Portfolio

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Portfolio Letizia Carrabs



Indice Tesi di laurea magistrale Atene: Acropoli. Il nuovo accesso lungo il versante nord

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Laboratorio di progettazione urbana e paesaggio Il nuovo asse di Via Adamello/Condino. Un nuovo brano di città

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WSTC 2^edizione Riqualificazione e ampliamento della struttura ospedaliera “Health Center” ad Itololo, Tanzania

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Corso di costruzione delle opere di architettura Piccolo studio di architettura

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Tirocinio presso lo studio Arch. Cappellini di Mariano Comense (CO) Edificio residenziale a Mariano Comense

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Laboratorio di progettazione dell’architettura Un percorso espositivo nel verde tra l’Adda e Villa Gina

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A.A. 2012/2013 Tesi di Laurea Magistrale Relatori: Angelo Torricelli, Luisa Ferro

Atene: Acropoli. Il nuovo accesso lungo il versante nord Letizia Carrabs, Erica Gerosa

Il progetto di architettura per l’area archeologica dell’Acropoli di Atene e del versante nord si inserisce all’interno di una più ampia ricerca condotta dalla Professoressa Luisa Ferro e dal Professor Angelo Torricelli circa l’antica forma urbis ancora riconoscibile nella città attuale e nel territorio, che riaffiora nei luoghi dell’archeologia e degli edififici museali. Progettare in stretta relazione con la storia significa riuscire a portare alla luce il difficile rapporto che il nuovo ha con l’antico, questo comporta la ricerca di valori profondi e originali che sono il fondamento della composizione architettonica. Il progetto assume così il ruolo di itinerario di conoscenza capace di fare emergere diverse concatenazioni arbitrarie ma riconoscibili, che altrimenti non esisterebbero. Progettare diventa una forma di appropriazione delle cose, è una sintesi interpretativa di progetti, quell’operazione che rende possibile il contatto tra antico e nuovo; è una riscrittura che verte al riportare alla luce una forma diversa da quella originale, determinando così un nuovo ordine. In antichità l’area fu uno dei più importanti centri cultuali di Atene, fortemente legato alle manifestazioni sia religiose che cittadine. Nell’area sono presenti alcune delle grotte più importanti tra cui quella di Zeus, Pan e Apollo e santuari legati ad alcuni culti che si svolgevano sulla sommità della rocca. Durante la dominazione turca il versante nord dell'Acropoli assume un importante ruolo militare e religioso, in stretta relazione con la città bassa, caratterizzata da un tessuto urbano molto denso. Il progetto cerca di rispondere ad alcune necessità pratiche come il bisogno di riorganizzare l’ingresso posto sul versante nord e la risistemazione della risalita meccanica alla roccia Sacra. 5



Sopra: prospetto Nord, ricostruzione epoca turca. Sotto: foto dell’area di progetto. Nella pagina a fianco: Manifesto di progetto. In arancio: ricostruzione del Pre-Eretteo. In rosso: fortificazioni di epoca turca.

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Prospetto Nord e planivolumetria generale di progetto. Nella pagina a fianco: pianta delle coperture; vista da ovest; sezione e prospetto Nord.


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Zoom sull’ edificio di ingresso e sull’edificio della Fonte Micena. Sezione trasversale generale. Disegno di Dimitris Pikionis.

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La cremaliera e lo sbarco sull’Acropoli. Prospetto, pianta e sezioni.


Vista dall’Acropoli verso la Plaka.

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Nella pagina a fianco: evoluzione storica dell’area di progetto.

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A.A. 2011/2012 Laboratorio di progettazione urbana e paesaggio

Il nuovo asse di Via Adamello/Condino. Un nuovo brano di città Letizia Carrabs, Alessandra Fadda L’area di progetto è situata all’estrema periferia di Milano, a sud dello scalo merci di Porta Romana, nella zona compresa tra gli assi stradali di via Ripamonti e corso Lodi. Si presenta come un chiaro esempio della crisi e del fallimento della “città industriale”. Il progetto dell’asse di via Adamello/Condino cerca di reinserire un’intera zona di Milano (che da sola costituisce un organismo paragonabile ad una cittadina di 20 mila abitanti) di nuovo all’interno delle trame della città. L’ex scalo merci si presenta oggi come una grossa cesura, in cui è ancora attiva solo una linea ferroviaria. L’asse Via Adamello-Via Condino è caratterizzato a ovest da un costruito disgregato e disequilibrato, a est da una fascia di vuoti e capannoni dismessi, confinanti con una zona quasi esclusivamente di artigianato. Le due principali strade ortogonali all’asse, viale Ortles e via Quaranta, possono essere definite strade corridoio. Infine le due estremità nord-sud si presentano come “frontiere impermeabili”, mantenendo netta la separazione dell’area dalla città. In un tale contesto, sebbene sia difficile individuare aspetti urbani riconoscibili, si possono annotare alcune potenzialità inaspettate: l’area è compresa fra due importanti assi stradali di collegamento con la città che presentano, al loro interno, sia lungo via Ripamonti sia lungo corso Lodi, un pullolare di attività commerciali e di funzioni primarie diffuse: resistono concentrazioni di artigianato altamente specializzato e funzioni a forte valenza urbana e metropolitana. Sono presenti alcune linee di mezzi di trasporto pubblico. Importante elemento di paesaggio fortemente caratteristico: il canale della Vettabbia, che qui riaffiora proseguendo all’interno del Parco Sud. Non esistono lungo l’asse vere e proprie piazze, luoghi d’incontro riconoscibili dove l’abitante del quartiere può instaurare relazioni sociali, ma piuttosto slarghi e rotonde di smistamento del traffico stradale. Occorre, quindi, occuparsi degli spazi aperti per poterli guarire dalla crisi della città. Partendo dall’estremità nord, l’intervento propone di costituire una strada vitale lungo la quale si affacciano le principali funzioni primarie e gli spazi aperti pubblici per la comunità. Nel disegno questo sistema corrisponde alla successione di stanze pubbliche tra l’edificato privato, tenute insieme da un viale alberato che corre nel senso N-S. Fra queste pause, tra privato e privato, sono state effettuate alcune iniezioni di edilizia residenziale, per la maggior parte di tipo temporaneo, i cui alloggi sono rivolti principalmente alla popolazione di giovani, studenti, lavoratori a tempo determinato. Altro tema fondamentale che coinvolge l’asse riguarda la connessione fra il parco ricavato dall’ex scalo e il Parco Sud. 13


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Nella pagina a fianco: rilievo sistema commerciale. Sezioni stradali e foto stato di fatto. In questa pagina: rilievo delle contraddizioni.

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Sistema dei valori. Gli spunti positivi proposti dall’area di progetto. Nella pagina a lato: Masterplan di progetto.

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Sopra: Pianta e prospetto dello studentato e della grande piazza Nella pagina a fianco: Planivolumetrico di progetto

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Matrici di progetto

Ingressi e percorsi

Funzioni principali

Triage Amb./infermeria Deposito pulito Degenze Degenze gravi Deposito sporco Inceneritore Sala operatoria

Spazio Coperto-ombreggiato

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Spazio Aperto

Coperture


A.A. 2011/2012 WSTC 2^ edizione

Partecipazione al Workshop Terra Cruda, Politecnico di Milano

Riqualificazione e ampliamento della struttura ospedaliera “Health Center” ad Itololo, Tanzania Letizia Carrabs, Alessandra Fadda Il workshop prevedeva lo sviluppo di un progetto per la struttura ospedaliera Health Center ad Itololo, un villaggio di poche migliaia di abitanti nella regione di Dodoma, a 200km dalla capitale della Tanzania. La struttura, realmente esistente, sorge in corrispondenza di una delle tante missioni fondate dai Padri Passionisti. Il progetto prevede la riqualificazione di due padiglioni ospedalieri esistenti e l’ampliamento della struttura attraverso la costruzione di nuove sale operatorie, sale parto e reparti di degenza. Il lotto dell’area di progetto è suddiviso in 5 terrazzamenti, con dislivello di un metro circa l’uno dall’altro. Nel primo terrazzamento sono disposti i due padiglioni esistenti, originariamente destinati alle degenze, riadattati ad ambulatori ed infermeria, direttamente connessi alla zona d’accoglienza. Nella parte alta del lotto, trova spazio la stecca delle sale operatorie, collegata ad un ingresso riservato alle emergenze. Nella zona centrale invece, si distribuiscono i vari reparti di degenza, più o meno vicini alle sale operatorie o agli spazi aperti al pubblico a seconda della gravità. Infine ci si è soffermati sulla divisione dei flussi, mantenendo separati i percorsi di servizio destinato al personale addetto alle pulizie, i percorsi veloci per il personale medico e gli spazi per i parenti e visitatori. Particolare attenzione è stata rivolta agli spazi collettivi, spesso usati dagli accompagnatori per riposarsi dopo il lungo viaggio, sovente compiuto a piedi o con mezzi di fortuna. Importanti la vicinanza di una strada principale e la possibilità di creare un pozzo fruibile anche dagli abitanti del villaggio, vicino al quale sono stati previsti dei forni per la preparazione di alimenti; in questo modo, in prossimità dell’ingresso è stato creato un vero e proprio spazio pubblico. La tecnologia costruttiva scelta, prevede l’utilizzo di terra alleggerita con trucioli di legno, reperibili in loco, data la vicinanza di una modesta segheria. Inoltre non è necessario l’impiego di manodopera specializzata, per questo si può considerare una tecnica di autocostruzione, utile per lo sviluppo locale in autosufficienza. 21


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Dal basso verso l’alto: pianta p.t. e pianta del primo piano.

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A.A. 2010/2011 Corso di costruzione delle opere di architettura

Piccolo studio di architettura Letizia Carrabs

Durante il corso, volto allo studio e all’approfondimento di nuove tecniche costruttive, è stata richiesta la progettazione di un piccolo studio di architettura, il cui ingombro non avrebbe dovuto superare lo spazio di due posti auto. L’edificio si sviluppa su due piani: al pian terreno si collocano i servizi e un piccolo spazio di ingresso-attesa, mentre al piano superiore vi è la postazione del professionista, con scrivania e plotter. Le richieste prevedevano un edificio dagli ingombri minimi, che rispettasse le condizioni di facilità e velocità di costruzione e basso costo ecologico ed economico. Si è scelta una tecnologia costruttiva basata sull’utilizzo di balle di paglia per uso edile. La parte strutturale dell’ edificio è realizzata in listelli di legno. La pelle è costituita da un intonaco di terra cruda, posato su un cannicciato, fissato direttamente alla paglia. Il solaio del pian terreno è staccato dal suolo tramite l’impiego di profilati metallici, per permettere una migliore resistenza all’umidità di risalita. La copertura è costituita da un tetto verde. Le aperture sono trattare differentemente a seconda dell’orientamento, con l’utilizzo di bride-soleil in alluminio e tettoie. Tutti i materiali impiegati sono volti al perseguimento del comfort ambientale e sono totalmente riciclabili o riutilizzabili in altri cantieri qualora si decidesse di demolire l’edificio in questione.

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A lato: sezione A-A’

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Esecutivo per la cantierizzazione: pianta del primo piano

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A.A. 2009/2010 Tirocinio presso lo studio Arch. Cappellini di Mariano Comense (CO)

Edificio residenziale a Mariano Comense progettista: arch. Rinaldo Cappellini collaboratrice: Letizia Carrabs L’esperienza di tirocinio si è svolta presso lo Studio Arch. Capellini di Mariano Comense (Co), sotto la supervisione dell’arch. Rinaldo Capellini. Il tirocinio è stato focalizzato sulla formazione professionale e all’inserimento graduale nel mondo lavorativo. Nell’affiancamento al Tutor nello svolgimento delle proprie mansioni, si sono alternati periodi di lavoro al computer con visite ad alcuni cantieri per osservare la realizzazione pratica delle opere progettate e disegnate, dalle operazioni di scavo all’esecuzione di impianti e di particolari di finitura. Il lavoro in ufficio è stato invece incentrato sulla stesura di disegni esecutivi completi, con stratigrafie, materiali, schemi strutturali e degli impianti tecnologici alle scale appropriate, per la cantierizzazione di un edificio residenziale composto da tre villette a schiera in Mariano Comense. Durante la realizzazione dei disegni e le visite in cantiere sono ovviamente sorte occasioni di confronto con le normative che regolano la progettazione quali: Norme Tecniche e Regolamento comunale, Regolamento Locale di Igiene, di prevenzione incendi, di acustica etc. La progettazione delle tre villette ha dovuto tener conto in modo particolare della vicinanza con la linea ferroviaria de LeNord Milano-Asso, mantenendo la fascia di rispetto di 30 m prevista. Ciò ha comportato un andamento particolare della pianta, parallela alla linea ferroviaria sul lato Ovest, per poter sfruttare al massimo l’area disponibile. Su richiesta dei committenti (tre fratelli) le tre abitazioni mantengono la loro autonomia, ma sono connesse da tre porticati esterni, ai quali si può accedere sia dal giardino circostante, sia dagli ambienti interni delle case. Le residenze in questione sono state progettate in vista di un possibile riadattamento futuro, in modo tale che ogni villetta possa essere suddivisa in due appartamenti, con un intervento minimo.

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Dall’alto verso il basso: pianta interrato e pianta p.t. con sistema degli impianti tecnici. Nella pagina a lato: prospetti.

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A.A. 2007/2008 Laboratorio di progettazione dell’architettura

Un percorso espositivo nel verde tra l’Adda e Villa Gina Letizia Carrabs, Alessandra Galbiati, Alessia Mapelli Il laboratorio ha affrontato il delicato tema della risoluzione di un'area di grande pregio paesaggistico, sconvolta dal passaggio dell'autostrada A4. L’area interessa i paesi di Trezzo sull’Adda, Concesa, Capriate San Gervasio e Crespi d’Adda. Ci si è concentrati sul sito di Concesa, frazione di Trezzo, nella parte compresa tra Villa Gina e il pendio del fiume Adda. La villa, oggi sede del Parco Adda Nord, sorge su uno sperone dominante il fiume, al cui piede vi è il Santuario della Divina Maternità e inizia il canale della Martesana. Con la costruzione della quarta corsia dell'autostrada, in particolar modo, la Villa si è trovata a stretto contatto con una cesura, che le taglia il basamento verso l'incile del Canale della Martesana. Il progetto si pone l'obiettivo di ricostruire un dialogo fra l’edificio storico ed il lungofiume, attraverso un percorso museale che risponda inoltre al problema della risalita, vi è infatti un dislivello di più di 30m. Sin dalle prime fasi progettuali è stata chiara l'idea di un sistema a padiglioni, che riprendesse la tipologia proposta dai Sacromonti, un percorso a stazioni. Si è aggiunta poi la volontà di caratterizzare ogni padiglione, partendo da un forte attaccamento a terra, per arrivare gradualmente ad un percorso leggero, tra gli alberi, che si concludesse quasi silenziosamente ai piedi della villa. In un contesto simile, dove il paesaggio boschivo è protagonista e le preesistenze storiche sono numerose ed importanti, i vari fatti architettonici si differenziano l'uno dall'altro per la tipologia alla quale si riferiscono, pur essendo parte di un evento unitario: il percorso museale nel verde. In tal modo il percorso a stazioni si evolve in un borgo primordiale, dove strade, aule, piazze e percorsi sopraelevati interagiscono fra loro. Ogni edificio è pensato per esporre schizzi, disegni e modelli delle macchine di Leonardo da Vinci, che in queste zone approfondì i suoi studi di idraulica, mettendo a punto l’idea del sistema di chiuse adoperato poi a Milano. Nel percorso, oltre alle esposizioni all’interno dei padiglioni, il visitatore può ammirare il paesaggio della valle fluviale e osservarlo da punti di vista che cambiano continuamente. 33



In alto: Prospetto lungo il fiume. Sotto: Vista generale del progetto. Nella pagina a lato: Masterplan di progetto.

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Zoom edificio di ingresso Da sinistra a destra: pianta quota +1.20m, pianta quota+15.60m, pianta delle coperture. Sezioni. Nella pagina a lato: prospetto generale.

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Zoom primo padiglione. Piante quota +1.00m e quota +4.35m. Sezioni Nella pagina a lato: Zoom secondo padiglione. Piante quota +1.00m e quota +7.50m. Sezioni

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Zoom anfiteatro. Sezioni

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