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INTRODUZIONE
Nel bel mezzo del secolo scorso nasco acquario, a Villa delle Rose, subito amato dai miei genitori Olga e Pino (che ricambio fin da piccolo con tutto il mio cuore), accolto dalla mia sorella Maura e atteso dal nonno Carlo Quattrocchio quale auspicato continuatore dell’azienda da lui fondata. Una foto dell’epoca mi ritrae nudo, adagiato a pancia in giù su un cuscino, sul tavolo tondo del giardino. Molti anni più tardi questa foto sarà l’immagine guida di una campagna pubblicitaria apparsa su alcuni fra i più importanti media internazionali accompagnata dallo slogan: «This man in his life has done Zero».
“l’uomo immagine della Quattrocchio”, cosa che, devo ammettere, fin dalla più tenera età mi garbava. In spiaggia si andava allora ai Bagni Vittorio Veneto. Mia sorella Maura, pur essendo maggiore rispetto a me di alcuni anni, acconsentiva di buon grado a giocare con me, anche con le pistole ad acqua. Entrambi indossavamo collane di nocciole. Io galleggiavo in acqua grazie a un bustino gonfiabile che peraltro mi infastidiva nei movimenti e mi metteva pure in imbarazzo mostrando in maniera evidente che ancora non sapevo nuotare. Un bel giorno, in un pomeriggio d’agosto, decisi autonomamente che ero capace di nuotare: entrai in mare deciso, mi liberai in un baleno del bustino di salvataggio e mi spinsi fin là dove non toccavo. Ricordo che andai sotto, boccheggiai e poi riemersi, giusto in tempo per vedere mia mamma precipitarsi in acqua con il suo bellissimo vestito a quadri azzurri e blu per riacciuffarmi con dolce forza e, sollevandomi, riportarmi a riva.
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