Opening Il senso di un anniversario

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OPENING Liceo Artistico Vincenzo Ciardo • Lecce

pagine d’arte_03 periodico d’informazione giugno 2011

Carla Lezzi

Docente di Filosofia Paola Pascariello Docente di Storia dell’Arte

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a storia di una realtà qualsiasi ha sempre una sua importanza e un preciso scopo e c’è sempre una data d’inizio, una nascita a sottolinearne il significato. Si è contenti, si fa festa, ma sono indispensabili anche verifiche e bilanci. Gli eventi e gli incontri organizzati per celebrare i primi cinquant’anni

pensò al nome da dare alla neo scuola. Bisogna aspettare il preside Davide Coen e il 2007 perché il Liceo venga intitolata al maestro salentino Vincenzo Ciardo. Nel 1960 Oscar Kokoschka, nell’inaugurare la prima mostra didattica dei lavori degli studenti del Liceo rimase felicemente colpito dai

gli ex studenti organizzati nel corso dell’anno. Gli architetti Fulvio Tornese e Fernando Dell’Anna hanno narrato ai ragazzi la loro esperienza di vita evidenziando gioie e dolori del lungo cammino che felicemente li ha condotti all’affermazione nel campo professionale. Carlo Michele Schi-

to come la loro sensibilità ed umanità per l’arte è sempre espressione dell’amore per la propria terra, una terra che tutti noi amiamo e hanno dimostrato, al di là di ogni pregiudizio, che si può “vivere d’arte” e coniugare passione, creatività e successo. Il fluire del tempo porta infiniti mu-

5O anni IL SENSO DI UN ANNIVERSARIO

del Liceo Artistico Vincenzo Ciardo di Lecce hanno messo in risalto il contributo della nostra scuola allo sviluppo e alla divulgazione della cultura salentina. Il nostro Liceo è gli ex alunni esperienze di vita e di creatività

stato istituito il 30 Settembre 1861 graFulvio Tornese zie alla paziente opera di mediazione politica del Senatore Francesco Ferrari e alla sensibilità di Teodoro Pellegrino Direttore della Biblioteca Provinciale nostri giovani talenti tanto da affermare: «Raramente nella mia lunga di Lecce. L’istituzione dell’Accademia di Belle vita ho potuto notare in una scuola d’arte una comunità culturalmente così ispirata, sebbene io curi ovunque i contatti con la gioventù artistica» e a distanza di cinquanta anni questo giudizio si è rivelato profetico: molti sono gli artisti Luigi Spanò e Salvatore Sava di fama nazionale che si sono formati nel nostro IstiArti e del Liceo Artistico si inquatuto, tanto che i docenti e gli studenti drava nel progetto di rilancio cultuhanno realizzato un calendario che rale della città che vantava e vanta ha fatto conoscere alla scuola e alla nomi illustri, Archita, Teofilatto, città pittori scultori, designer, archiQuinto Ennio, Ricciardi, Galateo, tetti e stilisti affermati. Il dialogo tra Scipione Ammirato, Zimbalo, Toma, passato e presente si è sviluppato Bortone, Macagnani, Calò, troppi, anche con una serie d’incontri con e nell’imbarazzo della scelta non si

rinzi, con i suoi video, e Isaia Zilli, con le sue sculture, hanno dato testimonianza dell’impegno nello studio e la costante applicazione profusa per poter raggiungere gli obiettivi prefissati, in quanto niente è gratuito nella vita. Luigi Spanò e Salvatore Sava hanno narrato i momenti belli della loro carriera evidenziando come alla base della loro formazione artistica abbia avuto un’importanza

Ennio Capasa tamenti; ma i principi di vita di una nazione, di una società , di una istituzione scolastica e di una famiglia, diventano riferimenti certi e necessari per un futuro rassicurante e autenticamente vero soprattutto se sono fondati su norme etiche universali. Tenacia e PASSIONE LA FORMULA PER IL SUCCESSO

Carlo Michele Schirinzi rilevante l’insegnamento da parte dei validi docenti del tempo . Ha concluso gli incontri Ennio Capasa, creatore di Costume National, la casa di moda nata nel 1986 e oggi diffusa a livello internazionale, che ha voluto sottolineare come gli anni di studio al Liceo Artistico siano stati una esperienza non solo bella, ma anche ricca, grazie agli insegnamenti di docenti di assoluto livello. Tutti gli artisti hanno messo in risal-

Fernando Dell’Anna


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CRONACHE SCOLASTICHE

Le antiche radici del Moderno Sergio Ventura

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Viaggio in 3D in Piazza Sant’Oronzo a Lecce

Docente di Architettura

ffrontare un tema così difficile, come quello d’inserire in una piazza storica una architettura moderna, non può che suscitare dubbi e paure che emergono dal profondo dell’inconscio. Misurarsi con la storia delle nostre genti, “contaminare” gli spazi che hanno visto la gioventù dei nostri padri richiede una incosciente temerarietà o una enorme, quanto improbabile, autostima. A questo i ragazzi della V B Architettura hanno risposto in maniera egregia. Un lavoro lungo (forse dopo odieranno Piazza S.Oronzo) ma metodologicamente curato e svolto per tappe. Siamo partiti da una scoperta: la piazza principale di Lecce non è antica come potremmo credere. La maggioranza dei palazzi che delimitano lo spazio “piazza” sono stati modificati o costruiti nella seconda metà del secolo scorso (1934 - 1960). Certo la presenza dei ruderi dell’Anfiteatro e degli isolati d’impianto rinascimentale fanno credere che questo spazio sia principalmente antico. Così non è. La città è un essere vi-

I PROGETTI A destra: Davide Perrone In basso: Emanuela Ferreri

vente in continua evoluzione e le sue parti vitali come il cuore (piazza), i viali e le strade (vene ed arterie), i suoi polmoni (la Villa Comunale) non possono fermarsi nella loro evoluzione. Sarebbe la fine di una città. «Sempre uguale a se stessa per essere meglio ricordata, la città languì e fu dimenticata» racconta Italo Calvino nel suo Le Città invisibili. Lecce non ha voluto essere dimenticata e in decenni passati, ha avuto il coraggio di modificarsi, ringiovanir-

si, forse imbruttirsi rispetto a prima, ma sicuramente è stato scenario di generazioni che l’hanno vissuta. Oggi questo coraggio sembra non esistere più. L’antico è sacro anche se senza alcun valore se non quello di essere antico. Tutto si recupera o si ricostruisce arrivando a realizzare falsi di dubbio gusto nel nome di un antico che non potrà tornare e che oggi comprime un vivere moderno. Il fantastico gioco del falso americano che celebra a Las Vegas la sua

apoteosi, in Italia diventa ipocrita copertura pseudo-culturale dell’incapacità di governare il futuro. Basta! Questa è la provocazione della V B Architettura. Il cimentarsi ad incidere la carne della città per innestare il nuovo. Senza confortanti certezze hanno percorso il sentiero dell’ignoto, esponendosi al pubblico lubidrio (forse!) o ricevendo lodi ed encomi (forse!), sicuramente vivendo la città da uomini e donne contemporanei.

A sinistra: I Garibaldini di S.Totaro, L.Vitti, L.Tommasi, A. Stefanelli II B

In basso: Ritratto di Melchiorre Gioia di F. Muci II C

La Matinée Economique Economia e Costituzione

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a storia d’Italia, le differenze economiche sono state il filo conduttore della Matinée Economique, progetto coordinato dal prof. Ugo Zoppi, docente di Economia che ha coinvolto la professoressa Anna Trono, docente di Geografia Economica dell’Università del Salento, in un incontro che ha visto la partecipazione e il consenso di un folto numero di genitori e alunni. Si è trattato di un piano di lavoro interdisciplinare in

collaborazione con i docenti di discipline plastiche e pittoriche. Dalla storia di regni e ducati sono riemersi stemmi, monete e francobolli del tempo riprodotte dai ragazzi in apprezzabili espressioni artistiche nelle quali sono state esaltate le loro abilità. Dunque non solo storia dell’economia sino all’unità d’Italia, ma anche arte canalizzata in settori nuovi rispetto all’ordinaria attività scolastica, quali l’araldica, la filatelia e la numismatica.

San Pietro in Lama

Tra imbrici e Barocco

Antonio Calò Macchia Docente di Architettura

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icuramente la scuola è il luogo in cui maggiormente si risente della complessità e della confusione dovuta alla transizione che noi tutti, in modi differenti, avvertiamo e viviamo; passaggio fra le concretezze del passato e le innovazioni odierne. Pertanto, essa non può che essere per i nostri ragazzi, il momento più adeguato per una riflessione critica sui patrimoni accumulati nel tempo e un loro riordinamento sistematico in vista delle sfide future. Per tale ragione la collaborazione

con il Comune di San Pietro in Lama ha trovato la sua “linfa e forza vitale” concretizzatasi nei calendari degli anni 2010 e 2011 oltre che nella partecipazione In alto: Il giorno dopo di Enrico Durante VA PD A destra: il Calendario

alla Cerimonia del 150° dell’Unità d’Italia. Già un nostro contemporaneo, Padre Bonaventura Quarta da Lama, nella seconda metà del XVII secolo scriveva: «Non per altro inchiodò Iddio nell’asse

del Firmamento le stelle, se non perché comparissero a noi gli splendori». L’idea della realizzazione del calendario San Pietro te l’Imbrici e del Barocco, incentrata su un particolare periodo artistico e culturale molto fiorente nel nostro territorio, nasce dall’esigenza di testimoniare e diffondere la storia del nostro territorio perché ciascuno di noi possa, sfogliandone semplicemente le pagine, riflettere e ammirare le bellezze dell’arte attraverso l’opera e il talento dei maestri di un tempo.


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Paride Landolfo

L IV AR

a questione ambientale, oggi, assume una valenza più grave che in passato. Il collasso ecologico-ambientale per molti è vicino ed inevitabile, anche se si cerca di considerare, per evitare inutili catastrofismi, i numerosi eventi naturali come fenomeni che rientrano nella normale attività della Terra, sistema in continua evoluzione. Qualche dubbio sorge dal fatto che sono in aumento le catastrofi naturali: eruzioni vulcaniche, maremoti, terremoti, alluvioni, uragani che mietono migliaia di vittime ogni anno in varie parti del mondo. L'allarme lanciato da Legambiente denuncia l'emergenza climatica in atto che oggi è diventata “emergenza umanitaria”. Solo nel 2010 si è registrato un movimento migratorio di circa 40 milioni di persone che hanno lasciato le proprie terre e le proprie case a causa di catastrofi ambientali. L'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni ha previsto entro il 2050 un movimento di circa 250 milioni di migranti. Gli accordi internazionali sulla riduzione dei gas serra, sulla sospensione di esperimenti nucleari, sul contenimento della produzione di sostanze altamente tossiche sono stati disattesi e le conseguenze spesso sono imprevedibili. Una sconvolgente denuncia della correlazione tra

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CRONACHE SCOLASTICHE

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La questione ambientale il collasso ecologico è inevitabile?

una sconsiderata attività umana e i terremoti risale al 1974, quando il dott. S. Matsushita, scienziato del National Center Atmosfery Research degli Stati Uniti, ha dimostrato che i test nucleari effettuati sin dagli anni '50 da Stati Uniti, Russia, Cina e India, disturbavano la “ionosfera” e il “campo magnetico terrestre” per un periodo compreso dai dieci giorni alle due settimane dopo l'esperimento, portando oscillazioni

sensibili ai poli terrestri. Le rilevazioni dello scienziato partono dal 1957 ma bastano pochi esempi per considerare credibile la sua scoperta: l’otto ottobre 1980 effettuati nel mondo 55 test nucleari, il dieci ottobre un terremoto di magnitudo 7.3 della scala Richter sconvolge l'Algeria; il dieci dicembre 1982 effettuati 57 test nucleari e il tredici dicembre nello Yemen si verifica un terremoto con magnitudo 6.0; il

Confini, lo spirito del presente G

Da sinistra: Ritornando nellla storia di G. Miglietta Torre S. Giovanni La Pedata (Gallipoli) di N. Peccarrisi IIIA PD Tra realtà e immaginazione di I. Nestola IIIA PD Torre S. Giovanni Ugento di M. Piccinno IIIA PD

iammai, e in nessuna parte del mondo, s’è potuto osservare in un’area così ristretta e in un così breve intervallo di tempo, un tale fermento di spiriti, una tale produzione di ricchezze. (P. Valéry) Alle origini del nostro continente c’è il mito di un raggiro che è anche la narrazione di un viaggio per mare: Zeus, trasformato in un toro, rapisce nell’attuale Libano Europa e la porta sull’isola Creta, un incontro simbolico tra Oriente e Occidente che costituisce la radice della storia delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo. Chi ha percorso le sue acque sa che il mare è studio di rotte e correnti, misurazione di temperature e di venti, storia di naufragi e di miti e ha scoperto che lì i confini si fanno fluttuanti, “disegnano curve ideali che sono solo creste d’onda”. Tuttavia il Mediterraneo non può prescindere dalla sua duplice natura di luogo sognato e percorso dai desideri di conoscenza e libertà e insieme barriera tra il nord e il sud del mondo, segnata dalla costante paura di un’invasione. La Puglia è una delle frontiere di

quattro dicembre 1988 effettuati 50 test nucleari e il sette dicembre un terremoto di magnitudo 6.8 provoca nell'URSS 60.000 vittime; il cinque aprile 2009, la Corea lancia il suo primo missile atomico di media gittata, il sei aprile un terremoto di magnitudo 5.9 della scala Richter DISTRUGGE L'AQUILA! Anche

il terremoto, dell’11 marzo 2011 di 8.9 gradi Richter in Giappone è stato provocato da TEST NUCLEARI?

Marinilde Giannandrea Docente di Storia dell’Arte

questo mare, un confine geografico e visivamente tangibile, riempito da landscapes deflagrati; spazio mentale che si costruisce di luci meridiane, di orizzonti aperti, di mari che s’incrociano e che sono canali, di pragmatismo occidentale e di spiritualità orientale, d’idee estreme, barocche, fatte di sentimenti eccessivi, teatrali, ma anche di misura classica e sintesi medievale. Un territorio di cui sono testimoni consapevoli i nostri studenti, perché figli di un tempo storico in cui il Mediterraneo è diventato ancora una volta e drammaticamente lo spazio dell’incontro/scontro tra est e ovest, nord e sud. Una generazione articolata e complessa, difficilmente circoscrivile in categorie, alla quale si è indicato di partire da vicino, dalle Torri Costiere che segnano visivamente e storicamente i nostri confini, poste su lembi estremi di terra, segni di un tempo storico che ha visto invasioni e naufragi. Uno studio per due classi (IIIA Pd e IIIA Ar) che è anche una mostra e, a ben guardare, si scopre che il passato serve anche a decifrare lo Zeigeist, lo spirito del presente.


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ARTISTI VIAGGIATORi

Berlino

Un passato da ricordare, un presente da raccontare Davide Perrone VB Ar

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ebbene altre città europee siano state il centro culturale di particolari epoche storiche, Berlino può essere considerata a pieno titolo il baricentro dell’arte dei nostri giorni. La nostra scuola ha colto la singolarità di questa città e l’ha individuata quale meta del tradizionale viaggio di fine anno delle classi quinte. Poche città hanno uno skyline paragonabile a quello di Berlino: guardando infatti dalla cupola di vetro progettata da Norman Foster sopra il Reichstag. la città ci appare segnata da una serie di simboli di quella che è stata la sua storia e la storia europea del XX secolo. Da qui si vedono i resti del muro che ha diviso la città e tutta l’Europa per quasi trent’anni, gli scheletri di quella che fu la Germania Est ma anche le straordinarie sagome dell’architettura berlinese degli anni 2000, emblemi di una città che vuole proiettarsi nel futuro e (s)velare gli

errori del passato. Nessun altro luogo meglio di Postdamer Platz sintetizza i cambiamenti della storia e dà idea della vibrante energia creativa. All’inizio del terzo millennio questa piazza è risorta dalle sue macerie divenendo il più grande progetto urbanistico, pensato ex novo nel nucleo di una moderna metropoli occidentale. I grandi architetti del mondo hanno firmato i progetti di questo tempio dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea: Renzo Piano, Christoph Kohlbecker, Helmuth Jahn e Hans Kollhof – sulla cima della sua torre, da un’altezza di 96 metri, si apre una vista quasi completa sulla città. Il Sony Center è il complesso architettonico più interessante della nuova Postdamer Platz, coperta da un tetto di vetro a forma di tenda i cui tiranti vengono tesi da un enorme anello di acciaio Questo complesso architettonico ci rivela un nuovo modo di concepire la piazza come centro di incontro per i cittadini, per lo shopping, per iniziative culturali, musicali e artistiche supportate da un grande schermo planetario. Un po’ più a sud

BERLINO 2011 a destra: il Museo Ebraico e il Muro a sinistra: la porta di Brandeburgo

della porta di Brandeburgo, dietro la DZ Bank Haus, che cela al suo interno la “balena” di Frank O. Gerhy, abbiamo ripercorso una delle pagine più tristi della storia europea nel labirintico Monumento all’Olocausto progettato da Peter Eisenman. Si ha libero accesso da ogni direzione e ci si può muovere autonomamente tra i 2711 blocchi di cemento scuro che emergono tra gli stretti passaggi. La città s’intravede di scorcio tra i volumi che si ergono come lapidi in un cimitero, procurando una sensazione di angoscia e oppressione simile al sentimento che provarono le migliaia di deportati di fronte all’orrore che li stava inghiottendo. L’impronta, che gli eventi legati alla Shoah hanno impresso nella memoria collettiva, si ritrova in molti interventi disseminati per la città, primo fra tutti è il Jüdisches Museum (Museo Ebraico). Una “saetta”– interpretazione della stella di Davide spezzata – in acciaio, zinco e cemento, ideata dall’architetto Daniel Libeskind per ricordare la storia tormentata del suo popolo. Il museo non è un semplice e neutrale contenitore di oggetti espositivi ma una scultura architettonica progettata per essere comunicativa in sé. Nelle diverse sezioni abbiamo ripercorso le vicende del popolo ebraico dall’epoca romana sino ad oggi; ognuno di noi ha provato emozioni diverse, cogliendo il monito a tener vivo nella propria memoria il ricordo di ciò che è stato per impedire all’umanità di precipitare ancora una volta nel baratro dei propri errori. Nel tessuto urbano della città si estende il Berliner Mauer, o meglio ciò che resta dell’emblematico muro che separava la città est dalla città ovest. Negli anni Novanta, 101 artisti da tutto il mondo sono stati chiamati a ridar vita con i loro murales ai 2 km di cemento armato, divenuti il simbolo della guerra fredda. Con l’East Side Gallery, Berlino conferma il suo ruolo di città consacrata all’arte contemporanea e mette in luce la sua vocazione per ogni forma di espressione artistica, divenendo il centro privilegiato dagli artisti contemporanei. Tra i diversi murales ci siamo soffermati sul Bacio tra Honecker e Breshnev, seguito da un momento per ironizzare sull’evento che porterà alla ricucitura della divisione tra il settore Est ed Ovest della città. Non

sono mancate le visite ai musei: nella Neue Nationalgalerie abbiamo potuto ammirare le opere di grandi artisti del Novecento e avere una panoramica delle principali correnti del secolo: dall’Espressionismo tedesco di Kirchner, Nolde, SchmidtRottluff, al Surrealismo di Dalì, Mirò, Max Ernst; dal Cubismo di Picasso e Léger; dalla Neue Sachlichkeit di Dix e Grosz all’Astrattismo di Klee, Kandiskij e Beckmann. L’Hamburger Bahnhof, è uno spazio per l’arte contemporanea con opere di Keith Haring, Marcel Duchamp, Andy Warhol. Accanto a questo trionfo della contemporaneità,

trova posto anche il passato; nella piccola Museumsinsel (Isola dei Musei) riecheggiano ancora i fasti della corte prussiana. Nelle sale del Pergamonmuseum abbiamo potuto camminare tra i resti e le ricostruzioni di opere dell’antichità: il gioiello della collezione è l’Ara di Pergamo, capolavoro dell’arte ellenistica, insieme alle ricostruzioni della Porta del Mercato di Mileto e della Porta di Babilonia. Berlino fa emergere anche il suo carattere allegro e disinvolto, ci si sveglia tardi e si va e letto tardissimo senza mai annoiarsi. Anche noi ci siamo lasciati trasportare dalla varietà di locali e l’ultimo giorno, tra una sosta all’Hard Rock Café e una visita nelle gallerie d’arte, abbiamo festeggiato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia brindando e intonando – fra lo stupore dei tedeschi – l’Inno di Mameli per esprimere il desiderio di tutti noi di conservare un’Italia ancora unita.


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ARTISTI VIAGGIATORi

Roma Chiara Donateo

M III A Pittura

artedì, 1 marzo 2011. Sono quasi le sei di mattina ed in via Vecchia Copertino una pioggia scrosciante accompagna un’alba ancora incerta. Il viaggio d’istruzione prevede cinque giorni lontano da casa e non si capisce se ciò che elettrizza di più i ragazzi sia l’autonomia, la possibilità di stare insieme o le meraviglie che si aspettano di vedere. Dopo un estenuante viaggio in pullman, la prima tappa prevede una visita a Villa Adriana, la residenza imperiale voluta da Adriano (della quale curò personalmente la progettazione ed il disegno). Non è concesso tralasciare l’imponenza dei suoi spazi e l’aria impregnata di storia, tanto da sentire ancora il respiro dell’imperatore fluire attraverso i meandri della pietra. Pace è la prima parola che si stampa nella nostra mente; come una perfetta opera d’arte, il complesso di costruzioni ci trasmette proprio ciò per cui Adriano decise di erigerlo, ovvero evitare con cura il caos, gli intrighi e la promiscuità di Roma. Egli amava solo Antinoo, ed ecco svelato il profondo senso d’amore che carezza i percorsi immersi nel verde. La Città del Vaticano è un “puntino” se confrontata all’Italia intera, ma probabilmente, riferendoci all’Arte, è l’esempio perfetto della “botte piccola con il vino buono”. Sono stati numerosi gli artisti che hanno collaborato ad accrescere il suo splendore, e ci siamo trovati sulle tracce di Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. Michelangelo come neoplatonico detestava la pittura, l’arte “dell’aggiungere”: inconcepibile per lui che, per rappresentare una realtà imperfetta fatta di materia, “ci si dovesse sporcare” sovrapponendone strati e strati ulteriormente imperfetti. La scultura, invece, estrinsecava alla perfezione ciò che si dimenava nel suo animo irrequieto; da essa toglieva, avvicinandola sempre più alla perfezione ed alla bellezza. Così, imponenti e risolute ci appaiono le figure della Cappella Sisti-

ROMA 2011

Il senso della storia, le visioni del contemporaneo

na, muovendoci al pianto e dandoci l’impressione che, prima o poi, qualche corpo si distaccherà dal soffitto e ci precipiterà addosso.Il giovane e talentuoso Raffaello ne rimane affascinato, e non tarda a farla sua: basta entrare negli appartamenti di papa Giulio II per tastare la concretezza di Michelangelo nei suoi soggetti. Da qui, ci tuffiamo improvvisamente nella nostra epoca, navigando nell’onirico mondo di Marc Chagall: la candida Ara Pacis ci accoglie nel museo prima di lasciarci snodare fra i corridoi ricolmi di colori e fantastiche presenze. Un perfetto viaggio nella memoria di un uomo che, dotato di una straordinaria sensibilità, ci ha dato l’occasione di sbirciare nei suoi ricordi e nelle sue fantasie, permettendoci a nostra volta di renderle parte dell’inconscio e confrontarle con il nostro personalissimo mondo dei sogni. Quando l’itinerario ci porta alle Scuderie del Quirinale, torniamo nuovamente nel passato. Ma un passato diverso, quasi palpabile, tanto è ricolmo di novità e colore: l’arte di Lorenzo Lotto. Colore, infatti, è la parola d’ordine nel mondo

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di un Veneziano del Rinascimento: contrasti sublimi ed una magistrale capacità di accostare le tonalità in modo che si esaltino a vicenda, facendo dei suoi quadri veri e propri mondi paralleli al di là della cornice. E camminando a ritroso si torna fra gli antichi, sotto le ali di Adriano, nel Pantheon. Qui un occhio divino ci scruta dall’alto, inondando di luce la sala dove eternamente riposeranno i re d’Italia. E poi Trinità dei Monti, prospiciente la scalinata di Piazza di Spagna, Piazza Navona e la Fontana dei Fiumi del Bernini, il Colosseo, l’Altare della Patria, Piazza del Popolo e qui la Basilica di Santa Maria del Popolo. Siamo diretti nella Cappella Cerasi, dove ci aspetta un altro genio: Michelangelo Merisi, il Caravaggio. A distanza di secoli, le sue tele ci spingono ad una profonda introspezione come se Caravaggio si trovasse di fronte a noi, restituendo alla vista le nostre zone di luce ed ombra. Giungiamo quindi alla Galleria d’Arte Moderna, viaggiando tra

In alto da sinistra: Villa Adriana a Tivoli Michelangelo Pistoletto al MAXXI La Venere degli stracci di Pistoletto Piazza del Quirinale Al centro: il MAXXI

impressionisti e le tele tagliate di Lucio Fontana, per arrivare al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo; fra i vari artisti dai quali tentiamo di carpire le parole nascoste delle opere, abbiamo l’onore di incontrare l’apoteosi moderna dell’Arte Povera: Michelangelo (pare che questo nome sia una garanzia!) Pistoletto. Immersi in un mare di Quadri Specchianti che paiono invitarci a recuperare un dialogo con noi stessi, che da tempo la società ci ha fatto perdere, siamo totalmente annegati in un oceano di stracci, attraverso i quali l’unica ancora di salvezza è una bellissima Venere che, tristemente, ci annuncia il ben poco valore dell’effimera bellezza terrena, atta a sorreggere nient’altro che un cumulo di scarti. Il maestro ci ha raccontato del suo processo creativo e di come l’opera sia nata quasi per caso. Aveva una montagna di stracci che gli servivano per lucidare i quadri specchianti e un bel giorno per “tenerli a posto” ha messo come sostegno la statua di una Venere comprata in un’azienda artigianale. Con queste confessioni e riflessioni lasciamo Roma, dirigendoci verso la Reggia di Caserta, ultima tappa che ci separa da casa. Non è sereno il cielo che l’abbraccia al nostro arrivo, ma non c’è da porsi tale problema in un posto simile: il sole vi splende all’interno, fra i cristalli dei lampadari e le dorature delle ampie stanze, respirando la medesima aria lasciata indietro dagli antichi padroni di casa, i Borboni. Il vento ci è contrario, ma le sue gelide sferzate non ci impediscono di esplorare gli immensi giardini, nei quali veniamo salutati da testimoni marmorei che alla storia hanno assistito dall’inizio: le innumerevoli fontane ci indicano gentilmente la strada verso luoghi più remoti ed immersi nel verde, resi ancora più suggestivi dal malumore del clima. Posti perfetti per riflettere su tutto ciò che abbiamo visto, sui mondi paralleli che si sono aperti oltre un semplice supporto artistico, forse migliori di quello reale; e noi, artisti di domani, riusciremo a capovolgere le dimensioni?


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I PROGETTI EUROPEI

Comenius, l’Europa è vicina Alla scoperta dell’Est Valentina Marsano Farah van Keeken VA PD

POLONIA – Il Comunieus è un’esperienza fantastica che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. Un viaggio che fa assaporare culture e tradizioni senza tempo. Essere stati ospitati da una famiglia che non è la propria e parlare una lingua che non è la tua, arricchisce la tua curiosità e la voglia di nuove culture. Il nostro Comenius si è svolto in Polonia. La città che più ci ha entusiasmato è Cracovia. Una città che ha tanto sofferto, ed oggi si apre a nuova vita. Insieme al gruppo tedesco, spagnolo e polacco abbiamo ripercorso la storia di Cracovia, intrisa nei suoi monumenti e nei volti della gente del posto. Sulla piazza principale si affaccia la Basilica di Santa Maria una delle più belle mai viste. Vagando spensierati nella piazza abbiamo potuto

ammirare il suggestivo palazzo dei tessuti, percorso interamente nel suo portico centrale, da piccoli negozi di souvenir. All’interno della basilica abbiamo avuto l’occasione di salire in cima al campanile dove c’è l’usanza di sfiorare il batacchio delle campane mentre si sale la scalinata. La tradizione vuole infatti che, se salendo i gradini si toccano tutte campane, si avrà molta fortuna.

Spagna, che passione

Noi ragazzi

...di Oberthausen

GERMANIA – Quattro ragazzi: Ilaria Martella, Sara Serinelli, Enrica Marangio e Simone Scardino, entusiasti di rivedere i nostri amici del progetto Comenius. Partiti in un caldo mezzogiorno di maggio siamo atterrati in una Berlino fredda e piovosa. Abbiamo trascorso la prima serata con i nostri amati professori: Sergio Ventura (aka l’uomo del tango) ed Edoardo Colaci (aka l’uomo dei disegnini sui tovaglioli). A Obertshausen e Francoforte, in compagnia dei ragazzi del progetto, abbiamo frequentato la loro scuola e vissuto la loro vita quotidiana. Quest’esperienza ci ha fatto entrare in contatto con un’altra cultura che ci ha attratto e trasportato emotivamente, entrando nelle ossa con le sue giornate uggiose ma frizzanti. Ilaria Martella IVB AR.

I PON 2010-2011 Grafica e Produzione Stage – Triennio Tirocinio finalizzato a sperimentare “sul campo” la grafica, la progettatazione architettonica, le tecniche e i materiali.

Ilaria Castellano VA Ar Elisa Perrone VA Ar Simone Placì VA PD Giulia Tenuzzo 4B Ar SPAGNA – Dal 6 al 13 Novembre Spagna. Noi studenti: Ilaria Castellano, Benedetta Drazza, Silvia De Matteis, Elisa Perrone, Simone Placì e Giulia Tenuzzo, accompagnati dai docenti Sergio Ventura, Marinilde Giannandrea ed Edoardo Colaci abbiamo partecipato al progetto Comenius visitando Madrid per due giorni e successivamente alloggiando presso le famiglie aderenti al progetto, in una città della Mancha, Tomelloso. Durante i primi giorni a Madrid abbiamo visitato alcuni dei musei più conosciuti come quello del Prado e il Reina Sofia, visto molte delle piazze e monumenti più famosi, prendendo parte alla movida madrilena sempre “sotto la supervisione dei docenti accompagnatori”. Il programma del giorno in cui abbiamo incontrato il gruppo Comenius prevedeva la vista di studi televisi e radiofonoci della zona. Quest’esperienza aveva come obbiettivo quello di presentare i laboratori che i docenti spagnoli avevano organizzato durante la nostra permanenza. Il tema centrale di tali labora-

Un altro monumento che abbiamo scoperto della città è il Castello Wawel, situato sulla riva del fiume Vistola. Visitarlo è stato come fare un viaggio nel passato medievale, rivivere con gli occhi di quell’epoca la storia, i costumi e le tradizioni della vita nel castello. La sua cattedrale ospita le cripte dei deceduti sovrani polacchi e quella dell’ ultimo presidente e della sua famiglia spirati nel famoso incidente aereo. Le famiglie nella piccola e pittoresca cittadina di Leżajsk sono state estremamente cordiali e ospitali, facendo del loro meglio per farci sentire come a casa e trascorre una settimana indimenticabile. Di nostro gusto è stata anche la loro cucina. A scuola anche gli studenti ci hanno accolto a braccia aperte, felici di poter fondere le nostre culture e scambiare le nostre conoscenze.

tori era la comunicazione dei massmedia, tale tema è stato sviluppato in gruppi misti che hanno prodotto elaborati interessanti presentati nella conferenza finale. Lavorare al fianco di ragazzi di diverse nazionalità è stato costruttivo e soddisfacente e le diversità culturali non hanno costituito nessun disagio ma hanno favorito a instaurare legami profondi. Adesso, ognuno di noi può affermare di avere una seconda famiglia spagnola.Per concludere al meglio una settimana già di per sé fantastica abbiamo fatto visita alla città di Granada dove l’Alhambra costituisce una delle più importanti testimonianze di architettura araba. Le sue infinite bellezze, i suoi sublimi colori e le sue forme arabeggianti ci hanno fortemente colpito. La permanenza ha creato nel modo di ognuno di noi nuove prospettive, nuovi modi di pensare, nuove conoscenze linguistiche, nuove amicizie che diventate frutto di una profonda esperienza dal punto di vista culturale ed emotivo che porteremo sempre con noi.

Parole Visive Competenze in lingua madre – Biennio Il modulo di italiano è finalizzato all’approfondimento dei linguaggi verbali e non verbali. Il tema è quello dell’identità individuale e dell’identità sociale. Rappresentazioni nel piano e nello spazio Competenze in matematica – Biennio Il modulo di matematica è finalizzato alle competenze geometriche e tecnologiche, attraverso l’uso del software Rhinoceros. Progettare in 3D Competenze in Matematica – Triennio AUTOCAD è un sistema fondamentale per la progettazione, la grafica e il design. il suo uso consente l’approfondimento delle competenze matematiche e geometriche Basic English – Advanced English Competenze in inglese – Biennio e Triennio La formazione linguistica è fondamentale per una reale cittadinanza europea. I corsi prevedono la certificazione PET.


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MOSTRE E CONCORSI

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Crescere con l’arte Il concorso per i nostri primi 50 anni

I

n occasione dell’anniversario il Liceo ha voluto promuovere un concorso per le scuole primarie e medie del Salento. Il tema “La nostra terra colori e for-

lo (docenti presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce) e dalle professoresse del Liceo Paola Scialpi e Marinilde Giannadrea, ha avuto difficoltà a operare una selezione tra la ricchezza di lavori pervenuti dalle tantescuole salentine. Si è voluto premiare la coerenza tematica e l’abilità tecnica, ma anche l’originalità delle scelte, la freschezza e l’ironia dei linguaggi, la capacità di suscitare una sincera emozione. I vincitori hanno affrontato il tema con stili eclettici e in tutti si è rilevata una notevole capacità tecnica e creativa. Per la scuola primaria hanno vinto ex aequo: Pagghiara in campo d’estate di Stefano Guido del V Circolo Livio Tempesta di Lecce e Ortofrutta Salento: albero contento di Alessio Spata del I Circolo Taurisano. Menzioni speciali per Terra e mare di Stefania Pepe,

me” era destinato a sensibilizzare i ragazzi più giovani ad un approccio creativo alla cultura e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale. La commissione, composta da dal Dirigente Tiziana P a o l a Rucco, da due noti pittori, Luigi Spanò e Cosimo Marul-

LE OPERE PREMIATE

A sinistra : Pagghiara in campo d’estate Ortofrutta Salento: albero contento A fianco: Campagna salentina: pagghiara in contrada Torre Saetta (Monteroni) Convento delle Alcantarine di San Giorgio Rudere di una vecchia casa colonica

Passaporto di Bacco Felice conferma Paola Scialpi

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Docente di Pittura

a sezione pittura ha partecipato anche quest’anno al Passaporto di Bacco edizione 2011 promosso da Diotima (Milano) etichette d’arte per il vino. Il concorso prevedeva la realizzazione di etichette d’arte per il vino, che vengono premiate da aziende di livello internazionale come Porsche e Valtur, affiancate da prestigiose aziende vinicole. Quest’anno il Passaporto di Bacco ha dedicato una sezione ai 150 anni dell’Unità d’Italia e gli studenti della sezione pittura hanno interpretato il tema in maniera sintetica ed efficace. L’opera presentata in questa sede è di Ludovica Giannone e si è guadagnata un posto nello stand della Regione Puglia a Verona, nell’ambito di VinItaly 2011, la più importante rassegna enogastronomica d’Italia.

ETICHETTA di Ludovica Giannone III A PD

Agnese Greco, Arianna Martiriggiano, Maria Lucia Quartini, Martina Cardinale e Il mare: paesaggio non inquinato di Vanessa Guarini, opere degli alunni della Scuola Primaria Statale di Aradeo. Per la Scuola Media il primo premio è andato ex aequo a Campagna salentina: pagghiara in contrada Torre Saetta (Monteroni) di Sara Pulli dell’Istituto Comprensivo 2° Polo di Monteroni e al Convento delle Alcantarine di San Giorgio di Arianna Cannoletta del Quinto Ennio di Lecce. Menziouna partecipazione inaspettata e tanta creatività nelle opere dei ragazzi della scuola primaria e media

ni speciali a Una pergamena racconta… di Miriam Bianco e La vendemmia attraverso il tempo di Alessio Bortone e Samuele Ciccarese entrambe dell’Istituto Comprensivo Livio Tempesta di Guagnano. Il premio fotografia è andato ad un gruppo di giovani autori: Andrea Accamante, Giulia Gambero, Alessia Delli Santi, Andrea Corvino, Giammarco Maestoso della Scuola Media Dante Alighieri di Lecce che hanno vinto con Rudere di una vecchia casa colonica.

1° PREMIO Senza Titolo Gabriele Stefanelli III A PD

Chiara Fracella

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III A PD

lavori di pittura, presentati dagli allievi del Liceo, non rappresentano eventi storici precisi ma si riferiscono a quello che è stato l’entusiasmo patriottico del popolo italiano. I dipinti, che narrano dell’aria, dell’umore e degli eventi risorgimentali, sono stati realizzati con una tecnica che si rifà idealmente a quella di Caravaggio, ma con strumenti diversi. Il materiale usato non è altro che ossidato di bitume, il medesimo catrame dell’asfalto stradale. Pochi strumenti, tanta passione; strumenti semplici, mani nere e profumo di arte han-

15O Anni Una vittoria “nazionale” no guidato le nostre dita che hanno creato e ridipinto la storia con tonalità cupe e poche tracce di colore, con la passione di chi, con la tavolozza e il pennello in mano, desidera lasciare una traccia di sé, reinterpretando la storia. Una passione

che porta come vento dal mare, anche grandi soddisfazioni, il primo premio del concorso nazionale “Onore ai Grandi d’Italia”, indetto dalla ITC Calasso di Lecce per i 150 anni dell’Unità, un successo dedicato alla nostra Italia.


OPENING

progetto editoriale

Liceo Artistico Vincenzo Ciardo • Lecce

Anna Chiriacò, Marinilde Giannandrea, Marcello Rolli,

Identità personale e identità sociale u n p e rc o r s o d i r i f l e s s i o n e Mostra . Concorso . Convegno Lecce . Liceo Artistico Statale “Vincenzo Ciardo”

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8 giugno 2011

ue anniversari importanti hanno animato questo anno scolastico: il 50° del Liceo Ciardo e il 150° dell’Unità d’Italia. Come si può celebrare un anniversario? La retorica non ci appartiene. La riflessione, la ricerca, la creatività sono stati i nostri strumenti per ricordare, comprendere, ricongiungere il passato con il presente e tracciare una linea di continuità con il futuro. Celebrare la nascita dell’Italia unita ha significato per noi la riscoperta degli ideali forti su cui si fonda l’identità del nostro popolo. Allo stesso modo ricordare la nascita del nostro Liceo non poteva che ricondurci alla ricerca della sua identità, che trova le radici nell’importante

ruolo svolto nell’ambito della formazione artistica e della promozione di una cultura artistica nel nostro territorio, essendo peraltro l’unico liceo artistico della provincia fino allo scorso anno. Abbiamo ripercorso la storia di questa istituzione scolastica, ritrovando tanti nomi importanti ad essa legati, docenti noti nell’ambiente culturale cittadino, i primi direttori del Liceo anch’essi artisti, alunni di particolari capacità, verso i quali abbiamo scelto di rivolgere la nostra attenzione. Alunni di un tempo, oggi realizzati in svariati campi artistici e professionali, hanno incontrato gli alunni di oggi, futuri interpreti dell’arte, confrontandosi e dialogando sul sen-

so degli studi e sulle possibili prospettive di attività lavorativa. Quali sono dunque i caratteri che definiscono l’identità della nostra Scuola? La preparazione culturale di carattere liceale, la passione artistica, la creatività, l’intuizione, la capacità di rappresentare con il linguaggio diretto, puro e universale dell’arte la realtà della condizione umana. Tutto questo crea l’atmosfera che avvolge chiunque percorra gli spazi fisicamente limitati ma aperti verso l’infinito di questa bellissima unica scuola. La Dirigente Tiziana Paola Rucco


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