Trilli nell'azzurro 1/2014

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NUMERO

Trilli

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Notiziario ufficiale della Lega del Filo d’Oro

nell’Azzurro Da 50 anni, la voce di chi non vede e non sente

QUEL FILO SOTTILE CHE HA TESSUTO LA STORIA

EDITORIALE

Un nuovo Trilli per festeggiare i cinquant’anni di Rossano Bartoli

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ari amici, l’anno da poco iniziato segna il cinquantesimo anniversario della Lega del Filo d’Oro: un evento importante, che sarà l’occasione per alcune sorprese e tante nuove iniziative, eventi istituzionali, di carattere tecnico scientifico, di sensibilizzazione e di raccolta fondi. Abbiamo cominciato, come vedete, dando una nuove veste grafica al nostro giornale, che ci accompagna fin dal 1964. Lo volle Sabina Santilli, che mise nel titolo uno dei suoi ricordi più vividi: il trillo gioioso di un uccellino che volava libero nel cielo, «debole ma pieno di vitalità», per dire a tutti che «per lo spirito non ci sono limiti di orizzonti nell’infinito». Trilli nell’Azzurro è stato arricchito da interviste a chi opera all’interno dell’Associazione, con l’obiettivo di raccontare meglio quel che facciamo ogni giorno. Trovate anche un nuovo logo, ideato per l’anniversario e selezionato tramite un concorso. Guardando al mezzo secolo trascorso, possiamo vedere tante sfide vinte, traguardi raggiunti, difficoltà superate: siamo nati come una piccola associazione e siamo arrivati ad avere Centri residenziali e servizi territoriali in sette regioni d’Italia. Ma il nostro cammino non si arresta e il 2014 sarà soprattutto caratterizzato dall’impegno assunto con il “Progetto Linguetta”, per la realizzazione della nuova sede di Osimo: una nuova “casa”, strutture più adeguate e una capacità operativa significativamente aumentata per andare incontro alle esigenze di un numero sempre maggiore di famiglie. Quanto realizzato finora è uno stimolo a proseguire in questo percorso di sviluppo, confidando sempre nella preziosa collaborazione di tutti coloro che hanno a cuore la Lega del Filo d’Oro, i bambini, i giovani, gli adulti sordociechi e le loro famiglie, nella vicinanza dei volontari e di quanti in tutti questi anni ci hanno sostenuto e che, ne siamo certi, continueranno a sostenerci.

IN PRIMO PIANO. A dicembre la Lega del Filo d’Oro compirà cinquant’anni: nessuno prima aveva creduto che si potesse uscire dal buio e dal silenzio l nome, Lega del Filo d’Oro, Sabina Santilli lo aveva scelto nel suo cuore da molti anni, quando ancora i sordociechi vivevano chiusi nell’isolamento. Per loro sognava un’associazione che non esisteva in Italia. Il “filo d’oro” indicava l’amicizia: quella che permette a chi non vede e non sente di aprirsi al mondo e quella dei tanti che erano disposti a dar loro aiuto. Da cinquant’anni la Lega del Filo d’Oro è la storia di uomini e donne che si mobilitano per rispondere a un bisogno: con esperienza, professionalità e passione. PAGINA 3

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Nicolas Tarantino

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LA STORIA

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SEDE via Montecerno, 1 - 60027 Osimo (AN) TELEFONO 071.72451 - FAX 071.717102 INTERNET www.legadelfilodoro.it E-MAIL info@legadelfilodoro.it Siamo anche su:

Con quindici barchette Alberto ha preso il largo

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NESSUNO È AUTORIZZATO A RISCUOTERE CONTRIBUTI in nome o per conto della Lega del Filo d’Oro. Chi intende effettuare donazioni può farlo mediante il c/c postale 358606 intestato a: Lega del Filo d’Oro - Osimo (AN)

Nicolas Tarantino


2 FILO DIRETTO 50 ANNI D’ORO

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Lo sguardo lungo di Sabina

CON FILO D’ORO PERCHÉ...

OGGI E DOMANI

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Magic Block: la tecnologia entra a scuola

Barbara ha 30 anni e come membro del Comitato dei sordociechi della Lega del Filo d’Oro, ha rappresentato l’Italia alla Conferenza Mondiale della World Federation of DeafBlind, nelle Filippine: «Esperienza indimenticabile».

Il progetto europeo si chiama “Magic Block” e la Lega del Filo d’Oro ne è stata co-partner insieme al Cnr e a istituzioni di Spagna, Grecia e Germania. Si è verificato che, con l’aggiunta di tecnologia e di attenzioni educative specifiche, i blocchetti colorati con cui i bambini si avvicinano alla matematica migliorano le capacità di apprendimento anche degli alunni con pluridisabilità.

www.wfdb.org

www.blockmagic.eu

«Ogni ragazzino va visto nella sua interezza. Tutti hanno una loro interiorità, che devi rispettare»

Nicolas Tarantino

Era il 20 dicembre 1964: Sabina Santilli, don Dino Marabini e altri otto amici si presentarono davanti a un notaio di Loreto per fondare la Lega del Filo d’Oro. I sordociechi italiani trovarono per la prima volta un riferimento. Sabina, a sua volta sordocieca, fu scelta come presidente: anche quello fu un primato, dato che all’epoca la legge considerava le persone sordocieche incapaci di intendere e di volere. Lo scopo della nuova associazione era «collegare i sordociechi fra loro e con gli amici, assicurare un aiuto, diffondere la conoscenza delle possibilità di recupero di una vita “normale” per le persone prive della vista e dell’udito». Trilli nell’Azzurro, stampato in nero e in braille, è fin dall’inizio il giornale ufficiale dell’Associazione, nonché «prezioso strumento di collegamento e di dibattito fra noi sordociechi».

Alla Conferenza mondiale

PASSIONE E METODO

L’insegnante.

La mia tecnica accompagna i bimbi alla ricerca della felicità osina fa un sorriso dolce e dice: «Se Dio si facesse conoscere solo dagli intelligenti, farebbe un grande torto. Io credo che Dio parli anche attraverso il cuore». Rosina lavora alla Lega del Filo d’Oro dal 1972: è un’insegnante e fra le altre cose segue la preparazione ai sacramenti dei bambini dell’Istituto di Osimo. È un percorso in più, per le famiglie che ne fanno richiesta, che dice molto di come all’interno della Lega del Filo d’Oro si guarda agli utenti: «Ogni ragazzino è una persona e va visto nella sua interezza. Ognuno, per quanto grave, ha una sua interiorità, in cui io posso entrare ma solo con delicatezza, senza invaderla, senza pretendere di sfondare chissà cosa. Puoi chiedere tante cose ai ragazzi, porre loro tante mete, ma prima di tutto devi creare un rapporto con loro, anche quando inizialmente sembra impossibile. Questo è ciò che

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amo, il motivo per cui dopo quarant’anni continuo a dire che il lavoro che faccio è meraviglioso». Rosina ricorda uno per uno i tanti bambini che ha visto crescere: «Le possibilità di comunicazione con questi ragazzi sono molte, bisogna saperle trovare», dice. «È una relazione che non è fatta di concetti, ma comunque c’è una circolarità, qualcosa che ci unisce. E quando non siamo più soli, la vita diventa bella». A Rosina non piace lo sguardo di chi vede solo sofferenza nella disabilità: «I miei ragazzi sorridono perché sono felici e amano la vita. A me non interessa che facciano una cosa perché io gli ho insegnato uno schema, che sia farsi la doccia o far partire la musica con uno switch: non sono piccoli robot da istruire. Io metto tutta la mia tecnica a servizio della persona che ho davanti, perché loro, anche grazie alle cose che io gli ho insegnato, siano felici».

SI PUÒ FARE Specialisti. Non è facile immaginare come si possa entrare in relazione con chi non vede e non sente, attraversando un guscio di silenzio che sembra impenetrabile. Guarda il video in cui Assunta spiega come, con il suo lavoro, riesce ad “accendere una scintilla in ogni bambino”.

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IN PRIMO PIANO 3 1964-2014.

La testimonianza.

Un’associazione tutta nuova, da mezzo secolo

Mario, primo allievo dell’Istituto di Osimo Arrivò a Osimo da Bolzano nell’ottobre 1967, quando la Lega del Filo d’Oro iniziò a lavorare con i bambini. «Era la preistoria, noi genitori non sapevamo cosa fare né dove chiedere aiuto», ricorda mamma Nerina. Restò poco più di un anno: «Hanno avuto un grande coraggio, ma erano davvero pionieri». Tornò nel 1985 e da allora vive in Istituto: «La “Lega” oggi ha un’esperienza unica», spiega la signora Nerina. «Io sono serena perché Mario è in buone mani e di me non ha più bisogno».

Un traguardo da festeggiare con un grazie ai tanti amici che ci hanno sostenuto. I ricordi e i progetti futuri l nome, Lega del Filo d’Oro, Sabina Santilli lo aveva scelto nel suo cuore da molti anni, quando ancora i sordociechi erano i «grandi sconosciuti» e vivevano chiusi nella solitudine delle loro case o degli istituti. Sabina conosceva bene quella condizione perché era la sua, da quando aveva sette anni: per questo volle creare un’associazione che si occupasse in maniera specifica dei bisogni di chi non vede e non sente, qualcosa che non esisteva in Italia. Il “filo d’oro” indicava l’amicizia: quella che permette di uscire dall’isolamento e quella dei tanti sostenitori disposti a dare il loro aiuto. Il sogno divenne realtà il 20 dicembre 1964, quando nacque la Lega del Filo d’Oro. Dino Marabini è uno dei fondatori, l’uomo che diede gambe al desiderio di Sabina: oggi ha 84 anni e quel giorno lo ricorda perfettamente. «Noi consiglieri speravamo che l’associazione diventasse punto di riferimento vitale per tanti sordociechi: lo è stata», dice. «Guardando lo sviluppo straordinario della “Lega”, penso che quel filo sottile è diventato un tessuto. Le faccio due auguri: che cresca ulteriormente, perché ci sono ancora persone che hanno bisogno, e che al suo interno, accanto alla tecnica, ci sia sempre la “corrente” dell’amore». La centralità della persona è da sempre l’impronta caratteristica della Lega del Filo d’Oro: «L’intuizione che abbiamo avuto è stata il credere che tutti dovessero avere un’opportunità di riabilitazione, a cominciare dai bambini,

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anche in presenza di una disabilità gravissima. Ci ha sempre distinto il disegnare il servizio a partire dai bisogni della persona, andando a cercare presso i privati le risorse per coprire i costi più elevati che la qualità comporta», sintetizza Gigi Giacco, per decenni direttore pedagogico dell’istituto per la riabilitazione di bambini sordociechi e pluriminorati psicosensoriali che la “Lega” aprì nel 1967. «Nessuno sapeva come fare», ricorda: «Alla dimensione solidale dell’inizio si è subito aggiunta quella tecnica, scientifica, metodologica». Questi cinquant’anni sono stati sempre in dinamismo, animati dalla sfida che ogni ospite porta con sé: «Dinanzi alle difficoltà, ci mettiamo sempre nella prospettiva che siamo noi a non essere riusciti a trovare la strada giusta. È questo lo stimolo a non rassegnarsi mai nel processo riabilitativo», spiega.

La parola

Riabilitare i più gravi Pionieri. Quando la Lega del Filo d’Oro nacque non esistevano progetti riabilitativi per i disabili gravissimi. La “Lega” è stata la prima a credere in loro e a mettere a punto un metodo educativo-riabilitativo specifico.

Ancora oggi, la Lega del Filo d’Oro si sente “in cammino”. Francesco Marchesi, il presidente, per il 2014 annuncia un anno di «cambiamento nella continuità». Cambiamento perché «vogliamo crescere ancora, la richiesta di servizi aumenta e vogliamo dare ulteriori risposte, facendo investimenti per il futuro. Oggi siamo una realtà importante ben oltre Osimo, per questo ci siamo dotati di una struttura organizzativa più adeguata alla nostra dimensione nazionale», dice. Continuità perché «non verrà mai meno il riferimento ai valori iniziali, alla centralità della persona, alla qualità del servizio. Noi ci saremo, certo non senza grandi sforzi: la volontà è quella di dare più servizi senza abbassare la qualità». Per i 25 anni della Lega del Filo d’Oro, Sabina Santilli le augurò di diventare «un’istituzione altamente specializzata, di grande valore scientifico e sociale». Quell’augurio si è realizzato e la sorella di Sabina, Loda, dice che «sembrava impossibile che la vita dei sordociechi sarebbe cambiata tanto. Penso che Sabina, in cielo, abbia il sorrisetto soddisfatto di quando tutto andava come lei voleva».

Sabina. Guarda con il tuo smartphone il video in cui Sabina Santilli, nel 1993, racconta in tv la sua esperienza. «Il coraggio di vivere per me è dare un po’ di gioia agli altri», disse.

Il cantiere della Linguetta.

Da noi le famiglie sono sempre a casa Il nuovo Centro Diagnostico avrà più posti per i bambini alla prima visita e per le loro famiglie li scavi sono ben avviati, le prime due gru sono montate e funzionanti: il cantiere per realizzare la nuova struttura della Lega del Filo d’Oro, a Osimo, è entrato nel vivo. Il primo lotto dei lavori comprende anche la nuova palazzina del Centro Diagnostico, vent’anni dopo la nascita di questo nucleo dedicato alla presa in carico precoce dei piccolissimi. «Sarà uno spazio più grande e organizzato, i bambini accolti saliranno da 4 a 8, gli operatori lavoreranno ancora meglio. L’esperienza maturata in vent’anni è servita», spiega Patrizia Ceccarani, direttore educativo-riabilita-

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tivo del Centro. Lavorare meglio ad esempio significa che in futuro ci sarà un’aula per ogni bambino, poiché «i ragazzini hanno la necessità di non avere distrazioni, in modo che noi possiamo capire al meglio le loro potenzialità», dice Ceccarani. Resta confermata anche la grande importanza che la Lega del Filo d’Oro dà all’accoglienza delle famiglie, con la foresteria all’interno della struttura del Centro Diagnostico. «Avere un ambiente informale, dove la famiglia possa mantenere le proprie abitudini di vita, garantisce la tranquillità del bambino», dice Laura Gambelli, una delle assistenti so-

ciali della Lega del Filo d’Oro, il primo contatto con le nuove famiglie. «Allo stesso tempo il genitore, che è molto coinvolto, osserva in prima persona le metodologie, e così sarà in grado di mettere in pratica, a casa, le indicazioni che gli verranno date». Ogni famiglia avrà, come adesso, la sua camera con bagno mentre la cucina e la zona giorno saranno comuni: «Spesso nasce spontaneamente un clima di amicizia», spiega Laura, con le famiglie che uniscono i tavoli e mangiano insieme, mentre alcune poi vanno a trovarsi a casa o organizzano vacanze congiunte. «Un esito molto bello e importante di

Cantiere. I lavori procedono all’interno del cantiere della Linguetta

questa vicinanza è l’incontro tra i genitori di bambini piccolissimi e quelli di ragazzi più grandi. Questi ultimi diventano figure rassicuranti, seppur nella fatica, per chi solo è all’inizio di un percorso», conclude Laura.


4 LA STORIA

«Non so come sarebbe stata la nostra vita se Alberto non fosse così, ma sono un uomo contento»

Nicolas Tarantino

CON FILO D’ORO PERCHÉ...

Osimo.

Quindici barchette e la vita di Alberto ha preso il largo Suo padre faceva il marittimo, così per Alberto inventarono un calendario fatto di barchette. Ogni giorno ne toglieva una: quando sarebbero finite, sapeva che avrebbe riabbracciato papà. Così, sereno, poteva imparare

a nostra è «una storia dentro la storia della Lega del Filo d’Oro»: Gianfranco e Daniela iniziano così a raccontare i loro trentadue anni a Osimo, trapiantati qui dall’Elba. Alberto, loro figlio, sta per compiere 40 anni: «Faremo una grande festa», dice la mamma, «perché da quel che ci avevano detto i medici, non pensavamo di arrivarci». Alberto è idrocefalo, a pochi mesi ebbe una meningite virale, da cui «iniziò il calvario». «Aveva un virus purulento dentro il liquor. Tentarono una cura, avvertendoci che poteva diventare sordo, ma non servì a nulla», ricorda papà Gianfranco. A sette anni e mezzo, dopo sessanta operazioni, Alberto passò dalla chirurgia alla pediatria, dove avrebbero dovuto «assisterlo per la morte»: lì invece trovarono una cura. La vista e l’udito erano persi, ma di interventi chirurgici non ne servirono più: «Ce l’hanno ridato», dice Daniela. «Lui si è adattato alla situazione, la voglia di essere al mondo non l’ha persa mai». A parlare loro della Lega del Filo d’Oro fu l’insegnante di ortofonia: «Avevamo contattato vari istituti, ma dalle domande che ci facevano capivamo che non erano i posti giusti per noi», ricorda la mamma. Con la Lega del Filo d’Oro, dice il papà, fu diverso: «Abbiamo preso

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la cartina, le cartelle mediche e ci siamo presentati qui, senza avvisare. Non si riusciva più a comunicare con Alberto, ricordo che lui voleva dirmi qualcosa e io non capivo, così lui mi fece un gesto come per dire “ma vattene”. Mi voltai, diedi un pugno alla porta e la sfondai».

Cartelle cliniche e persone Il giorno in cui giunsero a Osimo, Gianfranco lo racconta così: «Arrivi con

Attività occupazionali.

In laboratorio per essere adulti C’è la cestineria, il telaio o i pon pon: tutti i Centri della Lega del Filo d’Oro hanno i loro laboratori, che gli utenti frequentano più volte alla settimana. Le attività occupazionali sono la messa in opera funzionale delle abilità apprese “in aula” e consentono di fare un’esperienza simile al lavoro che marca l’età adulta. Alcuni sordociechi di Osimo hanno insegnato il midollino pure ai detenuti del carcere di Ancona.

il cuore pesante, hai tutte le strade chiuse, sali sulla collina e senti che in questo posto risolverai il tuo problema». Era il 1982. Le cartelle cliniche di Alberto dicevano il contrario, ma qui «guardarono Alberto, videro che un po’ con me comunicava e pensarono che qualcosa si poteva fare. Perché un conto è la cartella, un conto la persona», dice la mamma. Daniela e Gianfranco si fidarono, anche se - dicono - «alla prima visita gli fecero fare un percorso e alla fine gli diedero un cioccolatino. A noi sembrò come dare una nocciolina a una scimmia. Invece sbagliavamo noi, bastava vedere i progressi di Alberto: ci sembrava un miracolo». Se la Lega del Filo d’Oro ha cambiato la vita di Alberto, lui di converso ha segnato alcune tappe della storia dell’Associazione. Per lui fu inventato il primo calendario tattile, quindici barchette in compensato e quindici casette per misurare il tempo che papà passava in mare, così che Alberto capisse che papà “partiva”, non “scompariva”. Fu anche protagonista del primo spot della Lega del Filo d’Oro, quando essa avviò (pioniere anche in questo campo) una comunicazione rivolta alla raccolta fondi: «Non c’erano soldi, si rischiava di chiudere. La mia prima intervista l’ho fatta

allora, poi sono venuti Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno, lo spot con Renzo Arbore...», ride Gianfranco. «Parlare del nostro privato è faticoso, ma la gente non poteva capire senza conoscere la nostra vita. La nostra è una testimonianza, è ancora un modo per aiutare i nostri figli, perché senza la “Lega” non so cosa sarebbe stato di noi».

Mettere radici altrove A Osimo Alberto è diventato un uomo. Frequentando il Centro in diurno ha imparato a mangiare da solo, a lavarsi, a vestirsi: «Gli hanno insegnato tutto, a lui e a noi», dicono Daniela e Gianfranco. Soprattutto sono riusciti a sviluppare il suo linguaggio gestuale, così «in un attimo gli dici le cose, anche se chi non lo conosce bene fa fatica perché i gesti di Alberto sono solo suoi». Con le sue insegnanti è andato in Danimarca, in Germania, in Portogallo. Da molti anni, grazie alla disponibilità di un imprenditore della zona, fa una piccola esperienza di “lavoro”: «Non è un lavoro vero, ma lui esce di casa, si relaziona con persone al di fuori della famiglia e del Centro, capisce cosa sia la vita di un adulto», spiega il papà. Da quando sua sorella si è sposata, pure Alberto ha voluto una casa sua, così i


PORTE APERTE 5 Osimo

Lesmo.

Segreti di bellezza scovati nelle valli valdesi Grande successo per il nuovo laboratorio di saponette scrub: un’idea portata a Lesmo dalle volontarie dell’Ecomuseo Crumiére di Villar Pedice i vogliono una saponetta, della lana grezza variopinta e una calza di nylon: materiali di uso quotidiano, che però bastano a creare un dono bello e profumato. Le saponette scrub sono il nuovo e originale prodotto realizzato all’interno del laboratorio occupazionale del centro di Lesmo (MB): già una trentina, fra ospiti del centro e utenti del servizio territoriale, si sono cimentati con questa nuova esperienza sensoriale. «L’idea non è nostra», ammette Luigina Carella, responsabile educativo-riabilitativo del centro di Lesmo. «Dobbiamo dire grazie a Barbara, la direttrice dell’Ecomuseo Feltrificio Crumiére di Villar Pellice: l’abbiamo conosciuta durante un convegno sulle attività manuali per i non vedenti che il museo ospitava. Loro propongono questa attività ai bambini, ma hanno pensato subito che poteva essere interessante anche per le persone sordocieche, perché la lavorazione

Antonio Mola

Nicolas Tarantino

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genitori gli hanno sistemato una stanza al piano di sotto: «Non è in grado di vivere da solo, ma ogni tanto scende, ci invita a cena da lui… Che meraviglia!», raccontano Daniela e Gianfranco, orgogliosi e felici. «Di centri ce ne sono tanti, ma questo non ha paragoni. Per l’esperienza, per il metodo, per la mentalità. Non guardano il disabile, cercano la persona che c’è dentro. E lavorano su tutta la famiglia, perché quando succede una cosa così, la vita di tutta la famiglia deve cercare un’altra direzione». Oggi Alberto inizia a non riuscire più a fare alcune cose. Non cammina più bene, non riesce più a leggere il Braille, le mani iniziano a tremargli. «Ma farà altre cose, altrettanto belle. È coraggioso, ha una forza di volontà incredibile. È in gamba mio figlio», dice Daniela. E Gianfranco aggiunge: «Io ne sono innamorato. Non so come sarebbe stata la mia vita se Alberto non fosse stato così, ma sono un uomo contento».

Ospite in tv. Alberto è stato invitato a “Voyager” con la sua insegnante Nicoletta e Renzo Arbore. Rivedi l’intervista con il tuo smartphone.

SI PUÒ FARE Mani d’oro. Fare nuove esperienze sensoriali è un’occasione preziosa. Se hai l’hobby del faida-te, scrivici per suggerirci qualche semplice lavoretto da fare con i nostri ospiti: info@legadelfilodoro.it

prevista è facile e dà moltissime stimolazioni sensoriali». Barbara e altre due volontarie sono scese dalle valli piemontesi fino a Lesmo, con il camper carico del materiale necessario. «È stata molto bella questa integrazione con una realtà lontana, che si occupa di tutt’altro», sottolinea Luigina. L’esperienza è piaciuta moltissimo alle persone sordocieche che

l’hanno provata: «è stato un pomeriggio ricco di stimoli tattili e olfattivi: il profumo della saponetta, l’odore acre della lana grezza bagnata, l’acqua calda, la sensazione molle del sapone che si scioglie… È un’esperienza che abbiamo già ripetuto nel nostro centro e che diffonderemo tra i colleghi». Qualcun altro, magari, potrà copiarla.

Modena.

Osimo.

Week-end speciale a Molfetta

Maestro di rilegatoria, che soddisfazione

lessandro, Gianna e Adele, che frequentano la sede territoriale di Modena, a novembre hanno trascorso alcuni giorni presso la sede di Molfetta, accompagnati da tre volontari. «Il progetto vuole dare l’opportunità ai sordociechi di sperimentare la loro autonomia in un ambiente nuovo», spiega Viviana De Angelis, assistente sociale del Centro di Modena. Dopo il viaggio in treno e la presentazione della sede di Molfetta, c’è stata la visita alla città e a Bari, un momento di festa in una sagra, la conoscenza di volontari e ospiti della sede pugliese. «Come “trasferta” per noi è stata la prima esperienza, che vorremmo ripetere. A Modena invece abbiamo già accolto alcuni sordociechi della sede di Osimo».

a Venezia a Osimo per aggiornare le tecniche di legatoria e di fabbricazione della carta apprese nel 1997 e insegnarle ad altre persone con disabilità. Per alcuni giorni il Centro di Osimo ha accolto Giorgio, 60 anni, ex odontotecnico, che qui aveva già frequentato per un anno il laboratorio di legatoria, all’interno del programma europeo Horizon. «In rete con i servizi sociali di Venezia stiamo cercando un centro diurno dove Giorgio, un paio di volte alla settimana, possa insegnare ad altri le sue abilità», spiega Cristina Alippi, educatrice del servizio territoriale di Lesmo. È un progetto che valorizza le competenze di Giorgio, per «alimentarne l’autostima, cosa preziosa ma difficile da fare».

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6 COME AIUTARCI

Sport.

Corri con noi la Milano City Marathon Il 6 aprile torna la maratona di Milano con il suo Charity Program. Chi si iscriverà alla gara abbinando il proprio nome alla Lega del Filo d’Oro destinerà a noi parte della quota di iscrizione, che andrà a sostegno della riabilitazione in acqua; correrà con il nostro logo sul pettorale e potrà diventare “personal fundraiser”. L’organizzazione donerà il pettorale a chi raccoglierà almeno 200 euro. Iscrizioni e info: eventi@legadelfilodoro.it

Radio e tv.

Più idroterapia grazie ai vostri sms Dal 26 gennaio al 16 febbraio la Lega del Filo d’Oro ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi tramite SMS solidale. Anche quest’anno diverse trasmissioni radio e tv ci hanno dato spazio per presentare le nostre attività, con il supporto di Renzo Arbore. La raccolta contribuirà a garantire un anno di fisioterapia e di idroterapia al Centro di Osimo. Grazie a quanti ci hanno sostenuto.

Trilli nell’Azzurro Notiziario ufficiale della Lega del Filo d’Oro ONLUS Associazione Nazionale riconosciuta con D.P.R. n. 516 del 19.5.1967 Via Montecerno, 1 - 60027 Osimo (AN) tel. 07172451 - fax 071717102 c/c postale 358606

Solidarietà senza fine.

Testamento solidale, le piccole gocce che fanno gli oceani I lasciti testamentari sono la risorsa fondamentale per aprire nuove strutture e garantire la qualità del servizio offerto: due cose che, in modo diverso, rimangono per sempre er il signor Mario il suo ultimo gesto segnava così in profondità la sua vita che nel testamento ha chiesto una targhetta da mettere sulla lapide, che lo ricordasse come benefattore della Lega del Filo d’Oro. «Non è retorica, il testamento solidale è una scelta di grandissima generosità che gratifica chi la fa, anche se non c’è più. Chi fa un testamento solidale continua a vivere nella gratitudine di tanti»: a parlare così è Luigi De Rosa, direttore dell’Ufficio Affari Generali della Lega del Filo d’Oro. Insieme al suo team segue le pratiche testamentarie in cui la “Lega” è citata come beneficiaria e dà supporto tecnico-legale a chi volesse lasciare all’Ente una parte dei propri beni. «Fare testamento è il modo per pianificare il futuro ed essere certi che le proprie volontà saranno rispettate. All’interno di questa pianificazione chiunque può ricordarsi di chi ha più bisogno, qualunque sia il patrimonio di cui dispone: le gocce creano gli oceani», dice De Rosa. Così ricorda la signora Grazia, per tanti anni sostenitrice dell’Associazione, che poi le ha lasciato tutto il suo patrimonio. O Giuseppe, sposato ma senza figli, che ha dato alla Lega del Filo d’Oro la nuda proprietà della sua casa, garantendo l’usufrutto alla moglie. E Giorgio, che nel suo testamento accanto alla moglie e ai tre figli ha citato la “Lega” con un legato di 500 euro. La Lega del Filo d’Oro è impegnata da molti anni nel sensibilizzare su questa forma di solidarietà: «I lasciti sono la condizione per

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Nicolas Tarantino

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Osimo

IN BREVE

Il numero

7

REGIONI Oggi la Lega del Filo d’Oro è presente in sette regioni d’Italia e vuole raggiungere ancora più persone: questa diffusione sul territorio è possibile proprio grazie ai lasciti testamentari

lo sviluppo di nuovi servizi e grazie ad essi abbiamo potuto pianificare e realizzare investimenti importanti, a cominciare dall’apertura di nuove strutture. Per i prossimi anni i lasciti andranno a finanziare in particolare la costruzione del nuovo Centro di Osimo, alla Linguetta», spiega il segretario generale Rossano Bartoli. I lasciti non servono solo a creare nuove strutture, ma sono preziosissimi anche per garantire la qualità del servizio offerto ogni giorno nei nostri Centri: le abilità e i traguardi che i ragazzi raggiungono restano per sempre, proprio come il gesto di generosità che li ha resi possibili.

Info: lasciti.legadelfilodoro.it - tel. 071.72451

WEB www.legadelfilodoro.it

Direttore editoriale Francesco Marchesi Direttore responsabile Rossano Bartoli Comitato di redazione Maria Giulia Agostinelli, Chiara Ambrogini, Anna Maria Catena, Gianluca de Tollis, Alessandra Piccioni, Maria Laura Volpini Coordinamento editoriale a cura di Vita Società Editoriale S.p.A. Sara De Carli (redazione), Sergio De Marini (coordinamento), Antonio Mola (progetto grafico) Stampa Tecnostampa s.r.l. - Loreto (AN) Questo numero è stato chiuso in redazione il 28 gennaio 2014 ed è stato tirato in 346.000 copie. Autorizzazione del Tribunale di Ancona 29.7.1981 n.15. Bimestrale - Poste Italiane SpA - Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 - DCB Milano

Per garantire la privacy I dati sono trattati per le attività di raccolta fondi, sia in formato cartaceo che elettronico, da Responsabili ed incaricati a ciò preposti e possono essere comunicati a società di marketing diretto che effettuano l’invio di nostro materiale. Per esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003 (tra cui modificare o cancellare i dati) scrivere al Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi (Responsabile del trattamento) presso Lega del Filo d’Oro Onlus Via Montecerno, 1 60027 Osimo - AN (Titolare del trattamento).

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PARLA CON ME

Scopri tutti i modi per comunicare. Il Malossi Dicono che attraverso il Malossi la mano diventi «l’antenna dell’intelligenza e del cuore». Dalla A alla O si batte, dalla P alla Z si pizzica: ogni lettera ha il proprio posto sul palmo della mano, che diventa una “tastiera”. Il Malossi è il modo più semplice e rapido per comunicare con una persona sordocieca, a patto che questa sappia scrivere. Lo inventò un sordocieco italiano, Eugenio Malossi: piace perché le parole corrono velocissime sulla punta delle dita. Esiste un “trucco” per far parlare il Malossi anche a chi non lo conosce: si scrivono le lettere su un guanto bianco, con due colori diversi per distinguere quelle da pizzicare e quelle da battere, la persona sordocieca si infila il guanto e chiunque, così, è immediatamente in grado di dialogare con lei.

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IN AZIONE 7 BUONE IDEE

VISTI DA VICINO

CON FILO D’ORO PERCHÉ...

Aziende.

«Ho calcato scene importanti, ma mi sento un niente davanti agli operatori della “Lega”»

Nicolas Tarantino

Chep, un giorno da volontari per cinquanta dipendenti

Valter Matassoli, 60 anni, direttore tecnico della Pallavolo Osimo.

La nostra forza in campo è lo sponsor che indossiamo a giocato nella nazionale italiana di pallavolo, in serie A. Da una decina d’anni Valter Matassoli, 60 anni e insegnante di educazione motoria, si dedica a far crescere i giovanissimi di Osimo attraverso lo sport, con due società - la Volley Libertas e la Volley Young - che coinvolgono 180 ragazzi dai 6 ai 30 anni. Lui lo chiama «l’oratorio del volley», per dire di «un luogo aperto a tutti, accogliente: tante società che si rivolgono ai ragazzi sono invece realtà chiuse». Ma anche per sottolineare «che nello sport c’è una dimensione ludica, di valori e di educazione». Matassoli corregge chi lo chiama “presidente”: «Se lo fossi dovrei rinunciare ad essere allenatore, a stare con i ragazzi», rivela. Gli atleti della Pallavolo Osimo da tre stagioni portano sulle divise il logo della Lega del Filo d’Oro: per Matassoli «è un segno di ammirazione e un modo per ringra-

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ziare chi ogni giorno si occupa di persone meno fortunate. Ho calcato scene importanti, ma quando vedo gli operatori e i volontari della “Lega”, mi sento un niente». Matassoli ha visto crescere la Lega del Filo d’Oro, fin dagli esordi: «La “Lega” con la sua tenacia è un esempio per chi fa sport: quando un ragazzino mi dice “non ce la faccio”, io rispondo “andiamo a Santo Stefano (la frazione dove ha sede la Lega del Filo d’Oro, ndr), così vedi cosa vuol dire farcela”». Basta quello, non servono tante prediche, «un nostro allenatore lavora lì, queste cose passano in ciò che si fa ogni giorno». Sport e solidarietà si rafforzano a vicenda, Matassoli ne è certo: «La Lega del Filo d’Oro è un nome prestigioso, è un onore averlo come sponsor etico. E la forza che dà alla squadra, in termini di appartenenza e di responsabilità, ha un valore inestimabile».

SI PUÒ FARE Fai squadra con noi. La Lega del Filo d’Oro è già sponsor etico di molte società sportive, dalla pallavolo al basket al ciclismo. Se anche tu vuoi aiutarci a far conoscere la Lega del Filo d’Oro, mettendo il nostro logo sulle maglie della tua squadra, scrivi a: eventi@legadelfilodoro.it

L’incontro è nato dal basso: una dipendente dell’azienda è volontaria della Lega del Filo d’Oro. È stata lei a proporre una giornata di volontariato aziendale al Centro di Lesmo. La Chep si occupa di imballaggi riciclabili, restituibili e gestiti e lo scorso 17 dicembre cinquanta dipendenti di Chep Italia, fra cui la country manager e la responsabile del personale, hanno trascorso il pomeriggio al Centro di Lesmo, in compagnia di operatori e utenti. Grandissimo il coinvolgimento, con una ventina di persone che hanno accettato di vivere per qualche ora senza vista e udito. La Chep, impegnata nella sostenibilità ambientale, ha fatto anche una donazione alla “Lega”, destinandole una cifra per ogni pallet recuperato nel mese precedente la giornata di volontariato.

Musica.

Come si organizza un concerto di successo Oltre 250 persone il 28 dicembre hanno gremito il Teatro dei Vigilanti di Portoferraio, per il concerto che l’associazione Officina della Musica ha organizzato in nostro favore. «Ho avuto l’idea perché un mio cugino è seguito dalla “Lega”», spiega Sergio, maestro di musica. Maestri, allievi e amici dell’Associazione hanno proposto brani di vari cantautori, per mostrare come ciascuno interpretasse alcune parolechiave: l’amore, la diversità, la solidarietà. «Nell’organizzazione di un evento è fondamentale avere un’idea-guida, non basta l’esibizione», spiega Sergio. La solidarietà è certo un valore aggiunto: all’inizio della serata è stato proiettato un video di presentazione della Lega del Filo d’Oro: «Sono immagini che toccano, ho visto le persone molto coinvolte».

Mercatini.

Solidarietà nelle Cantine del borgo di Collalto Bomboniere solidali.

È vera, per questo abbiamo detto “sì” e classiche bomboniere non le volevano e avevano deciso che il loro giorno più bello doveva essere bello per tutti. Michela e Stefano, una coppia della provincia di Pavia, non riuscivano però a decidersi fra le tante proposte fatte da ong e associazioni: «Mi sembravano tutte uguali, lontane, non reali», ricorda Michela. Una sera passò in tv lo spot della Lega del Filo d’Oro e scattò qualcosa: «Mi colpirono le immagini, autentiche, vere, che parlavano di sofferenza ma trasmettevano gioia e positività. Dissi a Stefano: “È questa! È in Italia, ha una sede vicino a noi, possiamo anche andare a conoscerla”. Per di più mio suocero era stato per anni un suo sostenitore». Michela e Ste-

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fano si sono sposati nell’aprile 2013 e con inviti, partecipazioni e bomboniere hanno sostenuto la Lega del Filo d’Oro. In visita al Centro di Lesmo non ci sono ancora andati, ma Michela l’ha segnato nell’agenda: «Da allora riceviamo Trilli nell’Azzurro e leggendolo quella prima impressione positiva si è confermata», spiega Michela, che da qualche mese è diventata sostenitrice della “Lega” con una donazione periodica. E confessa: «Ho scoperto che si può fare volontariato ai soggiorni estivi. Abbiamo otto cani e non li lascerei mai per andare al mare, ma per un’esperienza così mi è venuta voglia di organizzarmi!». momenti.legadelfilodoro.it

«È stata un’esperienza faticosa, ma che mi ha fatto conoscere l’animo di tante persone»: così la signora Maria, mamma di una ragazza seguita dal Settore Ricerca, racconta i suoi sei week end alla “Cantine della Solidarietà”. Si tratta di uno spazio per far conoscere la Lega del Filo d’Oro e la sua mission all’interno dei “Mercatini delle Cantine del Borgo”, organizzati dalla Pro Loco nelle case private del borgo di Collalto Sabino (Ri) dal 6 dicembre al 6 gennaio. «Da noi la gente non entrava per comprare, ma perché voleva conoscere una così bella realtà». I fondi raccolti saranno devoluti al Settore Ricerca.

GRAZIE A TUTTI Siete davvero in tanti. Grazie a tutte le persone, le associazioni e le aziende che nei più diversi luoghi d’Italia hanno organizzato manifestazioni in nostro favore.


8 FRA DI NOI IL PARTICOLARE

Il nostro calendario fa molto più che mettere in fila i giorni

CC POSTALE

Tenere il tempo. Molte persone sordocieche o con disabilità psiconsensoriali non hanno modo di percepire lo scorrere del tempo, a volte nemmeno nel semplice alternarsi di giorno e notte. Vivere in un perenne presente però è faticoso e destabilizzante: il non sapere cosa aspettarsi “dopo” genera ansia, il ripetersi indistinto dei giorni fa perdere la voglia di alzarsi, il non poter distinguere fra l’assenza per qualche giorno di una persona cara e la sua scomparsa getta nello sconforto. Alla Lega del Filo d’Oro ogni persona e ogni ambiente ha il suo “calendario” personalizzato, con le attività del giorno o della settimana spiegate con piccoli oggetti riconoscibili al tatto. Questo dà serenità e tranquillità per vivere in pienezza ogni azione della giornata.

n. 358606 intestato a Lega del Filo d’Oro Onlus

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LA POSTA .

Renzo Arbore e Mario, la loro parola vale

La lezione di una bimba sulla disabilità

Carissimi, per cinquant’anni ho viaggiato per lavoro e mi è capitato di passare da Osimo, un tesoro di cittadina. Oggi che sono pensionato mi ritrovo a parlare con passione di questo luogo ai miei amici, perché ho scoperto questa grande iniziativa sostenuta da Renzo Arbore che con il nostro contributo aiuta i bambini sordi e ciechi. Una cosa eccezionale. Nonno Mario, Firenze

Caro “filodoro”, sono Aurora, ho 9 anni, ho letto a casa di mio nonno le storie dei vostri bambini. Mi sono piaciute molto e vorrei tanto che quei bambini diventassero come me, che ci vedo e ci sento, senza le prese in giro di alcuni, grandi e piccini, che non riescono a capire cosa si prova nella loro situazione. Io capisco perché i miei famigliari me lo hanno spiegato e perché ho una zia cieca, ma molto simpatica! Salutatemi le famiglie con figli come mia zia, ciao ciao. Aurora, Roma

Caro Mario, il suo passaparola per noi è prezioso. Il riferimento che lei fa a Renzo Arbore, attraverso cui ci ha “scoperti”, è l’occasione per dire a questo grande artista un enorme grazie perché da 25 anni ci aiuta a far conoscere la nostra attività.

Orgoglioso di sostenervi, vorrei fare di più Carissimi, grazie per avermi inviato la carta di sostenitore della vostra associazione: la porterò sempre con me! Il periodo non è facile, anzi, ma spero quest’anno di riuscire ad aumentare le mie donazioni, perché è doveroso dare un aiuto a queste creature e a voi. Alessandro B., mail Grazie a lei per il suo sostegno: tante piccole gocce come la sua hanno fatto una storia lunga già cinquant’anni.

Mi fai un autografo?

Non ti costa nulla. Pensaci!

Scrivete le vostre lettere a Lega del Filo d’Oro - Via Montecerno, 1 - 60027 Osimo (AN) Potete inviare un fax al numero 071 717102 o una e-mail a info@legadelfilodoro.it

Quante belle risate grazie alla vostra benda Carissimi, grazie per il bel regalo. Quando abbiamo aperto la lettera e trovato la “benda” e i tappi e letto l’esperienza sensoriale che proponevate, mi sono fatta un sacco di risate insieme a mio marito. Sapete perché? Io sono una non vedente. Naturalmente voi non potevate saperlo e l’iniziativa è ottima: chissà, forse le altre persone capiranno le nostre difficoltà. Auguri! Maria Grazia P., Salerno

Cara Aurora, hai proprio ragione: le persone a volte trattano con cattiveria chi è diverso, ma in realtà il problema è che non conoscono la diversità e ne hanno un po’ paura. Tu sei fortunata ad avere dei genitori che ti insegnano a vedere i bisogni speciali di alcune persone, cerca di spiegarlo anche tu ai tuoi amici. Un abbraccio anche alla tua simpatica zia.

Grazie a lei Maria Grazia per la sua simpatia: alle prime righe siamo impalliditi perché temevamo di aver fatto una gaffe. Siamo felici che abbia compreso il senso profondo della nostra proposta, siamo certi che provare sulla propria pelle cosa significa non poter contare su vista e udito sia il modo migliore per avvicinare le persone alla realtà dei nostri ospiti.

Sono una non vedente e quando mio marito mi ha detto della benda e dell’esperienza sensoriale che proponevate siamo scoppiati a ridere. Ottima iniziativa!

Firma per il alla Lega del Filo d’Oro. Io l’ho già fatto!

5 mille

Il 5 per mille è un gesto semplice e gratuito, ma, soprattutto, un segno importante di solidarietà. Oltre a donare il tuo 5 per mille alla Lega del Filo d’Oro, suggerisci a parenti e amici di fare lo stesso. Non ti costa nulla, ma per tante persone sordocieche significa un futuro di speranza.

PEF LE DELL’IR E PER MIL U Q IN C NE DEL TINAZIO R LA DES E P A LT E SC

http://5x1000.legadelfilodoro.it

Il nostro codice fiscale

80003150424

Nicolas Tarantino

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