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OPENING Liceo Artistico e Coreutico Ciardo Pellegrino • Lecce

pagine d’arte_10 periodico d’informazione giugno 2017

Progettare il Passato la linea invisibile del tempo

Tiziana Paola Rucco Dirigente Scolastica

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l tempo ordisce una trama nelle vicende della storia umana, che nascono e si determinano dall’intreccio delle nostre esistenze e delle nostre esperienze. Tutto sembra cambiare ed evolversi nel giro di una o due generazioni, più recentemente assistiamo a trasformazioni che avvengono con una velocità vertiginosa. Eppure non sentiamo il filosofo ateniese molto lontano da una saggezza oggi tanto ricercata attraverso le più svariate vie, terapeutiche o mistiche, laiche o religiose; né l’animo umano può esser messo a nudo in modo più sfaccettato ed intenso, delicato o talvolta anche dissacrante, di quanto la letteratura mondiale e tanta parte della nostra vasta letteratura abbia saputo manifestare nei vari secoli; e ancora, quella che forse è la più alta espressione della condizione umana, l’arte, non conosce né tempo né luogo, benché ciascuna opera non la si possa collocare per le sue caratteristiche se non in determinati tempi e luoghi. Cosa allora ci rende diversi nelle varie epoche? Cosa rappresenta il futuro? Cosa il passato? Dove ci collochiamo noi in questo presente? E in cosa consiste il nuovo, il cambiamento? E’ una domanda che ci ritroviamo spesso a porci nella scuola, investita oggi da cambiamenti epocali, dove il compito essenziale è educare e formare la persona. Spesso l’ondata dei cambiamenti rischia di travolgere

come una marea e di far perdere di vista il faro del porto di destinazione. Certo il progresso ha sempre contribuito a migliorare le condizioni di vita dell’uomo, e lo sviluppo tecnologico che stiamo vivendo attualmente offre potenzialità enormi, ha rivoluzionato le metodologie didattiche, favorendo i processi di apprendimento attraverso le nuove tecnologie, strumenti

so lo studio, l’impegno, il recupero della memoria di luoghi e di persone. Dobbiamo tornare a parlare di cultura come elemento fondante di una società rinnovata, credibile, portatrice di valori positivi, autentici, condivisi. La cultura, una volta affidata solo ai libri, che racchiudono nelle loro pagine la trama di una storia, l’architettura di una

straordinari per la conoscenza e la comunicazione; ma sappiamo bene che il nostro porto di destinazione è la formazione dell’uomo, e il faro deve orientare i giovani verso un riappropriarsi della capacità di essere persone, di intessere con gli altri relazioni significative, di continuare a scrivere insieme la storia. La conoscenza del passato è per questo un bene prezioso da salvaguardare e da custodire, attraver-

disciplina, opere o frammenti di opere dell’ingegno umano, oggi è veicolata in varie forme, da contenuti editati in formato digitale, a informazioni e scambi di comunicazione in rete, a tutto ciò che integra per altri canali la tradizionale formazione scolastica. La memoria del passato, facilmente e largamente accessibile, si mescola con le esperienze presenti che si interconnettono anche a distanza in tempi

brevissimi e moltiplicano le opportunità di conoscenza, di sviluppo, di progresso. Le generazioni si scambiano conoscenze e competenze in un progetto comune di crescita. Sintesi di esperienza e di conoscenza, in un legame continuo e dinamico tra memoria del passato e anticipazione di un futuro già presente, la cultura è quel faro che rende una società capace di esprimere i valori che sono fondamento della convivenza civile e del progresso, ovvero il benessere dell’individuo, la giustizia sociale, un sistema di regole. La storia ci ha insegnato troppe volte che perdendo di vista questi riferimenti la società va incontro a periodi di crisi, di declino, di disorientamento, che diventano poi opportunità di cambiamento e di rinnovamento attraverso un forte risveglio delle coscienze. Ecco dunque che ha senso dire che il futuro è nel passato, poiché il passato è il presupposto del futuro, ne è già una parte. La memoria è la nostra identità, dentro di noi i contorni del tempo si sfumano in un’esperienza di vita unica, personale, che diviene memoria e identità collettiva. E’ questo il filo invisibile del tempo che lega le nostre vicende e le vicende dell’umanità e della storia; ci comprende tutti, ci avvolge, ci conduce in un viaggio avventuroso e sempre nuovo, e insieme antico: il viaggio attraverso la natura umana e attraverso il mondo e gli eventi. In questo viaggio avviene l’incontro delle nostre esistenze.

GLI INCONTRI

LA MANIFESTAZIONE

SCUOLA-LAVORO

CITTADINANZA ATTIVA

Il Maestro ritorna sui banchi dell’ex Istituto d’Arte

Visioni, performance e letture nella mostra di fine anno

L’Alternanza e le nuove professionalità

Il manifesto per la Festa della Repubblica

Matteo pagina 2

Fernando De Filippi

Giannandrea pagine 8-9

pagine 10-11


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Back home Fernando De Filippi ritorna nell’ex Istituto d’Arte

Franco Matteo VB Arti Figurative

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e classi di Arti Figurative sono state impegnate in un interessante incontro con l’artista leccese Fernando De Filippi coordinato dalla prof. Marinilde Giannandrea. Classe 1940, De Filippi si è formato nelle aule del vecchio Istituto d’Arte “G. Pellegrino”, allora improntato sul modello di “bottega”. È proprio dalla sua esperienza scolastica che parte il dialogo con gli alunni e con il viaggio all’interno della sua biografia e della sua evoluzione a livello artistico, un’espressione che negli anni spazierà dalla pittura al manifesto, dalla performance alla video-art. Diplomatosi all’Istituto d’Arte con il massimo dei voti nelle discipline di indirizzo, si trasferisce a Milano. È a Milano che segue corsi di Pittura e successivamente di Scenografia, all’Accademia di Belle Arti di Brera, ed è sempre a Milano, ormai sua città di adozione, che l’artista comincerà a lavorare e a misurarsi con il mondo dell’arte. Dal racconto emerge che è in questo periodo, nel fervente ambiente culturale e artistico milanese, che De Filippi viene a contatto con le personalità di spicco nel clima creativo di Brera, tra gallerie e il Bar Jamaica. È il momento della rivoluzione sociale e sessuale, della contestazione dei modelli di autorità familiare, scolastica e politica. I suoi primi lavori avranno, infatti, una

forte connotazione politica e ideologica. Il suo interesse è indirizzato verso il Marxismo e in particolare la figura di Lenin, leader della Rivoluzione bolscevica. Sceglie se stesso, è lui il soggetto dei suoi dipinti, e successivamente opera una vera e propria ‘sostituzione’ nel video in cui si vede l’immagine di un giovane Fernando De Filippi traformarsi in quella di Lenin. Questo cambiamento non è solo di genere iconografico, infatti l’artista imparò il cirillico e trascrisse alcune lettere di Lenin in una performance. Ma De Filippi è stato anche precursore di un movimento artistico ormai ampiamente diffuso: la street-art. È proprio sui muri della città di Milano (ma successivamente anche di Bologna, Madrid e New York) affiggerà le sue riflessioni e citazioni di ca-

rattere politico e culturale. Frammenti di Karl Marx, riflessioni sul compito dell’arte nel suo contemporaneo tappezzeranno i muri della città, prendendo esempio dalla pubblicità e dal suo forte potere comunicativo. Numerose le sue partecipazioni a mostre internazionali e il suo ruolo nella cultura artistica italiana come direttore ventennale dell’Accademia di Belle Arti di Brera e oggi come Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce. Il racconto autobiografico termina con la presentazione degli ultimi lavori in cui De Filippi rappresenta la natura e i suoi elementi dentro il rigore (le Geometrie del Fuoco). A conclusione dell’incontro il Maestro si apre al dialogo con gli studenti, discutendo dei pregi e dei difetti del sistema scola-

Donne vittime di violenza

stico italiano. È molto forte l’appello finale alle nuove generazioni. Sostiene di non poter definire quale sia il compito dell’artista, né i canali o i modi migliori per potersi esprimere. Invita tutti a formarsi un proprio stile e perseguire un proprio compito, secondo le soggettività e la personale relazione con il mondo. Alla fine la Dirigente Scolastica gli consegna la sua vecchia pagella scolastica. Fernando De Filippi è promosso a pieni voti.

In alto Arte di Fernando De Filippi In basso Mi chiamo Eva di Lorenzo D’Alba VB Arti Figurative L’immagine di coopertina è della IVG Audiovisivo e Multimedia

un libro e un incontro per riflettere e comprendere Alessia Fallica VB Arti Figurative

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el mese di aprile, presso il nostro liceo, la prof.ssa Simona Magurano e il prof. Gionata Quarta hanno organizzato un incontro con Paolo Maci, autore di Mi chiamo Eva (Negroamaro edizioni), con due personalità d’eccezione: l’avvocato penalista Gianluca Tarantino e la dottoressa Annalucia Rapanà, già impegnata con l’istituzione in un progetto sui disturbi dell’alimentazione e sulle dipendenze. Attraverso le parole dell’avvocato Paolo Maci, le struggenti testimonianze di cinque donne vittime di violenza prendono forma grazie alla ricostruzione di fatti realmente accaduti. Sono storie vere, fatte di forti emozioni, paura e sangue. Le protagoniste, alle quali l’autore dedica i singoli capitoli, non appaiono pubblicamente per una tutela nei loro confronti. E le storie rappresentano esempi del diffuso fenomeno del “femminicidio”. È, infatti, contro la normalizzazione dell’ideologia maschilista e patriarcale, ancora a fondamento della nostra società,

che si schiera l’autore per una presa consapevolezza che faccia le coscienze portatrici di un messaggio di rifiuto e lotta alla violenza di genere. L’obiettivo di “sensibilizzazione” si estende a tutti i contesti sociali, in particolare all’ambito scolastico, campo di formazione delle giovani menti. Gli alunni hanno avuto la possibilità di confrontarsi con chi affronta questa materia ed è a stretto contatto con contesti di criticità e situazioni limite, riflettendo sui fattori che conducono ad azioni violente e di conseguenza sugli strumenti giuridici di tutela delle vittime senza distinzioni di sesso. La legge italiana prevede, dal 2013, un inasprimento dei provvedimenti nei confronti dei colpevoli di atti persecutori e limitazione della libertà sessuale, vista l’introduzione di un’aggravante in caso di preesistenza di un rapporto sentimentale tra le parti. Nei momenti di denuncia e processo, la vittima è sempre agevolata dallo Stato con misure di tutela psicologica (presi-

dio di psicologi, processo a porte chiuse), economica (gratuito patrocinio) e sociale (case di accoglienza). Inoltre, è possibile prendere provvedimenti preventivi, come ammonimento o diffida di contatto, ai quali, però, non si ricorre sufficientemente. Il problema però di fondo è ideologico: la speranza di un cambiamento nella persona che soggioga porta il soggiogato a privarsi di misure di sicurezza fondamentali alla propria incolumità, sperando in una soluzione spontanea del problema a rischio della propria vita. All’interno del rapporto di abuso, infatti, le parti sono due: quella del carnefice, cresciuto come narcisista per via dell’educazione accomodante, e quella della vittima, facilmente impressionabile, che nella relazione vive convintamente il suo ruolo di passività. Questi ruoli sono il prodotto non solo di situazioni concrete del momento ma del retaggio culturale limitato e limitante che, a seguito del processo di emancipazione femminile, vede l’uomo perdere la sua posizione autoritaria,

dal punto di vista economico e da quello sentimentale, che lo portava ad applicare la propria “legittima padronanza” sulla donna. In conclusione, è senza dubbio necessario un ripensamento dell’identità maschile ma anche una rivalutazione del ruolo da parte della donna, la quale deve prendere consapevolezza del suo nuovo “status” familiare e sociale, previsto e garantito dalla Legge.


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Reliance I fili della dipendenza Pamela Rinaldo IE

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utti siamo dipendenti da qualcosa, ma ci sono dipendenze pericolose. Molti adolescenti, infatti, non sanno come impiegare il loro tempo libero e a volte, per noia o mancanza di interesse, diventano vittime della droga. A scuola o negli ambienti di divertimento, i più fragili sono condizionati dagli amici e provano questa nuova esperienza, credendo di poterne uscire illesi, ma non è così: si inizia per gioco e si rimane intrappolati in questo tunnel da cui è quasi impossibile uscire. Altre volte la droga è vista come una via d’uscita da una situazione difficile. Si pensa che il semplice spinello non abbia degli effetti collaterali, mentre è stato scientificamente provato che provoca danni irreversibili al cervello e

al fegato. Molte persone non sono informate sulle conseguenze negative di queste sostanze, quindi nasce la necessità di far capire loro a cosa vanno incontro. Proprio per questo motivo nel nostro liceo è nata l’iniziativa di un progetto, reso possibile dalla Prefettura di Lecce e apprezzato dagli studenti della IE che hanno voluto rappresentare l’idea della dipendenza. 
Il protagonista è un ragazzo accovacciato che sta fumando una “canna”. La dipendenza è rappresentata da una mano che regge i fili come un burattinaio; sul braccio un tatuaggio con la scritta reliance. Lo sfondo nero rappresenta la solitudine, il giovane è completamente immerso nel suo mondo e non ha alcun contatto con la realtà che lo circonda.

Daniele Sartori il cinema low budget

Benedetta Cillo, Laura Schito VI Audiovisivo e Multimedia

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na delle esperienze che hanno segnato il nostro anno scolastico è stata la partecipazione di tutte le classi dell’indirizzo Audiovisivo e Multimedia al workshop tenuto dal regista Daniele Sartori sul cinema low budget. Per poterlo realizzare, più che sulla disponibilità di costose attrezzature, bisogna far affidamento sulla creatività individuale e su una buona dose di capacità organizzativa. È stato questo il modo in cui lo stesso regista ha iniziato la sua carriera. Le parole di Sartori hanno acceso quel piccolo fuoco che ogni ado-

Videomapping e Teatro TEDx, l’incontro con Mangialardo e Perrotta Angelica Raho, Guendalina Rollo, Elisabetta Zappatore VB Arti Figurative

“Sento di rappresentarmi in quello che faccio. Bisogna far diventare il lavoro una sfida con noi stessi, non proponendosi subito come artisti ma come creativi.” Si presenta così Hermes Mangialardo, il cartoonist e videomaker, che il 5 Novembre scorso è intervenuto all’interno del programma di TEDx “Conversazioni sul futuro” insieme all’attore e regista Mario Perrotta. Mangialardo ha realizzato diverse performance vincendo nel 2009 il “Best Italian VJ” e nel 2006 ha creato un’agenzia di comunicazione digitale. Due anni dopo propone a MTV la serie “Urban Jungle” in cui descrive in modo ironico le mode fra i giovani (hippie, emo, metal), riscuo-

tendo un discreto successo su YouTube. Nell’incontro ha esposto diversi progetti, tra i quali “Frontiers”, con cui ha vinto il premio “Nastri d’Argento”, un corto animato sull’abbattimento delle frontiere che si superano grazie alla semplicità che solo un bambino può percepire, e “One Day in July”, dove manifesta il dolore di quattro bambini uccisi dalle bombe israeliane mentre giocano sulla spiaggia di Gaza, premiato al “Film Festival di Teheran”. Significativa la sua collaborazione con Mario Perrotta, premio Ubu (l’oscar del teatro), il secondo ospite della giornata, che fin da piccolo ha sperimentato la passione per il palcoscenico, riuscendo a dar vita nel 1994 alla compagnia del Teatro dell’Argine. “Verso Terra” è il progetto che ha realizzato nell’autunno del 2016 e dedicato “a chi viene dal mare”, ispirato agli episodi di violenza verso i migranti, durante permanenza temporanea al “Regina Pacis”. Sua la regia e l’organizzazione degli spettacoli all’alba sulla spiaggia di San Foca con attori che interpretavano le vite di chi arrivava in Italia per trovare la pace. In quell’occasione Hermes

Mangialardo ha realizzato il videomapping con le animazioni di catene spezzate, muri abbattuti e volti disperati. “Questi incubi, purtroppo reali, fanno riflettere sullo stereotipo di una nuova generazione che vuole apparire solo grazie ad un selfie ed esclude qualsiasi forma d’arte capace di incidere realmente sul mondo”, sono le parole di Mario Perrotta che concludono

l’incontro comunicando ai ragazzi un insegnamento morale e professionale.

A sinistra Mario Perrotta In alto Hermes Mangialardo A destra Bianco-Valente

lescente, con un sogno e una passione, si porta dentro. Utili gli incoraggiamenti a viaggiare per fare nuove esperienze, a credere sempre in se stessi, a provare e riprovare senza paura di sbagliare, nella certezza, anzi, che ogni crescita si fonda sulla correzione di un errore. In alto Daniele Sartori durante il workshop A sinistra il disegno di Michele Leopizzi e Pamela Rinaldo IE

Bianco-Valente alle Officine Cantelmo

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li studenti della sezione Arti Figurative del Liceo hanno incontrato alle Officine Cantelmo il duo di artisti napoletani Bianco-Valente per il TEDx di Lecce-Conversazioni sul futuro in un dialogo curato dal critico Lorenzo Madaro. Le opere di Giovanna Bianco e Pino Va-

lente sono meccanismi complessi fatti di mappe, narrazioni, installazioni che intervengono sull’architettura e sul paesaggio in stretta relazione con le persone e i luoghi dove sono realizzate. I Bianco-Valente hanno presentato il loro lavoro discutendo con i ragazzi di processi creativi, dimensione partecipata e relazionale, relazione tra arte e parola. Si è parlato anche di mercato dell’arte, gallerie e delle tappe necessarie per una carriera artistica.


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Il popolo della notte il sottile confine tra rischio e sicurezza

Elisabetta Zappatore IV B Arti Figurative

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l giorno 23 febbraio si è tenuto l’incontro col giornalista e saggista musicale Pierfrancesco Pacoda e con Antonio Conte, in arte DJWar, organizzato dalla prof. Angela Maria Bruno. Sono stati coinvolti gli alunni delle classi quarte per una corretta informazione sulla diffusione della droga nei luoghi del divertimento. In particolare, sul rapporto che i ragazzi hanno con la notte. Il desiderio e il gusto per il rischio sono gli elementi fondanti delle culture giovanili, come emerge dall’ultimo lavoro del giornalista, scritto alla luce dei fatti della calda estate 2015 che hanno visto coinvolte le discoteche anche salentine per tragici fatti di cronaca. Secondo il giornalista far conoscere una serie di esperienze che possono spiegare cosa succede durante la notte può essere molto più costruttivo rispetto alle solite posizioni repressive. Additare le discoteche come luoghi sem-

Rally del Salento il logo fra i finalisti

pre più pericolosi rende spesso i media colpevoli di trattare l’argomento senza cognizione di causa. DJWar ha spiegato quanto ciò possa essere sbagliato perché fa perdere la bellezza e l’importanza di questi luoghi di divertimento, di musica e di incontro tra giovani. Il dj ha individuato invece come causa principale degli incidenti in discoteca la mancanza di misure di sicurezza e di prevenzione, come per esempio spazi in cui potersi riposare e trovare assistenza in caso di bisogno, la distribuzione gratuita di acqua, la presenza di defibrillatori, come già avviene in Germania e in altre parti d’Europa e del mondo. L’incontro ha messo in luce l’opportunità di andare oltre i pregiudizi e attraverso una corretta informazione, non solo dei ragazzi ma anche di genitori e di adulti, promuovere una maggiore consapevolezza del divertimento, dell’incontro e del desiderio di trasgressione.

Kunst.stück

l’etichetta in selezione

I protagonisti dell’incontro DjWAR Fondatore del primo nucleo dei Sud Sound System e successivamente del War Sound System attualmente partecipa e cura eventi nazionali e locali come dj.

Il Santo dei Voli un premio a Copertino

PIERFRANCESCO PACODA Giornalista e saggista, si occupa di stili di vita e di culture giovanili, in particolare quelle legate ai linguaggi musicali. Ha studiato l’hip hop italiano, al quale ha dedicato i libri Potere alla Parola e Hip hop italiano, e la scena delle piste da ballo planetarie, raccontate in Sulle rotte del rave e Riviera Club Culture. Leccese, vive a Bologna, dove scrive per “Il Resto del Carlino”.

Il premio Albo Scuole

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n occasione del 50° anno del Rally del Salento, i ragazzi della classe VC Grafica – Riccardo Cavallo, Leonardo Erario, Giorgia Scozzi e Simona Strafella – coordinati dal prof. Rodolfo Stigliano si sono cimentatati nella realizzazione del logo promosso da ACI Lecce per il concorso enogastronomico “Pit Stop Salento a Km. Zero”. Il logo è inserito in un calendario e ha come obiettivo creare un mix di offerta fra gli interessi degli appassionati di Rally e la promozione e la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari del Salento a km0. Il logo rappresenta il concetto dell’enogastronomia, il territorio salentino e le corse automobilistiche. L’elemento in basso a sinistra allude alle infografiche, mostrando il circuito prima della gara; è sovrastato dalla lettera “P” e tende a diventare un “segnaposto”, un’icona di geolocalizzazione. Il dinamismo è reso evidente dall’inclinazione del lettering, con le sue forme sinuose; la lettera “O”, in prossimità della scritta “zero”, viene forata dalla forma di una forchetta dal forte impatto visivo; infine, i colori caldi utilizzati rimandano al cibo e al calore della nostra terra.

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giunto in finale il lavoro di Riccardo Cavallo, allievo della classe VC Grafica che, supportato dalla prof. Romina Tafuro, ha partecipato al concorso internazionale “kunst.stück” di Kellerei Kaltern-Caldaro. La cantina Kaltern ha invitato artisti e grafici all’ideazione e creazione di un’etichetta speciale per “vestire” il primo dei vini kunst.stück, quello dell’annata 2014, l’edizione speciale del “Kalterersee”, un vino tipico di Caldaro. L’etichetta del nostro allievo è stata selezionata (insieme ad altre quattro) per la votazione online su ben 70 proposte. Il premio è stato aggiudicato a Claudio Paternoster che ha convinto sia la giuria che il pubblico con la sua straordinaria interpretazione creativa. Approfondimenti sul progetto sulla pagina Behance di Riccardo Cavallo.

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nche quest’anno il Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino” ha aderito al progetto finalizzato ad una migliore conoscenza del “Santo dei voli”, patrono degli studenti e protettore degli esaminandi, partecipando alla settima edizione del concorso “A scuola… con san Giuseppe da Copertino”, aggiudicandosi il primo premio nella sezione riservata alle scuole secondarie di secondo grado. Il 26 maggio scorso, l’opera pittorica realizzata dalle alunne Elena Cito e Alessia Martino della classe III F Arti Figurative ha ricevuto il significativo riconoscimento durante la manifestazione di premiazione, giunta alla settima edizione, svolta nella splendida cornice del giardino del Vescovo. Il concorso è stato indetto dall’Associazione “Amici della Grottella” e dal Comune di Copertino e diffuso dall’Ufficio X del MIUR Puglia - Ambito Territoriale Lecce.

ncora un riconoscimento da “Albo Scuole”, Associazione Nazionale per il Giornalismo, per il nostro giornale “Opening”. All’edizione dello scorso anno è stata assegnato il Premio Nazionale per la “Sezione Arte”. Tra i collaboratori della testata la Dirigente, gli studenti e i docenti del liceo. Alla redazione, formata dai proff. Pina Centra, Marinilde Giannandrea e Rodolfo Stigliano, i sentiti complimenti del Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Vincenzo Nicolì.


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Giurato al Festival del Cinema di Venezia Franco Matteo vince il prestigioso riconoscimento

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l testo di Franco Matteo della VB Arti Figurative è stato selezionato su scala nazionale e ha consentito allo studente di far parte della Giuria Giovani del Festival del Cinema di Venezia. Ne pubblichiamo uno stralcio. «[…] Se non si può avere il tutto, il nulla è la vera perfezione”, questo F lo aveva sentito nella conclusione di 8½, il suo film preferito di Fellini. Doveva molto al cinema, pensò. Gran parte del suo sapere veniva da lì, anche parte della sua personalità, del suo stile di vita; pensò che il Cinema era stato un ottimo maestro di vita per lui, quasi alla pari di un genitore. Come un figlio nei confronti del proprio padre o della propria madre, F capì di essere in debito con il Cinema, un debito che non avrebbe mai realmente potuto saldare, ma che meritava un tentativo da parte sua, e non uno qualunque, bensì “il Tentativo” con la t maiuscola. […] Hitchcock era convinto che il cinema fosse la vita con le parti noiose tagliate. F era convinto che non tutte le parti noiose della vita fossero tagliate dal cinema, semplicemente era il cinema stesso ad avere il potere di rendere interessanti quelle che nella vita di ogni giorno consideriamo “parti noiose”. Nonostante la maturità che F aveva acquisito nell’arco del suo percorso cinematografico, era comunque consapevole di essere solo un ragazzo che molto volentieri prediligeva, anche un po’ romanticamente, la fuga dalla realtà. Niente più, niente meno. Eppure il cinema lo rendeva speciale. […] Il cinema mi ha insegnato tanto, di

ogni film conservo una parte dentro di me, che sia un ricordo positivo o negativo. È vero che il cinema si ispira alla vita, così come l’arte d’altronde. Non c’è dubbio. Ma detto questo, allora io mi son sempre chiesto: “la vita, a cosa si ispira?”. E a questa mia domanda il cinema non è mai riuscito a rispondere. Per fortuna. È proprio questa mia ignoranza, questa mia mancanza di sapere a spingere a migliorarmi, come persona e come artista. È il motore del cambiamento che caratterizza la vita: l’incompiutezza.La perfettibilità dell’essere umano, così piccolo e così grande, così forte ma anche così debole. Nonostante sia consapevole di quanto la vita sia ridicola, di quanto sia accidentale e priva di logica, sono ugualmente, follemente innamorato di essa e non posso farci nulla. Allo stesso modo sono innamorato del cinema. Gli sono grato del contributo e del ruolo che ha avuto, che ha e che sempre avrà nella mia vita.

Finché terrò alla vita inesorabilmente terrò anche al cinema. E sai una cosa? Sono sollevato che non sappia rispondere alla domanda fondamentale. A cosa si ispira la vita? Beh, se lo sapessi probabilmente non andrei più al cinema».

In alto da sinistra: Sara Greco, tutor del progetto del DB d’Essai, Franco Matteo, la direttrice del DB d’Essai, Luigi De Luca e la rappresentante di Agiscuola. In basso gli studenti della giuria 2017

Cinema, la grande magia

ll cineforum del DB d’Essai e la giuria David Giovani 2017 Francesca Mazzeo, Laura Schito VI Audiovisivo e Multimedia

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nche quest’anno sono stati diversi i ragazzi delle classi quinte del nostro liceo che hanno partecipato al progetto del CineTeatro DB d’Essai Giuria giovani del Premio David di Donatello, coordinato dalla prof. Pina Centra. I giovani giurati hanno avuto modo così di ampliare le proprie conoscenze riguardo a quella che viene considerata la settima arte: il cinema. Da novembre sino agli inizi di gennaio, si sono ritrovati per assistere gratuitamente alla proiezione di uno dei film in concorso e discutere con gli studenti delle altre scuole della provincia partecipanti sulla trama e le varie tecniche cinematografiche e comunicative. Piuma, La verità sta in cielo, Che vuoi che sia, 7 minuti, In

guerra per amore e Indivisibili sono stati i film in concorso tra i quali, nell’ultimo incontro del 7 gennaio, ogni ragazzo ha scelto quello che riteneva dovesse essere il vincitore. Successivamente, gli alunni hanno avuto l’opportunità di mandare un proprio elaborato sia al “Giffoni Film Festival”, sia al “David di Donatello” ed è stato bellissimo scoprire che due studenti erano stati selezionati. Oltre a Franco Matteo anche Federico Rizzo della VB AF parteciperà nel prossimo mese di luglio al “Giffoni Film Festival”. E allora, buon cinema a tutti.


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Le Giornate FAI di primavera i giovani ciceroni e l’amore per l’arte

Francesco D’Elia V I Architettura e Ambiente

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’architetto milanese Giò Ponti ne L’architettura è un cristallo scrive: «Amate l’architettura antica, essa ha composto quel teatro che non chiude mai, gigantesco, patetico e leggendario, nel quale noi ci moviamo, personaggi-spettatori vivi e naturali in una scena al “vero”, inventata ma vera […] Amate l’architettura perché siete italiani, essa […] è una vocazione degli italiani: l’Italia l’han fatta metà Iddio e metà gli uomini». Pensate poi a Lecce e a quel

“teatro che non chiude mai” e subito la vostra mente sarà estasiata dalle immagini di santi, capitelli, cornicioni e figure leggendarie che scolpite nella pietra leccese hanno creato il “nostro teatro”. Perché l’arte è un qualcosa di sociale, di nostro. Anche il più povero tra di noi entra in cattedrale e dice da padrone “il mio duomo” e così i palazzi che furono dei ricchi sono oggi le “pareti della sua città”. E Piazza Duomo non è stata da meno durante le giornate di primavera del FAI, svoltesi il 25 e 26 Marzo scorso accanto a guide d’eccezione, quali gli studenti del liceo artistico nei quali era insito il desiderio di voler rendere padroni per tutta la durata della visita tutti i turisti che, in quel fine settimana, hanno fatto entrare la propria anima e il proprio amore per l’arte nel meraviglioso scenario della Cattedrale di Lecce. Per la prima volta, dopo tanto tempo, il nostro Liceo ha colto l’occasione per dare un contributo di qualità all’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano. La formazione storico-artistica, le numerose visite e la ricca documentazione hanno permesso agli “apprendisti ciceroni” di offrire un viaggio nel tempo unico e irripetibi-

le alla scoperta dei segreti artistici che la cattedrale custodisce gelosamente in sé. Ed è così che i riflettori dell’arte si sono accesi sui suoi argenti, sulle sue sculture, sui suoi altari e sulle sue preziose tele per restituire loro lustro e gloria e la testimonianza della grandezza umana senza fine. Sempre Giò Ponti scrive, immaginando Dio che descrive l’arte agli angeli del cielo: »L’arte, […] della quale siamo nell’augusta presenza, è la sola cosa che io non ho creato, è la sola cosa che non riuscirà al Cielo neanche con miracoli, è la sola cosa che è soltanto degli uomini. […] Niente da fare, angeli miei, […] noi non dipingeremo, non scolpire-

mo…L’Architettura poi! cosi ingombrante e non funzionale qui…se gli uomini sono spettatori del creato, noi celesti saremo spettatori dell’arte: è questo il miracolo più miracoloso, perché […] è fatto da chi non sa fare miracoli». Sulla scia dell’amore per questo grande miracolo umano che è l’arte, che ha sempre contraddistinto il nostro liceo, gli studenti che hanno partecipato al progetto sono orgogliosi di aver proposto cultura e consapevolezza sul grande palco che è la nostra Lecce, nella speranza che la collaborazione con il FAI possa dare nuovi frutti in futuro.

The Monument’s boys and girls il Liceo all’evento nazionale A.M.A.

Sofia Bruschi, Giacomo Marciante IIIG Audiovisivo e Multimedia

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ell’Atlante dei Monumenti Adottati (A.M.A) dalle scuole ora c’è anche il nostro Liceo. La classe IIIG ha scelto la chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo nei pressi del Cimitero di Lecce. La chiesa è chiusa al pubblico, ad eccezione della domenica, e questo insieme all’umidità favorisce il degrado dei bellissimi affreschi che arricchiscono l’interno. Gli studenti della IIIG l’hanno “adottata”, dopo averla visitata, conosciuta e ripulita, anche per “farle prendere una boccata d’aria”. Si sono documentati e hanno girato un video per presentare e raccontare la sua storia. La chiesa è stata aperta ai visitatori il 12 maggio scorso (nella giornata nazionale A.M.A) e gli studenti si sono preparati alla nuova esperienza di “ciceroni”. Le diverse parti del monumento sono state affidate a piccoli gruppi e sono state illustrate ai turisti. Inoltre, un gruppo aveva

il compito di guidare i turisti stranieri e a un ragazzo in particolare era stato affidato il compito di fare da guida alle persone audiolese con il linguaggio dei segni. È stato organizzato uno spazio di sosta per dare la possibilità ai visitatori di sedersi e guardare il video realizzato dagli studenti. L’esperienza ha regalato a tutti la sensazione di lavorare insieme, di “fare gruppo”; ha fatto comprendere a tutti l’importanza di tutelare il nostro patrimonio ma, allo stesso tempo, il dispiacere e il senso di colpa nel vedere un monumento così straordinario e carico delle storie dei popoli che hanno camminato sulle nostre terre trascurato e degradato. Molti studenti erano un po’ emozionati ma alla fine tutti si sono divertiti. Hanno imparato a organizzare una visita e a parlare, senza vergogna, davanti ad adulti e bambini. Un’esperienza costruttiva, soprattutto per degli studenti del terzo anno. Un’esperienza da ricordare e, sicuramente, da ripetere.

foto di Samuele Dell’Onse IIIG Audiovisivo e Multimedia


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I segreti dei Cortili Aperti i palazzi del centro storico di Lecce aprono le loro porte Giulia Assalve VA Architettura e Ambiente

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l 21 maggio scorso si è svolta a Lecce la XXIII edizione di “Cortili Aperti”, curata da Alessandra Carucci e Paola Valentini. Il nostro Liceo ha avuto il piacere di essere coinvolto nell’iniziativa, dando ai turisti la possibilità di “conoscere” le dimore storiche aperte al pubblico. All’interno di ogni

cortile erano poste diverse installazioni. L’opera Bestio Economicus, realizzata da Valentina Schito della IVB Arti Figurative, era collocata nel cortile di Palazzo Andretta. L’evento ha contribuito a un momento di arricchimento, frutto dell’unione tra l’attuale generazione di visitatori e la bellezza del passato intesa come “memoria”. Palazzo Palombi, che ha accolto l’opera di Nicola Genco Metamorfosi, Barnum e altre storie o Armonie, gli acrilici di Giovanna Petrucelli presso il cortile di Palazzo Tinelli, insieme ad altre dimore ed installazioni, hanno incantato i visitatori. Nel suggestivo panorama dei “Cortili Aperti” spicca però, nel cortile di Palazzo Adorno, la figura di Rosamaria Francavilla con le sue creazioni, Abito per Michelina De Cesare, Corazza, Filo D’Arianna. Rosamaria Francavilla è un’artista che ha studiato nell’ex Istituto d’Arte “G. Pellegrino” e ha vissuto, sin da piccola, scrutando gli oggetti che caratterizzano il quotidiano, dando risalto e vita ai prodotti della natura. Il segreto di questi elementi è da ricollegare all’essenza della donna, spesso non percepita in tutti i suoi colori e sapori. Da

questa analisi, frutto dell’esperienza anche in campo culinario, l’artista dà una nuova interpretazione alle foglie del carciofo, alla zucchina, al peperoncino rosso, al fagiolo, alle lenticchie, al grano, al pomodoro e a tutto il patrimonio della nostra terra. Un “semplice” capo d’abbigliamento diventa la manifestazione dell’essere donna, donna salentina. La terra è madre, per questo i semi sono paragonati alla fecondità. Le foglie dure del carciofo, solitamente eliminate, sottolineano le parti nascoste di una donna; il peperoncino rappresenta la vitalità e la positività femminile. Ogni elemento ha un significato, una nota cromatica o una texture, che nella pluralità dell’utilizzo dei

Martano si è rinnovato l’appuntamento con Agorà Design, la rassegna tenutasi dal 23 al 26 febbraio scorso a Martano che, giunta alla dodicesima edizione, propone una vetrina per architetti e designer.

“Un’occasione offerta a tanti professionisti per far apprezzare il loro estro creativo”, questo il pensiero che muove gli organizzatori. Ricco il calendario programmato per l’oc-

casione con l’esposizione dei numerosi progetti presentati nelle due sezioni del concorso (Living e Garden). Interessanti i momenti di approfondimento e di dibattito, come quello con l’architetto Stefano Boeri, che hanno visto protagonisti anche tantissimi studenti pronti a confrontarsi con le tematiche del design e della progettazione d’interni. La rassegna di Martano dimostra come le nuove frontiere del design possono diventare un terreno di formazione e una sfida professionale. Il Liceo Artistico ha partecipato all’evento con un proprio spazio espositivo. I lavori degli studenti hanno arricchito e vivacizzato la manifestazione mettendo in risalto il ruolo di una formazione attenta alla modernità, alle sensibilità creative e all’evoluzione sociale e progettuale.

A sinistra l’installazione di Rosamaria Francavilla a Palazzo Adorno In basso l’opera di Valentina Schito della IVB Arti Figurative a Palazzo Andretta

La Youth Jury al Salento Rainbow Film Fest

A Martano la mostra del design contemporaneo

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materiali crea una struttura forte e contemplativa. La donna può rivedersi in ogni “ingrediente” dell’abito e scegliere quello che la può valorizzare.

Benedetta Cillo, Laura Schito V I Audiovisivo e Multimedia

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er il secondo anno consecutivo la VI della sezione Audiovisivo e Multimedia ha fatto parte della Giuria Giovani al “Salento Rainbow Film Fest”, festival nazionale organizzato dall’associazione LeA-Liberamente e Apertamente a tema LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). La valutazione dei cortometraggi è avvenuta sulla base dell’analisi di problematiche affrontate, emozioni

suscitate, qualità dei linguaggi. La scelta è ricaduta su The Second Closet, di Sara Luraschi e Stefania Minghini Azzarello, un’opera che affronta in maniera originale il tema della violenza domestica. Nella serata conclusiva la proclamazione del corto vincitore e la lettura delle motivazioni. Ancora una volta il Festival si è dimostrato un’eccezionale esperienza formativa ed un’occasione di crescita interiore all’interno di un ambiente in cui si è soliti praticare il rispetto della libertà oltre le scelte individuali.


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La memoria come

la manifestazione finale fra most

Marinilde Giannandrea Docente di Storia dell’Arte «Il passato è una terra straniera; fanno le cose in modo diverso laggiù». È l’incipit fulminante di The Go-between, romanzo di Leslie P. Hartley (1895-1972) pubblicato in Inghilterra nel 1953 e in Italia nel 1955 con il titolo L’età incerta. Un romanzo che è diventato anche un film – Messaggero d’amore, diretto da Joseph Losey (1971) – giocato sul tema della memoria e della passione. Tuttavia il passato non può essere una terra straniera per gli studenti del nostro Liceo Artistico che hanno nel loro patrimonio genetico le storie dell’arte, le culture neolitiche e messapiche, greche e romane, medievali e barocche. Memorie che costituiscono il cuore pulsante dei luoghi dove vivono, dove tessono passioni e coltivano desideri. Forse non ne sono pienamente consapevoli, ma sicuramente la formazione può essere un processo di svelamento e di consapevolezza. E il passato diventa così lo spazio non di un ripiegamento nostalgico ma il territorio fertile per la costruzione di un’identità individuale e collettiva. Quindi Progettare il passato – il filo rosso della manifestazione finale del 9 giugno scorso e delle attività didattiche di un anno scolastico – diventa lessicalmente e concettualmente il modo per ribadire alcuni punti forti della formazione artistica, la progettazione, come capacità di imparare e mettere in atto processi di apprendimento, e il tempo storico, come territorio di conoscenza e di consapevolezza. Per la sezione di Arti figurative (con i proff. Irene Cipressa, Massimo Marangio, Nadia Esposito e Giovanni Scupola)

progettare il passato ha significato rileggere capolavori della Storia dell’arte in una dimensione contemporanea, mentre la sezione Architettura e Ambiente (con i proff. Raffaele Romito, Sergio Ventura ed Edoardo Colaci) ha approfondito le forme e le tecniche del rilievo architettonico di monumenti storici e ha utilizzato la logica e le forme del progetto per ripensare gli spazi pubblici legati alle tradizioni popolari. Per la sezione Scenografia, con i proff. Donatella Ianne e Pierluigi Lezzi, leggere il passato significa organizzare e immergersi in uno spettacolo teatrale ispirato

a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, messo in scena il 4 giugno al Teatro Paisiello di Lecce, che parla della cancellazione della memoria. L’indirizzo di Grafica, con il prof. Rodolfo Stigliano, è lo spazio per indagare e studiare le “Anamorfosi” trasportate in un’installazione contemporanea, ma è anche lo strumento per mixare passato e presente, come avviene anche nelle opere degli studenti del-

le proff. Rossella Vilei e Romina Tafuro. La sezione Audiovisivo e Multimedia, con i proff. Maurizio Madaro e Dario Patrocinio, è partita dalle Avanguardie artistiche del Novecento per ibridare linguaggi e forme espressive. E naturalmente il neonato Liceo Coreutico che, con lo spettacolo Tra passato e presente la danza, composto da Attraversa-Menti Style storming di Marica Zannettino e Bizarre Opera di Valentina Iaia (il 7 giugno alle Officine Cantelmo di Lecce), ha messo in scena una performance centrata sulla forza della danza. Poi ci sono le parole legate alla musica e alle linee dinamiche dei corpi nel reading coordinato dai proff. Pina Centra e Andrea Scarcella, con i contributi dei docenti del Coreutico, Marica Zannettino e Ilario

La fotografia di Palumbo nelle visioni deg

il Salento di ieri in quello di oggi in una rilettura digitale In sella a una bicicletta, in treno, su un piccolo calesse, il viaggio di Giuseppe Palumbo (1889-1959) ha esplorato per cinquant’anni la Terra d’Otranto, fotografando il paesaggio naturale e umano e lasciando un archivio di immagini pubblicate dalla storica dell’arte Ilderosa Laudisa in un ponderoso volume delle Edizioni Grifo, oggi esaurito. Una figura riscoperta anche da Francesco Maggiore e Paolo Pisanelli, dell’agenzia di comunicazione Big Sur, che con “Visioni del Sud. Esplorazioni fotografiche di Giuseppe Palumbo” hanno articolato negli ultimi due anni un percorso espositivo tra Lucugnano, Calimera e la Torre Matta di Otranto. La fotografia di Giuseppe Palumbo è stata anche l’oggetto di ricerca dell’alternanza scuola-lavoro della IVD Grafica, realizza-

ta in collaborazione proprio con Big Sur e con il tutoraggio del prof. Rodolfo Stigliano. Dotato di una curiosità senza pregiudizi, Palumbo è stato fotografo, studioso e intellettuale, contribuendo con le sue immagini a costruire un pezzo di identità salentina. Nelle fotografie, realizzate con la fedele fotocamera Zeiss, affiancata dagli anni Venti da macchine più moderne con pellicola, sceglie uno stile privo di filtri pittoreschi mostrando passioni ed emozioni, testimoniate anche dalle didascalie che arricchisce con note di colore e commenti personali. Amava fotografare la sua terra e documentare la cultura contadina, i mestieri artigianali con i passaggi naturali e le vedute urbane che si trasformavano per l’avvento della modernità, documentando

mezzo secolo di visioni quotidiane, spesso ricostruite in piccoli set fotografici, che risentono in alcuni casi delle influenze della pittura francese, mentre in parallelo combatteva numerose battaglie a difesa del patrimonio artistico, come quella appassionata per i dolmen e i menhir. Gli studenti della IVD hanno contaminato il passato con il presente e hanno modificato i luoghi fotografati da Palumbo con interventi che rendono visibili le profonde trasformazioni che il paesaggio salentino ha subito. Attraverso un’elaborazione digitale hanno contrapposto la Lecce di ieri con quella di oggi in una ibridazione di immagini che testimoniano le mutazioni, non solo architettoniche, ma anche sociali, antropologiche e culturali.


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e forma delle Arti

tre, video, reading e performance Marra. Sono le parole dei giudizi negativi che molti artisti hanno subito. Caravaggio, gli Impressionisti, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Piero Manzoni sono stati, tra glia altri, oggetto di opposizioni e incomprensioni. Oggi sono star universali di mostre e musei. Progettare il passato, dunque, per riaffermare il senso della Storia, per comprendere e interpretare il presente, per riannodare e ricucire il filo temporale e sperare nell’avvento di un nuovo Umanesimo, merce assai rara in tempi così incerti.

gli studenti

Nella pagina a fianco Lecce Metafisica, la fotografia della IVG Audiovisivo e Multimedia e i lavori pittorici della IIA dedicati alla Cappella degli Scrovegni di Giotto di Riccardo Cairo, Caterina Chimienti, Brenda Ciardo, Eva Fattizzo, Chiara Mancarella, Nicolò Pendinelli

In alto da sinistra i lavori di Gabriele Stigliano (IIIC Grafica), Francesco Rizzo (VD Grafica), le opere pittoriche di Alessandro Lo Rizzo (IIIB Arti Figurative), Federico Rizzo e Lorenzo D’Alba (VB Arti Figurative) Al centro il lavoro fografico Gli specchi farebbero bene a riflettere un po’ prima di riflettere le immagini della V I Audiovisivo e Multimedia In alto a destra l’Anamorfosi di Riccardo Cavallo (VC Grafica) e una foto vintage delle luminarie di Lecce, punto di partenza della IIIA Architettura e Ambiente

A sinistra le foto di Giuseppe Palumbo reinterpretate dalla IVD Grafica


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Le tavole del palcoscenico Scuola, lavoro e impegno sociale un’esperienza di lavoro e di vita

l’Arte colora la Casa Circondariale di Lecce

Valeria Marzo, Chiara Palazzo IIIE Scenografia

Elena Cito, Sara Evangelista, Alessia Martino IIIF Arti Figurative

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’alternanza scuola-lavoro presso i cantieri teatrali Koreja, con la guida della prof. Donatella Ianne, è stato un viaggio tra aspettative, grandi scoperte e divertimento. Non si tratta del classico teatro formale. È studiato appositamente per accogliere il pubblico e farlo “sentire a casa”. Agli studenti è stata offerta l’opportunità di scoprire come funziona questo mondo, osservando e prendendo parte alla fase di preparazione di uno spettacolo, sperimentando cosa vuol dire mettere su un allestimento scenico con le proprie forze. È stato possibile assistere a diversi spettacoli con emozioni indimenticabili. La relazione con il regista e con la compagnia degli attori è stata stimolante e positiva. All’inizio le attività sono state semplici e guidate (visione smontaggio delle scene, momenti di dibattito e riflessione) poi sono diventate più complesse, sempre guidate, ma con apporti personali (montaggio e smontaggio dell’allestimento scenico, proposte personali). Quest’esperienza è stata anche un motivo in più per trascorrere bei momenti tra compagni di classe, comprendere l’importanza del lavoro di squadra, rispettare gli orari di lavoro, adattarsi ai ritmi e ai tempi di consegna, risolvere problemi, apprendere nozioni fondamentali sulla sicurezza sul lavoro indossando l’attrezzatura di protezione e concentrandosi sulle cose da fare. È stato molto importante conoscere, condividere e partecipare attivamente al conseguimento dei risultati grazie all’auto-

valutazione e alla misurazione con i propri punti di forza e di debolezza. L’alternanza è stata arricchita da un mini-laboratorio di comunicazione legato alla produzione artistico/scenografica. Attraverso esempi semplici, si è discusso dell’importanza della comunicazione come arma strategica nello sviluppo di progetti culturali e carriere, in un mondo sempre più competitivo, in cui i social network sono diventati una nuova sfida e un nuovo modo di fare (o non fare) storytelling. Partendo dalle suggestioni degli spettacoli visti, sono stati realizzati alcuni elaborati grafici e testuali con l’obiettivo di integrare contenuti artistici, pensiero critico e comunicazione scritta. Opportunamente stimolati, e ciascuno in base alle proprie possibilità, gli studenti hanno sperimentato l’importanza di dare forma a un pensiero artistico e le difficoltà di descriverne il contenuto. Perché saper comunicare un progetto artistico è parte integrante del progetto stesso. L’esperienza lavorativa in alternanza scuola lavoro ha alimentato gli interessi, i sogni e l’amore per il teatro. Il desiderio è di raggiungere un importante obiettivo: diventare grandi scenografi.

Nell’ambito delle attività di alternanza scuola-lavoro la classe IIIF ha intrapreso un percorso di approfondimento disciplinare e di cittadinanza attiva che ha visto come partner esterno la Casa Circondariale di Lecce. Oltre agli incontri con gli specialisti del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine Degli Avvocati e del Ministero della Giustizia, con cui sono stati affrontati i principi di Diritto Costituzionale e Educazione Civica, gli studenti, guidati dal prof. Enzo de Giorgi, tutor interno del progetto, hanno realizzato un’opera pittorica di notevoli dimensioni finalizzata al restyling della Sala Polivalente della struttura ospitante. La tecnica utilizzata per questa produzione è stata l’idropittura su tavola. Dopo un’accurata fase progettuale eseguita individualmente, in cui sono stati affrontati con attenzione i temi e i contenuti più congrui agli spazi di destinazione, si è rapidamente passati alla fase esecutiva attraverso la riproduzione in scala degli studi preparatori, dando vita ad un’unica scena pittorica contenente gli studi di tutti gli alunni, filtrati e unificati da un apporto stilistico comune. Esteticamente il dipinto finale si presenta come una lunga fascia orizzontale caratterizzata da graduali e delicati passaggi cromatici. L’esperienza si è dimostrata particolarmente formativa grazie all’intenso lavoro sinergico del gruppo classe e ad una organizzazione operativa che ha portato alla realizzazione di un’importante opera che il 7 giugno scorso è stata collocata nella

Progettare una festa popolare l’alternanza nel vivo delle tradizioni Cristal Mele III A Architettura e Ambiente

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ra marzo e aprile, la classe IIIA di Architettura, ha realizzato il proprio percorso scuola-lavoro intitolato “Festa di Sant’Oronzo: tra tradizione e innovazione”. Tutto è cominciato con una mattinata passata in compagnia dell’architetto Francesco Foresta, tutor esterno, che ha guidato gli studenti tra le vie principali del centro storico di Lecce raccontando le tradizioni popolari che esistevano quando lui era bambino. Ha condotto la classe dalle porte di Lecce a Piazza Sant’Oronzo, lungo un percorso che era importante includere nel progetto. Così è iniziata la pratica che ha generato un dibattito acceso sul come progettare la festa. C’era chi voleva una festa circolare includendo la piazza e le porte, per ricordare la tradizione, e chi invece voleva una

festa orizzontale, cambiando la tradizione e includendo la modernità, in un percorso da Porta San Biagio, passando per Piazza Sant’Oronzo e finendo a Piazza Mazzini. Si è deciso alla fine di scegliere la tradizione e quindi di rimanere dentro le “mura” della città. Un ulteriore aiuto è stato fornito da un ex alunno della nostra scuola, Francesco Maggiulli, che ha affrontato il tema “luminarie” con l’importante collaborazione di tanti nonni e genitori che hanno aiutato a rivivere il passato. L’alternanza ha visto anche i contributi del prof. Vincenzo Paticchio, che ha parlato della processione e del lato religioso della festa; di Ruggero Vantaggiato, fondatore del giornale satirico “La Carrozza”, che ha approfondito l’aspetto civile; ed infine di Carlo Sozzo, noto chef salentino, che ha raccontato le sue esperienze e le rivisitazioni dei piatti salentini più conosciuti. Si è deciso poi cosa si sarebbe dovuto in-

serire all’interno della festa e dove collocarlo. Tutti gli spazi urbani sono stati riempiti con un elemento importante della storia della tradizione leccese. Una strada è stata dedicata interamente all’artigianato, alle lavorazioni in cartapesta, in ceramica o in pietra, memtre la strada della movida leccese alla degustazione dei piatti tipici dell’antica tradizione delle “putèe” salentine (vecchi locali dedicati al bere e al mangiare). Piazza Sant’Oronzo è stata interamente riempita di tavolini e si potrà ascoltare la musica proveniente dalla cassa armonica, mentre in Piazza Libertini saranno installate le semplici giostre di una volta. Questo progetto ha fatto comprendere i grandi valori della tradizione leccese. Tuttavia “Per tornare a celebrare la festa come veniva festeggiata in passato, forse bisognerebbe ritornare ad essere semplici come una volta, cosa che non accadrà mai.”

sala multifunzionale della Casa Circondariale di Lecce, allietando con i suoi colori uno spazio comunemente noto come teatro di situazioni difficili e problematiche.

FabLab e il 3D le nuove frontiere del design

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nche quest’anno gli alunni della IVH, indirizzo Design, hanno svolto la loro alternanza presso il FabLab di Lecce, seguiti dal tutor interno prof. Antonio Calò Macchia. Make it yourself è stato il motto che ha motivato l’esperienza. Tutti i ragazzi hanno realizzato innovativi oggetti di design, sotto la supervisione del tutor esterno, sfruttando al meglio le tecnologie messe a disposizione dall’azienda. La stampa 3D e il taglio laser sono stati i protagonisti dello stage. Dopo una lunga fase di progettazione, svolta in orario curriculare, i numerosi progetti hanno preso vita per diventare in poco tempo degli oggetti reali.


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Il nostro Mediterraneo organizzare e gestire un evento artistico

Elisabetta Zappatore

IVB Arti Figurative

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a classe IVB della sezione di Arti Figurative ha svolto il percorso di alternanza scuola-lavoro nell’organizzazione della mostra Il nostro Mediterraneo presso la Fondazione Palmieri a Lecce. Dal 22 al 28 marzo è stata esposta una selezione delle opere realizzate nel corso del progetto triennale dedicato al Mediterraneo – a cura dei docenti Nicola Refolo, Enzo De Giorgi, Paola Pascariello e Carmelo Tau – mirato ad esplorare il Mare nostrum, sui temi della biologia, dell’archeologia e del rapporto tra l’uomo e il mare. Gli autori delle opere erano studenti ed ex studenti del liceo: Stefano Brogna, Rebecca Carluccio, Irene Centonze, Alessia Fallica, Marinella Fedele, Silvia Greco, Sara Elia, Miriana Liberti, Arianna Linciano, Bianca Massari, Giada Mastria, Franco Matteo, Kassandra Milito, Stefania Potì, Angelica Raho, Guendalina Rollo, Angela Ruggeri, Valentina Schito e Lorenzo Sparascio. La prima parte dell’alternanza, svolta a scuola, è stata dedicata alla promozione dell’evento. Gli studenti sotto la guida di Pierpaolo Lala, giornalista e socio Cooclub, hanno utilizzato tutti i mezzi a loro disposizione per promuovere la mostra,

organizzando un ufficio stampa e una pagina facebook, mentre la parte grafica è stata curata dal prof. Rodolfo Stigliano. Nella giornata del 21 marzo gli alunni, guidati del tutor scolastico Marinilde Giannandrea e dal tutor aziendale Giulia Palmieri, hanno montato la mostra, prendendo familiarità con la gestione degli

spazi e confrontandosi con gli aspetti pratici dell’allestimento. A lavoro finito, le opere sulla parete di fondo ricordavano un grande acquario, con pesci, alghe e fondali marini dipinti con pennellate precise e luminose. Le pareti laterali sembravano le finestre di un sottomarino che mostravano

relitti affondati ma allo stesso tempo pieni di vita, circondati dal blu. Lo spazio dedicato al rapporto tra l’uomo e il mare offriva diverse interpretazioni, visioni tristi, legate al dramma dei migranti, ma anche interpretazioni introspettive e colorate. La sera dell’inaugurazione ha costituito un emozionante momento per i ragazzi, che hanno iniziato a rapportarsi con il pubblico. Sono intervenuti la Dirigente Scolastica Tiziana Paola Rucco e i curatori della mostra, proff. Giannandrea e Refolo. Durante la settimana di apertura, gli alunni hanno continuato a fare da guida (anche in inglese) alla mostra e, in contemporanea, hanno preso parte ad intressanti incontri con diversi esperti: Errica Moscogiuri, che ha offerto ai ragazzi un approfondimento sull’ex chiesetta di San Sebastiano; Zazzi Miglietta, ballerina di danza moderna che

Il rilievo architettonico La chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo a Lecce Emma Tornese IVD Architettura e Ambiente

È

questo il secondo anno di alternanza scuola-lavoro con gli alunni del triennio impegnati in un’attività selezionata dalla scuola e coerente all’indirizzo di studi. Gli alunni della IVD Architettura e Ambiente sono stati i protagonisti di un progetto di rilievo architettonico della chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo, tra le più antiche di Lecce. È situata nello spazio antistante il cimitero con il Monastero degli Olivetani e fu fondata nel 1180 in epoca medievale, sotto la dinastia di Re Tancredi d’Altavilla. Fu donata all’ordine dei Benedettini e nel 1494 passò, per volere di Alfonso II di Napoli, agli Olivetani che, nel 1716, fecero ristrutturare la facciata dandole l’impronta barocca che in quell’epoca si era diffusa a Lecce. Qui i monaci rimasero sino al 1807. L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate da pilastri con semicolonne addossate; la navata centrale è coperta da una volta a botte, le navate laterali hanno una copertura con volta a crociera ogivale mentre in corrispondenza del transetto s’innalza una cupola ellittica impostata su un tamburo ottagonale.

I metodi di misurazione su base geometrica si sviluppano in Grecia e trovano una definitiva codificazione a Roma quando, fra il II sec. a.C. e il I sec. d.C., si giunge a una vera e propria specializzazione del disegno di rilievo. Veniva realizzato attraverso restituzioni prospettiche e ortogonali disegnate su lastre marmoree o

su pergamena con l’impiego di compassi, squadre e righe graduate. Gli altri strumenti utilizzati erano il filo a piombo, la corda graduata, l’archipendolo, la groma, il regolo, la canna, l’astrolabio, il quadrante geometrico, la bussola topografica e fu consolidata la pratica descrittiva della fabbrica attraverso restituzioni in pianta, prospetto e sezione. La precisione geometrica della restituzione del rilievo romano lascia il posto, nel Medioevo, a forme di rappresentazione simboliche e idealizzate. Col passare degli anni, però, la Rivoluzione Industriale ha avuto il sopravvento. Il cambiamento principale sta nel fatto che, oltre a strumenti come longimetri, filo a piombo, paline, che servono per effettuare il rilievo diretto direttamente sull’oggetto, viene realizzato il rilievo indiretto. In questo caso le misure vengono prelevate con l’ausilio di strumenti ottici, senza entrare in contatto con l’oggetto, e sono più dettagliate e precise. L’attività, è stata suddivisa in due settimane distinte; dal 13 al 17 febbraio e dal 6 al 10 Marzo. Il lavoro è stato svolto sotto la guida di due docenti dell’Università, la prof.ssa Carla Maria Amici e la dott.ssa Manuela De Giorgi, e del docente interno, il prof. Raffaele Romito. È stato realizzato il rilievo di alcune particolarità della chiesa, come l’Acqua-

ha fatto immergere i ragazzi in questa affascinante disciplina; Rosa Mariano che, insieme ad Errica Moscogiuri, ha guidato gli studenti in una visita per la città; l’avvocato Roberta Martano, che ha tenuto una lezione sugli aspetti giuridici delle Fondazioni, e Stefano Schiattone che ha fatto capire l’importanza della musica, anche in rapporto all’arte. Durante il finissage della mostra si è tenuto l’incontro con il prof. Ferdinando Boero, biologo marino. Sono state vendute undici opere e il ricavato è stato donato all’AIRC, associazione contro i tumori. L’ultima parte del percorso si è svolta a scuola con Cesare Liaci, fondatore della cooperativa culturale Coolclub, che ha raccontato la sua esperienza nell’imprenditoria artistica. “Si può vivere di arte” è stata la frase intorno a cui si è sviluppato tutto il suo discorso, frase piena di speranza che ha rappresentato la perfetta conclusione per questo affascinante percorso di alternanza scuola-lavoro.

Accademia di Belle Arti di Lecce Gilberto Olita Docente di Italiano “Brava hai fatto un bel lavoro” con queste parole il prof. Cosimo Marullo, docente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, si è rivolto a un’allieva della nostra scuola impegnata nel completare un’opera nell’ambito del progetto Alternanza scuola-lavoro. L’alunna contenta non tanto per il complimento, sicuramente meritato, ma perché, come riferirà in seguito, insieme ai compagni, ha portato avanti un percorso nel quale il saper fare è stato fondamentale. Questo il punto fondamentale per tutte le classi impegnate in Accademia. Qui i ragazzi hanno potuto confrontarsi con studenti più grandi e commisurare il proprio operato e il proprio livello con quello di un’istruzione superiore. Le classi sono state impegnate ad approfondire i diversi percorsi pittorici, a sperimentare la preparazione e poi la realizzazione di un affresco, a disegnare un modello dal vivo, a riconoscere ed eseguire le tecniche dell’incisione. Sicuramente un’esperienza interessante e propositiva da ripetere un altro anno anche con altre classi. Ma questa è già un’altra storia.

santiera cinquecentesca incastonata nella prima colonna a destra della navata centrale, l’altare situato nella navata sinistra intitolato ai santi Benedetto, Bernardo Tolomei e Francesca Romana e la parete del chiostro affiancata alla chiesa sulla quale ci sono i due portali rilevati.


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Fahrenheit 451

Qui per lottare

Ray Bradbury e il progetto teatro 2017

un laboratorio teatrale

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Irene Centonze, Daniele Mirto VE Scenografia

ahrenheit 451, la rappresentazione teatrale di quest’anno diretta da Alessandra Cocciolo Minuz, attrice, regista, esperta in didattica attoriale e tecniche della comunicazione ha visto coinvolti numerosi alunni del nostro liceo provenienti da diversi indirizzi guidati dai proff. Donatella Ianne e Pierluigi Lezzi. La scelta del tema dello spettacolo teatrale fa riferimento al progetto d’Istituto per

l’anno “Progettare il passato”. Si colgono, infatti, in questo romanzo di Ray Bradbury i valori che l’autore consacra: la memoria, il ricordo. Alle persone che vivono assuefatte da un regime rimangono meno i ricordi. Non è matematico o indotto, è una conseguenza, poiché la storia è stata bruciata con i libri e sembra che la capacità di ricordare l’abbia seguita tra le fiamme. Il messaggio sul valore della memoria è veramente prezioso. Lo spettacolo racconta uno dei personaggi, la Fenice, che rinasce sempre dalle

sue ceneri ma, non avendo possibilità di ricordare, ricomincia sempre daccapo. L’uomo ha il vantaggio della memoria, può leggere i libri e sapere, può ricordare, per non essere condannato a ripetere gli stessi errori, sempre. L’uomo può progettare il passato per un futuro migliore. È per questi motivi che Fahrenheit 451 ha un valore sociale, per gli insegnamenti politici, culturali, ideologici e soprattutto umani. Questo laboratorio teatrale non ha formato degli attori, è stata un’esperienza vissuta attraverso l’espressività corporea in modo coraggioso e sincero, collaborativo e giocoso, serio e passionale. Sperimentare le potenzialità espressive del proprio corpo, valorizzando le differenze di ciascun allievo, imparando a concepirle come ricchezza personale e del gruppo è stata una finalità fondamentale del percorso teatrale di quest’anno, così come favorire la scoperta e lo sviluppo delle potenzialità anche in situazioni di disabilità. E ancora, sviluppare la propria autostima, mettendosi in discussione, correggendosi, lasciandosi guidare dal docente esperto e dai compagni verso il raggiungimento dei traguardi previsti, affrontare e superare la difficoltà e la paura di parlare davanti ad un pubblico.

I

A tal fine, il teatro è un’opportunità unica, uno spazio-tempo necessario, perché può far acquisire saperi, competenze, abilità e valori, autonomi e in reciproco rapporto, capaci di orientare anche verso possibili sbocchi lavorativi: saper ascoltare, parlare, convivere, scrivere, vedere, orientarsi, riconoscere e riconoscersi, rispettare, valorizzare, saper ideare, saper trasformare, apprezzare, progettare, costruire, giudicare, scegliere, decidere, inventare, inventarsi. È stato utile l’approccio laboratoriale della progettazione delle scenografie e dei costumi, oltre all’opportunità offerta dal progetto di comprendere e gestire uno spazio scenico reale nello spettacolo che si è tenuto al teatro Paisiello di Lecce il 4 giugno. Grazie ai ragazzi per la bellissima esperienza. Non resta che darci appuntamento al prossimo anno.

l 20 dicembre scorso nel laboratorio di Scenografia presso la sede succursale del nostro liceo si è svolto un laboratorio sulle tecniche del Teatro degli Oppressi diretto da Claudia Signoretti, con i partecipanti delle Free Home University. L’incontro, curato dalla prof. Marinilde Giannandrea con la collaborazione dei docenti Donatella Ianne, Pierluigi Lezzi e Marcello Rolli, ha visto la partecipazione degli studenti del terzo, quarto e quinto anno del corso di Scenografia e gli alunni delle classi IVB e VD che l’anno scorso hanno preso parte al laboratorio di teatro. “Qui per lottare” è stato il tema su cui hanno lavorato gli esponenti della Free Home University con gli alunni. Attraverso un insieme dinamico di tecniche ludico-teatrali, proprie del “Teatro degli Oppressi”, sono state messe in scena le situazioni oppressive del nostro quotidiano (ingiustizia sociale, esclusione, stigma), per analizzarle e cercare collettivamente di modificarle. Gli studenti sono stati portati a discutere sulle diverse forme di oppressione che accomunano donne e uomini, di cittadinanza italiana e delle comunità di migranti e di richiedenti asilo. “Il Teatro degli Oppressi” è un teatro basato sull’idea che «tutti possono fare teatro, anche gli attori» (Augusto Boal) per dire che l’uomo “è” teatro, prima ancora di farlo, perché ha la capacità di vedersi

Attraversa-Menti l’esordio del Liceo Coreutico Desirèe Memmi, Aurelia Peluso, Carla Rollo IA Coreutico “Ormai ci siamo dentro, ci facciamo trasportare dalla musica e dalla sua immensa bellezza, ma la cosa più importante siamo noi: la classe. Un gruppo numeroso, poliedrico, ognuno con la sua personalità, mondi diversi, stili diversi.” Il Coreutico è una novità per tutti gli alunni ed i docenti del liceo artistico ma soprattutto per chi vuole fare della propria passione una professione. Progettare il passato è stato un processo in evoluzione continua e di vivida creazione che ha coinvolto ogni studente della sezione, dando spazio alle emozioni ed alle idee di ciascuno: spunto di un confronto dialettico tra quella che è la danza contemporanea, che si manifesta attraverso espressioni corporee, movimenti di rigidità trasformati in flessibilità, e la tecnica della danza classica, che con la sua compostezza, eleganza, proiezione, apertura, rispecchia l’essere

persone, artisti, danzatori. Alla performance finale e a tutti i suoi vari elementi stilistici, ritmici ed espressivi si è aggiunta la danza popolare che caratterizza il nostro sud, la tarantella. Interagendo tra di loro anche con momenti di improvvisazione i ragazzi del Coreutico hanno fatto sì che la struttura iniziasse a

prendere forma e insieme ad essa la coreografia, che si è sviluppata grazie a quella che è la loro passione ed alla personalità che caratterizza ognuno di loro. “Abbiamo voluto stravolgere il linguaggio

peculiare della danza classica non indossando il solito body con calze rosa, ma abiti eleganti, sfarzosi e con colori sgargianti.” Un tuffo nel passato, in quella che era la danza una volta, spezzata, rotta ma anche arricchita e nutrita dalla contemporaneità del giorno d’oggi: questo ha dato loro un’opportunità di conoscere meglio se stessi, la relazione con gli altri e con l’arte della danza. “Alla scoperta di un viaggio fatto di persone reali più che di danzatori, alla scoperta di noi stessi.”

in azione, di essere consapevole delle sue azioni. Un teatro basato su processi di presa di coscienza. Altro importante aspetto sperimentato durante l’incontro è stato quello del TeatroForum, una forma spettacolare in cui gli alunni intervenivano in scena per cercare soluzioni possibili, trovando un’atmosfera extra-quotidiana ma su un tema a loro vicino, con la possibilità di sperimentare cambiamenti in situazione protetta dal rituale teatrale. In sintesi, un laboratorio strumento di educazione alla convivenza, alla pace, al rispetto reciproco, alla gestione dei conflitti, ma anche un mezzo di connessione tra individuo-gruppo-società, tra mente, corpo ed emozione, tra vissuto individuale e solidarietà, tra azione e processi di trasformazione di se stessi e del mondo.


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Per ricordare la Shoah una performance al Liceo e al Conservatorio di Lecce

Giorgia Mingiano e Marina Calora IVE Scenografia Il 7 febbraio scorso, per il Giorno della Memoria, la Prefettura di Lecce ha organizzato una giornata di eventi dedicati al ricordo dello sterminio del popolo ebraico e degli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e il lavoro coatto. Il programma, con il coordinamen-

ze, Charlotte De Prezzo, Alice Gentile, Kelly Linciano, Giorgia Martena, Valeria Marzo, Giorgia Mingiano, Mariandrea Miglietta, Irene Mortella, Sophia Padula, Andrea Piscopiello, Giorgia Pizza, Sarah Preste, Salvatore Spagnolo, Simone Simmini, e Simone Miglietta dell’indirizzo di pittura – guidati dai proff. Donatella Ianne, Pierluigi Lezzi e Marcello Rolli. La conoscenza è uno strumento prezioso e

che il mettere in scena la storia in uno dei suoi momenti più bui e brutali, come quello della persecuzione nazista, ha aperto un fiume in piena di emozioni che rimangono dentro e che riecheggiano insistenti. I giovani attori, attrici, scenografi, costumisti, hanno condiviso il tema fondante della Memoria in un incontro più che mai intenso e toccante. Solo ricordando ciò che è stato si potrà, forse, impedire che non si ripeta mai più un’altra Shoah. Una ferita profonda per la civiltà umana e un rischio che oggi, anche se con presupposti e dinamiche diverse, sembra conti-

nuamente ripetersi nelle stragi religiose, nei genocidi, nell’indifferenza verso chi emigra e muore nel tentativo disperato di cambiare la propria vita.

Im Dunkeln Tappen Si brancola al buio nel Giorno della Memoria

In occasione della manifestazione gli studenti della VF Arti Figurative hanno preparato un’installazione intensa e suggestiva.

to dell’Ufficio Scolastico Territoriale, ha previsto nel pomeriggio la partecipazione degli alunni del nostro liceo presso l’Auditorium del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, con la performance teatrale The Words of Memory - Cronologia della notte, precedentemente proposta il 27 gennaio nel laboratorio Metalli della sede succursale del liceo. L’incontro, curato dalla prof. Mariella Agostinacchio, ha visto la partecipazione degli alunni delle classi dell’indirizzo di Scenografia – Marina Calora, Irene Centonze, Aurora Centon-

gli incontri iniziali con i docenti sono stati occasioni di crescita importanti per tutti. Chi educa indica la strada, poi starà agli studenti trarre le conclusioni e meditare sul fatto che, purtroppo, “questo è stato” e non è un solo un semplice racconto ma la testimonianza di ferite ancora aperte che sanguinano e implorano che tutto ciò non accada mai più. Questa esperienza ha anche insegnato che il sapere può essere trasmesso non solo attraverso le attività curricolari ma anche con altri linguaggi, come quello teatrale, e

Endless, senza fine un’installazione contro l’indifferenza

Chiara Malitesta VH Arti Figurative

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l 27 gennaio, tra i banchi di scuola del nostro liceo, ha avuto luogo la mostra in occasione della Giornata della Memoria, un’esperienza formativa che ha coinvolto l’intero istituto. Lo scambio di idee e pensieri ha aperto lo sguardo a nuove ricerche, per un arricchimento personale e reciproco. Numerose elaborazioni progettuali, condotte in classe, hanno consentito la realizzazione di un piano comune, che potesse celebrare il valore preventivo della memoria, unica arma capace di sventare il ripetersi incessante e irragionevole della storia.

L’installazione Endless (senza fine) ha dimostrato invece come tale valore sia venuto meno negli anni, esortando a riflettere sulla memoria come funzione psichica assolutamente intima e privata.

L’arte, nelle sue manifestazioni, prende parte a tale esperienza individuale, con lo scopo di elaborare una riflessione personale e soggettiva, che si indirizzi verso l’evoluzione del presente. Endless è stata dunque un’installazione della memoria e per la memoria, capace di irrompere nelle aule e insegnare, senza comunicazione verbale, il valore della vita umana. I grigi pavimenti scolastici si sono vestiti di strisce rosse che si incrociavano e facevano da sfondo ad una rappresentazione simbolica dell’orrore della guerra: un mucchio di “cianfrusaglie” coperte da un lungo lenzuolo appena distinguibili nelle fioche luci bianche che ne rivelavano i confini.

Si calpestava così il velo dell’indifferenza che ci separa dalla realtà, poiché essa ha un volto irriconoscibile e sconvolgente che vogliamo celare nell’oblio. Nel crocevia di strisce rosse s’incontravano e si spezzavano le anime dei ricchi e dei poveri, dei deboli e degli indifesi di ieri e di oggi. Il progetto diventava dunque un manifesto per commemorare la follia dell’uomo: un sonno “senza fine”. Nonostante il titolo, che indurrebbe a una concezione pessimistica del futuro, l’installazione si è proposta di trasmettere un messaggio di speranza: invitando ad aprire gli occhi in attesa del risveglio della consapevolezza che il diritto alla vita è nato con l’uomo e morirà con l’uomo.


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La solidarietà nell’arte a Calimera il concorso Street Art Contest

Giulia Petrachi IVB Arti Figurative

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n occasione della manifestazione di solidarietà “Accendi una stella - io posso … far festa”, a cura dell’ex poliziotto affetto da SLA Gaetano Fuso, il giorno 30 aprile nella città di Calimera, precisamente in piazza del Sole, ha avuto luogo il concorso “Street Art Contest” organizzato dall’Associazione 2HE di Calimera. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica verso le problematiche che riguardano le persone affette da disabilità e, soprattutto, di raccogliere fondi per offrire gli ausili per accedere alle spiagge e per vivere serenamente e in modo adeguato l’esperienza estiva. Ogni partecipante doveva creare un’opera estemporanea, sottoponendola in seguito ad una selezione fatta da giudici qualificati che in base all’originalità dei temi, alla tecnica utilizzata e alle scelte cromatiche, hanno selezionato i vincitori. A vincere sono state Denisa Ishmakej,Valentina Schito, Guendalina Rollo ed Elisabetta Zappatore, quattro studentesse del Liceo Artistico frequentanti la classe IVB di

Arti Figurative, sotto la guida della docente di progettazione pittorica Nadia Esposito. L’opera vincitrice si intitola Camera Gialla di Denisa Ishmakej e Valentina Schito che, grazie alla loro originalità e alla sensibilità pittorica, sono state in grado di conquistare il primo posto nella classifica. Al terzo posto si sono classificate invece Elisabetta Zappatore e Guendalina Rollo con le opere Come i trucioli realizzano il loro Sogno e Un Giallo che Riempie. Il tema “Accendi una Stella” del concorso vuole ricordare l’importanza di puntare in alto per dedicarsi alla realizzazione di grandi e piccole cose che rendono migliore la vita di tutti. Le opere vincitrici faranno parte di una mostra permanente presso “La Terrazza”, sul lungomare di San Foca, con una spiaggia attrezzata per le esigenze delle persone con disabilità. In alto Un momento della manifestazione A destra L’opera vincitrice

Il tempo della speranza

l’intervento nella Casa Circondariale di Brindisi Alessia Fallica VB Arti Figurative

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ncora una volta la linea di confine tra esperienza concreta e lavoro curricolare si dissolve, lasciando spazio alla stimolante collaborazione con la Casa Circondariale di Brindisi. Coordinata dal docente di discipline pittoriche, Nicola Refolo, con l’aiuto del prof. Vincenzo De Giorgi, la classe VB Arti Figurative è stata coinvolta nel progetto di allestimento degli spazi del carcere brindisino. Si tratta di sale per i colloqui adibite una all’incontro con familiari adulti, l’altra con famiglie e bambini. Tra gli autori del progetto, Lorenzo D’Alba (con la collaborazione di Federico Rizzo e altri studenti) ha sfruttato al massimo le possibilità dell’ambiente frequentato dai più piccoli, suddiviso da tre “sipari” e quattro sezioni. L’allestimento si sviluppa in un connubio di forma e contenuto, viste le fasce d’età a cui lo spazio è destinato. Lo stile, che caratterizza la rappresenta-

zione, è fresco e luminoso, con linee morbide e sinuose e tratti tipici delle illustrazioni dei racconti d’infanzia. Tuttavia, il messaggio trasmesso dalle immagini è ben più profondo dell’apparente leggerezza. Guidati attraverso i momenti del giorno, ritmati dalla planimetria dell’ambiente, leggiamo una storia d’amore sensibile, attenta, che descrive un sentimento intenso e unitario. Al variare di luce, colore ed emozioni, questa storia assume accezioni differenti e, partendo dal rapporto con la natura circostante, si circoscrive a dimensioni sempre più personali, quali il territorio d’origine e la persona amata, fino a focalizzarsi sui veri protagonisti, i bambini. L’ambiente notturno, quello più carico di magia e intimità, è infatti dedicato al rapporto tra genitori e figli, liberi di esprimersi grazie alla lavagna posta all’estremità della stanza, vero e proprio ponte tra le due realtà.

La Giornata del Fiocchetto Lilla un dibattito sui disturbi alimentari Ilenia Vaglio IIC

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l 15 marzo scorso, in occasione della “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla contro i disturbi del comportamento alimentare”, le classi IIA e IIC, insieme alle proff. Pina Centra e Anna Chiriacò, hanno partecipato al dibattito pubblico dal titolo “La santa anoressia” presso l’Open Space di piazza sant’Oronzo a Lecce, promosso dall’Associazione “Diamo voce e volto agli invisibili Onlus”, insieme alla Dott.ssa Irene De Santis, Disability Manager, e con il patrocinio dell’Assessorato all’Ambiente. Partendo dall’esposizione del lavoro fotografico di Alice Caracciolo, la dottoressa Daniela Bacca e la prof. Mariella Agostinacchio hanno affrontato il tema del digiuno e del misticismo nelle sante anoressiche e nelle giovani donne di oggi. Quello che un tempo era definito un percorso di santità oggi è una malattia che necessita di cure psicologiche e psichiatriche, come ha ben illustrato il dott. Arturo Sergi. La gravità del problema la si comprende se si tiene conto del fatto che i disturbi dei comportamenti alimentari costituiscono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. Particolarmente toccanti sono stati delle foto e alcuni video che hanno tra-

smesso, a sottolineare la pericolosità anche della rete in quello che è ormai divenuto un fenomeno sociale sempre più allarmante. Al termine degli interventi ci sono stati dati un fiocco ed un palloncino viola, che tutti insieme abbiamo poi fatto volare via sulla piazza.


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Ben-essere a scuola le attività creative per l’inclusione

I Docenti del Dipartimento di Sostegno

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l percorso di inclusività del nostro Liceo coinvolge indistintamente l’intera comunità scolastica, con l’obiettivo del ben-essere psicologico e sociale degli alunni. L’essere parte integrante di una collettività permette ai ragazzi di essere protagonisti di un cammino di crescita nell’autonomia e di potenziamento dell’autostima, cardini fondamentali del progetto di vita per loro programmato. Gli alunni, quindi, per l’intero anno scolastico sono stati impegnati in attività laboratoriali, manifestazioni e concorsi che hanno rappresentato la concretizzazione pratica della teoria sull’integrazione. In continuità con i precedenti anni scolastici, i ragazzi hanno aderito con entusiasmo al Progetto “Ceramica è vita”, diretto dal prof. Salvatore Mazzotta, coniugando in tal modo relazione con l’altro e manualità, principi imprescindibili della nostra scuola. Al progetto hanno preso parte gli alunni Maria Grazia Coluccia, Maria Chiara Fasano, Gabriele Forte, Lorenzo Mascialino, Yari G. Rame, Daniele Spagnolo e Jordi Spagnolo, guidati dai loro docenti. Tra i lavori realizzati vanno segnalati sia l’opera in maiolica lustrata con applicazione di rame ed ottone, che fornisce una libera interpretazione della Natività di Gesù Cristo tra gli Angeli che cantano la gloria di Dio, sia i sette pannelli decorativi che rappresentano alcune delle più significative favole del poeta latino Fedro, con l’incipit del racconto. Questi ultimi sono stati esposti in mostra durante la manifestazione del 7 giugno u.s. presso

l’Istituto Comprensivo “E. Springer” di Surbo. Un ulteriore riconoscimento delle capacità artistiche degli alunni del liceo si è avuta con la premiazione della giuria popolare delle opere realizzate dai nostri studenti in occasione della mostra di pittura “Pro-

spettive oltre: incontri”, promossa dalla Fondazione “Div.ergo Onlus” e riservato ai maggiorenni in situazione di fragilità. Sono state premiate, infatti, tre opere dei nostri studenti: Ricordi di campagna, ricordi inzuppabili di Samuele Liuzzi, Mare Adriatico: incontro di due culture di Qazim Cani e Abbraccio di Federica Alemanno (quest’ultimo fuori concorso per la minore età dell’artista). I quadri sono

frutto di un percorso educativo e artistico condotto nei laboratori di pittura dai proff. Irene Cipressa e Massimo Marangio con i docenti di Sostegno. Inoltre, un altro segnale positivo della dimensione inclusiva della nostra scuola è stato dato dalla partecipazione di Federica Alemanno, Valeria Marzo, Alessandra Perrone e Mattia Rango al progetto “Laboratorio di teatro e scenografia-Teatro a scuola”, coordinato dai docenti Donatella Ianne e Pierluigi Lezzi, dal titolo Farenheit 451 che si è tenuto lo scorso 4 giugno presso il Teatro “G. Paisiello” di Lecce. Importante anche la partecipazione al concorso “Progetto Obiettivo Inclusione-Musica per l’Inclusione”, promosso dall’ITES “A. Olivetti” di Lecce, della classe IA Coreutico guidata dai proff. Ilario Marra e Marica Zannettino e dal prof. Maurizio Madaro con la classe IVG, che ha curato la regia e la produzione del video. Fondamentale è stato anche l’impegno profuso per diffondere un’adeguata conoscenza dei problemi dell’autismo. Alcuni ragazzi accompagnati dalle famiglie e dai loro insegnanti hanno preso parte alla manifestazione svoltasi in Piazza Sant’Oronzo il 2 aprile scorso, in occasio-

Il primo soccorso, una formazione necessaria Gionata Quarta, Simona Magurano Docenti responsabili di Educazione alla Salute e alla Legalità

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’offerta formativa del nostro Liceo ha previsto anche quest’anno e per il prossimo biennio la promozione della salute (intesa come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non mera assenza di malattia), della cittadinanza e della legalità. I tre ambiti educativi hanno previsto strategie di intervento con attività e programmi in grado di supportare approcci integrati e multidisciplinari anche per un lungo periodo. La nostra scuola continua a “fare sistema”, costruendo giorno per giorno un clima e un ambiente sociale in cui tutti si sentano accolti, coinvolti e rispettati, grazie alla collaborativa sinergia tra dirigenza, docenti, collaboratori scolastici, famiglie, alunni ed associazioni ed enti presenti sul territorio. Tra i dodici progetti realizzati, è opportuno segnalare il corso in materia di sicurezza “Primo soccorso”, a cura degli

operatori socio-sanitari dell’associazione “Emergenza Salento” di Lecce, rivolto agli alunni delle classi quinte. I volontari hanno presentato i principi fondamentali di primo intervento, che consentono di sapere come muoversi e, soprattutto, imparare ciò che non è appropriato fare in situazioni di pericolo. Importantissima è la valutazione della scena e dello stato di coscienza della persona infortunata da parte del soccorritore. Dopo una prima fase di addestramento, tutti gli allievi sono stati coinvolti nelle tecniche di primo soccorso BLS (Basic Life Support). I ragazzi hanno simulato su apposito ed idoneo manichino la rianimazione cardiopolmonare (RCP) ed una sequenza di azioni di supporto di base alle funzioni vitali, tra cui la disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo. Gli studenti hanno compreso quanto sia essenziale mantenere ossigenati il cervello e il muscolo cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di energiche spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue. Preceduto da un

accesso precoce al sistema di emergenza italiano, attraverso il numero 118, questo intervento – se tempestivo – può realmente fare la differenza tra la vita e la morte. Inoltre, al soccorritore non devono mancare rapidità di decisione, comune buon senso e coscienza civica. Un altro progetto che ha suscitato un vivo interesse da parte degli studenti delle classi seconde è stato quello denominato “Ben Essere ed Adolescente”, a seguito dell’adesione del Liceo al Piano Strategico Regionale, in partenariato con Regione Puglia e Ufficio Scolastico Regionale. Questa proposta ha inteso rendere i partecipanti all’azione formativa protagonisti in prima persona del processo formativo

ne della X Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo, con la città di Lecce che si è tinta letteralmente di blu. Gli sguardi lucidi di emozione degli alunni che hanno ottenuto dei riconoscimenti, la loro crescita nelle abilità manipolative, il miglioramento nelle capacità relazionali e la sicurezza di intervento nelle rappresentazioni sono stati traguardi considerevoli per studenti, docenti e famiglie. Al centro uno dei lavori in ceramica ispirati alle favole di Esopo In alto da sinistra: Federica Alemanno, un momento del laboratorio, Samuele Liuzzi e Qazim Cani

nella promozione del benessere, trattando tematiche fondamentali per la loro crescita, quali gli aspetti relativi alla sfera affettiva, sessuale, emotiva e relazionale. Operatrici del Consultorio (assistente sociale ed ostetrica) e psicologa hanno tenuto due incontri in ogni classe, gestiti col metodo della peer education, del coinvolgimento creativo ed attivo, dell’immediatezza espressiva come opportunità per far emergere le risorse di ogni partecipante. Entrambe le esperienze sono risultate positive, hanno registrato interesse e partecipazione e meritano un rilancio e un’ulteriore implementazione anche in futuro. È dovere della scuola – insieme alle famiglie – promuovere comportamenti responsabili e consapevoli, prevenire e combattere il disagio giovanile e porre in atto tutte le strategie possibili per favorire costantemente il benessere fisico, psichico e, soprattutto, sociale, presupposti indispensabili per chi è in cammino per diventare cittadini di domani, testimoni concreti di valori e ideali.


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O PENING pagine d’arte_10

Progetto editoriale proff. Pina Centra, Marinilde Giannadrea, Rodolfo Stigliano

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Non solo Rinascimento il viaggio a Firenze, culla dell’arte italiana

Deborah De Santis IIIC Grafica Nel mese di novembre gli studenti delle classi terze e quarte dell’indirizzo di Arti Figurative, Grafica e Scenografia del Liceo Artistico sono partiti per Firenze accompagnati dai propri docenti. Dopo le estenuanti ore passate nel pullman la prima tappa è Montecatini, ma il vero viaggio inizia il giorno seguente. Alle 7.30 con zaini in spalla si raggiunge Firenze per visitare la Galleria degli Uffizi e il Museo del Bargello che permettono di ammirare dal vero le opere studiate fra i banchi di scuola. Il pomeriggio è dedicato all’arte contemporanea ovvero alla mostra Libero di Ai Weiwei, artista cinese dissidente e icona della lotta per la libertà di espressione, allestita nel Palazzo Strozzi. Il terzo giorno è quello dedicato alla Galleria dell’Accademia, ai Prigioni di Michelangelo e al celeberrimo David che suscita la meraviglia di tutti e poi nel pomeriggio la visita a Prato e al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci con la

mostra La fine del mondo che, attraverso le opere di oltre 50 artisti internazionali, ha letto il nostro presente e il nostro futuro.

Il penultimo giorno è trascorso immersi nei capolavori di Palazzo Pitti e tra gli affreschi della Cappella Brancacci, situata all’interno della chiesa di Santa Maria del Carmine, frutto della collaborazioni di due importanti artisti, Masaccio e Masolino, ma conclusa da Filippino Lippi. Alcuni studenti hanno accettato la proposta di salire sulla cupola di Santa

Notizie dal fronte la Biennale Architettura 2016

Pierpaolo Martella IIIA Architettura e Ambiente Nel novembre scorso le classi di Architettura e Ambiente hanno visitato Reporting from the front, la 15esima Biennale di Architettura a Venezia, diretta da Alejandro Aravena. Sessantacinque partecipazioni a livello nazionale e ottantotto partecipazioni provenienti da trentesette Paesi, negli storici Padiglioni, ai Giardini e all’Arsenale. Simbolo della mostra di architettura è stata “la signora sulla scala”, incontrata da Aravena in uno dei suoi viaggi. Si trattava dell’archeologa tedesca Maria Reiche che studiava le linee di Nazca. Queste linee non erano altro che, se guardate da un passante, semplici e banali pietre, ma osservate da un “diverso punto di vista” potevano diventare uccelli, giaguari, alberi o fiori. Proprio per questo, “la signora sulla scala” ha accolto tutti quelli che hanno saputo guardare oltre e che sono stati capaci di una prospettiva più ampia, rispettando sempre chi è rimasto con i “piedi piantati a terra”. Questa edizione, a differenza delle altre, si è distinta per il valore attribuito all’architettura.

Viene a mancare l’approccio di avidità e frenesia del capitale economico che spesso determina la costruzione mediocre di strutture fondamentali per l’uomo, come case, scuole, ospedali, mentre viene messo in rilievo la cura del bene comune, il normale svolgimento delle attività quotidiane per favorire l’espansione della civil-

Maria del Fiore, opera magistrale di Filippo Brunelleschi e simbolo della città stessa. Una visita da “batticuore” per gli infiniti gradini e per la vista a 360° che abbraccia tutta la città. Un biglietto costoso ma prezioso perché includeva anche l’accesso alla Basilica di Santa Maria del Fiore, al Battistero di San Giovanni e al Museo dell’Opera del Duomo, che conserva, tra gli altri, i capolavori di Donatello, Michelangelo, Andrea del Verrocchio. Con tanta amarezza è giunto l’ultimo giorno e l’ultima tappa del viaggio, la Basilica di San Francesco ad Arezzo che ospita il ciclo di affreschi dedicale alle Storie della Vera Croce di Piero Della Francesca. In alto Alcuni momenti del viaggio a Firenze foto di Martina Mezzi e Silvia De Cillis IIIC Grafica In basso Immagini della Biennale di Architettura

tà. La Biennale di Venezia si è prefissata obiettivi che andavano oltre le tematiche artistiche e culturali, ampliando i propri orizzonti nell’ambito sociale, politico, economico e ambientale. Un commento da parte di Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, è stato: «L’architettura è la più politica delle arti». Questo significa che deve fare fronte a problematiche come disastri naturali, segregazione raziale, migrazioni, crimini, problemi politici. Insomma, l’architettura è immagine speculare di un mondo, di uno stato, di una civiltà in continua scoperta di ciò che la circonda ma in primo piano di se stessa.


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