Perché i cristiani dovrebbero conoscere l’ebraismo?
Sta accadendo qualcosa nella Chiesa. I contorni ebraici del cristianesimo del primo secolo vengono ricercati e gradatamente restaurati nel sistema di valori della Chiesa. Perché? La Bibbia insegna che ebrei e cristiani sono il seme di Abrahamo. Abrahamo fu il primo ebreo e l’apostolo Paolo nella sua lettera ai Galati non lascia dubbi sul fatto che anche i credenti gentili sono la sua progenie spirituale. «E se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abramo; eredi, secondo la promessa» (Gal.3:29). In considerazione di ciò, noi come cristiani siamo considerati sia figli di Dio per grazia che figli di Abrahamo per mezzo della fede. Per questo motivo il sistema religioso del cristianesimo è stato storicamente e giustamente definito come «fede giudeocristiana». La "fede" che uno ha è un riferimento a quegli insegnamenti in cui si ripone fiducia come verità. Prima che i cristiani possono giungere a un consenso su ciò che è la verità, ci deve essere un ritorno ai fondamenti della nostra fede radicata nell'Antico Testamento – il giudaismo biblico. Non bisogna stare in apprensione di fronte al termine "giudeo" o "giudaismo/ebraismo". Il giudaismo è il nome che gli uomini hanno dato alle fasi di formazione della fede biblica (Antico Testamento). Il cristianesimo è il nome che gli uomini hanno dato alla fase di completamento della fede biblica (Nuovo Testamento). Da questa idea proviene il riferimento storico di fede "giudeocristiana". È stato opportunamente detto che il giudaismo non ha bisogno del cristianesimo per spiegare la sua esistenza, ma il cristianesimo ha bisogno del giudaismo per spiegare la sua esistenza e ciò in cui crede. Tale conclusione è stata senza dubbio tratta dalle parole di ammonizione che Paolo ha fatto alla Chiesa: «non t’insuperbire contro ai rami; ma, se t’insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma la radice che porta te» (Rom.11:18). I cristiani si sono sempre vantati della loro superiorità spirituale sugli ebrei. Tale vanto è sfociato nella propensione a dissociarsi da loro e, di conseguenza, ad allontanarsi dal ricco patrimonio biblico che Dio ha dato attraverso gli ebrei. Il nostro pensiero è stato troppo spesso: "Se è ebreo, è rischioso, inquinato, o peggio maledetto". La verità è che tutto ciò che il credente cristiano ha di caro, sia in parola che in spirito, è inerentemente ebraico. Perché? Perché noi siamo la progenie di Abrahamo che fu il primo ebreo, e tutte le nostre benedizioni di verità vengono da lui e dalla sua progenie. Per mezzo dei giudei le benedizioni spirituali di Dio sono disponibili per tutta l’umanità: «…e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra» (Gen.12:3). Consideriamo questa dichiarazione del Signore: «…la salvazione vien dai Giudei» (Giov.4:22). Abbiamo idea di cosa voleva dire Gesù che la salvezza viene dai giudei? Molti preferiscono lasciare il significato in sospeso, avvolto nel mistero. Capire questa breve frase potrebbe rivoluzione lo
studio della Bibbia, il rapporto con il popolo ebraico, la visione dei propositi di Dio e il proprio destino eterno. La salvezza è molto di più della redenzione, significa riconciliazione completa (Col.1:20). Giudaismo e cristianesimo hanno un’origine comune essendo stati creati dallo stesso Dio. La questione che dovrebbe quindi sorgere è: come possono due religioni create dallo stesso Dio, non avere molte cose, anzi la maggior parte delle cose, in comune? E se no, perché no? Dobbiamo prepararci ad occuparci seriamente di molti passi della Scrittura lungamente trascurati. Per esempio, come spieghiamo il seguente passo del Nuovo Testamento? «Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? O qual è l’utilità della circoncisione? Grande per ogni maniera…» (Rom.3:1,2). Cosa voleva dire Paolo? Il resto del verso ci aiuta a capire: «…prima di tutto, perché a loro furono affidati gli oracoli di Dio» (Rom.3:2). Il minimo che deve essere loro riconosciuto è che dagli ebrei abbiamo ricevuto i due più preziosi doni di Dio: la Bibbia e il nostro Messia, Gesù. Ciò che si ritiene essere "verità biblica progressiva" può variare nel parere da individuo a individuo. Alcuni potrebbero dire che oggi è l'effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa, testimoniato dalla manifestazione del miracoloso. Altri dicono che è l’incremento della predicazione evangelica, o entrambi. Ma non si può prescindere dal ripristinare la chiesa ai principi biblici che si trovano nei contorni ebraici degli anni della sua nascita. Il modo in cui deve avvenire non è per una "effusione" dello Spirito Santo, ma attraverso un risveglio nei confronti della parola di Dio. Ecco la promessa di Dio: «Si spanda il mio insegnamento come la pioggia, stilli la mia parola come la rugiada, come la pioggerella sopra la verdura, e come un’acquazzone sopra l’erba» (Deut.32:2). Questa è una pioggia di verità. Il cristianesimo ha una miriade di diverse denominazioni e confessioni nel suo interno. Queste divisioni non esistono per una differente testimonianza su Gesù. Esse esistono perché differiamo su ciò che il Libro (Bibbia) insegna. Siamo uniti a credere nel Cristo della dottrina, ma restiamo divisi sulla dottrina di Cristo. La tecnica impiegata da molti per conservare una parvenza di unità è stata quella di svalutare l’importanza dell’unità dottrinale. Tale unità è nel migliore dei casi solo parziale, e nel peggiore dei casi ipocrita. Nella maggior parte dei casi è il risultato di delusioni da precedenti tentativi di dialogo scritturale. Perché esistono tutti questi dilemmi dottrinali e gli inutili tentativi per risolverli? Perché non è possibile che i predicatori e i teologi concordano su ciò che la Bibbia insegna? Bisogna ammettere che ci deve essere una causa di fondo per questa situazione! La risposta è semplice. Non facciamo uso degli stessi strumenti. Per l’interpretazione abbiamo fatto ricorso a strumenti greci o ellenisti piuttosto che ebraici. In gran parte è il risultato della nostra rinuncia o negazione del fondamentale principio che il cristianesimo è radicato nel giudaismo biblico. Per il cristiano medio questo potrebbe apparire un’eccessiva semplificazione o forse il contrario, qualcosa di enigmatico e complesso. Ma Dio sta mandando questo monito al cuore di molti credenti. C’è una rinascita nella chiesa dell’insegnamento giudeo-cristiano del primo secolo. Questa è una rivoluzione per la teologia cristiana. Potrà essere difficile, ma inevitabile. Shalom, Argentino Quintavalle