l’InformaSciascia ISTITUTO COMPRENSIVO “L. SCIASCIA” LA NOSTRA REDAZIONE
Roberta Abate
Ilaria Albano
Terry Angelini
Mirko Bruno
Francesca Conte
Desirèe De Quarto
Asia Farina
Giulia Forina
Raffaele Leone
Fulvio Mastropietro
Gabriella Matarrese
Alessia Petio
Francesco Petio
Ilaria Ricciardi
Cristina Schnabl
Andrea Serafino
Arianna Stefanelli
Francesca Tripaldi
Salvatore Vinci
PON C1 “A scuola Informati” Esperto Prof. Maria Greco Tutor Prof. Addolorata De Bartolomeo
SEZIONI
Noi e la scuola
Noi giovani
Il nostro territorio
TAL SANO- TAR ANTO D.S. Prof. Benito Lomonte V O L U M E
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I PON E LA SCUOLA MEDIA: UN’ESPERIENZA DA FARE Io sono un’ alunna della scuola Sciascia e frequento la prima media. Per me inizialmente è stato difficile adattarmi alla scuola media per lo studio, per i nuovi professori e i nuovi compagni. All’inizio ho avuto molte difficoltà perché per me era impegnativo l’approccio alle nuove materie e anche perché ero abituata a uno studio più leggero e meno complicato. I professori sono tutti fantastici e i compagni dopo qualche giorno ho imparato a conoscerli, alcuni gli ho trovati più simpatici, altri meno. Una cosa nuova per me sono stati invece i Pon: progetti pomeridiani gestiti con i fondi europei. Nella mia scuola i pon sono quelli di lingua francese e inglese, per i quali sono previsti gli esami Delf (francese) e Trinity (inglese) da svolgere a conclusione delle cinquanta ore di frequenza. Vi sono poi altri corsi di trenta ore: A scuola informati, S.O.S. energia in esaurimento, l’ABC del PC e EcoLogicacup. S.O.S energia in esaurimento è un
pon sull’ambiente e sulla energia in esaurimento , A scuola informati è il pon del giornalino, l’ABC del PC è il pon che riguarda il computer ed ecologicacup è un pon sull’ecologia. Io, come pochi altri, frequento due pon da trenta ore: il giovedì il gior-
affascinata. Al pon d’ informatica ho imparato a svolgere dei lavori al computer che prima non ero in grado di fare, anche se io già lo utilizzavo con internet ed alcuni programmi. I pon sono una cosa molto utile per approfondire ciò che si studia con la normale attività didattica, per imparare ciò che non si sa, ma anche per fare nuove conoscenze con ragazzi e le ragazze più grandi, socializzando con loro, scambiandosi informazioni ed impressioni sulle attività in cui siamo personalmente coinvolti. Desirèe De Quarto
La nostra redazione nell’aula di informatica nalino e il venerdì quello per imparare a usare il computer. L’attività del giornalino per me è stato molto interessante, ho imparato a leggere un giornale, a conoscere come si compone la prima pagina, a elaborare alcuni articoli e tante altre cose che io non sapevo, ma che mi hanno interessata e
Abitudini alla lettura dei nostri compagni di scuola
Monitoraggio sulle abitudini alla lettura dei ragazzi nel nostro Istituto I ragazzi della scuola media leggono i giornali con una frequenza media, adatta alla loro età
Quest’anno i ragazzi della scuola media Leonardo Sciascia di prima, seconda e terza media hanno avuto la possibilità di approcciarsi agli articoli di giornale con il pon “A scuola informati”. Al nostro primo incontro tutti i ragazzi hanno compilato un breve questionario. Dopo abbiamo letto le risposte e fatto la media sui dati raccolti con l’aiuto della professoressa Greco e di un nostro compagno che ha scritto le risposte alla lavagna. Da questo lavoro di monitoraggio è venuto fuori che molte famiglie leggono i giornali. I genitori pensano che la lettura sia un elemento importante
per sviluppare di più il lessico. I ragazzi leggono il periodico con una percentuale abbastanza alta, il 50%, nel caso delle ragazze, invece, il periodico viene letto molto poco solo il 10%. I mensili sono letti sia dai ragazzi che dalle ragazze, queste ultime con una percentuale più bassa, l’ 8%. I giovani leggono molto i quotidiani, più le ragazze (75%) dei ragazzi, i ragazzi adorano invece leggere i fumetti. Li leggono con una percentuale che equivale al 50%. Ai ragazzi piace leggere, ma non comprano da soli i giornali. Questa percentuale equivale circa
all’80% per i ragazzi, mentre per le ragazze la percentuale equivale al 60% circa. Il quotidiano, invece, viene letto abbastanza dalle ragazze, con una percentuale che equivale al 48% circa, i ragazzi, invece, lo leggono meno. I periodici non sono mai letti né dalle ragazze e né dai ragazzi. Gli argomenti che attirano l’attenzione di entrambi sono il gossip e lo sport. Da questa indagine è venuto fuori che i ragazzi che vanno dagli 11 ai 13 anni leggono con una frequenza non altissima ma sufficiente alla loro età. Raffaele Leone e Andrea Serafino
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Gli studenti della “L. Sciascia” incontrano Pino Aprile, autore del libro “Terroni”
Evento speciale alla Sciascia: incontro con l’autore Pino Aprile Il 28 Febbraio nella scuola Sciascia è venuto uno scrittore di nome Pino Aprile, di origine pugliese, per esporre il suo libro: Terroni. Lo scrittore ha evidenziato soprattutto le differenze tra il Nord e il Sud durante il periodo del nostro Risorgimento. Aprile ha iniziato il suo discorso con una frase: “La bellezza delle cose si nota non appena la si perde”. Lo scrittore ha descritto gli abitanti del sud come una popolazione già da tempo ritenuta importante in tutti i settori della società. Aprile afferma che i libri di storia narrano solo delle false testimonianze del sud. Secondo lui, la storia del Risorgimento meridionale è stata caratterizzata da guerre di indipendenza che portarono all’espansione del Piemonte. I Bersaglieri prove-
nienti dal nord violentarono le donne del sud, si narra anche che in quel periodo la donna più bella di un paese del sud era Concetta Bionni, quest’ultima quando fu violentata fu legata ad un albero, così la gente che passava di lì le tirava qualche sasso sul corpo nudo. Aprile afferma anche che tutti quelli che andarono contro il Risorgimento furono allora uccisi in veri e propri campi di sterminio, creati soprattutto per i meridionali. Lo scrittore crede in un’ Unità d’Italia che può e deve migliorare nel futuro perché la condizione cambia se gli uomini vogliono cambiarla. Il sud oggi è meno in tutto, infatti, per il nord il meridione è una piccola regione posta sopra la cartina geografica. Aprile finisce la sua tesi, e quindi l’incontro con i ragazzi, con una
fiaba ed una frase molto significativa: “Un giorno questa terra sarà bellissima”. Questa frase di Piero Gobetti lui l’ha tenuta per anni sulla parete dietro la sua scrivania, quasi a sottolineare la fiducia dell’autore in una rinascita del sud e in una vera unificazione. Dopo aver terminato la presentazione del libro alcuni ragazzi della scuola hanno voluto fare delle domande all’autore, riguardanti il libro e la sua professione di scrittore. Questo incontro è servito a cambiare alcune opinioni sull’unificazione dell’Italia, a mettere in luce un sud conquistato piuttosto che liberato, poiché i meridionali subirono la liberazione e per alcuni di loro ci furono anche delle notevoli perdite. Francesca Tripaldi
L’unità d’Italia arriva nella nostra scuola!
Musica, storia ed arte per celebrare i 150 anni Anche il nostro Istituto si è organizzato per celebrare i 150 anni dell’unità di Italia
Alcuni momenti della manifestazione sul 150° dell’Unità di Italia
Venerdì 11 Marzo c’è stata, presso l’auditorium dell’istituto L. Sciascia, una manifestazione per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, realizzata da noi ragazzi. Prima dell’inizio dello spettacolo, abbiamo aspettato che arrivassero il Sindaco, l’Arcivescovo, il Provveditore agli Studi di Taranto, l’assessore alla cultura del Comune di Taranto e il Presidente della Circoscrizione. Alla fine, per problemi personali, sono potuti intervenire soltanto l’assessore e il Presidente della Circoscrizione Tommaso Lucarella. Lo spettacolo è iniziato con il saluto fatto dal dirigente scolastico Benito Lomonte e, subito dopo, l’intervento del prof. Riccardo Pagano, ordinario dell’università di Bari, che ha presentato la storia del Risorgimento in Italia, in modo particolare focalizzandola nel nostro sud e individuando i personaggi che hanno fatto la storia del meridione. Ha parlato, inoltre, del brigantaggio e di cosa ha significato. Dopo la spiegazione del prof. Pagano, c’è stata la proiezione del video sull’ ”Impresa dei Mille’’ del prof. Pasquale Abete, illustrata da circa 50 disegni realizzati dalle
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classi terze dei corsi A-B-C. La voce fuori campo è stata dell’alunna Martina Benefico della classe 3^A che ha spiegato la storia dell’ ‘’Impresa dei Mille’’ mentre le immagini, messe in sequenza dagli alunni di 3^C Angelo Caricasulo e Marco Ragosta, scorrevano sottofondo. Oltre a realizzare i disegni gli alunni hanno anche tracciato con il professore di arte un breve percorso storico su alcuni personaggi di Taranto, come il Dott. Michele Baffi, che aveva una farmacia dove si riunivano i cospiratori, e altri personaggi a cui sono state dedicate alcune strade tarantine, come Cataldo Nitti, Giuseppe De Cesare, Vincenzo Carbonelli e Nicola Mignogna. Terminata la visione del video sono seguiti degli intermezzi vocali, strumentali e coreutici a cura delle insegnanti della scuola primaria e secondaria. I primi a esibirsi sono stati gli alunni guidati dalla professoressa Gabriella Strusi con ‘’L’inno di Garibaldi’’ e ‘’Viva l’Italia’, poi la professoressa Cuscito ha guidato il valzer eseguito
da due alunni Francesco Caputo e Alessia Antonante. Dopo la danza è subentrato il gruppo vocale e strumentale guidato dalla professoressa Angela Vinci che ha eseguito i seguenti brani:‘’Addio del Volontario’’ e ‘’Va Pensiero’’. Quest’ultimo brano è stato accompagnato dalla voce solista
della nostra D.G.S.A. Giuseppina Romano. I bambini di quinta della maestra Iuliano hanno chiuso i lavori portando un tocco di colore e di allegria con le loro danze. L’intera manifestazione è stata presentata dalla professoressa Letizia Bottalico, mentre il professor Michelangelo Iurlaro si è occupato di mettere in mostra una serie di lettere, manifesti e proclami riguardanti alcune importanti figure che hanno contribuito a realizzare il nostro Risorgimento. Gabriella Matarrese
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DELUSIONE TRA GLI SPORTIVI DELLA SCIASCIA Più impegno e più allenamento per ottenere migliori risultati Quest'anno 20102011 il nostro Istituto Comprensivo ha voluto considerare alcune attività sportive: Pallavolo, Basket, Corsa Campestre e Giochi della Gioventù. Queste servono sia per distrarsi dalle attività scolastiche, sia per dare l'opportunità ai ragazzi che non fanno attività fisica di muoversi un poco. Il nostro Istituto da questi giochi ne è sempre uscito vincitore, ma quest'anno per vari inconvenienti e per un incompleto allenamento, si è verificato esattamente il contrario. Per prepararci alle gare, i professori
Friuli e Guarino, insieme agli alunni partecipanti, si sono presi un impegno: fare alcuni rientri pomeridiani per migliorare la preparazione atletica. Purtroppo però quelle ore pomeridiane non sono state sufficienti per poter affrontare al meglio le gare. Molti ragazzi si sono fatti male durante i giochi, inoltre da parte dei professori ci sono state alcune critiche ai giudici che hanno infranto delle regole, per esempio nel salto ad ostacoli hanno alzato di 3 cm l'ostacolo, quindi i partecipanti hanno trovato più difficoltà a saltare. Le varie attività sportive durante i giochi sono state: salto in alto, salto in lungo, lancio del peso, staffetta, lancio del Giavellottino, 1000 m e 200 m .Tutti siamo rimasti male per il risultato conseguito, ma la cosa principale è quella di aver dato il massimo e aver capito cosa significa un gioco di
squadra. La sconfitta ci è servita come esperienza per il prossimo anno, gli stessi professori si sono resi conto che per ottenere qualche risultato c'è bisogno di più impegno, di più allenamento e di molti sacrifici. Alla fine possiamo affermare che l'importante non è vincere ma partecipare, sviluppare un maggiore spirito di squadra che aiuta a crescere meglio e a maturare più in fretta.
Una gara dei Giochi della Gioventù
Giulia Forina
H2O: una meraviglia della natura…. Mercoledì 9 marzo, noi ragazzi di p r i m a s i a m o andati a vedere con la scuola le splendide meraviglie e i misteri più intriganti della scienza, presso la Città della Scienza di Bari. La sera prima eravamo agitatissime. Avremmo finalmente visto alcuni esperimenti, veramente particolari e dal vivo, ma soprattutto gli avremmo sperimentati di persona. La mattina dopo tutti eravamo lì, compagni e professori pronti per l’uscita. Così dopo due ore di lungo viaggio sentimmo gridare: -Eccola, eccola! E’ la città della scienza . Scendemmo subito dal pullman ed entrammo in un capannone, dove ci accolse una guida che incominciò ad illustrarci gli esperimenti. Il primo che abbiamo fatto è stato “La vite di Archimede”, costituito da una vite in plastica e due tubi arrotolati come una spirale. L’esperimento consisteva nel far girare una ruota e far salire l’acqua. Questo accade perché la forza di gravità spinge l’acqua verso l’alto, così da farla uscire dall’altra estremità. Nel secondo esperimento abbiamo potuto osservare come si muove una barca a vela grazie alla forza del
vento, ci sono due tipi di venti: quello favorevole e quello sfavorevole, ma la barca riusciva a muoversi in tutti e due i casi grazie alla pressione che si crea tra le vele. Il terzo, ideato dal grande scienziato Bernelli, era composto da una macchina con un tubo avente un oggetto simile ad una clessidra. Accendendo la ventola all’interno della macchina abbiamo potuto notare che il getto di aria, passando attraverso la parte più stretta della clessidra, diventava sempre più intenso. Nell’altro esperimento vi erano un disco di polistirolo ed una ventola, quest’ultima accendendosi alzava il disco, attaccandosi alla ventola, ciò accadeva perché vi era una differenza di pressione: sotto minore, sopra maggiore. Nel quinto esperimento abbiamo osservato una simulazione dell’atmosfera terrestre, formata da una circonferenza poggiata su un piano che la faceva girare. Girando la sfera si potevano vedere alcuni cambiamenti, proprio come nella nostra atmosfera, la corrente spingeva l’acqua che andava in tutte le direzioni, formando così un grande buco di aria: il vortice. Come abbiamo potuto vedere, nell’atmosfera anche altri fenomeni sono imprevedibili, come l’acqua. L’esperimento, in merito, riguardava una ruota con dei bicchierini e alla sua e-
stremità c’era un buco, sopra di essa una pompa; quando usciva l’acqua da questa, la ruota incominciava a girare, sia in senso orario che antiorario. Nell’ottavo esperimento abbiamo, Quest’anno noi invece, verificato come si poteva creare prime abbiamo una frana. Abbiamo visto in seguito visitato la città l’applicazione della legge di Archimede. della scienza a Nell’esperimento c’era un tubo pieno di acqua con affondo un pesce, anch’esso Bari; ecco le con un tubo d’acqua sotto, con una nostre pompa abbiamo svuotato il tubo attaccato al pesce riempiendolo d’aria, emozioni… l’acqua, essendo più pesante dell’aria, permetteva così al pesce di salire. Nell’ultimo esperimento abbiamo, invece, visto l’applicazione della teoria dei vasi comunicanti: versato un liquido in un solo vaso questo raggiunge lo stesso livello in tutti. Al termine degli esperimenti siamo saliti tutti sul pullman. Nel viaggio di ritorno abbiamo pensato molto alla splendida giornata passata. Siamo state soddisfatte della visita perché è stata molto interessante ed intrigante, ma soprattutto ci siamo tolte tante curiosità riguardanti la scienza, anche se ce ne sono ancora molte da conoscere e sperimentare! Cittadella Mediterranea della Asia Farina
Scienza di Bari
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È possibile far scegliere direttamente ai ragazzi le possibili località da visitare con la scuola?
Le gite scolastiche: una nuova proposta Ai ragazzi, come tutti sanno, spesso piace molto viaggiare e fare gite scolastiche, sia per imparare che per divertirsi insieme agli amici. Infatti, è sempre una grande gioia per tutti quando in classe l’insegnante annuncia che si dovrà svolgere un’attività diversa dal solito, uscendo dalle mura scolastiche, partendo con i nostri migliori amici per nuovi siti, lontani dal solito ambiente in cui si vive quotidianamente. Nessuno ha mai pensato che a noi ragazzi piacerebbe contribuire alla scelta della località da raggiungere, stabilendo l’itinerario. Sarebbe troppo bello tutto questo, basterebbe prendere un’ iniziativa del genere almeno una volta all’anno. Si potrebbero fare dei sondaggi per vedere quali sono le preferenze dei ragazzi di una classe o di una scuola, offrendo dei questionari ad ogni studente, così una volta tanto si potrebbero accontentare anche gli alunni. C’è da dire che, anche se questo non lo possia-
Roma è stata nel 2010 una tappa scelta dal nostro Istituto
Cosa fare dopo la terza media.? La maggior parte dei ragazzi è confusa e spesso accetta passivamente i suggerimenti
mo fare, siamo tutti contenti quando dobbiamo realizzare un’uscita scolastica con gli amici, sarebbe comunque una cosa meravigliosa poter scegliere direttamente noi dove andare. Certo ai ragazzi non dispiacerebbe visitare ogni volta dei parchi divertimento, anche se questo è impossibile, in quanto la scuola deve tenere sempre presente lo scopo didattico. Perciò suggeriremmo di fornire agli studenti alcune opzioni sui luoghi da raggiungere che tengano sempre presente tale obiettivo. Ora non sappiamo se sia possibile fare quello che abbiamo elencato, ma chiederemmo alla scuola almeno di parlare con noi ragazzi per sapere quali sono le nostre proposte . Magari potrà venirne fuori qualcosa di bello. Parlando con gli amici ho scoperto che quasi tutti
vogliono fare gite lontane dalla nostra città, come quella che la scuola ha organizzato a Roma per visitare il Parlamento, anche se 1/4 dei genitori non permette ai figli di andare fuori città per molto tempo. A tutti poi piacerebbe rimanere per almeno due giorni in albergo con gli amici. Infatti, la gita a Roma, anche se corta è stata molto divertente e interessante. Quindi, come si può accontentare tutti, ragazzi e genitori? Ancora non trovo la risposta a questa domanda, ma posso suggerire di portare i ragazzi ogni tanto all’aperto per farli divertire o assistere a diverse rappresentazioni didattiche. Comunque sono soddisfatto dell’organizzazione di questa scuola perché, grazie alle iniziative dei nostri insegnanti, riesce a soddisfare il nostro desiderio, quello di imparare divertendoci. Francesco Petio
Scelte stressanti e paura del futuro Che cosa fare dopo la terza media? E’ il momento di scegliere la scuola superiore e di capire cosa si vuole fare da grande e quello che ne sarà del nostro futuro. La preparazione scolastica dei giovani non è delle migliori, perciò di solito tendono a scegliere sempre seguendo il giudizio degli altri, mai con la propria testa e in base alle proprie conoscenze. Proprio per questo le scuole stesse organizzano delle serate d'incontri tra i giovani, le famiglie e alcuni insegnanti delle scuole superiori, per facilitare così l’ orientamento di ciascun ragazzo. Saper scegliere che direzione prendere diventa molto importante ed è questo un momento fondamentale nella vita scolastica di ciascun alunno. Vi sono studenti che hanno le idee molto chiare sul proprio futuro e sono in grado di prendere una decisione
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senza ripensamenti, altri che ritengono di sapere quale percorso vogliono intraprendere, ma in seguito si rendono conto che la scelta effettuata non è stata certo quella più adatta a loro. La maggior parte dei ragazzi si mostra molto confusa rispetto al proprio futuro e spesso finisce con il seguire i suggerimenti dei genitori o degli amici che purtroppo non sempre si rivelano i più adeguati. Certamente oggi uno studente di 13/14 anni non può essere in grado di prendere autonomamente una decisione. Ovviamente è importante coinvolgere il ragazzo al 100% nel percorso di scelta e aiutarlo a riflettere su se stesso, sui propri interessi, sulle aspirazioni ed anche sulle eventuali difficoltà. Tutto ciò, non può essere fatto senza l’aiuto della famiglia e dei docenti che devono accompagnare lo studente in questo momento di transizione. La scelta della scuola superiore è una decisione sofferta che spesso
mette in crisi lo studente e di conseguenza la famiglia. Certo, tale scelta è essenziale, pertanto va valutata bene e deve prendere in considerazione alcuni aspetti della situazione: la predisposizione personale verso alcune materie, la tipologia di scuole presenti sul proprio territorio, la prospettiva futura di un lavoro. Quest’ultima è la cosa più importante, quella che condiziona i ragazzi e in teoria dovrebbe essere anche quella che conduce alla scelta finale nella vita. E’ bene tenere presente che oggi se si vuole fare un qualsiasi lavoro è sempre richiesto un titolo di studio, anche per i lavori più umili. Alla fine, comunque, una decisione deve essere presa, indipendentemente dai consigli che danno amici, parenti e familiari, l’importante è prenderla in modo consapevole sentendo essenzialmente se stessi e ciò che più piace fare. Ilaria Ricciardi
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L’ integrazione dei ragazzi disabili nella vita sociale dono i diritti dei disabili denunciano i tagli indiscriminati alla spesa per l'istruzione statale, con conseguente sovraffollamento delle classi. Così facendo si potrebbe perdere il controllo di queste persone, arrivando a un punto di totale violenza.
Gli alunni disabili nell’attuale anno scolastico hanno dovuto affrontare alcuni problemi, sono stati, infatti, privati di sostegno per molti mesi oppure inseriti in delle classi numerose. Il MIUR ha di fatto tagliato le ore di sostegno agli allievi più deboli, non assicurando così un adeguato diritto allo studio. Le associazioni che difen-
Molta gente pensa che le persone con un handicap sono da evitare e che non debbano essere considerate. Proprio queste, invece, dovrebbero ricevere più attenzioni perché sono più deboli e più sfortunate di noi. Ormai siamo nel 2011 e la gente ha ancora tali pregiudizi che alcune volte portano i ragazzi disabili a essere delle vittime, subendo violenza psicologica e fisica. I loro coetanei dovrebbero essere i primi a difenderli, ad aiutarli a ribellarsi perché molte volte loro non hanno la possibilità, il coraggio di esprimersi e se ci riescono non vengono creduti. Nella mia scuola i ragazzi con problemi di handicap sono accolti molto bene. I professori cercano di risolvere i loro problemi e di integrarli sempre più nella classe coinvolgendo tutti.
Nella mia classe è stata inserita, già dall’anno scorso, una ragazzina con problemi di linguaggio e delle difficoltà familiari. Noi siamo sempre state vicine a lei e l’abbiamo aiutata come meglio potevamo, facendola sentire una di noi, purtroppo però per problemi personali lei, dopo Natale, ha cambiato scuola. A noi manca tanto e vorremmo ancora vedere il suo sorriso così ingenuo. Francesca Conte
La musica è non solo un hobby ma anche una parte di noi … I giovani amano ancora la musica? E bene sì, ancora oggi i ragazzi di qualsiasi età amano la musica. E’ tuttavia cambiato il genere musicale negli anni. In passato la musica era considerata come una nobile arte, invece oggi i giovani usano la musica per esprimersi, alcune volte anche per evadere dalle sofferenze e dalle paure, oppure spesso diventa per loro un modo come un altro per sfogarsi. Attraverso la musica, i giovani si estraniano dai propri problemi la usano come uno scudo che serve a proteggerli, isolandosi completamente dalla realtà. An-
che i generi musicali nel tempo sono cambiati, famosi gruppi come i Beatles hanno ceduto il posto alle nuove promesse, soprattutto ai cantanti appena usciti dai talent show come Amici o X Factor. Secondo vari sondaggi i ragazzi amano molto i generi stranieri come Gem Boy, Enemies, ma anche generi pop italiani come Fabri Fibra. Molto successo riscuotono anche i ragazzi di Amici come Alessandra Amoroso, Emma e altri giovani talenti, che si esibiscono in tutti quei programmi che permet-
tono facili scalate verso la notorietà. L’Italia è uno dei protagonisti più importanti nella storia della musica grazie al festival che si svolge a Sanremo, i giovani lo seguono molto e si appassionano ogni anno di più. Possiamo dire che la musica è parte integrante di un ragazzo che lo rende sicuro e lo mette a suo agio in determinate situazioni, senza di essa la vita sarebbe insipida e non darebbe ai giovani quella spinta in più. Salvatore Vinci
La Separazione: un trauma nella vita di un adolescente Oggi alcuni ragazzi non hanno voglia di studiare o di andare a scuola, si sentono abbandonati e non riescono a vivere in modo equilibrato quelli che sono ritenuti gli anni più belli. Che cosa accade ad un ragazzo in questi momenti? Un problema che spesso deve affrontare è la separazione dei loro genitori. Pur essendo questa un’evenienza dilagante, quindi vissuta come un qualcosa di “normale”, si pensa che i ragazzi la possano superare facilmente. La separazione, invece, è un periodo drammatico che può causare una serie di
difficoltà. Non si possono mettere sullo stesso piano un ragazzo con una famiglia e uno che vive in una famiglia a metà. La separazione, in generale, è il trauma più grande che gli studi di psicologia sociale si stanno occupando attualmente. La scuola dovrebbe aiutare chi ha questo tipo di problema perché i ragazzi soffrono di ansie e mal di testa. Questo è uno degli stress di oggi. Non potendo reagire i ragazzi non sanno come difendersi, passano così da un sentimento all’altro, e vengono privati di un
senso di sicurezza, base fondamentale per loro. In queste situazioni è necessario l’aiuto di psicologi, d'insegnanti o di educatori che danno ai ragazzi orientamenti specifici. Un valido aiuto può arrivare però anche dai loro pari, i quali possono sostituire le figure genitoriali e, grazie alle loro attenzioni, un ragazzo potrebbe superare più facilmente questo periodo critico. La scuola quindi diventa ancora una volta il luogo a cui fare riferimento. Fulvio Mastropietro
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Sempre più ragazzi si lamentano di episodi di bullismo. Siamo di fronte a un fenomeno puramente fisico o soprattutto psicologico?
BULLISMO, COME PREVENIRLO E CONTRASTARLO Il bullismo è un problema serio e frequente, per questo sia la scuola sia le organizzazioni giovanili devono affrontarlo in maniera attiva. Se c’è una lamentela da parte di un genitore o se si notano atteggiamenti di violenza tra ragazzi, è bene organizzare una riunione degli insegnanti sull’argomento con l’obiettivo di risolvere il problema o comunque di affrontarlo subito. Queste azioni, infatti, possono portare gravi conseguenze e forti disagi sia sul piano relazionale sia psicologico, considerando anche che il fenomeno interessa prevalentemente la fascia d’età dai 7 ai 16 anni circa, la cosa diventa più grave, dal momento che in questa età comincia a formarsi la personalità di ciascuno. Solitamente i bulli fanno parte di un gruppo di ragazzi del quartiere o della scuola, definito “branco”, gruppo di “seguaci o schiavetti” con un capo preso come esempio da seguire in ogni situazione. In questi gruppi vi sono regole che dettano il rispetto e la
Suggerimenti e iniziative per superare la noia e prepararsi per il futuro
fedeltà al capo che ha il pieno controllo del gruppo. La vittima è intimidita dal bullo, perciò non denuncia queste violenze né ai genitori né agli insegnanti, si trova inoltre in difficoltà a integrarsi nel gruppo stesso, anche se avverte il bisogno di farne parte. Il bullismo non è un problema solo per la vittima, ma va oltre l’individuo in quanto il clima di tensione che si instaura va a influenzare la famiglia, la scuola e le altre istituzioni sociali, nonché il futuro stesso della persona. Il bullismo maschile è sicuramente più frequente, più diretto ed evidente. Non capita di sentire di ragazze che siano picchiate da altre ragazze, mentre sono famose per le dicerie che sono in grado di mettere in giro, per le mille umiliazioni che riescono ad applicare sulle compagne. Si tratta di un fenomeno più psicolo-
gico che fisico, si parla, infatti, di bullismo indiretto: commentando, mettendo in cattiva luce, sparlando alle spalle, la vittima è degradata a ragazza di secondo livello. Il bullismo maschile e quello femminile hanno comunque in comune l'enorme capacità distruttiva, è un problema diffuso che bisogna risolvere e fare in modo che nessuno possa esserne mai vittima. Bisognerebbe tutelare e proteggere chi ha il coraggio di raccontare aiutandolo anche psicologicamente. La scuola dovrebbe parlarne di più, oltre che punire severamente il bullo, capire il perché delle sue azioni ed affrontare insieme le sue paure, in quanto il bullo nasconde i problemi dietro una‘’maschera’’, provando piacere nel creare disagio agli altri. Terry Angelini
Una scuola a misura degli adolescenti La scuola offre ai ragazzi l’occasione di apprendere, socializzare , confrontarsi con compagni e professori, fare nuove esperienze , affrontare qualsiasi tipo di delusione , questa è la “concezione” che i ragazzi hanno della scuola. Purtroppo però la maggior parte di loro definisce la scuola “noiosa”, per questo molti ragazzi vanno a scuola svogliatamente e di conseguenza con uno scarso rendimento, oppure, altre volte, non
C’è necessità di nuovi stimoli per rendere la scuola interessante ... frequentano in modo assiduo realizzando numerose assenze. Tutto ciò
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può anche dipendere da alcuni problemi adolescenziali, come ad esempio le cotte che li portano a non svolgere i compiti poiché i pensieri fanno sì che la concentrazione svanisca facilmente, oppure l’eccessivo amore per lo sport che spesso ruba tanto tempo in una giornata, impedendo così il lavoro scolastico pomeridiano. Per fortuna, ci sono ancora quei pochi ragazzi che continuano a seguire la scuola facendo il loro dovere, mirando perciò ad una buona preparazione per operare meglio in futuro. Dobbiamo, infatti, già preoccuparci del nostro futuro a 13 anni perché proprio a questa età, in cui non si è ancora entrati nel mondo adulto, avviene la scelta per la scuola superiore, una scelta difficile e importante perché ci viene chiesto di decidere quello che poi andrà ad influire sul futuro. Le statistiche denotano come la matematica è molto più popolare fra i maschi, mentre tra le ragazze sono le
materie letterarie a riscuotere maggiore gradimento, specialmente lo studio delle lingue straniere. Infatti, anche nella mia scuola ci sono stati orientamenti scientifici per i maschi e orientamenti linguistici per le femmine. Pertanto, per invogliare oggi i ragazzi ad affrontare la scuola in maniera più piacevole, ma al tempo stesso in modo costruttivo, i professori dovrebbero assumere un comportamento tale da poter mettere a proprio agio l’alunno, cioè avere un atteggiamento più amichevole e comprensivo, oppure cambiare, in parte, il loro modo di fare lezione. Sarebbe buona cosa lavorare di più nei laboratori , condurre più attività in gruppo , attirando così maggiormente l’attenzione di chi non segue e spesso disturba anche gli altri. Le solite lezioni tradizionali dovrebbero essere affiancate ad altri momenti più operativi, utilizzando i nuovi strumenti che la tecnologia ci offre Arianna Stefanelli
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I giovani e la droga Uno dei problemi fondamentali dei giovani d’oggi è l’uso di sostanze stupefacenti. Gli stupefacenti sono sostanze chimiche che, per le loro proprietà, sono capaci di indurre variazioni al sistema nervoso turbando lo stato di coscienza, provocano inoltre alterazioni della percezione, dell’umore e del comportamento. Che cosa porta i giovani a utilizzarla? I giovani a causa dei disagi sia sociali sia culturali spesso si rifugiano nel mondo della droga, pensando così d risolvere i loro problemi. Oggi esistono molti gruppi amichevoli di coetanei chiamati “gruppi dei pari”, la cui importanza è superiore a quella dei genitori. Il gruppo ha delle sue rigide regole di funzionamento, un codice morale a
volte estraneo se non contrapposto all'ambiente, che induce i singoli a uniformarsi pedissequamente a determinati comportamenti (scelta dell'abbigliamento, linguaggio, stile di vita, ecc.). Il conformismo, vissuto come timore di non essere accettati e approvati dal gruppo, può indurre l'adolescente ad adottare comportamenti non idonei. La fine dell'autoritarismo, della libertà di scelta, del relativismo culturale, lascia però spesso i giovani soli, posti davanti a scelte importanti della loro vita e la droga può essere anche una via più comoda e più semplice per sfuggire alle responsabilità del mondo adulto. Un’altra causa nell’uso di sostanze stupefacenti è l’esigenza del successo, della brillantezza e della
superiorità nell’ambito scolastico (nei giovani) e lavorativo ( negli adulti). Purtroppo al giorno d’oggi l’uso di droghe è aumentato di circa il 62% fra i maschi tra i 25 e i 34 anni e del 50% fra le ragazze tra i 15 e i 24 anni. Per far sì che tutto ciò finisca bisognerebbe ripristinare il dialogo tra genitori e figli, far capire quali sono i veri valori della vita, insegnare loro a non prendere vie sbagliate che possano danneggiarli. Tutto questo non può accadere soltanto in famiglia, ma anche in ambito scolastico. La scuola, infatti, non deve essere solo un luogo di cultura e di apprendimento, ma deve diventare per i ragazzi anche un luogo significativo per la propria crescita sociale ed affettiva. Roberta Abbate
Sempre più “di moda” l’uso di droghe da parte dei giovani non solo per sentirsi accettati ma anche per ribellarsi al mondo esterno
LA MODA VESTE ED INVESTE TOTALMENTE I GIOVANI Il capo da indossare riguarda un po’ tutti i ragazzi e le ragazze, senza distinzione. Forse al giorno d’oggi la moda è diventata una cosa ridicola: pantaloni scesi e scarpe da clown sono molto in voga. L’aspetto più strano è che tutti la copiano e nessuno la critica, i diversi stili fanno tendenza e portano i ragazzi ad esserne i primi fruitori. Tuttora, nei negozi vediamo scarpe moderne, maglie con teschi e pantaloni che entrano solo a una persona gonfia come una ciambella. La moda sta diventando uno scherzo per tutti, invece la cosa è da valutare seriamente. Nelle scuole, le ragazze, il più delle volte per farsi notare dai ragazzi, mettono
eccessivamente in mostra il loro corpo, spesso dimenticano un certo gusto estetico, rendendosi anche ridicole. La moda è sì sentirsi a proprio agio, ma è anche curare il proprio aspetto in base alle proprie possibilità fisiche. I ragazzi delle classi superiori prendono in giro i più piccoli anche solo con un gesto, bisogna stare attenti quindi a come ci si veste, altrimenti si rischia di essere derisi e questa non è una cosa bella. Fin dalla mattina, dunque, è presente il problema del “..cosa mi metto”! La maggior parte degli studenti, il più delle volte, si sente molto a disagio per il loro modo di vestire. Il fatto è che non pensano
ad altro durante la loro giornata. “Non ho ripassato la lezione” oppure “non ho preparato lo zaino” sono gli ultimi problemi che passano per la testa di un ragazzo. Per dimostrare che la moda sta diventando una cosa ridicola, dovremmo forse guardarci in modo più obiettivo e imparare che non conta soltanto quello che si indossa, ma anche come lo si indossa, insomma è buona cosa sempre sentirci a nostro agio senza farci condizionare dalle mode. Mirko Bruno
I giovani portano la moda anche nelle scuole?
GENITORI E FIGLI: INCOMPRENSIONE TRA DUE MONDI DIVERSI Una professione difficile sicuramente è quella di genitore e diventa sempre più complicata quando i figli diventano adolescenti. Ragazzi che sanno stupire, perdersi e ritrovarsi a modo loro, che vogliono amore ed essere amati, ragazzi e ragazze insoddisfatti, curiosi, testardi e diffidenti, vogliosi e timorosi di provare e magari anche di sbagliare. I ragazzi crescono e cambiano così velocemente che nessuno se ne accorge, è noto, infatti, che gli adolescenti si trovano in una fase di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta in cui si producono profondi cambiamenti fisici e psicologici. Spesso diventano oppositivi, tendono a trasgredire le
regole, si chiudono in camera, oppure ricercano la compagnia dei coetanei, sono poco interessati alla scuola. Questi comportamenti possono allarmare i genitori che tendono ad interpretarli prevalentemente in senso negativo, cioè come un “cattivo” funzionamento se non si riesce a comprendere quanto sta accadendo al figlio che cresce. Il rapporto può diventare molto difficile e si rischia di fallire in qualsiasi tentativo fatto per stabilire la comunicazione. Non sempre per i genitori è facile arrivare ad una accettazione di un tale distacco, a rispettarne i tempi che spesso appaiono agli occhi dell’adulto
così repentini. L’adolescente ha ancora molto bisogno dei genitori, ma questi devono ogni tanto farsi da parte e dargli fiducia, adattandosi al cambiamento del proprio figlio. Molti si chiedono: qual è il modo migliore per realizzare un rapporto tra genitori e figli? Sicuramente l’amore che si nutre per loro, un amore che deve essere dato con saggezza ed equilibrio. E’ giusto proteggere i figli, ma è anche giusto aiutarli ad essere capaci di proteggersi da soli, così in futuro non avranno paura e riusciranno a risolvere i loro problemi più facilmente. E’ giusto esserli vicini, ma anche trasmettere fiducia in se stessi, dare suggerimenti e ascoltarli. Pertanto la parola chiave per un giusto rapporto di amore è “Equilibrio” Alessia Petio
L’inquinamento a Taranto: l’ILVA e le sue conseguenze Drammatica situazione ambientale a Taranto a causa della presenza dello stabilimento siderurgico che produce altissime emissioni di diossina, danneggiando così gravemente la salute. Con l’inquinamento il desiderio di vivere in un territorio pulito viene meno e la presenza dell’Iva non fa che incrementare il disastro ambientale. A Taranto si muore più che in ogni altra città pugliese, a causa dei tumori dovuti proprio all’emissione di gas e alla mancanza dei depuratori. La situazione più grave è presente nel quartiere Tamburi, nelle cui vicinanze opera lo stabilimento siderurgico che è anche la causa dello sversamento di mercurio in aria e in acqua. La diossina ha un impatto cancerogeno, provoca malformazioni e patologie terribili. L’ inquinamento atmosferico porta spesso numerose conseguenze a carico della nostra salute, malattie come linfomi, leucemie, tumori alla vescica e ai polmoni. Aumenta, inoltre, il numero dei danni provocati all’ambiente: spiagge e mare. L’Ilva emettendo gas inquinanti sporca le spiagge, che spesso sono costrette a non aprire al pubblico, ed altera l’equilibrio marino. Tutto questo porta i tarantini a chiedere la chiusura dell’Ilva. In questo modo, però, molta gente perderebbe il proprio posto di lavoro e la città entrerebbe in crisi economica perché questa industria rappresenta, nel bene o nel male, l’unica risorsa di Taranto. Ilaria Albano
Una terribile immagine della nostra città coperta da micidiali veleni
Emergenza ILVA….Sempre più arrabbiati i tarantini Taranto,come ormai è risaputo,è nota per la bellezza del suo mare, ma anche per l’elevato tasso d’inquinamento atmosferico dovuto ai fumi dell’ILVA che causano tumori e contaminazione delle zone agricole e degli alimenti. La costruzione dell’impianto siderurgico fu decisa verso la fine degli anni ‘50, rappresenta oggi uno dei più grandi ed estesi impianti siderurgici europei, dotato di una struttura specializzata nello sbarco di materie prime e nell'imbarco dei prodotti finiti. Il suo record però non è solo quello di grandezza o di efficienza, ma è anche quello di essere causa di agenti inquinanti. Le emissioni di vapore acqueo che lo stabilimento produce non è l’unica cosa che preoccupa, l’altro problema è la presenza
nell’aria di un tasso pari al 90,3% di diossina. L´Ilva precedentemente aveva presentato una richiesta al Ministero dell´Ambiente per utilizzare una parte di pet coke in luogo del tradizionale carbon fossile, questa richiesta era stata presentata in una sede anomala, dove non era stata convocata né l’Arpa né tantomeno la Regione. Nonostante ciò l’ILVA aveva concluso l’affare e fatto arrivare il pet coke, la combustione di questo minerale provoca l’emissione di pericolosissime sostanze, altamente cancerogene. A lanciare l´allarme pet coke nei mesi scorsi era stato lo stesso sindaco Stefano, in una lettera aperta all´Arpa e alla magistratura nella quale chiedeva maggiori informazioni sui movimenti del materiale tra l´azienda e il porto di
Taranto. L'emergenza diossina a Taranto si inquadra in un panorama ambientale fortemente compromesso che ha registrato negli ultimi trent’ anni un tragico raddoppio dei decessi per tumore. Il movimento contro l’inquinamento a Taranto è nato da persone e associazioni tarantine come Legambiente, PeaceLink, Wwf, Attac, riunitesi attorno al sito web di coordinamento tarantosociale.org e TarantoViva, associazione quest’ultima formata da tarantini che vivono e lavorano in altre città d’Italia. I cittadini di Taranto sono sempre pronti a scendere in piazza per dimostrare la loro rabbia ed il loro disappunto, per la sempre più precaria situazione ambientale e sanitaria in cui versa il territorio ionico. Gli sforamenti dei limiti imposti dalla legge di sostanze cancerogene immesse nell’ambiente sembrano non arrestarsi mai, coinvolgendo specialmente i quartieri limitrofi all’area industriale. Proprio per questo motivo il Fondo Antidiossina Taranto Onlus e altre associazioni ambientaliste sono sempre sul piede di guerra, cortei e manifestazioni rimangono l’unica strada da seguire per farsi sentire e contrastare i più potenti. Cristina Schnabl
Si ringrazia vivamente l’Ipsss “Liside” nella persona del Prof. D. Giannese per la realizzazione della stampa del giornale