Aiuto, s'è rotto Babbo Natale!
Aiuto, s'è rotto Babbo Natale!
IL TONFO Un tonfo. Fu un tonfo il principio di tutto. Un tonfo potente, fragoroso, assordante, che svegliò Julia nel bel mezzo della notte. Julia non era andata a letto da molto, durante le vacanze aveva il permesso di restare sveglia un po’ più a lungo. Ovvio, aveva un gran sonno, e si sarebbe riaddormentata all’istante se quella fosse stata una notte normale. Ma non lo era. Era la notte di Natale. E così Julia non rimase in quel soffuso torpore dei risvegli notturni, ma si stropicciò gli occhi e si rizzò a sedere sul letto, come se fosse mattino inoltrato. Il sonno era schizzato via. Ma che ore potevano essere? L’unico dato certo è che dalle tapparelle della sua stanza non filtrava ancora alcun bagliore di luce. Notte, era 7
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ancora notte. Julia sporse la testa al di fuori del letto e si guardò intorno, le sue sorelle dormivano ancora. L’avrebbero uccisa se le avesse svegliate così, nel pieno della notte. E mamma e papà prima di andare a letto l’avevano pregata di lasciarli dormire l’indomani, almeno la mattina di Natale, figuriamoci se li avesse svegliati a notte fonda. Ma quel rumore, proprio la notte di Natale, come poteva ignorarlo? Forse Babbo Natale aveva già portato i regali? Quella bellissima bambola dalle mille funzioni? Julia era una bambina abbastanza coraggiosa, e d’altronde se la notte si svegliava per andare a fare pipì non chiamava di certo la mamma, non più, ma quella notte… c’era un’atmosfera strana quella notte, e l’idea di poter incontrare Babbo Natale sul corridoio… Brr… a dir la verità un po’ di paura l’aveva! La curiosità però le spinse le gambe giù dal letto, e i 8
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piedi pian piano cominciarono a ticchettare sul pavimento freddo, e poi giù per le scale, fino al salotto. Lì si arrestò, c’era ancora silenzio. Julia accese la luce. Nel salotto niente di nuovo, ogni cosa era al suo posto. Solo che…
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BABBO NATALE! Appena la luce si accese si diffuse nell’aria un borbottio, un lamento, un piagnucolio, possibile? Stava ancora sognando? Julia si diede un pizzicotto sulla guancia. Era così che facevano nei fumetti e nei cartoni quando avevano il dubbio di stare ancora dormendo. Ma no, era proprio sveglia! E il lamento si faceva sempre più forte! Veniva da fuori. Julia come prima cosa guardò dalla finestra. La luna illuminava debolmente il giardino e… fuori era pieno di sacchi, grossi sacchi! E lì in mezzo, ma cos’era? Una slitta? Julia non avrebbe dovuto aprire la porta di casa, nessun bambino può aprire la porta di casa di notte, ma Julia era una bambina curiosa, troppo curiosa, ed era anche buona e gentile, tanto buona e gentile, 10
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e una bambina buona e gentile non poteva far finta di non sentire quel lamento che si faceva sempre più insistente lì fuori. Così girò il nottolino e aprì la porta. Dapprima poco, giusto una fessura, e poi un po’ di più, almeno da riuscire a metter fuori la testa, e lì per terra c’era… Julia stavolta si riempì di pizzicotti, le braccia, le cosce, le guance, che le diventarono rosse, rossissime, ma non stava dormendo, era sveglia, anzi sveglissima e lì fuori steso per terra c’era… Babbo Natale! Babbo Natale in persona, proprio lui, con la sua veste rossa, e il suo pancione, e la barba bianca, e gli stivali. Il cappello no, quello giaceva a terra lì accanto, gli era caduto. Julia non poté fare a meno di fissare lo sguardo sui capelli, aveva i capelli neri, di un nero corvino, lei stava lì a occhi spalancati e non riusciva a crederci. I capelli neri? Non aveva mai visto i suoi capelli, in nessun disegno, mai! Erano sempre coperti dal cappello, ma che li avesse così neri non lo immaginava davvero. “Bonjour fille, dēpêche, nous avons beaucoup à faire!" Julia rimase lì a bocca aperta, perché non aveva capito nemmeno una parola. Capiva anche il tedesco lei, e a scuola studiava l’inglese, ma Babbo Natale parlava proprio strano! Anche lui rimase lì a guardarla 11
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imbambolato, sorpreso che non reagisse, poi un pensiero lo fece trasalire ed esclamò: "Ma siamo già in Italia qui?" Julia si limitò ad annuire. "Poffarbacco! Credevo di essere ancora in Francia, non mi ero mica accorto di aver passato il confine! Dev’essere stato quando… Bando alle chiacchiere ragazzina, su su, guarda quanti sacchi ancora ho da distribuire, e mi sa che mi sono rotto una gamba!" Aveva un vocione Babbo Natale, che Julia sperò che le sue sorelle e mamma e papà si svegliassero, se fosse stato lui a svegliarli non avrebbero di certo potuto prendersela con lei, e lei non avrebbe dovuto cavarsela da sola in quella strana vicenda. E invece niente, non si vedeva arrivare nessuno. Intanto Babbo Natale si era leggermente sollevato sui gomiti e si guardava in giro nervoso. Fu lì che Julia sollevò lo sguardo verso il prato e ormai si era talmente abituata alle stranezze che pensò che di pizzicotti se ne era dati già abbastanza, sparse per il giardino c’erano quattro renne che rosicchiavano con gusto la siepe. "Sempre a mangiare pensano queste qui" protestò. "Puoi aiutarmi 12
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vero?", chiese poi speranzoso a Julia. Julia annuì, le tante sorprese sembravano averla ammutolita, eppure di solito era una gran chiacchierona. "Ho fatto proprio un bel volo", spiegò Babbo Natale, "quel palazzo lì non c’era sulla mia mappa, l’hanno costruito da poco?" "Ma, veramente c’è sempre stato, da quando sono nata" rispose timidamente lei. "Uff, è che appena prima di uscire ho rotto gli occhiali. Mi passeresti il cappello, che altrimenti mi viene un’otite?" Julia raccolse il cappello e glielo porse, con entrambe le mani Babbo Natale se lo calzò accuratamente in testa. Julia pensò che anche lei cominciava a sentire parecchio freddo, era pieno inverno e lei era uscita scalza e in pigiama, se l’avesse vista la mamma l’avrebbe sgridata di brutto. "La vedi la slitta? Abbiamo fatto un bel volo! Le mie renne sembrano in forma, anche Vik che è la più vecchietta,
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ma la slitta chissà, va un po’ a controllare!" "Io però andrei a mettermi la giacca, che sennò la mamma si arrabbia!" "Fai presto però, non abbiamo tempo da perdere!" Julia corse dentro, prese la giacca dall’attaccapanni e se la infilò, ma era così emozionata che non riusciva a chiuderla, sbagliava sempre l’ordine dei bottoni! Poi infilò anche gli stivaletti, e la sciarpa, e il cappello. Ancora non si capacitava di ciò che le stava succedendo e tornando fuori immaginò di non trovare più niente o nessuno, un po’ lo sperava, un po’ lo temeva, ma quando varcò la soglia di casa Babbo Natale era ancora lì. Corse a guardare la slitta, perché lui le sembrava davvero preoccupato. "Mai successa una cosa simile in secoli e secoli di servizio, mai successa!",
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