Giornale opening 2013

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OPENING Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce

pagine d’arte_06 periodico d’informazione giugno 2013

Il nuovo Liceo Da una fusione nasce la sfida per il futuro

Tiziana Paola Rucco Dirigente Scolastico

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l nuovo Liceo Artistico di Lecce nasce dalla fusione delle due istituzioni storiche del nostro territorio, il Liceo “Ciardo” e l’Istituto d’Arte “Pellegrino”, due scuole che, dagli inizi del secolo scorso a oggi, hanno contribuito a delineare gli sviluppi della formazione artistica. Dalla prima configurazione, strettamente legata al sistema delle arti applicate, fino alla nascita negli anni Sessanta di un livello di istruzione intesa nella sua natura più vasta, queste due istituzioni hanno formato intere generazioni di artisti e di operatori culturali, alcuni dei quali hanno raggiunto livelli di notorietà nazionale e internazionale. Le sperimentazioni degli anni Novanta, le trasformazioni tecnologiche e culturali hanno investito con forza il settore della produzione visiva mettendo in crisi i tradizionali recinti di pittura, architettura, scultura, artigianato e facendo nascere l’esigenza di nuove professionalità articolate su competenze teoriche, pratiche e tecnologiche. L’idea del fare artistico oggi è connessa a quella del sapere e il Liceo, diventa il punto di partenza di un’istruzione superiore che si dirama non solo nelle tradizionali e naturali destinazioni (Accademia di

Belle Arti, Architettura) ma investe una professionalità più complessa, in grado di conoscere e utilizzare tutti i linguaggi vi-

sivi, i sistemi della comunicazione e delle tecnologie, la varietà del repertorio delle immagini contemporanee, il mondo dello

ARTI FIGURATIVE GRAFICA ARCHITETTURA E AMBIENTE DESIGN AUDIOVISIVO E MULTIMEDIA SCENOGRAFIA

Chi eravamo

La formazione artistica a Lecce

Il Liceo Artistico Vincenzo Ciardo

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l Liceo Artistico di Lecce fu istituito nel 1961 grazie alla paziente opera del senatore Francesco Ferrari e alla sensibilità di Teodoro Pellegrino, direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce.

L’istituzione della Accademia delle Belle Arti e del Liceo Artistico annesso s’inserisce nella viva tradizione artistico-culturale salentina, una cultura che, oltre ad esprimere la grande tradizione barocca, si arricchisce tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento di grandi personalità a testimonianza di un interesse costante per l’arte e la letteratura. Antonio Bortone, Gioacchino Toma, Vincenzo Ciardo, Geremia Re, Mino

Delle Site, Gaetano Martinez, Aldo Calò, Vittorio Bodini, Vittorio Pagano sono solo alcune delle personalità che hanno segnato la storia culturale del Salento. é in questo contesto che nel 1962, alla presenza del grande pittore Oskar Kokoschka e di tutte le autorità della provincia, veniva inaugurata la prima mostra dell’Istituto. Primo direttore è stato Armando De Stefano mentre dal 1962 fu incaricato della direzione Raffaele Spizzico, docente di Decorazione pittorica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce e tra i più importanti e prestigiosi artisti pugliesi. Nel 1973 la direzione del liceo fu assunta dallo scultore Lorenzo Ciccarese. A lui si deve il trasferimento presso la nuova sede, progettata secondo canoni moderni e più attenti alle esigenze di un Liceo Artistico. Da allora la poltrona dirigenziale è stata occupata da vari presidi (David Coen Sacerdotti, Donato Malerba, Giovanna Caretto, Tiziana Paola Rucco) mentre l’intitolazione a Vincenzo Ciardo risale al 2007 ed è stata fatta nell’ambito di un progetto realizzato in collaborazione con il Comune di Gagliano del Capo. Nel Liceo si sono formati e hanno insegnato intere generazione di artisti, architetti e operatori culturali.

spettacolo, le problematiche architettoniche e urbanistiche nel rispetto ambientale, la progettazione di oggetti di design destinati a una produzione industriale. Con la fusione tra le due scuole è nato un nuovo e grande polo artistico, una “casa di idee in movimento” capace di raccogliere le sfide che il presente pone e rispondere ai bisogni formativi delle nuove generazioni. I nuovi indirizzi di Architettura e Ambiente, Arti visive, Audiovisivo e Multimedia, Design, Grafica e Scenografia stabiliscono, dunque, rinnovate priorità, ampliando il quadro della formazione generale e concentrandosi sulla pratica e sulla teoria artistica e progettuale ma anche sul potenziamento delle competenze che consentono all’individuo di essere cittadino responsabile. Una scuola da tempo aperta ai progetti europei, all’ampliamento e all’integrazione delle conoscenze disciplinari, all’apertura verso il territorio, nell’intenzione di formare un individuo consapevole delle proprie radici e capace di affrontare le sfide professionali e culturali di un futuro complesso dai contorni ancora incerti. Un cittadino del mondo con le competenze e le capacità necessarie per interpretarlo attraverso l’etica della cittadinanza, il valore dell’arte e lo slancio della creatività. in alto un lavoro di Marcello Rolli in basso a sinistra Paesaggio di Raffaele Spizzico, storico direttore del Liceo Artistico in basso uno degli antichi laboratori dell’Istituto d’Arte Pellegrino

L’Istituto d’Arte Giuseppe Pellegrino

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el 1916 per volontà del Senatore della Repubblica Giuseppe Pellegrino, sindaco di Lecce, e dei numi tutelari Antonio Bortone, Eugenio Maccagnani, Giuseppe Peluso, Agesilao Flora viene fondata la Regia Scuola Artistica Industriale con sede provvisoria nell’attuale Istituto Tecnico “Calasso” di Lecce. Nel 1924 , ultimato l’edificio dove ha tuttora sede l’istituto, fu inaugurata la nuova scuola nel 1925 dedicata all’Onorevole Giuseppe Pellegrino. Nel 1929 erano funzionanti le sezioni di: scultura, ferro battuto, pittura, architettura, legno ed intarsio ed erano attive le personalità dell’arte e dell’artigianato più significative del Salento. Importante fu la presenza degli scultori Antonio Bortone, Raffaele Giurgola, Pietro Baffa, Almo Mercanti, Guido Gremigni, i pittori Michele Palumbo, Virgilio Carotti e lo scultore del ferro battuto Antonio D’Andrea. Molti artisti furono dapprima alunni e poi insegnanti della scuola, alcuni di loro elaborarono un personale percorso artistico come quello di Mino delle Site, Aldo Calò, Antonio Mazzotta, Luigi Gabrieli, Francesco Buonapace, Mario Palumbo, Lino Suppressa e altri ancora. Nella Regia Scuola la tradizione trovò continuità e modernità nella cultura letteraria del secondo dopoguerra per merito dei

poeti Giovanni Bernardini e Vittorio Bodini, rispettivamente docenti di italiano e di storia dell’arte. In quegli anni la scuola fu un luogo in cui le esperienze artistiche dei maestri furono determinanti alla formazione di nuove personalità tra cui Fernando De Filippi, Romano Sambati, Giovanni Valentini, Armando Marrocco. A partire dal 1950 vi fu un ricambio generazionale degli insegnanti. Ai precedenti subentrarono Beniamino Barletti (dal 1954 direttore), Orazio Antonaci, Marcello Gennari, Luigi Lezzi, Oronzo Castelluccio, Vittorio Paradisi, Armando Marrocco e Auro Salvaneschi (preside dal 1982) e in seguito Oronzo Castelluccio, Giancarlo Moscara, Cosimo Damiano Tondo, Bruno Maggio, Nino Rollo.


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Una scuola, un piano

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Il Liceo Artistico per il PUG di Lecce

n occasione dell’elaborazione del nuovo Piano Urbano Generale di Lecce, è nata una nuova e virtuosa collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Paolo Perrone, e il Liceo Artistico di Lecce “Ciardo-Pellegrino”. Una scuola, quella Artistica di Lecce, che da oltre cinquant’anni forma gli architetti residenti nel Salento. Una tradizione, quindi, oggi ribadita dall’attivazione di questo impegnativo progetto.

consapevolezza storica e una dimensione etica. A chiusura del lungo periodo di studio e grazie alla disponibilità dell’Assessore all’Urbanistica del Comune di Lecce, Saverio Martini, il progetto sarà presentato nella sede dell’Ecotekne per stimolare un positivo dibattito nella nostra città.

foto in alto Raccolta pneumatica rifiuti Nasim Lavvaf, Alexia Giannone, Antonio Rizzo, Serena Greco IV B AR

Una scuola un Piano: Le idee degli Studenti del Liceo Artistico per il PUG di Lecce; così è denominato il progetto, coordinato dal professore Sergio Ventura, che vede coinvolti 155 studenti delle classi di triennio e 10 docenti di discipline artistiche e architettoniche (Aniello Lezzi, Carmelo Tau, Edoardo Colaci, Luigi De Iacob, Marcello Rolli, Oronzo Spedicati, Piero Nicotra, Rocco Lecci, Vincenzo De Giorgi). Gli studenti, sotto la guida dei docenti, hanno elaborato una visione atipica del futuro della nostra città, osservata e pensata con gli occhi e con le speranze di chi quel futuro vorrebbe vivere in prima persona. Una città eco-sostenibile, a misura di ragazzo, attrattiva e festosa e lontana dalle vecchie logiche delle “Mani sulla città”, il film di Francesco Rosi, da cui gli studenti sono partiti per acquisire una

La “Città murata”, le “Isole dell’abitare”, la “Città rurale” e le “Marine” sono i principali temi toccati, ma non mancano proposte e suggerimenti sugli spazi della movida giovanile, sul polo scolastico cittadino, sull’arte come arredo urbano e sulle “provocazioni” contemporanee nei tessuti storici. Molte le tematiche messe in campo legate agli spazi per la formazione, la convivenza tra la vita notturna e le esi-

genze dei residenti di giorno, il rispetto dell’ambiente e del paesaggio salentino, il rapporto tra tessuto storico e architettura contemporanea. A queste ed ad altre domande saranno chiamati a rispondere gli architetti e gli artisti del prossimo futuro e siamo certi che ne vedremo delle belle.

Il paesaggio della solidarietà i lavori per l’Ospedale di Gallipoli

Marta Santoro V B Pittura e Decorazione

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uello del paesaggio salentino è il tema che lega insieme le opere pittoriche che la classe V B PD ha realizzato durante l’anno scolastico, sotto la guida dei professori Irene Cipressa e Massimo Marangio. Alla base della realizzazione degli elaborati vi è stata un’attenta osservazione di alcune fotografie scattate nei luoghi più suggestivi del paesaggio salentino. Essi ne forniscono una rivisitazione in chiave pittorica in cui le veloci pennellate e la giustapposizione dei colori compongono un mosaico di emozioni e luci. Il risultato ottenuto è il frutto della par-

ticolare attenzione posta nella scelta dei materiali e dei supporti, per i quali si è deciso di riutilizzare ante di armadi o assi di legno. I segni, le forme, i colori e i movimenti fanno parte delle impressioni che riceviamo nel percepire il mondo esterno, un mondo di emozioni e di passioni che abbiamo voluto trasmettere, donando

queste opere all’Ospedale Oncologico di Gallipoli che le accoglierà sulle sue pareti. È un grido di solidarietà quello che i ragazzi vogliono espandare, come un inno che invita ad apprezzare la vita e tutte le semplici forme di bellezza che essa offre.

da sinistra Codice a Barre Enrica Quarta V C PD Cesare Battisti Matteo Costantini III E AA Piazza Pellegrino Martina Raho III E AA in basso a sinistra Sirena Chiara Buonanuova, Sara De Salve V C PD in basso il logo della manifestazione

I lavori degli alunni della V B PD a sinistra Paesaggio di Giuseppe Vincenti al centro Paesaggio di Davide Striani in basso Paesaggio di Gloria Rizzo


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Il Museo Pellegrino

Al Must la mostra storica dell’Istituto d’Arte Salvatore Luperto docente di Lettere

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egli ambienti dell’antico monastero della chiesa di Santa Chiara, attualmente sede del Museo Storico della Città di Lecce, il 5 maggio scorso si è chiusa la mostra Opere del Museo Pellegrino, dalla Règia Scuola Artistica Industriale all’Istituto d’Arte di Lecce, curata da Salvatore Luperto con la collaborazione di Anna Panareo. La mostra è costituita da opere che risalgono ad un arco di tempo che va dalla

fine del 1800 ad oggi, provenienti da donazioni di artisti e da lasciti che nel tempo si sono raccolti e conservati nell’Istituto d’Arte a partire dai primi decenni dalla fondazione, avvenuta nel 1916. Le sculture più antiche, realizzate da Antonio Bortone, sono del periodo a cavallo della fondazione della Règia Scuola Artistica Industriale di Lecce, mentre le più recenti di Giovanni Valentini, Antonio Gigante, Salvatore Esposito e Fernando De Filippi risalgono ai primi dieci anni del 2000. Le opere esposte, che costituiscono il cor-

pus della collezione del museo, sono state realizzate quasi tutte dai docenti e dai discenti che si sono susseguiti nel tempo nelle sezioni di Ferro battuto (Alceo Pantaleoni, Antonio D’Andrea, Luigi Lezzi), Ceramica (Auro Salvaneschi), Pittura (Oronzo Castelluccio, Salvatore Esposito, Giovanni Valentini, Fernando De Filippi) Scultura (Aldo Calò, Cosimo Damiano Tondo, Armando Marrocco, Marcello Gennari), Legno (anonimo). Nella storia quasi centenaria dell’Istituto d’Arte Pellegrino, una delle istituzioni scolastiche tra

le più importanti della Città di Lecce, che ha influito notevolmente sulla cultura e sull’arte del Novecento salentino, si possono individuare tre importanti momenti caratterizzanti la vita della scuola: il periodo dell’ “artigiano colto” - anni Venti e Trenta - il periodo della scuola laboratorio - anni Quaranta e Cinquanta - e il periodo delle sperimentazioni artistiche attuate a partire dagli anni Sessanta e Settanta. In queste fasi rappresentative della cultura e del pensiero dominante del tempo, l’Istituto con i suoi “maestri d’arte” è stato tra i protagonisti dei dibattiti che si tenevano nelle riviste culturali, nella stessa scuola e nei laboratori degli artisti dove s’incontravano personalità dell’arte e della cultura salentina e nazionale. Questi luoghi erano dei veri e propri cenacoli in cui lo scambio d’idee era sempre produttivo di vivace creatività artistica. In tema con il progetto culturale del museo, MUST in ART-Generazioni a confronto, di cui l’esposizione fa parte, uno spazio della mostra è stato dedicato alle opere realizzate dai giovani studenti del CiardoPellegrino per stabilire un rapporto tra l’arte di ieri e le esperienze artistiche di oggi, un collegamento tra il “vecchio e il nuovo”, nella coniugazione tra il “fare di ieri” al “fare di oggi”. nella foto a sinistra Spazio espositivo del Must al centro: Ritratto di Vittorio Emanuele II di Antonio Bortone a destra momenti dell’allestimento

Il Liceo e il territorio

Concorso nazionale New Design

La Statua di Santa Rosa a Lecce

È

destinata al sagrato della Chiesa parrocchiale del quartiere Santa Rosa di Lecce la statuta realizzata dagli alunni della sezione scultura, guidati dal prof. Giovanni Scupola. È un omaggio della scuola alla parrocchia e propone un’iconografia sacra che si colloca nel segno di una antica e sentita tradizione spirituale.

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l 14 e 15 Settembre scorso si è svolta, presso il MUST, la manifestazione conclusiva del “Concorso nazionale New Design” 2012 indetto dal MIUR. Al Liceo Artistico “Ciardo - Pellegrino” è stato affidato il compito di organizzare l’evento. Il “Progetto di struttura modulare per Cicloparking, realizzato dalle allieve” Eleonora Franco, Arianna Miccoli E Roberta Tramis, della V Disegno Industriale, guidati dai docenti Dario Patrocinio, Fedele Latino e Giuseppina Sistenti, è stato inizialmente selezionato tra i migliori dieci su scala nazionale. Nella fase conclusiva, poi, la giuria, dopo aver esaminato elaborati progettuali esecutivi e modelli, ha premiato le allieve del nostro Istituto, assegnando loro una menzione speciale.

L’allestimento

un vero laboratorio didattico Jessica Naimoli III G Architettura

e Ambiente

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’allestimento della mostra “Museo G. Pellegrino”, è il risultato finale di un coinvolgente lavoro di équipe che ha visto impegnati in prima fila, tra gli altri, tutti gli allievi della classe che io frequento, la III G Architettura e Ambiente. Sin dagli inizi della fase progettuale è apparso evidente che si aveva a che fare con un tema reale, qualcosa di molto vicino a quello che potrà succedere in un’attività

professionale futura. Ci siamo ritrovati, infatti, a prendere visione degli spazi museali, a rilevarli metricamente e a considerare ogni tipo di risorsa espositiva. Ognuno ha svolto un compito differente ma ha vissuto subito la sensazione di far parte di un team affiatato. È stato affascinante, nella fase successiva, approfondire la conoscenza e le problematiche espositive di opere di gran pregio artistico, realizzate per mano di grandi maestri. Si è trattato di una giorna-

Una scultura per il santo dei voli

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a preghiera può essere intima e solitaria, ma può essere anche collettiva, comune, riunita in un inno unanime, come tante voci e tante braccia innalzate verso l’alto. Partendo da questa idea, gli studenti della V C Pittura e Decorazione hanno realizzato un “albero” di mani rivolte al cielo, come rami di un ulivo secolare mossi dal vento della fede. Un’opera in terracotta, ferro e cemento con il santo dinamicamente, fluttuante e leggero come una luna a metà tra la terra e il cielo. Il lavoro ha partecipato al concorso A scuola con…San Giuseppe da Copertino ed è stato selezionato tra i vincitori.

ta di gran fermento; docenti, operai, alunni, tutti impegnati in un incredibile lavoro creativo. È stato importante, infine, sperimentare ciò che nella attività professionale è Direzione dei Lavori, momento di confronto tra le previsioni e le reali possibilità realizzative. Grande soddisfazione e senso di fierezza ho vissuto personalmente ed ho visto nello sguardo dei miei compagni il giorno dell’inaugurazione: molte le persone che si aggiravano tra le opere seguendo i percorsi da noi suggeriti. La messa in opera di quanto progettato mi ha reso consapevole dell’importanza di ogni ora di studio condivisa all’interno di un gruppo di lavoro, il cui affiatamento mi sembra indispensabile per un ambiente professionale ideale.


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Roma, territorio magico Qui l’antico e il nuovo si fondono

Davide De Santis, Mariella Ferraro, Diletta Polimena, Martina Sindaco, Chiara Zocco III B Architettura e Ambiente

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isitare questa città è stata per noi una crescita culturale e personale, ricca di esperienze e di emozioni. Abbiamo visto prender vita e forma a tutto ciò che fino a quel momento era stato soltanto una serie di immagini e argomenti stampati sui libri. Camminare per quelle strade, ricche di storia, ci ha portato a rivivere una realtà che, pur essendo lontana, rimane sempre attuale ed intramontabile. La prima tappa del nostro viaggio d’istruzione verso la Capitale è stata Caserta con la sua maestosa e immensa Reggia, voluta da Carlo di Borbone, i suoi verdeggianti giardini, le numerose fontane e la cascata, che riversa le proprie acque nella Fontana di Diana e Atteone. Finalmente a Roma! La città è stata per noi un libro aperto, in cui ogni pagina descriveva una parte del suo territorio, come i Musei Vaticani, patrimonio di enorme valore artistico e storico con la Galleria degli Arazzi e delle Carte Geografiche, con le Stanze di Raffaello. I percorsi

della fede e della cultura si sono fusi, in seguito, con la visita alla Basilica di San Pietro e alla Cappella Sistina, con gli affreschi raffiguranti le storie di Gesù e quelle di Mosé. Vetrine d’esposizione per le opere di Caravaggio e di Raffaello sono le chiese di Sant’Agostino, di San Luigi dei Francesi e di Santa Maria del Popolo. Dopo aver attraversato Piazza Navona, la nostra attenzione è stata catturata da una struttura di pianta circolare: il Pantheon, illuminato all’interno dal grande oculo centrale. Il Colosseo, che per l’Italia è il simbolo in tutto il mondo della potenza, bellezza e grandiosità di Roma, in passato scena-

prezzare la mostra di Tiziano, allestita all’interno delle Scuderie del Quirinale, con le principali opere della sua produzione artistica. Focalizzata sul nostro percorso di studio è stata la visita alle opere architettoniche contemporanee, il MAXXI e l’Auditorium, Parco della Musica. Il MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, un dinamico contenitore di installazioni di arte contemporanea, progettato dall’architetto Zaha Hadid, che ci ha dato la possibilità di attraversare il percorso espositivo “Energy”, dei processi dello sviluppo e della trasformazione dell’energia.

rio di feroci lotte tra gladiatori e belve, riscuote ancora oggi grande successo, raccogliendo ogni anno milioni di visitatori. Le occasioni di arricchimento culturale programmate ci hanno permesso di ap-

L’Auditorium, un complesso multifunzionale progettato da Renzo Piano, realizzato per ospitare eventi musicali e culturali di varie tipologie è costituito da tre padiglioni di grandezze diverse. Questo breve, ma intenso periodo trascorso, al di fuori delle mura scolastiche, durante le calde giornate romane e le lunghe nottate in albergo, ha contribuito a solidificare i rapporti tra noi compagni, a stimolare nuove amicizie e vedere con un ottica diversa gli insegnanti. Questo viaggio rimarrà sempre

un bellissimo ricordo per tutti noi, perché come dice Mark Twain: «Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite».

da sinistra Roma Piazza San Pietro, MAXXI, Auditorium, Scalinata di Trinità dei Monti in basso Firenze Santa Maria del Fiore, Palazzo Vecchio

Un tuffo nell’arte

Viaggio nella culla del Rinascimento Giulia Aresta III C Grafica

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l “viaggio d’istruzione”, così si chiama nel gergo scolastico, a Firenze, Siena e Arezzo è stato un’esperienza importante e soprattutto istruttiva. Santa Maria del Fiore, costruita da Arnolfo di Cambio, con la celebre cupola del Brunelleschi, Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria, abbellita

dalla Loggia dei Lanzi con al centro il cerchio che testimonia il luogo dell’esecuzione di Girolamo Savonarola sono state alcune delle tappe del nostro itinerario. Piuttosto lunga l’attesa per entrare agli Uffizi, la famosa Galleria che conserva numerosi capolavori, fra cui dipinti di Sandro Botticelli, Andrea Mantegna, Piero della Francesca, Leonardo Da Vinci, Caravaggio che hanno fatto dell’Italia la culla del Rinascimento. Gli occhi di tutti si sono incantati con la Nascita di Venere di Botticelli. Ci si emoziona anche perché, avendolo studiato, si sa cosa ‘’c’è dietro’’ e ci si sente addosso un po’ di pelle d’oca. E allora è impossibile non amare la storia dell’arte. Il viaggio è andato oltre i confini di Firenze e ha incluso Siena, con la sua famosa piazza del Campo, dove ogni anno si svolge il Palio, tradizione secolare mol-

to sentita dai senesi. Ad Arezzo, la Basilica di San Francesco, abbiamo finalmente visto la Storia della Vera Croce di Piero della Francesca. E per finire abbiamo visitato anche San Gimignano, la “New York del Medioevo” (grazie alle sue torri), un bellissimo borgo ricco degli antenati dei grattacieli e città natale di un famoso poeta del Trecento, Fòlgore da San Gimignano. Tutti i monumenti, le chiese, le basiliche, le opere d’arte hanno arricchito le nostre conoscenze , ma soprattutto hanno reso “vive” le lezioni teoriche studiate in classe. Tuttavia il viaggio d’istruzione non è solo arte e monumenti ma è sempre un’esperienza che arricchisce, che lascia qualcosa dentro di noi, che sia un odore, un sapore, una visione. Da un viaggio si torna più ricchi, di esperienze sicuramente, ma anche

di nuove amicizie, soprattutto se è quello che si fa con la propria classe prima della fine dell’anno.


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Una grande capitale europea I giorni indimenticabili di Barcellona

Chiara Fracella V B Pittura e Decorazione

B

arcellona, la grande capitale del Mediterraneo, è entrata nel terzo millennio della sua storia con la vitalità e l’aspetto di una giovane debuttante. Situata nella costa nord orientale della Spagna, nei pressi della frontiera francese, la città ha alle spalle millenni di storia e un continuo processo di cambiamenti; e il suo vivace contesto artistico e culturale ne fa una meta ambita soprattutto dai giovani. I criteri per la scelta della meta del viaggio di istruzione delle classi quinte del Liceo si sono basati proprio su questo brillante biglietto da visita della città catalana, dando luogo ad un’originale ed indimenticabile esperienza. La partenza, non senza turbolenze, è avvenuta nell’aprile scorso, con atterraggio a Girona in tarda mattina-

ta e giro panoramico della città. Una breve sosta al parco di Montjuïc ha permesso un dolce ristoro nel verde e nel silenzio con una straordinaria vista sulla zona marittima del porto e sulla Barceloneta, un litorale di grande fascino, un tempo cimitero di moli in disuso e vecchie fabbriche frequentato da prostitute, portata a nuova vita e molto amata dagli abitanti di Barcellona. L’hotel era situato a pochi passi dall’affollata e coloratissima Rambla, un lungo viale che collega Piazza de Catalunya con il porto antico. «E’ l’unica strada al mondo che vorrei non finisse mai» reci-

tava Federico Garcìa Lorca. Su di essa si affacciano numerosi locali, pub e negozi, che contribuiscono ad amplificare il clima festoso e variopinto tipico di Barcellona, che coinvolge soprattutto i giovani. Le quotidiane passeggiate nel tempo libero hanno permesso di respirare appieno il

profumo della città e di constatare la bellezza e la stravaganza dei palazzi Liberty, che fanno del panorama urbanistico barcellonese un esemplare raro e affascinante anche grazie all’eccentrico Antoni Gaudì, autore di numerosi e importanti interventi architettonici che sono oggi patrimonio dell’UNESCO (Casa Batllò, Casa Milà, Parco Güell, Palazzo Güell). Dal punto di vista artistico, Barcellona è la patria di numerose personalità che hanno lasciato una traccia profonda di sé nel grande quadro della storia dell’arte. È il caso di Pablo Picasso, le cui opere giovanili sono conservate nell’omonimo museo che raccoglie una numerosa collezione di schizzi, bozzetti e opere compiute del grande maestro spagnolo. La visita alla Sagrada Familia, capolavoro di Gaudì, ha donato, con il suo fascino eccentrico e unico, un piacevole e intenso effetto di stupore e meraviglia

che ha tenuto il gruppo col naso all’insù per ammirare le alte guglie della basilica, ricche di particolari e di storie. Le stravaganti e coloratissime architetture e sculture di Parco Güell hanno regalato a tutti una giornata di divertimento e svago, un’allegra passeggiata attraverso l’arte, la

cultura e la storia, accompagnata da una piacevolissima musica. Ma non ci si può limitare solo al piacere e allo svago, anche se la visita alla Fondazione Mirò ha assunto un aspetto ludico anziché quello

serioso di un museo. Creata nel 1981 da Mirò, la Fondazione è nata come centro di aggregazione e studio dell’arte contemporanea e oggi ospita 11.000 opere del maestro, tra cui sculture, tessiture e bozze. Ha un vivace dipartimento didattico e anche l’edificio sembra incarnare il gusto stesso di Mirò. Una visita speciale nel suo genere, difficile da dimenticare, così come il resto dei luoghi vissuti in cinque brevi ma intensi giorni. Il ritorno ha lasciato il gusto amaro del ritorno ma la dolcezza del ricordo di un’esperienza indimenticabile. Barcellona nelle foto di Cristina Palazzo V B PD

Il mito del viaggiatore Gli itinerari reali e fantastici degli artisti

Mariella Agostinacchio docente di Storia dell’Arte «Tutte le nostre attività sono legate all’idea del viaggio. E a me piace pensare che il nostro cervello abbia un sistema informativo che ci dà ordini per il cammino e che qui stia la molla della nostra irrequietezza […] Le droghe sono veicoli per gente che ha dimenticato come si cammina. I viaggi reali sono più efficaci, economici e istruttivi di quelli fittizi». Così chiosava Chatwin in Anatomia dell’irrequietezza (1997). Il viaggio non è solo metafora della vita: è essenza della vita, cammino, itinerario, ricerca, fuga, presenza, assenza, attrazione, repulsione. Il mito del viaggiatore ha profondamente plasmato l’identità della nostra civiltà occidentale sin dagli albori omerici, dove Odisseo ha incarnato il superamento della linea dell’orizzonte ma, al tempo stesso, un ritorno alle origini, come mirabilmente sintetizzato nell’Ulisse di Giorgio de Chirico. E la storia dei grandi e degli uomini comuni è sempre stata un divenire, addizione e sottrazione di itinerari reali ed oni-

rici, interiori, simbolici e fantastici. In un elenco cospicuo di personaggi noti e celebrati trovano posto, accanto alle figure letterarie e agli esploratori, anche gli artisti, assetati ricercatori di fonti rinnovate a cui attingere ispirazione. L’Ottocento diventa il secolo dell’interesse verso il lontano, i luoghi inesplorati che si favoleggiano e si conquistano grazie all’espansione politica e coloniale. Al viaggio si intreccia la curiosità e l’attrazione verso culture, popolazioni e costumi sconosciuti. Fioriscono odalische, harem, serragli e si diffonde il gusto per l’Oriente inteso tout cour come linguaggio cromatico assente in Occidente che trova terreno fertile nel fantastico e misterioso mondo romantico. Il nuovo frasario ingaggia una competizione con i temi tradizionali sfociando nell’Orientalismo e mescolan-

dosi ad esotiche atmosfere. Monet sofferma le sue vibratili pennellate sul Ponte giapponese mentre Van Gogh esercita il suo inquieto pennello sui calligrafismi floreali attingendo ispirazioni mistiche dal periodo Edo. Il viaggio contamina e si arricchisce di valenze simboliche in Gauguin. Lontano, a Tahiti e nelle Isole Marchesi, si compie il processo etico di identificazione del mondo primitivo e originario con la quintessenza della purezza incontaminata. Il senso di estraneità al mondo occidentale, si conferma nelle statuarie figure campite con pennellate piatte in ambientazioni esotiche, fino alla monumentale tela del 1897 Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? che assunse l’identità di un manifesto sulla riflessione stessa dell’esistenza. Così la fuga dalla retorica occidentale divenne il lait motiv sotteso alle numerevoli accelerazioni verso altre culture. Matisse, dapprima in Marocco poi in Oceania semplificò la tavolozza attraverso lineecolore sintetiche prive di pause chiaroscurali in cui la forma originaria galleggia in uno spazio astratto. Klee scopre nuove

terse potenzialità del colore nei lavori a Tunisi, mentre Dubuffet impasterà la sua ispirazione materica al deserto algerino. Ancora il viaggio d’avanguardia di Boetti a Kabul, la permanenza di Ontani in India riflessa nei vivaci cromatici tableaux vivants, lo spiritualismo zen nei lavori informali di Tobey, fino allo sperimentalismo della casa stessa che viaggia nelle recenti installazioni di Botto e Bruno al Palaexpo e di Anna de’ Manincor’s al Mart: itinerario inverso in cui non l’artista ma la sua abitazione lo rappresenta in giro per il mondo, prosecuzione concettuale de la Boite en Valise di Duchamp, in cui le opere principali dell’artista, ovvero l’artista stesso, sono racchiuse in una scatola. in alto Giorgio de Chirico, Ritorno di Ulisse a sinistra Luigi Ontani, Elefante


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Estremamente vicini

Il fascino del Giappone in una mostra Marinilde Giannandrea Storia dell’Arte

docente di

R

oland Barthes definisce il Giappone “il paese dei segni”, ricco di dottrina e di fatti concreti. è uno dei luoghi più ancorati alle tradizioni e ai rituali antichi che convivono con l’immagine di un paese moderno tutto proiettato verso il futuro. Lontano profondamente dalla nostra cultura, me nello stesso tempo straordinariamente vicino ha esercitato e continua a esercitare una fascinazione totale che

che, nelle loro migliori espressioni, hanno lo stesso incanto delle antiche stampe. Il rapporto con il Giappone va oltre le arti visive: l’architettura del Sol Levante ha esercitato un’influenza fondamentale sugli architetti razionalisti e il cemento armato occidentale è diventato pura poesia visiva negli edifici di Tadao Ando. Un incontro felice tra culture che nell’arte ha prodotto risultati sempre sorprendenti e che è stata la linea di partenza della mostra Estremanente vicini, realizzata dagli studenti della V C Pittura e Decorazione e della III C Grafica e della sezione Ceramica, guidati dai docenti Enzo De Giorgi,

Salvatore Mazzotta, Rodolfo Stigliano, Carmelo Tau. Un percorso di riflessione sulle pratiche di contaminazione culturale che ha lasciato liberi gli studenti di riflettere sui meccanismi estetici di collisione e integrazione. I risultati sono diversi, si va dalla memoria di drammatici fatti storici, con il ricordo della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki, all’elaborazione pittorica sintetica e stilizzata, alla pratica artigianale delle stoffe, della carta e della ceramica, fino al confronto con le immagini più popolari dei fumetti. Nell’arte e nella grafica giapponese ciò che accomuna il mondo classico e quello

contemporaneo è la qualità delle opere, la stessa simbologia e gli stessi temi letterari. Nelle opere contemporanee, così come in quelle del passato, spiccano la cura dei dettagli, nell’eleganza delle soluzioni e la raffinata scelta dei colori. È questa pratica orientale della cura che gli studenti hanno ripreso, consapevoli più degli adulti, che l’integrazione tra le diversità potenzia la nostra capacità di lettura del mondo.

oggi ha rivoli che coinvolgono il cibo, il design, la moda. Le raffinate stampe di Utamaro e Hokusai, giunte in Europa alla fine dell’Ottocento, hanno schiarito la tavolozza degli impressionisti e offerto un altro sguardo sulla natura e sul paesaggio e ancora oggi intere generazioni di adolescenti continuano a consumare e adorare cartoni animati e fumetti made in Japan al centro Giulia Piccinni VC PD al lavoro a sinistra Trittico di Francesca Napoli e Sea Sex di Francesca Legittimo V C PD in alto Incontro di Chiara Potenza VC PD

Tutti in scena

L’Antigone di Sofocle una tragedia contemporanea Giulia Manca IB

S

uxamethonium. Ha così inizio il progetto di teatro della nostra scuola, realizzato con la collaborazione di Paola Leone e Fabio Tinella della “Compagnia Factory” e dei professori Francesca Arvasio, Massimo Marangio e Marcello Rolli, Dopo i primi contatti e “esercizi” su come si sta su un palcoscenico, abbiamo discusso sullo spettacolo da mettere in scena. La scelta è caduta sull’Antigone, una tragedia di Sofocle, rivisitata e riscritta da Valeria Parrella. La protagonista, Antigone, vuole interrompere la “non vita” del fratello Polinice, ormai in coma da tredici anni, ma la legge lo vieta e di conseguenza la ragazza è costretta ad agire di nascosto. Una volta scoperta, viene condannata al carcere con “fine pena mai”. Antigone, incapace di immaginare la sua vita in una cella, si uccide e successivamente anche il suo fidanzato/cugino Emone. Tutto ciò ci ha fatto riflettere sull’importanza del potere, che prevale sugli affetti,

ma il coraggio di Antigone porta speranza a tutti quegli uomini e donne che ogni giorno devono prendere decisioni difficili ed importanti. Inizialmente non c’era molto entusiasmo per questa scelta ma, leggendo il testo e commentandolo insie-

me, si sono iniziati a capire il carattere e le motivazioni dei personaggi. Dopo tanto lavoro, tante prove, ma anche tanti bei momenti, lo spettacolo è andato in scena al teatro Paisiello ed ha partecipato alla Rassegna del Teatro Antico che si svolge da diversi anni nell’area archeologica di Vaste. È stata un’esperienza importante “assolutamente da rivivere”, perché ci ha reso forti nelle nostre fragilità,

estroversi nelle nostre chiusure. Abbiamo acquisito maggiore fiducia in noi stessi e rispetto degli altri ma abbiamo anche imparato, guidati dai docenti e insieme agli alunni della sezione di Scenografia, a progettare e ad allestire uno spazio teatrale.

Momenti delle prove e dell’allestimento scenografico nelle foto di Francesco Perla V A RC

L’emozione continua di Marcello Rolli Docente di Scenografia

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iamo arrivati alla terza produzione e il Laboratorio Teatrale del nostro Liceo, da esperienza estemporanea è diventata una creatura strutturata, con una sua fisionomia. Un linguaggio, quello del teatro, utile e necessario, che aiuta ad essere coraggiosi, che ci fa comprendere il profondo significato della parola scritta, che ci porta a scoprire il gusto della costruzione di un’opera corale. Spoon River lo scorso giugno, Ubu Re nel mese di settembre, quest’anno l’Antigone. Temi impegnativi che i ragazzi hanno affrontato con una forte carica emotiva, a volte, per noi docenti, sorprendente, guidati con sapienza da Paola Leone e Fabio Tinella. Un’esperienza fortemente voluta dalla nostra Dirigente e che ci auguriamo possa continuare a crescere. Per raccontare nuove storie e personaggi, per scoprire che la scuola può essere un momento straordinario della vita, per continuare a stupirci di quell’umanità sorprendente che sono i nostri studenti.


OPENING

giugno 2013

Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce 7

Cinema che passione

Gennaro Nunziante incontra gli studenti del Liceo Giulia Carrozzo, Michelle De Austria, Erika Perrone III H Audiovisivo Multimedia

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er noi, studenti del corso di Audiovisivo e Multimedia, l’incontro con Gennaro Nunziante è stato molto istruttivo e coinvolgente. Molti più che Gennaro Nunziante conoscono Checco Zalone, protagonista dei film “Cado dalle nubi” e “Che bella giornata” di cui Nunziante è regista. L’incontro si è svolto sul filo di una velata provocazione. Nunziante ha esordito dicendo che occuparsi di linguaggi audiovisivi è come scegliere di non fare niente nella vita, parafrasando in qualche modo la frase di un noto giornalista che disse: «fare il giornalista è sempre meglio che lavorare». In realtà, nel proseguio dell’intervento, abbiamo capito che fare cinema, soprattutto in Puglia, è difficile; solo la caparbietà di chi vuole veramente mettersi in gioco riesce a superare gli ostacoli. Secondo Nunziante «girare in Puglia, non significa essere in prima linea nell’audiovisivo, come la Lombardia e il Lazio, che hanno anche le strutture tecniche per il montaggio e doppiaggio, qui inesistenti. Sotto questo aspetto, la Puglia è un luogo da fondare. Una volta, c’erano le TV locali che producevano e realizzavano, programmi ma adesso anche quelle realtà sono in crisi». Ascoltando queste parole ci siamo interrogati sul perché la Puglia, malgrado le numerose produzioni, non riesca a costruire realtà produttive, in grado

di offrire professionalità e competenza. Ma forse questa realtà “da fondare” come dice Nunziante, ci potrà offrire opportunità di sviluppo e occupazione. L’importante è diventare veri professionisti. Il racconto di Gennaro Nunziante ci ha introdotti in un mondo affascinante che necessita di figure capaci di confrontarsi con il resto d’Italia soprattutto sul piano delle Idee. Oggi la multimedialità è quotidiana e la possibilità di cimentarsi con strumenti in grado di realizzare immagini di buona qualità, alla portata di tutti, ha provocato un analfabetismo mediatico di ritorno. Spesso si prescinde dalla conoscenza della tecnica è si disconosce quello che a partire dal 28 dicembre 1895, giorno della prima proiezione pubblica ad opera dei fratelli Lumière, è stato codificato come linguaggio da applicare alla comunicazione cinematografica e audiovisiva in genere. L’ulteriore provocazione di Nunziante è frutto di una lunga meditazione: «sono

un animale da letargo, posso lavorare sei mesi all’anno, ma gli altri sei devo pensare». Un’interpretazione possibile è quella che un prodotto cinematografico è il frutto di ricerca e di approfondimento. Un regista, uno sceneggiatore devono avere il tempo di guardarsi intorno, captare le impercettibili sottigliezze del reale, interpretare la pratica quotidiana dei comuni mortali e successivamente applicare quell’estro creativo che porta alla struttura del film. Un cineasta quindi, è sempre al lavoro, sicuramente un lavoro diverso, invidiabile, ma che, a nostro parere, deve avvalersi di una particolare sensibilità. Per fortuna, però, il cinema è ricco anche di altre figure professionali e tecniche senza le quali l’estro e la fantasia dell’artista verrebbero vanificati.

Una visita alla Lecce Normanna

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n’uscita didattica ci ha fatto scoprire un importante reperto della civiltà Normanna del Salento, la Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo a Lecce. La facciata mostra sia la severità del romanico pugliese che l’esuberanza del barocco. Nel 1716 gli Olivetani intrapresero infatti un radicale intervento di ristrutturazione dell’edificio. La facciata venne rifatta da Giuseppe Cino in puro Barocco leccese conservando, di quella originaria, solamente il pregevole portale e il rosone. Il prospetto fu arricchito da dieci statue lapidee e da un monumentale fastigio di coronamento in cui svetta lo stemma degli olivetani, costituito da una croce e dai rami d’ulivo. I fianchi della chiesa si allungano, a destra, nel cinquecentesco chiostro dovuto a Gabriele Riccardi, mentre a sinistra, nell’area ottocentesca del cimitero. Su quest’ultimo lato è possibile osservare la teoria degli archetti pensili che corre lungo i muri della chiesa, il campa-

nile a vela con la meridiana e la cupola. La chiesa è divisa in tre navate da pilastri quadrilobati con semicolonne addossate. La navata centrale è coperta da una volta a botte mentre quelle laterali hanno una copertura con volta a crociera ogivale. In corrispondenza del transetto si innalza una cupola ellittica impostata su un tamburo ottagonale. In origine la superficie interna era ricoperta interamente da affreschi; nel XVII secolo furono imbiancati o ridipinti. Nella cupola sono raffigurati l’Incoronazione ed il Transito della Vergine. Nelle navate laterali sono presenti alcuni altari attribuiti a Mauro Manieri, tra cui quello intitolato ai Santi Benedetto, Bernardo Tolomei e Francesca Romana e quello dei Santi Niccolò e Cataldo. Entrambi gli altari espongono una tela settecentesca del pittore napoletano Giovan Battista Lama Di pregevole valore artistico sono la statua di san Nicola benedicente, nella navata sinistra, e due acquasantiere, tutte opere realizzate nel XVI secolo e attribuite a Gabriele Riccardi. Al XVII secolo risalgono il monumento

Due voci per un concorso

Gli studenti della V Rilievo e Catalogozione, guidati dalla prof. Giuseppina Centra, hanno partecipato alla quarta edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Salvatore Quasimodo”, organizzato dalla Provincia di Messina. Disillusione Eterno è d’un uomo solo negli occhi il rancore. Ancor più intenso è il suo oscuro abbandonarsi lento allo scoprir un cieco sentimento d’amore. E’ un attimo… Il cuore s’arresta, s’accusa, sobbalza, il tempo rallenta, la pupilla s’annebbia incredula, dilatata dilaga, dispera, la ragione è smarrita e schizza e guizza la mente; pazzia amore, folle sentimento. ...E’ la fine, d’intorno è sordo silenzio di morte, distruzione e smarrimento; E’ la fine, dell’uomo deluso questo è il tormento. di Danilo De Siena

in alto: Gennaro Nunziante dialoga con gli studenti a destra: Culture mix di Enrica Quarta V CPD

Guardare e scoprire Matteo Lezzi II G

L’angolo della poesia

sepolcrale del poeta epico leccese Ascanio Grandi e gli affreschi del coro (1619).

La Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo

L’ultimo quarto Ti guardo… non ho parole, ti aspetto, sono sempre io la tua bimba che ogni giorno cerca di rubarti un sorriso… un po’ d’amore Un minuto mi occorre per parlarti, seguirti, chiedere scusa; una spalla per piangere, un volto da accarezzare… Dammi un minuto per entrare nel tuo mondo, domandarti come va, ingannando il tempo, forse chiedendo un po’ di dignità… Solo un minuto per osservare i tuoi occhi e capire…ma pensi…cosa vuoi m’importi, aspiro ad un tuo complimento, uno sguardo, un sentimento… mi rimane un ultimo quarto per rincorrerti, osservarti, sorprenderti… un ultimo quarto per darsi un buongiorno un bacio e chiederne altri mille, sorseggiando un caffè, andare via a capo chino pensando a me… un ultimo quarto per far scorrere il sangue nelle vene, aver paura di perderti, e non esser mai riuscita a dirti ti voglio bene, padre. di Chiara Cisternino


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giugno 2013

Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce 8

Progetto Comenius l’Europa è più vicina Lecce

di Francesca Boccardo III E Scenografia

Il 3 dicembre scorso ha avuto inizio la sessione italiana del Comenius, il progetto di scambi internazionali della nostra scuola. Quindici studenti spagnoli, polacchi e tedeschi sono stati ospitati in Italia da ragazzi italiani. Sin da subito sono iniziate le attività. Il progetto prevedeva lo sviluppo delle ‘’Intelligenze multiple di Gardner’’. In ognuno dei giorni successivi sono state svolte delle attività di gruppo, in modo tale da stimolare, in ognuno dei trenta partecipanti, le capacità logiche, artistiche, cognitive e ovviamente linguistiche. Si richiedeva molto spirito di adattamento e altrettanta coesione di squadra. I vari team si sono sfidati ogni giorno per ottenere il punteggio più alto; questo è stato un modo efficace per spronare ognuno di noi a dare il meglio di se, aiutandosi a vicenda e collaborando per il conseguimento di un obiettivo comune. A mio parere la partecipazione a questo progetto è stata essenziale sia dal punto di vista didattico, per quanto riguarda l’uso della seconda lingua, che da quello dell’arricchimento personale, in quanto è stato estremamente interessante conoscere e apprezzare usi e costumi dei nostri ‘’vicini di casa’’, socializzando e stringendo forti legami che in molti casi sono durati anche una volta finita quest’esperienza.

Il 21 aprile scorso cinque alunni del liceo artistico sono volati alla volta di Simmern, cittadina tedesca a due ore da Francoforte, dando l’avvio a una meravigliosa avventura, calata nella quotidianità delle famiglie e della scuola tedesca. «è stato molto difficile ambientarsi i primi giorni» – ci rivela una studentessa – «In generale le loro abitudini sono molto distanti dalle nostre, ma l’esperienza è stata molto positiva sia per il confronto tra culture diverse sia per la conoscenza con un altro sistema scolastico». La scuola tedesca funziona in maniera diversa dalla nostra: le lezioni iniziano alle 7.40 e finiscono alle 16.30. Durano quaranta minuti e quindi facilitano l’attenzione e l’apprendimento delle varie materie e soprattutto di quelle scientifiche. Nell’edificio sono presenti la caffetteria, la mensa e una serie di servizi con ambienti per attrezzature scolastiche, armadietti personali e campi sportivi. Non esistono né interrogazioni, né compiti in classe ma solo prove individuali, con compiti differenti per gruppi e ci sono momenti di dialogo, dibattito e scambi di opinione. Il Comenius è stato un’esperienza interessante per le relazioni umane e la conoscenza di un altro paese con un’unica eccezione: gli “spaghetti al ketchup”.

OPENING

pagine d’arte_06

Progetto editoriale proff. Anna Chiriacò, Marinilde Giannandrea, Rodolfo Stigliano

di Valentina Kelly Linciano, Ilaria Contaldi, Chiara Tricarico I B

“T di Silvia Greco II D

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o alla violenza sulle donne, avviato già lo scorso anno dalla prof.ssa Laura Marra, in collaborazione con Amnesty International, è un percorso che ha coinvolto la II D sul tema del rispetto dei diritti umani. A grande richiesta anche quest’anno si è continuato il progetto affrontando la tematica della povertà legata alla violazione dei diritti. Amnesty International ha sottolineato come là dove più forti sono le sacche di povertà e arretratezza, più vengono violati i diritti in particolare delle donne. Per questo la nostra attenzione si è fermata soprattutto sulla piaga del femminicidio. Abbiamo sentito il bisogno di realizzare un video con la collaborazione del prof. di Religione, Marino Longo. Hanno partecipato Silvia Greco per il montaggio, Arianna De Donatis e Erika Paolí per le foto e i video, Marco Gianturco e Roberto Quarta per le musiche e i testi. Abbiamo raccolto e montato canzoni, video, flash-mob, che raccontano, a tratti in maniera cruda, la gravità del problema da cui non sono esenti neanche Paesi sviluppati e “civili” come l’Italia. Amnesty International ha ritenuto il lavoro valido e significativo, tanto da renderlo pubblico e lasciarlo come testimonianza all’Assemblea Nazionale di A.I. che si è tenuta a Roma il 24 aprile 2013. I disegni in alto sono di Maya Pallara III C Grafica, in basso gli autori del video di Matteo Costantini III E AA

Redazione prof. Gilberto Olita Ilaria Contaldi, Kellj Linciano, Giulia Manca, Marialuce Russo, Chiara Tricarico IB Davide De Santis, Mariella Ferraro, Martina Sindaco, Chiara Zocco III B AA

Francesca De Ventura, Gioele Sabetta, Sabrina Zecca III F GR

Arte oltre le frontiere

Simmern

di Matteo Costantini III E Architettura e Ambiente

Giulia Aresta, Federica De Rinaldis, Maya Pallara, Rebecca Pati, Cristian Sava, Giacomo Guido III C GR

La dignità delle donne è un diritto

Sopra evento di fine anno presentazione e consegna del catalogo “Le(g)ali al Sud” PON C3 2011-2012; “Progetto una scuola, un piano. Il Liceo per il PUG di Lecce”; apertura della scuola e dei laboratori alle famiglie, mostre, video-visioni, rappresentazioni teatrali, dimostrazione tecnica ceramica raku, inaugurazione del Museo Pellegrino. programma dell’evento: www.liceociardolecce.gov.it

utti gli esseri nascono liberi e uguali in dignità e diritti”
 (art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo).
La fusione delle diverse nazioni del mondo sta diventando un fenomeno molto comune ma non ancora pienamente accettato. La recente elezione del ministro dell’integrazione, Cecìle Kyenge, di origine congolese nel nuovo governo Italiano è stata criticata da alcuni parlamentari. È anche a causa del loro comportamento che il nostro Paese potrebbe essere etichettato come razzista. Questo atteggiamento si riflette anche sui giovani, eppure il mondo dovrebbe arricchirsi proprio grazie all’integrazione tra mondi e culture diverse. Nella nostra scuola non sono presenti molte etnie, in ogni caso ci sono ragazzi di origine latino-americana e albanese ma a quanto pare gli alunni non fanno caso alle differenze. Gli studenti di origine straniera intervistati dichiarano che si sono trovati bene fin dal primo momento; solo una studentessa brasiliana ricorda di essere stata insultata e costretta a cambiare classe durante gli anni della scuola media. Ora frequenta il nostro liceo e lei stessa ha dichiarato: «Noi artisti abbiamo una mentalità differente, molto più libera e aperta rispetto a tutti gli altri».

Lo sport a scuola orgogliosi e vincenti

I campionati studenteschi 2012-2013

Marialuce Russo Chiara Tricarico IB

A

nche quest’anno la nostra scuola ha partecipato ai campionati dei Giochi Sportivi Studenteschi. Le attività sportive sono state corsa campestre, palla tamburello, orienteering, badminton e tennis tavolo. Le varie graduatorie, con grande soddisfazione delle nostre insegnanti Simona Magurano e Claudia Sardelli, sono risultate le seguenti: Palla tamburello (secondi alle finali provinciali) con le allieve Bianca Massari, Benedetta Lezzi, Demi De Mitri, Alessia Follica, Zoe Martella, Emily Pastore, Eleonora Sabato, Silvia Pariti, Giorgia Bandello, Aurora Totaro. Orienteering (quarto posto femminile) Marialuce Russo, Anastasia Scurti, Agnese Paladino. Secondo posto maschile: Marco Gagliardi, Davide Corrado, Franco Matteo. Tennis Tavolo, finali provinciali, allieve: Bianca Massari, Benedetta Lezzi; juniores femminile, allieve: Silvia Albanese e Stefania Padula.


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