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ITW Davide Drassine
from 4skateboards
Davide Lerri
interview Frassine
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CONOSCO LERRI DA PARECCHI ANNI, ED HO AVUTO IL PIACERE DI VIAGGIARE CON LUI E DI SCATTARE FOTO CON LUI. E’ UNO DEI MIGLIORI COMPAGNI DI VIAGGIO CHE ABBIA MAI AVUTO, PERCHÉ OLTRE ALLO SKATEBOARDING È INTERESSATO ANCHE A TUTTO QUELLO CHE LO CIRCONDA, CHE NON È COSA DA PRENDERE PER SCONTATA QUANDO PASSI TRE QUARTI DEI TUOI VIAGGI CON DEGLI SKATEBOARDER. ED HA UN APPROCCIO ALLO SKATEBOARDING CHE MI PIACE UN SACCO. E’ CREATIVO, NEL VERO SENSO DELLA PAROLA, E ANZICHÉ PENSARE SOLO A QUALE SIA IL TRICK PIÙ DIFFICILE CHE PUÒ FARE IN UNO SPOT, PENSA SEMPRE ANCHE A QUALE SPOT SIA MIGLIORE PER FARE UNA FOTO DIVERSA DAL SOLITO. CERTO, I VIAGGI E GLI SKATE TOUR NON FINISCONO CON LO SKATEBOARDING, CI SONO ANCHE LE NOTTI PASSATE A DORMIRE IN HOTEL, A CASA DI AMICI IN STANZE SOVRAFFOLLATE O ANCHE PER TERRA, E LÌ LERRI DIVENTA IL NEMICO NUMERO UNO. RUSSA QUANTO UN SCARICATORE DI PORTO UZBEKO... E IN UZBEKISTAN NON C’È NEANCHE IL MARE. LERRI, LO CONFESSO PUBBLICAMENTE, MI MANCHI, QUAND’È CHE ANDIAMO A PRODURRE UN PO’ DI ARTE INSIEME?
Ciao Lerri, com’è?
Ciao, tutto bene.
Che si dice in quel di Barcelona?
Fa ancora caldo, è il momento ideale per skateare.
Raccontaci un po’ la tua relazione con la capitale Catalana, so che la prima volta che sei andato li era per l’università e poi ci sei tornato per un master o qualcosa del genere... quanto tempo fa è iniziato tutto? Quanti lavori hai fatto nel frattempo per campare là?
Da quando ho 17 anni cerco di venire a Barcelona almeno una volta all’ anno per skateare, finito il liceo ho trovato nell’università la scusa perfetta per passare qui dei periodi più lunghi. La prima volta sono arrivato con una borsa di studio di un anno, ho lavorato solo qualche mese, stavamo 4-5 orette al giorno a distribuire volantini che promettevano sconti per il mojito al bar dietro l’angolo. Così sono rientrato in Italia con qualche soldo e ho conosciuto un po’ di turiste, di quelle alte. Ah! i colleghi al bancone erano molto preoccupati per la mia idratazione, specialmente dopo il turno di notte. Nel 2011 mi son trasferito definitivamente per la laurea specialistica, dopo un po’ di esami ho iniziato i tirocini in laboratorio e a lavorare come meccanico di biciclette in un negozio in centro. Per cento motivi, forse nessuno valido, ho lasciato l’università, continuo a lavorare con le biciclette.
E delle case cosa mi racconti? Nei miei soggiorni a Barca mi sono imbucato in varie case ed ovviamente ho sfruttato anche la tua ospitalità infinite volte... generalmente ogni “skater house” spagnola in cui sono stato aveva qualche bizzarria architettonica, tipo bagni cosi piccoli che se ti siedi sul cesso non si chiude la porta o 200 piani di scale strettissime da salire... ci racconteresti un paio di cose fighe che hai visto al riguardo?
Verissimo! Mauro è stato qui qualche mese e viveva in una stanza microscopica senza finestra, non mi sorprende uscisse a skateare alle 8 del mattino fino a sera, ogni settimana aveva dei tricks nuovi. Troppa motivazione. Un altro amico viveva in un tugurio del centro, di fianco ai fornelli, in cucina, passava il tubo di scarico di quelli del piano di sopra. Hai presente? Tubo in acciao con gli aloni di ruggine che attraversano la mano di bianco che gli han passato vent’anni prima. Sembrava vibrasse, quel tubo, avevi paura ad
avvicinarti, toccarlo l’avrebbe potuto far scoppiare seminando merda in tutta la stanza. I soffitti di quella casa erano imbarcati, il centro del salotto era almeno venti centimetri più basso rispetto ai lati. Tu stesso ti sei fatto da mangiare da me un bel po’ di volte, quindi sai già quanto era punk la mia di cucina. Ora ce l’hanno rinnovata, è carina. Vediamo quanto dura.
Una delle cose fighe di vivere a Barcelona è che succede più che spesso di trovarsi ad andare in giro per spots con qualche pro (o anche con gente sconosciuta che fa il culo a chiunque)... in tutto il tempo che hai vissuto lì chissà quante volte ti sarà capitato, ma tra tutti, chi è che ti ha impressionato di più per il suo skateboarding?
Non molte volte a dire il vero, quando ho il giorno libero skateo quasi sempre con Stephane (Zanette) e Mark (Frölich), ci troviamo sempre il più presto possibile per uscire dal centro, filmare e cercare spot nuovi. A volte si unisce qualcuno al nostro gruppetto, ma non siamo mai più di 4-5 persone. Raramente incrociamo altri skaters quando siamo fuori. Ultimamente stavo skateando molto anche con Gabeeb, ci troviamo quasi sempre per fare delle skate mission in bicicletta, impara un trick ogni volta che esce a skateare, maledetto. Quando tutti gli astri sono allineati per bene riesco a trascinare nelle nostre mission anche Daniel, è e resta il mio skater preferito! Haha! Quando posso skateare dopo lavoro, generalmente, mi trovo con “i locals di Uni” aka la “crew di Uni”, skateboarding, amici e birretta. Il top!
Hai una tua teoria su come mai il flat del macba poppa di più? Eheh
Pietra di quella buona di una volta!
E’ opinione comune che gli spots di Barcelona siano overexposed... eppure tu spunti sempre con materiale in spots mai visti... com’è sta cosa?
Basta prendere un treno o fare un giro in bici e si trovano un sacco di spot!!
Che impatto hanno avuto sulla scena i nuovi skateparks che la città di Barcelona ha costruito?
Il primo skatepark che han finito ha una bowl abbastanza carina, di notte è piacevole skatearci. Il resto del park è uno spreco di spazio con due snakerun che non portano da nessuna parte, piene di bambini e cretini. Però ci sono anche dei ragazzini veramente gangster che skateano con delle 9” e non fanno altro che boneless, footplant e quei trick che van di moda ora nei video, un paio di loro stanno spaccando un sacco! L’altro skatepark invece è proprio una cagata pazzesca, credo sia sempre vuoto.
svariati locali skater-oriented che proiettano video di skate etc etc, alla lunga può stufare?
Non sono molto in quel giro, ogni tanto capito in un bar che proietta video di skate, bevo una birra mi aggiorno un po’. A casa raramente mi capita di guardarne.
Per chi non lo sapesse tu sei anche il padre di Enimol Skateboards, ci racconti in breve come è nata? O come è stata concepita? Gravidanza desiderata o accidentale? Chi è la madre?
Nel 2009 ho iniziato con Enimol, riguardando indietro non so cosa mi ha spinto ad iniziare. Ora come ora Enimol è il modo che ho per procurare a me e ai miei amici (aka il team) le tavole con il legno e gli shapes che ci piacciono, in questo modo riusciamo ad essere credibili (credibili??) ed offrire quello che
noi stessi vogliamo skateare. Skateare una Enimol è un po’ come skateare Claudio Majorana, o il Marcaietta.. haha! Per certo so che è stata una gravidanza lunga e molto travagliata, frutto dello spirito santo. Di sicuro la matrigna è Mattia Todero, che dopo pochissimo si è unito per aiutarmi a produrre e distribuire il legno. Ah! Giusto ora stiamo preparando una nuova serie di tavole, rinnoviamo un bel po’ di cose, anche il legno sarà diverso, nuovo e incredibile, da qualche mese sto skateando con dei samples di ogni tipo e ne ho trovato un woodshop che è proprio Enimol!
E’ difficile gestire una company italiana non vivendo in Italia?
Sì, è complicato, ma il vero problema, il nemico, è il lavoro che toglie tempo alle nostre giornate! Quindi dopo lavoro o mi metto con Enimol o skateo. Sai già come va a finire vero? Comunque da qui è più difficile mantenere i contatti con i negozi, difficile promuovere e distribuire le tavole, impossibile sfogliare riviste italiane, ho sempre voluto molto bene al nostro cartaceo, mi manca un po’. Per fortuna Mattia Todero è lì e si sta occupando di tutte le spedizioni, senza di lui Enimol non avrebbe pututo sopravvivere al cambio climatico da Brescia a Barcelona.
Il lavoro è decisamente un brutto nemico sì! Comunque, visto che noi siamo ancora amanti dei full lenght videos... a quando un videone Enimol?
Ci son lì alcune time-lines con parecchio materiale che ha bisogno di un po’ di amore, sto cercando di annaffiarle e farle crescere. Credo saranno diverse clip brevi ad uscire piuttosto che un video unico. Non sarebbe Enimol mettere online un full lenght completo.
Davide Lerri Frassine
Hai mai pensato di prendere qualche skater spagnolo nel team?
Non skateo quasi mai con skaters spagnoli, non ho occasione di conoscerli, quindi, per ora, niente team spagnolo. Sono pignolo con i team rider, oltre a motivarmi skateando devono essere amici. Come gli attuali Enimols. Ci voglio bene a questi qui.
Tours in programma con il team?
Magaaaaaari!!
Quest’anno hai fatto un viaggio a Taipei e le foto del tour sono uscite anche sul sito Transworld, bella soddisfazione no? Com’è stato questo skate trip?
INCREDIBILE! Tornerei domani! È stato stimolante, abbiamo cercato spots ovunque, mi sono innamorato della cucina locale. Ero da solo con 4 francesi, con me si rivolgevano in inglese, altrimenti francese tutto il tempo, dopo 10 giorni ho iniziato a capire qualche parola. Pierre in quei giorni stava finendo una intervista per TWS, a Taipei ha avuto modo di raccogliere l’ultimo materiale di cui aveva bisogno, il fatto che abbiano scelto due fotografie mie per la gallery mi ha lasciato senza parole. Ho dovuto comprare tre sacchi di carta igienica per pulire tutto.
Quest’inverno farai qualche passaggio in Italia? Ti spaventa tornare a Brescia adesso che la Knodel bowl è momentaneamente chiusa?
Sono appena arrivato a Brescia dopo una settimana a Napoli con Stephane, Pierre e tutti i ragazzi di Playwood, mi hanno fatto ingrassare, quindi se il tempo regge faccio un’altra settimana di vacanze skateose e cerco di riprendere un po’ di pop! La knodel mi manca sempre, moltissimo.
Lo scorso anno gli X-Games sono passati da Barcelona e tu sei andato a fare un po’ di foto per 4Skateboard, che impressione ti ha fatto il baraccone dei big contest?
È interessante vedere nello stesso posto tutto quello che non rappresenta lo skateboarding per me. Non mi ha emozionato. Ogni 5 lanci dalla mega ramp c’era il megamega schermo con la pubblicità delle pizza. Il mega ciccione davanti a me sorseggiava il mega litro di bibita fluorescente e lo condivideva con la mega-rompicoglioni che aveva di lato. I mega giovani facevano la mega coda in bagno indossando la tshirt delle mega company di mega energy drink che gli causavano la mega pisciata. Dentro al recinto degli X-games tutto è studiato per imitare lo stile di vita che vedevo negli Stati Uniti. Anche le gare sono strutturate in modo da essere più visibili attraverso lo streaming e per lasciare spazio alla pubblicità. È stato curioso, ma non è skateboarding. La cosa più orribile è che all’indomani delle gare la bowl e l’area street erano state già abbattute. Sembravano troppo lisci e perfetti per essere destinati alla distruzione.
Una domanda personale, quanto tempo pensi di vivere ancora a Barca? (personale perché così so per quanto avrò sempre un tetto da scroccare!).
Simo, vieni quando vuoi, mi sa che per un po’ sto qui. E poi devi vedere la cucina nuova!
Altri progetti per il futuro?
Skateare, giocare con le biciclette. Fare tantissimi figli..................