero in eccesso per altre preparazioni (marmellate, conserve, ecc.) e essiccate le bucce scegliendo il metodo che è vi è più comodo. Consiglio di approfittare della stagione ancora calda per essiccare le bucce al calore del sole. In questo modo saranno sufficienti 1 o 2 giornate (la sera proteggete le bucce dall’umidità mettendole in casa); con l’essiccatore servono 3 ore e in forno 2 ore. Conservate gli snack di bucce in vasetti con chiusura ermetica.

Ingredienti • la buccia di un 1 kg di fichi • 1/2 bicchiere di zucchero (meglio se di canna grezzo)


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Salute & Benessere

Talassoterapia salute e benessere dal mare Un metodo di cura naturale ed efficace, capace di attivare le potenzialità reattive dell’individuo Le virtù benefiche della talassoterapia, ossia cura marina (da thalassa che significa mare) sono conosciute sin dall’antichità: già gli antichi Egizi, i Greci, i Romani ne sfruttavano le proprietà terapeutiche. Questa pratica utilizza l’azione combinata di tutte le risorse dell’ambiente marino: il clima, l’acqua di mare, la sabbia, le alghe, i fanghi che in questo caso sono detti limi. È parte integrante della medicina termale rispetto alla quale non utilizza solo acqua minerale e fanghi.

“L’acqua marina contiene una grande varietà di minerali e oligoelementi (elementi presenti in tracce) tanto da essere considerata l’acqua minerale più completa in natura” La talassoterapia moderna nasce in Inghilterra verso la metà del XVIII secolo quando il dottor Richard Russel pubblica nel 1750 «On the use of the sea water», mentre il termine talassoterapia compare per la prima volta in un’opera del medico francese «La Bombardiere» nel 1870. Ai primi del ‘900 il biologo René Quinton scopre che esiste una notevole similitudine tra i componenti minerali

del plasma umano e dell’acqua marina.

Caratteristiche di un centro talassoterapico Negli ultimi decenni c’è stata una notevole crescita qualitativa e quantitativa dovuta all’evoluzione delle tecniche idrotermali e alle capacità di indagine sperimentale e di verifica scientifica. L’attenzione della comunità scientifica è comprovata anche dal fatto che molte università hanno attivato corsi post laurea dedicati all’insegnamento e all’approfondimento della materia al fine di formare personale qualificato. Per una corretta valutazione della qualità ed efficacia dei centri talassoterapici, a fronte di una carenza legislativa, ci si deve riferire alle linee guida pubblicate nel 1997 sul Giornale Ufficiale delle Repubblica Francese, ufficializzate in Italia nel corso del secondo congresso mondiale di talas-

soterapia svoltosi in Toscana nel 2005 e ribaditi anche in un congresso scientifico della Federazione Mondiale di Idroterapia e Climatologia (FEMTEC) del novembre 2010, svoltosi ad Hammamet in Tunisia. In sintesi per definirsi tale un centro talassoterapico deve essere situato sul mare, lontano da fonti inquinanti; deve essere usata acqua marina naturale, su cui sia controllata la carica batterica al prelievo e all’erogazione, deve essere presente una supervisione medica e personale qualificato. È inoltre necessario mantenere elevati livelli di igiene e di sicurezza. Il centro talassoterapico deve trovarsi sul mare perché il clima marino è indispensabile ed è condizionato da numerose variabili: la temperatura, l’irradiazione solare, le precipitazioni, la brezza ed i venti, la pressione atmosferica, l’acqua del mare,

l’aerosol marino, la ionizzazione dell’aria, il grado di umidità, lo scarso grado di inquinamento, la bassa concentrazione di pollini, l’elevata concentrazione di ossigeno. Sono tutti fattori positivi per l’organismo con effetto sedativo o stimolante. Altrettanto noti gli effetti positivi del sole: sul sistema immunitario, su alcune patologie della pelle (psoriasi, dermatite seborroica), ma anche su artralgie, reumatismi e osteoporosi post-menopausale.

Acqua marina

L’aerosol marino è acqua in particelle microscopiche con elevate quantità di sali minerali e ioni che sono stati sottratti dal vento e dal moto ondoso all’acqua marina. Queste sostanze inalate costituiscono una sorta di aerosol naturale che stimola la respirazione migliorando l’ossigenazione dei tessuti. Altro

aspetto peculiare è la presenza di un diverso rapporto tra ioni negativi e positivi nell’aria. Sulle rive del mare, ma anche in montagna o dopo un temporale, prevalgono ioni negativi che hanno un’attività benefica sul sistema nervoso e sulla resistenza alle infezioni con riduzione dell’ansia e dell’affaticamento psicofisico, mentre insonnia e fenomeni di emicrania sono determinati più facilmente in zone inquinate con prevalenza di ioni positivi. L’acqua marina, elemento principale della moderna talassoterapia, viene utilizzata a scopo terapeutico per bagni in piscine, in vasche individuali e in percorsi acquatici. Si usa anche per docce, inalazioni, irrigazioni e, dopo un’opportuna preparazione, anche come bibita terapeutica. Contiene una grande varietà di minerali e oligoelementi (elementi presenti in tracce) tanto da essere considerata l’acqua minerale più completa in natura. La composizione chimica è abbastanza stabile in tutti i mari. Un bagno adeguatamente preparato consente alla pelle di far passare gli elementi presenti nell’acqua (fenomeno noto


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la circolazione, dell’eliminazione delle tossine, del trofismo e del tono muscolare.

Alghe e sabbie

Stile di vita e medicina integrata: un approccio olistico per la salute e il benessere Oggi salute significa cura, prevenzione e benessere psicofisico. Con questa rubrica vogliamo porre l’attenzione sui rimedi naturali, sul loro affiancamento all’allopatia (medicina classica) e sulle loro potenzialità nella prevenzione e benessere dell’individuo. Per olistico si intende un approccio alla cura dell’individuo che tiene conto della sua totalità.

come trans mineralizzazione) anche se non è ancora possibile quantificarne gli effetti. È per altro evidente il miglioramento della capacità respiratoria, del-

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Altro utile elemento terapeutico sono le alghe, vengono raccolte preferibilmente lontano dalle coste, lavorate in tempi brevi dalla raccolta e con tecniche idonee a preservarne le proprietà. Ricche di zolfo, antiseborroico, germicida e cicatrizzante e iodio antinfettivo, quando polverizzate

“La sabbia e le alghe sono altri elementi utilizzati per la psammoterapia. Sabbie riscaldate vengono applicate con tecniche precise su tutto o parte del corpo” vengono veicolate in creme fluide per impacchi il cui assorbimento attraverso la cute è stato più volte provato. La sabbia è un altro elemento utilizzato per la psammoterapia. Sabbie riscaldate vengono applicate con tecniche precise su tutto o parte del corpo. Si permette alla pelle una elevata evaporazione con effetti vasomotori, secretori, detergenti, disinfettanti, analgesici. Docce, bagni, inalazione, irrigazioni vaginali, buccali, gengivali, ma anche elioterapia, climatoterapia, algaterapia, psammoterapia sono tutte metodiche talasso-

terapiche applicabili sotto la supervisione del medico specialista in caso di malattie reumatiche, dermatologiche, del sistema circolatorio, dell’apparato respiratorio, in medicina preventiva, riabilitativa, dello sport ed estetica con un approccio complessivo al paziente. La talassoterapia, metodo di cura naturale ed efficace, rientra tra gli interventi capaci di attivare le potenzialità reattive dell’individuo. Risponde al concetto di salute allargato, ossia non solo assenza di malattia ma anche benessere psico-fisico. È utile non solo per preservare lo stato di salute, ma anche il suo continuo miglioramento. È idonea non tanto in acuto, dove invece agiscono bene i farmaci, quanto in modo sequenziale, ossia una volta superato l’acuto. Non deve essere considerato un trattamento alternativo; non si vuole cioè sostituire la medicina ma affiancarla con interventi per evitare intolleranze, assuefazioni, resistenza ad alcuni trattamenti farmacologici con benefici che dopo un soggiorno-cura in un centro talassoterapico permangono a distanza di tempo. Patrizia Mantoessi


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Green job

Green job pronti per le sfide del futuro Il team G.E.S. lancia un appello per creare una Green Economy School Il team G.E.S.-Green Economy School si occupa di energia, ambiente e formazione, tre componenti chiave per superare la crisi recessiva in atto ormai da troppo tempo. Il 33% di disoccupazione giovanile, l’inquinamento sempre maggiore di acque, aria, rumore e CO2, il ripetersi di drammatici fenomeni sismici ed idrogeologici: sono gravi realtà alle quali bisogna rimediare per tornare a crescere realizzando progetti ambientali innovativi e strategici. Da qui al 2020 per raggiungere gli obiettivi fissati dalle Conferenze Internazionali di Kyoto, di Durban e di Rio, con incisive politiche energetiche, industriali e territoriali, si possono creare in Italia circa 1 milione di nuovi occupati in varie professioni e specializzazioni della Green Economy (questi dati provengono da elaborazione Centro Studi CNI - Consiglio Nazionale Ingegneri - ARES 2.0 su dati Confindustria, GSE, IEFE, CERM, ISTAT, EUROSTAT). Tra questi nuovi occupati se ne creeranno circa 20.000 nella provincia di Bergamo. Le professioni della Green Economy rappresentano quindi uno degli sbocchi professionali più concreti, validi e interessanti e saranno richieste da aziende e agenzie interinali. A questa domanda del mercato del lavoro bisogna rispondere con un’offerta di formazione professionale qualificata nei vari

Una risorsa per il territorio In pochi punti ecco le ricadute positive della G.E.S. sul territorio: le aziende potranno operare nel rispetto dell’ambiente, risparmiare energia, migliorare la competitività e le vendite, costituire il Covenant of Companies (Patto delle Imprese), attivare nuovi reparti o riconvertirsi verso le FER, utilizzando personale qualificato i comuni e gli enti potranno potenziare i servizi energetici ed ambientali per i cittadini, fare e realizzare i SEAP (Piani di Energia Sostenibile) creando loro stessi nuovi cantieri e occupazione giovani, artigiani, professionisti, disoccupati, potranno qualificarsi e riqualificarsi e gestire così una nuova imprenditorialità soprattutto giovanile Il team G.E.S. si riunisce il primo e terzo lunedì del mese all’ITAS- Istituto Tecnico Agrario di Stato, in via Borgo Palazzo, n. 128 dalle 15 alle 17 (ingresso da Via Trieste). Il prossimo incontro sarà lunedì 3 settembre 2012, con inizio alle ore 15. Per informazioni, documentazione e adesioni alla Fondazione GES: 335.6185994, ing.rocchi@gmail.com, 333.2777486, antonella.art@hotmail.it

Lo stand al Festival del’Ambiente

settori delle energie rinnovabili, dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile. Questa offerta è attualmente disorganica e spezzettata in decine di corsi di vario tipo, durata, costo e qualità. Per questo stiamo formando una rete che coinvolga aziende, scuole, enti locali, associazioni di categoria, ordini professionali, banche e cittadini e che dia vita a Bergamo ad una G.E.S. - Green Economy School, con la missione di formare specialisti in queste professioni emergenti. LA GES è quindi un progetto culturale e formativo permanente che riunisce, mette in rete e trasferisce competenze, intelligenze e cultura ambientale; se sostenuta

con adeguate risorse, può divenire il motore culturale, tecnico e formativo dello sviluppo sostenibile a Bergamo e provincia. Due anni fa è nato il proposito di costituire a Bergamo un distretto delle energie rinnovabili, anche se al momento non è ancora stato fatto. A Milano, invece, Assolombarda ha creato un Green Economy Network con oltre 400 Aziende delle FER (Fonti Energia Rinnovabili). E Bergamo? Anche qui bisogna agire e proponiamo di creare una Green Economy School: ma il tempo stringe. Il Corpo Docente della G.E.S. sarà costituito da specialisti provenienti dalle aziende, Ordini professionali, scuole, universi-

Azienda specializzata nella stampa offset a foglio, produce Stampati Commerciali, Editoriali, Modulistica, Etichette ed Imballaggi. GRUMELLO DEL MONTE (BG) - Via Telgate, 46 (Loc. Campagna) Telefono 035 4491214 - Mail: info@artigrafichefaiv.com www.artigrafichefaiv.com

“La Green Economy School è un progetto culturale e formativo permanente, che riunisce, mette in rete e trasferisce competenze intelligenze e cultura ambientale” tà, libere professioni, favorendo così una rete interprofessionale. Inoltre la Green Economy School potrà avvalersi delle strutture e dei laboratori di varie scuole e aziende per effettuare stage e ricerca applicata da parte degli studenti frequentanti. “Come Team siamo stati presenti al primo Festival dell’Ambiente di Bergamo e vogliamo ringraziare e incoraggiare gli organizzatori e la società Quanta che ci hanno ospitato -commenta Bruno Rocchi, coordinatore team tecnico-scientifico della Green Economy School-. La manifestazione ha avuto un buon successo di pubblico e di presenze. In quell’occasione abbiamo intervistato, con uno specifico questionario, oltre 200 persone, giovani e adulti, sia addetti ai lavori che cittadini. Dalle risposte è emerso un forte interesse alla Green Economy School”. Grande sensibilità è stata inoltre espressa per le seguenti aree di

specializzazione post-diploma: AREA Progettuale, Impiantistica, Gestione Commesse/ SAL/Cantieri, Ottimizzazione Processi Produttivi, Energy Management, Terapie energetiche AREA Edilizia, Territoriale, Urbanistica, SEAP, Viabilità e Trasporti, Idrogeologica, Geofisica AREA Ecologia, Innovazione, Agroalimentare, Ricerca, Materiali, Biotecnologie, Food, EXPO 2015, Chimica Sostenibile, Etica e Sociologia dell’Ambiente. “Speriamo che questo interesse venga concretamente dimostrato nell’aderire alla Fondazione che gestirà la Green Economy School -prosegue Rocchi-. Facciamo quindi un appello pubblico alle aziende, alla classe dirigente bergamasca, alla Camera di Commercio, a Bergamo Sviluppo, a Confindustria, alle scuole, alle associazioni di categoria, al CEA, alle banche, alle forze politiche e sociali, agli Ordini professionali e agli amministratori, affinché sostengano concretamente, anche con risorse economiche, la Green Economy School e aderiscano alla Fondazione. Solo un’alleanza ampia, convinta e condivisa su energia ed ambiente tra gli stakeholders più importanti del territorio può vincere la sfida per lo sviluppo sostenibile e sostenere la crescita di nuovi posti di lavoro socialmente utili”.


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Agevolazioni e sgravi fiscali Per le imprese che investono …Meglio approfittare! Detassazione di spese ambientali, agevolazioni per energie rinnovabili smaltimento eternit e macchinari a basso impatto ambientale Con la green economy si moltiplicano i benefici Con l’avvento della green economy i vantaggi non sono solo ambientali e di tipo occupazionale: la consapevolezza che la crescita di un settore economico legato alla sostenibilità rappresenti sia un volano economico oltre che ambientale ha portato il governo a offrire rilevanti opportunità a livello di agevolazioni e incentivi fiscali. In un settore dove ogni mese emergono nuove opportunità, anche le agevolazioni rappresentano una competenza che necessita di costante aggiornamento e professionalità: non a caso sono sorte in questi anni società dedicate appositamente ai servizi di supporto finanziario, fiscale e di investimento nel settore fotovoltaico e delle energie rinnovabili in genere. Una vera opportunità per le numerose piccole e medie imprese che sono spesso -giustamente- concentrate sul

proprio core business aziendale. Ci sono però agevolazioni che sono attualmente disponibili e che rappresenterebbero un cospicuo risparmio di costi per l’azienda, come spiega Manuela Angeloni, della Vendor Lease & Rent Srl, società che si occupa da anni di soluzioni finanziarie per aziende, in particolare per quanto riguarda gli investimenti in energie rinnovabili e macchinari a basso impatto ambientale: “Molte imprese non approfittano di incentivi anche generosi solo perché spesso non ne sono a conoscenza. È un vero peccato perché il risparmio economico, anche semplicemente a livello di detassazione, può essere davvero considerevole”. Tra le opportunità aperte vi sono le consulenze ai proprietari di immobili per la cessione del diritto di superficie per la realizzazione di un impianto fo-

tovoltaico, oppure per soluzioni di efficientamento energetico. Un’altra opportunità particolarmente interessante riguarda la detassazione ambientale, un’agevolazione rivolta alle piccole e medie imprese che affrontano un investimento green in energie rinnovabili e impianti a cogenerazione, in macchinari a basso impatto ambientale o per smaltimento dell’amianto. Questo beneficio fiscale (di cui riportiamo un esempio a lato) è dato dalla deduzione dal reddito imponibile di una parte dei costi sostenuti per l’investimento, con il conseguente risparmio d’imposta. È un incentivo disponibile a piccole medie imprese di ogni settore e su tutto il territorio nazionale. Non è nemmeno previsto un platfond e pertanto non vi è il rischio di esaurimento fondi. Insomma, basta informarsi e magari il risparmio è proprio dietro l’angolo. Meglio approfittare! Diego Moratti

ESEMPIO APPLICATIVO DI DETASSAZIONE FISCALE IMPIANTO AMBIENTALE

€ 200.000,00

COMPONENTE AMBIENTALE 60% (FORBICE DAL 10% AL 60%)

REDDITO IMPONIBILE

€ 120.000,00

BENEFICIO DATO DAL RISPARMIO DI IMPOSTA

SOCIETÀ DI CAPITALE IRES 27,5%

€ 33.000,00


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Ecologia & imprese

Piccoli gesti per grandi risparmi La sfida dell’acqua, ogni goccia conta Nel negozio Leroy Merlin di Seriate l’adesione alla Greenweek europea è stata l’occasione per concretizzare una politica attenta al riuso e al riciclo dei materiali Leroy Merlin, il famoso brand con oltre 300 negozi in 13 paesi, sceglie il “green look” non solo per il proprio logo. L’azienda di bricolage che contribuisce ogni giorno al miglioramento della casa e dell’habitat, ovunque nel mondo, ha fatto della sostenibilità un valore portante del proprio business, con molte iniziative per incentivare le buone pratiche per vivere più in sintonia con l’ambiente. Un messaggio importante che raccoglie l’eco della Greenweek, la conferenza europea sull’Acqua, e la diffonde nella provincia di Bergamo. ong, rappresentanti governativi e funzionari dell’UE si sono raccolti dal 22 al 25 maggio a Bruxelles con l’obiettivo di individuare soluzioni ai principali problemi legati all’annosa questione del dispendio di risorse idriche. Il rapido incremento della popolazione e i cambiamenti climatici fanno sì che la disponibilità di acqua di buona qualità sia sempre più scarsa e anche l’Europa deve correre ai ripari. La deadline per l’implementazione della Water Framework Directive prevista per il 2015 è “dietro l’angolo”, ha affermato Janez Potocnik, Commissario Europeo per l’Ambiente. Inoltre, entro novembre di quest’anno, deve essere varato dall’esecutivo europeo il piano per la salvaguardia delle risorse idriche. La Settimana Verde si è dimostrata quindi un ottimo momento di confronto fra gli stakeholders del settore idrico, gli Stati membri e la Commissione. La volontà di sviluppare le strategie esistenti e implementarle con nuove idee ha visto impegnate 52 imprese e organizzazioni, ciascuna delle quali con prodotti in grado di migliorare le pratiche ambientali. Nel negozio di Seriate l’adesione alla Greenweek europea si è trasformata nell’occasione per mettere in pratica concretamente una politica attenta al riuso e al riciclo dei materiali. L’allestimento del negozio è infatti avvenuto con imballaggi, pluriball e cartoni, riciclati e decorati a mano. Ma non è finita qui: basta una piccola offerta per aderire al progetto

Le buone pratiche per il risparmio dell’acqua

di piantumazione di un’area del comune di appartenenza dei negozi. Per facilitare la raccolta sono stati posti dei pallbox con cassette di cartone riciclato firmati Leroy Merlin vicino alle casse. Durante il mese di giugno si sono inoltre svolti corsi per adulti e laboratori creativi per i bambini, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’utilizzo di prodotti e incentivare azioni mirate volte al risparmio. Nel negozio di Seriate due importanti iniziative: un incontro dove i bambini hanno utilizzato dei fondi di bottiglia a mo’ di vasi decorati con colori acrilici in cui piantare un seme da far germogliare e il progetto nazionale “Piccoli gesti per grandi risparmi”, promosso con la collaborazione di Legambiente. Proposto

prima ai dipendenti e, in seguito al successo e all’entusiasmo suscitato, anche ai clienti. In linea con la volontà di un intervento concreto, Leroy Merlin, in occasione del Festival della Casa, ha lanciato il progetto “Immagina oggi la casa di domani”. L’iniziativa permette di scoprire tutti i prodotti e i contenuti per progettare una casa in armonia con l’ambiente e con chi la abita, perché una casa più rispettosa dell’ambiente è capace di far risparmiare, è più comoda da vivere e più attenta alla salute. Inoltre in ogni negozio sono disponibili i Quaverdi, semplici eco-suggerimenti per combattere l’inquinamento domestico e vivere sano. Alice Motti

Utilizzare il getto d’acqua ridotto quando si apre il rubinetto Usare la doccia invece della vasca da bagno Chiudere il rubinetto quanto si lavano i denti Immettere solo la quantità d’acqua necessaria nel bollitore o in pentola Usare il ciclo economico a pieno carico per lavatrice e lavastoviglie Raccogliere l’acqua piovana per innaffiare e lavare l’auto

A Seriate Bergamo SoStenibile è andato a ruba! Grande successo non solo per l’iniziativa promossa da Leroy Merlin in occasione della Greenweek europea e del Festival per la casa, ma anche per il nostro giornale: Bergamo Sostenibile, distribuito presso il punto vendita Leroy Merlin di Seriate è andato letteralmente a ruba. Non solo evidentemente per la grande affluenza di persone informate o dei curiosi che si sono avvicinati ai temi della sostenibilità, ma anche i distratti clienti che si sono imbattuti nelle diverse iniziative promosse dal negozio di Seriate si sono fatti entusiasmare dal clima di impegno che li ha coinvolti in prima persona. E uscendo hanno portato con sé il nostro mensile. Un caloroso arrivederci, dunque, a tutti i clienti di Leroy Merlin ai nostri lettori!


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Numero 14 - Luglio/Agosto 2012

Riciclare piatti e bicchieri di plastica New entry della raccolta differenziata La novità consentirà di recuperare 140.000 tonnellate di plastica in più ogni anno Dal 1° maggio 2012 i rifiuti di plastica originati da imballaggi non sono più gli unici manufatti ad essere conferibili al circuito della raccolta differenziata dedicata allo specifico materiale. Ora i cittadini possono disfarsi di piatti e bicchieri monouso di plastica con le stesse modalità prima riservate ai soli imballaggi, ovviamente previa eliminazione dei residui di cibo e bevande dal loro interno! Se da una parte la notizia è assolutamente entusiasmante -si calcola infatti che saranno 140.000 in più le tonnellate di plastica recuperata ogni anno- dall’altra sorge spontanea la domanda: cosa stavamo aspettando? Perché i rifiuti da imballaggi e i rifiuti da stoviglie in plastica non vengono già gestiti secondo le medesime modalità, pur essendo, tutto sommato, fatti della stessa “pasta”? Il motivo, non esattamente ovvio, risiede nella destinazione d’uso delle due categorie di oggetti: gli imballaggi, come bottiglie, vaschette salvafreschezza, pellicole e flaconi sono concepiti per contenere, trasportare, proteggere beni o alimenti in ogni fase del processo di distribuzione. Tutto ciò che svolge diversa funzione non è considerato imballaggio ed è perciò escluso dal sistema CONAI (Consorzio Nazionale degli Imballaggi). Qui nasce la differenza. Istituito circa 10 anni fa allo scopo di massimizzare il recupero delle centinaia di migliaia di tonnellate di imballaggi che ogni anno venivano e vengono messe in circolazione nel nostro paese, il CONAI è il consorzio al quale devono aderire tutte le imprese italiane che producono, utiliz-

zano e vendono imballaggi di qualsivoglia materiale. Le imprese aderenti corrispondono un contributo che varia in base alla quantità di imballaggi prodotti o utilizzati in un anno. L’ammontare

“Il CONAI è il consorzio al quale devono aderire tutte le imprese italiane che producono, utilizzano e vendono imballaggi di qualsivoglia materiale”

dei contributi corrisposti al Consorzio viene da esso ridistribuito ai comuni che finanziano il servizio di raccolta differenziata, oppure stanziati per programmi di ricerca di sistemi innovativi per il recupero di materia. Con il suo milione e mezzo di aziende iscritte, il CONAI costituisce una delle realtà consortili più all’avanguardia che l’Europa conosca, efficiente ed efficace, in grado di garantire elevatissimi standard di recupero e valorizzazione dei materiali da imballaggio. Tuttavia, per sua stessa natura, tale sistema non è in grado di coprire anche gli oneri della raccolta di rifiuti non derivanti da imballaggi che sono quindi rimasti totalmente

“fuori dal giro”, almeno fino allo scorso maggio. L’estensione del “sistema CONAI” alle stoviglie in plastica è stata sancita nella riunione del 26 aprile 2012 del Comitato di coordinamento CONAI e l’Associazione Comuni Italiani (ANCI). Si legge nel comunicato stampa che ha accompagnato la diffusione della notizia: “Quella dei piatti e bicchieri di plastica è un’importante novità […]. Da questa estensione, potrà derivare non solo un beneficio ambientale ma anche l’opportunità per i Comuni di veder potenzialmente aumentare in misura considerevole i corrispettivi ricevuti […]”. Potrebbe essere questa l’occasione per il Comune di Bergamo per riprogrammare il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti includendo stavolta anche la plastica? L’attuale scelta di destinare la totalità di tale materiale ai termovalorizzatori per la produzione di energia non va soltanto contro i dettami europei (e dell’umana coscienza) che privilegiano il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti e approvano il recupero energetico solamente quando rimane l’unica alternativa allo smaltimento, ma dal 2015 tale esclusione andrà anche contro la Legge che impone ai Comuni di realizzare entro tale data la raccolta differenziata almeno per carta, metalli, vetro e plastica. Questa novità per Bergamo potrebbe allora valere doppio! Marta Pettena


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Incentivi alla green economy per pilotare l’Italia fuori dalla crisi Nuovo decreto legge sullo sviluppo: misure urgenti per la crescita del paese Il 26 giugno 2012 è ufficialmente entrato in vigore il degreto legge approvato dal Consigli dei Ministri contenente misure urgenti e strutturali per la crescita sostenibile e la creazione di nuova occupazione, volte a stimolare il rafforzamento della competitività, la ripresa della domanda e lo stimolo al dinamismo imprenditoriale. Particolare evidenza acquistano le imprese che operano nei settori della green economy e della protezione del territorio, per le quali è previsto un contributo, sotto forma di credito d’imposta del 35% del costo sostenuto per le nuove assunzioni a tempo indeterminato (per almeno 3 anni ) di profili altamente qualificati (personale in possesso di laurea magistrale a carattere tecnico o scientifico impiegato in attività di ricerca e sviluppo, o in possesso di dottorato di ricerca), con un limite massimo pari a 200 mila euro ad impresa. E per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (con riserva del 30% per gli under 28 anni) viene esteso il finanziamento agevolato previsto dal fondo di Kyoto, al tasso dello 0,5%, per le imprese

green che operano nei settori della protezione del territorio, biocarburanti di seconda e terza generazione, tecnologie nel solare, biomasse, biogas e geotermia, e dell’incremento dell’efficienza energetica. Altre misure per lo sviluppo e il rafforzamento del settore energetico sono previste a favore dei produttori di biocarburanti, per la salvaguardia del mare nelle

energia che possono usufruire di sgravi fiscali e parafiscali. Da evidenziarsi la sospensione dell’entrata di operatività del SISTRI (sistema per la tracciabilità dei rifiuti) sino al 31.12.2013, con l’obiettivo di verificarne il funzionamento: sospesi i contributi delle imprese, ma non gli obblighi

previsti dalla legge. Fra le molteplici leve necessarie allo sviluppo del Paese, il Decreto spazia dall’attrazione di capitali privati alla semplificazione delle procedure per recuperare il ritardo infrastrutturale accumulato, dal rilancio dei settori dell’edilizia e delle costruzioni alle misure per lo sviluppo dei porti; si va poi dall’introduzione di nuovi strumenti di finanziamento e

“Il Decreto spazia dall’attrazione di capitali privati alla semplificazione delle procedure per recuperare il ritardo infrastrutturale accumulato, dal rilancio dei settori dell’edilizia e delle costruzioni alle misure per lo sviluppo dei porti”

estrazioni di idrocarburi, per le liberalizzazioni nel mercato del gas naturale, per l’individuazione delle imprese a forte consumo di

accesso al credito e all’internazionalizzazione per le imprese (il 70% riservato alle PMI) alle misure per il sostegno del settore

agricolo, da quelle volte a facilitare la risoluzione in continuità delle crisi aziendali (revisione legge fallimentare) e a ridurre i tempi della giustizia civile, al controllo dei cittadini sulla spesa pubblica. È istituito il Fondo per la Crescita sostenibile (ex FIT) per finanziare i progetti di rilevante interesse nazionale: promozione ricerca, sviluppo e innovazione, ma anche rilancio aree critiche, internazionalizzazione ed investimenti all’estero. Fra le agevolazioni fiscali a favore della casa e delle famiglie e fino al 30.06.2013 è prevista una detrazione IRPEF del 50% (ora è del 36%) per lavori ordinari di ristrutturazione edilizia sino a 96 mila euro (attualmente è fino a 48 mila euro); dal 01.01.2013 al 30.06.2013, detrazione di imposta del 50% delle spese per interventi di riqualificazione energetica (ora al 55%). Ora la patata bollente passa al Parlamento, per la conversione in legge entro 60 giorni. Per informazioni: www.governo. it, www.gazzettaufficiale.it Valeria Annovazzi

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Energia motore di sviluppo Al Point di Dalmine si festeggia l’Energy Day Opportunità per le nuove imprese, occasione di crescita per tutti Soluzioni green efficienti, dimostrazioni pratiche, best practice e nuove tecnologie in campo energetico: sono questi i punti cardine del Point Energy Day, l’evento organizzato in occasione della Settimana Europea per l’Energia Sostenibile, dal 18 al 22 Giugno, presso il Polo per l’Innovazione tecnologica di Dalmine. Eventi e mostre sono stati programmati in tutta Europa: 7 giorni di convegni e workshop che si susseguono al fine di divulgare la conoscenza sulle innovazioni più significative ed educare il territorio all’efficienza, al risparmio energetico e all’impiego di fonti rinnovabili, in quello che l’Onu ha definito l’Anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti. Ed è proprio in questa direzione che si muove l’evento promosso dalla CCIAA di Bergamo Bergamo Sviluppo, Incubatore d’impresa e POINT, in collaborazione con le Associazioni di categoria, uniti verso la promozione di una green economy che sappia conciliare l’aspetto economico con quello etico e morale “in nome di una alleanza tra uomo e ambiente più armonica e conviviale in grado di salvaguardare le generazioni future” (come espresso da Luciano Valle, direttore scientifico del Centro di Etica Ambientale). Per questo motivo ci si è voluti rivolgere direttamente ai giovani di oggi, coinvolgendoli attraverso il concorso “Professione Ambiente, Professione Energia”. Una sfida che vuole premiare gli studenti con nuove concrete idee per un uso razionale e sostenibile dell’energia. A consegnare il premio ai ragazzi dell’Istituto comprensivo statale Dante Alighieri è stato Benito Guerra, delegato della Settimana per l’Energia. Ma giovani non significa solo studenti, ma anche imprese “giovani”, nate da un paio d’anni o poco più: Icenova Engineering Srl, società che offre servizi avanzati in ambito energetico, e W2W Solutions, azienda che pensa a soluzioni mirate alla gestione degli scambi energetici. Entrambe all’interno dell’Incubatore d’Impresa, progetto di Bergamo Sviluppo che, come spiega il direttore Cristiano Arrigoni, in 10 anni di attività

da sinistra: Benito Guerra, delegato della Settimana per l’Energia, Cristiano Arrigoni, direttore di Bergamo Sviluppo e AD di Servitec Maria Teresa Azzola, presidente di Servitec, delegata all’innovazione di Bergamo Sviluppo

POINT, Polo per l’Innovazione tecnologica di Dalmine

Ing. Roberto Caspani, titolare W2W Solutions

Daniele Rossetti e Giordano Suardi di Icenova Engineering Srl

I ragazzi dell’Istituto Comprensivo Statale Dante Alighieri

ha visto la concretizzazione di più di cento idee imprenditoriali di cui 70 ancora attive. Per Icenova Engineering era presente Daniele Rossetti, CEO della società, con un intervento sulla cogenerazione a gas naturale e su quella a biomassa abbinata al teleriscaldamento, soluzioni che consentono di generare contemporaneamente energia elettrica e calore, applicate rispettivamente in un centro sportivo e in una pubblica am-

ministrazione. I vantaggi? Minor consumo di combustibile, minori perdite elettriche, incremento dei rendimenti energetici, filiera corta e occupazione locale (in riferimento a impianti a biomassa) e minori emissioni climalteranti. Ma l’intervento di Rossetti ha voluto anche renderci consapevoli del fatto che non necessariamente situazioni simili implichino soluzioni simili. E lo ha dimostrato portando esempi di analisi di fattibilità preliminari su

due strutture analoghe, una con esito positivo e l’altra con esito negativo. Ne emerge che la prerogativa essenziale per determinare la sostenibilità economica della soluzione è la domanda costante e simultanea di energia elettrica e termica. Per W2W Solutions è intervenuto invece Roberto Caspani che ha presentato la sua Energ&metrY, una piattaforma informatica per il monitoraggio costante di impianti fotovoltaici, eolici e industriali in genere. Un sistema dalla fruibilità immediata, basato sul web e delocalizzato, in grado di misurare le grandezze caratteristiche dell’impianto, dal consumo alla produzione, e di vigilare con sistemi di videosorveglianza real-time, avvisando in caso di malfunzionamento. Una molteplicità di dati che viaggiano in rete e che ci portano verso il web 3.0, il web delle informazioni e delle cose. Il passo evolutivo che si sta compiendo è quello di legare più strettamente l’informazione all’energia, permettendo l’evoluzione dalle figure

dei consumatori e dei produttori tradizionali, ai nuovi “prosumers”: soggetti operanti sulle smart-grid, in grado di scambiare energia, consumandola e producendola in base al prezzo e alla disponibilità di energia. Un settore dunque fertile quello dell’energia in grado di offrire buone opportunità di investimento, come dimostrato dall’intervento di Franchini sulle tendenze tecnologiche delle fonti rinnovabili, dal solare all’eolico, dall’idroelettrico alle biomasse, con un insegnamento importante: quello di valorizzare ogni fonte energetica a nostra disposizione nelle applicazioni quotidiane. Spunti utili per una platea assolutamente variegata, che ha visto la presenza di una cinquantina di persone tra industriali, artigiani, professionisti e pubblica amministrazione. Un’occasione di confronto sulle buone pratiche all’insegna della “contaminazione delle idee”, che, come ha ricordato Maria Teresa Azzola, presidente Servitec e delegata all’Innovazione di Bergamo Sviluppo, è la principale mission del Point.


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Edilizia

Costruire in sicurezza sismica con il sistema a secco Architettura sostenibile e sistemi di costruzione sempre più specializzati e integrati per aumentare prestazioni e sicurezza È in atto in edilizia un’evoluzione, un cambiamento epocale, da molti ancora recepito con fatica, che in pochi anni rivoluzionerà il concetto di abitazione. Si tratta di un’architettura che produrrà tutta l’energia necessaria alla sua gestione, costruzione, alienazione e soluzione della mobilità, con un utilizzo dei materiali teso al continuo recupero. Il cambiamento epocale, nato con l’esigenza di rendere il futuro più sostenibile e reso possibile grazie ad una meccanica sempre più sofisticata e personale operativo sempre più specializzato, contribuirà anche a realizzare edifici fortemente resistenti al sisma. Il rischio terremoto, che ormai preoccupa tutte le zone d’Italia, porterà a scegliere il sistema costruttivo S/R (Struttura/Rivestimento) come il migliore. Questo sistema costruttivo è stato ed è realizzato integralmente in Italia dalla Vanoncini SpA attraverso edifici completi e collaudati ormai da oltre 10 anni, con brillanti risultati certificati da Cened e Casa Clima con il massimo delle valutazioni. Il miglioramento della resistenza ai terremoti è realizzabile da questo nuovo sistema costruttivo che, oltre all’incremento della produttività, aumenta decisamente le prestazioni di fisica tecnica dell’involucro. Il sistema costruttivo a secco, identificato con l’acronimo S/R, (struttura/rivestimento) è definito da profili in acciaio zincato rivestiti poi con isolanti e lastre avvitate che, stuccate, rasate e tinteggiate realizzano il finito. Il sistema prevede pareti con un massimo di momento di inerzia e con un minimo peso. Tutte le caratteristiche di fisica tecnica vengono migliorate rispetto al tradizionale isolamento termico, acustico e igrotermico. Attraverso l’impiantistica inserita facilmente nelle intercapedini, si razionalizza la tecnica operativa. Il sistema S/R risponde con l’elasticità e con legami e resistenze interne alle diverse sollecitazioni generate dai diversi eventi esterni, comportandosi

Sistema Struttura e Rivestimento antisismico nella prima casa passiva italiana e prima certificata Classe A di Casa Clima in Lombardia, progettata e costruita dalla Vanoncini Spa

“Togliere peso alle cose ti insegna a far lavorare la forma della struttura, a conoscere i limiti di resistenza dei componenti, a sostituire la rigidità con l’elasticità” Renzo Piano come una rete che fa intervenire l’insieme tutto connesso, impedendo rovinose cadute per sisma di materiali non tra loro legati, soprattutto nell’ipotesi di un sisma generatore di onde L (onde di superficie) simili alle onde del mare, che sono altamente distruttive. Oltre alla resistenza tenace della tecnica S/R vi è anche la grande leggerezza del sistema. Un esempio sono le pareti tradizionali a 145 Kg/ m2 e le pareti in S/R a semplice o doppio rivestimento 25/50Kg/ m2. La leggerezza implica situazione favorevoli di resistenza per l’edificio. La sintesi del sistema S/R è ben espressa nel diario di bordo di

Renzo Piano che recita: “Togliere peso alle cose ti insegna a far lavorare la forma della struttura, a conoscere i limiti di resistenza dei componenti, a sostituire la rigidità con l’elasticità”. Questo sistema costruttivo si adatta perfettamente ad una progettazione antisismica. Leggerezza ed elasticità si inseriscono nel complesso di progettazioni integrate e impegnative che comprendono la capacità dissipativa del sistema. Non esiste allo stato attuale della scienza la possibilità di prevedere tempo e aree interessate ai sismi futuri e quindi l’unica possibilità è di avere edifici in grado di resistere. Meglio quindi concentrarci sull’edificio e la possibile soluzione è l’applicazione di tecniche costruttive adeguate per sopportare le peggiori previsioni sismiche. Per ottenere i migliori risultati è indispensabile l’apporto di molti specialisti, che devono far parte di un gruppo teso a realizzare le migliori soluzioni: ingegneri strutturisti, architetti, geologi, tutti obbligatoriamente specialisti del settore. L’utile presenza di un progettista esperto

del sistema S/R e in seguito di tutta la filiera di progetto e operativa dovrebbe garantire una esecuzione perfettamente coerente con i risultati. Dal 2003 il Politecnico di Milano ha attivato una cattedra sul sistema costruttivo a secco che laurea circa 40 ingegneri ogni anno. I neo laureati con l’aiuto dei loro insegnanti e coordinati da Marco Imperadori “Rector’s delegate Far East” hanno promosso e promuovono stretti rapporti con università europee

e dell’Estremo Oriente, con progetti esecutivi di notevole interesse che anche in Italia e in Europa stanno procedendo con successo. Prova di quanto detto è la ricerca in Francia del CSTB, Centre Scientifique et Tecnique du Batiment, che ha realizzato prove verticali e orizzontali con diverse sollecitazioni. I risultati indicano il comportamento positivo dell’involucro quando totalmente realizzato nel sistema S/R struttura rivestimento.

Per approfondimenti: Erdbebensicheres Bauen mit Trockenbau-Systemen KnaufGipsKG, Druck:Rotabene Medienhaus Le nuove N.T.C. 2008, Guida pratica, Angelo Biondi Le procedure Struttura/Rivestimento per l’edilizia sostenibile, Marco Imperadori, Maggioli Editore La progettazione con tecnologia stratificata a secco Marco Imperadori Il Sole 24ORE La meccanica dell’architettura, Marco Imperadori GRUPPO 24ORE Costruzione stratificata a secco, Zambelli E, Vanoncini P.A. Imperadori Marco, Maggioli Editore


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Greeneagle team Innovazione, tecnologia e tradizione “In tri dè 'nte fa sö na cà” grazie ad un sistema costruttivo che non trema Quale sarà il futuro dell’edilizia in un mercato in continua recessione? Continua a soffiare un vento freddo dopo la bufera che ha paralizzato il mercato e il tempo del disgelo sembra ancora lontano. Dalla politica poi nessuna buona notizia, anzi: le recenti iniziative del Governo, IMU in primis, non aiutano. E allora come fare per cercare di uscire da una situazione che intrappola il settore come le sabbie mobili? Le soluzioni finora proposte non sembrano essere efficaci. Forse è tempo di cambiare gli strumenti con cui

“In pochi giorni a Osio Sotto si è potuta realizzare una casa senza aver prodotto né scarti né rifiuti, senza consumare malta né acqua” si è abituati a lavorare e cercare soluzione alternative. Greeneagle team, coniugando tecnologia e tradizione, è l’interlocutore giusto per chi crede nell’innovazione. La società nata dalla volontà Gianfranco Pinotti e dal giovane imprenditore Ghilardi Dario Ezio vuole “mettersi su una linea orizzontale per collaborare, scambiarsi esperienze e costruire nuove reti d’impresa”, spiega Pinotti. Il sistema Greenaegle si fonda sull’innovativo sistema costruttivo Nidyon che, attraverso l’utilizzo di pannelli modulari prearmati in polistirene, realizza costruzioni caratterizzate da un insieme monolitico di pareti portanti in calcestruzzo armato gettato in opera. Nella parte strutturale i setti portanti sono gettati entro un pannello doppio di polistirene che assolve la funzione di cassero. Il pannello diventa elemento costruttivo e garantisce prestazioni di flessibilità e antisismicità alla struttura, oltre a valide proprietà isolanti da un punto di vista termico e acustico. La facilità della messa in opera del pannello doppio permette inoltre di ridurre le tempistiche per la realizza-

La Casa famiglia in costruzione a Osio Sotto con il sistema Greeneagle

zione dell’edificio al grezzo e di conseguenza ottenere un significativo risparmio sui costi della manodopera. Il forte carattere innovativo risiede nella possibilità di costruire a costi contenuti edifici in grado di resistere senza danno anche ai terremoti più distruttivi, come ha confermato una ricerca condotta a Pavia presso il Centro Sismico Eucentre. Ciò significa che un edificio progettato con questi criteri, posto in un’area sismica, non subirebbe alcun danno e sarebbe immediatamente rioccupabile. Gli evidenti vantaggi di questa prestazione diventano fondamentali in caso di edifici sensibili quali scuole, ospedali, caserme, uffici governativi e soprattutto attività produttive. Un esempio concreto di questo nuovo modello costruttivo si trova a Osio Sotto, nel cantiere di via Miranga, dove è in corso la costruzione di una casa famiglia. Nell’arco di una giornata di lavoro il materiale è passato dalla forma di un cubo su un camion di trasporto alle pareti in opera: la casa man mano che passavano le ore prendeva forma e dalla dimensione orizzontale del progetto si sostituiva la verticalità dell’edificio. Posizionati i pannelli con pochi metri cubi di

calcestruzzo le pareti della casa saranno innalzate. Basterà poi intonacare e la struttura sarà finita, con una trasmittenza che la rende pronta per essere considerata di Classe A. Secondo la normativa in materia di contenimento energetico, infatti, l’ottenimento della certificazione in classe A dipende dal valore di trasmittenza termica definito in base alle zone climatiche degli elementi costruttivi

“Mettersi su una linea orizzontale per collaborare, scambiarsi esperienze e costruire nuove reti d’impresa” quali pareti, solai, tetti e finestre. Il pannello doppio Nydon presenta un livello di isolamento termico molto elevato soprattutto se utilizzato in concomitanza con il riscaldamento a pavimento, il cui connubio permetterebbe un notevole risparmio anche in termini di costi. Per raggiungere la classe A il sistema costruttivo può essere completato con l’installazione di apparecchiature come pompe di calore o strumenti per il trattamento dell’aria per cui l’abi-

Sistema Greeneagle: i punti di forza Flessibilità nella progettazione Utilizzo di fonti rinnovabili (solare, fotovoltaico, geotermico, biomasse) Eliminazione dei ponti termici Alte prestazioni di isolamento termico e acustico Eco-compatibilità e risparmio di materiali Struttura antisismica Riduzione dei tempi di costruzione

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tazione può essere comunque predisposta. Greeneagle team ha ripensato il mestiere a partire da valori fondamentali: il rispetto umano e la sostenibilità delle ri-

sorse. In pochi giorni a Osio Sotto si è potuta realizzare una casa senza aver prodotto né scarti né rifiuti, senza consumare malta né acqua.


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Riusindustriali 2012 Un concorso di idee per ridare vita a insediamenti industriali dismessi nella Bergamasca Ridurre l’urbanizzazione di aree verdi valorizzando la riconversione delle aree dismesse è una strategia ambientale vincente, che andrebbe applicata anche all’operoso territorio bergamasco. Proprio per questo motivo i tre insediamenti industriali bergamaschi dismessi (Italcementi nel Comune di Albino, Legler a Ponte San Pietro, VideoPlastic a Gorlago), saranno presto rivitalizzati. A deciderlo un concorso di idee indetto da Confindustria Bergamo, in collaborazione con Ordine degli Architetti PPeC della Provincia di Bergamo, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo e ANCE Bergamo. Il concorso individuerà i migliori spunti progettuali e le strategie per pensare il riuso dei siti individuati, facendo convivere la primaria funzione produttiva, che dovrà conservare un ruolo determinante, con altre destinazioni di tipo residenziale, commerciale, di servizio, ad esempio finalizzate alla ricettività turistica. I partecipanti dovranno consegnare i progetti in formato elettronico entro il 10 agosto 2012 e potranno così concorrere all’assegnazione dei premi così stabiliti: 1° premio: € 5.000,00, 2° premio: € 3.500,00, 3° premio: € 2.000,00. La provincia di Bergamo è un territorio di industrializzazione storica e ancora oggi ad elevata densità industriale: come tale è soggetto a processi di ridefinizione degli assetti produttivi, determinati a loro volta dalle variazioni della struttura settoriale, dalla miniaturizzazione dei processi, da nuovi criteri di localizzazione delle attività economiche. Questi macro processi, accelerati a partire dall’inizio del nuovo secolo dalla maggiore competitività locale dovuta alla globalizzazione dell’economia, hanno determinato anche in provincia di Bergamo la disseminazione di un insieme di aree, alcune anche di considerevole dimensione, sottoutilizzate o dismesse. La maggior parte di questi siti, essendo collocati in punti chiave del territorio, sono altamente accessibili e strate-

gici. Il modello della sostituzione indifferenziata con funzioni commerciali o residenziali sta mostrando tutti i suoi limiti, e non solo per la caduta della relativa domanda, ma soprattutto per l’impoverimento dell’organizzazione territoriale che determina. Si tratta allora di ridefinire una nuova centralità per queste aree attraverso la previsione di

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una pluralità di funzioni, al fine di ricercare il principio fondante del concetto stesso di città, oltre che per rilanciare l’economia del territorio. Ai partecipanti si chiede pertanto di svolgere una riflessione sulle funzioni insediabili (garantendo una quota significativa a destinazioni produttive) a partire dalla caratterizzazione delle aree, dall’analisi dell’andamento socio-economico e da eventuali tendenze specifiche prefigurate. Successivamente sarà proposta una organizza-

zione dello spazio che valorizzi gli elementi di complementarietà (anche al fine di rendere fattibile l’investimento) e di compatibilità, ricercando soluzioni che permettano a diverse funzioni di convivere in uno stesso sito. Infine si suggerisce di produrre una riflessione sulle modalità attraverso le quali una o più funzioni tra quelle individuate possono innescare il processo di riuso. Maggiori informazioni su http://riusindustriali2012.com

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Energy management system Consumi sotto controllo Nel corso di un seminario tecnico al Kilometro Rosso presentato l’innovativo sistema di monitoraggio e gestione dell’energia di Valtellina Spa che consente una notevole riduzione di consumi

Lo scorso 1 giugno, al Parco scientifico e tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo, Valtellina S.p.A. ha presentato, nel corso di un seminario tecnico, il sistema EMS (Energy Management System) ad una platea di imprenditori, energy manager, responsabili di aziende ospedaliere e amministratori pubblici. L’azienda, con i suoi 1000 dipendenti, nel 2011 ha avuto un fatturato di 135 milioni di euro, ha 15 filiali (anche in Romania, Guatemala e Argentina) e sta affiancando al suo business storico delle telecomunicazioni il controllo e la gestione dell’energia. “Si tratta di energia rinnovabile, principalmente fotovoltaica, che ammonta al 15% delle attività del gruppo -ha spiegato Cesare Valtellina, amministratore Divisione commerciale e tecnologica e direttore commerciale della società- mentre il 7% è quella relativa alla gestione delle infrastrutture per Enel, facendone un key player a supporto della green economy”. Luca Contato, responsabile divisione R&D Sistemi innovativi di Valtellina, ha illustrato le capacità del sistema EMS che attraverso il monitoraggio e la gestione dell’energia in diversi canali e mercati può permettere la riduzione dei consumi elettrici ed il ritorno dell’investimento da parte del cliente. Dotato di una gamma di prodotti completa (che include anche moduli di misura “plug and play” richiesti da alcune applicazioni specifiche) e con possibilità di installazione auto configurabili, il sistema EMS è basato sulla tecnologia Power Line Communication come standard di comunicazione, dotata di sensori che sfruttano la rete elettrica di

poco tempo. Il pubblico presente ha particolarmente gradito la possibilità di vedere “in diretta”, tramite collegamento in remoto, il funzionamento del sistema con la schermata di alcune location nelle quali EMS è in azione e quindi fornisce dati e statistiche su consumi, picchi e dinamiche di rete. Tra le case history più significative quella che presenta un sistema EMS in ambito residenziale con contatore da 6 kWh e impianto fotovoltaico da 4,5 kWp sul tetto. Vista l’esigenza di monitorare e ridurre i costi dell’energia nei momenti in cui quella del fotovoltaico veniva integrata dall’energia proveniente dall’Enel, è stato installato un misuratore trifase sul contatore Enel ed uno monofase sull’impianto fotovoltaico; tutti i dati sono stati raccolti e storicizzati in un Gateway connesso a internet. É stata rilevata la congruenza tra consumi rilevati dal GSE

“L’azienda nel 2011 ha avuto un fatturato di 135 milioni di euro. Ha 15 filiali (anche in Romania, Guatemala e Argentina) e sta affiancando al suo business storico delle telecomunicazioni il controllo e la gestione dell’energia” distribuzione dell’energia o, in alternativa, l’adozione di altri canali wireless. Il sistema, oltre ad avere una semplice ed elevatissima scalabilità fondata su protocolli standard, si installa facilmente senza la necessità di elevate competenze informatiche. È basato su un’architettura a tre livelli composta essenzialmente da un dispositivo principale (Gateway) con una connettività molto estesa, ampia capacità di storicizzazione delle informazioni, web server interno per interfaccia locale e remota mediante l’uso di un browser di

ogni tipo (PC, cellulare, Media Center). Il sistema viene completato da sensori avanzati con connettività estesa, in grado di gestire altri sensori collegati sul local bus. In pratica il monitoraggio e la gestione degli apparati elettrici di casa, di ufficio o dell’azienda (con videate che mostrano dinamiche di impiego dell’energia e picchi) può avvenire on-line ed anche tramite tablet o smartphone. È inoltre possibile attivare e disattivare in remoto specifici dispositivi, sia essa la lavatrice di casa come un centro di lavoro all’interno di

una officina, oppure l’illuminazione di una palestra comunale. Durante l’incontro al Kilometro Rosso sono state presentate alcune significative case history, dallo scenario home a quello più spiccatamente industriale, dove il sistema EMS di Valtellina è già attivo e sta dimostrando tutta la sua efficacia e potenzialità. I possibili risparmi di energia, solo per ciò che concerne una migliore consapevolezza delle dinamiche di assorbimento degli apparati, superano il 15% della bolletta elettrica. Questo significa che il sistema si autoripaga in

con quanto rilevato dall’EMS, una produzione di energia da fotovoltaico superiore a quanto stimato e una corretta configurazione dell’impianto elettrico. Sono stati rilevati inoltre i dispositivi particolarmente energivori; le azioni correttive intraprese sono state la disattivazione o la gestione automatica delle utenze inutilizzate, la sostituzione di dispositivi illuminanti con altri a maggiore efficienza energetica, permettendo di ridurre il consumo giornaliero dai 29Kwh a 20, e ammortizzando il costo del sistema dopo 12 mesi.


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Cina da record Tianjin sarà la città verde più grande del mondo La superpotenza dell’inquinamento e delle emissioni di CO2, a caccia di primati eco, progetta a Tianjin la città ideale. Pronta nel 2020 per 350 mila fortunati

“L’obiettivo è quello di creare una città fiorente che sia socialmente armoniosa, ecologica ed efficiente dal punto di vista dell’impiego di risorse. Un modello di sviluppo sostenibile” al polmone e le malattie respiratorie cresceranno in maniera esponenziale diventando di fatto una sorta di emergenza nazionale”. Qualche passo in avanti si è fatto e finalmente si è cominciato a misurare l’inquinamento nel Paese. Ma Pechino non si esime dal guardare al futuro anche in un’ottica più aperta e intelligente. L’iniziativa più interessante tra quelle recentemente proposte è il progetto di far nascere una città ideale, ecosostenibile e costruita all’insegna dei più avanzati principi di efficienza. Il terreno che ospiterà il più grande esperimento mai realizzato al mondo è vicino alla città di Tianjin. E’ lì che nascerà un’area metropolitana grande la metà di Manhattan e, secondo i piani, abitata da circa 350 mila persone. All’interno abiteranno persone di diversi ceti sociali; una parte delle case, infatti, sarà sovvenzionata per essere desti-

Una stampa di qualità si distingue anche per la scelta delle sue materie prime. LITOSTAMPA istituto grafico utilizza prodotti marchiati FSC ® che provengono da foreste gestite in modo responsabile perché rispettano rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

moma comunicazione

La Cina è sempre di più il Paese dei record, nel quale convivono l’impegno per conquistare la leadership globale nel fotovoltaico e nell’eolico come pure il rilancio del nucleare, anche nelle sue forme più rischiose. Caratterizzata da megalopoli e interi distretti dall’aria irrespirabile e votata ad una crescita impetuosa, la Cina batte tutti i record di emissioni di Co2 e inquinamento. Il presidente della Cina Medical Association, Zhong Nanshan, massimo esperto del Paese nell’ambito delle malattie respiratorie, ha lanciato di recente l’allarme: “Se il governo non interverrà in maniera drastica, i casi di tumore

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nata ai lavoratori con bassi salari e alle loro famiglie. Tianjin Eco-City è stata progettata da un consorzio di società cinesi e di Singapore, e sostanzialmente è la risposta più avanzata (anche in fatto di nuove tecnologie) alla fortissima domanda abitativa che esiste a Tianjin. È previsto un marcato, inevitabile, sviluppo verticale degli edifici (per favorire il massimo del risparmio energetico) e sarà pronta nel 2020. L’obiettivo, nelle intenzioni degli ideatori, è quello di creare “una città fiorente che sia socialmente armoniosa, ecologica ed efficiente dal punto di vista dell’impiego di risorse. Un modello di sviluppo sostenibile”. Tra gli altri elementi che ne qualificheranno le caratteristiche, vi è un sistema svedese di gestione dei rifiuti senza camion e cassonetti, tanto verde, comunicazioni gestite da veicoli a impatto zero e senza conducente, tanto da essere già arrivata sul tavolo della General Motors l’autorizzazione per i primi test. Tratti salienti

del progetto sono l’affidamento quasi integrale alle energie rinnovabili (solare, eolico, microidroelettrico) per fare fronte ai bisogni energetici del quartiere/città, la mobilità sostenibile ( Tianjin Eco-City è progettata in modo che il 90% dei residenti usi un tram leggero di superficie per muoversi tra i vari punti di interesse), lo sviluppo edilizio verticale alternato da importanti aree verdi, che fungeranno anche come luoghi di svago e aggregazione sociale. Un interrogativo però rimane in sospeso. Come sarà l’aria a Tianjin, città verde in mezzo a tante grandi città “grigie”? Molto probabilmente sporca, se non verranno predisposti giganteschi ventilatori in grado di allontanare lo smog. A meno che i cinesi, nel frattempo, non riescano davvero ad affrontare e risolvere il problema alla radice. Per la salute del loro territorio nazionale, ma anche per quella dell’intero pianeta. Alessandro Sonzogni


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Calendario appuntamenti

Appuntamenti sostenibili Fiere, convegni, incontri, mostre, mercati e molto, molto altro per comunicare, partecipare e condividere stili di vita sostenibili Data 3/8 Lug 5 Lug 6 Lug 6 Lug 6 Lug 6/8 Lug 7 Lug 7 Lug 7 Lug 7 Lug 8 Lug 10 Lug 11 Lug 14 Lug 14 Lug 14 Lug 14 Lug 14 Lug 15 Lug 15 Lug 15 Lug 18 Lug 19 Lug 21 Lug 21 Lug 22 Lug 26/29 Lug 28 Lug 28 Lug 28 Lug 29 Lug 4 Ago 5 Lug 11 Ago 12 Lug 14 Ago 15 Ago 18 Ago 19 Ago 23/26 Ago 25 Ago 25 Ago 30 Ago/16 Set 31 Ago/2 Set 1 Set 5/7 Set 7 Set 8 Set 8 Set 8/11 Set 15 Set 15/16 Set 16 Set

Orario

19.30 9.00 20.00 8.30 - 12.00 9.00 - 12.00 18.30 - 24.00 18.30 21.00 - 23.00 8.30 - 12.30 9.00 - 12.00 14.00 - 18.00 18.00 - 2.00 21.00 - 24.00 9.00 - 17.00 18.30 18.00 8.30 - 12.00 9.00 - 12.00 18.30 8.30 - 12.00 9.00 - 12.00 9.00 - 13.00 18.30 9.00 - 12.00 18.30 9.00 - 12.00 18.30 21.00 - 23.00 14.00 - 24.00 9.00 - 12.00 9.00 - 17.00 9.00 - 12.00 9.00 - 13.00

9.00 - 12.00 20.00 8.30 - 12.30 9.00-12.00 9.00 - 12.00 9.00 - 17.00

Evento

Tipologia

Luogo svolgimento

Contatti

Bergamo La Provincia verso l’Expo Incontro con il Birrificio Valcavallina Cibo sostenibile per la salute dell’uomo e del pianeta Avis di Mozzanica: “Gir de la Serca” Mestoli e zappe: il lago Il Gusto dell’Isola: vino, birra, cibo, laboratori, musica, eventi Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Grazielliadi Festa-aperitivo del primo anno di Greenpeace Bergamo Happy Hour a Km zero Riunione di Greenpeace, Gruppo Locale di Bergamo I formaggi dei presidi bergamaschi e le grandi birre del birrificio Via Priula Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Mercato agricolo dei produttori locali Festa-concerto per il 1° compleanno di Greenpeace Bergamo Per antiche contrade: spettacoli, escursioni, degustazioni Mercato agricolo e non solo Festa Agricola in Cascina Gervasoni Happy Hour a Km zero Critical Mass Bergamo: biciclettata estiva Pagine verdi: cultura, colture e natura nel parco Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Happy Hour a Km zero Orobie Stam-Bike 2012 Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” Mercato agricolo e non solo Happy Hour a Km zero Mercato “Briologico” Happy Hour a Km zero Mercato “Briologico” Happy Hour a Km zero Riunione di Greenpeace, Gruppo Locale di Bergamo Festa del raccolto all’ecovillaggio Cascina Gervasoni Mercato “Briologico” Mercato agricolo e non solo Incontro annuale dei Bilanci di Giustizia Mercato “Briologico” Mercato agricolo e non solo Maestri del Paesaggio Fiera di Sant’Alessandro 2012, Zootecnia e Agricoltura Mercato “Briologico” Zero Emission - Energie Rinnovabili 2012 Mestoli e zappe: la collina

Manifestazione culturale Degustazione Convegno Gara podistica Cene-conviviali Festa Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Biciclettata Aperitivo Aperitivo Incontro Degustazione Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Festa Evento Mercato Agricolo Festa Aperitivo Biciclettata Evento Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Aperitivo Viaggio ciclistico Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Aperitivo Mercato biologico a Km 0 Aperitivo Mercato biologico a Km 0 Aperitivo Incontro Festa Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Incontro Mercato biologico a Km 0 Mercato Agricolo Fiera Mercato biologico a Km 0 Fiera Cene-conviviali

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Mercato agricolo dei produttori locali Mercato “Briologico” SANA: Salone del biologico e del naturale Mercato “Briologico” 5ª Fiera “Dal sole Antichi Sapori & Nuove Tecnologie” Mercato agricolo e non solo

Mercato Agricolo Mercato biologico a Km 0 Fiera Mercato biologico a Km 0 Fiera Mercato Agricolo

Bergamo, Clusone, Lovere Trescore, Ostello delle Tre Corone, via Mazzini 28 Clusone, Palazzo Fogaccia Mozzanica Gaverina, località Faisecco 1, osteria Al Vecchio Tagliere Solza, Castello Colleoni Stezzano (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo Bergamo, Caffè Letterario, Via S. Bernardino 53 Bergamo, Ecdoné, Via Agostino Gemelli Bergamo, Spazio Polaresco San Pellegrino Terme, Birrificio Via Priula Albino (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Solza (Bg) Bergamo, Edoné, via Agostino Gemelli Locatello Corna Imagna (Bg) San Giovanni Bianco, Cascina Gervasoni Bergamo, Ecdoné, Via Agostino Gemelli Bergamo, piazza Matteotti Isola di Fondra, vicino alla chiesa Zanica (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, Ecdoné, Via Agostino Gemelli Vilminore di Scalve Madone (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, piazzale Alpini Bergamo, Ecdoné, Via Agostino Gemelli Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, Ecdoné, Via Agostino Gemelli Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, Ecdoné, Via Agostino Gemelli Bergamo, Spazio Polaresco San Giovanni Bianco, Cascina Gervasoni Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Corna Imagna (Bg) Fanano (Mo) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bergamo, piazzale Alpini Città Alta - Piazza Vecchia (Bg) Fiera Bergamo - Via Lunga Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Roma Fiera Alzano Lombardo, località Nese Via Marconi 69, Osteria Al Vecchio Tagliere Albino (Bg) Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Bologna Fiera Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta Sotto il Monte Giovanni XXIII Corna Imagna (Bg)

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