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RICCARDO ORIOLES
uesto giornale è uno strumento di lavoro. Il lavoro consiste nel riportare Librino in Italia, da cui ora è molto lontano, parte per colpa propria e parte per colpa altrui. Fra questi altri, inevitabilmente, vanno messi “i politici”, non perché si voglia fare dell’antipolitica astratta ma perché sperimentalmente le varie amministrazioni tanto di destra tanto di sinistra di Librino se ne sono lavate le mani. A Librino e San Giorgio vivono centomila abitanti, un catanese su tre. Come vivono? Finora sono stati solo una massa da manovra elettorale, carne da voto. Il risultato
Periodico di Informazione e Cultura
Librino? Da oggi lo raccontiamo noi
continua a pag 4
Scout: un’estate di avventura Adolescenti e ragazzi da Librino
ai Nebrodi
L ’ Amore della Sapien z a
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Suor Maria Laura e il carisma
monfortano
Intervista a Piero Mancuso
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12 anni di impegno al centro sociale Iqbal Masih
Padre Greco va in pensione
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AAA
nuovo parroco
cercasi al Pigno
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di Massimiliano Nicosia _______________________
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arisa abita a Librino da più di 20 anni e fa servizio alla Misericordia da un pezzo; lei il quartiere se lo ricorda quando ancora la terra era bianca, il viale Castagnola si chiamava stradale Gelso Bianco e la Messa si celebrava nei garage messi a disposizione dalle cooperative; di Chiese ancora non ce n’erano. Ci si spostava con il “45”, l’unico autobus che passava in zona, e per fare la spesa si andava al faro dove c’era il supermercato più vicino. In via delle Clementine abita Roberta, 22 anni e insegna catechismo in parrocchia da Padre Greco ma nel tempo libero gestisce circa tre siti web tra i quali un blog frequentatissimo; ogni mattina prima di andare al lavoro passa al bar del Pigno a far colazione e ogni mattina incrocia gli sguardi delle prostitute mentre fanno l’autostop con i vestiti “da lavoro” avvolti in una busta. Ha tante domande ma poche risposte. Antonio è all’ultimo anno della facoltà di Lettere e Filosofia, lui abita a Tremestieri ma da qualche anno frequenta il centro sociale Iqbal Masih in viale Moncada: due volte a settimana da una mano per il laboratorio di recupero scolastico. In questi giorni ha avuto un gran da fare per i preparativi per la festa dei 12 anni dalla nascita del centro; hanno provato a mettere su una radio e non è stata un’impresa semplice.
Anno I N 1
Giuseppe frequenta da qualche tempo il gruppo scout, lui all’inizio neanche voleva andarci con quei tipi strani, li trovava ridicoli con quei pantaloncini corti e il fazzolettone al collo; adesso invece la sua uniforme non vorrebbe toglierla neppure per andare a letto, la scorsa estate è stato in Toscana con loro ed era la prima volta che usciva dalla Sicilia. Eleonora è una volontaria della Caritas e nel quartiere la conoscono in tanti; non solo perchè ogni settimana vengono a ritirare il “pacco” con i viveri, ma anche perchè Eleonora conosce molte delle loro case e delle loro storie. Tra qualche giorno sarà in prima linea per aprire il centro Talità Kum a Librino. Riccardo gestisce una piccola attività al Villaggio Sant’Agata; in questi anni di promesse sul quartiere ne ha sentite tante e ai politici ha smesso di crederci da un pezzo. L’alimentari accanto al suo negozio ha chiuso il mese scorso, il proprietario si è trasferito al centro. Riccardo ha deciso di acquistare la bottega per allargare la sua attività. E intanto sulla vetrina ha attaccato il logo di Addiopizzo. Marisa, Roberta e gli altri sono la speranza di questa periferia ma non lo sanno, probabilmente non si conoscono tra loro, sicuramente se qualcuno li mettesse in contatto sarebbero capaci di cose straordinarie. Ecco perchè nasce laPeriferica. Fatevi avanti, scrivete, chiamateci. Qualcuno è già in collegamento, i prossimi siete voi.
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La Caritas si interroga sul futuro di Librino
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LaPeriferica
DI
CRISTINA PERROTTA
l report “Librino: un presente, per quale futuro?” della dottoressa Giuliana Gianino, volontaria e ricercatrice della Caritas diocesana, nasce all’interno del lavoro di ricerca dal titolo “La città abbandonata. Dove sono e come cambiano le periferie italiane”, che espone la realtà di dieci quartieri della periferia italiana, frutto della collaborazione tra Caritas Italiana e Università Cattolica di Milano, condotto sul campo in collaborazione con le Caritas Diocesane delle città coinvolte nel progetto. “Il report – come spiega la dottoressa Gianino - è il risultato di un “conoscere” che ha scelto di farsi il più possibile “prossimo” alla realtà osservata. Una scelta, questa, che ha permesso di incontrare il quartiere e la sua gente, di attraversare lo spazio ma anche le vite. Ciò è stato possibile grazie alle donne, gli uomini, i giovani coraggiosi e le intere famiglie che ci hanno consegnato le proprie storie, i bisogni, le speranze. Hanno aperto le loro case con accoglienza e dignità, pronte a collaborare per i cambiamenti possibili a volte però insperati perché troppo abbandonati. Gli strumenti delle scienze sociali ci hanno permesso di guardare a
laPerifericaNewss
Fino al 5 Ottobre sono aperte le iscrizioni per i laboratori e per l’oratorio Giovanni Paolo II in Viale Grimaldi 15.
Il 6 Ottobre alle ore 21:00 in viale Castagnola 4 (presso la Parrocchia Risurrezione del Signore) la compagnia “Resurrezione” rappresenterà il musical Forza Venite Gente Il 14 Ottobre riprendono le attività del Gruppo Scout Catania 18. Appuntamento alle 10:00 presso la Parrocchia Risurrezione del Signore.
effettuate le vostre segnalazioni a redazione@laperiferica.it
Librino per guardare la città di Catania. L’area di Librino rappresenta oggi, infatti, uno dei quartieri con più alta densità demografica della città di Catania. L’aspetto che colpisce non è l’omogeneità della popolazione, quanto invece la sua eterogeneità. Esiste una netta distinzione tra la zona a edilizia popolare e quella a edilizia cooperativa o convenzionata, distinzione che si riflette tanto nell’assetto urbanistico quanto nella connotazione socioeconomica dei suoi abitanti. Vi sono dunque pezzi di territorio che sono in grado di connettersi con la città o altri luoghi ed aree, magari attigue, che rischiano invece la marginalizzazione, finendo per essere dei concentrati di gruppi problematici”. A Librino, infatti, potremmo dividere in due fasce la popolazione,ovvero i "residenti nelle cooperative" che hanno in media un reddito e un
grado di istruzione più eleVuoi diventare volontario? vato, simili a quelli dei residenti nelle aree centrali di La Caritas Diocesana di Catania apre il centro "Talità kum" a Librino Catania, e che soprattutto non hanno nel quartiere il proprio Iscriviti al corso di formazione centro di attività. Il secondo c'è bisogno anche del tuo aiuto gruppo è composto invece dai ... scopri come fare! "Residenti nelle zone di edili31 ottobre, 5, 9, 12 novembre ore 17.00 zia popolare", dove le carenze viale Moncada, 2 da un punto di vista struttuinfo: 3284861078 rale nel quartiere si fanno sentire in maniera grave. Lo per iscriverti al corso invia una email a: spartiacque fra chi vive nel talitakum@librino.it o telefona al 3284861078 quartiere una situazione di disagio e chi invece ha fatto del centrazione di popolazione a basso tiquartiere solo un "dormitorio" sem- tolo di studio (nel quartiere ad oggi bra essere il poter permettersi un’au- non vi è offerta formativa di secondo tomobile, senza la quale le grandi grado superiore); infrastrutturali, distanze fra il quartiere e la città, sot- con una scarsa presenza di servizi, tolineate dalle enormi strade per- trasporti e istituzioni pubbliche; ecocorse ad altissima velocità, non nomici, con la diffusione di economia possono essere facilmente colmate. informale e illegale. Nel quartiere “A Librino – chiarisce la dott.ssa anche la presenza della mafia tende a Gianino - si identificano una pre- crescere, esistono già delle zone che senza simultanea di fattori di debo- vanno assumendo la fisionomia dellezza: quote elevate di edilizia l’extraterritorialità. In questi contesti, popolare (tra l’altro la variante al i valori sono rovesciati e la legalità piano regolatore recentemente ap- viene vista come rottura di un sotto provata prevede di destinare ben sistema, che invece dà la possibilità 1.000.000 di mq di zona agricola per di ottenere i beni di cui si ha bisogno. costruire a Librino altre case popo- La scuola è in molti casi l’unica realtà lari.); problemi di tipo sociale, con positiva della presenza dello Stato. E’ un’alta incidenza di gruppi deboli e interessante osservare – prosegue la collocati al margine per il grado di di- dott.ssa - che la dimensione che semsagio vissuto; culturali, con la con- bra capace di attenuare lo stato di disagio è quella dei media e dei consumi, come dire che è solo nel momento in cui si è consumatori che è davvero possibile sentirsi uguali agli altri. Ma per questo quartiere media e consumi hanno anche un altro effetto: il territorio è troppo spesso stigmatizzato e messo sotto i riflettori con fine spregiativo. Librino – conclude la dott.ssa Gianino - è un quartiere giovane, dove vive più del 17% degli adolescenti catanesi. Librino peserà molto sul destino di Catania; chiedersi quale sarà il suo futuro è chiedersi verso dove si dirige il futuro di questa nostra città. Le risorse e le problematiche di questo territorio chiedono di essere affrontate non in termini di promesse, ma di ricerca di risposte serie ad una situazione che ormai ha i caratteri dell’urgenza”.
Scout: un’estate di avventure LaPeriferica
Ragazzi in cammino sui sentieri dei monti Nebrodi. Adolescenti immersi nello scenario di Asterix e Obelix
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a “route” estiva consiste in un campo mobile di almeno una settimana a cui partecipano gli scout del “clan”, ovvero le ragazze e i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 21 anni. È un momento di sintesi delle attività svolte dal gruppo nel corso dell’anno ma anche l’occasione per apprezzare incantevoli percorsi naturalistici. Quest’anno il clan “Nefesh” del gruppo scout Agesci Catania 18 di Librino, composto da 11 ragazze/i e tre capi educatori, ha scelto di avventurarsi nel “percorso dei laghi” all’interno del Parco dei Nebrodi; un itinerario che ha avuto come prima tappa il comune di S. Agata di Militello ed è proseguito verso il lago Maolazzo, il lago Biviere, il lago Trearie, per concludersi a Randazzo.
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Anno I N°1 ——————————— mensile di informazione e cultura Distribuzione Gratuita
www.laperiferica.it ____________________ Registrazione Tribunale CT n. 39/07 del 14/09/2007 ——————————— Direttore Responsabile Riccardo Orioles riccardoorioles@gmail.com Direttore Editoriale Massimiliano Nicosia librino@gmail.com
Coordinamento Leandro Perrotta perleandro@gmail.com ——————————— Editore Gruppo Scout Agesci Catania 18 viale Castagnola, 4 95121 - Catania catania18@librino.it ——————————— Redazione VialeMoncada,2 95121 - Catania Tel. 346 8401072 redazione@laperiferica.it ——————————— Stampa Litocon srl C.da Torre Allegra Zona Industriale - Catania Tel. 095 291862 ____________________ Con la collaborazione di Caritas diocesana Catania
Il tema della route era “alziamoci e serviamo”. Lasciandosi alle spalle il caos quotidiano della città ed immergendosi nella natura, attraverso boschi di faggio e laghi abitati da molteplici specie animali, il clan è riuscito a vivere momenti di vera gioia e sincera fraternità in un’atmosfera colma di serenità e pace. I ragazzi hanno vissuto questa esperienza scommettendosi in prima persona, vivendo ed affrontando gli ostacoli incontrati lungo il cammino come un’unica comunità. L’itinerario percorso ha messo a dura prova non soltanto il fisico dei ragazzi ma anche la loro forza d’animo, tuttavia la “spiritualità della strada” ha trasmesso loro che solamente restando uniti è possibile andare avanti anche nei percorsi più difficili. Un’esperienza per loro indimenticabile è stata quella di percorrere un lungo tratto di strada interamente in una notte; per compagni di strada: il vento, la luna che ha illuminato il percorso, il riflesso notturno dei laghi, Il passo tenuto durante la strada è stato sempre attento a quello del più lento, rallegrato spesso dai canti scout. I giorni sono trascorsi alternandosi tra strada, giochi, attività e momenti di riflessione. Non sono mancati i momenti di confronto su molti temi cari ai ragazzi che vivono in un quartiere di periferia: legalità, rispetto delle regole e non solo. Questi momenti avevano lo scopo di far prendere coscienza che in un contesto dove c’è anche
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degrado, come può essere quello della periferia, è possiIscrizioni al Gruppo Scout Catania 18 bile non rimanere spettatori Sono aperte le iscrizioni al Gruppo Scout Catania 18 ma protagonisti del cambiaper le ragazze e i ragazzi dagli 11 ai 20/21 anni. mento. In tutto questo un Oltre i 21 anni è possibile cominciare un percorso di ringraziamento speciale formazione per diventare educatore scout. spetta sicuramente a Cristo compagno di strada che è Per iscrizioni e informazioni: stato sempre al loro fianco catania18@librino.it - 349/0941517 - 329/2606154 sorreggendoli e accompawww.librino.it/catania18 gnandoli; il fratello a cui confidare le proprie incertezze e perplessità che dall’alto li ha driglie (Corvi, Lupi, Pantere e ponente deve conoscere il Capinere) e cinque capi edu- proprio compito e portarlo sempre guidati. catori. Lo scenario è stato avanti per la buona riuscita quello del rifugio di Margio delle attività; ciò permette ai Salice, nel comune di Ma- ragazzi di mettersi in gioco in niace, mentre l’ambienta- prima persona rendendosi zione ruotava attorno alle conto dei propri limiti e dei peripezie di “Asterix e Obelix propri punti di forza. Ogni contro i romani”: accanto al sera i ragazzi si ritrovano tutti rifugio sono stati formati due insieme attorno alle fiamme accampamenti adiacenti, del fuoco di bivacco per racquello dei romani e quello dei contarsi le loro esperienze, galli, e ogni tribù indossava divertirsi e cantare insieme gli abiti tipici del proprio po- ringraziando Dio per la giornata trascorsa. polo. La route e il campo estivo Il campo è scandito da nche i ragazzi del re- ritmi molto serrati, infatti, se segnano anche la fine delle parto, composto da vi dovesse capitare di osser- attività annuali del gruppo adolescenti di età vare degli scout durante un scout. Si riprenderà il 14 otcompresa tra gli 11 e i 16 anni campo, vi accorgereste subito tobre con la cerimonia riuniti in squadriglie, hanno che essi sono sempre intenti d’apertura che si svolgerà alle vissuto la loro avventura at- a svolgere qualche mansione 10:00 in viale Castagnola 4, traverso il campo estivo. Ogni oppure a partecipare a qual- presso la parrocchia Risurrecampo ha una sua ambienta- che attività. Durante tutto il zione del Signore. zione che permette ai ragazzi campo le varie squadriglie si di vivere le esperienze e le at- sono sfidate in continui giotività in un ambiente diverso chi e prove che hanno perda quello quotidiano svilup- messo loro di mettere in pando così la loro immagina- gioco tutto il loro bagaglio di zione e facendo vivere tutta la tecniche scout acquisite e il settimana come un’avven- loro affiatamento. Ogni squatura fantastica, sempre gio- driglia si autogestisce completamente: dal montaggio cosa e divertente. Quest’anno il reparto “Ma- della tenda alla costruzione feking” del Catania 18 ha della cucina dove preparare i scelto di gemellarsi insieme pasti e del tavolo in cui manal gruppo scout Catania 5. giare. In questi casi è indil’affiatamento L’attività estiva ha quindi spensabile della squadriglia: ogni comcoinvolto un totale di 4 squa-
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La parola ai ragazzi
Sono davvero felice di avervi come compagni di strada xchè di strada ne abbiamo fatta tanta. Insieme sono sicuro che x quanto sarà lunga e faticosa continuerà ad essere sempre + bella. Grazie. Riccardo - È stata una route bellissima, mi sono divertito tanto, la strada mi è piaciuta molto. Salvo - Secondo voi ci sono parole per descrivere questa route? Non penso. Solo una: fantastica. Marzia - Sarà difficile dimenticare questo campo estivo x me. Claudio
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LaPeriferica
Se fossi stoffa mi darei ai poveri
Suor Maria Laura e il carisma monfortano: L’amore per gli “ultimi” lungo le strade del quartiere Vi racconto una storia. La storia di un’adolescente che decide di seguire il proprio cuore e di portare avanti con tanta passione e coraggio la propria scelta. Probabilmente molti non vedranno in lei l’avvincente protagonista di un romanzo ma sono storie come questa che senza alcun rumore e prepotenza riescono ad arrivare nei cuori della gente. Il suo nome è Luigia Gaspari, nata nel piccolo paese di Cerreto di Venarotta, Ascoli Piceno, e la sua storia comincia a tredici anni quando, dopo aver letto un libro prestatole dalla cugina, sente che la sua vita deve assolutamente prendere la strada della ricerca dell’amore e della sapienza. Il libro in questione scritto nel 1703 da San Luigi Maria Grignon di Monfort è “L’ Amore dell’ Eterna Sapienza”. Una Sapienza presentata nel suo insieme che valorizza la devozione a Maria vista come un mezzo per raggiungere Cristo Sapienza nella vita spirituale secondo la forma di donazione totale o “Santa Schiavitù d’Amore”. E’ da ciò che scaturisce la curiosità di sperimentare personalmente questa esperienza unica e irripetibile. Luigia comincia, così, un percorso pieno di studi ma anche di numerose domande. “Cos’è la Sapienza? Cosa significa donare a Dio la propria esistenza?” Conseguita la licenza elementare frequenta per tre anni la scuola Apostolica per ragazze conclusi i quali l’ aspetta un anno di pausa in cui, un’attenta ricerca interiore la convince sempre più che abbandonare la strada intrapresa significherebbe preferire altro a Dio. Continuano gli studi formativi a To-
rino e a diciannove anni Luigia, presi i voti semplici, diventa Suor Maria Laura. Nel frattempo consegue il diploma di Maestra. Dopo i due anni di esperienza romana torna a Torino per prendere i voti perpetui. La nostra cara Luigia, già Suor Maria Laura, compiuti ventiquattro anni inizia un periodo di esperienze educative presso alcuni istituti e scuole materne, prima a Bergamo, passando per altre città italiane e approdando, finalmente in Sicilia. Ma cosa c’entra tutto questo? Beh, forse per molti la vita consacrata a Dio può sembrare una vita fatta di grandi rinunce, specialmente per una donna che si priva di esperienze più comuni e quotidiane, quali quelle di mandare avanti una famiglia, avere dei figli, trasmettere loro in eredità il patrimonio della propria esperienza fatto di cose anche piccole ma importanti. O per
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vare.“Se fossi stoffa mi darei ai poveri”. E’ in questa frase di Sr Maria Luisa che Suor Maria Laura trova la forza per amare il prossimo. Per ricevere in A cambio? volte un semplice sorriso, altre un grazie sentito. Ma esistono anche numerosi casi in cui una parola detta in una situazione difficile, un consiglio dato disinteressatamente, un abbraccio stretto in momenti di disperazione, rappresentano momenti di speranza per chi non ha nulla su cui sperare. Il sogno di Suor Maria Laura oggi nel quartiere di Librino,ma non solo: quello di “trasmettere ai più bisognosi gli stimoli per diventare protagonisti della propria crescita e riuscire a trovare la soluzione giusta ad ogni problema senza dipendere dagli altri”. Noi ci auguriamo, invece, di poter contare sempre su persone come lei! Genny Mangiameli
Corso OVAS a Librino
nche per questo anno, come già accade da diverso tempo, per lo svolgimento del corso O.V.A.S. (Operatore Volontario Ausiliario del Soccorso) è stata scelta come sede l’auditorium della Parrocchia Resurrezione del Signore a Librino. Il corso è organizzato dal Coordinamento Zonale della provincia di Catania in collaborazione con il C.S.V.E. (Centro Servizi Volontariato Etnea) di Catania. «La scelta di Librino non è casuale dice il Prof. Santo Carnazzo Coordinatore provinciale delle Misericordie di Catania e Vice Presidente del C.S.V.E. - dobbiamo cercare di far conoscere Librino non solo attraverso le cronache dei giornali che parlano solo di una realtà marginale e periferica, ma come un quartiere pieno di risorse dove sono presenti anche associazioni di volontariato come la Misericordia». C’è da dire infatti che a Librino sono localizzate ben 2 delle 3 classi del corso rivolto a tutti i volontari delle 27 Misericordie presenti nella provincia di Catania. Gli incontri effettuati il sabato pomeriggio sono tenuti da medici e infermieri della Centrale Operativa del 118 di Catania. Tea Schiavo
cemente studiare concretamente i problemi e organizzare concretamente la soluzione. Non abbiamo si vede. Non c’è più molto tempo per partito né ideologia. Crediamo nel le chiacchiere. Catania centotree- lavoro serio, nel farsi avanti insieme sima città d’Italia; Librino - città e nella libertà. nella città - ancora più in basso di lei. *** Fogne, luoghi d’incontro, mafia, Nel povero panorama dell’informaluce: di alcune di queste cose a Lizione di Catania (“La Sicilia” benbrino ce n’è anche troppo, di altre data, “Repubblica” censurata), poco o niente. La colpa è nostra, di noi abitanti, che ci siamo fidati di questo è il secondo giornale di quarquesti e quelli. Adesso abbiamo ca- tiere che nasce dal basso, con serietà pito che non dobbiamo più chiedere e senza retorica, per fare il suo doniente a nessuno, ma crescere e or- vere. Il primo, a San Cristoforo, è ganizzarci fra noi: insieme, numeri- stato “I Cordai”: dura ormai da pacamente, siamo la principale forza recchio, dà voce agli abitanti dei quartieri da cui è riconosciuto per della città. Noi non facciamo appelli, non amico. E’ un buon esempio a cui amiamo i discorsi, non promettiamo ispirarsi. Più avanti, speriamo, qualniente a nessuno. Vogliamo sempli- cun altro si ispirerà all’esempio nocontinua da pag 1 RICCARDO ORIOLES
altri una vita così può sembrare priva di stimoli e senza grandi soddisfazioni personali. Ma la vita che non si esplica solo in gesti eclatanti, in decisioni importanti , è forse una vita meno ricca ed intensa? Luigia Gaspari è una donna che ha scelto! Ha scelto di seguire l’esempio della Prima figlia della Sapienza, Maria Luisa Trichet, cofondatrice nel 1703 della Congregazione delle Figlie della Sapienza. Il carisma sapienzale monfortano e l’amore verso i più poveri sono il motore delle azioni di Suor Maria Laura e delle sue Consorelle nel quartiere di Librino. L’impegno con il Centro di ascolto della Caritas parrocchiale, le visite domiciliari, gli incontri di catechesi, l’animazione religiosa per la promozione umana sono gli strumenti che Sr Maria Laura utilizza per arrivare lì dove altri non sanno né vogliono arri-
stro: e così via, anno dopo anno, finché tutti i quartieri di Catania avranno la loro voce. Perchè non nasciamo isolati, né per caso: non siamo i soli a lavorare per Librino (Iqbal Masih, gli scout, la Caritas, ecc.) e vogliamo l’unità e l’amicizia fra tutte queste forze. Non nasciamo dal nulla ma siamo un frutto della nuova generazione venuta avanti in questi anni, quella che ha organizzato la manifestazione di piazza Spedini a febbraio e che non si è dispersa ma ha continuato a organizzare tante piccole utili cose. Questo giornale, rivolto a centomila abitanti, è un piccolo passo avanti su questa strada. Su di essa la vita di molti giovani è ormai impegnata. Giovani che non si guardano indie-
tro, non perdono il loro tempo con i vecchi politici e i vecchi modi di fare, che credono nella Politica maiuscola e non di cortile, e che non tradiranno. Meritano la vostra fiducia; stanno già lavorando. *** Una piccola nota personale, da vecchio giornalista. E’ quasi trent’anni che faccio questo mestiere e che firmo giornali. Sono lieto di firmare questo, come anche “I Cordai” e - insieme a Graziella Proto - “Casablanca”. E’ un bel modo di finire una carriera, qui in Sicilia, a Catania, servendo la verità dei cittadini e non i palazzi. Ai miei colleghi giovani auguro allegria e coraggio: la nostra è una vita difficile ma anche felice e utile, perché non siamo mai soli.
Errori di connessione
LaPeriferica
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Ogni tanto capita che le periferiche non si connettano al primo tentativo, e per riuscire a farle funzionare si deve provare e riprovare. La Periferica ha rilevato a Librino tanti errori di connessione: opere pubbliche promesse e mai realizzate, in corso di realizzazione da anni, oppure realizzate e lasciate all’abbandono. Ecco un primo elenco degli errori riscontrati (in attesa di riparare i guasti). Villa Fazio in viale Sisinna, oggi é solo il lontano ricordo del luogo di gioco e crescita di 10 anni fa.
Il Teatro di viale Moncada: completo, inaugurato molte volte ma mai aperto, e quindi abbandonato al degrado.
Il Parco di viale San Teodoro, uno dei polmoni verdi della città di Catania! O almeno lo sarà quando verrà ultimato. Nel frattempo i lavori vanno avanti..
Ed eccolo qui, il fiore all’occhiello di Librino: l’OSPEDALE SAN MARCO in tutto il suo splendore.
In evidenza nelle foto a sinistra e in basso, il CENTRO DI ECCELLENZA ORTOPEDICO.
Allo stato attuale, di ortopedico si vede solo il rischio di rompersi una gamba avventurandosi nel fantomatico sito dell’ospedale..
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LaPeriferica
Piero Mancuso, 12 anni di impegno al centro Iqbal Masih
L’INTERVISTA
di Massimiliano Nicosia
Quindici anni fa il quartiere neppure lo conosceva. Lo incontriamo nella sede del centro mentre è in corso una riunione sui preparativi per i festeggiamenti dei 12 anni di attività: Piero Mancuso, punto di riferimento da 12 anni del centro sociale Iqbal Masih di viale Moncada. Puoi raccontarci com’è nata l’idea di fare volontariato a Librino? Ho cominciato a frequentare questo quartiere dopo la laurea facendo servizio civile con l’ARCI nel 1992, allora c’era già a Librino l’Arci ragazzi al quale l’ing. Lo Giudice aveva affidato un locale proprio qui in viale Moncada, all’interno del “palazzo di cemento”. Ho un ricordo molto bello di quell’anno, avevamo ristrutturato il primo piano del palazzo di cemento in maniera bellissima: tutto con i vetri a giorno. Di sera si arrivava qui, in questo buio desolato, e c’era questa macchia di luce. Non si può dire che passavate inosservati! E che accoglienza avete ricevuto? L’ingresso nel quartiere non fu affatto facile. La sede nel palazzo di cemento fu vandalizzata l’estate successiva e poi abbandonata. Qui funziona che se non entri in un certo modo sei in difficoltà. Pian piano abbiamo iniziato ad avere dei contatti e le cose sono iniziate a cambiare. Poi è chiaro che ci sono delle persone a cui non piace discutere, problemi che abbiamo anche adesso volendo. Però dopo tutti questi anni siamo diventati una figura, non dico autorevole, ma quantomeno da rispettare. Dall’ARCI al Centro Iqbal. L’esperienza con l’ARCI si è poi conclusa e con il gruppo originario dell’Iqbal Masih abbiamo deciso di continuare da soli; abbiamo occupato questi locali con alcuni genitori. Erano locali abbandonati che erano stati incendiati. Insieme li abbiamo un po’ risistemati e da allora abbiamo iniziato questo percorso dell’Iqbal Masih come spazio auto-organizzato che non prende finanziamenti pubblici , organizza da sé quello che riesce a fare. Cos’è che ha contribuito a costruire questo rapporto di fiducia con quella parte del quartiere che è più diffidente? Guada abbiamo sempre scelto una metodologia: noi parliamo con tutti. Ascoltiamo quello che ci dicono e diciamo quello che pensiamo noi. Però senza pressioni, senza imporre un modo di pensare o un punto di
vista. Il rispetto lo si guadagna rispet- di qualità. tando anche le cose che tu dall’inizio non E invece qual è la sconfitta che ti brucia di capisci. Ci sono alcuni metodi di condu- più? zione familiare che per noi sono assoluMa guarda una sconfitta qui è a volte quella di tamente sbagliati ma non puoi importi dover abbandonare certe battaglie; abbandonare nel perché altrimenti perderesti la relazione. senso che ci sono dei momenti in cui le risorse sono Quindi per costruire questa re- quelle che sono per cui bisogna mollare un po’ la lazione è bastato il dialogo? presa, nel senso che non siamo tutti il teatro, non Secondo me ha contato anche il fatto siamo stati incisivi per cui la cosa non è stata come doche noi qui ci siamo sempre stati da 12 veva essere. Non essendo il tuo lavoro ci sono dei moanni. Anche d’estate , magari veniamo menti in cui le risorse sono minori per cui ti devi meno, però durante la settimana qual- ridimensionare. E questo aspetto della gestione policuno passa sempre, cioè abbiamo la sen- tica di alcune battaglie secondo me è un nostro punto sazione che siamo qui a difendere questo debole. Ma io sono convinto che debba essere il quarposto, a prescindere da tutto, ci teniamo, lo stiamo tiere a dare la sensazione di essere attivo. Se il quarconservando. A quel punto è difficile allontanarci, per- tiere da questa sensazione anche dall’esterno allora tu ché non siamo più ospiti anche se le persone che la- partecipi con più sicurezza. vorano qui al centro prevalentemente non vengono E c’è questa partecipazione nel quartiere? dal quartiere. Non dico che facciamo parte integrante No, non c’è. Mancano tante cose nel quartiere ed è del posto però siamo di Librino anche noi. sempre peggio. Io non vedo in questo momento, non Avete messo su i Briganti, una squadra di dico la speranza, ma non vedo prospettive reali perché rugby e perfino una radio. Insomma siete in- esca qualcosa dal quartiere. Anni e anni di vuoto, di stancabili? educazione all’incontrario portano a questo. Qui Abbiamo fatto un’associazione sportiva, affidata siamo in una parte del viale che non a caso non è illualla federazione, è nata molto casualmente. Abbiamo minato. Qui è impossibile riparare le luci perché qui si comprato i palloni di rugby e un amico che giocava è spaccia… e ad un certo punto la gente non reagisce venuto a raccontare un po’ e sia noi che i ragazzini ci più, capisce che funziona così. Subisce senza alzare la siamo appassionati. Nel giro di un anno abbiamo rac- voce perché ti schiacciano la testa. colto una quarantina di ragazzi che sono tesserati che Quanta responsabilità hanno le istituzioni i hanno partecipato ai campionati, l’anno scorso ab- un quartiere dove tutto va al contrario? cosa biamo avuto una sponsorizzazione del CAF della possono fare le istituzioni? CGIL, quest’anno abNon ho dubbi sul fatto che biamo altri due piccoli la situazione è molto complisponsor che ci permetcata e non si può pensare di intono di acquistare del tervenire in questo quartiere materiale sportivo permantenendo l’idea attuale di ché i ragazzi da noi non politica che è quella della polipagano niente Se trotica del tornaconto. Qui devi viamo 7000 euro anpensare di fare delle cose per diamo a fare il torneo anni senza aver nessun tipo di Topolino a Treviso tra le rientro, devi ricostruire tutto, squadre più forti. Forse devi rivedere l’aspetto sociale, la Provincia ci da una l’aspetto culturale, l’aspetto mano, l’anno scorso ha della manutenzione, andrebbe dato del materiale. Chiefatto pezzo per pezzo, piano deremo i soldi per il piano, però con degli obiettivi L’ingresso del centro Iqbal Masih treno per i bambini o ala lungo termine e non alla tormeno una piccola parte. nata elettorale successiva. L’idea è anche quella di fare vedere l’Italia ai bambini E in questi anni non è stato fatto? attraversandola col treno, anche per dare loro una noNegli ultimi anni qua a Librino secondo me c’è zione geografica. L’idea della radio invece è quella di stato un accanimento terapeutico nel quartiere perché avere uno strumento che viaggia ed aprirlo a chi ha quel poco che si poteva costruire non è stato costruito delle cose da dire, fare informazione, cultura, intratte- e quel poco che c’era non è stato valorizzato. Le pernimento; uno strumento polivalente. sone spesso sono state ingannate: vedere un cantiere Qual è il tuo ricordo più bello in questi 12 aperto per anni… Le istituzioni hanno trasmesso i peganni? giori messaggi che potessero lanciare ai cittadini. Noi Il ricordo più bello è legato alla squadra di rugby. E’ qui abbiamo un campo dove ci alleniamo e che ancora stato qualche mese fa, ad aprile, abbiamo vinto un tor- non è stato assegnato. Abbiamo fatto richiesta all’Asneo con i ragazzi piccolini. Vedere loro in questo mo- sessore allo Sport ma in questo momento chiunque mento di entusiasmo sfrenato, noi in realtà peggio di può dire “chistu è u me” una situazione difficile da geloro perché è la cosa più bella che gli sia capitata. Ho stire e molto pericolosa. Inoltre forse si farà un regotanti ricordi estremamente belli legati a questo posto, lamento per il campo comunale e quindi il paradosso legati nell’aver incontrato persone, non soltanto del potrebbe essere che a noi che facciamo sport con i raquartiere, che sono venute a lavorare nel centro, per- gazzini del quartiere ci chiederanno dei soldi: sarebbe sone straordinarie; quello che mi piace ricordare di come sparare sulle ambulanze. più di questo posto è questo: avere avuto l’occasione di trovarmi nel corso degli anni in un gruppo di lavoro
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Alla scoperta dei commercianti librinesi
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di Cristina Perrotta _________________________________
Librino la presenza delle poche attività commerciali è vissuta dai residenti con lo stupore e la gratitudine di chi trova un'oasi nel deserto. Certi che le attività commerciali rappresentino una ricchezza per il territorio e per chi ne vive la quotidianità , abbiamo deciso di dedicare uno spazio a coloro che hanno scommesso qualcosa su Librino, basando sulla realtà del quartiere le proprie prospettive di guadagno e crescita professionale. La nostra carrellata di presentazione delle attività commerciali parte dalla lettera A: A come Angiolucci Lunettes 1948, rinomato negozio di ottica presente in Viale castagnola 3/a dal 19 giugno del 1999, giorno dell'inaugurazione, gestito dal signor Fazio Carmelo, responsabile del negozio che con gentilezza ed ottimismo ci ha raccontato gli otto anni di esperienza nel quartiere, dandone un giudizio finale positivo:  Credo - afferma il signor Fazio - che gli imprenditori pronti ad avere il coraggio e la lungimiranza per aprire un'attività commerciale a Librino - come hanno fatto i miei titolari - siano troppo pochi. E' un vero peccato, perchÊ il quartiere ha una grande potenzialità , è un bacino enorme di utenza e anche la dimensione "sicurezza" , al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è affatto allarmante . Certo prosegue – il numero di clienti acquisiti, in confronto al numero di quelli potenziali, è molto basso, ma si lavora bene e il rapporto con la clientela è molto piÚ umano e aperto al dialogo e al confronto di quello che si vive, ad esempio, nei negozi del centro città , dove "il cliente si sente padrone". Per risvegliare il quartiere bisognerebbe dunque creare una rete di negozi di tutti i generi, in modo da attirare la clientela con una vasta gamma di opportunità d'acquisto. PoichÊ, se come ricorda saggiamente il signor Fazio "nà nuci sula incr 'ò saccu non fa sgrusciu" ovvero" una noce da sola nel sacco non fa rumore", il richiamo di pochi negozi sparsi su un territorio ampio e poco servito è scarso ed andrebbe certamente incrementato. La clientela della zona – spiega il signor Fazio - è variegata, serviamo gente di tutti i ceti sociali. La cosa che però li accomuna tutti – conclude – è la speranza di poter un giorno fare i propri acquisti nel quartiere. Chi non sarebbe felice di non fare chilometri per trovare ciò che cerca?.
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Appello a voi consum-attori
di Comitato Addio Pizzo Catania _________________________ are consumo critico vuol dire non andare a fare acquisti presso quegli esercenti che non sono liberi, che vivono sotto il giogo crudele del pizzo impostogli dal sistema mafioso, imperante in questa nostra Sicilia. Fare consumo critico vuol dire non rendersi complici di questo scempio che si consuma impunemente davanti i nostri occhi. Fare consumo critico vuol dire contribuire a rendere piÚ civile il mondo in cui si viviamo. Su questi presupposti che un gruppo di giovani ha fondato qualche anno fa a Palermo un movimento di liberazione: il comitato Addio Pizzo. Il motto? Un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità . Addio Pizzo non si propone di cambiare il mondo dall’oggi al domani, ma di pungolare la società civile, per allargare sempre piÚ la maglia della legalità , e aprire le porte a tutti quelli che non vogliono piÚ sopportare una situazione di soggezione ad un potere mafioso imperante. Il progetto del comitato si compone di tre fasi: la prima è la raccolta firme di tutti quei consum-attori che vogliono far proprio l’obiettivo di Addio Pizzo, sottoscrivendo i moduli diffusi nelle maggiori manifestazioni cittadine. Ci si impegna cosÏ ad effettuare i propri acquisti presso quegli esercenti che si sono apertamente opposti al pizzo e che si dichiarano quindi contrari al giogo mafioso. In possesso dell’appoggio della società civile catanese, si diffonderà il progetto presso gli esercenti, chiamati ad effettuare una scelta che è anche un vero e proprio investimento a lungo termine: è importante sottolineare il ritorno economico di una tale operazione, che consente di investire i capitali immobilizzati dall’organizzazione mafiosa per lo sviluppo aziendale. Esercitare quindi la libera
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impresa senza condizionamenti di nessun genere. La seconda fase è relativa alla costituzione di una commissione di garanzia, formata da soggetti in possesso di particolari requisiti di professionalità e indipendenza, oltre che di indubbio spessore morale. La commissione si impegnerà a valutare la veridicità delle dichiarazioni dei commercianti, al fine di consentire un’ oculata ammissione nella rete di commercianti pizzo-free (cioè liberi dal pizzo), solo a chi risulta realmente distante dal sistema mafioso. Nell’ultima fase verrà redatta una lista degli esercenti pizzo-free, pubblicata nei maggiori quotidiani locali e diffusa tra la cittadinanza. Il momento della responsabilità sociale d’impresa e dello sviluppo sostenibile è arrivato, una cambiamento lento ma irreversibile, a cui tutti sono chiamati ad adeguarsi. Sempre piÚ solido è il numero dei sostenitori del consumo responsabile. Oggi la lista della spesa è forse il solo atto di cui poter ancora disporre liberamente.Il consumatore, oltre che responsabile si faccia furbo. Ancora piÚ esigenti e consapevoli chiamatevi dentro questa nuova, grande famiglia.
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Al Pigno si nomina un nuovo parroco 8
LaPeriferica
Le condizioni di salute di padre Greco costringono l’arcivescovo Gristina a cercare una nuova guida per la comunità di San Giuseppe al Pigno
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esempio di servizio ed umiltà con la sua stessa vita; considera la struttura della chiesa circolare e non piramidale, fatta di uomini e non di mattoni; incentra la sua missione sull’evangelizzazione e la cura dell’anima. Tra i suoi vicari parrocchiali si annoverano don Alfio de Francesco, che lo ha affiancato alla guida della comunità dal 1990; padre Calogero Di Leo, che ha il merito di aver allargato l’orizzonte giovanile della parrocchia allestendo il campetto interno dove si tenevano partite di basket e pallavolo; padre Filadelfio, padre Antonio Testaì, e infine padre Orazio Catarraso, che dopo 2 anni di collaborazione viene trasferito da mons. Gristina nella parrocchia San Nicolò di Misterbianco, lasciando sguarnita la parrocchia. Sempre coadiuvati dai consigli del loro parroco, i sacerdoti e diaconi che sono stati assegnati alla chiesa San Giuseppe al Pigno si sono occupati attivamente della liturgia e della pastorale giovanile. L’insegnamento più grande che hanno tratto da padre Greco è che per crescere bisogna imparare ad ascoltare gli altri. Molte sono state le attività organizzate che hanno coinvolto gli abitanti del Pigno (soprattutto i più giovani): sagre della salsiccia, del dolce, giochi della gioventù, discoteca nei locali della chiesa, cena per gli anziani e tombola per Natale, corsi di Sacra Scrittura, partecipazioni di corali quali Imago Vocis, A proposito di istituzioni Tovini e Resurrexit di Librino), colonia estiva, rappresentazioni teatrali, Da oltre 2 anni a Catania, e in particolar modo al Pigno, recital, cori con i bambini, l'acqua dei rubinetti esce sporca. Dopo tante sfilate in maschera per carlamentele, denunce di privati cittadini e petizioni alla nevale, campionati di calprocura della Repubblica, la Sidra - unica fornitrice cio e pallavolo, molte gite e d'acqua nel territorio - non ha ancora risolto il problema. alcuni ritiri spirituali. Tali Si sono già raccolte circa 500 firme per una nuova manifestazioni venivano petizione che stavolta sarà inviata al Gabibbo di Striscia la annunciate la domenica Notizia oppure a Mi Manda Raitre, per rendere pubblica a dopo la Messa o tramite livello nazionale una situazione ormai inaccettabile e per volantini sparsi per il quarmettere la Sidra di fronte le sue responsabilità e tiere. Oltre alle attività licostringerla ad una repentina risposta. Per chi volesse conturgiche e pastorali si sono tribuire ed apporre la propria firma può farlo presso l'ufficio organizzate due feste di del patronato Enasco del Pigno, con sede in via delle CleSan Giuseppe e due feste mentine 34, e l’emporio Cosentino in via degli Agrumi 87. in onore della Madonna, tutte molto partecipate.
arroco al Pigno da 37 anni, padre Greco Concetto ha rassegnato 4 anni fa le dimissioni per raggiunti limiti di età all’arcivescovo Salvatore Gristina; dimissioni non ancora accettate finora data la stima posta nei suoi confronti. Padre Greco ha dunque continuato a guidare la comunità del Pigno, seppur nascosto nell’ombra, dando piena libertà di azione ai suoi collaboratori. Il quartiere nasce nel 1958 ed accoglieva gli immigrati provenienti dal centro dell’isola (messinese ed ennese). Prima di essere istituita giuridicamente parrocchia, la chiesa San Giuseppe al Pigno (eretta intorno al 1965) viene sottoposta alla giurisdizione della parrocchia Madonna del Divino Amore in Zia Lisa. I primi curati che vengono a celebrare sono padre Giuseppe Portaro e padre Salvatore Sarto. Venendo a conoscenza del quartiere e della chiesa nascente, padre Greco (allora vicerettore del seminario) decide di abbandonare gli alloggi arcivescovili per andare ad abitare in via dei Sanguinelli; il 4 agosto 1970 – festa di San Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci –viene nominato primo parroco del Pigno. Inizia il suo mandato facendo il fabbro per capire cosa vuol dire guadagnarsi da vivere, senza pretendere nulla dalla Curia – dalla quale rifiuta persino la congrua – per dare
Quello che sempre più spesso mancava però erano proprio collaboratori che affiancassero padre Greco nello svolgimento di tali attività, che si tenevano nei locali della parrocchia per la sicurezza dei ragazzi e per farne capire l’appartenenza. Gli abitanti del Pigno però non conoscono la vera figura di padre Greco, un sacerdote che non prende soldi, che va a lavorare insieme a tanti altri padri di famiglia per guadagnarsi il pane, che ha aiutato molta gente anche sul lato economico (senza mai farsi troppa pubblicità), la cui porta di casa è sempre stata aperta per ospitare chi ne avesse avuto bisogno – anche ladri. Spesso i pignoti lamentano che padre Greco non scendeva a compromessi con i politici per avere una chiesa più grande o per ottenere altri tipi di sovvenzioni per il quartiere; per padre Greco l’importante era assistere spiritualmente i suoi parrocchiani, d’altronde la chiesa non è un centro sociale o un’istituzione civile, e tutto quello chiesto dai pignoti non poteva – e non doveva – essere svolto dalla parrocchia, che comunque è sempre stata aperta alle attività giovanili e civili, spesso non supportate proprio dagli stessi abitanti che proponevano ma non collaboravano attivamente. Non sempre l’istituzione religiosa può compensare tutti i problemi, anche perché la comunità ecclesiale non deve sostituirsi alla comunità politica e sociale, ma può solo collaborarvi. ate le recenti condizioni di salute di padre Greco, il vescovo si vede costretto a cercare alla svelta un valido sostituto alla guida della comunità, un sacerdote che sappia amare i suoi parrocchiani, li rispetti e che si faccia a suo tempo rispettare ed apprezzare; un’impresa non proprio facile per mons. Gristina, anche considerando le poche vocazioni sacerdotali della diocesi. Massimo Siciliano
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Padre Greco è stato anche viceparroco della parrocchia Divina Maternità della B. M. V. in Cibali, insegnante di religione al liceo classico Mario Cutelli, segretario dell’arcivescovo Luigi Bentivoglio e vicerettore del Seminario Arcivescovile
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