Das Curriculum von Monte Sole Curriculum di Monte Sole
Eseguito nella cornice di un progetto ERASMUS+ Johann-Philipp-Reis-Schule, Friedberg/Hessen e Liceo Attilio Bertolucci, Parma
Il curriculum di Monte Sole
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LA CARTA DELLA PACE A SCUOLA Considerato che la pace è un diritto, e che come tale va salvaguardato; Considerato che non c'è pace senza giustizia, e che per perseguire la pace è necessario costruire una società in cui tutti possano godere di pieni diritti; Considerato che la pace è la volontà di andare oltre i pregiudizi, la volontà di guardare il mondo e l'umanità con occhi nuovi, per far si che ciascuno si senta accettato e accolto dall'altro, e a sua volta sappia accettare e accogliere l'altro; é necessario che ciascuno si impegni personalmente, consapevolmente, responsabilmente e costantemente, anche a scuola, per contribuire, in prima persona, alla costruzione della pace. Per questi motivi pensiamo che siano fondamentali: Il ripudio della guerra e della violenza come soluzione dei conflitti; Il rispetto delle persone, delle loro idee e delle loro religioni; Un dialogo fatto di ascolto e di accoglienza, aperto ad un confronto sincero, che conduca alla conoscenza vera e alla collaborazione tra le persone; Un'educazione alla pace, che oggi diamo troppo spesso per scontata, ma che, nella realtà, è continuamente minacciata; Il perdono, che è il coraggio di superare i conflitti per ristabilire equilibrio nei rapporti feriti; La solidarietà e la fratellanza alla base delle nostre relazioni.
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Indice PREFAZIONE
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ATTUALITÀ DEL TEMA STUDENTI ITALIANI E TEDESCHI ANALIZZANO UN CAPITOLO TRAGICO DELLA STORIA COMUNE CONSIDERAZIONI DIDATTICHE SUL’IMPIEGO DEL MATERIALE NELLA LEZIONE.
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OCCUPAZIONE DELL’ITALIA, 1943 – 1945
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CONSIDERAZIONI DIDATTICHE IL SOLDATO TEDESCO OTTO ZELLER SDL 2: IL REGISTRO DELLE AZIONI, BATTAGLIE E SCONTRI MILITARI DI OTTO ZELLER SDL 3: LETTERA CHE ANNUNCIA LA MORTE DI OTTO ZELLER CONSEGNA E POSSIBILE RISPOSTA POSSIBILI RISPOSTE PER LE CONSEGNE
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LA RESISTENZA IN ITALIA
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CONSIDERAZIONI DIDATTICHE SDL 1: LA RESISTENZA IN ITALIA – VISIONE GENERALE SDL 2: IL PARTIGIANO RENATO LORI E LA SUA LOTTA DI RESISTENZA SDL 3: LA MORTE DI MARCO SDL 4: QUADRI DI RENATO LORI SDL 5: LA STRAGE DI MARZABOTTO / MONTE SOLE: 29 E 30 SETTEMBRE 1944 SDL 6: LA STRAGE DI SANT’ANNA DI STAZZEMA, 12 AGOSTO 1944 CONSEGNA E POSSIBILE RISPOSTA
13 14 15 16 18 20 22 24
L’UNIONE EUROPEA
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CONSIDERAZIONI DIDATTICHE L’ELABORAZIONE DEL CONTENUTO CONSEGNA E POSSIBILE RISPOSTA
27 28 29
LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI A PARMA
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CONSIDERAZIONI DIDATTICHE LILIANA E LUCIANO FANO, DONATO E CESARE DELLA DELLA PERGOLA SDL 1: LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI A PARMA CONSEGNA E POSSIBILE RIPOSTA
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INTERNATI MILITARI ITALIANI (IMI) E LAVORI FORZATI A FRIEDBERG
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CONSIDERAZIONI DIDATTICHE PREMESSA
37 37
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Prefazione Attualità del tema Curriculum di Monte Sole All’inizio di marzo 2015 un uomo di 93 anni fu premiato dal suo comune, Engelsbrand (regione Baden-Württemberg) come cittadino meritevole nell’ambito comunale. Quest’uomo, però, in Italia era stato condannato all’ergastolo per la strage di Marzabotto. Quando la notizia del riconoscimento divenne pubblica, creò molto sconcerto, e si fece appello alla cancelliera Angela Merkel chiedendo di revocare a quest’uomo la medaglia al valore. Fortunatamente il 15 marzo 2016 è stato riconosciuto l’errore ed è stata ritirata la medaglia e annullato il riconoscimento.1 Troviamo traccia dell’indignazione che questo episodio ha suscitato in Italia in un articolo del quotidiano online „bologna.repubblica.it” il 4 marzo 2016: „Medaglia tedesca a uno dei boia di Marzabotto, rabbia e sconcerto a Bologna. Wilhelm Kusterer, condannato all’ ergastolo per la strage del 1944 (quasi 800 morti), premiato dal suo Comune come “cittadino onorevole”. Da istituzioni e politici bolognesi l’appello alla cancelliera Merkel: “Via quel riconoscimento”.2 Niente chiarisce meglio le ferite profonde che l’occupazione tedesca 1943-1945 causò nel popolo italiano e niente chiarisce meglio di come sia importante rivedere questo periodo e riconoscere i propri errori, affinchè non vengano compromesse le relazioni tra il popolo Tedesco e quello Italiano, anche oltre 70 anni dopo la fine della guerra. Questo curricolo di storia è stato elaborato anche allo scopo di dare il proprio contributo alla riconciliazione.
1
Cfr. https://de.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Ernst_Kusterer; 8.4.2016 http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/03/04/news/marzabotto_cardi_medaglia_boia134766770/?ref=fbpr; 08.04.2016 2
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Studenti Italiani e Tedeschi analizzano un capitolo tragico della storia comune Otto Zeller era un giovanne soldato Tedesco che fu ucciso nel 1944 in Italia all’età di 20 anni. Aveva partecipato, tra l’altro, nella „lotta alle bande partigiane” così come il partigiano italiano Renato Lori di Parma aveva combattuto contro le forze di occupazione della Germania nazionalsocialista. La storia di entrambi si incrocia nell’ ambito di un progetto scolastico Tedesco-Italiano che ha visto la Johann-Philipp-Reis-Schule di Friedberg e il Liceo Attilio Bertolucci di Parma lavorare insieme.
Questo progetto, chiamato„Today we make tomorrow through yesterday-Dalla strage di Marzabotto alla costruzione dell’ Unione Europea“, è stato possibile grazie alla
promozione del ministro della regione Assia, Lucia Puttrich, e al finanziamento dell’Unione Europea nell’ambito dei progetti ERASMUS+. Due punti di vista vengono analizzati: da una parte gli studenti devono conoscere questo tragico capitolo della loro storia comune, partendo dalla strage di Marzabotto, dove 770 civili, bambini, donne e anziani furono uccisi dale SS. Allo stesso tempo, gli studenti cercano di consolidare le vie di riconciliazione nella nuova Europa Unita. Studenti e insegnanti di entrambe le scuole hanno visitato luoghi importanti come Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e il campo di concentramento di Dachau – il bisnonno di una scolara Italiana fu intein prima persona della dimensione della tragedia. Molto importanti sono stati gli incontri diretti con parenti e testimoni di quegli eventi storici. Le visite alle Istituzioni Europee hanno aiutato a riflettere sull’avvenire dell’Europa.
Un risultato concreto del lavoro di questo progetto consiste nella redazione di un curriculum di storia per le scuole Tedesche e Italiane interessate a questa tematica. Alla fine del progetto, questo curriculum sarà pubblicato e presentato per rendere un contributo concreto alla riconciliazione fra i due popoli e per incoraggiare altre scuole ad occuparsi di questa problematica.
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Considerazioni didattiche sul’impiego del materiale nella lezione. Questa unità didattica è indirizzata a studenti del biennio delle scuole superiori. L’approccio è valido per le seguenti materie: storia, educazione religiosa, educazione civica e filosofia. Vengono affrontati cinque argomenti principali:
L’occupazione dell’Italia dal 1943 al 1945 La Resistenza L’Unione Europea La persecuzione degli ebrei a Parma Gli Internati Militari Italiani a Friedberg
L’unità è strutturata cronologicamente, tuttavia le singole parti possono essere introdotte separatamente. E’ possibile individuare diverse priorità, ma sarebbe più logico procedere in senso cronologico. Per ogni argomento sono mediamente necessarie due lezioni da 60 minuti, per lo svolgimento delle quali troverete anche suggerimenti didattici relative alla metodologia da applicare (pair work, group work). Le soluzioni proposte alla fine di ogni unità, faciliteranno il lavoro del docente. Suggeriamo di utilizzare questo modulo all’interno di un progetto focalizzato su argomenti storici, oppure nel corso di uno scambio di studenti di diversi paesi, come nel nostro caso. Tutti i materiali e le attività proposte sono stati elaborati e utilizzati dagli studenti Italiani e Tedeschi durante questo progetto Erasmus+.
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Occupazione dell’Italia, 1943 – 1945 Considerazioni didattiche La lezione può essere iniziata mostrando la foto di Otto Zeller. È consigliabile copiare il suo nome e la sua foto su un file da mostrare alla classe sulla LIM. Viene chiesto agli studenti di descrivere la foto e condividere i loro pensieri con un’attività di brainstorming. Ci si può aspettare una reazione di stupore nell’osservare che Otto Zeller è un ragazzo vestito da soldato. È più facile per gli studenti identificarsi con un ragazzino della loro stessa età e, nel vedere che è vestito in divisa militare, gli student dovrebbero avere una reazione di stupore. Parlare della Guerra attraverso gli occhi di Otto Zeller, rende l’argomento più accessibile agli studenti, che possono capire meglio, tramite il processo di identificazione, la vera dimensione dell’evento bellico, enfatizzando il fatto che dietro a questi eventi storici esistono delle persone come loro. La prima scheda di lavoro (SdL 1) può essere utilizzata per un lavoro individuale sull’argomento. Per elaborare le risposte, è consigliabile utilizzare la griglia che gli studenti possono compilare riga per riga. Per completare la griglia, gli studenti devono lavorare su ulteriori schede di lavoro (SdL2, SdL3). Questa attività andrebbe svolta in coppia, dopo aver compilato la SdL1.
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Il soldato Tedesco Otto Zeller Il soldato tedesco Otto Zeller era nato il 14.01.1924 e fu ucciso il 30.09.1944 in Italia. La sua vita e la sua morte sono l’argomento di questa parte del curriculum.3
Otto Zeller con la sua famiglia, 1942
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Otto in divisa militare, due anni prima della sua morte
Foto di proprietà della famiglia. Ringraziamo la famiglia di Otto Zeller per l’autorizzazione a riprodurre le foto.
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SdL (scheda di lavoro)1: Germania e Italia nella Seconda Guerra Mondiale - Gli alleati divengono nemici Nella prima fase della Seconda Guerra Mondiale, Germania e Italia erano forze alleate. Nel novembre del 1936 i due Paesi, con Adolf Hitler e Benito Mussolini, strinsero un’alleanza e crearono l’Asse Roma-Berlino; nel maggio 1939 Mussolini stipulò il “Patto d’Acciaio“ con la Germania nazista.4 Il 10 giugno 1940 l’Italia scese in campo nella Seconda Guerra Mondiale come alleata della Germania. Questa alleanza si ruppe dopo lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia il 10 luglio 1943. In seguito ai disordini nella politica interna italiana, Benito Mussolini fu deposto il 25 luglio 1943. Il suo sostituto, il maresciallo Pietro Badoglio, firmò con gli Alleati un armistizio che entrò in vigore l’8 settembre 1943. L’Italia non era più alleata con la Germania e il 13 ottobre 1943 il governo Badoglio dichiarò guerra all’ex alleato. La Germania, già preparata alla resa italiana dell’ 8 settembre 1943, occupò l’Italia. L’Italia si divise in una parte settentrionale e centrale sotto il controllo tedesco e in una parte meridionale sotto il controllo degli Alleati. La Germania national-socialista ripristinò un governo fascista, la “Repubblica Sociale Italiana” (RSI) o “Repubblica di Salò”. Dopo la caduta di Mussolini, nell’estate 1943, circa 450.000 soldati italiani, che prima erano alleati, furono portati in Germania come lavoratori forzati. Per ordine di Hitler, i prigionieri di guerra italiani non dovevano esser più indicati come tali, bensì con il termine di “Internati militari italiani” (IMI). Come “Internati militari italiani” non erano sottoposti al regime previsto per i prigionieri di guerra dagli accordi di Ginevra del 1929. Più tardi ottennero lo stato di lavoratori civili. I tedeschi li chiamavano ‘Badoglio’ in segno dispregiativo. Le truppe tedesche combatterono contro quelle alleate nel settembre e ottobre del 1943 e all’inizio fermarono la loro avanzata. La battaglia nei pressi di Monte Cassino fu una delle più sanguinose della Seconda Guerra Mondiale e cominciò il 17 gennaio nei pressi di Garigliano e Rapido. 5 Il 18 maggio le truppe alleate vinsero a Monte Cassino. Le truppe tedesche dovettero ritirarsi e si difesero fino alla primavera 1945 nell’Apennino settentrionale e in Emilia Romagna. Vari gruppi della popolazione italiana cominciarono ad opporre resistenza verso l’occupazione tedesca in diverse forme, anche in lotta armata. Il Reich tedesco denominò i partigiani come “banditi” e la Guerra antipartigiana “lotta alle bande”.6 In molti massacri della Wehrmacht e delle Waffen-SS molti Italiani furono uccisi, fra cui circa 10. 000 civili. I più sanguinosi massacri furono commessi a Marzabotto e a Sant’Anna di Stazzema.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale#Italia; 16.3.2016 https://de.wikipedia.org/wiki/Schlacht um_Monte_Cassino; 23.2.2016 6 Libretto di servizio di Otto Zeller, 32: Scheda di lavoro 2 5
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Oltre alla guerra condotta dalla Wehrmacht e dalle Waffen-SS contro gli alleati e la guerra antipartigiana, anche gli Italiani fascisti fecero guerra alla resistenza italiana, cioé ebbe luogo anche una sorta di guerra civile. Dopo l’occupazione dell’Italia centrale e meridionale dell‘ 8 settembre 1943 cominiciò anche la caccia agli ebrei, come negli altri stati invasi dai nazionalsocialisti. I primi provvedimenti antisemiti si ebbero agli inizi del mese di settembre 1938, ma non si trattò di una vera persecuzione. Fu solo con l’occupazione militare tedesca e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI) che cominicò il rastrellamento sistematico e la deportazione degli ebrei nei campi di stermino, sopratutto ad Auschwitz. Il campo di transito più importante fu a Fossoli (Carpi). Nell’ aprile 1945 la guerra entrò nell’ultima fase. Le truppe alleate diedero inizio all’offensiva nell’Italia Settentrionale; il 25 aprile 1945 i partigiani italiani liberarono Milano e Torino; Mussolini venne fuciliato il 28 aprile e il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) prese il potere nelle regioni liberate. La notte dell‘8 maggio 1945 il documento di resa incondizionata della Germania fu firmato a Berlino. La Seconda Guerra Mondiale era terminata.7 O. Lomb Consegna No.1: 1) Fate un elenco di tutte le fasi più importanti nel corso della Guerra tra Italia e Germania. 2) Completate la scheda sulla missione di Guerra di Otto Zeller (Scheda di lavoro 2). 3) In che momenti della Guerra tra Italia e Germania fu coinvolto il soldato tedesco Otto Zeller (scheda di lavoro 1)? 4) Inserite I dati nella tabella relativa al soldato Otto Zeller (scheda di lavoro 3). Le fasi nel corso della guerra: (SdL 1)
7
Attivitate di Otto Zeller (SdL 2 e 3)
Il registro delle azioni di Otto Zeller (SdL 2)
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O. Lomb; traduzione: R. Roscelli
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SdL 2: Il registro delle azioni, battaglie e scontri militari di Otto Zeller
2 marzo 43 – 3 agosto 43:
Formazione della divisione e controllo della Danimarca
4 agosto 43 – 8 settembre 43:
Occupazione dell’Italia
9 settembre 43 – 12 gennaio 44:
Controllo Italia Settentrionale e lotta ai partigiani nella missione nella zona costiera Adriatica.
13 gennaio 44 – 25 gennaio 44:
Battaglia difensiva nella regione di Garigliano e Rapido
28 gennaio 44 – 18 febraio 44:
Prima battaglia difensiva vicino a Cassino
15 marzo 44 – 24 marzo 44:
Seconda battaglia difensiva vicino a Cassino
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SdL 3: Lettera che annuncia la morte di Otto Zeller 10 novembre 1944 Gentile Signore Zeller, Oggi ho il gravoso dovere di informarla dell'eroica morte di suo figlio, Otto Zeller. Dopo aver resistito anche alle missioni più difficilì, egli morì il 30 settembre in un bombardamento a bassa quota, durante il trasporto in una nuova zona. Nonostante la sua giovane età, è stato un soldato affidabile ed obbediente e la sua morte rappresenta una grave perdita. Non solo ha svolto costantemente i suoi doveri, ma fu orgoglioso di difendere la propria posizione e per questo fu il favorito dai suoi superiori e benvoluto dai suoi commilitoni. Grazie alla sua calma e al suo carattere onesto fu certo di svolgere i suoi compiti senza esitazione. Con Castelforte stabilì la sua reputazione e dimostrò di essere capace di tenere alto il suo nome. Insieme all'intera compagnia io piango dolorosamente la perdita di suo figlio e confermo la grande stima che Otto avrà sempre tra noi. Il suo sacrificio sarà un nostro incentivo. Porgo personalmente le mie più sincere condoglianze a lei e a sua moglie. Cordialmente, Luogotenente S.
Consegna No.2: 1)
Scrivete le vostre prime impressioni sulla lettera che conferma la morte del soldato Otto Zeller.
2)
Mettetevi nei panni della famiglia di Otto (padre, madre e sorelle) e pensate all’impatto che può aver avuto su di loro.
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Consegna e possibile risposta Consegna No.1: 1) 2) 3) 4)
Fate un elenco di tutte le fasi più importanti nel corso della Guerra tra Italia e Germania. Completate la scheda sulla missione di Guerra di Otto Zeller (Scheda di lavoro 2). In che momenti della Guerra tra Italia e Germania fu coinvolto il soldato tedesco Otto Zeller (scheda di lavoro 1)? Inserite I dati nella tabella relativa al soldato Otto Zeller (scheda di lavoro 3).
Consegna No.2: 1) 2)
Scrivete le vostre prime impressioni sulla lettera che conferma la morte del soldato Otto Zeller. Mettetevi nei panni della famiglia di Otto (padre, madre e sorelle) e pensate all’impatto che può aver avuto su di loro.
Possibili risposte per le consegne Le fasi nel corso della guerra: (SdL 1) Germania e Italia: Alleati fino a 8.9.1943 - Occupazione dell’Italia dopo l’armistizio: 8.9.1943; - Cattura dei soldati italiani („Internati militari italiani“ ;Imi) - „Repubblica Sociale Italiana“ Resistenza; „Lotta alle bande“
Guerra contro gli alleati Battaglia vicino a Garigliano, Rapido e Monte Cassino : 17.1.18.4.1944
Rastrellamento sistematico degli ebrei Fine della guerra
Attivitate di Otto Zeller (SdL 2 e 3) Formazione della divisione e controllo della Danimarca Occupazione dell‘Italia
Il registro delle azioni di Otto Zeller (SdL 2) 11.2.43 - 17.6.43 4.8.43 –8.9.43
Controllo Italia Settentrionale 9.9.43 – 12.1.44 e lotta alle bande nella missione nell’ area costiera adriatica Battaglia difensiva nella 13.1.44 –25.1.44 regione di Garigliano e Rapido Prima battaglia difensiva vicino a Cassino Seconda battaglia difensiva vicino a Cassino La morte del soldato Otto Zeller -
28.1.44-18.2.44
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15.3.44– 24.3.44 30.9.1944 -
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La resistenza in Italia Considerazioni didattiche Inizialmente gli studenti affrontano uno studio generale della Resistenza in Italia, leggendo un testo dello storico Lutz Klinkhammer. Possono rispondere alle domande in modo individuale, ma occorre verificare le risposte in classe, anche in un momento successivo, per chiarire possibili dubbi. Come abbiamo indicato nella precedente unità, anche le informazioni relative al partigiano Renato Lori possono essere più efficacemente mostrate sulla LIM. Un confronto immediato con la foto del giovane Otto Zeller viene spontaneo. A piccoli gruppi di 3 o 4 studenti, viene assegnata la lettura del testo e le domande di comprensione della SdL2, “La morte di Marco”. Le risposte vengono condivise e discusse in classe per verificare se ci sono ulteriori domande. In questo modo il contenuto del testo viene interiorizzato più facilmente dagli studenti e l’insegnante può fare riferimento alle domande precedenti. I due testi seguenti sono di tipo informativo e fanno riferimento a due schede di lavoro (SdL4 e SdL5). La consegna prevede un lavoro di coppia: ogni partner riceve un testo differentee in un momento successive vengono scambiate le informazioni allínterno della coppia di studenti.
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SdL 1: La resistenza in Italia – Visione generale Lutz Klinkhammer: “Dopo la resa dell'8 settembre 1943 la Germania nazionalsocialista occupò militarmente I'Italia, ripristinando un governo fascista che avrebbe dovuto amministrare I'Italia settentrionale e l'Italia centrale sotto il controllo politico, militare e di polizia dell'apparato dell'occupante tedesco. Come in altri stati invasi dai nazionalsocialisti, anche alcuni gruppi della popolazione italiana risolsero di opporsi alla forza d'occupazione - tramite l'azione politica e propagandistica, rifiutando la collaborazione e ricorrendo al sabotaggio o finanche alla lotta armata nella clandestinità. *…+ Forme di lotta della Resistenza e i meccanismi repressivi adottati dalla forza d'occupazione, distinguendo tra i due diversi ambiti della Resistenza: da un canto la guerra partigiana nelle regioni collinari e montuose più impervie, dove formazioni militari tedesche (e fasciste) si scontrarono con gruppi partigiani piuttosto eterogenei, e d'altro canto la guerriglia clandestina, soprattutto nelle grandi città, che vide Gestapo e polizia fascista scontrarsi con la guerriglia urbana antifascista. Come recentemente attestato da Carlo Gentile, la guerra partigiana italiana fu una delle più sanguinose dell'Europa occidentale: circa 10.000 civili disarmati rimasero vittima del massacri delta Wehrmacht o delle Waffen-SS. Ma furono soprattutto gli «interventi punitivi» nelle grandi città - quali il massacro delle Fosse Ardeatine alla periferia di Roma - ad imprimersi profondamente nella memoria collettiva della popolazione italiana, quali simboli centrali del terrore dell'occupazione nazionalsocialista.”8
Consegna: 1) 2) 3)
Descrivete le conseguenze della resa dell’8 settembre 1943. Descrivete chi combattè contro chi e dove ebbero luogo i combattimenti. Menzionate il numero di civili uccisi.
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Lutz Klinkhammer, Widerstand und Partisanenkrieg in Italien, 1943-1945, in: Bernd Heidenreich, Marzia Gigli, Sönke Neitzel (Hg.), Besatzung, Widerstand und Erinnerung in Italien, 1943-1945, Wiesbaden 2010, 49 – 61, hier 61. Ringraziamo espressamente Hessische Landeszentrale für politische Bildung, Wiesbaden, per il permesso di utilizzo del testo di Lutz Klinkhammer.
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SdL 2: Il partigiano Renato Lori e la sua lotta di resistenza9
Renato Lori fu il partigiano „Crik“. Nato a Felino (Parma) nel 1924, viene arrulato nell’ 8° Reggimento Alpini. Nel giugno 1944 aderisce alla Resistenza ed entra nella 47a Brigata d’assalto “Garibaldi”. Nel libro racconta la storia della sua vita come partigiano tra il luglio 1943 e l’aprile 1945.10
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In seguito faremo riferimento al suo libro: “Renato Lori, C’era un ragazzo … un partigiano”. 1943 – 1945, Parma (Edizione Diabasis), 2005. Ringraziamo espressamente l’Edizione Diabasis per l’autorizzazione ad utilizzare quadri, foto e testi. Ringraziamo anche Franco Lori per l’autorizzazione ad riprodurre quadri e foto di proprietà privata di Franco Lori. 10 Cfr. Renato Lori, C’era un ragazzo, pag 147
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SdL 3: La morte di Marco Renato Lori descrive la morte di Marco Pontirol Battisti (17 anni) durante l’assalto alla scuola di San Michele di Tiorre dove si era insediata una compagnia di militi dell’esercito della RSI.11 Dopo la resa italiana dell’8 settembre 1943 la Germania occupò l’Italia e Mussolini poté ricostituire un governo fascista, la RSI, “Repubblica Sociale Italiana” (inclusivamente un esercito), sotto il controllo dell'esercito occupante tedesco.12 All’inizio Renato Lori descrive la sparatoria fra I Tedeschi e I partigiani: “All'eco dei primi spari mamma Olga si rizzò di scatto sul letto, restò qualche attimo immobile, poi corse alla finestra, socchiuse le persiane ed ebbe la conferma dell'immediata intuizione: si sparava alle scuole e Marco non era ancora rientrato! *…+ Donna intelligente, sensibile, di buona cultura, vedeva nell'impegno del figlio il frutto di una educazione familiare decisamente avversa al fascismo e al nazismo ed ispirata a pricìpi di libertà e di giustizia. Al liceo, l'orientamento antifascista e libertario di un gruppo di docenti e l'esempio di tanti compagni di istituto avevano radicato ancora più profondamente quei sentimenti nell'animo del giovane studente. Intanto la sparatoria cresceva di intensità. Per un momento volle illudersi che non fosse vero. Si accostò alla cameretta, socchiuse la porta, diede un’occhiata al letto ancora intatto, girò lo sguardo e vide un biglietto posato sul ripiano del cassettone *…+ e lesse: «Cara mamma, parto con i miei compagni, non piangere e sii una madre forte, pensa che tuo figlio combatte per l'Italia e che questa è l'educazione che gli hai impartita e ne sarai orgogliosa. Non bastano le parole, ci vuole l'esempio per trascinare alla riscossa. Dì al babbo che non s'inquieti e che suo figlio si sforza di essere degno di lui, alpino, mutilato dai tedeschi. Non ho altro da dirti, stai tranquilla, sarò prudente, ti bacia e ti abbraccia insieme al babbo e alla Paola e alla Franca il tuo Marco. W l'Italia. W gli alpini». Si sedette un attimo, tremava tutta pervasa da angoscia e da fierezza allo stesso tempo. Risalì le scale e si affacciò di nuovo alla finestra: Marco era certamente là, in quell'inferno! La battaglia pareva non avere mai fine. *…+ Sul far del giorno gli spari cominciarono a diradarsi, fino a cessare del tutto. La battaglia si era conciusa e da qualche passante frettoloso che per cautela si allontanava dal paese seppe che i partigiani non ce l'avevano fatta a piegare il presidio fascista.”
11 12
Cfr. Renato Lori, C’era un ragazzo, p. 51 Cfr. Curriculum “L’occupazione dell’Italia”
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Renato Lori ora descrive l’addio della madre a suo figlio: “Per mamma Olga seguirono minuti, ore interminabili di straziante attesa, di angoscia crescente per il suo ragazzo che non tornava. E quando vennero a dirle di Marco, tentando una penosa bugia per attutire la drammatica realtà, ebbe immediata la sensazione della tragedia che si era consumata. Sentì come una fitta tremenda che le trapassava le membra, la mente annebbiarsi, le forze venirle meno. Ma fu solo un momento. Reagì, si buttò uno scialle nero sulle spalle e con passo via via pui deciso si avviò verso la piazza. Alla vista del corpo senza vita del figlio, buttato supino ai piedi cli un giovane tiglio sul sagrato della chiesa, mamma Olga ebbe un sussulto, soffocò un urlo disperato che le saliva dal petto, si strinse il volto tra le mani, fece gli ultimi passi barcollando e poi si buttò sul corpo inerte stringendolo e coprendolo di baci. Poi piano piano si sollevò sulle ginocchia, rimase a lungo immobile, gli occhi fissi al volto del suo ragazzo ancora intriso di sangue, in parte sfigurato dalle offese inflitte quando già era morto. *…+ Poi sedette a fianco del suo Marco e cosi rimase a vegliarlo tutto il giorno *…+. Il piccolo tiglio, col suo palmo d'ombra, non riparava dal sole cocente iI corpo esanime che così doveva restare per tutto II giorno, a monito dei "banditi" e del paese troppo amico dei "fuorilegge". Né era consentito alle donne (ché gli uomini erano stati presi come ostaggi od erano riusciti a disperdersi nei campi) di avvicinarsi per portare un fiore o una parola di conforto. Al calar della sera vennero con una bara e lei stessa volle ricomporre iI corpo come ultimo atto d'amore, sfilò il fazzoletto rosso dal collo tutto intriso di sangue e se lo strinse al petto. Il prete venne per benedire la salma, i militi con cattiveria tentarono di impedirlo, ma don Natale fu fermissimo: «I morti per me son tutti degni di rispetto», ed impartì la sua benedizione. Con iI volto impietrito dal dolore, una mano sulla bara, caricata su di un carretto, in un silenzio irreale rotto soltanto dal rumore delle ruote sull'acciottolato, la madre accompagnò il suo ragazzo fino al cimitero.”13
Consegna 1) 2) 3)
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Descrivete perché Marco aderisce alla resistenza. Descrivete in quale maniera i militi della RSI trattarono il cadavere di Marco. Descrivete il comportamento e l’emozione della madre di Marco.
Renato Lori, C’era un ragazzo …. Un partigiano. 1943 – 1945, Parma 2005, 58 – 60
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SdL 4: Quadri di Renato Lori Renato Lori ha espresso la sua memoria e i suoi sentimenti attraverso i suoi quadri.14 Due quadri mostrano gli eventi di San Michele in Tiorre. Durante l’assalto alla scuola di San Michele di Tiorre dove si era insediata una compagnia di militi dell’ esercito della RSI, Marco fu ucciso.
Quadro 1: Renato Lori, Notte di San Giovanni a San Michele Tiorre (1994)
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Renato Lori, C’era un ragazzo, 82 – 88. Ringraziamo espressamente l’Edizione Diabasis per l’autorizzazione ad utilizzare quadri, foto e testi. Ringraziamo anche Franco Lori per l’autorizzazione ad riprodurre quadri e foto. Cfr. nota 2 15 Renato Lori, C’era un ragazzo, p. 82 e di proprietà privata di Franco Lori
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Quadro 2:
La morte di Marco 16
Consegna: 1)
Discrivete I due quadri.
2)
Mettetevi nei panni della madre di Marco e pensate all’impatto che può aver avuto su di lei.
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Di proprietà di Franco Lori
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SdL 5: La strage di Marzabotto / Monte Sole: 29 e 30 settembre 1944 17 Il massacro ebbe luogo nei pressi di Monte Sole il 29 e 30 settembre, vicino a Marzabotto. In quest’area operava la brigata partigiana “Stella Rossa” con il suo comandante Mario Musolesi, detto “Lupo”. Lo storico Carlo Gentile sintetizza: “Le distruzioni piú estese e i piú gravi eccidi di civili si verificarono sul finire di setttembre sui monti tra Grizzana e Marzabotto. L'epicentro della nuova ondata di violenza nel territorio controllato dalla divisione «Reichsführer-SS » fu l'altopiano roccioso intorno al Monte Sole che si eleva alle spalle di Marzabotto, tra la valle del fiume Set e quella del fiume Reno. Nel 1944 il territorio dell'altopiano era costellato di insediamenti nei quali i civili e i partigiani convivevano a poca distanza gli uni dagli altri, talvolta a stretto contatto. Nell'autunno del 1944 il territorio fu teatro del massacro di 770 civili disarmati, quasi esclusivamente anziani, donne e bambini. È il piú alto numero di vittiime mai registrato in Italia e nell'Europa occidentale per operazioni di questo genere. L’entità della strage e il processo a carico di Walter Reder hanno fatto del nome stesso di Marzabotto un simbolo della guerra di annientamento nazional-socialista, in Italia e nel mondo.” 18 Carlo Gentile descrive il massacre: “La 3a compagnia risalí partendo da Gardelletta. (…) Mentre i partigiani e gli uomini avevano cercato nascondiglio nei boschi e in zone piú elevate della montagna, il resto dei civili, in tutto un centinaio di persone, soprattutta donne e bambini, aveva trovato rifugio nella chiesa di Casaglia. La prima squadra della 3a compagnia, composta da circa dieci soldati, giunse sul posto intorno alle 9 e circondò la chiesa. Le SS trascinarono fuori i civili e uccisero all'interno della chiesa chi aveva tentato di nascondersi. A quel punto avviarono i prigionieri lungo la strada che portava a Dizzola, piú a valle, ma a neppure cento metri dalla chiesa furono fatti fermare per ordine di un ufficiale *…+ e rinchiusi nel vicino cimitero. Nel frattempo i soldati avevano ricondotto nella chiesa il giovane prete, il ventiseienne don Ubaldo Marchioni, e qui lo avevano interrogato per sapere dove si trovassero gli uomini e i partigiani. Rivelatosi incapace di fornire informazioni utili, venne ucciso. Gli anziani, le donne e i bambini furono massacrati nel cimitero, dove morirono circa 8o persone, tra cui 38 bambini. La strage nel cimitero di Casaglia fu perpetrata da non pui di nove SS, che con una mitragliatrice aprirono il fuoco sulle donne e i bambini e gettarono tra loro bombe a mano. *…+
17
Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia. 1943-1945, Torino (Giulio Einaudi editore) 2015. Ringraziamo espressamente l’Edizione Gulio Einaudi, Torino, per l’autorizzazione ad utilizzare testi. 18 Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi , 262
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Dopo il massacro dei civili nel cimitero un gruppo di soldati proseguí per Caprara, un borgo poco distante, e giunse a destinazione intorno a mezzogiorno. Caprara, dotata di un negozio e di un'osteria, era il centro pui importante del circondario. Anche qui il massacro obbedí alla consueta routine. Gli abitanti trovati sul posto (si trattava di circa 35-50 persone, quasi la metà delle quali erano bambini), furono rinchiusi in un locale e uccisi con colpi di arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata e bombe a mano.”19
Consegna: 1)
Quando e dove ebbe luogo la strage?
2)
Cosa sappiamo dei massacratori e delle vittime?
3)
Descrivi quello che provi nel leggere di questo massacro.
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Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi, 267 f
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SdL 6: La strage di Sant’Anna di Stazzema, 12 agosto 1944 Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paese delle colline versiliesi, fu il primo centro abitato annientato dalle truppe della divisione SS in Italia.20 La strage avvenne il 12 agosto e fu attentamente pianificata. Ebbe inizio alle 5 di mattina e fu eseguita dal battaglione Galler, il II battaglione del 35o SS-Panzergrenadier-Regimentes. In riferimento al numero delle vittime Carlo Gentile riporta: “Non è piú possibile stabilire con esattezza il numero totale delle vittime. Da un lato, non sappiamo quante persone si trovassero a Sant'Anna il 12 agosto; dall'altro la cremazione dei cadaveri e le condizioni precarie nelle quali fu data sepoltura ai resti delle vittime hanno reso impossibile identificare oltre ogni dubbio i caduti. Le stime oscillano tra 400 e 560 morti. Le ragioni di questo scarto sono analizzate da Paoletti, che in base ai propri calcoli parla di 389 vittime". Si tratta probabilmente dell'approssimazione piú verosimile.”21 “Il massacro con il maggior numero di vittime ebbe luogo sulla piazzetta antistante la chiesa, dove un gruppo di soldati giunse già nelle prime ore del mattino. I tedeschi iniziarono a trascinare fuori dalle case gli abitanti degli edifici che sorgono intorno alla piazza e dei borghi di Pero, Vinci e dei Merli, oltre ai molti profughi che avevano trovato una sistemazione provvisoria nella canonica e nella scuola del villaggio, e li radunarono di fronte alla chiesa. Piú tardi, nel corso di interrogatori, la situazione sulla piazza sarebbe stata descritta con dovizia di particolari soprattutto da uomini della 7a e 8a compagnia. Il principale testimone tedesco è Adolf B. dell’8a compagnia, che raccontò alla polizia di essere stato tra i primi soldati a raggiungere la piazza. Qui il comandante del plotone gli aveva dato l'ordine di perquisire «le due case di fronte o accanto alla chiesa» con l'aiuto di un commilitone. Si trattava della canonica e dell'unico negozio del villaggio. I due soldati avevano «l'ordine di cercare il prete», ma in un primo tempo non riuscirono a trovarlo. Adolf B. riferisce di aver visto i soldati di un' altra compagnia iniziare a spintonare i civili verso la piazza con i fucilni spianati. «Erano solo donne, bambini e anziani». Si trattava, riferisce, di circa 200 persone *…+ A un certo punto *…+ fu ritrovato iI parroco, e di lí a poco comparvero sulla piazza anche un apparecchio radiotrasmittene e un ufficiale accompagnato dal suo radioperatore. *…+ l'ufficiale domandò a piú riprese al prete dove si nascondevano gli uomini, la cui fuga era interpretata come una prova di colpevolezza. *…+ un altro membro dell' 8a compagnia, Ignaz L., sostenne di essere stato uno dei soldati che avevano fatto uscire i civili dalle loro abitazioni con la carabina spianata e li avevano scortati verso la piazza della chiesa. *…+ A quel punto Ignaz L. sostiene di aver ricevuto l'ordine di andare a prendere delle munizioni per la mitragliatrice e di consegnarle al suo comandante di squadra. È probabile che si sia trattato delle munizioni utilizzate per la strage sulla piazza.
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Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia. 1943-1945, Torino (Gulio Einaudi editore) 2015, 239-252 Ringraziamo espressamente l’Edizione Gulio Einaudi, Torino, per l’autorizzazione ad utilizzare testi. 21 Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi, 251
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Adolf B. sostiene inoltre di aver osservato che già durante il colloquio tra il prete e l'ufficiale SS «a destra e a sinistra della piazza [...] Erano montate due mitragliatrici collocate a una decina di metri dalle persone ». Proprio allora il radioperatore aveva ricevuto un messaggio e prontamente informato l'ufficiale. Il prete venne nuovamente mandato a chiamare e invitato a rivelare il nascondiglio degli uomini. Il soldato sostiene di aver osservato che alcuni minuti piú tardi i civili si inginocchiavano e iniziavano a pregare. «A quel punto giunse l'ordine "fuoco a volontà!" e quelle persone vennero fucilate con raffiche di mitragliatrice. Era uno spettacolo atroce. Morivano senza un gemito, nessuno urlava o cose simili». Morirono in quella strage tra i 120 e i 140 abitanti. II massacro richiese pochi minuti, al termine dei quali il mucchio di cadaveri fu cosparso di combustibile e dato alle fiamme. Per alimentare la pira i soldati accatastarono sopra i morti i mobili prelevati dalle abitazioni, i banchi della chiesa e bracciate di paglia.” 22
Consegna: 1)
Quando e dove ebbe luogo la strage?
2)
Cosa sappiamo dei massacratori e delle vittime?
3)
Descrivi quello che provi nel leggere di questo massacro.
22
Carlo Gentile, I crimini di Guerra tedeschi, 247f. I nomi delle SS sono scritti per esteso solo nella versione italiana del libro di Carlo Gentile. Abbiamo scelto di utilizzare solo l’iniziale del cognome come riportato nella versione originale tedesca
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Consegna e possibile risposta SdL 1: La resistenza in Italia 1) 2) 3)
Descrivete le conseguenze della resa dell’8 settembre 1943. Descrivete qui combattè contro chi e dove ebbero luogo I combattimenti. Menzionate il numero di civili uccisi.
Ad 1: la Germania nazionalsocialista occupò militarmente I'Italia, ripristinando un governo fascista I'Italia settentrionale e l'Italia centrale sotto il controllo politico, militare e di polizia dell'apparato dell'esercito Tedesco occupante. Ad 2) Qui: gruppi della popolazione italiana decisero di opporsi alla forza d'occupazione Dove: nelle regioni collinari e montuose e nelle grandi città Contro qui: Germania e formazioni militari tedesche e fasciste; Gestapo e polizia fascista Ad 3) Numero di civili uccisi: circa 10.000
SdL 2: La morte di Marco 1) 2) 3)
Descrivete perché Marco aderisce alla resistenza. Descrivete in quale maniera I militi della RSI tratterono il cadavere di Marco. Descrivete il comportamento e il emozione della madre di Marco.
Ad 1): per combattere per l’Italia; contro il faschismo e nazismo; ispirato a principi di libertà e di giustizia vuole emulare suo padre Ad 2): I militi di RSI lasciono il cadavere come un esempio di intimidazione e impediscono l’avvicinamento al cadavere Ad 3): la madre si avvicina al cadavere nonostante il divieto e lo accompagna fino al cimitero I sentimenti della madre: il volto impietrito
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SdL 4: La strage di marzabotto 1) 2) 3)
Quando e dove ebbe luogo la strage? Cosa sappiamo dei massacratori e delle vittime? Descrivete quello che provi nel leggere di questo massacre.
Ad 1): 29 e 30 settembre 1944 sui monti tra Grizzana e Marzabotto, intorno al Monte Sol che si eleva alle spalle di Marzabotto. Ad 2): massacratori: divisione «Reichsführer-SS »,3a compagnia; Walter Reder vittime: 770 civili disarmati; esclusivamente anziani, donne e bambini.
SdL 6: Sant’Anna di Stazzema 1) 2) 3)
Quando e dove ebbe luogo la strage? Cosa sappiamo dei massacratori e delle vittime? Descrivete quello che provi nel leggere di questo massacre.
Ad 1) Sant’Anna di Stazzema, un paesetto della montagna versiliese; 12 agosto 1944 Ad 2) Massacratori: battaglione Galler, il II battaglione del 35o SS-PanzergrenadierRegimentes Vittime: tra 400 e 560 morti o 389 vittime
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L’Unione Europea
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Considerazioni didattiche Workshop: L’Unione Europea (UE) Mentre la prima e la seconda parte del curriculum si occupa della storia della seconda Guerra Mondiale da una prospettiva Italo-tedesca, dirigiamo adesso lo sguardo verso la situazione presente e futura dell’Europa. Nel workshop sull’Unione Europea gli studenti analizzano le istituzioni Europee, prendendo in esame diversi aspetti, utilizzando diversi siti web. Per facilitare questa ricerca, vengono fornite alcune domande guida ed un elenco di siti web da visitare. I risultati della ricerca si condividono in classe con il supporto di un poster. I punti fondamentali da analizzare sono: nascita e sviluppo della UE struttura (organi di UE), compiti e obiettivi dell’Unione Europea Stati membri Simboli (nome, bandiera, inno). Per il nostro gruppo Erasmus, si è trattato di fare un workshop con gruppi misti, Italiani e Tedeschi. In questo modo non solo sono condivise le conoscenze dei fatti nella lingua2 di comunicazione (Inglese), ma è stata anche favorita la conoscenza reciproca degli studenti.
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L’elaborazione del contenuto In seguito sono elencate le domande guide dei gruppi 1 -4 e i link: 1)
La nascita dell‘UE
-
Da quando esiste la UE e chi viene considerato il padre fondatore? Quali organizzazioni esistevano prima dell’Unione Europea? Perché il trattato di Maastricht è importante?
2)
Compiti della UE
-
Quali sono i compiti della UE? Che importanza riveste il commercio nell’Unione? Che vantaggi derivano da essa? Che ruolo ha la UE nel mondo? Quali obiettivi si propone?
3)
Istituzioni dell’UE
-
Quali sono le istituzioni Europee e quali sono i loro compiti? Come vengono emanate le leggi nella UE? Quanti commissari esistono e per quanto tempo esercitano la loro carica?
4)
Paesi membri e altri dati
-
Quale significatio hanno i colori e I simboli della bandiera? In che modo l’UE supporta i suoi paesi membri? Come si può diventare paese membro dell’Unione?
Link siti web / materiali on-line http://www.bpb.de/internationales/europa/europaeische-union/ <01.03.2016> (storia, paesi membri, etc.) http://europa.eu/about-eu/index_de.htm <01.03.2016> (simboli, istituzioni, etc.) http://bookshop.europa.eu/en/europe-in-12-lessons-2010-edition-pbNA3110652/ <01.03.2016> „Europe in 12 lessons“. Hrsg. von Pascal Fontaine. Luxembourg: Publications Office of the European Union, 2010. La brochure „Panorama of the European Union.“ European Commission. Directorate-General for Communication Publications. Brüssel: 2009 fornisce molte informazioni sul tema.
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Consegna e possibile risposta Ad 1) La nascita dell‘UE Da quando esiste la UE e chi viene considerato il padre fondatore? -
9 maggio 1950: Robert Schuman, il ministro degli esteri francese esprime la volontà di un'Europa Unita
-
1992: nascita dell’UE; Trattato di Maastricht
Quali organizzazioni esistevano prima dell’Unione Europea? -
1951: Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA)
-
1957: I Trattati di Roma istituiscono la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell'energia atomica (anche nota come Euratom)
Perché il trattato di Maastricht è importante? -
Da quel momento, l’unione economica diventò unione politica
Ad 2) Compiti della UE Quali sono i compiti della UE? -
Impegno per mantenimento della pace, della democrazia e dei diritti umani all’interno dell’UE e in tutto il mondo.
Che importanza riveste il commercio nell’Unione? Che vantaggi derivano da essa? -
Il beneresse dell’UE dipende dal commercio; viene fornito supporto del commercio anche con i paesi in via di sviluppo
-
Particolarità: nessuna dogana all’interno dell’UE
Che ruolo ha la UE nel mondo? Quali obiettivi si propone? -
Impegno per la pace, la democrazia e I diritti umani all’interno dell’UE e in tutto il mondo
-
Come UE riveste grande influenza politica nelle questioni globali.
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Ad 3) Istituzioni dell’UE Quali sono le istituzioni Europee e quali sono i loro compiti? -
Parlamento europeo: legislatore; eletto dai cittadini dell’Europa
-
Il Consiglio europeo : un rappresentante per ogni stato; direttive e impulsi; ricerca di compromessi
-
Consiglio dell’Unione europea (anche Consiglio dei ministri europei (insieme col Parlamento europeo - il potere legislativo)
-
Commissione europea: il governo (esecutivo)
-
La Corte di giustizia dell'Unione europea: potere giudiziario
-
La Corte dei conti europea: verifica il finanziamento delle attività dell'UE
-
La Banca centrale europea: responsabile per la politica monetaria europea
Come vengono emanate le leggi nella UE? -
Dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea
Quanti commissari esistono e per quanto tempo esercitano la loro carica? -
28 commissari (uno per stato membro); la durata del mandato dei membri è di 5 anni
Ad 4) Paesi membri e altri dati Quale significato hanno i colori e I simboli della bandiera? -
Azurro: il cielo
-
Stelle: I paesi
-
12 stelle: numero della perfezione e dell’armonia
In che modo l’UE supporta i suoi paesi membri? -
Solidarietà, per esempio i paesi ricchi dovrebbero sostenere i paesi poveri
Come si può diventare paese membro dell’Unione? -
Requisiti di base: la democrazia; il rispetto di diritti umani; la tutela delle minoranze; la libertà di stampa;
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La persecuzione degli ebrei a Parma Considerazioni didattiche Anche in questa parte del curriculum, ci sono riferimenti a storie personali, in questo caso ad alcuni bambini ebrei di Parma. All’inizio della lezione vengono mostrate agli studenti le foto dei piccoli Liliana e Luciano Fano, di Donato e Cesare Della Pergola. Gli studenti lavorano singolarmente sulla SdL1 per poi controllare con un compagno le proprie risposte. Vengono poi condivise con tutta la classe le risposte di ogni coppia di studenti, in modo da verificare la corretta conoscenza del fenomeno della persecuzione degli ebrei nel periodo di cui si tratta. L’unità richiede solo una lezione dd 60 minuti. Se questa unità didattica viene inserita all’interno di uno scambio, è importante indagare se nella zona dove vivono gli studenti ci sono stati episodi di persecuzione ebrea.
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Liliana e Luciano Fano, Donato e Cesare Della Della Pergola23 Questi quattro bambini ebrei di Parma furono uccisi nelle camere a gas ad Auschwitz. Racconteremo in seguito la loro storia.
Liliana e Luciano Fano, uccisi n elle camere a gas ad Auschwitz il 10.04.1944
Donato und Cesare Della Pergola, uccisi nelle camere a gas ad Auschwitz
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Foto: Stefania Campanini und Guido Psi, Übersetzung Nadja Bennewitz, Giorgio kam nicht mehr zum Unterricht. Die Verfolgung jüdischer Menschen in Parma: Von den „ Rassegesetzen“ 1938 bis zur Shoa, La resistenza, in: la resistenza. Beiträge zu Faschismus, deutscher Besatzung und dem Widerstand in Italien (3), Schriftenreihe des Vereins zur Förderung alternativer Medien e.V., Bd.2, Erlangen 2006 (ISSN 1612-5223), S. 3133. Ringraziamo espressamente l‘Editore limovobi – Verein zur Förderung alternativer Medien e.V., per il permesso di utilzzare foto e testi di questa pubblicazione. La pubblicazione può ordinata presso: www.resistenza.de; in seguito abbreviato in: Campanini-Psi, Girgio
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SdL 1: La persecuzione degli ebrei a Parma La comunità ebraica italiana, la più vecchia in Europa24, fu integrata nella società in modo unico. “Gli ebrei furono totalmente integrati nella società italiana totalmente; carriere nel corpo diplomatico, nell’impiego statale e nel corpo d’armata furono loro aperte – carriere che furono loro per lo più precluse nel mondo occidentale.”25 A Parma gli ebrei si erano insediati a partire della metà del XIV secolo. Nel 1938 la comunità ebraica di Parma fu constituta da 134 persone, quando iniziò la persecuzione.26 „Preannunciati dalla pubblicazione del “Manifesto della razza” il 14 luglio 1938 e da una violenta campagna di stampa durata quasi due anni, i primi provvedimenti antisemiti venivano varati dal Consiglio dei ministri agli inizi del mese di settembre. A novembre entrava in vigore un’altra serie di provvedimenti legislativi e amministrativi che sancivano l’esclusione della minoranza ebraica dalla vita nazionale, costringendola ai margini della società italiana. Anche a Parma gli ebrei vennero allontanati dalle scuole pubbliche, dalle università, dagli impieghi statali, dagli incarichi politici; venne inoltre fatto loro divieto di possedere terreni e case, di esercitare le libere professioni, di ottenere licenze per il commercio, di avere alle loro dipendenze domestici non ebrei.”27 Dopo l’occupazione dell’Italia centrale e meridionale dell’ 8 settembre 1943 cominiciò la caccia agli ebrei, come negli altri stati invasi dai nazional-socialisti. I primi provvedimenti antisemiti si ebbero agli inizi del mese di settembre 1938, ma non si trattò di una vera persecuzione. Fu solo con l’occupazione militare tedesca e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI) che cominiciò il rastrellamento sistematico e la deportazione degli ebrei nei campi di stermino, soprattutto ad Auschwitz. Il campo di transito più importante fu a Fossoli (Carpi). Anche gli ebrei di Parma furono internati e trasferiti nel campo di Fossoli. “I prigionieri furono trasferiti nel campo di transito situato nella frazione di Fossoli (Carpi) dove rimasero poco più di tre settimane. La mattina del 5 aprile, caricati su vagoni bestiame, poi sigillati, gli ebrei di Parma partirono con il convoglio n.9: destinazione Auschwitz. (…) Secondo i documenti conservati nell’archivio del Museo di Auschwitz, degli oltre 600 deportati con il convoglio n.9, appena 154 uomini e 80 donne superarono la selezione per le camere a gas all’arrivo. *…+
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Artikel Italien, in: Enzyklopädie des Holocaust. Die Verfolgung und Ermordung der europäischen Juden. Band II, hrsg. von Israel Gutmann, Herausgeber der deutschen Ausgabe Eberhard Jäckel u.a., München – Zürich o.J., 645-654, hier: 645 25 Enzyklopädie des Holocaust, 645 26 C.f.r. Campanini-Psi, Giorgio, 31-33 27 Campanini – Psi, Giorgio, 31
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L’elenco nominativo completo degli ebrei parmensi uccisi nei campi di sterminio è a tutt’oggi ancora da definire. Le notizie fin qui raccolte, in primo luogo dalla Comunità ebraica di Parma, collocano il numero delle vittime parmensi tra le 22 e le 24 persone.” 28 Anche a Parma le famiglie Della Pergola-Camerini e Fano furono vittime della persecuzione. “La famiglia Della Pergola-Camerini: Donato e Cesare Della Pergola erano figli del rabbino di Parma Enrico e di Emilia Camerini. (…) Quando vennero introdotte le leggi antiebraiche, Donato che aveva sei anni -Cesare appena tre- fu costretto a lasciare la scuola pubblica che frequentava con profitto. Tra il 1938 e il 1943 la loro esistenza rimase sospesa tra l’esclusione e la speranza che le cose un giorno sarebbero ritornate come prima. L’illusione che fosse giunto questo momento nel luglio 1943, quando cadde il governo Mussolini, ebbe vita breve. Invece della fine della guerra e della discriminazione degli ebrei, arrivò l’occupazione tedesca. Mentre il loro padre e gli altri uomini della comunità ripararono in Svizzera ritenendosi i più esposti, Donato e Cesare con la madre, le zie, la nonna ed altre famiglie ebraiche fuggirono verso l’Appennino nell’intento di sottrarsi alla cattura. Il 12 dicembre 1943 furono catturati da un nucleo di fascisti *…+ e condotti nel campo di concentramento femminile a Monticelli Terme, dove rimasero quasi tre mesi, prima di essere trasferiti a Fossoli (Carpi) e quindi -tranne le zie e la nonna- caricati su un treno merci diretto ad Auschwitz. Il giorno dell’arrivo nel campo di sterminio Donato e Cesare, con gli altri bambini del loro convoglio, non superarono la selezione e furono uccisi nelle camere a gas. Era il 10 aprile 1944.“29 Simile fu la sorte della famiglia Fano: „Liliana e Luciano Fano erano nati a Pellegrino Parmense dove i loro genitori si erano trasferiti nel 1931. Il padre Ermanno, dottore in chimica, vi conduceva la farmacia locale. Nel 1938 fu privato del diritto di proseguire la sua attività a causa delle Leggi antiebraiche e costretto ad emigrare a Parma con la famiglia che venne accolta nella casa dei nonni paterni *…+. Ermanno lavorò presso una farmacia in città mentre Luciano, che aveva compiuto 6 anni, essendo impossibilitato a frequentare le scuole pubbliche, venne iscritto all’Istituto privato “De La Salle” di vicolo Scutellari. Nel marzo del 1942 nacque il fratellino Roberto. Il 7 dicembre 1943, l’intera famiglia, compresi i due nonni Enrico Fano e Giulia Bianchini furono prelevati dalla casa di via Imbriani e imprigionati: i due nonni furono reclusi nelle carceri di San Francesco, la madre Giorgina Padova con i suoi tre bambini nel campo di Monticelli, Ermanno in quello di Scipione. I tre bambini e i loro genitori seguirono lo stesso itinerario degli altri internati ebrei di Parma, da Fossoli ad Auschwitz, mentre i nonni affrontarono un percorso diverso. Dai campi di sterminio non tornò nessuno.“30 28
Campanini-Psi, Giorgio, 32 Campanini-Psi, Giorgio, 33 30 Campanini-Psi, Giorgio, 33 29
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Consegna: 1)
Descrivete ciò che sappiamo sulla vita degli ebrei in Italia fino al 1938.
2)
Descrivete le conseguenze concrete delle legge razziali del 1938.
3)
Descrivete perchè gli ebrei italiani furono perseguiti sistematicamente a partire da settembre 1943 e traferiti nei campi di concentramento.
4)
Descrivete que sappiamo della deportazione degli ebrei di Parma.
5)
Descrivete le conseguenze della persecuzione per le famiglie Della Pergola-Camerini e Fano.
6)
Descrivete I vostri sentimenti guardando le foto di questi bambini.
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Consegna e possibile riposta 1) 2) 3) 4) 5) 6)
Descrivete ciò che sappiamo sulla vita degli ebrei in Italia fino al 1938. Descrivete le conseguenze concrete delle legge razziali del 1938. Descrivete perchè gli ebrei italiani furono perseguitati sistematicamente a partire da settembre 1943 e traferiti nei campi di concentramento. Descrivete quello che sappiamo della deportazione degli ebrei di Parma. Descrivete le conseguenze della persecuzione per le famiglie Della Pergola-Camerini e Fano. Descrivete I vostri sentimenti guardando le foto di questi bambini.
Ad 1) Gli ebrei furono integrati nella società italiana totalmente Ad 2) gli ebrei vennero allontanati dalle scuole pubbliche, dalle università, dagli impieghi Statali venne loro vietato di possedere terreni e case etc. venne loro vietato di esercitare le libere professioni etc. Ad 3) l’occupazione dell’Italia centrale e meridionale dell’ 8 settembre 1943 e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI) Ad 4) Il 5 aprile gli ebrei di Parma partirono con il convoglio n.9: destinazione Auschwitz Il numero delle vittime parmensi tra le 22 e le 24 persone Ad 5) Famiglia Della Pergola-Camerini: Donato fu costretto a lasciare la scuola pubblica; furono catturati da un nucleo di fascisti; trasferiti a Fossoli (Carpi) e quindi caricati su un treno merci diretto ad Auschwitz; Donato e Cesare furono uccisi nelle camere a gas il 10 aprile 1944 -
Famiglia Fano: Il padre fu privato del diritto di proseguire la sua attività; trasferiti da Fossoli ad Auschwitz; uccisi ad Auschwitz.
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Internati militari Italiani (IMI) e lavori forzati a Friedberg Considerazioni didattiche Questa unità è concepita come lezione frontale da parte del docente, ma alcune parti della presentazione power- point possono anche essere utilizzate separatamente. Le immagini possono suscitare molte reazioni e impressioni. Le informazioni sono riferite solo alla zona di Friedberg, Assia, dato che gli studenti che hanno partecipato al progetto provenivano da questa zona. Il fatto della vicinanza territoriale ha suscitato maggiore interesse e curiosità negli studenti. Se dovesse mancare l’elemento della soria locale, il contenuto risulterebbe troppo astratto per gli studenti. Informazioni relative alla storia locale di ebrei costretti ai lavori forzati in Germania sono facilmente reperibili in biblioteche, musei, comunità ebraiche, etc. Inoltre, è ancora possibile contattare alcuni sopravvissuti allo sterminio e chiedere il loro intervento diretto.
Premessa Dopo la caduta di Mussolini, nell’estate 1943, circa 450.000 soldati italiani che prima erano alleati, furono portati in Germania come lavoratori forzati. Per ordine di Hitler, i prigionieri di guerra italiani non dovevano esser più indicati come tali, bensì con il termine di “Internati militari italiani” (IMI). Come “Internati militari italiani” non erano sottoposti al regime previsto per i prigionieri di guerra dagli accordi di Ginevra del 1929. Più tardi ottennero lo stato di lavoratori civili. I tedeschi li chiamavano ‘Badoglio’ in segno dispregiativo: „I tedeschi li chiamavano ‘Badoglio’ secondo al presidente del consilio italiana Badoglio, que fece cadere Mussolini e stipulò un armistizio con gli Alleati l’8 settembre 1943.“31 Ringraziamo espressamente Lutz Schneider M.A., archivista comunale di Friedberg, per il permissione di utilizzo della seguente presentazione sui lavori forzati a Friedberg (c.f.r. Impressum)
31 Katja Augustin- Lutz Schneider, „Mit seiner Rückkehr ist in absehbarer Zeit nicht zu rechnen.” Zwangsarbeit in Friedberg und seinen Stadtteilen, in: Fern der Heimat unter Zwang. Der „Einsatz fremdländischer Arbeitskräfte” während des Zweiten Weltkriegs in der Wetterau, Im Auftrag des Wetteraukreises herausgegeben vom Geschichtsverein für Butzbach und Umgebung, Butzbach 2004, S. 239 – 293, hier: 241 f
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Il frontespizio: Quadro di Renato Lori. Ringraziamo Franco Lori per lâ&#x20AC;&#x2122;autorizzazione ad utilizzare i quadri e foto.
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