Da Amatore a MI: Idee verificate e metodi di allenamento

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Indice Introduzione

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PARTE 1 Tecniche di pensiero

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Lezione 1 Raggiungere l’orizzonte Punti di riferimento nel calcolo

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Calcolare con uno scopo in mente Case chiave nei finali di pedone Opposizione e aggiramento La spallata Il ponte Riassunto delle idee Note teoriche Lezione 2 Una breve introduzione al piano nel finale

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Un arsenale di cinque posizioni Lezione 3 Il finale di pedoni di Capablanca Combinare piano e calcoli Padroneggiare le posizioni chiave Costruire coi mattoncini Tempi di riserva Case critiche Tre partite di allenamento Riassunto delle idee Note teoriche 3

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Lezione 4 Una guida ai piccoli piani

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Ottimizzare i pezzi Capire il concetto di “piccoli piani� Riassunto delle idee

PARTE 2 Lezione 5 Finali essenziali di torre

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Posizione di Lucena Difesa di Philidor sulla sesta traversa Difesa passiva sulla prima traversa Geometria della distanza di scacco Difesa del lato corto Tagliare fuori il re Costruire un ponte Riassunto delle idee Note teoriche

Lezione 6 Connessioni di alfiere e pedone Difesa dinamica Fortezze Idee posizionali Semplificazioni in un finale patto Partita illustrativa: Sasikiran – Carlsen Riassunto delle idee

4

85


Lezione 7 Gli alfieri contro il muro di pedoni

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Limitare un alfiere con una catena di pedoni Alfieri di colore contrario, due pedoni uniti Partita illustrativa: Akobian – Howell Riassunto delle idee

Lezione 8 Gettare l’ancora

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Finali di alfieri di colore contrario L’ancora Zugzwang e sacrificio Rotture di pedone Psicologia dell’attacco e della difesa Partita illustrativa: Kramnik – Adams Riassunto delle idee Note teoriche

Lezione 9 Un altro finale di pezzi minori

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Finale di alfieri dello stesso colore La teoria di alfiere contro alfiere e pedone Alfieri dominanti Partita illustrativa: Karpov – Su. Polgar Riassunto delle idee Note teoriche Lezione 10 Esercizi

159

5


PARTE 3 Esplorazione dei finali Partite reali Tabiya” di finali

164

Esplorazione 1: Il mio finale preferito Torre e alfiere contro torre

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Riassunto delle idee Note teoriche: le due posizioni di Lolli Esplorazione 2: Una lunga discussione su un breve finale Alfieri di colore contrario Riassunto delle idee Note teoriche: scoperte importanti Esplorazione 3 Lo scheletro pedonale nell’attacco di minoranza

188

210

Variante di Cambio del Gambetto di Donna Strutture importanti Partita illustrativa: Arkell – Kiriakov Riassunto delle idee Note teoriche: attacco di minoranza, trasformazioni. Esplorazione 4 Un pedone in più sull’ala di donna Parte1: vantaggio posizionale Torre dietro il pedone passato Zugzwang Infiltrazione Note teoriche: le linee di Kopaev e Alechin. 6

237


Esplorazione 5: Un pedone in più sull’ala di donna Parte2: camminando sulla linea di confine

252

Posizione di Steckner Posizione di Dautov Posizione di Unzicker Posizione di Dvoretsky Posizione di Zugzwang Posizione “simil” Dautov Riassunto delle idee Note teoriche: ancora sulla posizione di Steckner Esplorazione 6: Ulf sul piede: di guerra sviluppo nel finale 276 Andersson - Marovic Andersson - Hort Andersson-Robatsch Andersson-Nyback Riassunto delle idee Note teoriche: cavallo contro pedone Sommario: il pedone sulla settima traversa Esplorazione 7: posizioni da analizzare

300

Soluzione degli esercizi

304

Approfondimento soluzioni

337

Pensieri finali

346

Bibliografia

348 7


Introduzione Saluti a tutti gli amici scacchisti! Sono il Maestro Internazionale Jonathan Hawkins dall’Inghilterra. Cercherò di non dilungarmi troppo in questa introduzione... La storia di questo libro risale a circa otto anni fa. Più o meno allora decisi che ne avevo abbastanza. Essere un giocatore (relativamente) debole non mi andava più bene. Dedicai una larga parte del mio tempo a studiare gli scacchi, il che non fu, in prospettiva, una grande idea visto che cominciavo allora lo studio universitario. Ho sempre avuto una buona memoria per gli scacchi: da quando imparai le mosse mi ricordavo facilmente le mie partite e quelle degli altri. Per questo le aperture furono subito il mio argomento preferito, visto che memorizzavo la Teoria delle aperture senza problemi. Con questo metodo di studio artificiale feci comunque dei progressi. Ma ad un certo punto tutto questo cambiò, e diventai ossessionato dallo studio dei finali. Riempii quaderni e quaderni di analisi sui finali. Questo causò un grosso miglioramento: è come se una migliore comprensione mi aiutasse ad assimilare più conoscenza. Ora, otto anni dopo, 400 punti elo in più e due norme di GM - ho deciso di passare a voi alcuni dei finali che ho studiato.

Questi rappresentano letteralmente i miei primi passi nella scala scacchistica. Spero che troverete il materiale interessante e che vi aiuterà in qualche maniera. Perché il finale? Ma perché ho scelto i finali come argomento di questo libro? Perché questo dovrebbe migliorare la qualità di gioco del lettore? La risposta semplice è che sono davvero convinto che uno studio attento dei finali è ciò che nel mio caso abbia causato il mio grosso miglioramento. Può davvero essere che il finale sia più importante di altre fasi della partita? Direi che è più una questione di equilibrio che di fare classifiche. Facciamo un ritratto del tipico giocatore moderno per illustrare un tipico squilibrio: • Con la ricchezza e abbondanza di letteratura sulle aperture, e la facilità di accesso alle più recenti partite dei Grandi Maestri su database per computer, non è difficile costruirsi un repertorio di apertura di alto livello. Magari un qualcosa che richiede molto tempo, ma non particolarmente complesso. Ho sentito spesso i lamenti dei Grandi Maestri su questa “ingiustizia”: sono passati i tempi in cui il giocatore più debole veniva regolarmente massacrato in apertura.

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Introduzione

• Combinata la conoscenza di schemi standard del mediogioco col loro repertorio di apertura (cosa relativamente facile, basta guardare le partite dei maestri nella relative aperture), abbiamo dipinto il ritratto di un formidabile avversario. Tutto questo è perfettamente ragionevole e incoraggio il lettore a spendere del tempo per fare esattamente le stesse cose. Qui abbiamo comunque chiari motivi per concentrare (almeno in parte) la nostra energia sui finali: • Come spesso succede i nostri avversari avranno tipicamente nette debolezze in questa fase del gioco. • Vogliamo irrobustire il nostro gioco gettando solide fondamenta sui finali: altrimenti butteremo via molte buone posizioni (e punti!). Naturalmente dobbiamo aspettarci una certa dose di “sovrapposizione” tra le fasi della partita. La conoscenza dei finali è utile studiando le aperture e spesso la moderna teoria delle aperture traspone direttamente nei finali. Tutto questo non è nuovo, di fatto la maggioranza dei giocatori sa già queste cose. Ma allora perché il finale è una fase così trascurata della partita? Non c’è dubbio che il finale è più difficile da studiare rispetto alle aperture. La maggior parte dei finali si basa su regole precise e molte posizioni teoriche sono piuttosto noiose da studiare. E quando raggiungiamo la posizione teorica che abbiamo memo-

rizzato, spesso sono passati molto anni e abbiamo scordato i dettagli. I computer, nonostante i recenti miglioramenti, sono spesso di poco aiuto. Ho trovato questo evidente analizzando il finale di alfieri di colore contrario Aronian- Bacrot in ‘esplorazioni dei finali 2’. Siamo tutti colpevoli della tendenza ad imitare in qualche modo i più forti giocatori del mondo, ed è vero che essi lavorano in modo considerevole sulle aperture. La ragione è che sono già fortissimi nella parte teorica e tecnica dei finali. Anche se volte non è così, e troveremo alcuni esempi nel libro in cui potremo godere della sensazione di sapere qualcosa che il “top player” non conosce!

Scopi del libro Non ho inteso in alcun modo fare di questo libro un esaustivo manuale teorico. Il mio scopo era quello di far rotolare la palla e aiutare il lettore a pensare agli scacchi in un modo diverso e più equilibrato. Tutto quello che insegnamo cercheremo di esporlo e farlo capire in modo tale che possa essere utile in una partita reale. • Ho voluto mostrare che gli scacchi sono un gioco interessante che decisamente non è “finito”; vi sono spesso innumerevoli possibilità anche nelle posizioni apparentemente più innocenti (ad esempio nella citata Aronian– Bacrot).

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Introduzione

• Ho voluto insegnare buoni principi nel finale e (sebbene non sia il mio scopo primario) mostrare alcuni importanti finali teorici. Alcuni dei finali di questo libro non possono essere definiti “conoscenza essenziale” ma non ho visto la ragione di metterli da parte nella misura in cui erano rilevanti per le analisi. • Ho voluto anche stimolare l’interesse del lettore per l’analisi e la investigazione delle posizioni. Cercate sempre la verità e non fate passare niente che non abbiate ben capito! Il lettore accorto noterà che alcuni degli esempi del libro sono molto recenti. E’ vero che ho aggiornato alcune delle partite prese dai miei quaderni originali, ma state sicuri che l’ho fatto solo quando il nuovi esempio era più interessante del vecchio. Devo dire qualche parola sulla struttura del libro e su come usarlo: • E’ diviso in due parti principali. La prima metà è più leggera, e si concentra su alcuni processi di pensiero, principi e alcuni finali teorici. La seconda metà è piuttosto profonda e include analisi e discussioni di alcuni finali specifici. C’è anche una breve sezione di esercizi . • La maggior parte dei capitoli ha una sezione di note teoriche alla fine. Ogni particolare finale o variante straordinariamente interessante che salta fuori nella lezione principale e richiede un’ulteriore copertura, viene là discussa.

Quando incontriamo una specifica posizione teorica (o tipo di posizione) raccomando di rigiocarla più volte contro un umano che collabora o contro un motore. Il mio sistema preferito è di farlo prima di studiare la posizione. Solo dopo studio le analisi e ripeto il processo. In questo modo vedrete i problemi della posizione più chiaramente, perché vi siete impegnati pensando e non memorizzando. Lo scopo principale di rigiocare le partite commentate (o i frammenti di partita) è quello mantenere i pattern e le idee, e lo scopo secondario è di usare le posizioni che saltano fuori per affinare la vostra abilità analitica. Memorizzare la partita, mossa per mossa, non è qualcosa che dovete fare coscientemente. Una volta che avrete capito le mosse e le idee, questo avverrà automaticamente. A questo scopo raccomando di rigiocare le partite abbastanza velocemente al fine di digerire i punti più importanti. In seguito, al compimento del capitolo in questione, potrete guardare le partite e le varianti in maggior dettaglio. Ok, smettiamola qui e cominciamo con gli scacchi veri e propri!

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Jonathan Hawkins Marzo 2012


Prima Parte Tecniche di pensiero

Prima parte Tecniche di pensiero In questa parte affronteremo per prima cosa il calcolo nel finale. Vedremo quanto spesso questo non sia così impegnativo come può sembrare. Avere solidi punti di riferimento dove fermare le nostre varianti per valutare la posizione è la chiave di tutto. Questo formerà la base della Lezione 1. Poi introdurremo il concetto di piano nel finale. I fondamenti sono facile da capire. Di solito individuiamo una debolezza, o cerchiamo in qualche modo di promuovere un pedone, oppure una combinazione delle due. Vedremo alcuni esempi chiarificatori nella Lezione 2. Nella Lezione 3 esamineremo esempi di come combinare queste due qualità essenziali. Qualità che consistono essenzialmente nel calcolare le mosse nella realizzazione di un piano corretto. Se immaginiamo un punto di partenza ed uno di arrivo, allora la tattica (il calcolo) indica il percorso da uno all’altro. Non possiamo allontanarci dal percorso a favore di un itinerario più diretto nel timore di cadere a capofitto in questi problemi tattici.

A volte la destinazione si rivela irraggiungibile se non abbandonando il percorso sicuro, per cui facciamo meglio a scegliere un obiettivo più realistico. Infine nella Lezione 4 esamineremo più a fondo l’arte del piano, introducendo quelli che chiamo i “piccoli piani”. Sono questi piani a breve termine che migliorano la posizione e che possono essere realizzati uno dopo l’altro. Senza mai perdere di vista la nostra grande idea di vincere (o pattare) la partita, riconosciamo che questo nella pratica si ottiene con piccoli passi alla volta. In genere gli esempi sono piuttosto semplici in questa parte, al fine di rendere la tecnica più facile da capire. Oltre alla tecnica è importante capire la reale posizione teorica che si sta studiando. Questi finali fondamentali sono essenziali per ogni giocatore che voglia migliorare.

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Lezione 1 Punti di riferimento nel calcolo

Consideriamo la posizione: dopo un esame delle scoperte di cavallo dovremmo trovare la soluzione.

Lezione 1 Raggiungere l’orizzonte Punti di riferimento nel calcolo

27.¤c8+! ¤c5 27… £ c5 28. £ xc5+ ¤ xc5 29. ¦d8#, 27…¢e8 28.£e7#

SCOPI DELLA LEZIONE • Realizzare l’importanza di calcolare con uno scopo in mente. • Padroneggiare il concetto di case chiave nei finali di re e pedoni. • Capire le idee di opposizione e di aggiramento nei finali di re e pedoni. • Realizzare l’importanza di avere un arsenale di posizioni che possiamo valutare correttamente senza bisogno di calcolare. In questo modo possiamo risparmiare del tempo per lavorare sulla qualità del nostro gioco. Come usare questo tempo? I metodi più comuni sono quelli di studiare le aperture o di risolvere esercizi di scacchi. Kupreichik – Tseshkovsky Campionato Urss, Mosca 1976

          Il Bianco muove e vince

28.£xc5+ £xc5 29.¦d8# La soluzione del problema ci è resa più facile da due elementi. • Sapevamo che il Bianco aveva una posizione vincente. • Avevamo dei punti fermi dove fermare il nostro calcolo, ossia quando il Nero viene mattato. Appena vediamo le parole “Il Bianco muove e vince”, cominciamo a calcolare utilizzando gli schemi tattici della posizione cercando di ottenere una di queste due cose. • Scacco matto • Guadagno decisivo di materiale Nella maggior parte delle situazioni reali di partita questo non è plausibile. Per esempio la profondità di calcolo necessaria per trovare un matto forzato, escludendo le situazioni più semplici, va spesso al di là anche delle capacità di un computer. L’idea che i forti giocatori calcolino alla perfezione vedendo tutto semplicemente non è vera. In certe situazioni calcoleranno a fondo poiché la posizione lo richiede. Comunque, la conoscenza di posizioni specifiche e di tipi di posizioni rende il loro lavoro molto più semplice nella

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Lezione 1 Punti di riferimento nel calcolo

maggioranza delle situazioni. E’ co- può fare. Supponiamo di riuscirci e me nelle formule matematiche e in di raggiungere questa posizione: altri simili metodi matematici che  riducono un problema e lo risolvono  molto più facilmente rispetto ad un  approccio “brute-force” (a tappeto).  Consideriamo una posizione sen za pedoni per illustrare la difficoltà  di calcolare senza uno scopo in men te. Si tratta del famoso finale di donna contro torre. 

 

         

Che fare ora? Come proseguire? Ancora non si vedono modi evidenti per guadagnare la torre nera o per dare scacco matto. Non sappiamo di fatto se abbiamo fatto progressi. Come possiamo dirlo? I nostri calcoli sono infruttuosi poiché non siamo in grado di valutare ogni posizione che vediamo con Qual è il nostro piano? Intuitiva- l’occhio della nostra mente. mente pensiamo di: Calcolare senza un obiettivo è • Guadagnare la torre (dopo di che una perdita di tempo. smettiamo di calcolare). Un semplice esempio • Dare scacco matto. di calcolo efficace Abbiamo anche presente la nozione generale che è una buona cosa  costringere il re avversario sul bor do della scacchiera.  Attaccare il re e la torre è infatti il  piano corretto (non c’è niente altro  da attaccare!). Dopo un breve calco lo ci rendiamo conto che catturare  la torre non è affatto facile,ed anche  dare scacco matto è un compito arduo. Per questi scopi l’orizzonte è  troppo lontano, ma forse costringe re il re sui bordi della scacchiera si Muove il Bianco

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Lezione 1 Punti di riferimento nel calcolo

Il Bianco vince? Forse sapete già la risposta, ma vediamo come dovremmo impostare una valutazione della posizione. Possiamo calcolare fino allo scacco matto? Ogni possibile variante? No, chiaramente sarebbe ridicolo. Possiamo calcolare fino alla promozione del pedone? Questo ridurrebbe di molto il calcolo; dobbiamo solo calcolare fino al momento della promozione dopo di che useremo la conoscenza del finale re e donna contro re per vincere la partita. Per cui, sembra difficile (forse non impossibile, ma questo è solo un facile esempio) calcolare ogni variante finché otteniamo un’avanzata vincente del pedone fino a e8.

Corso intensivo sulle case chiave Nei finali di re e pedone contro re è utile conoscere il concetto di casa chiave. Alcuni lettori avranno già familiarità con queste idee, ma ho conosciuto giocatori con più di 2200 punti elo che non lo erano! Se anche già conoscete queste idee vi suggeriamo in ogni caso di rinfrescarvi la memoria visto che questi concetti saranno importanti in seguito. Una casa chiave è una casa che se occupata dal re della parte più forte, assicura la promozione del pedone. Per esempio:

          Muove il Bianco Il Bianco gioca la mossa 1.¢d7 occupando la casa chiave supportando così la promozione del pedone. La casa d7 è quindi la casa chiave del pedone e6. Questo significa che la sua occupazione dà la vittoria al Bianco. Un pedone qualsiasi (escludendo però il pedone di torre) ha 3 o 6 case chiave, a seconda della sua collocazione. •Un pedone che è nella sua metà della scacchiera ha 3 case chiave. •Un pedone che ha oltrepassato la metà nemica della scacchiera ha 6 case chiave. Per cui, ad esempio, un pedone bianco in e4 ha 3 case chiave. Un pedone nero in e6 ha 3 case chiave. Un pedone bianco in g5 ha 6 case chiave. Un pedone nero in b4 ha 6 case chiave. Come si trova dunque la collocazione delle case chiave per ogni posizione di pedone?

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Lezione 1 Punti di riferimento nel calcolo

Come detto è fondamentale che il pedone abbia superato o meno la metà della scacchiera.

         

         

Case chiave del pedone bianco d5.

Il pedone bianco in d5 mantiene le case chiave degli esempi precedenti (c7, d7, e7), ma poiché il pedone ha Un pedone bianco in c3 è colloca- superato la metà scacchiera ne acto nella propria metà della scac- quisisce 3 nuove. chiera per cui sappiamo che ha 3 caEsse sono collocate una traversa se chiave. Esse sono posizionate copiù vicino al pedone per cui è più fame indicato nel diagramma: due cile raggiungerle. traverse davanti al pedone nella coRicordiamo che raggiungere una lonna di quest’ultimo e nelle due codi queste 6 case vuol dire assicurarlonne adiacenti. si la vittoria.  Un ultimo esempio: Case chiave del pedone bianco c3.

        

         

Case chiave del pedone nero e6. Allo stesso modo un pedone nero in e6 è collocato nella propria metà della scacchiera ed ha 3 case chiave. Esse sono d4, e4, e f4.

Case chiave del pedone nero g3. Il pedone nero in g3 ha le case chiave indicate nel diagramma.

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Lezione 4 Una guida ai piccoli piani

4.e7+! ¢e8

Lezione 4

         

Passo per passo Una guida ai piccoli piani SCOPI DELLA LEZIONE

Il Bianco vince Non ci sono problemi a vincere questa posizione. Basta portare il re sull’ala di donna e il Nero non ha speranze. 5.¢d5 ¢f7 6.¢c5 ¢e8 7.¢b6 ¢f7 8.¢c7 ¢e8 9.¢c8

          Il pedone d7 ci lascia Il Nero perde.

• Imparare a come ottimizzare i pezzi per migliorare la posizione. • Capire il concetto di piccoli piani e come essi rappresentino la natura pratica del piano. Mi fu suggerito una volta, in ogni posizione data, di avere chiaro in mente la mappa di come si svilupperà il resto della partita. Una bella idea, ma le cose non funzionano così e questo approccio è più un’eccezione che una regola. Spesso un giocatore ha in mente uno schema generale ma i dettagli concreti nel percorso verso gli obiettivi prefissati ci costringono a fare i conti con scadenze a breve termine. Quasi sempre un maestro progredirà in partita con una serie di “piccoli piani”. La ragione è chiara. Per prima cosa l’avversario può prendere strade impreviste, quindi dobbiamo costantemente aggiornare i nostri piani. Secondariamente, come discusso nella Lezione 1, l’obiettivo di vincere la partita è solitamente troppo

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Lezione 4 Una guida ai piccoli piani

distante per essere visualizzato in un modo utile. E’ più utile visualizzare i modi di migliorare la propria posizione o danneggiare quella dell’avversario. E’ attraverso la ripetuta applicazione di questo approccio che possiamo sperare di costruire un vantaggio vincente.

Piano A Cambiare le donne per mettere fuori posto la torre nera, e poi giocare ¥g5 con tre idee. • Catturare in f6 e proseguire con e3, ¦ac1 e quindi con ¤e4 ed f4, per dominare la casa e5 e mantenere la debolezza nera in c7.

Vediamo qualche esempio di piccoli piani in azione. Andersson – Huebner, Johannesburg, 1981

         

          Posizione di fantasia

• Con la casa c1 libera, il Nero non potrà mai giocare b4 seguita da ¦c2 per via di ¦c1. • Dopo ¥ g5 il Nero può giocare La mossa è al Bianco. Il Nero ha ¤d5, ma allora possiamo eliminare appena giocato 14…£c6: conside- tutti i pezzi minori e giocare ¦c1. Col pedone nero in d5 il pedone d4 è riamo i piani del Bianco. sicuro (nessuna spinta e6-e5) e la Chiaramente non si può permetdebolezza di c5 è più pronunciata. tere 15... £ xf3 16.exf3 che lascia una debolezza in d4. 15.£xc6 ¦xc6 15.¢g2 è possibile per riprender La Torre nera non sta bene in c6, di re in f3, ma dopo 15... £ xf3+ in quanto impedisce la spinta di li16.¢xf3, con 16...c5 il Nero si libera berazione c7-c5. del pedone c debole. In tal caso il Bianco conserverebbe solo una mi- 16.¥g5 nima pressione dopo 17.dxc5 ¥xc5. Siamo ad un momento cruciale. Invece il Bianco ha in mente i seguenti piani: 16…¤d5

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Lezione 4 Una guida ai piccoli piani

Il Nero sceglie di eliminare tutti i pezzi minori (e quasi certamente anche un paio di torri). Come detto questo rende le sue debolezze più pronunciate e difficili da eliminare.

semplicemente ottimizzando la dislocazione dei pezzi. 21.f3 c6 22.¢f2 ¦e8 Con la posizione del re migliorata e la struttura pedonale mantenuta flessibile, nuovamente il Bianco deve decidere il piano di azione per le successive mosse.

17.¤xd5 exd5 18.¥xe7 ¢xe7 19.¦fc1 Chiaramente il Bianco deve conVi sono tre idee principali su cui trastare e provare a occupare la se- può fare affidamento. micolonna c. Piano C

19…¦xc1 20.¦xc1 ¢d6

          Tempo per la fase 2 In una nuova situazione dobbiamo elaborare un nuovo piano. Piano B • In situazioni come questa senza evidenti punti di rottura, ma senza alcun controgioco per l’avversario (¦c8 può sempre essere ribattuta da ¦c5) va bene giocare, almeno all’inizio, senza un piano concreto ma

• Rompere sull’ala di donna con la spinta a2-a4. • Rompere al centro con e2-e4. • Una generica operazione di guadagno di spazio sull’ala di re per limitare la posizione nera. Questo crea anche spazio per collocare il re bianco in una posizione più forte. C’è inoltre la possibile idea di b2b4 per fissare ancor di più la debolezze di c6. Quale di queste idee, o combinazione di esse, ci dà le migliori possibilità di successo? Rompere sull’ala di donna con a2a4 avrebbe successo se il Nero fosse obbligato a giocare b5-b4. In questo caso dopo ¦c5 il Bianco potrebbe attaccare la nuova debolezza in a6 (o a5 se il pedone muove). Ma invece il Nero può prendere in a4 e giocare ¦b8, dopo di che il pedone b2 diventa una debolezza.

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Lezione 4 Una guida ai piccoli piani

Altre considerazioni:

         

• Il piano di espandersi sull’ala di re non vincerà la partita da solo, ma guadagnare spazio e insieme fissare un’altra debolezza nel campo nero è un progresso significativo per il Bianco. L’avanzata implica g3-g4 che svolge una doppia funzione, in quanto dissuade pure il Nero dal giocare f5 (che in seguito potrebbe impedire la spinta in e4). • Al momento giocare b4 sembra soCrea e concede una debolezza lo favorire il controgioco nero con Riflettendo meglio pare che in a6-a5. questo modo abbiamo in qualche Ma torniamo alla posizione della misura perso il controllo della posipartita: zione e che dopo ¦xa6 ¦xb2 il materiale ridotto renda più facile il com pito del Nero.

        

Invece rompere al centro con e4 e magari spingere in e5 è allettante, ma richiede un’adeguata preparazione, ossia portare il re in d3.

          Pronto per e4

Posizione dopo 22…¦e8 23.g4! a5 24.h4 g6 25.¦c2 Difendendo e2 libera il re dalla difesa del pedone e2 e gli permette di avanzare.

Ma allora il Nero spinge in f5 e impedisce la nostra spinta, per cui 25…h6 possiamo dire che e2-e4 è auspica26.¢g3 g5? bile ma difficile da eseguire.

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