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Libera-Mente L’Associazione Fotografica Libera-Mente è una realtà in cui si incontrano fotografi di diverse generazioni, uno spazio in cui tutti possono proporre il proprio operato fotografico, cercando di individuare e sviluppare progetti personali e mirando a una costante crescita fotografica, sia da un punto di vista tecnico che narrativo.
LM magazine N° 0 - Maggio 2013 Per informazioni www.liberamentephoto.it info@liberamentephoto.it Associazione Fotografica Libera-Mente
Editoriale Ha senso avventurarsi nella realizzazione di una rivista fotografica? Ha ancora senso nell’epoca in cui interagire, condividere, ma anche imparare e identificarsi sono azioni frammentate che passano sempre più rapidamente attraverso i social network? Abitudini che si riflettono inevitabilmente anche sulle immagini fotografiche, sul fare immagini e sul fruire di immagini. Il più grande vantaggio è che grandi opere e spunti creativi sono immediatamente alla portata di tutti, ma è opportuno ammettere che la fruizione e la lettura delle immagini è diventata sempre più frenetica e superficiale. Si presta sempre maggiore attenzione all’estetica di uno scatto, ma non alla grammatica dell’immagine, dimenticandosi che la fotografia è un linguaggio e come tale è fatta per comunicare. Oggi tutti “sono” artisti, tornano così continuamente a galla discussioni sul rapporto fotografia-arte, dal mio punto di vista sterili. Tranquilli, non intendo tediare nessuno con un discorso che va avanti dal 1839, però mi sento in dovere di consigliare il volume di Aaron Scharf intitolato “Arte e Fotografia”.
Sommario Gotland Neve L’Oglio Il Carnevale di Ivrea Libera-Mente Suonati L’angolo Priu
Piuttosto preferisco soffermarmi sul ruolo del fotografo come narratore e comunicatore. Basta saper scattare una foto per essere fotografo, è sufficiente fare una foto apparentemente carina, o
L’intervista
bisogna saper creare un progetto fotografico e di comunicazione? Personalmente non mi sono mai ritenuto un artista, sono un designer, e come tale ho sempre affrontato la fotografia come elemento di un contesto più ampio, un paragrafo in una storia e quindi parte di un progetto per raccontare, dove ogni singolo scatto deve saper parlare. Sono così arrivato alla risposta per la domanda iniziale “Ha senso oggi realizzare una rivista fotografica?”. La risposta, a mio parere, è sì. Sì perché ci aiuterà ad andare oltre il singolo scatto. Potremo sviluppare temi personali o creare progetti comunicativi di gruppo, mettendoci in gioco volta per volta. Avere un obiettivo ben definito sicuramente ci spronerà a fare bene e quindi che si parta, sperando di proporre sempre artefatti interessanti e facendo trapelare le nostre personalità. Possiamo solo assicurarvi questo, noi ce la metteremo tutta. Andrea Mutti
Il Ritratto
Gotland Antonio Raccagni
Un viaggio nei paesi scandinavi da Copenaghen a Stoccolma, un’automobile e quattro amici, una direzione da seguire, non un programma dettagliato. Tutto ciò di cui avevo bisogno, solo dodici giorni, ma intensi in una terra che mi ha fatto respirare. Liberato da tensioni, svuotato la mente e fatto capire ciò che vorrei. I luoghi più emozionanti sono state le spiagge dell’isola di Gotland e della sovrastante Fårö. Spazi selvaggi, apparentemente abbandonati dall’uomo, dove regnano pecore nere, pietre grigie, pascoli secchi e mare scuro, che contrastano con un cielo che va dall’azzurro al blu cobalto e nuvole bianche che danno uno spettacolare senso di profondità a ciò che si osserva in religioso silenzio. Solo vento e odore di tranquillità.
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Spazi selvaggi, apparentemente abbandonati dall’uomo
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Ciò che si osserva in religioso silenzio
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Solo vento e odore di tranquillità
Neve
… Come da bambini, quando ci si sveglia la mattina di Santa Llucia, si corre a guardare sotto l’alberto e si vedono i regali, così, la neve mi colpisce sempre, sembra sempre un regalo inaspettato. Stupisce come la natura possa in poche ore capovolgere il mondo in cui vivi. I colori spariscono, i rumori sembrano arrivare da più lontano, le persone sembrano partecipare a qualcosa di comune. Soffice e immacolato, il paesaggio si mostra luminoso, uniformato nei colori e misterioso per ciò che nasconde. Lo sguardo cerca, la mente immagina cosa la neve “da tanta parte […] il guardo esclude”. Un nuovo modo di vedere permette di riscoprire cosa si ha sempre avuto sotto gli occhi. Un nuovo modo di percorrere i luoghi, permette di ri-conoscere posti già frequentati. Guardo le persone che camminano con attenzione, sembrano più numerose del solito, sembrano tutti cordiali, ci sentiamo tutti un po’ ridicoli nel tentare di adattarci alla nuova situazione, tutti a combattere con un problema comune, inadatti e goffi, e tutti un po’ divertiti. Qualche problema, ma è bianca, soffice, fresca, non può fare del male (presa con moderazione).
Milena Bertocchi
Come i bambini mi soffermo a guardare i singoli fiocchi, tento di seguirne uno, di prenderlo, poi come si scioglie poco a poco sul parabrezza. Vorrei essere più piccolo, giocare con gli amici, tuffarmici dentro, sentirmi libero di correre con la lingua fuori per assaggiarne uno… oppure non sentirmi ridicolo nel farlo……anzi continuare a farlo come ora. M.M.
Massimo Masneri
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il paesaggio si mostra luminoso, uniformato nei colori e misterioso per ciò che nasconde
Massimo Masneri
Andrea Mutti
Massimo Masneri
Massimo Masneri
Massimo Masneri
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Riscoprire cosa si ha sempre avuto sotto gli occhi
Massimo Masneri
Andrea Mutti
Milena Bertocchi
Massimo Masneri
Paolo Puddu
Massimo Masneri
Andrea Mutti
Massimo Masneri
Andrea Mutti
L’Oglio Bernardo Bonardi
Il fiume di Cassis Il fiume di Cassis rotola in valli strane, ignorato: i corvi a cento crocidano a scorta, voci d’angelo arcane, vere e pie: col movimento vasto degli abeti, quando v’affonda immane l’onda multipla del vento. Tutto rotola con misteri rivoltanti Di campagne assai remote, di torri visitate, di parchi importanti: lì si sentono, alle prode, le morte passioni dei cavalieri erranti… Ma che vita il vento scuote! Guardi il pedone tutto questo graticciato: più coraggio avrà in cammino. Corvi, fanti delle selve che Dio ha mandato, cari e dolci, il contadino cacciate da qui, che brinda smaliziato con un vecchio moncherino! Arthur Rimbaud
Il monte e il fiume Fiume che là specchiasti un casolare Cò suoi rossi garofani, qua mura d’erme castella, e tremula verzura; eccoti giunto al fragoroso mare: ed ecco i flutti verso te balzare su dall’interminabile pianura, in larghe file; e nella riva oscura questa si frange, e quella in alto appare; ti tuba e croscia. E là, donde tu lieto, di sasso in sasso, al piè d’una betulla, sgorghi sonoro tra le brevi sponde; a un po’ d’auretta scricchiola il canneto, fruscia il castagno, e forse una fanciulla sogna a quell’ombre, al mormorìo dell’onde.
Giovanni Pascoli
Bel fiume! Nel tuo limpido flutto Di lucido cristallo, acqua errabonda, tu sei emblema d’una fulgente beltà – cuore non disvelato – piacevole intrico dell’arte nella figlia del vecchio Alberto; ma quando la tua onda ella contempla – che scintilla allora e tremola, oh, allora il più leggiadro rivo si fa simile a colui che l’adora: ché nel cuore di lui, come nel tuo scorrere, l’immagine di colei è radicata: in quel cuore che tremola al raggio di occhi che cercano l’anima. Edgar Allan Poe
Come il fiume che scorre Essere come il fiume che scorre Silenzioso nella notte, senza temere le tenebre. Se ci sono stelle nel cielo, rifletterle. E se i cieli si riempiono di nubi, così come il fiume, le nubi sono d’acqua; riflettere anch’esse, senza timore, nelle tranquille profondità. Paulo Cohelo
Il monte e il fiume Nella mia patria c’è un monte.
non vuole lottare solo,
Nella mia patria c’è un fiume.
ti sta aspettando, amico.
Vieni con me.
Oh tu, donna che amo,
La notte sale sul monte.
piccola, chicco rosso
La fame scende al fiume.
di grano
Vieni con me.
sarà dura la lotta,
Chi sono quelli che soffrono?
la vita sarà dura,
Non lo so, ma mi appartengono.
ma tu verrai con me.
Vieni con me. Non lo so, ma mi chiamano E mi dicono: Soffriamo. Vieni con me E mi dicono. Il tuo popolo, il tuo popolo sventurato, tra il monte e il fiume, con fame e con sofferenze,
Pablo Neruda
Il Carnevale di Ivrea Andrea Mutti
C’è chi lo giudica un evento segnato da violenza e spreco, ma risulta veramente difficile capire cos’è lo storico carnevale di Ivrea senza essersi mai addentrati nelle piazze cittadine, senza aver indossato un berretto frigio. Si parla quasi esclusivamente della famosa battaglia delle arance, sicuramente spettacolare e apice della manifestazione. Si tratta però di un errore ormai diffuso, infatti le tre battaglie sono solo alcuni tra i momenti che permettono di respirare l’orgoglio e la tradizione storica della cittadina, espressione e rievocazione di un inconscio libertario che ogni anno la rende famosa in tutto il mondo. Sì, perché il carnevale di Ivrea è innanzitutto tradizione e festa, condite da un pizzico di leggenda. Una festa che dura giorni, che si muove gioiosa tra i quartieri della cittadina operaia e sa creare condivisione e un sano agonismo, senza mai abbandonare folclore e spettacolo. Il carnevale va così ben al di là della sfilata del corteo storico, dell’elezione della Mugnaia o della battaglia delle arance.
La competizione tra i quartieri è continua ed è palpabile anche solo nell’organizzazione delle feste che accendono ed accompagnano le serate eporediesi. Tutti sono coinvolti, dai più grandi ai più piccoli, che iniziano a mostrare con spavalderia i colori delle proprie divise. Per sperare di capire il carnevale e la foga degli abitanti di Ivrea non è possibile limitarsi a guardare qualche filmato da spettatore, è necessario farsi trasportare, camminare tra le strade di Ivrea, muoversi da una piazza all’altra, ripararsi all’arrivo dei carri, o “mettersi in trincea” per riuscire a carpire qualche scatto ravvicinato, anche a costo di prendersi qualche arancia sulla testa e tornare a casa con qualche livido…
Libera-Mente Suonati
Attraverso questa mostra il gruppo il gruppo di fotografi ha deciso di mettersi in gioco per affrontare sfide più ardue e sviscerare tematiche più complesse “a tema”. Ognuno ha cercato di porre il proprio obiettivo nella stessa direzione degli altri, mantenendo però il proprio punto di vista e lasciando che la sensibilità artistica ed il proprio sentire venisse espresso attraverso la creazione di tre sole immagini fotografiche. Il titolo di questa seconda mostra è “Libera-Mente suonati - Istantanee di una canzone”. Per questo evento i membri dell’Associazione Fotografica Libera-Mente hanno deciso di raccontare una canzone attraverso i propri scatti. Ognuno di essi ha scelto un brano musicale che sente
Libera-Mente
suonati - Istantanee di una canzone -
particolarmente vicino, ne ha analizzato il testo, le sensazioni e le atmosfere, per poi tramutare la propria lettura e la propria interpretazione in tre scatti fotografici, capaci di rivelarne personalità, storia, passioni e talvolta ambizioni. La canzone è stata così sintetizzata e raccontata nella sua essenza, attraverso l’occhio del fotografo che ha potuto decidere se seguire
il significato originale o se far valere una propria chiave di lettura autonoma ed indipendente. In questo caso l’autore delle fotografie ha ricercato uno scambio ed un confronto con il visitatore, cercando di stimolarlo verso una nuova interpretazione, riscoprendo nuovamente una musica ed “ascoltandola” in un modo tutto inedito, attraverso gli occhi. Le fotografie diventano uno spunto per la lettura di canzoni più o meno note, rincorrendo quella che potrebbe essere definita una sinestesia, ossia quel fenomeno percettivo che consiste nella contaminazione di due o più sensi. Gli artefatti comunicativi si fondono e finiscono così per coesistere creando un’identità nuova ed una comunicazione più forte e più penetrante. Per visionare tutte le foto visitate il sito www.liberamentephoto.it.
Foto di Gruppo Bassi Maestro
Andrea Mutti
www.youtube.com/watch?v=OWyHB5SPB3s
Like a Rolling Stone The Rolling Stones
Anna Calabria
www.youtube.com/watch?v=qy-WDrhi8Cg
Piccola cittĂ Francesco Guccini
Bernardo Bonardi
www.youtube.com/watch?v=chtb72sLenc
What You Thought You Need Jack Johnson
Laura Milini
http://www.youtube.com/watch?v=wvKeX_DaO3Y
La terra dei cachi Elio e le Storie Tese
Carlo Maranesi
www.youtube.com/watch?v=kgpxvjw0-Nk
Senza Luce Dik Dik
Leonardo Cappuzzo
www.youtube.com/watch?v=kZ8cphSzqTk
Mad World Michael Andrews feat. Gary Jules
Massimo Masneri
Leggero Luciano Ligabue
Irene Bosio
Qualcosa che non c’è Elisa
Elena Vermi
www.youtube.com/watch?v=85a_g-UW3eA
Guantanamera
Antonio Raccagni
www.youtube.com/watch?v=Jm1anurhbeg
Gioia infinita Negrita
Laura Chiari
www.youtube.com/watch?v=N5kFakl71yE
La storia siamo noi Fiorella Mannoia
Simone Belotti
www.youtube.com/watch?v=aPBaP1JyJwU
Tempo perduto Cammariere
Milena Bertocchi
www.youtube.com/watch?v=cgRDoh_4dXY
Ride Cary Brothers
Nadir Ardesi
www.youtube.com/watch?v=D3kALKf9oUY
Se tu smettessi di baciarmi Baciami
Jacques Prévert
In un quartiere della ville Lumiére
Qui si crepa di tutto
Dove fa sempre buio e manca l’aria
Dal caldo e dal freddo
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Si gela si soffoca
Lei era sulle scale
Manca l’aria
Credo che
Lui accanto a lei e lei accanto a lui Faceva notte
C’era un odore di zolfo
Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici E lei gli diceva “È buio qui
Se tu smettessi di baciarmi Credo che morirei soffocata
morirei soffocata
Manca l’aria”
E d’inverno come d’estate è sempre inverno Il sole del buon Dio non brilla da noi
Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi.
Hai quindici anni ne ho quindici anch’io
“Stringimi tra le braccia
A trent’anni non si è più ragazzi
Baciami
Baciami a lungo Baciami
Più tardi sarà troppo tardi La nostra vita è ora
In due ne abbiamo trenta
Abbiamo l’età per lavorare
Avremo pure diritto di baciarci Più tardi sarà troppo tardi La nostra vita è ora Baciami!”.
Irene Bosio
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Andrea Zampatti L’intervista
Quando e come ti sei avvicinatoalla fotografia naturalistica? Nonostante avessi già studiato fotografia alle scuole superiori, in realtà con poco interesse, mi sono avvicinato “ufficialmente” alla fotografia circa 5 anni fa. Avevo già allora un obiettivo ben preciso, ossia...fare Fotografia Naturalistica. La prima fotografia (che tra l’altro è pure carina!) che ho scattato ha come soggetto un airone... ultimamente invece, soprattutto per obblighi professionali, ma anche per passatempo, mi dedico anche a altri generi fotografici. Diciamo che prima è arrivato l’amore per la Natura, che ho praticamente da quando son nato, il volerla fotografare è stata una conseguenza di questa mia grande passione, che preferisco chiamare “stile di vita” in realtà...più che passione!
Quali esperienze hanno rappresentato dei momenti di crescita “artistica”? La mia crescita artistica è avvenuta principalmente (ed in continuo sviluppo, spero!) grazie all’esperienza sul campo. Sono
completamente autodidatta, non ho mai avuto maestri, sono
Hai dei fotografi a cui ti ispiri?
quasi sempre uscito da solo a far foto, ma ho letto e soprattutto
Preferirei dire...che seguo. E sono tantissimi, noti professionisti e
guardato tantissimi libri e siti internet di fotografia. Per il resto... proseguo nella risposta successiva!
amatori scovati nel web. Provo a citarne alcuni... partendo dal Maestro Ansel Adams, e poi... Paul Nicklen, Art Wolfe, Jasper Doest, il nostrano Stefano
Per fare belle foto, ci vogliono gli strumenti adatti, una buona tecnica e...?
Unterthiner, Markus Varesvuo, Andy Rouse, Peter Cairns, Marsel Van Oosten... ma molto probabilmente il mio preferito è il francese Vincent Munier! Enorme!!
...cultura visiva. Penso che per uno che vuol fare “belle foto” la cosa più importante sia confrontarsi e imparare dagli altri. Io ogni giorno guardo centinaia di foto “belle” e ognuna è sempre fonte
Hai aneddoti particolari sulla tua attività di fotografo?
di ispirazione e insegnamento. Io parlo di fotografia ma l’Arte
Più che aneddoti ci sarebbero tante avventure da raccontare.
in generale fa scuola, un quadro può essere benissimo fonte di ispirazione per una fotografia, di qualsiasi genere essa sia. Con internet è i social network questa cosa è diventata ormai semplicissima... quindi, assorbiamo il più possibile, studiamo le foto degli altri, cerchiamo di capire qual è la cosa che le rende così belle ai nostri occhi e prima o poi saremo soddisfatti anche delle nostre immagini!
Una cosa simpatica, più per voi che state leggendo che per me, è il potere degli animali di mettersi sempre dietro l’unico rametto/ fiore/filo d’erba/elemento di disturbo che c’è nell’inquadratura! Le prime volte pensavo fosse pura coincidenza, col tempo ho invece avuto la conferma che lo fanno apposta! è incredibile, ma nell’80% dei casi succede! Ormai me ne son fatto una ragione e non mi arrabbio più, ma vi assicuro che non è stata facile da superare questa cosa!
L’apice è stato raggiunto l’anno scorso. Mi trovavo nascosto in un capanno a 2100 m (vedi foto), metri di neve, freddo, una scarpinata incredibile per arrivarci, appostamento dalle 3 di notte, sperando di fotografare il bellissimo gallo forcello. Attorno a me solo bianco, una distesa di neve immensa, e UN rametto a pochi metri da me. All’alba, con una luce fantastica, il tanto atteso gallo è arrivato e si è posato...perfettamente dietro il rametto! Non si è mosso di 1 cm per circa 10 minuti e poi...via, giù per la valle!! E ciao ciao foto tanto sperata... Fortunatamente non ho mollato e sono riuscito lo stesso a portare a casa qualcosa le volte successive!
Migrant Mother Dorothea Lange
Da quando la fotografia è nata nella prima metà del XIX secolo ha fin da subito preso piede la pratica del ritratto, anche perché permetteva alla classe media di creare “opere ricordo” che precedentemente erano accessibili solamente a nobili e persone particolarmente benestanti. Nel corso dei decenni il ritratto ha costantemente seguito le diverse tecniche stilistiche e comunicative che hanno influenzato la fotografia, diventandone talvolta un elemento essenziale, con risultati e finalità notevolmente differenti. Ampio spazio al ritratto è stato dedicato nel pittorialismo, dove veniva conferita un’aura artistica più classica ai soggetti rappresentati, imitando e richiamando le arti pittoriche. Talvolta però i fini estetici si sono accompagnati alla natura “utile” della fotografia, rafforzando un’identità indipendente e distaccandola di fatto dalla visione comune di “sorellina minore” sempre subordinata alle grandi arti. Nella sezione dedicata al Ritratto propongo un’opera scattata per uno tra i più importanti progetti fotografici del 1900, la Farm Security Administration. Si tratta di uno scatto che viene universalmente riconosciuto come parte integrante della storia della fotografia. Una piccola premessa legata al contesto: in seguito alla grande depressione del 1929 Roosvelt decise di sfruttare lo strumento
fotografico per documentare la grave situazione di recessione economica che colpì gli Stati Uniti e quindi tutto il mondo. Nella FSA entrarono alcuni tra i fotografi più influenti del periodo, tra cui Walker Evans, Arthur Rothstein e appunto Dorothea Lange. Si trattò di un’esperienza assolutamente innovativa per la fotografia, che ha permesso di creare una tra le più importanti raccolte fotografiche accessibili a chiunque ancora oggi. L’obiettivo dei fotografi si rivolse sulle realtà più povere colpite dalla crisi, , in particolare al mondo agricolo del centro sud. Una delle fotografie più celebri della FSA è senza dubbio La Madre Migrante di Dorothea Lange. Un ritratto che, secondo i più, ha raggiunto la perfezione tecnica. Il taglio stretto dato alla fotografia e alcuni accorgimenti di postproduzione (è stato cancellato un pollice “antiestetico” che
Dorothea Lange | Paul S. Taylor
appariva in basso a destra) mostrano una notevole attenzione e
Biblioteca del Congresso Americano
Il messaggio visivo è diretto, immediato e coinvolgente, ogni
cura del dettaglio.
www.loc.gov
aspetto del ritratto è evocativo e sa generare un forte impatto
Su Flickr:
Ogni particolare è in grado di commuovere, dalle rughe sul volto,
www.flickr.com/photos/library_of_congress
emotivo, riflettendo la grave situazione del momento. agli occhi che comunicano nostalgia, difficoltà e disperazione, ma che sanno comunque lasciare intravvedere speranza e determinazione, fondamentale per una madre che combatte per i propri figli. I quali, a loro volta, appaiono nella foto accoccolati e protetti dalla madre stessa. La fotografa decide di mostrare solo tre dei sette figli, ovviando ad un messaggio considerato eccessivo e di minor impatto sul pubblico. Dorothea Lange lascia trasparire parla di uno scambio che è avvenuto tra le parti attraverso la fotografia, un aiuto reciproco nella ricerca del racconto, con l’obiettivo di mettere alla luce la difficoltà e la disperazione di una madre durante quel particolare periodo storico. Il dolore e la compassione vengono utilizzati per emozionare. Attraverso questo ritratto la fotografia documentale supera il mero fine utilitaristico e riesce a coinvolgere emotivamente chi guarda lo scatto. AM
Tecnica Ritratto Fotografico Professionale: 10 Consigli Gianni Viviani
Il ritratto fotografico: tecnica e storia Airaghi Stefano
Ritratto: sei consigli per fotografare il viso Giovanni Lattanzi
www.dphoto.it/200907261667/
www.kreathink.it/il-blog-di-
www.dphoto.it/200907261667/
corso-fotografia/ritratto-
kreathink-new/2012/04/il-ritratto-
corso-fotografia/ritratto-
fotografico-professionale-10-
tecnica-e-storia/
fotografico-professionale-10-
consigli.html
consigli.html
Come fotografare… il ritratto (consigli da 1 a 6) Luigi Calabrese
Il ritratto, come fotografare un volto Michele Cirillo
Fotoconsigli: i ritratti Robert Caputo
www.phototutorial.
www.lucidistorte.it/guide/il-ritratto-
fotografia/2010/05/24/news/
net/2011/11/08/come-fotografare-
come-fotografare-un-volto/
fotoconsigli_i_ritratti-28915/
www.nationalgeographic.it/
il-ritratto/
Spunti portraitprofessional.com/it/
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Software di post produzione
Raccolta di ritratti
Ritratti
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Ritratti
Raccolta di autoritratti
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gettyimages.it/editorialimages/ contour
philborges.com/tibet/tibetanportrait.html
Ritratti d’autore, di celebrità
Ritratti d’artista
Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno dato una mano nella realizzazione di questo primo numero... Una vera epopea, grazie atutti gli associati di Libera-Mente, grazie a Anna, Antonio, Bernardo, Carlo, Elena, Irene, Laura C., Laura M., Leonardo, Massimo, Milena, Nadir, Paolo, Simone. Grazie per la disponibilitĂ ad Andrea Zampatti.